corso teologico pastorale animatori caritas 22 ottobre 2007.1
don G. Trabacchin 22.10.07
IL VANGELO DELLA CARITA’
(il volto del Dio che ci conduce a libertà e che ci propone come autentico cammino di libertà di
entrare a suo servizio: decidete oggi chi volete servire / credere)
Rom 5,6-11 ci racconta la libertà di Dio in Gesù verso di noi:
“Infatti, quando noi eravamo ancora senza forze, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a
stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire
per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, quando eravamo ancora
peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati per mezzo del suo sangue, saremo
salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quando eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per
mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua
vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale ora
abbiamo ottenuto la riconciliazione”.
Il Vangelo, e cioè la buona notizia su Dio e quindi sulla nostra vita, è che per incontrarLo non
dobbiamo uscire dalla nostra vita, cercarlo nello splendore del più alto dei cieli, ma il Verbo si fa
carne e viene ad abitare in mezzo a noi (vd. Gv 1); non in una purità rituale che non riesce ad
intaccare il nostro peccato perché “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo rese peccato in
nostro favore, perché noi potessimo diventare, per mezzo di lui, giustizia di Dio” (2Cor 5,21).
Non è un Dio geloso del suo mistero ma ‘colui che è di natura divina non si considera un tesoro
geloso ma spoglia se stesso assumendo la condizione di servo e diviene simile agli uomini (vd. Fil
2); e dimostra la sua divinità non nel chiedere conto a tutti da giudice supremo ma nel farsi
obbediente fino alla morte e alla morte di croce (vd Fil 2). Anche nell’abbigliamento: deposte le
vesti indossa un grembiule, un asciugatoio (sulla croce la tunica tirata a sorte), ed eccolo allora nello
splendore delle sue insegne regali, autentico Maestro e Signore (vd Gv 13). Un Dio libero e servo!
Eb 5,7-9
“Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a
colui che poteva salvarlo dalla morte e fu esaudito per la sua obbediente sottomissione. Pur essendo
Figlio, imparò tuttavia l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza
eterna per tutti quelli che gli prestano obbedienza…”
** se questa è la casa dove abita il nostro Dio, dove dobbiamo noi andare a vedere (Gv 1)?
Quali le indicazioni del nostro “venirci incontro per vincere la solitudine radicale”, del nostro stare
l’uno di fronte all’altro, indicazioni che ci vengono dal vangelo di Gesù e che ci consentono di
camminare nella direzione vera, magari a muso duro, verso Dio, veramente verso ogni uomo, dietro
al Figlio suo?
Nb.: anche la vita di coppia, per quanto mi pare di capire, è un percorso non verso un essere sempre
più e sempre meglio adeguati l’uno all’altro, grazie anche e attraverso una distribuzione di compiti e
responsabilità che riconoscono reciproci diritti e prerogative, ma è piuttosto un cammino verso un
presentarsi ogni giorno sempre più spogli di fronte all’altro, spogli da ogni prerogativa e ogni diritto
nel coraggio del non pretendere. E lì, dove sperimento la mia pochezza, debolezza più che la mia
bravura grandezza ed efficenza, lì cresce un amore vero, autentico, così pienamente umano da
cominciare a profumare di divino.
** IL VANGELO DELLA CARITA’ ossia il Vangelo di uomini e donne liberi
per andare verso orizzonti altri, altre misure, per mettere radicalmente in discussione il mio buon
senso, l’equilibrio trovato a misura delle mie paure e delle mie sicurezze ecc.
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(anche questa volta ci affidiamo a espressioni, immagini, quasi slogan, da custodire dentro, perché
ci corrodano un po’…)
Matteo 20,1ss: “Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata
dei lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. …
quello che è giusto ve lo darò. …. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un
denaro…. Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato
il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone…. Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a
quest’ultimo quanto a te.
Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”
2Cor 8, 9: “Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto
povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà”.
- “fra voi però non sia così”
Luca 22, 19ss (nel corso dell’ultima cena)
Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per
voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo:
«Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi. Ma ecco, la mano di chi mi
tradisce è con me, sulla tavola….. Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe
fatto ciò. Sorse anche una discussione, chi di loro poteva essere considerato il più grande. Egli disse: «I
re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori.
Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo, e chi governa, come
colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a
tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.
Fil 2,19ss : Ho speranza nel Signore Gesù di potervi presto inviare Timoteo, per essere anch’io
confortato nel ricevere vostre notizie. Infatti, non ho nessuno che sia d’animo uguale a lui e che sappia
occuparsi così di cuore delle cose che vi riguardano, perché tutti cercano i propri interessi, non quelli di
Gesù Cristo.
- “fra noi chi?”
Luca 13,25ss: Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a
bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete.
Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre
piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di
iniquità!
Matteo 21,31ss
E Gesù disse loro: «In verità vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
Infatti è venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le
prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete
nemmeno pentiti per credergli.
Luca 5,29ss
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra
gente seduta con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli:
«Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?». Gesù rispose: «Non sono i sani che hanno
bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori affinché si
convertano».
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Matteo 25,37ss
Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da
mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo
ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a
visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno
solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.
- “il più piccolo” (per criteri altri di dignità nelle relazioni – che poi sono scelte personali di vita)
Matteo 11,11ss: In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di lui, il Battista;
tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Luca 11,27ss: Mentre diceva questo, una donna alzò la voce in mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre
che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che
ascoltano la parola di Dio e che la custodiscono!».
Matteo 19,10ss: Gli dissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non
conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato
concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono
stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può
capire, capisca».
- il “mio” prossimo o “io” prossimo
Luca 10,29ss: … Egli però, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù
riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo
percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto…. Chi di questi tre ti sembra sia stato il
prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù
gli disse: «Va’ e anche tu fa’ lo stesso». (comando come quello eucaristico)
Luca 15, 25ss : Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la
musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: È
tornato tuo fratello e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.
Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma egli rispose a suo padre: Ecco,
io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto
per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio, il quale ha divorato i tuoi averi con le
prostitute, è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre
con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era
morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». (entro??)
- credere a partire da chi? da che cosa?
Luca 16,27ss (la preghiera del ricco ad Abramo che tiene in braccio Lazzaro)
E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li
ammonisca, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè
e i profeti: ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si
ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i profeti, neanche se uno sorgesse dai morti
saranno persuasi».
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Marco 6,3ss: E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella
sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le
mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
- la misura del perdono
Matteo 18,21ss: Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio
fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma
fino a settanta volte sette….. (segue la parabola dei 10.000 talenti e dei 100 denari a ricordare che il
problema non è quante volte perché non c’è proporzione nell’esempio – forse presunzione nella
domanda…) … Così anche il Padre mio celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al
vostro fratello».
Matteo 5,21ss: Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto al
giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto al giudizio.
Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al
fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha
qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo
fratello, poi torna a offrire il tuo dono… Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per
dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli
anche l’altra… Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico:
amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste,
che fa sorgere il suo sole sui malvagi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti…..
- “la misura della ricompensa”
Matteo 5,46ss: Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i
pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così
anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
(6,1): Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati,
altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. (come elemosina, digiuno e
preghiera – nessuna visibilità! E l’immagine dove la mettiamo?)
- “criteri di efficienza”
Giovanni 18,10s: Allora Simone Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo
sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro:
«Rimetti la spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?».
Luca 9,51ss: Mentre stavano compiendosi i giorni della sua assunzione dal mondo, si diresse
decisamente verso Gerusalemme e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono
in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. Ma essi non vollero riceverlo, perché era
diretto verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi
che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Ma Gesù si voltò e li rimproverò. E si avviarono
verso un altro villaggio.
Marco 1,35ss: Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e
là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero:
«Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, per i villaggi vicini, perché io predichi anche
là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e
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scacciando i demoni.
Concludendo (o dando inizio a un nuovo modo di vedere, cercare, chiedere ecc):
Efesini 2,8ss: Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non proviene da voi, ma è dono di
Dio; né proviene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo
Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto, affinché in esse noi potessimo camminare. - e
camminando da uomini e donne liberi sugli accidentati sentieri degli uomini si comincia a scoprire che
quelle sono autenticamente le vie di Dio.
1Corinti 13: Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei come un
bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i
misteri e avessi ogni conoscenza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne,
ma non avessi amore, non sarei nulla. E se distribuissi in elemosina tutti i miei beni e dessi il mio corpo
per essere bruciato, ma non avessi amore, a nulla mi gioverebbe. L’amore ha un cuore grande, l’amore
agisce con benevolenza; non è invidioso, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il
proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si
compiace della verità.
Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L’amore non avrà mai fine. Le profezie
scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti noi conosciamo
imperfettamente e imperfettamente profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è
imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da
bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato. Ora noi vediamo come in uno
specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma
allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto.
Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e l’amore. Ma di esse la più grande è
l’amore! Lo slogan conclusivo che esprime la divinità del cammino della carità:
v. 7 Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
v. 8 L’amore non avrà mai fine.
E così nel nostro peregrinare tra il fallimento e il successo, limiti e risultati buoni, camminiamo non
verso la morte ma verso il “per sempre”, ciò che non avrà mai fine per ciò uomini e donne liberi alla
sequela del vangelo della carità.