La geometrica relazione tra religione, stato e società nell`Iran

Akbar Rashadi, Organization for Islamic Culture and Communications, Teheran
La geometrica relazione tra religione, stato e società
nell’Iran contemporaneo
In nome di Dio misericordioso
Testo presentato al Seminario di dialogo islamo-cristiano Religione, società e stato
in Iran e in Italia, Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, 1 dicembre 1998
Prima di iniziare questa mia relazione, voglio porgere al Presidente e a tutti i
rispettabili partecipanti i miei saluti e allo stesso tempo desidero attirare l'attenzione
degli scienziati eminenti e degli uomini di pensiero che partecipano a questa sessione
scientifica e religiosa, soprattutto su tre aspetti importanti:
1) sulla definizione dei tre concetti di Religione, Stato e Società;
2) sulla gnoseologia della conoscenza (della verità);
3) sull'avvento della secolarizzazione in Occidente.
Sul concetto di Religione, Stato e Società: io, in merito al concetto di Religione,
intendo, in questa mia relazione, parlare della Religione diffusa in tutto l'Iran, vale a
dire dell'Islam. Quando diciamo Religione, non intendiamo riferirci ad istituzioni
religiose, quali i circoli che si occupano di scienza della religione, le scuole di
teologia, le moschee, le autorità e le comunità spirituali, ma quello che intendiamo è
la Religione come scuola che guida la vita, il pensiero e il comportamento dell'uomo.
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Io la prendo in considerazione soprattutto nel suo conformarsi all'Islam e la definisco
nel modo seguente:
La Religione è l'insieme di Verità e di Realtà che interpretano l'esistenza (del
mondo e dell'uomo); è l'insieme degli insegnamenti sul comportamento e dei supremi
valori morali che ci sono giunti dal Cielo attraverso i Profeti o che mediante
l'illuminazione della mente vengono recepiti e affermati.
Sul concetto del termine Stato, io intendo rifarmi al sinonimo di Governo,
dell'insieme, cioè, di istituzioni legislative, giuridiche ed esecutive.
Per Società intendo riferirmi alla cristallizzazione della gente, non come origine
assoluta della socialità in assoluto, né come pura origine dell'individuo. Io credo che
l'unità sociale sia una verità vera a metà, e che la natura della società debba essere
costretta al rispetto delle regole e delle leggi. Quando nella società sorgono
contraddizioni per il rispetto di una convivenza che si scontra con gli interessi
dell'individuo, a seconda del problema specifico e valutando l'importanza del caso in
questione, in alcuni casi bisogna procedere al rispetto del diritto della persona,
piuttosto che a soddisfare quello della collettività, mentre in altri casi, gli interessi
della collettività dovranno prevalere su quelli individuali.
Per quanto concerne invece le teorie menzognere sulla conoscenza della verità:
Io credo che la catastrofe più disastrosa sia quella di interpretare la Verità come
oscillante da un estremo all'altro e formulare teorie a senso unico. Purtroppo, segni di
questo disastro le troviamo oggi, in quest'epoca moderna, ancora più numerose di
prima, in ogni campo della scienza e in ogni corrente filosofica di cui chiaramente ed
esplicitamente possiamo vedere i guasti con i nostri occhi.
Conseguenze del disastro appena citato sono: la comparsa di numerose ipotesi
contrastanti tra loro; il rapido dilagare di teorie filosofiche e scientifiche deboli e
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fragili; la negazione della scienza; le crisi di apatia e di identità dell'uomo dovute a
delle verità che non trovano riscontro, da cui derivano all'umanità contemporanea
grandi sofferenze culturali.
Si potrebbe fare un lungo elenco delle migliaia di esempi relativi a visioni
monodimensionali e alle esagerate teorie umane oscillanti da un estremo all'altro. In
questa relazione citerò, per fare degli esempi, soltanto alcuni casi relativi al tema
della sapienza:
In campo antropologico: c'è chi, come Hobbes, considera l'uomo, lupo di se
stesso; altri, considerano l'indole umana come angelica, simbolo di amore e di grazia,
pietra di paragone di diritto e di verità!
In merito alla collocazione della donna: c'è chi la considera una sorta di animale
dai capelli lunghi somigliante all'uomo, e che è stata creata soltanto per servirlo; altri,
come ad esempio i fanatici del femminismo radicale, considerano la donna al di
sopra dell'uomo e la ritengono un essere superiore!
In merito alle facoltà e al destino degli uomini: c'è chi vede l'uomo ostaggio,
imprigionato con quattro catene: quella della storia, quella del suo ambiente
culturale, quella della natura in cui vive e quella del suo ego; altri, come gli
esistenzialisti, lo definiscono assolutamente libero da qualunque vincolo, libero
persino dalla sua creazione divina e dalla sua natura terrena.
In merito al rapporto esistente tra l'uomo e la società: c'è chi considera l'uomo,
per definizione, portatore originario di verità e la società una illusione in cui credere;
per altri la società è l'origine che contiene in sé l'unità della verità.
Il regno della politica è stato sempre una palestra di contraddizioni, di
spostamenti da un estremo all'altro. Oggi, in merito ai limiti posti al potere dello
Stato, mentre certi politologi difendono le prospettive totalitarie, altri teorizzano il
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piccolo "Stato" e la "fine dello Stato"! Per quanto riguarda invece il rapporto tra
Religione e Politica nell'Europa Medievale, mentre c'era chi non dava alcun valore
alla saggezza e alla democrazia, alla religione si chiedeva tutto quello che la politica
avrebbe dovuto assicurare, anche rispetto ai piccoli bisogni quotidiani. Ora, i politici
hanno, dal canto loro, emarginato completamente la Religione, così che nella società
hanno mandato in pensione Dio!
Sulle ragioni che hanno portato alla comparsa della secolarizzazione in
Occidente: noi riteniamo che il fenomeno della secolarizzazione non sia altro che la
testimonianza e il simbolo dell'estremizzazione di un "Umanesimo" contemporaneo.
Anche l'Umanesimo, a sua volta, è una reazione verso il modo di pensare di coloro
che, nel Medio Evo, ritenevano che la Religione bastasse a tutte le cose. Nella
diffusione della secolarizzazione, ateisti e monoteisti, per far fronte alle questioni
poste dalla società occidentale, hanno agito nella stessa maniera senza che vi fosse tra
loro una complicità concordata. Questa complicità non consenziente è storica, e
quello che è accaduto in Europa non ha uguali e ha portato un grande danno allo
sviluppo civile e alla virtù umana di oggi.
Gli atei con intenti malefici, al fine di negare spazio e ruolo alla Religione,
hanno organizzato e diffuso il modello della secolarizzazione, mentre i cristiani, pur
con intenzioni benefiche - secondo loro - nel tentativo di salvare la Religione, hanno
accettato la realtà del secolarismo! In considerazione del fatto che è l'ispirazione
divina che dà la saggezza, di cui questa è la primaria prova esclusiva, gli atei, con
l'intento di emarginare la religione dalla vita quotidiana e rinsaldare così il pensiero
laico e umanistico, hanno difeso l'avvento della secolarizzazione. I monoteisti, al
contrario, per difendere la religione e far rispettare, seppur minimamente, la santità
della fede, hanno tollerato la secolarizzazione in misura di quel specifico ordine
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sociale. Secondo noi, le cause che hanno avuto un ruolo prioritario nella comparsa
del secolarismo, sono quelle che vengono riportate qui sotto:
1) Malgrado le pretese di governo da parte di esponenti religiosi, la mancanza di
un ordine sociale vero, basato sul contesto religioso, ha consentito, nel Medio Evo, la
crescita automatica del secolarismo; infatti, se si viene privati di un ordine sociale
che sia conforme all'ispirazione divina, ci troveremo costretti a tollerare che la
società venga governata da chi ispirazione divina non ha. Anche se venisse instaurato
un governo diretto da religiosi, questi dovrebbero agire secondo quello che la
saggezza suggerisce loro, garantendo così un ordine sociale basato su saggezza e
scienza. La constatazione di pensieri ed azioni personali errate, da parte di esponenti
religiosi, non farà che portare danno alla religione nel suo complesso e creare
pessimismo nella gente, così che la fede religiosa si indebolirà sempre di più. E'
proprio per questo che ora esponenti religiosi saggi e saggi senza religione hanno
dichiarato la sentenza di separazione tra la religione e il mondo!
2 - L'imposizione della fede religiosa a scapito della scienza e l'impronta
religiosa sulle teorie scientifiche emergenti: nel Medio Evo la Chiesa ha cercato di
applicare i principi religiosi alle teorie evolutive elaborate dall'uomo e, come criterio
di valutazione per l'esattezza delle teorie scientifiche, ha scelto la sua personale
interpretazione dei testi religiosi, dando così alle teorie scientifiche colore religioso e
valore di santità. Questo atteggiamento ha prodotto, nell'Occidente medievale, da una
parte l'infiacchimento e l'indebolimento della scienza - mentre, nello stesso tempo in
Oriente, l'Islam registrava un grande sviluppo - facendo sì ché la religione piano
piano diventasse una catena al piede della Saggezza, bloccando così le capacità
umane; dall'altra l'insistenza da parte di alcuni esponenti religiosi per consentire
l'applicazione di loro convinzioni confuse, su una scienza in continua evoluzione, ha
aperto la strada ad un conflitto tra scienza e religione che non ha concesso all'uomo
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occidentale altra via che quella di emarginare la religione e dividere i conti tra fede
religiosa e scienza.
3 - Intolleranza religiosa e despotismo religioso: in Occidente, durante dieci
secoli di potere politico religioso, tutte le religioni concorrenti e persino le piccole
correnti cristiane non compatibili con la linea ufficiale, sono state messe in
discussione ed emarginate. Ogni libero pensatore era preoccupato per il suo destino e
l'uomo di cultura e di scienza era in ansia a causa delle ispezioni dei Tribunali
dell'Inquisizione. Questo ha portato a forti contrasti tra religione e legittima libertà
umana, tanto che l'uomo occidentale per liberarsi dall'ipoteca religiosa e per riscattare
il suo sviluppo non ha potuto fare altro che combattere quel potere politico di
dominio religioso.
4 - Imperatori e uomini di scienza in rivalità per il potere politico con esponenti
della Chiesa: nell'amministrazione della società, il modello di secolarizzazione ha
significato il disarmo della Chiesa in Europa e la conquista del potere politico da
parte dell'umanesimo. Tanto che oggi, l'accettazione della secolarizzazione mediante
l'accettazione di una linea morbida e tollerante che gli esponenti religiosi hanno
adottato in questi ultimi secoli, non è stata altro che un continuo ritirarsi dalle proprie
posizioni, che ha portato la religione ad accettare le circostanze, per tutelare almeno
in parte la propria esistenza di fede: come ammettere che la religione riguarda il
singolo individuo e che è compatibile con la secolarizzazione della società.
Dunque, i fatti ricordati qui sopra sono solo alcune delle cause che
principalmente hanno contribuito ad indebolire le fondamenta della religione e che ne
hanno decretato la sua emarginazione, con l'avvento della comparsa della
secolarizzazione in Occidente. Alcune di queste cause continuano ad avere un ruolo
permanente nella continuità teorica della secolarizzazione e sono la ragione del
rafforzamento di questo processo in Occidente.
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Secondo noi, le differenze di fondo presenti nel mondo islamico e nel mondo
cristiano non consentono l'affermarsi della secolarizzazione nel mondo islamico, né a
livello locale né a livello nazionale.
I documenti che ogni musulmano ha a portata di mano sono il Corano, con il
suo testo dinamico e ben definito, le tradizioni del Profeta dell'Islam e i numerosi
racconti che testimoniano l'esistenza dei Profeti celesti che, insieme alla saggezza, al
meccanismo e alla metodologia delle "competenze in materia teologica" dell'Islam,
danno loro l'opportunità di progettare l'ordinamento sociale che preferiscono e che è
più consono al loro modo di essere, in quel tempo e in quel luogo.
In Iran è stato messo a punto un programma computerizzato contenente i testi di
oltre un milione di testi religiosi, le cui fonti comprendono 1.200 titoli fra libri di
commento, racconti, libri di storia, testi gnostici, ed altro, che trattano del Profeta
dell'Islam e di altre guide celesti. Questo programma dimostra che vi sono - anche se
calcoliamo che ogni testo viene ripetuto in media dieci volte - almeno centomila testi,
descritti una sola volta che, ispirati ai dettami del Corano e della morale, mettono a
disposizione dei musulmani questa grandiosa opera di enorme valore.
L'aver preservato il Corano da dannose alterazioni e falsificazioni e l'esperienza
di un governo di ispirazione religiosa che, sotto la guida del Profeta, ha consentito ai
suoi esecutori testamentari la continuità della missione di guida celeste, ha dato ai
musulmani una importante occasione per verificare la capacità dei religiosi di gestire
lo Stato attraverso l'applicazione della fede e mediante i dettami islamici provenienti
da commentatori religiosi, sorgente di pura ispirazione divina.
In tema di teologia, la necessità di mettere in campo la saggezza e la
competenza dei principi originari con le loro varie ramificazioni, dà al pensiero
islamico una grande opportunità. La fede necessaria per comprendere la religione ha
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incoraggiato, dal punto di vista della competenza teologica, i musulmani ad aderire
consapevolmente alla religione islamica che ha saputo porre un ostacolo al
diffondersi di dottrine prive di supporti documentati, evitando al tempo stesso, la
stagnazione nel mondo musulmano di un
apprendimento religioso asfittico. Il
principio della competenza teologica si è incuneato nell'organizzazione del pensiero
islamico, come una propria interiorità, così che i tutori della conoscenza a volte si
trovano a dover affrontare nella società islamica realtà fluide che risvegliano in loro
il dovere di scuotere, di approfondire e di allargare la consapevolezza del bisogno di
religiosità.
Nel dizionario ideologico dei musulmani, la saggezza equivale all'ispirazione
divina ed è definita il profeta interiore. I seri suggerimenti del Corano sul modo di
ragionare, di riflettere e in merito alla fede, che testimoniano l'aspetto profetico della
saggezza dell'Islam, hanno dato luogo all'apertura di scuole filosofiche ricche di
contenuti ove si affrontano concetti di grande spessore. Tutto questo fa sì che venga
garantita la solidità delle argomentazioni che confermano il bisogno di fede religiosa
e consentono, allo stesso tempo, di cancellare dalla mente il sospetto di un possibile
conflitto tra religione e saggezza della cultura islamica. Questo patrimonio culturale,
inoltre, ha consentito alla fede di maturare e di definire le regole come quelle in
merito al "prezioso riserbo della saggezza", al "bisogno di affermare la saggezza e il
diritto coranico" e alla "libertà della saggezza nella giurisdizione e nel diritto
islamico". L'elevato livello che collega la saggezza alla riflessione sulla cultura
religiosa dei musulmani, e la funzione che la saggezza esercita sulla parola, sulle
leggi religiose e sulla morale islamica, non potrà mai essere più basso di quello che
caratterizza l'ispirazione e la devozione divina.
L'attenzione che l'Islam dedica all'alto livello culturale in cui si trovano scienza
e
scienziati è un'altra delle caratteristiche privilegiate di questa religione.
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L'attenzione che l'Islam e i musulmani hanno per l'alto rango di cui fanno parte la
scienza e gli scienziati non lascia alcun dubbio sulla impossibilità di eventuali
"conflitti tra scienza e religione".
La sapiente compatibilità che esiste nell'Islam tra scienza e teologia è un
capolavoro senza uguali, che ha dato vita ad una grande civiltà religiosa. Gli
scienziati e gli orientalisti obiettivi dell'Occidente, considerano l'attuale civiltà
occidentale debitrice verso la civiltà islamica, così virtuosa e potente.
Altro particolare dell'Islam è la sua capacità di riordinare ogni settore del
sociale, così come ha fatto lo stesso Profeta dell'Islam che, dando vita ad un Governo
religioso nella città di Medina, ha consentito, mediante un modello di governo
religioso, la riuscita di una società civile, realizzata in quel determinato luogo e in
quel tempo. Tenendo conto delle esigenze sociali dell'uomo, gli esecutori del
Testamento, i compagni del Profeta Maometto e i Saggi della conciliazione islamica,
attraverso la spiegazione, i commenti e l'applicazione degli insegnamenti religiosi,
hanno realizzato in vari periodi e in grandi città riusciti esempi di ordinata vita
islamica.
In breve: è grazie sia all'avere a disposizione il testo dell'Islam di ispirazione
divina, sia all'enorme eredità di cultura religiosa lasciataci dalle grandi guide della
religione, alla saggezza dell'Islam, al metodo funzionale delle competenze in materia
teologica, e ai giurisperiti e ai giuristi islamici, che hanno saputo elaborare e
raccogliere nel diritto islamico ben quarantamila casi di situazioni divergenti in
campo sociale e individuale, che questo patrimonio ha potuto essere messo a
disposizione dei seguaci dell'Islam. La ricca, profonda ed estesa giurisprudenza
islamica è nella vita della società musulmana come una fiaccola che illumina la
strada dei diritti, dei doveri e delle modalità di comportamento sia a livello
individuale che collettivo.
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Gran parte dei settanta capitoli che comprendono la giurisprudenza islamica,
dimostrano con chiarezza quali devono essere gli ordini sociali e le leggi islamiche
che servono a regolare i rapporti politici, i rapporti giuridici e quelli economici. La
scienza del diritto islamico comprende: la filosofia della giurisprudenza islamica, la
filosofia delle sentenze, la scienza dei principi del diritto islamico, la scienza delle
regole - in cui sono comprese più di mille regole sul diritto specifico - e la scienza
della giurisprudenza islamica; tutto questo ha consentito di mettere a punto un tale
ordinamento, capace di tutelare, in sede legislativa, le esigenze dei musulmani
contemporanei, conformemente all’ evoluzione della condizione umana.
Nella cultura islamica, il rispetto per la generosità dell'uomo e il rispetto delle
libertà riconosciute all'umanità costituiscono lo spirito fondamentale del dettato
dell'Islam. La storia è testimone della grande disponibilità e della clemenza del
mondo musulmano, anche rispetto a religioni rivali e a movimenti di pensiero
avversi. I versi del Corano che seguono, sono il fondamento attraverso il quale il
pensiero individuale della società islamica si rapporta ad altre società.
"Noi abbiamo indicato all'uomo la retta via e spetta a lui la libertà di accettarla e
di essercene grato, come di rifiutarla e di non credere".
Oppure:
"Nella religione non esistono avversità, ed è stata resa chiara la sua evoluzione e
le cause travianti e ciò che è puro da quello che non lo è, per cui, colui che mediante
la fede rifiuterà il diavolo, troverà in Dio un saggio ascoltatore, che gli darà quella
fiducia che non si spezzerà mai".
Oppure:
"Porta a coloro che prestano attenzione ad ogni discorso la lieta novella,
affinché possano scegliere tra questi il migliore".
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Dunque, secondo noi, la secolarizzazione non è un’ ideologia universale né un
passaggio obbligato attraverso il quale la storia dell'uomo e le religioni devono
passare; il secolarismo è una teoria nota all'Occidente, comparsa in specifiche
condizioni storiche e sociali e in un contesto culturale ben definito come quello
europeo. Il secolarismo religioso e i provvedimenti sociali sono tematiche relative
all'Occidente, e non problemi e difficoltà che riguardano il mondo islamico.
Prendendo in considerazione le differenze religiose e culturali a cui abbiamo
accennato, la secolarizzazione non sarà mai un bisogno per il mondo islamico; ma,
attraverso lo strumento della religione, l'applicazione della saggezza, i provvedimenti
sociali e la gestione del Governo, il secolarismo, nel mondo islamico potrebbe
avvenire, sebbene in modo misurato.
Il verso 143 della sura (capitolo) 2 del Corano, definisce l'Islam religione
moderata e i seguaci dell'Islam appartenenti ad una nazione di moderati; il verso
recita "Abbiamo fatto di voi una nazione di moderati perché siate testimoni di voi
stessi...".
E nei versi 65 e 66 della sura (capitolo) 5, i seguaci di Mosè e di Cristo
vengono divisi in due gruppi, l'uno è lodato per le sue caratteristiche moderate e in
quanto distante da esagerazioni estremistiche. Il verso recita:
"Se le genti del Libro Sacro, seguaci della Promessa, sceglieranno la fede e
adotteranno un comportamento corretto, verranno rimessi loro i peccati e accolti nel
Paradiso dei beati. E se rispetteranno la parola di Dio portata a loro dalla Bibbia e dal
Vangelo, ogni loro bisogno verrà soddisfatto. Mentre uno di questi due gruppi è
composto di gente moderata, l'altro, più ampio, si comporta in modo non corretto".
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Nelle teorie politiche dell'Imam Khomeyni, progettate sulla base degli
insegnamenti dell'Islam e seguite in Iran da ben due decenni, i rapporti tra Religione,
Stato e Società vengono definiti e sanciti con molta ragionevolezza e moderazione.
La Legge Costituzionale dell'Iran, scritta sulla base delle suddette teorie e
convalidata dal popolo iraniano mediante un Referendum, è il Patto nazionale che
accomuna gli iraniani, mentre il testo dello Statuto definisce il rapporto triangolare
esistente tra Religione, Stato e Società dell'Iran contemporaneo.
Dopo l'abbattimento del regime antireligioso e antidemocratico del Re Pahlavi,
avvenuto con la storica partecipazione della gente alla guida della quale hanno preso
parte religiosi dotti ed esponenti universitari, l'ordinamento politico scelto dal popolo
è stato quello di "Repubblica Islamica". Queste due parole spiegano da sole la
relazione che intercorre tra la Religione, lo Stato e la Gente.
Il termine "Repubblica" definisce, con naturalezza, il tipo di Governo eletto dal
popolo. Il termine "Islamica" definisce l'identità specifica di questa repubblica, per la
quale la Religione, la Concordia e le Elezioni, a cui la gente partecipa, sono alla base
del suo Governo legittimo.
Gli elementi che compongono il quadro teorico e pratico del Governo sono i
sette riferimenti riportati qui di seguito:
1 - Filosofia politica: è il fondamento della visione del mondo e della
conoscenza dell'uomo, che domina sulla politica.
2 - Finalità della politica: le finalità del governo le possiamo spiegare a tre
livelli: l'obiettivo finale che tutela la massima evoluzione dell'uomo e la sua eterna
felicità; gli obiettivi a medio termine che vengono estesi alla giustizia, alla libertà e
alla sicurezza; gli obiettivi strumentali che sono finalizzati alla realizzazione dello
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sviluppo: in questo gruppo, dei tre elementi, questo è il più importante perché è
quello che consente la realizzazione degli obiettivi finali.
3 - Diritti fondamentali: sono quelli civili, giuridici e internazionali, insieme
alle regole sociali in vigore, in campo politico, economico e giudiziario.
4 - Morale politica, economica e giuridica: la morale riguarda i valori supremi
di comportamento a cui governanti e popolo devono sentirsi vincolati, come alla
modestia che deve caratterizzare coloro che governano, per il cui operato spetta al
popolo il diritto di critica costruttiva e positiva sui suoi governanti, i quali devono
comportarsi con distacco rispetto al lusso e al protocollo, e il popolo, da parte sua,
deve evitare di abbandonarsi agli sprechi.
5 - Il Programma: è determinato dall'insieme di provvedimenti e di misure che
rendono possibile raggiungere gli obiettivi e realizzare il diritto, le leggi e la morale.
6 - Per Organizzazione del Governo: si intende la struttura che si ha intenzione
di dare al tipo di Governo e alle istituzioni che lo compongono.
7 - Statuto e metodo: sono i regolamenti attraverso i quali si determinano i
metodi utilizzati per realizzare e applicare le leggi e per definire la moralità del
programma. Il popolo, a sua volta, attraverso l'esercizio del voto, potrà valutare la
qualità dell'operato dei governanti prescelti.
Nell'Iran contemporaneo, la Religione è intesa come la chiave di lettura per
interpretare la filosofia, gli obiettivi e le finalità a medio termine, sia del Governo che
della politica. Per quanto riguarda la saggezza, dato che questa proviene dalla pratica,
è considerata dall’'Islam – la religione accettata dalla maggioranza assoluta della
gente - una garanzia del pensiero religioso, e il parere dei saggi è la prova della sua
giustezza. E' per questo motivo che la scelta degli obiettivi, siano essi strumentali o
funzionali, spetta ai saggi e al popolo.
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"I diritti e i precetti islamici" si dividono in tre gruppi: 1 - quelli riportati con
chiarezza nei testi religiosi; 2 - quelli sottintesi, ma comprensibili, quelli che
riguardano la saggezza e i principi religiosi in generale; 3 - quelli taciti. I diritti e i
precetti palesi o sottintesi, presenti nei testi di ispirazione divina e in quelli relativi
alla saggezza, vengono precisati attraverso l'elaborazione scientifica e logica - la
cosiddetta "metodologia delle competenze in materia teologica" - e, vengono chiariti
e spiegati da giurisperiti e da esperti in diritto islamico tenendo conto dei bisogni del
momento e del contesto locale. Il terzo gruppo di precetti e di regolamenti che nella
terminologia religiosa sono definiti "atti religiosi facoltativi" vengono lasciati alla
discrezionalità della gente.
La "Morale sociale" islamica, anche se si basa sui contenuti dei testi religiosi, è
in tutto e per tutto una questione che riguarda la saggezza. La distinzione che
caratterizza il comportamento morale in certi casi e in talune prove, è certamente
inquadrata all'interno del pensiero religioso e tiene conto del rispetto per le tradizioni
popolari.
Gli altri tre elementi, cioè, "Programma, "Organizzazione" e "Metodo", che
costituiscono la funzione del Governo, vengono definiti sulla base di risultati
provenienti dalle scienze umane, dalle scienze sociali e attraverso i giusti metodi
rilevati dalla saggezza del voto diretto della gente, o indiretto (tramite i
rappresentanti eletti dalla gente stessa).
Secondo la Costituzione, le elezioni sono un diritto inalienabile del popolo, che
servono ad eleggere le cariche istituzionali elencate qui sotto: l’elezione dei
rappresentanti dell’"Assemblea degli esperti", la quale è responsabile della scelta
della Guida Islamica e che, inoltre, controlla il suo operato e assicura la sua
competente continuità; l’elezione del Presidente della Repubblica, il quale è
responsabile del potere esecutivo; l’elezione dei rappresentanti dell'Assemblea del
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Consiglio (Parlamento) che, come potere legislativo, tutela l'approvazione delle leggi
riguardanti gli "atti religiosi facoltativi" e l'applicazione del Regolamento sulle
questioni ricorrenti, sui programmi e sugli statuti di cui il Paese ha bisogno. Tutti i
Ministeri vengono proposti dal Presidente della Repubblica e devono ottenere, uno
alla volta, il voto di fiducia dei rappresentanti dell'Assemblea (Parlamento). Nel caso
in cui la Guida islamica dovesse mancare nelle sue competenze scientifiche e
pratiche, questa verrà automaticamente deposta, anche se poi la sua deposizione
dovrà essere dichiarata dall' “Assemblea degli esperti”, la quale provvederà a
scegliere la nuova "Guida Islamica".
Il Capo del Potere Giuridico viene scelto dalla "Guida Islamica"; la legge è
uguale per tutti i cittadini, comprese le autorità e la Guida Islamica.
Dal punto di vista della Legge Costituzionale, per ottenere l'incarico di Guida
Islamica, la scelta è vincolata a rigorosi requisiti di competenza, di moralità e all'alto
livello a cui deve appartenere la persona che rivestirà la carica di Guida Islamica.
Questi requisiti vengono individuati: nelle capacità scientifiche, nella competenza in
campo teologico, nel possedere una moralità pura, e nell'essere ritenuta,
giuridicamente, una persona equa, dalla conoscenza profonda e da un'alta visione in
campo politico, sociale, ed amministrativo; nonché una persona dotata di notevole
coraggio, di sufficienti capacità mentali e fisiche, caratteristiche che le consentano di
accettare l'incarico di Guida.
I tre poteri, quello legislativo, quello esecutivo e quello giuridico, sono
indipendenti l'uno dall'altro.
Secondo gli articoli 18, 29, 30 e 31 della Legge Costituzionale, il Governo deve
assicurare ad ogni persona il posto di lavoro e deve provvedere affinché le condizioni
di lavoro, per poter essere accettate, siano eque. Inoltre, esso deve assicurare a tutti la
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sicurezza sociale e l'istruzione pubblica e gratuita, dalle elementari fino agli studi
universitari. Ognuno è libero di svolgere la propria attività in qualunque
organizzazione, diritto questo che non può essere negato ad alcuno, né alcuno può
essere obbligato a partecipare ad una qualsiasi organizzazione.
Infine, credo sia utile fare cenno al legame spirituale che unisce la gente alla
Guida Islamica e ai componenti del Governo, legame che si basa su due pilastri
fondamentali quali, il Credo e la Democrazia. Ed è questo che costituisce un legame
solido e funzionale tra Governo e Società.
La presenza dei partiti e la partecipazione attiva del popolo ai Referendum e alle
elezioni indica il ruolo positivo svolto dalla Nazione nell'amministrazione degli affari
del Paese, e dimostra come il popolo garantisca e appoggi il Governo. Nel corso dei
venti anni trascorsi, il popolo iraniano ha partecipato a diciannove chiamate
pubbliche tra Referendum ed elezioni. Ed ora il Governo sta preparando il terreno per
la ventesima tornata elettorale, quella dei Consigli regionali, provinciali, comunali e
di villaggio, nella quale verranno eletti duecentomila membri per i suddetti consigli,
che andranno ad amministrare gli affari correnti delle zone di competenza.
E’ utile, forse, fare ancora un riferimento al Referendum per la modifica
dell'ordinamento sociale, che dal regime dei Re Pahlavi ha portato il paese alla
Repubblica Islamica. Esso si è svolto il 2 aprile del 1979, con il risultato del 98,2%
dei sì per la Repubblica Islamica. La partecipazione del popolo alle elezioni ha
segnato una continua crescita e il numero dei votanti, alla quinta ed ultima legislatura
per eleggere l'Assemblea del Consiglio Islamico (Parlamento), è stato del 31% in più
rispetto alla quarta legislatura. I votanti dell'ultima (settima) elezione, quella per
eleggere il Presidente della Repubblica, sono stati il 73% in più della precedente
elezione. Infine, nell'ultima (terza tornata) elezione, per eleggere l'Assemblea degli
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esperti, c'è stato un incremento del 54% in più dei votanti rispetto al periodo
precedente.
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