Caro Ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini,
in questi giorni si svolgeranno in tutta Italia gli Esami di Stato e lei come ogni anno, ringrazia e
incoraggia gli studenti a fare del proprio meglio. Nel frattempo si dimentica di aver lasciato a noi
studenti e a tutto il Paese le macerie della scuola pubblica Italiana e le condizioni in cui gli
studenti sono stati costretti a studiare per tutti questi anni.
Abbiamo deciso di scriverle perché siamo stanchi di essere presi in giro. Ci sembra inaccettabile
che lei non abbia mai voluto confrontarsi seriamente con gli studenti ed ora alla fine dell'anno,
ci venga a spiegare quanto siamo stati bravi o cattivi durante l'anno. Per questo motivo abbiamo
deciso di chiederle di rispondere del suo operato e in particolar modo proprio dei suoi cavalli di
battaglia che tanto continua a sbandierare, cioè qualità, merito e rigore.
Esiste qualità se le scuole ci crollano in testa?
Non possiamo crederle quando ci racconta di una scuola italiana sempre più di qualità, vedendo
lo stato dell'edilizia scolastica italiana. Il 60 % delle scuole è stato costruito più di trent'anni fa,
molte scuole sono allestite dentro ad edifici storici, altre in condomini affittati ai privati. Come si
può pretendere che gli studenti imparino l'italiano, la matematica o l'inglese, se le strutture sono
ricavate dove capita e non c'è un piano di finanziamenti per adeguare l'edilizia alle materie che
vengono insegnate. La legge 23 del 1996 prevedeva che fosse istituita un' anagrafe dell'edilizia
scolastica italiana in modo da avere un rapporto dettagliato su qual è lo stato dell'arte e
programmare gli interventi. Sappiamo che da tempo gli enti locali le hanno consegnato i dati sulla
condizione delle scuole città per città, ma nonostante le nostre notevoli sollecitazioni,
dell'anagrafe non vi è traccia. Ci chiediamo per quale motivo non è ancora stata pubblicata?
Quando e con quali risorse il Ministero avrà intenzione di risolvere una situazione che è
disastrosa da decenni e che si è dimostrata estremamente pericolosa per chi la scuola la vive
ogni giorno, come dimostrano i casi di Rivoli nel 2008 e di Nuoro del 2009?
Se non ci possiamo permettere di andare a scuola, esiste il merito?
Parlando di merito lei ci racconta da ormai tre anni la favola che ogni studente raggiungendo
una valutazione alta e impegnandosi potrà andare avanti. La verità è che le sue politiche, oltre a
rivelarsi fallimentari, sono contrarie alle sue stesse dichiarazioni. Infatti in Italia grazie a lei, solo
chi ha i soldi ed è di “buona famiglia” può andare avanti nel percorso di studi, visto i costi
sempre più alti che le famiglie devono sostenere per andare a scuola. Durante l'estate
dovrebbero attivarsi per legge i corsi di recupero gratuiti, invece molti istituti sono costretti a
farli pagare con cifre molto alte o a non organizzarli proprio per mancanza di fondi. Per non
parlare del “contributo volontario” che ormai di volontario non ha proprio niente, visto che le
famiglie a settembre sono obbligate a pagare cifre sempre più alte, per iscrivere i figli a
scuola. Ci chiediamo quando lei, signor Ministro darà la possibilità a tutti di diventare meritevoli,
sviluppando le proprie capacità individuali e permettendo a tutti una parità di condizioni di
partenza senza svantaggiare chi nasce in una famiglia più povera?
A cosa serve il rigore senza la libertà di espressione e di pensiero?
Il suo provvedimento sul limite di assenze ha l’unico effetto di tappare la bocca a chi in questi
mesi ha contestato le sue politiche e il suo operato. Punire chi protesta bocciandolo è un modo
meschino e tirannico che dimostra semplicemente quanto poco rispetto lei abbia per i valori
democratici su cui si fonda la nostra Repubblica.
Inoltre non essendo neanche stata in grado di emanare per tempo le specifiche al
provvedimento, ha lasciato le scuole nel caos per gran parte dell'anno e accorgendosi solo
all'ultimo minuto della sua inadempienza ha provato a riparare emanando una circolare a
Marzo. Le sue mancanze hanno comportato che gli studenti che hanno difficoltà a raggiungere
l'istituto scolastico, che lavorano o che magari hanno problemi famigliari di ogni genere si sono
trovati in gravissime difficoltà. Ora noi le chiediamo se crede che sia realmente funzionale allo
Stato Italiano una scuola che con ogni pretesto possibile boccia gli studenti aumentando quindi
la dispersione scolastica e creando i presupposti per una futura disoccupazione di gran parte dei
giovani del nostro Paese?
Le studentesse e gli studenti della Rete degli studenti medi