ORIGINE DEGLI ULTRASUONI • Gli ultrasuoni o ultrasonografia è una tecnica medica di imaging che usa le onde sonore e gli echi da esse prodotte • La tecnica è molto simile a quella che usano in natura i delfini e i pipistrelli per localizzare gli ostacoli o le prede (Spallanzani 1794) • Nella nautica è denominata SONAR (Sound Navigation And Ranging) ORIGINE DEL SUONO • Le onde sonore sono onde meccaniche che si formano per il trasferimento di energia generata dalle oscillazioni (compressioni e decompressioni) di un mezzo che viene perturbato. • Il suono per viaggiare ha bisogno della presenza di un mezzo e la propagazione dell’onda potrà avvenire in modo longitudinale o trasversale. Un’onda è un’oscillazione caratterizzata da: LUNGHEZZA - AMPIEZZA - FREQUENZA COSA SONO GLI ULTRASUONI Gli US sono onde sonore ad altissima frequenza > 20.000 Hz Molti animali (cane) possono udire suoni con frequenza fino a 100.000 Hz L’orecchio umano ha invece una percezione da 20-20.000 Hz Frequenza voce maschile 100 Hz e femminile 200 Hz COSA SONO GLI ULTRASUONI •Gli ultrasuoni utilizzati in diagnostica per immagini, presentano frequenze elevatissime (nell’ordine di milioni di Hertz) e di conseguenza hanno lunghezza d’onda cortissima (frazioni di millimetro). •Questo, rappresenta il principale requisito per il potere di risoluzione spaziale della tecnica. •Pertanto, maggiore è la frequenza, minore è la lunghezza d’onda e maggiore è la risoluzione spaziale dell’immagine ottenibile. Lunghezze d’onda di ultrasuoni di diversa frequenza LE SONDE ECOGRAFICHE I cristalli piezoelettrici della sonda, vibrano quando sottoposti a tensione elettrica (Fratelli Pierre e Jacques Curie – 1880) I cristalli posti in un campo elettrico si deformano per l’orientamento delle cariche delle molecole a 90°. Cessata la tensione elettrica i cristalli riprendono rapidamente la forma iniziale. Questo repentino ritorno elastico fa entrare in risonanza i cristalli, determinando una piccola serie di vibrazioni che generano gli ultrasuoni COSA SONO GLI ULTRASUONI Gli ultrasuoni emessi dalla sonda, attraversano i tessuti con una velocità e con un’impedenza che sarà caratteristica di ogni tessuto. Durante l’attraversamento delle varie strutture tissutali, l’energia posseduta dall’ultrasuono, viene progressivamente attenuata dai tessuti stessi. Pertanto l’attenuazione si verifica principalmente per: – RIFLESSIONE – TRASMISSIONE – RIFRAZIONE INTERAZIONI ULTRASUONI - MATERIA Durante l’attraversamento dei tessuti l’ultrasuono viene attenuato per: • RIFLESSIONE • TRASMISSIONE • RIFRAZIONE La Riflessione avviene con un angolo che sarà equivalente a quello incidente dell’ultrasuono Gli ultrasuoni residui o non riflessi proseguiranno il loro percorso nei tessuti con un’intensità ridotta (Trasmissione) e con angolo leggermente modificato (Rifrazione) L’IMMAGINE ECOGRAFICA Riflessione e Rifrazione Mezzo 1 Mezzo 2 Z1 Z2 Onda RIFLESSA Onda RIFRATTA r Onda INCIDENTE Z = Impedenza Acustica Z1-Z2 Interfaccia Sonda Interfaccia INTERAZIONI ULTRASUONI - MATERIA L'attenuazione del fascio ultrasonoro avviene secondo la relazione: 1dB (deciBel)/cm/MHz Per cui l’attenuazione aumenta all'aumentare del percorso e all'aumentare della frequenza Quindi più è alta la frequenza più è superficiale il campo di vista e viceversa Da ciò consegue che la frequenza determina anche la QUALITA’ della immagine ecografica FREQUENZA – RISOLUZIONE – PROFONDITA’ •Con trasduttori da 12 Mhz si ha un’ottima risoluzione, ma non si può avere una penetrazione in profondità •Con trasduttori da 3,5 Mhz si ha una buona penetrazione ma la risoluzione non è ottimale CRISTALLI PIEZOELETTRICI •Lo spessore del cristallo determina la frequenza di scansione 3,5 Mhz 12 Mhz INTERAZIONI ULTRASUONI - MATERIA La riflessione e la diffusione degli US, avviene in corrispondenza dei punti in cui si ha il passaggio tra due tessuti con diversa impedenza (es: cute e sottocute) Un ultrasuono con intensità ridotta prosegue il suo cammino verso le strutture più profonde per trasmissione e rifrazione. Maggiore è la differenza di impedenza acustica, maggiore sarà la riflessione Tra le interfaccie dei tessuti molli e tessuto osseo o parenchima polmonare, gli ultrasuoni vengono quasi completamente riflessi e quindi, attenuati PROPAGAZIONE DEGLI ULTRASUONI La velocità di propagazione di un’onda sonora, dipende dalla densità atomica e dalle proprietà elastiche del mezzo che attraversa Il Suono si propaga meglio e più velocemente nei liquidi piuttosto che nell’aria E’ detta IMPEDENZA ACUSTICA la resistenza al passaggio di un ultrasuono attraverso un mezzo L’unità di misura dell’impedenza è il Rayl ed è direttamente proporzionale alla densità del materiale attraversato Z=XC Z = Impedenza acustica X = densità (g/cm3) C = velocità del suono nel mezzo insonato (m/sec) PROPAGAZIONE DEGLI ULTRASUONI Velocità degli ultrasuoni utilizzata negli ecografi ULTRASUONI E FORMAZIONE DEGLI ECHI •La sonda trasmette ‘pacchetti’ di ultrasuoni (solitamente 2 o 3 cicli) per l’1% del tempo (circa 1-2 milionesimi di secondo); per il restante 99% (100-200 milionesimi di secondo), la sonda resta in ‘ascolto’ degli echi di ritorno •Gli echi di ritorno, fanno entrare in risonanza i cristalli piezoelettrici determinando la produzione di un segnale elettrico •Gli echi vengono disposti nella matrice dell’immagine, tenendo in considerazione il ritardo con cui arrivano alla sonda •L’attenuazione degli ultrasuoni nei tessuti, fa si che gli echi provenienti da strutture distali saranno meno intensi di quelli provenienti da strutture simili ma più prossimali •T.G.C. (Time Gain Compensation) MODALITA’ DI VISUALIZZAZIONE 1.A-mode (Amplitude mode) 2.B-mode (Brightness mode) 3.B-mode Real Time (B-mode Dinamica) 4.M-mode o TM-mode (Motion o Time Motion mode 5.3D/4D Real Time A – MODE L’A-mode (Amplitude = ampiezza) è la prima modalità di visualizzazione di un eco ed era adottata, ad esempio, dai SONAR E’ la modalità monodimensionale: l’eco è rappresentato con dei picchi che modificano una linea su un oscilloscopio L’ampiezza dei picchi è proporzionale all’intensità dell’eco, mentre la profondità è proporzionale alla distanza delle interfacce che hanno generato l’eco Rappresentazione schematica dell’A-mode applicato all'esame del globo oculare B- MODE B (Brightness = luminosità) la visualizzazione è monodimensionale Gli echi vengono rappresentati in sequenza lungo una linea a seconda della loro distanza dalla sorgente L’intensità viene presentata in scala di grigi: il bianco (iperecogeno es: calcoli) corrisponde al massimo dell’intensità mentre il nero all’assenza di echi (liquido) Rappresentazione schematica del B-mode applicato all'esame del globo oculare B- MODE Real-Time Il B-mode Real Time è l’evoluzione del B-mode. La singola linea di scansioni è affiancata a molte altre così da formare un ‘Pennello’ che fornirà immagini bidimensionali di sezioni di un organo o di un tessuto (immagine di tipo tomografico). Gli echi dei singoli fasci arrivano ai cristalli della sonda con una sequenza temporizzata, così da fornire il ‘Frame’. Negli ecografi moderni il segnale analogico degli echi viene convertito in segnale digitale prima di formare l’immagine 3D/4D Real Time Il 3D con la variabile tempo diventa un 4D L’acquisizione tridimensionale avviene con una sonda dedicata grazie ad un motorino meccanico che fa oscillare i cristalli che acquisiscono il volume dell’immagine. Il volume da studiare viene acquisito e digitalizzato in frazioni di sec. Viene usato principalmente in Ost/Gin, Coloproctologia e per lo studio del Pavimento Pelvico con sonde transrettali dedicate IL FASCIO ULTRASONORO I fasci ultrasonori descritti come un pennello, tendono ad allargarsi poco dopo essere fuoriusciti dalla sonda. I fasci restano paralleli fra loro solo per un breve tratto: il fascio resta ‘Coerente’ cioè con diametro pari a quello del cristallo Il tratto nel quale il fascio è coerente viene detto ‘Zona di Fresnel’ Il tratto successivo , ‘Zona di Fraunhofner’. Il punto di passaggio tra le due zone rappresenta la zona focale del fascio di ultrasuoni La focalizzazione nelle moderne sonde elettroniche avviene mediante ‘Lenti Acustiche’ che permettono di ottenere più di un punto di focalizzazione a profondità variabili CARATTERISTICHE DEL FASCIO Il fascio ultrasonoro emesso dalla sonda ha 3 dimensioni: •Assiale (Y, profondità) •Laterale (X, larghezza) •Altezza (Z, spessore) La profondità dipende dalla frequenza La larghezza e lo spessore dipendono dalle dimensioni del cristallo emettitore LA RISOLUZIONE SPAZIALE La Risoluzione Spaziale è la capacità di distinguere come separati due oggetti molto vicini e dipende dalla: 1.Risoluzione Assiale (lungo l’asse del fascio: Y) 2.Risoluzione Laterale (lungo i piani perpendicolari al fascio: X e Z) LA RISOLUZIONE ASSIALE •La Risoluzione Assiale è data dalla capacità di distinguere due punti lungo l’asse Y del fascio ultrasonoro. •Questo tipo di risoluzione dipende dalla frequenza degli ultrasuoni: più la frequenza è elevata, minore sarà la lunghezza d’onda e quindi, maggiore la risoluzione assiale (ma minore sarà la penetrazione) Sonda LA RISOLUZIONE LATERALE •La Risoluzione Laterale definisce la capacità di distinguere come separati due punti posti nel piano X e Z del fascio ultrasonoro. •Come abbiamo detto, essa dipende dalle dimensioni dei cristalli piezoelettrici Sonda REGOLAZIONE IMMAGINE ECOGRAFICA 1.L’illuminazione in ambulatorio deve essere bassa il più possibile, altrimenti si è costretti ad alzare il guadagno B-mode facendo saturare l’immagine e portando rumore di fondo. 2.Il paziente deve essere completamente disteso, il lettino deve essere il più possibile orizzontale e per una migliore visualizzazione dei reni e della vescica, lo schienale non deve essere sollevato. 3.Nell’ecografia renale, il paziente deve collaborare il più possibile trattenendo il respiro quando richiesto. 4.Controllare il ‘repere’ della sonda posando un dito su un angolo della stessa per trovare la corrispondenza con l’immagine sul monitor. 5.Regolare i TGC con una curva che consenta di avere più segnale in profondità, soprattutto su pazienti robusti e tenere il guadagno generale non molto alto, per visualizzare meglio i profili delle strutture. 6.Nella visualizzazione della vescica regolare i TGC abbassando il segnale nelle zone più profonde, per visualizzare meglio la parete posteriore, attenuando così l’immagine iperecogena tipica dietro alla vescica. Tecnologia delle sonde Tecnologia sonde Scansione meccanica “anulare”: • L’immagine viene ricostruita mediante il movimento meccanico di un gruppo di cristalli concentrici • Questa tecnologia ottimizza la focalizzazione nel campo di vista vicino o lontano a seconda degli anelli di cristalli utilizzati Sonda 3D proctologia/Pav. Pelvico Tecnologia sonde Lineare Elettronica Focalizzazione ottimizzata in superficie; in profondità invece, inferiore ad altri trasduttori Campo di vista limitato dalle dimensioni del trasduttore Nelle nuove sonde possibilità della funzione trapezoidale Tecnologia sonde Convex Elettronica Risoluzione a livello B-mode dipendente dal raggio di curvatura Focalizzazione in profondità superiore al trasduttore lineare Campo di vista superiore al trasduttore lineare in quanto consente una panoramicità maggiore Tecnologia sonde Microconvex Elettronica Endfire Il campo di vista dipendente dal raggio di curvatura, più il raggio è piccolo, maggiore è il campo di vista. Sonde Endocavitarie Microconvex Elettronica Bi-Triplana Lineare/Convex Transperineale/Brachiterapia Convex/convex Convex/Convex + Endfire Tecnologia sonde Phased Array Elettronica Risoluzione a livello B-mode inferiore ai precedenti Focalizzazione in profondità superiore ai trasduttori precedenti Campo di vista superiore ai trasduttori precedenti nonostante la superficie di appoggio sia inferiore ai precedenti Cardiologia e Doppler Transcranico Tecnologia sonde Intraoperatorie Sonda Laparoscopica a 4 vie 360° Sonda a ‘J’ per chirurgia open con canale bioptico Sonda Robotica Drop-in per sistema Da Vinci Sonda Endorettale 3D per sistema Da Vinci Grazie