1 Il potenziale elettrico Il lavoro della forza elettrica e l’energia potenziale elettrica La forza elettrica – come il peso, l’attrito e qualunque altra forza – produce un lavoro quando vi è uno spostamento del punto di applicazione. Si può dimostrare che – come il peso, ma a differenza dell’attrito – tale lavoro non dipende dal percorso seguito durante lo spostamento, ma solo dalle posizioni iniziale e finale. La forza elettrica è cioè conservativa, vale a dire che, indicato con LAB il lavoro compiuto nello spostamento da A a B, esiste una grandezza U dipendente solo dalla posizione tale che LAB = U A − U B . La grandezza U si chiama energia potenziale elettrica. Il potenziale elettrico Una carica elettrica q situata in una zona in cui è presente un campo elettrico costante E risulta soggetta alla forza F = qE . Se la carica viene spostata parallelamente al campo di un tratto ∆s, la forza elettrica compie un lavoro pari a: L = qE·∆s. Come la forza elettrica agente su una carica è proporzionale al valore della carica, così anche il lavoro della forza elettrica compiuto su una carica è proporzionale alla carica stessa. Potremo cioè scrivere: L = q·∆V. Questa relazione ci permette di definire una nuova grandezza fisica: il potenziale elettrico. Più precisamente: la differenza di potenziale (indicata con la sigla d.d.p.) tra due punti A e B è data dal rapporto tra il lavoro LAB L della forza elettrica necessario per spostare una carica q da A a B e la carica q: VA − VB = AB . q A proposito di questa definizione osserviamo che: 1. l’unità di misura del potenziale si chiama volt (V) ed è data dal rapporto tra quella del 1J lavoro (joule) e quella della carica (coulomb): 1 V = ; 1C 2. la quantità che viene misurata e che ha fisicamente significato non è tanto il potenziale quanto la differenza di potenziale; potremo per esempio dire ugualmente che il potenziale in A è 15 V e in B 0 V oppure che il potenziale in A è 115 V e in B 100 V: in entrambi i casi la differenza di potenziale è di 15 V; 3. in una regione in cui è presente un campo elettrico costante B E la differenza di potenziale tra due punti A e B tali che il segmento AB misuri ∆s e sia orientato parallelamente al A’ A campo è VA − VB = E ⋅ ∆s , se invece il segmento AB è orientato perpendicolarmente al campo la differenza di E potenziale è zero. Possiamo quindi calcolare la differenza di potenziale tra due punti qualsiasi A e B scomponendo lo spostamento in due tratti: un primo tratto AA’ parallelo al campo e un secondo tratto A’B perpendicolare al campo; 4. poiché il lavoro di una forza conservativa è dato dalla variazione di energia potenziale, tra il potenziale V e l’energia potenziale U della forza elettrica vale la relazione: U A − U B = q ⋅ (VA − VB ) , cioè il potenziale è l’energia potenziale per unità di carica. Il potenziale di una carica puntiforme Se il campo elettrico non è costante non possiamo più scrivere semplicemente VA − VB = E ⋅ ∆s , in quanto il valore di E cambia tra A e B. Se il campo è generato da una carica puntiforme Q secondo 1 1 la legge di Coulomb si può dimostrare che VA − VB = kQ − , dove rA e rB sono le distanze da rA rB Q dei punti A e B. Poiché il potenziale è una grandezza scalare, se sono presenti più cariche la differenza di potenziale tra due punti si ottiene calcolando prima il contributo di ogni singola carica secondo la formula che abbiamo appena visto, e poi sommando tutti i contributi. Osserviamo infine 2 che se il punto B è molto distante dalla carica Q (si dice in tal caso che B è un punto all’infinito) il 1 è così piccolo da poter essere trascurato; questo ci permette di parlare di potenziale in termine rB kQ un punto A: VA = , intendendo implicitamente che si tratta della differenza tra il potenziale in A rA e un punto all’infinito, cosa che non era possibile nel caso del campo uniforme. Le superfici equipotenziali e la distribuzione delle cariche sui conduttori Nel caso del campo uniforme i piani perpendicolari alla direzione del campo sono superfici a potenziale costante (abbiamo infatti visto che per uno spostamento perpendicolare alla direzione del campo la differenza di potenziale è zero). Se invece il campo è generato da una carica puntiforme il potenziale dipende dalla distanza tra il punto e la carica, cosicché le superfici a potenziale costante sono quelle per cui la distanza dalla carica sorgente del campo è costante, cioè sfere con il centro nella carica. Le superfici a potenziale costante si chiamano superfici equipotenziali e godono della proprietà di essere in ogni punto perpendicolari alle linee del campo elettrico. Nei conduttori le cariche, libere di muoversi, si dispongono in modo tale che – raggiunto l’equilibrio elettrostatico – la superficie del corpo sia equipotenziale. Se così non fosse, il campo avrebbe una componente lungo la superficie e le cariche non potrebbero essere in equilibrio. Il potenziale elettrico nel quotidiano Di tutte le grandezze elettriche che abbiamo visto, il potenziale è quella con cui abbiamo concretamente a che fare ogni giorno. Infatti non ci capita mai di entrare in un negozio per comprare delle cariche elettriche o una sorgente di campo elettrico, lo facciamo invece per acquistare dispositivi che generano differenze di potenziale. Questi sono le comuni pile; sulle confezioni leggiamo infatti 1,5 V, oppure 9 V, ecc. Ciò significa che tra i due poli della pila vi è una differenza di potenziale appunto di quel valore. Anche la batteria dell’automobile è un dispositivo per generare una differenza di potenziale; il suo funzionamento è basato sullo stesso principio della pila, cioè trasformazioni chimiche. Alle prese che si trovano in tutte le case invece giunge attraverso i cavi elettrici, dopo un viaggio che può essere anche di centinaia di chilometri, una differenza di potenziale variabile nel tempo che ha un valore massimo pari a 310 V e che è prodotta in potenti centrali sfruttando l’energia dell’acqua che cade, o il calore liberato dalla combustione di olio o carbone o da una reazione nucleare, o l’energia del vento. 3 Verifiche di comprensione 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. La forza elettrica è in grado di produrre lavoro? La forza elettrica è conservativa? Come si calcola il lavoro necessario per spostare una carica in una zona a campo elettrico costante di un tratto parallelo al campo stesso? Come è definita la differenza di potenziale tra due punti? Come si chiama e come è definita l’unità di misura del potenziale? È possibile stabilire univocamente il valore del potenziale in un punto? Come si calcola la differenza di potenziale tra due punti qualsiasi in un campo costante? Che relazione sussiste tra il potenziale in un punto e l’energia potenziale di una carica q situata in quel punto? Come si calcola la differenza di potenziale tra due punti nel campo di una carica puntiforme? Come si calcola la differenza di potenziale nel campo generato da più cariche puntiformi? Cosa si intende con “potenziale di un punto” nel caso di campo di una carica puntiforme? Che cosa sono le superfici equipotenziali? Quali sono le superfici equipotenziali del campo uniforme? Quali sono le superfici equipotenziali del campo di una carica puntiforme? Come si dispongono le cariche su un conduttore all’equilibrio elettrostatico? Verifiche di conoscenza 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Il lavoro della forza elettrica necessario per spostare una carica q da A a B: a. dipende dal percorso seguito per andare da A a B b. non dipende da q c. è dato dalla differenza di energia potenziale elettrica tra A e B d. è sempre nullo Il prodotto tra una differenza di potenziale e una carica è a. un’energia b. una forza c. una carica d. un campo elettrico Quale tra le seguenti affermazioni è falsa? a. si possono misurare solo differenze di potenziale b. in alcuni casi è possibile misurare il potenziale in un punto c. possiamo parlare di potenziale in un punto come differenza rispetto all’infinito d. non è possibile misurare la somma dei potenziali in due punti In un campo costante la differenza di potenziale tra due punti è data da: a. il prodotto tra il campo e la componente dello spostamento parallela al campo b. il prodotto tra il campo e la componente dello spostamento perpendicolare al campo c. il prodotto tra il campo e lo spostamento d. il prodotto tra il campo e la carica Il potenziale di un punto rispetto all’infinito nel campo di una carica puntiforme, raddoppiando sia la carica che la sua distanza dal punto a. raddoppia b. si dimezza c. resta invariato d. la risposta dipende dal valore della carica sorgente Il potenziale di un punto rispetto all’infinito nel campo di tre cariche puntiformi si calcola a. sommando le tre cariche e applicando la regola per il calcolo del potenziale di una carica b. calcolando il potenziale dovuto separatamente alle tre cariche e sommando i contributi c. facendo la media delle cariche e delle distanze e poi applicando la regola per una carica d. non si può calcolare il potenziale per più di due cariche Le superfici equipotenziali hanno la proprietà a. che su di esse il potenziale vale zero b. che la differenza di potenziale tra due punti appartenenti a due di esse è zero c. che la differenza di potenziale tra due punti appartenenti a una di esse è zero 4 d. che su di esse il campo elettrico vale zero Problema svolto 1 – differenza di potenziale in un campo uniforme In una regione è presente un campo elettrico di intensità 145 N diretto nel verso delle x positive. Calcola la C differenza di potenziale tra l’origine e il punto di coordinate (1,00 m; 1,00 m). Scriviamo i dati del problema Campo elettrico: E = 145 N , diretto secondo le x positive C Coordinate dei punti A(0; 0), B(1,00 m; 1,00 m) Incognita Differenza di potenziale: VA – VB Analisi e soluzione Scomponiamo lo spostamento in due tratti: da (0; 0) a (1,00 m; 0) e da (1,00 m; 0) a (1,00 m; 1,00 m). Nel primo tratto la d.d.p. è E ⋅ ∆s = 145 N × 1,00 m = 145 V , nel secondo è zero perché lo spostamento è C perpendicolare al campo, quindi in totale abbiamo una d.d.p. di 145 V. Problema svolto 2 – differenza di potenziale nel campo di due cariche puntiformi Due cariche puntiformi uguali del valore di 5,00·10-10 C distano tra loro 80,0 cm. Calcola la differenza di potenziale tra il punto medio del segmento che unisce le due cariche e un punto sull’asse del segmento distante 80,0 cm da entrambe le cariche. Scriviamo i dati del problema Sorgente del campo: due cariche uguali di valore Q = 5,00·10-10 C Posizione del primo punto (A): distante rA = 0,400 m da entrambe le cariche Posizione del secondo punto (B): distante rB = 0,800 m da entrambe le cariche Incognita del problema Differenza di potenziale VA – VB Analisi e soluzione 2 1 1 1 1 9 N⋅m = 5,62 V . Contributo di una carica: kQ − = 9 ⋅ 10 ⋅ 5,00 ⋅ 10 −10 C ⋅ − 2 C 0,400 m 0,800 m rA rB A causa della simmetria della configurazione i contributi delle due cariche sono uguali, pertanto la d.d.p. cercata è il doppio del valore calcolato per una sola carica: VA – VB = 2×5,62 V = 11,2 V. Problemi 1. Calcola il lavoro necessario per spostare una carica di 8,0 C attraverso una d.d.p. di 10 V 2. Calcola la d.d.p. tra due punti distanti 45,0 cm in un campo uniforme di 88,0 3. 4. 5. 6. 7. 8. N orientato a 45˚ rispetto C al segmento che unisce i due punti In un campo uniforme diretto secondo l’asse x positivo la differenza di potenziale tra l’origine e il punto di coordinate (6,0 m; 5,5 m) è 12 V. Calcola il valore del campo Calcola il potenziale rispetto all’infinito di un punto a 2,0 m da una carica Q = 8,0·10-6 C Calcola la d.d.p. tra due punti distanti rispettivamente 8,0 e 9,0 cm da una carica Q = 1,6·10-8 C Calcola l’energia potenziale rispetto all’infinito di una carica q = 1,2·10-8 C posta a 1,5 m da una carica Q = 6,0·10-3 C Calcola il potenziale rispetto all’infinito del centro del quadrato di lato 40 cm nei cui vertici sono poste quattro cariche uguali Q = 5,0·10-8 C Il potenziale rispetto all’infinito di un punto posto a 12,5 cm da una carica Q vale 546 V. Calcola il valore di Q.