Applicazione del Teorema di Thevenin mediante i grafici I.T.I.S. Archimede Catania delle caratteristiche esterne dei generatori reali, indipendenti e lineari. Consideriamo il circuito elettrico di Fig.1, che è relativamente semplice da risolvere. Ci proponiamo di usarlo per fornire una applicazione del teorema di Thevenin, sfruttando le caratteristiche esterne dei generatori reali di tensione, che nel caso di comportamento lineare non sono altro che delle rette. La rete elettrica è costituita da due generatori di f.e.m. reali e lineari, collegati in parallelo rispetto ai nodi A e B dai quali viene vista la rete. Secondo il suddetto teorema, la rete può essere ridotta ad un generatore reale equivalente di tensione i cui valori sono definiti nel modo seguente: la f.e.m. ha come valore la d.d.p. che si misura a vuoto tra i due nodi A e B, mentre la resistenza equivalente è quella che si misura sempre tra gli stessi punti, però con le f.e.m. disattivate, cioè con la rete resa passiva. Questi risultati trovano riscontro anche nei grafici di Fig.2.. Fig.2 Vediamo come si costruiscono le rette del grafico. La retta r1 rappresenta la caratteristica esterna del generatore (E1,R1). La sua eq. deriva dall’applicazione della legge di Ohm generalizzata, applicata al suo lato , che si scrive: VA − VB = E1 − R1I1 se poniamo: VA − VB = y, − R1 = m, I1 = x, ed E1 = n l'eq. si scrive y = mx + n Questa retta ha coefficiente angolare negativo, quindi è decrescente, e per tracciarla basta individuare una coppia di suoi punti. Ponendo a sistema l’eq. con la retta x=0 si trova il punto G di 1-Agosto-2006 a cura del prof. Silvestro Carota 1 Applicazione del Teorema di Thevenin mediante i grafici I.T.I.S. Archimede Catania delle caratteristiche esterne dei generatori reali, indipendenti e lineari. ordinata y=E1 e che corrisponde al termine noto. Ponendo a sistema l’eq. con la retta y=0 si trova il punto D di ascissa x=Icc1, con I cc1 = E1G1 , che corrisponde alla corrente di c.c.. Unendo questa coppia di punti con il righello si ottiene la caratteristica esterna del primo generatore; cioè la legge che esprime la d.d.p. ai morsetti del generatore in funzione della corrente erogata o assorbita.. Ripetendo il procedimento per il secondo generatore si traccia la seconda caratteristica, che è data dalla retta r2. La retta r3 corrisponde alla caratteristica del generatore equivalente, e può essere costruita per via grafica seguendo questo ragionamento: i due generatori sono collegati in parallelo, quindi hanno sempre in comune la d.d.p., ma al variare di questa la corrente che ciascuno di essi eroga varia secondo la propria caratteristica esterna. Al nodo A convergono queste due correnti, che per il P.P.K vanno sommate algebricamente. Sommare algebricamente queste correnti equivale a sommare due ascisse, per cui, se immaginiamo di applicare al circuito un generatore di f.e.m. ideale di valore opportuno, possiamo trovare per via grafica le due correnti. Conviene scegliere: una f.e.m. nulla di eq. V=0 che coincide con l’asse delle correnti: Questa retta interseca le due caratteristiche nei punti D ed E, in corrispondenza delle due correnti di c.c.: Quindi dal nodo A fuoriesce una corrente pari alla somma I cceq = I cc1 + I cc 2 . Allora il primo punto cercato della caratteristica equivalente è F ≡ ( I cc1 + I cc 2 , 0 ) . Per il secondo punto scegliamo un generatore ideale di f.e.m. pari ad E1. Questo comporta il fatto che il generatore E1 non eroga corrente (ci troviamo nel punto G) e V = E1 ciò si può ricavare dalla risoluzione del sistema ⇒ E1 = E1 − R1I1 ⇒ I1 = 0 V = E1 − R1I1 Mentre il generatore E2, in base a quest’altro sistema, eroga la corrente I 2 = − E1 − E2 <0 R2 V = E1 E − E1 ⇒ E1 = E2 − R2 I 2 ⇒ I 2 = 2 <0 R2 V = E2 − R2 I 2 E − E1 Allora il punto cercato è A ≡ 2 , E1 . Unendo con il righello i punti ottenuti A ed F si R2 costruisce graficamente la caratteristica del generatore equivalente, e cioè la retta r3. Questa retta interseca l’asse x nel punto F, mentre interseca l‘asse y nel punto H che è compreso tra i due punti G ed I che corrispondono alle f.e.m. dei due generatori. In altri termini, se le due f.e.m. sono concordi, la f.e.m. equivalente è compresa tra la maggiore e la minore delle due. Dalla formula che scriveremo si capirà che tale f.e.m. è ottenuta da una media pesata delle due f.e.m. date, dove il peso è legato alle rispettive conduttanze. Determinando l’ascissa del punto F e l’ordinata del punto H, troveremo la f.e.m. e la resistenza del generatore equivalente secondo Thevenin. Così come abbiamo fatto per i due generatori assegnati, punti D ed E, scrivendo I cc1 = E1G1 ed I cc 2 = E2G2 , possiamo scrivere per il generatore equivalente: I cceq = I cc1 + I cc 2 = E1G1 + E2G2 ed usando i valori che stiamo cercando, possiamo scrivere I cceq = EThGTh . Quindi: EThGTh = E1G1 + E2G2 Da questa relazione, una volta calcolato il valore ETh E1G1 + E2G2 Fissiamo ora la nostra attenzione sul grafico di Fig.2, per determinare l’ordinata del punto H, e cioè il valore cercato ETh. Prendiamo in considerazione i due triangoli rettangoli ABF e HOF. Essi sono simili perché entrambi rettangoli e con l’angolo acuto di base in comune, (quello che insiste nel vertice F). Essendo simili tali triangoli, possiamo immediatamente impostare la seguente relazione di proporzionalità tra i loro lati corrispondenti : AB : HO = BF : OF . di ETh siamo in grado di ricavare RTh : RTh = 1-Agosto-2006 a cura del prof. Silvestro Carota 2 Applicazione del Teorema di Thevenin mediante i grafici I.T.I.S. Archimede Catania delle caratteristiche esterne dei generatori reali, indipendenti e lineari. Ma: AB = E1 , HO = ETh , BF = I cceq − ( E2 − E1 ) G2 = E1G1 + E2G2 − ( E2 − E1 ) G2 = = E1G1 + E2G2 − E2G2 + E1G2 = E1G1 +E1G2 = E1 ( G1 +G2 ) , OF = E1G1 + E2G2 Esplicitando l’incognita HO dalla precedente proporzione e sostituendo i valori sopra trovati si AB × OF E1 × ( E1G1 + E2G2 ) ( E1G1 + E2G2 ) = = = ETh scrive: HO = E1 ( G1 +G2 ) BF ( G1 +G2 ) Questo risultato è quello che avremmo ottenuto se avessimo applicato direttamente il metodo di Millman alla rete da ridurre. Resta da determinare la resistenza equivalente RTh , e per far questo ETh sfruttiamo la precedente relazione RTh = ponendola a sistema con quella che dà il E1G1 + E2G2 valore di ETh ottenuto: ETh ( E1G1 + E2G2 ) RTh = E G + E G ( G1 +G2 ) 1 1 2 2 1 1 R ×R ⇒ RTh = = = = 1 2 1 1 E1G1 + E2G2 G1 +G2 R1 +R2 ( E1G1 + E2G2 ) = E + Th R1 R2 ( G1 +G2 ) Quindi la resistenza equivalente è data dal parallelo delle resistenze dei due generatori. 1-Agosto-2006 a cura del prof. Silvestro Carota 3