Dott. Michele A. Verdano DOTT. MICHELE A. VERDANO SPECIALISTA IN ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA ARTROSI DI SPALLA PAZIENTE ____________________________ 1 Dott. Michele A. Verdano COSA È L’ARTROSI? E’ una patologia della cartilagine articolare che non guarisce e, nel tempo, tende ad aggravarsi. La cartilagine si riduce di spessore e nel suo contesto si formano depressioni e solchi. Con l’aggravarsi della patologia, alcuni fori (geodi) possono formarsi all’interno dell’osso al di sotto della cartilagine. Ai margini dell’articolazione, si formano becchi d’osso (osteofiti) che contribuiscono a limitare la mobilità dell’articolazione. La membrana sinovilale che avvolge l’articolazione può infiammarsi (sinovite) e aumentare la produzione del liquido sinoviale, con conseguente gonfiore articolare. PERCHÉ SI VERIFICA? L’artrosi è un evento naturale, legato all’usura a cui tutte le articolazioni, nel tempo, vanno incontro. Tuttavia, esistono fattori generali (dell’intero organismo) e locali (della spalla) che possono predisporre all’artrosi. Dei primi, i più frequenti sono l’ereditarietà ed alcune alterazioni metaboliche (es: diabete) od ormonali. I fattori locali sono rappresentati da esiti di processi infiammatori, infettivi, traumatici e dalla rottura della cuffia dei rotatori. 2 Dott. Michele A. Verdano COME SI MANIFESTA? Inizialmente, dolore di lieve entità che si manifesta soltanto durante i movimenti della spalla, e non a riposo. Nel tempo, il dolore diviene pressoché costante per processi infiammatori cronici e a esso si associano gonfiore, "rumori articolari", ridotta mobilità della spalla ed atrofia muscolare. QUALI ACCERTAMENTI NECESSARI? DIAGNOSTICI SONO Il solo esame radiografico, eseguito nelle proiezione standard e in alcuni particolari assi, può essere sufficiente a dimostrare la riduzione dello spazio articolare, la presenza di geodi e osteofiti e di stabilire la gravità dell’artrosi. In caso di intervento, può essere utile una TAC per valutare l’orientamento spaziale della cavità glenoidea. 3 Dott. Michele A. Verdano QUANDO PUÒ ESSERE TRATTATA SENZA INTERVENTO CHIRURGICO? In pazienti giovani e nelle forme di grado lieve, cioè quando la cartilagine che riveste l’omero o quella della cavità glenoidea non sia notevolmente assottigliata e degenerata. Il trattamento consiste in uno o più cicli di fisiochinesiterapia (utili per ridurre il dolore e mantenere l’articolarità della spalla), antiinfiammatori e, talora, in una o più infiltrazioni di cortisonici o acido ialuronico nell’articolazione, eseguite da ortopedici esperti. QUANDO È NECESSARIO L’INTERVENTO CHIRURGICO? Nel caso di pazienti, affetti da artrosi di grado marcato, con dolore persistente e con ridotta mobilità della spalla. In questo caso il trattamento è rappresentato essenzialmente dall’impianto di protesi articolari. Esiste tuttavia anche un approccio artroscopico in alcuni casi selezionati (liberazione delle aderenze, artrolisi, rimozione corpi mobili). 4 Dott. Michele A. Verdano IN CHE COSA CONSISTE L'INTERVENTO SOSTITUZIONE PROTESICA DI SPALLA? DI Si tratta della sostituzione chirurgica di una articolazione gravemente danneggiata (da artrosi o traumi) con nuovi elementi articolari disegnati appositamente per consentire il più ampio movimento articolare possibile. Questi elementi sono costituiti, generalmente, da una combinazione di metallo (titanio e leghe varie) e plastica (polietilene). L’intervento viene effettuato generalmente in anestesia generale anche se ,in alcuni casi, può usufruire dell’anestesia “Plessica”. PERCHE' È NECESSARIO RICORRERE ALL'INTERVENTO DI PROTESI DI SPALLA? La protesizzazione della spalla è un intervento utilizzato principalmente per ridurre il dolore. Possono passare diverse settimane prima di trarne beneficio, quindi non bisogna rimanere delusi se la nuova spalla è ancora dolorante dopo l'operazione. Oltre al sollievo dal dolore si può trarre giovamento anche per quel che riguarda l'esecuzione dei movimenti, dipendentemente però dalla rigidità che la spalla aveva nei mesi precedenti all'intervento e dall'impegno profuso nell'eseguire, nei giusti tempi,il programma di esercizi proposto dopo l'intervento chirurgico. Nell'immediato postoperatorio è naturalmente impossibile cercare di eseguire i normali movimenti della spalla, ma i medici ed i fisioterapisti lavorano per riportare i movimenti articolari al massimo livello possibile. Nelle prime 3/4 settimane successive all'operazione i trattamenti fisioterapici sono particolarmente intensi, ma è importante lavorare con costanza e svolgere gli esercizi consigliati (nonostante la spalla sia ancora dolorante), perchè è questo il momento più importante per riacquistare la massima capacità di movimento. CHE COS'È LA EMIARTROPLASTICA? E' un intervento chirurgico di protesi di spalla in cui viene sostituita solamente la parte superiore dell'omero, mentre viene conservata la cavità naturale della scapola (chiamata glenoide). 5 Dott. Michele A. Verdano CHE COS'È LA ARTROPROTESI TOTALE? E' un tipo di intervento chirurgico di protesi di spalla, in cui vengono sostituite sia la testa dell'omero sia la cavità che la contiene (glenoide). Questo tipo di intervento è solitamente consigliato quando l'artrosi ha danneggiato entrambe le parti dell'articolazione. I principali tipi di protesi in commercio: • • • Protesi di rivestimento Protesi inversa Protesi Anatomica 6 Dott. Michele A. Verdano QUALI SONO LE COMPLICANZE POSSIBILI? 1. Infettive; nel 1% dei casi, nonostante la profilassi antibiotica e le precauzioni di sterilità normalmente attuate, può verificarsi una complicanza infettiva che dovrà essere trattata con le specifiche terapie del caso (ulteriore terapia antibiotica, eventuale intervento di revisione chirurgica); 2. Tromboemboliche; secondo dati presenti in letteratura, nel 5% dei casi, nonostante la profilassi antitromboembolica, possono verificarsi episodi di trombosi venosa profonda; nel 2,3 % può verificarsi tromboembolismo polmonare; tali eventualità richiederanno ulteriori misure terapeutiche; 3. Complicanze tecniche; l’intervento chirurgico viene effettuato per sua natura attraverso strutture muscolari, vasi sangugni e nervi; quest’ ultimi possono essere interessati da lesioni di vario grado, con una frequenza che varia dal 1% al 4% in questo tipo d’intervento. La perdita di sangue (anemizzazione) sarà valutata con successivi esami ematici e potranno essere trasfuse 1 o più “sacche di sangue” ; 4. Dolore post-operatorio; l’utilizzo di farmaci antidolorifici e borsa del ghiaccio serve a ridurre ma non annulla del tutto il dolore che tuttavia regredisce generalmente dopo 2-3 giorni; 5. Fratture ossee; nei soggetti osteoporotici è possibile che durante l’impianto della protesi si verifichino fratture a livello dell’omero; 6. Mobilizzazione delle componenti protseiche dalla sede d’impianto; questo può verificarsi su base infettiva o meno. E’ possibile, eccezionalmente, che le protesi si lussino (perdita dei normali rapporti articolari) COME CI SI SENTIRÀ AL RISVEGLIO? QUANTO È NECESSARIO STARE IN OSPEDALE ? Al risveglio dopo l’intervento chirurgico il paziente avrà una medicazione con garze sopra la ferita chirurgica. Potrà essere presente un drenaggio con la funzione di evacuare possibili raccolte di sangue che sarà rimosso dopo 1-2 giorni. Al risveglio l’arto operato sarà inoltre contenuto in un tutore antirotatorio. Il tempo medio di degenza in ospedale dopo questo intervento è di circa 3-4 giorni, salvo complicazioni. I punti di sutura della ferita chirurgica saranno rimossi in ambulatorio dopo circa 14 giorni dall’intervento e residuerà un cicatrice di circa 8-10 cm. Molto raramente è possibile un’evoluzione sfavorevole della cicatrice chirurgica (formazione di cheloidi) che dovrà essere monitorata dal Curante, al fine d’ indirizzare il paziente allo Specialista competente. 7 Dott. Michele A. Verdano QUAL È IL TRATTAMENTO DA EFFETTUARE DOPO L’INTERVENTO CHIRURGICO? Durante la degenza in ospedale, dopo l’intervento, verrà iniziato un programma di riabilitazione fisioterapica che il paziente DOVRA’ CONTINUARE anche dopo le dimissioni e che generalmente prevede un’ iniziale mobilizzazione passiva per le prime 3-4 settimane e una successiva graduale mobilizzazione attiva dell’ articolazione. Il processo riabilitativo dura circa 4 mesi e generalmente, dopo circa 6-8 settimane, il paziente può ricominciare con le normali attività lavorative, previa visita di controllo in ambulatorio di ortopedia. E’ previsto un ciclo di controlli ambulatoriali per i primi 3 mesi. E’ necessario ricordare che il graduale recupero della forza dell’arto richiede di solito più tempo e che questo varia in relazione al grado di rigidità articolare, del dolore e ipotrofia muscolare precedenti all’intervento. IMPORTANTE: portare SEMPRE ai controlli tutta la documentazione relativa all’intervento eseguito 8 Dott. Michele A. Verdano Norme da seguire: • • • Non si deve mangiare o bere dalla mezzanotte del giorno precedente all’ intervento chirurgico. È auspicabile arrivare all’ intervento chirurgico con una situazione muscolare il più possibile conservata. ( muovere e rinforzare il più possibile i muscoli della spalla con l’aiuto di un fisioterapista); Non fumare nella settimana precedente e successiva all’intervento (il fumo può inibire la cicatrizzazione!!!!!) NOTA: La presente guida serve a integrare un approfondito colloquio informativo che il paziente deve avere con l’ ortopedico. (e’ necessario CHIEDERE QUANTO PIU’ POSSIBILE E CHIARIRE OGNI DUBBIO E INCERTEZZA SULL’INTERVENTO!) SEDI DI ATTIVITA' AMBULATORIALE POLIAMBULATORIO SALUSER PARMA VIA VERDI 27 TEL 0521 200698, 0521 200955 POLIAMBULATORIO FITNESSCENTER VIA GALILEO GALILEI 9 PARMA TEL 0521 284935, 349 5426846 POLIAMBULATORIO PRIVATO CENTRO MEDICO VIA FRATELLI CERVI 59 REGGIO EMILIA TEL 0522 385412 POLIAMBULATORIO CO.ME.TE. CASALMAGGIORE (CR) VIA 4 NOVEMBRE TEL 0375 42380, 0375 41641 POLIAMBULATORIO CENTRO MEDICO LE GRAVINE GINOSA (TA) TEL 099 8244944, 099 8291155 9