QUELLO CHE LA TV NON DICE
Sulle vie della
Troppa religione o troppo poca? Sei incontri con
Lama Paljin. Nella nostra
realtà di guerre il buddhista fa
una scelta ed a questa tiene
fede. Molti amici della
tradizione buddhista sono
impegnati per la pace in senso
“politico”, ma se la pace non
la si vive nel quotidiano ogni
sforzo è inutile.
Myoen. Dobbiamo sempre
ricordare che nel cuore di ogni uomo brilla una scintilla
d’intelligenza e dobbiamo sempre esserne consapevoli.
In questo i bambini ci hanno già superato ed hanno più
facilità di accogliersi. Siamo noi
adulti che dobbiamo creare un
ambiente favorevole per loro.
Il maestro può aprirti la porta
ma è il tuo piede che deve
entrare. La pace non va cercata
negli altri ma in se stessi.
La religione non è mai troppa
per quanto attiene i suoi
insegnamenti etici, semmai sono
troppo pochi i praticanti.
Marilia Albanese. L’ortodossia e la gerarchia religiosa sono assenti nell’induismo, hindu si nasce, ma
l’ambito induista è inclusivo
e non esclusivo: la via
religiosa è l’osservanza del
proprio ruolo. L’esistenza è
vissuta per prepararsi ad un
futuro migliore. In ogni
essere vivente c’è la divinità
e la possibilità di risvegliarla con l’ascesi.
Sushama Swarup. Infatti il namaste, il saluto che ci si
rivolge a mani giunte, è proprio un inchino alla divinità
che risiede nell’interlocutore. Io non sono stata costretta a
niente in nome della religione.
Mi è stata data la liberta di essere
una persona libera, tollerante nei
confronti di tutti. Tutti i giorni io
incontro, frequento e vado a mangiare fuori con persone di caste e
religioni diverse. E soprattutto mi
sono state date le opportunità di
cogliere gli insegnamenti migliori di tutte le religioni.
Camille Eid. Il Libano, prima delle guerre civili che
l’hanno tormentato, era per
tutto il mondo un modello
di convivenza pacifica fra
le religioni. Quindi la pace
è possibile. L’attuale problema dell’islam (che significa: sottomissione a
Dio) risiede nella duplice natura della predicazione di
Maometto: spirituale e tollerante quella del primo periodo, autoritaria e codificatrice di tutte le sfere della vita umana quella di Medina (con la sharia che diventa legge).
Il vero pericolo di oggi non è dell’islam, ma nell’islam, se
le voci violente, pur minoritarie, prevalgono e convincono le masse.
Ali Shuetz. Il problema è di
identità e purezza ma anche di spiritualità e cultura,
carenti sia in occidente sia
dove l’islam è dominante.
E poi è nelle strumentalizzazioni, anche da parte dei
governi islamici.
Don Paolo Farinella. Distinguendo fra religione (che nasce
dal senso di inadeguatezza dell’uomo) e fede (atto di affidamento) si comprende come la soluzione di tutti i problemi sia “il
sentiero di Isaia” (cfr la profezia al
cap. 2, versetti 2-5). In questo progetto, la centralità spetta per diritto
e per grazia a Israele che deve guidare i popoli verso il monte del Signore perché tutti imparino la Toràh e disimparino l’arte
della guerra, convertendosi a relazioni di pace.
Rabbino David Sciunnach.
Per essere persone rette, non
è necessario essere ebrei e se
tutti fossimo religiosi e percepissimo la realtà di Dio in
tutte le cose la pace sarebbe
una conseguenza scontata.
Anche la conoscenza delle
differenze e delle altre culture fa cadere i pregiudizi ed
avvicina... e va perseguita.
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n. 2 - maggio 2006