Misura della rotazione del Sole Mihaela Krsteva Lavoro di maturità in fisica 2016/17, Liceo cantonale Bellinzona Docente responsabile: Professor Renzo Ramelli Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva Indice: 1. Premessa pag. 3 2. Abstract pag. 3 3. Introduzione pag. 4 4. Le macchie solari, origini e struttura pag. 5 4.1. Posizionamento delle macchie solari pag. 8 4.2. Cosa causano le macchie solari pag. 9 5. Il ciclo del Sole pag. 10 6. Il periodo siderale e il periodo sinodico pag. 12 7. La Specola Solare Ticinese pag. 12 8. Misura della rotazione del Sole pag. 14 8.1. Risultati pag. 15 8.2. Commento ai risultati ottenuti pag. 17 9. Conclusione pag. 18 10. Bibliografia pag. 19 Pagina !2 Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva 1. Premessa: Il tema della rotazione del Sole mi ha affascinata e colpita subito dopo un piccolo accenno durante una lezione dell’anno scolastico, perché concerne il nostro pianeta ma noi non gli diamo tanto peso e quindi spesso lo ignoriamo. Per questo motivo ho deciso di voler approfondire il tema cercando di scoprire più cose possibili. Inoltre, parlando del mio tema ad altre persone, ho potuto constatare che molte di loro, come d'altronde io stessa qualche anno fa, credano che la nostra Stella Madre, ovvero il Sole, stia ferma e che si muovano solamente gli altri pianeti. Grazie al percorso che ho fatto sono riuscita a far interessare queste persone all’argomento e spiegargli quale fosse veramente la realtà che, come detto in precedenza, spesso non si conosce. 2. Abstract: Il Lavoro di maturità proposto da me è uno studio astronomico, il quale si occupa della rotazione del Sole, nello specifico la questione fondamentale affrontata è la misura della rotazione differenziale del Sole sul proprio asse mediante l’osservazione delle macchie solari. Grazie a 28 disegni del Sole, fatti durante gli anni passati alla Specola Solare Ticinese di Locarno, sono stati analizzati 14 gruppi di macchie solari diversi. Dapprima sono state scelte le 14 coppie di disegni, poiché su un primo disegno il gruppo deve essere appena entrato nel campo visivo del telescopio mentre su un secondo disegno il gruppo deve essere quasi fuori dal campo visivo, questo perché le misure saranno più precise dato che i gruppi avranno percorso un tratto ben visibile e non saranno quindi troppo ravvicinati. Pagina !3 Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva In seguito è stato calcolato il tempo necessario a ogni gruppo per effettuare un’intera rotazione sulla superficie del Sole e tornare alla posizione iniziale. Per fare questo ho preso in considerazione la latitudine, la longitudine delle macchie e il numero di giorni trascorsi dal primo disegno al secondo; mettendo in relazione queste misure, ho potuto calcolare la velocità differenziale del Sole a diverse latitudini e creare un grafico che mette in funzione la latitudine con la velocità angolare. 3. Introduzione: Il presente Lavoro di maturità ha come obiettivo finale quello di determinare la velocità angolare della rotazione del Sole a diverse latitudini, mettendo in evidenza i diversi risultati ottenuti. Per ottenere i risultati di questo studio astronomico si hanno come oggetto di studio dei gruppi di macchie solari risalenti agli anni compresi tra il 1987 e il 2015. Ho strutturato il mio lavoro in due parti distinte: una prima parte teorica ed una seconda parte più sperimentale. Nella prima parte mi sono dedicata a capire a fondo che cosa sono le macchie solari e come gli astronomi del passato le abbiano scoperte. In seguito ho trattato temi, che si collegano alle macchie solari, riguardanti il ciclo solare e la rotazione differenziale del Sole. Nella seconda parte del lavoro, mi sono concentrata sulle osservazioni delle macchie solari con lo scopo di studiare la rotazione della nostra Stella Madre. Per fare queste osservazioni mi sono recata alla Specola Solare Ticinese di Locarno dove in una prima fase ho potuto vedere come si fa un disegno del disco solare, poi discutere con il direttore Marco Cagnotti sulle problematiche che ho avuto e nella terza fase, quella conclusiva, ho avuto la possibilità di lavorare con tutti i disegni originali per ricavare i dati di cui avevo bisogno. Pagina !4 Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva 4. Le macchie solari, origini e struttura Le macchie solari furono descritte ed osservate per la prima volta nel 1611 da Galileo Galilei, grazie alle proprie osservazioni dedusse che il Sole ruota attorno ad un asse fisso con un periodo di circa un mese lunare. Inoltre Galileo notò che le macchie possono comparire singole, ma che più frequentemente si generano a coppie e a gruppi. Le macchie solari sono manifestazioni dell’attività della stella che si presentano sulla sua superficie e sono ben visibili, grazie al fatto che la loro temperatura (circa 3’900 K) è minore rispetto a quella della fotosfera (5’800 K) e poiché possono raggiungere grandi dimensioni (solitamente hanno un diametro compreso fra 1’000 e 40’000 km ed una macchia con un diametro di 36’000 km è già visibile, da una persona con un’acutezza visiva media, senza l’utilizzo di nessun telescopio, ma utilizzando solamente un filtro appropriato). La nascita di una macchia solare è molto chiara: la rotazione del Sole, di cui parlerò in modo più approfondito più avanti, è differenziale e produce una distorsione delle linee del campo magnetico che fuoriescono dalla superficie per poi rientrare e provocare questa macchia sulla superficie del Sole. La macchia si forma in una zona che ha determinate condizioni comuni e quindi attorno ad essa si formano altre macchie che danno origine ad un gruppo. La crescita di un gruppo è rapida, in media sei-sette giorni, mentre il suo decadimento risulta essere lento, infatti può durare anche tre-quattro mesi. Pagina !5 Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva La struttura di una macchia (vedi Figura 01) risulta essere molto semplice: al centro vi è una zona scura, cioè il nucleo, il quale viene circondato da una corona detta penombra che è costituita da nubi incandescenti di materiale fotosferico che converge verso il nucleo; la penombra però è presente solamente nelle macchie più grandi, mentre in quelle più piccole è assente. [5.]; [10.] Figura 01: un gruppo di macchie solari I gruppi che si formano dalle macchie solari sono indispensabili per il calcolo dell’indice introdotto da Wolf, più di cento anni fa, che serve a definire la quantità e l’indice delle macchie solari: W = k(10 g + n) (1) In cui g è il numero dei gruppi, n il numero delle macchie e k un fattore di normalizzazione legato alle condizioni d’osservazione, allo strumento usato e all’abilità dell’osservatore. [2.] Inoltre oggi i gruppi di macchie solari vengono classificati secondo la “classificazione di Zurigo” (vedi Figura 02), costituita da più classi, ciascuna indicata da una lettera dell’alfabeto. Si tratta di una classificazione fisica, poiché alla sua base c’è l’evoluzione del gruppo stesso. Seguendo l’ordine delle classi troviamo: Pagina !6 Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva Classe: Descrizione: A gruppo di macchie o singola macchia unipolare, prive di penombra B gruppo di macchie con una configurazione bipolare, privo di penombra C gruppo di macchie bipolare, di cui una macchia presenta una zona di penombra D gruppo bipolare, di cui le macchie principali presentano una penombra e hanno una struttura semplice; la lunghezza del gruppo è inferiore a 10° di longitudine E gruppo bipolare, di cui due macchie presentano una penombra e hanno una struttura complessa; la lunghezza è superiore a 10° di longitudine F gruppo bipolare con una struttura complessa; la lunghezza è superiore a 15° di longitudine G gruppo bipolare che non presenta piccole macchie tra le macchie principali; la lunghezza del è superiore a 10° H gruppo monopolare con una macchia attorniata da una penombra; la lunghezza è superiore a 2.5° J gruppo monopolare con una macchia attorniata da una penombra; la lunghezza è inferiore a 2.5° [1.] Figura 02: classificazione di Zurigo Pagina !7 Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva 4.1. Posizionamento delle macchie solari Le macchie solari si manifestano a diverse latitudini, infatti all’inizio di un ciclo le prime macchie appaiono ad una latitudine di 35 gradi, sia a nord che a sud dell’equatore, andando avanti con il ciclo aumentano e compaiono vicino all’equatore finendo il ciclo ad una latitudine di circa 7 gradi, anche in questo caso sia a nord che a sud dell’equatore. Inoltre bisogna sottolineare, prestando attenzione al fatto che le macchie non sono visibili ai Poli, che prima della fine di un ciclo le macchie del ciclo successivo iniziano ad apparire ad alte latitudini. Questo andamento dà origine a ciò che viene chiamato “grafico a farfalla”. Nella Figura 03 si possono notare alcune chiare caratteristiche del ciclo solare: la migrazione in latitudine dei gruppi con il procedere del ciclo, il limite della zona solare su cui appaiono le macchie, la durata del ciclo e la forma che ha portato al nome del grafico. [2.]; [6.] Figura 03: grafico a farfalla (in ordinata le latitudini solari dove 0° corrisponde all’equatore e in ascisse il tempo di cui ogni suddivisione corrisponde a 5 anni) Pagina !8 Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva 4.2. Cosa causano le macchie solari L’attività solare, che ha come indice le macchie solari e altri fenomeni, influenza alcuni processi del nostro pianeta. Essa emette delle correnti di particelle cariche, chiamate venti solari, che inducono a colpi di corrente, interferenze radiofoniche, telefoniche e telegrafiche e sono all’origine dell’aumento della frequenza delle stupende aurore boreali. Durante la seconda metà del XVII secolo ci fu un periodo, durato circa 70 anni (dal 1645 al 1715) di quasi totale mancanza di macchie solari (di conseguenza un’attività solare molto scarsa) chiamato minimo di Maunder (nome preso dall’astronomo, che lo scoprì studiando le antiche osservazioni delle macchie solari, Edward Walter Maunder). Sebbene vari studi, su dati storici e sulla concentrazione di carbonio radioattivo presente negli anelli di crescita degli alberi, confermino questo fenomeno, molti astronomi se ne stanno tutt’oggi occupando. Ciò per scoprire perché questo fenomeno coincise con un lasso di tempo conosciuto per il grande freddo su tutta la Terra noto come la Piccola epoca glaciale. [3.]; [4.]; [12.]; [13.]; [14.] Figura 04: grafico che rappresenta il Minimo di Maunder Pagina !9 Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva 5. Il ciclo del Sole La superficie visibile del Sole è detta fotosfera e su di essa possiamo osservare la peculiarità più famosa del Sole, ovvero le macchie solari. Le macchie, di cui abbiamo già parlato nel capitolo precedente, sono il dato più caratteristico del ciclo solare, cioè la variazione periodica nel livello dell’attività del Sole. Nel 1843 l’astronomo e farmacista Samuel Heinrich Schwabe, esplorando la superficie solare nella speranza di evidenziare un pianeta all’interno dell’orbita di Mercurio, scoprì che il numero delle macchie solari aumentava e diminuiva secondo un ciclo di circa dieci anni. In seguito l’astronomo George Ellery Hale misurò un dato più preciso del ciclo di attività solare, ovvero 11 anni; quest’ultimo però è un valore medio, poiché vi sono cicli più corti (fino a 9 anni) ed altri notevolmente più lunghi (fino a 14 anni). Durante questo ciclo undecennale le macchie si moltiplicano per raggiungere un massimo, diminuiscono gradualmente e infine crescono verso un nuovo picco. [4.]; [6.] Un argomento molto importante riguardante il ciclo del Sole è il magnetismo: termine che originariamente definiva la fenomenologia riguardante un corpo, costituito di particolari minerali, con la proprietà di attrarre a sé altri corpi contenenti ferro, cobalto o nichel; oggi il termine definisce la fenomenologia relativa alle forze che si stabiliscono fra circuiti percorsi da correnti elettriche. [4.] Il termine appena spiegato è rilevante poiché all’origine di un ciclo solare vi è l’attività magnetica del Sole, la quale è legata a due fenomeni: il meccanismo di rotazione differenziale e quello di trasporto dell’energia dall’interno della stella. La rotazione superficiale è differenziale (più veloce nelle zone dell’equatore rispetto alle zone dei Poli) mentre in profondità è rigida; sul confine tra queste due rotazioni, chiamato tachocline, avviene il fenomeno che produce il ciclo. Pagina !10 Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva Su questo confine la rotazione differenziale attorciglia il campo magnetico che emerge facendo inibire la risalita di materia per convenzione (cioè il materiale presente nella zona di convenzione, riscaldato dal basso dalla zona di radiazione, sale raffreddandosi e viene sostituito da materiale più freddo che scende a prenderne il posto; quest’ultimo ha perso il suo calore per irraggiamento sulla superficie del Sole) e induce la comparsa di gruppi di macchie con diverse polarità magnetiche. Dopo questa spiegazione si può sottolineare che dopo ogni ciclo il campo magnetico del Sole s’inverte, ovvero la zona caricata che si trova inizialmente alle latitudini più alte del Nord si sposta alle latitudini più alte del Sud e lo stesso avviene con la zona caricata alle latitudini del Sud che si sposta, però, a quelle del Nord, in poche parole il polo Nord magnetico diventa quello Sud e viceversa (vedi Figura 05). Considerando quindi la polarità magnetica dei gruppi di macchie solari, bisogna concludere che il reale ciclo solare (che finisce quando il Sole torna alle condizioni di partenza) ha una durata media di 22 anni. [4.]; [12.] Figura 05: struttura del campo magnetico solare durante un ciclo di 11 anni Pagina !11 Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva 6. Il periodo siderale e il periodo sinodico Osservando le macchie solari dobbiamo tenere in considerazione le caratteristiche del Sole. Tra quest’ultime la più importante, dato che studiamo essa, è la rotazione del Sole: esso compie una rotazione sul suo asse, inclinato di 7,25° rispetto al piano dell’orbita terrestre, in 25,4 giorni terrestri; considerando però il moto orbitale della Terra, il Sole, osservato dalla Terra, deve compiere più di una rotazione per tornare nella posizione iniziale, impiegando così 27,3 giorni. Questi due dati variano fortemente poiché il Sole ruota a velocità differenti al variare delle zone della superficie. [4.]; [8.] La prima misura della rotazione che ho riportato (25,4 giorni terrestri) si chiama periodo siderale medio e corrisponde al tempo necessario ad un corpo celeste per ruotare esattamente di 360° su se stesso in un sistema inerziale. La seconda misura della rotazione (27,3 giorni) è detta periodo sinodico ed equivale al tempo necessario ad un astro, osservato dalla Terra, per ritornare alla posizione iniziale. [4.]; [8.] 7. La Specola Solare Ticinese Prima di esporre le misure fatte ed illustrare le conclusioni, descriverò l’osservatorio che produce i dati di cui ho avuto bisogno, ovvero la Specola Solare Ticinese di Locarno. Essa viene fondata ed entra in attività nel 1957 sotto la direzione del Professor Max Waldmeier e dal 1981 diventa la stazione di riferimento per la determinazione quotidiana del Numero di Wolf. Lo strumento più importante, usato per i disegni fotosferici effettuati con la tecnica della proiezione e la determinazione quotidiana del valore di W(1), è un rifrattore coudéZeiss con obiettivo da 15 centimetri installato nella cupola. Il rifrattore coudé-Zeiss viene puntato verso il Sole proiettando dunque tutto il campo visivo su un foglio. Pagina !12 Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva In seguito l’osservatore riproduce tutti i dettagli che vede sul foglio (ovvero tutti i gruppi di macchie solari) ed annota i molteplici dati necessari, in cui (confrontare con la Figura 06): • A = numero progressivo del disegno prodotto, dell’anno, data, ora dell’osservazione, nome dell’osservatore, qualità dell’immagine (scala da 1, ottima a 5, pessima), differenza dell’angolo d’orientazione del foglio rispetto all’asse geografico • B = coordinate eliografiche del meridiano centrale al momento dell’osservazione • C = asse di rotazione del Sole • D = tabella che presenta il numero progressivo dei gruppi, la valutazione del numero di macchie, il tipo di gruppo (classificazione di Zurigo) e latitudine eliografica dei gruppi • E = numerazione progressiva dei gruppi (dal primo all’ultimo giorno dell’anno) • F = bordo solare con divisione in gradi [1.]; [12.] Figura 06: disegno della fotosfera effettuato presso la Specola Solare Ticinese Pagina !13 Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva 8. Misura della rotazione del Sole In questo capitolo esporrò il procedimento utilizzato per determinare la velocità differenziale del Sole grazie all’osservazione dei gruppi di macchie solari: il primo passo da fare è quello di trovare due disegni in cui è presente lo stesso gruppo di macchie a distanza di qualche giorno e trovare il numero di giorni trascorsi, poi misurare la longitudine e la latitudine di ogni macchia su ogni disegno grazie all’utilizzo di maschere del Sole (Figura 07); per trovare infine i risultati da riportare su un grafico si utilizzerà la formula matematica della velocità angolare media: (2) In cui ω è la velocità angolare, Δα l’ampiezza dell’arco che percorre la macchia solare in longitudine e Δt il tempo impiegato per percorrerlo. Si utilizza questa formula poiché il gruppo si muove all’incirca di moto circolare uniforme, ovvero in tempi uguali percorre gli stessi archi di circonferenza così da mantenere costante questo rapporto tra la lunghezza dell’arco e il tempo. Inizialmente avevo fatto l’errore di prendere il Sole come un disco e quindi non tenere in considerazione la sua profondità, ma dopo essermi resa conto del considerevole sbaglio commesso ho discusso del mio problema con il mio docente responsabile e ho scelto di usare il procedimento spiegato in precedenza poiché è stato quello che avevo capito meglio e che risultava più semplice. [2.]; [11.] Figura 07: maschera utilizzata per la misurazione della longitudine e della latitudine delle macchie sulla superficie del Sole Pagina !14 Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva 8.1. Risultati Nelle due tabelle sottostanti sono state riportate le misure effettuate, sulla base dei disegni fotosferici in archivio alla Specola Solare Ticinese, dei 14 gruppi di macchie solari scelti per l’analisi; di quest’ultimi sono stati misurati la posizione sulla fotosfera, grazie a delle maschere, e il giorno e l’ora in cui il disegno è stato realizzato. Tabella 1 (parte A): risultati ottenuti dalle mie misure Tabella 1 (parte B): risultati ottenuti dalle mie misure Pagina !15 Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva A partire da questi dati si è riuscito a calcolare i gradi percorsi dal gruppo in un giorno ed infine determinare i giorni necessari ad ogni gruppo per effettuare una rotazione completa del Sole. I risultati ottenuti sono stati riportati nelle tabelle 1 e 2 e nel grafico (Figura 08); la curva disegnata nel grafico sottostante è stata ricavata da uno studio effettuato all’ “observatorio del Ebro”. [15.] Tabella 2: risultati ottenuti dopo i calcoli Figura 08: Grafico riportante i risultati e la curva sulla quale dovevano posizionarsi Pagina !16 Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva 8.2. Commento ai risultati ottenuti Dallo studio dei 28 disegni ho potuto far emergere che la media di giorni necessari ad un gruppo di macchie solari per effettuare un’intera rotazione del Sole è di 27.19 giorni (questo equivale al periodo sinodico). Paragonando il risultato ottenuto dalle misure effettuate da me con un risultato trovato in un’enciclopedia di astronomia si può notare che c’è stato un errore statistico. Infatti il Sole compie una rotazione sul suo asse in 25.4 giorni terrestri (equivalente al periodo siderale), ma se si osserva questa rotazione dalla Terra sembra durare 27.27 giorni (in questo caso equivalente al periodo sinodico). [4.] Questo errore statistico è dovuto al fatto che i gruppi si estendono per una determinata area, quindi per misurare la longitudine si deve approssimare per trovare un punto medio, questo porta ad un errore di circa 1-2 gradi che infine ha ripercussioni sul risultato finale. L’obiettivo finale di questo lavoro era confermare che la rotazione del Sole è differenziale, ovvero che a diverse latitudini la velocità di rotazione cambia, purtroppo però non sono riuscita a sostenere questa tesi. Questo insuccesso è dovuto al fatto che la quantità di gruppi osservati è troppa poca. Per evitare questo errore si sarebbe potuto usare un altro metodo, ad esempio sfruttando la spettroscopia ovvero servendosi dell’effetto Doppler per la misura della rotazione del Sole oppure analizzare un numero più alto di gruppi di macchie solari. [7.]; [9.] Nel grafico della pagina precedente si può notare l’errore statistico finale: la curva tracciata riporta i risultati che ci si aspettava, sulla base di altri studi scientifici, e subito salta all’occhio che la maggioranza dei risultati ottenuti distano molto da essa. Pagina !17 Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva 9. Conclusione: Il lavoro di maturità svolto ha consentito di approfondire la rotazione differenziale del Sole e alcune delle caratteristiche di quest’ultimo, tra queste lo studio approfondito dei gruppi di macchie solari. L’obiettivo iniziale era quello di calcolare la rotazione differenziale del Sole grazie all’analisi di 28 disegni diversi in cui sono rappresentati 14 gruppi di macchie solari, sfortunatamente non ho potuto raggiungere questo obiettivo poiché l’indagine non è stata espansa ad un numero adeguato di disegni. Nonostante ciò ho potuto calcolare la rotazione media del Sole sul suo asse e questo risultato è stato positivo, infatti il dato calcolato da me è di 27.19 giorni mentre il dato trovato in un’enciclopedia di astronomia risulta di 27.27 giorni (per la rotazione del Sole osservata dalla Terra). Pagina !18 Lavoro di maturità in fisica Mihaela Krsteva 10. Bibliografia: 1. www.specola.ch/?lan=it, visitato il 07.05.2016 2. http://www.planetariumpythagoras.com/pitagora/divulgazione/ sistemasolare/Sistema%20Solare/CDSS/ss4/ss4.1/ss4.1.htm, visitato il 11.09.2016 3. Kendrick F. e dei Redattori delle Edizioni Time-Life, Il sistema solare, Arnoldo Mondadori Editore,1984 4. Gribbin J., Enciclopedia di Astronomia e Cosmologia, Garzanti, 1998 5. Bourne P., Lacroux J., Dupont-Bloch N., Manuale pratico di Astronomia, Zanichelli, 2010 6. Burnham R., O’Byrne J., Dyler A., Garfinkle R.A., George M., Kanipe J., Levy D.H., Astronomia pratica, DeAgostini, 1998 7. 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J., Loughhead R. E., Sunspots, The international astrophysics series, 1964 Figura 04. http://www.planetariumpythagoras.com/pitagora/ divulgazione/sistemasolare/Sistema%20Solare/CDSS/ss4/ ss4.1/ss4.1.2.htm Figura 05. http://www.planetariumpythagoras.com/pitagora/ divulgazione/sistemasolare/Sistema%20Solare/CDSS/ss4/ ss4.1/ss4.1.8.htm Figura 06. http://www.specola.ch Figura 07. Cagnotti M., Specola Solare Ticinese di Locarno Pagina !20