SCUOLA PRIMARIA DI MONGRANDO A.S. 2008/2009 Classi IV A e IV B NELLA TERRA DEI FARAONI UN EGITTOLOGO……….. BIELLESE Venerdì 23 gennaio il professor Ivano Maffeo è venuto in classe a raccontarci la storia di Ernesto Schiaparelli . Ernesto Schiaparelli nacque a Occhieppo Inferiore il 12 luglio 1856 . Si laureò all' Università di Torino con una tesi in Egittologia Subito dopo si recò a Parigi per proseguire gli studi sull'Egitto. Quando tornò in Italia venne nominato Direttore della sezione egizia al Museo di Firenze. Fu inviato in Egitto per raccogliere altro materiale per quel Museo. Nel 1894 ebbe l 'incarico di Direttore del Museo Egizio di Torino. Questo era stato costituito nel 1824 dal re di Sardegna, ma era inferiore come importanza a tanti altri Musei Egizi che nel corso del secolo si erano sviluppati al Cairo, a Londra, Parigi, Berlino, Bruxelles, New York e Boston. Schiaparelli riuscì a convincere il re d' Italia Vittorio Emanuele III a finanziare le spedizioni in Egitto per far riacquistare importanza al Museo. Compì 12 campagne di scavi; nel 1905 scoprì la tomba del pittore Maja e l'anno dopo quella dell'architetto Kha e della moglie Mirit, che furono ricostruite integralmente al Museo di Torino. Fece documentare tutte le sue scoperte da un fotografo e affidò il compito di salvare i meravigliosi affreschi ad un abile restauratore: Francesco Lucarini. Egli utilizzò la tecnica dello strappo che permise di riportarli intatti al museo di Torino. Ernesto Schiaparelli dedicava tutto il suo tempo lavorando senza sosta per riordinare il materiale, stendere relazioni e pubblicare studi sul materiale rinvenuto. Nel 1907 fu nominato Soprintendente agli scavi del Piemonte e della Liguria. Nel 1924 venne nominato Senatore del Regno d'Italia. Il 14 febbraio 1928 morì a Torino. La sua salma venne portata a Occhieppo Inferiore nella tomba di famiglia. Ernesto era anche un uomo di profondissima fede e fu un grandissimo benefattore. IL TERRITORIO Il territorio sul quale vivevano gli Egizi era circondato da un deserto di sabbia, pietre e ciottoli diviso in due parti dal corso del Nilo, il fiume più lungo del mondo. Da esso dipendeva la vita degli Egizi. All' inizio dell' estate , a seguito delle grandi piogge, il Nilo si gonfiava d' acqua fino a straripare nel suo corso inferiore e inondare le terre circostanti. Quando le acque si ritiravano, rimaneva sul terreno uno strato di fango, il limo, che rendeva fertili i campi e quindi abbondanti raccolti di grano, orzo e lino, una pianta dalla cui corteccia macerata si ottiene una fibra tessile. Spontaneamente sulle rive del fiume cresceva una pianta acquatica, il papiro, che gli Egizi utilizzavano per scrivere. Inno al Nilo “ Salute a te , o Nilo, che appari su questa terra, giungendo in pace per far sì che l'Egitto viva. Tu dai acqua ai campi, dai vita ad ogni animale, dai da bere incessantemente alla terra. Tu sei amico del pane e della bevanda, tu fortifichi il grano e lo fai crescere. Tu sei il signore dei poveri e dei bisognosi”. LA SCRITTURA Gli studiosi sono riusciti a leggere la scrittura egiziana antica soltanto verso la metà del secolo scorso , dopo la scoperta di una stele nella località di Rosetta. Sulla tavoletta di pietra ( stele ) c'è un'iscrizione in egiziano antico, egiziano popolare e in greco. Uno studioso francese ha messo a confronto le tre lingue ed è riuscito a capire l'egiziano antico. La scrittura egiziana antica è formata di segni ( geroglifici ). Persone, animali e oggetti venivano raffigurati con piccoli disegni. Per esempio per scrivere casa facevano il disegno di una casa, per scrivere piangere disegnavano un occhio con le lacrime. Con il passare del tempo, questi disegni non indicavano più solo parole intere o pensieri, ma anche sillabe e lettere. LA RELIGIONE E IL CULTO DEI MORTI La religione ebbe molta importanza nella vita degli antichi Egizi. Essi adoravano numerose divinità (religione politeista),ognuna delle quali rappresentava ciò che loro aveva importanza nella vita: il fiume Nilo,il sole che illuminava e gli astri che risplendono nel cielo notturno , il vento malefico del deserto. Gli Egizi erano convinti che la vita continuasse dopo la morte e nella tomba sistemavano gli oggetti più cari al defunto affinché potesse utilizzarli anche per la vita nell'aldilà. Le tombe più belle erano quelle dei faraoni; alcune di queste piramidi sono divenute addirittura simboli dell'antico Egitto. Costruite con pesanti blocchi di pietra trasportati faticosamente da schiavi e operai, queste gigantesche costruzioni sono veri capolavori di ingegneria. Esse contenevano i sarcofagi con le mummie dei faraoni, gli oggetti preziosi, quelli di uso quotidiano, statue che decoravano e arricchivano la tomba. La mummia era il corpo del defunto imbalsamato , cosparso con unguenti profumati,avvolto in bende e deposto nel sarcofago, affinché si conservasse intatto per la vita futura. Il sarcofago era la cassa di legno decorata che conteneva la mummia. PICCOLI SCRIBI… all’opera LA COSMESI Nell’antico Egitto tutti curavano molto l’igiene personale: si lavavano due volte al giorno, si profumavano e si truccavano. I trucchi per gli antichi Egizi, avevano il fine di proteggere la pelle da riverberi e irritazioni causati dal clima asciutto e dalla sabbia. Dai papiri ritrovati si è scoperto che per truccare gli occhi usavano la malachite (un minerale color verde smeraldo) e la galena (un composto del piombo color grigio scuro). Essi venivano applicati sulle palpebre soprattutto per curare il tracoma (infezione dell’occhio). L’ocra rossa era utilizzata per le labbra e le guance come i moderni rossetti e fard. I trucchi erano considerati “fluidi divini” e perciò appartenevano al corredo funerario del defunto. Le donne si depilavano e gli uomini si radevano quotidianamente. Tutti portavano le parrucche tranne i bambini che avevano la testa rasata e “ la ciocca della giovinezza”. Sia gli uomini che le donne indossavano le parrucche solo in caso di cerimonie o occasioni speciali. Esse erano fatte di capelli veri e pieni di resine e cera d’api ed avevano funzione sia estetica che igienica perché costituivano un’ efficace protezione contro i pidocchi. Utilizzavano specchi, pinzette per la depilazione e attrezzi per la manicure. I profumi e le creme venivano estratti da fiori, da spezie, pigiati e poi fatti macerare. Come ci si truccava……… Ecco le due ricette che abbiamo preparato tratte dal papiro di EBERS e SMITH. UNGUENTO DELLA DEA ISIDE AD UN PIZZICO DI MIRRA AGGIUNGI DUE PRESE D’INCENSO UNA PRESA DI FINOCCHIO QUATTRO CHIODI DI GAROFANO UN CUCCHIAIO DI LAVANDA PESTA E TRITA NEL MORTAIO POI LA POLVERE MESCOLA CON IL GRASSO. REALIZZA L’UNGUENTO CON QUESTA RICETTA DIVENTERAI UNA DEA PERFETTA. Dosare i vari ingredienti Pestare nel mortaio con cura fino ad ottenere una polvere Unire la polvere ottenuta con il grasso (lanolina) mescolare con cura. ecco, l’unguento è pronto! TALCO DELL’ATLETA CON DUE PEZZETTI DI ANICE STELLATO DUE CHIODI DI GAROFANO UN CUCCHIAINO DI LAVANDA QUALCHE PETALO DI FIOR DI CALENDULA PESTALI ASSIEME CON CURA E UNISCILI AL BIANCO CAULINO CON QUESTA POLVERE SPALMATA SUI MUSCOLI VEDRAI CHE FORTE COME UN TORO DIVENTERAI. TUTTI GLI DEI TI SARANNO VICINO, INVOCA IL COCCODRILLO PER ARRIVARE PRIMO ! Ecco il talco, chissà se sarò invincibile? MUSEO DEL TERRITORIO DI BIELLA La storia continua … Venerdì 13 marzo 2009 Dai racconti delle archeologhe Chiara e Teresa SARCOFAGO DI SHEPSETTAAASET Il sarcofago contenente la mummia fu ritrovato da Ernesto Schiaparelli ad Assiut nel 1908. La mummia che abbiamo visto apparteneva ad una donna molto anziana per l'epoca, aveva circa 56 anni, mentre l'età media per gli egizi era di 30 anni. Grazie alla radiografia si è capito che era una donna (bacino grande) e che nel corso della sua vita si era fratturata un osso della gamba, infatti le gambe non avevano la medesima lunghezza. A causa di ciò la colonna vertebrale si era un po' inclinata perchè la donna appoggiava il peso soprattutto sulla gamba sana. Non aveva denti. Sul sarcofago in legno è rappresentata l'immagine di quando era giovane e sono riportati il suo nome e quello dei genitori. Si vedono anche tutti gli oggetti che lei aveva offerto ad Osiride per andare nell'Aldilà.