Incontri di primavera del CTRH a.s. 2011-12 AUTISMO – L’INTERVENTO A SCUOLA Linee guida del percorso di integrazione scolastica Alcune strategie di intervento, rivolte anche ai comportamenti problema Relatrici: prof.ssa Elena Martinengo; prof.ssa Simona Zaninelli Obiettivo della integrazione scolastica: “sviluppare sviluppare le potenzialità del soggetto nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione socializzazione”. L’integrazione “diventa diventa possibilità di crescita individuale nella condivisione di esperienza culturali e sociali nella interazione e scambio con gli altri altri” (legge 104/92) Linee guida per l’integrazione (2009): “integrazione integrazione che sia sostanziale e non formale coinvolge tutte le risorse della scuola scuola” Il soggetto con autismo presenta complessità. Nell’autismo le funzioni neuropsicologiche sono scisse: è importante che il contesto non lo sia! Il lavoro di rete è un approccio adeguato alla complessità. Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 RETE SERVIZIO SANITARIO Certificazione della disabilità Redazione della Diagnosi Funzionale Riabilitazione FAMIGLIA SCUOLA Dirigente scolastico Insegnanti Adulti presenti nella scuola (personale ATA...) Coetanei SOGGETTO CON AUTISMO COMUNE/ COOPERATIVE SOCIALI EXTRASCUOLA oratorio, associazioni sportive, associazioni culturali. Qualità della rete = qualità dell’incontro reale tra le persone Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Come costruire l’integrazione 1. ACCOGLIERE 2. INDIVIDUALIZZARE 3. • • • 4. • • • STRUTTURARE un ambiente educativo che supporti l’alunno: ambiente leggibile e facilitante non snaturato, ma “ecologico”: aiutare soggetto ad affrontare la varietà di situazioni che la realtà offre ben strutturato, cioè l’insegnante deve: – aver ben chiaro obiettivo che persegue – condividere l’ obiettivo con il ragazzo (motivazione) – definire bene modi, tempi, strumenti di lavoro prima di iniziare (placa ansia) CONDIVIDERE il percorso in rete, ma soprattutto con il ragazzo stesso il ragazzo si sente valorizzato, preso in considerazione è motivato, perché coinvolto nelle scelte che lo riguardano si abitua sin da piccolo a fare piccole/grandi scelte Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 1. ACCOGLIERE Significa creare lo spazio mentale, organizzativo e fisico per conoscersi Spazio mentale • essere curiosi di conoscere lo studente autistico: modalità originali, fuori dalle regole solite (ma ha più bisogno di regole degli altri) • lo studente capisce se lo valorizziamo e come lo consideriamo: trasmettere fiducia alle persone facilita lo sviluppo di capacità altrimenti insospettabili • riconoscere proprie paure e pregiudizi / esperienze negative nel passato L’autismo va spiegato: • agli adulti (informazione per tutto il personale della scuola; pensare a corsi di formazione per i docenti) • alla classe (rispettare le differenze, capire cosa ci accomuna) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Spazio organizzativo Importanza di un gruppo di lavoro nella scuola che pensi all’integrazione, per: • valutare bisogni di alunno, famiglia e scuola • condividere con realismo punti di forza e criticità alunno/ famiglia/ scuola • costruire e strutturare percorso di integrazione Spazio fisico •scegliere la classe in cui inserire l’alunno •posizionamento dei banchi •eventuale aula di “decontrazione” (abituarli a stare in classe!) •ambienti non privi né sovraccarichi di stimoli Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Accoglienza da parte degli insegnanti • Accoglienza dell’alunno da parte delle figure di riferimento, insegnante coordinatore, di sostegno/educatore per l’autonomia, in un ambiente tranquillo (“Progetto ponte”) • Eventuale esplorazione degli spazi nuovi in assenza dei compagni • Presentazione di ogni insegnante alla classe • Alternanza, nel primo periodo di scuola, di momenti sia in classe che individualizzati fuori dall’aula (ambiente adeguato, collegato all’attività della classe): l’uscita dalla classe è sempre temporanea e guidata da obiettivo preciso • Può essere utile comunicare al ragazzo che comprendiamo il suo disagio, che è normale aver paura di ciò che è poco noto, l’importante è esserne consapevoli Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Accoglienza nel gruppo classe • Strutturare un momento di presentazione-conoscenza reciproca tra compagni • Spiegare ai bambini gli obiettivi per cui si lavora tutti in classe insieme • Presentare l’alunno autistico alla classe, in un momento di assenza del bambino, per: – informare gli alunni su cosa è l’autismo, presentando le diversità come risorse originali (no pietismo, no paure) – tranquillizzare gli alunni sui sentimenti che possono provare – spiegare alcune modalità ed atteggiamenti che gli alunni dovranno tenere di fronte ad alcuni comportamenti rigidi o stereotipati, crisi epilettiche, episodi di aggressività... – sottolineare che condivide con loro i bisogni tipici della loro età, con risorse diverse a disposizione Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 La classe è una risorsa fondamentale perché: • il gruppo funziona da regolatore delle emozioni, dei comportamenti e dello scambio sociale • fornisce un insieme di richieste indirette motivanti per l’alunno N.B.: è importante rispettare le istanze di ogni alunno, anche quelle dei compagni che non riescono ad entrare in contatto con il bambino autistico Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 B. INDIVIDUALIZZARE • Individualizzare non coincide con diversificare • Spesso basta individualizzare strategie, mezzi e strumenti, per consentire all’alunno di seguire un percorso identico a quello dei compagni • Se l’alunno segue il medesimo percorso dei compagni, è fondamentale il supporto dello studio a casa (scuola = strumenti di studio e occasioni per “fare insieme”; i contenuti si consolidano a casa) • PEI deve essere uno strumento operativo, di rapida compilazione e consultazione, comprensibile e condiviso da tutte le figure coinvolte, fisicamente accessibile a chi ne ha bisogno • Il PEI è in continua scrittura-evoluzione: deve cambiare il nostro modo di guardare alunno man mano cresce • PEI deve essere manifestazione della conoscenza del soggetto e della fiducia nelle sue potenzialità Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Nel PEI... • Individuare le priorità su cui lavorare • Scegliere pochi obiettivi per ogni area, coerenti tra loro, in base a: – – – – – DF = livello di sviluppo delle competenze del soggetto abilità emergenti interessi mostrati esigenze concrete del contesto di vita età (lavorare su competenze utili per stare con i coetanei) Per ogni obiettivo, non lavorare contemporaneamente su: • competenza (azioni in sequenza da fare) • qualità dell’acquisizione (generalizzazione, contestualizzazione, iniziativa) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Quattro aree di intervento 1. Attività ludico-didattica / apprendimento 2. Interazione (con i coetanei; con gli insegnanti) 3. Autonomie 4. Comunicazione Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 1. Attività ludico-didattica / Apprendimento Ė intelligente? • Meglio parlare di disarmonie cognitive che di deficit Capisce? • Su richiesta diretta, spesso mancano risposte dirette e convenzionali: provare con richieste indirette • Valutazione deve essere aperta a varie possibilità di risposta, usare diverse strategie e non essere pregiudiziale. • Molte non risposte sono dovute più ad assenza di strategie per rispondere che a mancata comprensione. • È utile verificare le performance del bambino in contesto tranquillo e in classe, paragonando i due. Quale atteggiamento è richiesto al docente? I docenti devono aver fiducia in sé (troverò le strategie) e nel soggetto Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Che tipo di attività proporre? • Proporre attività semplici (per favorire esperienze di successo), non banali: il livello di proposta influirà su: – immagine di sé nel ragazzo – immagine sociale del ragazzo • Richiedere sempre di più: osare rompere equilibri per la crescita (non limitarlo più di quanto lo limiti già l’autismo) • Anche nei casi più gravi, non proporre attività banali, né ripetitive (frustrazione e demotivazione per tutti) • Lavorare tanto sulla metacognizione (a cosa serve quello che ho imparato; che conseguenze ha un gesto da me compiuto) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 2. Interazione Disturbo della interazione sociale: vuole interagire ma è povero di strumenti per farlo (dai 4 anni struttura l’evitamento) A scuola è importante: • stare • fare • fare insieme con adulti Occasioni di interazione con coetanei Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 3. Autonomie • Carenze nell’ambito delle autonomie sono legate principalmente a: – difficoltà esecutive – scarsa attività educativa • Tendono a fare da soli o ad essere troppo dipendenti dall’adulto • Dobbiamo educare quelle abilità che aprono all’altro, non che permettono di fare da solo in modo autoreferenziato • Adulto deve incoraggiare, promuovere • Più l’alunno diventa competente, più può scegliere e diventare autonomo Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 4. Comunicazione Quale tipo di strumento usa il bambino per comunicare? • • • • • • • nessuno in particolare immagini gesti alcune parole frase posture, prossemica, chiusure... in modo autonomo o solo con provocazione iniziale dell’adulto Usare ed incoraggiare la sperimentazione nel gruppo dei coetanei di quella strategia che, in quel momento, è la più evoluta per il soggetto, in base alle sue caratteristiche, abilità... Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Quali strategie? Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Strategie di intervento - INTERAZIONE Indicazioni utili in ogni ordine di scuola: • pianificare i percorsi di integrazione con la classe: creare incontro reale e stabile • stimolare interessi comuni • creare momenti di incontro ad hoc con l’alunno, all’inizio forzati, poi più spontanei • calendario di affiancamento, di accoglienza, di compagnia a ricreazione (rotazione programmata, all’inizio “artificiosa”, diventa spesso poi gradevole-si conoscono) • rivedere alcune modalità didattiche della classe, più inclusive Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 N.B: dopo prime esperienze frustranti con i coetanei (per mancanza di strumenti) l’alunno tende ad interagire di più con adulti, perché più pazienti ed abili a comunicare Gli insegnanti hanno allora il compito di: • costruire momenti di interazione piacevoli con i coetanei • mediare inizialmente la relazione con i coetanei • sostenere una immagine sociale positiva dell’alunno di fronte ai compagni (alternarsi del docente di sostegno e di classe su ragazzo è molto funzionale) • insegnare ai ragazzi a rivolgersi direttamente al soggetto autistico senza la mediazione dell’insegnante/educatore Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Scuola dell’infanzia: dallo stare al fare insieme agli altri Esempio di tappe evolutive possibili: • stare in sezione • osservare le attività del gruppo • eseguire semplici richieste in rapporto 1:1 con l’insegnante • accettare la presenza di coetanei osservatori durante il lavoro con l’insegnante • partecipare a giochi in rapporto 1:2 • condividere quanto appreso nel gruppo allargato Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Scuola primaria • rimanere in classe, valutando la miglior posizione del banco • costruire insieme le regole principali dello stare in classe (cartellone) • solo se necessario, aula di sostegno (che non diventi pretesto per sfuggire da alcune attività-personesituazioni) • usare giochi di ruolo e simulazioni, teatrini, storie sociali che aiutano tutti ad apprendere competenze sociali Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Scuola secondaria • attività cooperative con i compagni • condivisione di schemi e riassunti • leadership distribuita su compiti utili a tutti (gesso, appello, verifiche da distribuire...) • Lavorare con le storie sociali • Raccontare storie sociali che prevedono imprevisti (es. voglio viaggiare in treno, ma il treno è in ritardo o è stato soppresso...) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Strategie di intervento - PERCEZIONE • Ipersensorialità in ingresso - agiamo sul contesto: – cercare di individuare possibili interferenze che lo distraggono – creare ambiente meno distraente possibile – Insegnare strategie per difendersi dal sovraccarico di informazioni e comunicare il suo disagio in modo funzionale • Interferenza tra funzioni - accettiamo strategie alternative nell’esecuzione di alcune attività • Dispercezioni – è importante: – verificare eventuali correlazioni mediche (allergie…) – aiutare il bambino a gestire lo stato ansia conseguente (aiutarlo a modulare gli effetti della dispercezione) • Ricerca ossessiva di piacere sensoriale – – Intervenire subito per distrarre – Evitare attaccamento eccessivo a un oggetto Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Strategie di intervento – FUNZIONI ESECUTIVE Verificare eventuali disturbi di indicazione o di orientamento del gesto: • chiedere di indicare immagini che siamo sicuri lui conosce • rispondere a domande si / no su argomenti conosciuti anche da noi • rispondere a domande si / no su argomenti conosciuti dalla famiglia ma non da noi (da verificare coerenza risposte) Se indicazione c’è o è allenabile è un vantaggio su comunicazione-apprendimenti Per le interferenze tra funzioni • Scindere azioni per aree Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Nelle difficoltà di iniziativa/inibizione motoria • Guida fisica • Fare da modello • Facilitazioni del gesto • Richiamo attentivo verbale Per i problemi di pianificazione • Immagini che evidenzino la sequenza del compito da svolgere • Guida verbale per ogni passaggio da compiere Per ridurre la ripetitività/stereotipia dei gesti • allenarlo a fare insieme (non presta attenzione agli altri; non partecipa; non trova stimoli per crescere) • incoraggiare l’utilizzo di materiali e strumenti vari Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Strategie di intervento - COMUNICAZIONE • Aiutare il bambino a comprendere il valore comunicativo dei gesti motori (anche se “grave”) • Stimolare l’intenzionalità comunicativa: – valorizzare anche minimi cenni – porre l’alunno in situazioni molto motivanti – non sostituirsi a lui/lei • Il linguaggio verbale è il canale comunicativo per eccellenza, quando è possibile è bene riabilitarlo, non surrogarlo (le immagini non esauriscono il bisogno comunicativo del soggetto) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Livello di comprensione Per limitare l’influenza negativa di disfunzioni esecutive nella scelta della risposta esatta: • valutare bene la posizione spaziale delle immagini o sequenze che si chiede di indicare • isolare un oggetto dagli altri per evitare dispercezione visiva Per la dispercezione uditiva: – – – – – ridurre intensità e frequenza degli stimoli sonori sostenere verbale con messaggi visivi(scrittura, immagini) supportare la RICHIESTA verbale ATTRAVERSO il GESTO formulare richiesta verbale semplice e chiara parlare più lentamente • “Parla tanto” non coincide con “capisce tutto”: verificare comprensione fino in fondo delle parole usate • In presenza di ecolalie, in comprensione orale non usare scelte multiple orali, perché ripetono l’ultima risposta proposta Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Produzione verbale • Quante parole pronuncia, quante con finalità comunicativa? • Insegnare frasi semplici, comuni, ben chiare, a forte valenza comunicativa (come ti chiami, dove abiti, cosa stai facendo...) • Facilitare la produzione verbale con esercizi di completamento delle parole e/o della frase • Incoraggiare la produzione verbale legata alla realtà (non fomentare argomenti fantastici, irreali...), ma stimolare il racconto di fatti accaduti Disturbo di selezione lessicale (tendono a non parlare perché capiscono di sbagliare): – lavorare su letto-scrittura, che aiuta a dare coerenza alla denominazione – rafforzare la pronuncia della parola-bersaglio esatta con il supporto di immagini Inversione pronominale: storie sociali, giochi di ruolo Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 • In fase di prova didattica: meglio usare uno strumento semplice, es. scelte multiple • Nei momenti di interazione con i compagni, fare richiesta più alta di uso delle abilità comunicative: incoraggiarlo a usare la modalità più “ecologica” possibile e vicino al mondo reale Disturbo pragmatico •Storie sociali •Giochi con alternanza dei turni (son impazienti, fan fatica ad aspettare) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Strategie di intervento - ATTENZIONE • Influisce moltissimo sulle performance scolastiche • Allenare tempi di attenzione: monitorare e poi aumentare la richiesta Esempio: per allenare attenzione condivisa – stare insieme nella stessa stanza – stare vicini – usare lo stesso materiale Strategie – usare strumenti che attraggono attenzione (storie figurate, computer) – richiamare bambino con pazienza a prestare attenzione – motivarlo molto all’attività, coinvolgendo i compagni Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Strategie di intervento: COMPORTAMENTI--PROBLEMA COMPORTAMENTI • Ogni comportamento deriva dal modo in cui il cervello percepisce ed elabora la realtà • I comportamenti-problema degli studenti con autismo: – hanno sempre una logica, magari diversa dalla nostra – manifestano e causano una sofferenza – occupano molte energie del soggetto (che potrebbero essere usate più proficuamente) – sono accompagnati spesso da ansia pervasiva – possono apparire improvvisamente e sparire poco dopo, oppure perdurare nel tempo Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Come si manifestano: •Stereotipie motorie, verbali •condotte auto-eteroaggressive •condotte oppositorie •passività/iperattività •isolamento/evitamento •autolesioni da iperstimolazione sensoriale •impulsività •rituali (sequenze che riducono l’ansia) •ansia pervasiva •ossessioni •disturbi ossessivo-compulsivi (DOC) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Obiettivo: trovare strategie per limitare questi aspetti problematici Sin dalla scuola primaria, il controllo del comportamento è requisito basilare per gli apprendimenti Come gestire i comportamenti - problema: • capire: capire lavoro paziente di osservazione e correlazione tra soggetto, ambiente, relazioni interpersonali; • prevenire la reazione, non la situazione • superare la crisi Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Capire le cause dei comportamenti (usciamo dall’ottica che la causa del disturbo sia sempre nel soggetto) • conflittuali: disagio del bambino rispetto a sè o l’ambiente (percezione di non essere capace, essere rifiutato, non riuscire a comunicare: frustrazione, sofferenza) • reattivi: elementi che dipendono dall’ambiente es. dolore per lutti famigliari...; percezione di essere rifiutato dagli altri... alte richieste di prestazione da parte di famiglia/scuola • da disadattamento: fattori di natura educativa (pietismo verso il bambino; non dargli senso del limite; sottomissione dell’adulto a ogni richiesta del bambino) • da problema biomedico: legati a condizioni fisiche Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 In particolare la condizione dell’adolescente, che spesso sviluppa anche DOC, è segnata da: • depressione per consapevolezza che resterà autistico per tutta la vita • disagio perché cresce gap tra conoscenze - autonomie sociali • disagio per l’evoluzione dei fratelli verso una vita indipendente • nascita di gruppi fra coetanei che lo escludono • carenza di spazi strutturati di incontro fuori dalla famiglia • inserimento precoce in strutture per disabili Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Come gestire i comportamenti-problema • Priorità: salvaguardare bambino e chi gli sta intorno dal rischio di danni fisici, perché in queste situazioni il bambino perde il controllo e non valuta gli effetti che produce su sé e sugli altri • Osservare tempi di comparsa • Monitorare il contesto: cosa è accaduto prima, come si è manifestato, cosa accade dopo • Fare ipotesi di comprensione-strategie di intervento Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Le strategie di intervento sono diverse in base alla dinamica scatenante: Stereotipie – funzione consolatoria – piacere sensoriale – ricerca di autostimolazione o riduzione della stimolazione Comportamenti ossessivi, legati spesso a ricerca piacere sensoriale Strategia: quando compaiono cercare di distrarlo in attività più significative per lui, cambiare situazione-contesto L’insegnante deve sapere: – se esiste qualche problematica di questo tipo – quando compare – fino a quel momento quali strategie si sono utilizzate per affrontarla Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Condotte oppositorie • difficoltà nel gruppo di inserimento • qualità delle richieste cognitive, troppo alte o troppo basse non farli sentire “messi alla prova”: “fammi vedere se sei capace...” Ansia pervasiva • anticipare le variazioni previste • Attendere che l’ansia si calmi, portandolo in un contesto più tranquillo • discutere con lui della situazione verificatasi • commentare verbalmente le difficoltà • utilizzare strumenti comunicativi del ragazzo per aiutarlo ad esprimere disagio • Tutte le paure, se socializzate, sono più tollerabili: parlare del disturbo influisce sullo stato d’ansia, permettendo al bambino di condividerlo con una persona di fiducia/con la classe e sentendosi rassicurato. Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 La crisi violenta va interrotta, con buonsenso: • contenimento fisico vs allontanarsi • portarlo in un contesto tranquillo, in particolare lontano dai compagni (disagio maggiore per lui e per gli altri) • riportare l’attenzione sul comportamento tenuto e suggerire un modello diverso di comportamento per gestire la stessa situazione • cedere su alcuni rituali, moderando il livello della richiesta • usare tutta la propria autorevolezza Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 I comportamenti-problema investono le EMOZIONI di chi assiste o è coinvolto, perciò è fondamentale: • aiuto- collaborazione - condivisione con la famiglia • condivisione delle strategie individuate con consiglio di classe e dirigente, altrimenti si crea ansia (criterio: benessere bambino) • durante l’episodio critico rimanere tutti il più calmi possibile (i ragazzi “assorbono” emozioni del contesto) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Effetto iceberg Dietro un comportamento problema c’è molto più di quanto si possa vedere. Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 STRATEGIE D’INTERVENTO • Applied Behavior Analysis – ABA Analisi Applicata del Comportamento • Treatment and Education of Autistic and related Communication Handicapped Children – TEACCH Trattamento ed Educazione di Bambini con Autismo e Disabilità della Comunicazione) • Comunicazione Aumentativa e Alternativa (C.A.A.) • MODELLO SIFNe • Comunicazione Facilitata Integrata (C.F.I.) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 – ABA – Analisi Applicata del Comportamento ABA è un metodo educativo, altamente individualizzato, che cerca di: • - interpretare il comportamento del soggetto • - modificare tale comportamento, sfruttando la formazione di riflessi condizionati • - inserendo stimoli artificiali là dove il soggetto non risponde a stimoli naturali • - stimolare l’acquisizione di competenze utili • E’ suggerito in modo particolare per bambini molto piccoli, per soggetti a limitato funzionamento psichico e per comportamenti compulsivi che il soggetto non riesce a dominare con la volontà. Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 – ABA – Analisi Applicata del Comportamento I sostenitori di ABA affermano che il trattamento è efficace quando: • - è precoce (inizia prima dei 5 anni di età) • - è intensivo (non meno di 20 ore settimanali) • - è continuativo (non meno di 2 anni) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 ABA L'insegnamento attraverso le prove distinte ("discrete trial teaching"/"DTT") • viene svolto in un ambiente che elimina le distrazioni che possono impedire l'apprendimento • scompone le abilità in parti più comprensibili per il bambino • insegna una parte dell'abilità per volta • utilizza in modo particolare i principi dell'uso corretto del rinforzo Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 ABA: L'ambiente fisico • L'ambiente fisico deve facilitare l'apprendimento. • E' necessario eliminare potenziali distrazioni • Al tempo stesso l'ambiente deve risultare più comodo e gradevole possibile, visto che il bambino dovrà passarci molto tempo: • Le prove discrete di solito vengono fatte con il bambino e l'adulto seduti uno di fronte all'altro, con un tavolino dell'altezza del bambino: • Serve un secondo tavolino per l'adulto, per appoggiare il quaderno ed altri materiali. Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 – ABA – Analisi Applicata del Comportamento I cardini della psicologia comportamentale sono: • • • • • • • • • • • - la considerazione di problematicità di un comportamento - l’osservazione diretta del comportamento - l’identificazione del livello di base della persona - la definizione del comportamento da raggiungere, o obiettivo (o goal) - la suddivisione dell’obiettivo finale in sotto-obiettivi - l’insegnamento per piccoli passi successivi attraverso l’istruzione diretta e/o l’insegnamento incidentale - l’utilizzo di tecniche di aiuto (prompt) e di attenuazione dell’aiuto - il rinforzo dei successi o delle approssimazioni alla risposta corretta - l’alternanza di attività diverse più o meno gradite o più o meno complesse - la generalizzazione - la valutazione dei risultati Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 La considerazione di problematicità di un comportamento, Carlo, bambino di tre anni, passa la maggior parte del tempo in movimento sia a casa che a scuola. Non si siede mai. L’osservazione diretta del comportamento Si osserva, sia casa che a scuola, che Carlo rimane seduto raramente, per pochissimo tempo e solo se trova qualcosa di veramente interessante per lui (ad esempio trenini o croccante). Raramente lo fa su richiesta. L’identificazione del livello di base della persona secondo parametri quantitativi (di frequenza, durata o intensità) Si osserva che si siede mediamente 2 volte su 10 richieste, e la permanenza è inferiore a 10 secondi La definizione del comportamento da raggiungere, o obiettivo (goal) Insegnare al bambino a: 1. mettersi seduto alla richiesta “siediti” 2. restare seduto al tavolo per il tempo necessario a terminare un compito (almeno un minuto) La divisione dell'obiettivo finale in sotto-obiettivi L’obiettivo finale viene scomposto in obiettivi intermedi più accessibili: si considera un buon obiettivo iniziale una permanenza di pochi secondi e poi si aumentano i secondi L’insegnamento per piccoli passi Durante la giornata viene richiesto direttamente al bambino di successivi attraverso istruzione sedersi, sia in base ad un programma strutturato, sia quando diretta e/o insegnamento incidentale se ne presenta “naturalmente” la necessità (insegnamento incidentale) A scuola, ogni obiettivo intermedio si giudicherà raggiunto quando Carlo eseguirà l’attività correttamente 8 volte ogni 10 richieste Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 L’utilizzo di tecniche di aiuto (prompt) e di attenuazione dell’aiuto Il bambino viene aiutato a sedersi con guida fisica subito dopo la richiesta, e viene gentilmente trattenuto per uno o due secondi; la guida viene attenuata gradualmente fino a scomparire. Il rinforzo dei successi o delle approssimazioni alla risposta corretta Inizialmente il bambino ottiene immediatamente qualcosa di gradito (trenino o patatina) in cambio di ogni comportamento positivo, poi, gradualmente, il rinforzo si fa meno concreto e più naturale (Bravo!) fino a scomparire quando non è più necessario L’alternanza di attività diverse più o meno gradite o più o meno complesse Sarà cura dell’educatore alternare alle sessioni di lavoro dedicate allo “stare seduto”, altre attività meno stancanti per il bambino e più gradite La generalizzazione Il programma viene seguito da tutte le figure che si occupano del bambino, a casa e a scuola La valutazione dei risultati Dopo un mese si esegue un’osservazione accurata; si osserva ad esempio che il bambino si siede su comando 8 volte su dieci e rimane seduto a lavorare mediamente due minuti Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Treatment and Education of Autistic and related Communication Handicapped Children – TEACCH – Trattamento ed Educazione di Bambini con Autismo e Disabilità della Comunicazione) TEACCH di fatto è l’organizzazione dei servizi dello Stato della Carolina del Nord a favore delle persone con autismo e non un metodo o un programma. È un modello di organizzazione di servizi, che comprende: • • • • • • • • - Presa a carico dal momento della diagnosi e per l’arco di tutta la vita - Diagnosi e valutazione - Insegnamento attentamente strutturato per gli allievi - Programmi educativi individualizzati per gli allievi con utilizzo di tecniche comportamentali - Counseling e supporto per i genitori - Gruppi per abilità sociali - Consulenze e formazione insegnanti - Unitarietà tra ricerca, trattamento e formazione Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 METODO TEACCH Principi chiave della filosofia TEACCH: • Avere ben presenti le caratteristiche dei soggetti colpiti da autismo • Migliore adattamento dell’individuo all’ambiente • inquadramento diagnostico ed un’attenta valutazione clinicocomportamentale per elaborare uno specifico progetto psicoeducativo • considerazione del livello di sviluppo sia per quanto attiene ai materiali utilizzati che alle attività, • sistema di educazione strutturata, con specifico adattamento degli spazi e delle modalità comunicative • stretta collaborazione con i genitori • organizzazione di servizi che copra l’intero arco di vita L’insieme di questi principi è uniformato da una metodologia che ha i suoi capisaldi nell’utilizzo di tecniche, di principi e di strategie facenti parte dell’ambito teorico cognitivo – comportamentale. Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 INSEGNAMENTO STRUTTURATO: lo studente sa cosa vi si deve fare Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 INSEGNAMENTO STRUTTURATO: Area di gruppo: sanno dove sedersi e cosa fare Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 PROGRAMMI GRAFICI Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Struttura Visuale: lo studente ha bisogno di essere in grado di vedere come completare un compito con istruzioni verbali minime. Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 METODO TEACCH 4 CRITERI PER LA MESSA IN ATTO: • • • • MODELLO DI INTERAZIONE PROSPETTIVE DI SVILUPPO RELATIVISMO COMPORTAMENTALE GERARCHIA DI ADDESTRAMENTO Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 METODO TEACCH costruito per sviluppare : • • • • • Abilità imitative Funzioni percettive Abilità motorie Comprensione e produzione linguistica Gestione del comportamento Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 METODO TEACCH obiettivi che riguardano diverse aree: • • • • • Comunicazione Tempo libero Autonomie e abilità domestiche Abilità sociali Apprendimento in senso stretto Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 METODO TEACCH componenti principali dell’insegnamento strutturato: • organizzazione spaziale, (zona-lavoro, area gioco tempo-libero, area di accoglienza,…) • organizzazione dell’attività giornaliera tramite schemi organizzativi • sistema di lavoro, caratterizzato da un’organizzazione visiva della zona lavoro • organizzazione del compito Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 METODO TEACCH Aiutare il soggetto a trovare in modo autonomo risposte ad alcune domande quali: • • • • • • • COSA DEVO FARE ? Strutturare il materiale di lavoro COME ? L’aiuto DOVE ? Strutturare lo spazio QUANDO ? Strutturare il tempo PER QUANTO TEMPO ? Strutturare il tempo CON CHI ? E DOPO ? Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 METODO TEACCH struttura adeguata cioè: • l’organizzazione dello spazio, dell’attività, • sistemi di facilitazione per la comprensione e l’apprendimento di compiti, • l’organizzazione e l’utilizzo di materiali motivanti, • uno studio del ritmo delle attività, dei tempi, al fine di promuovere complessivamente l’indipendenza degli studenti Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 METODO TEACCH il primo obiettivo educativo del TEACCH è aumentare il livello delle abilità dello studente. • ambiente strutturato per contenere le caratteristiche dei bambini autistici • molti tabelloni o suggerimenti organizzativi visivi (processi visivi punto di forza) • metodi alternativi di comunicazione come immagini, segni manuali e parole scritte quando il linguaggio è particolarmente difficile • aree chiaramente limitate per attività speciali. Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 STRATEGIE D’INTERVENTO PRESUPPOSTI COMUNI AD ABA E TEACCH • Riconoscere l’autismo come patologia organica • Riconoscere come corretto l’approccio comportamentale: la matrice culturale dei due programmi è comune (le teorie dell’apprendimento) • Utilizzare in entrambi i casi, metodi e tecniche di insegnamento comportamentali orientati al decremento dei comportamenti disadattivi ed allo sviluppo di competenze maggiormente adattive. • Intervenire sul piano comunicativo (comunicazione alternativa aumentativa, training di verbal behavior, comunicazione con le immagini, ecc.) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 STRATEGIE D’INTERVENTO DIFFERENZE • ABA è più spinto sul versante della normalizzazione (insegnamento in situazioni ambientali normali e più alta richiestività in termini di normalizzazione) • TEACCH è più orientato ad una sorta di “cultura autistica” (organizzazione dell’ambiente e contesti facilitanti) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Comunicazione Aumentativa/Alternativa (CAA) • ogni forma di comunicazione che sostituisce, integra, aumenta il linguaggio verbale orale • si pone come obiettivo la compensazione di una disabilità (temporanea o permanente) del linguaggio espressivo • la finalità generale di un intervento di CAA è quello di offrire la possibilità di comunicare: dunque non solo di trasmettere dei contenuti, ma anche di curare le relazioni interpersonali. Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Comunicazione Aumentativa/Alternativa (CAA) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Comunicazione Aumentativa/Alternativa (CAA) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Comunicazione Aumentativa/Alternativa (CAA) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Comunicazione Aumentativa/Alternativa (CAA) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Comunicazione Aumentativa/Alternativa (CAA) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 modello SIFNe SVILUPPO ED INTEGRAZIONE DELLE FUNZIONI NEUROPSICOLOGICHE • L'intervento nel modello SIFNe è di tipo multidisciplinare • Il progetto è abilitativo-educativo ed è realizzato da più operatori specialisti di area: logopedista, educatore, psicomotricista ed altri operatori che esprimono le proprie competenze nell'ambito funzionale specifico. • Si rivolge a bambini, adolescenti ed adulti e coinvolge famiglia e la Scuola Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 modello SIFNe SVILUPPO ED INTEGRAZIONE DELLE FUNZIONI NEUROPSICOLOGICHE • L'intervento si basa su di un progetto personalizzato • Richiede un intervento singolo, in coppia, in gruppo • E' intensivo, ma differenziato tra le varie figure professionali • Si modifica nel tempo in base alle evoluzioni del soggetto Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 modello SIFNe SVILUPPO ED INTEGRAZIONE DELLE FUNZIONI NEUROPSICOLOGICHE • • • • • • • • • • Condivisione - Scambio - Attenzione Aumentare la vicinanza soggetto-operatore Contenere l’ansia di scambio ed emotiva Richiamare e far mantenere l’attenzione verso di sé Adattarsi alle attività spontanee del soggetto Utilizzare materiale ”interessante” adatto all’età Proporre attività attuabili dal soggetto Usare strategie facilitanti sia prossemiche che verbali Intervenire per migliorare le capacità di: selezione, sequenza, organizzazione del soggetto Contestualizzare gli interventi Non “addestrare” all’oppositività Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 modello SIFNe SVILUPPO ED INTEGRAZIONE DELLE FUNZIONI NEUROPSICOLOGICHE Sviluppo e integrazione delle competenze • • • • • • • • • • organizzare l’attività concreta sviluppare nuove abilità esecutive favorire l’uso integrato delle competenze mantenere alte le probabilità di successo richiamare al compito contestualizzare gli interventi (dare un senso al fare) usare le abilità emergenti usare strategie di facilitazione, C.F.I. simulare (autonomia nell’aspetto dell’attivazione) Problem Solving (autonomia nell’aspetto decisionale) Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 modello SIFNe SVILUPPO ED INTEGRAZIONE DELLE FUNZIONI NEUROPSICOLOGICHE Nel modello SIFNE l'approccio abilitativo si distingue tra quello effettuato in età evolutiva e quello dell'età adolescenziale ed adulta. • Nel primo caso l'integrazione delle funzioni sono l'oggetto prioritario dell'intervento, • Nel secondo caso l'oggetto di lavoro sarà primariamente il mantenimento, la possibile amplificazione e la traduzione delle abilità raggiunte dal soggetto, nel contesto di realtà. Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 modello SIFNe SVILUPPO ED INTEGRAZIONE DELLE FUNZIONI NEUROPSICOLOGICHE Grado di compromissione dei singoli soggetti Ambiti comportamentali a cui attribuire il punteggio • • • • • • • • • • • • • • • I II III IV V VI VII VIII IX X XI XII XIII XIV XV RELAZIONI SOCIALI IMITAZIONE RISPOSTE EMOTIVE USO DEL CORPO USO DEGLI OGGETTI ADATTAMENTO AL CAMBIAMENTO RISPOSTE VISIVE RISPOSTE UDITIVE GUSTO, ODORATO, TATTO: RISPOSTE MODI DI ESPLORAZIONE PAURA, ANSIA COMUNICAZIONE VERBALE COMUNICAZIONE NON VERBALE LIVELLO DI ATTIVITA’ LIVELLO INTELLETTUALE E OMOGENEITA’ DEL FUNZIONAMENTO INTELLETTIVO IMPRESSIONE GENERALE Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 modello SIFNe SVILUPPO ED INTEGRAZIONE DELLE FUNZIONI NEUROPSICOLOGICHE punteggi, da 1 a 4, nei 15 ambiti comportamentali • 15 18 21 24 27 NON AUTISTICO • 30 33 36 DA LIEVEMENTE A MEDIAMENTE AUTISTICO • 39 42 45 48 51 54 57 60 SEVERAMENTE AUTISTICO Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 COMUNICAZIONE FACILITATA INTEGRATA L’USO DELLA CFI PER LO SVILUPPO DELLA COMUNICAZIONE ALL’INTERNO DELLA SCUOLA La CFI deve servire anche per: • Permettere al soggetto di esprimere le proprie idee e opinioni e mantenere uno scambio attivo e costante con gli altri • Ritagliare dei momenti in cui si decide insieme cosa fare • Commentare insieme le esperienze vissute • Capire la causa nei momenti di agitazione RICORDARE CHE QUESTA E’ LA SUA FUNZIONE PRIMARIA compensare le altre forme di linguaggio Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 COMUNICAZIONE FACILITATA INTEGRATA Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 COMUNICAZIONE FACILITATA INTEGRATA • La “Facilitazione” si esplica con un tocco o con una presa e serve al soggetto per avviare un’azione, per eseguirla correttamente e per raggiungere un obiettivo richiesto o volontario • La principale competenza coinvolta nella tecnica della Comunicazione Facilitata è, infatti, la capacità di indicare. Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Allegati Dal testo: M. BRIGHENTI, S. BOSSONI, Autismo e scuola. Linee guida per l’integrazione scolastica, Edizioni Share 2010 Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Esempi tratti da PEI della scuola dell’infanzia Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Esempi tratti da PEI della scuola primaria Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12 Esempi tratti da PEI della scuola secondaria Incontri di primavera del CTRH di Brescia a.s. 2011-12