13 Ottobre 2006 - Il Sole 24 Ore

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Il Sole-24 Ore
Venerdì 13 Ottobre 2006 - N. 277
In primo piano
LaFinanziaria2007
La «missione». Manca la prospettiva
per l’Italia, non c’è un focus sulla crescita
LA POSIZIONE DELLE IMPRESE
Padoa-Schioppa. «C’è stato un confronto duro,
serrato, sempre nel rispetto reciproco»
«Tfr, strano il silenzio sindacale»
Montezemolo: non dicono nulla sul salario differito - «Siamo distanti dal ministro»
Parte dal decreto
la nuova strategia
del voto di fiducia
ANSA
Alfredo Sessa
HELSINKI. Dal nostro inviato
Ribadisce «l’assoluta distanza» delle posizioni di Confindustria rispetto a quelle
espresse dal ministro Tommaso Padoa-Schioppa sulla questionedel Tfr. Si chiededove sianoi sindacati,rivelatisi «silenziosi o timidi» su un problema
che riguarda le liquidazioni,
«cioè denaro dei lavoratori». E
sottolinea,d’accordocon Ciampi, che l’Italia ha bisogno di darsi «una missione», quella della
crescita, per poter competere
nel mondo.
Luca Cordero di Montezemolo, a Helsinki per partecipare al settimo business summit
Unione europea-India, parte
dalla recente storia economica
della Finlandia per riallacciarsi alle vicende della dura contrapposizione Governo-Confindustria sul Tfr. «La Finlandia — osserva Montezemolo
— ha fatto tre scelte di fondo:
ricerca e innovazione a 360 gradi, grande dialogo Governo-imprese-sindacati, e tassazione
sulle imprese che è più o meno
la metà di quella italiana. È vero che la tassazione sulle persone è elevata, ma è compensata
da servizi adeguati e da infrastrutture. Il risultato è che la
Finlandia nell’ultimo decennio
ha avuto una crescita doppia rispetto alla nostra».
La Finlandia, come altri Paesi europei, ha la missione della
crescita, l’Italia, secondo il presidente di Confindustria, ancora no. «Dobbiamo recuperare
unospirito che individui lamissione della crescita, che porti
questo Paese nel mondo dopo
averlo portato in Europa — dice Montezemolo — ma onestamente in questa Finanziaria, lo
dico col massimo rispetto, non
vedo un vero focus sulla crescita. Questo lo dobbiamo dire».
Esita, non vorrebbe scenderenellatrinceadelle contrapposizioni italiane, soprattutto dopo avere incassato gli elogi del
commissario europeo al Commercio, Peter Mandelson, e del
ministro dell’Industria indiano, Kamal Nath, per il ruolo che
l’Italia e Confindustria hanno
svolto per favorire l’avvio delle
trattativesull’accordocommerciale Unione europea-India,
ma poi Montezemolo ritorna
sull’argomento: «Io non credo
che noi dobbiamo aggiungere
niente in quello che abbiamo
detto dopo la giunta, dopo il direttivo, dopo quello che ho detto a Capri. Mi sembra chiaro
che bisogna cercare di trovare
una soluzione su questo Tfr,
che è un atto forzoso, e congela
unaprevidenzaintegrativa,tipicadeiPaesimoderni. Sonosemprepiù stupito del silenzioin alcuni casi, della timidezza in altri casi, del sindacato, perché
dobbiamo dire una cosa chiara:
qui si tratta di denaro che le imprese gestiscono, ma non di denaro delle imprese: di denaro
dei lavoratori. Si chiama salario
differito, e una delle cose più
preoccupanti è che si toglie ai
lavoratori la scelta su cosa fare
del proprio denaro. Su tante vicendehosentito il sindacatoassumere posizioni molto dure.
Su questa vicenda, invece, li ho
sentiti molto distanti».
Il confronto è ancora aperto
a possibili soluzioni. «Sul Tfr
abbiamo posizioni assolutamete distanti — ribadisce Montezemolo —. Vediamo se è possibile trovare una soluzione. Sentiremo le proposte del ministro, col quale c’è stato un incontro anche duro, ma serrato,
nel rispetto reciproco. Che ci
siano valutazioni distanti sulla
finanziaria nel senso di vere riforme, di vero focus a 360 gradi sulla crescita e di veri tagli
su tutte le spese inutili e improduttive, così come ci aspettavmo dalle indiazioni del Dpef,
l’abbiamo detto e ripetuto. Si è
aperto un confronto, vediamo
cosa ne scaturirà».
«Nella finanziaria - dice Roberto Colaninno, ad di Piaggio, anche lui a Helsinki per il
summit Ue-India - vedo due
aspetti importanti, come la riduzione del debito e del cuneo
fiscale, però ci sono anche misure che riducono la flessibilità. Il Tfr è importante, il cuneo
lo è di più».
IL VALORE DEL TFR
ROMA
300 milioni
Il costo del Tfr
È il costo del traferimento del
50% del Tfr inoptato al fondo
Inps nelle valutazioni del
Governatore della Banca
d’Italia Mario Draghi. A
fronte di questo costo, il
beneficio derivante dallo
sgravio dell’Irap è pari a 4,7
miliardi.
Ma questo è il valore
aggregato. All’interno delle
imprese — ha spiegato ieri
Draghi — «c’è un 20% e che
questi sgravi li vede e un
80% che questi sgravi li vede
molto meno».
200 miliardi
Industriali. Il presidente della Confederazione, Luca Cordero di Montezemolo
Costruttori. Giudizio negativo sul decreto fiscale
Ance apprezza i fondi alle opere
ROMA
Soddisfazioneper«l’importanteincremento»deglistanziamentidestinatialle infrastrutture, preoccupazione per il legame fra questi stanziamenti e le
misure sulTfr, netta contrarietà
perle disposizioni «penalizzanti se non addirittura punitive»
contenute nel decreto legge Visco varato a luglio. Sono queste
le valutazioni dei costruttori
dell’Ance che ieri hanno esposto la propria posizione sulla
manovra nell’audizione presso
le Commissioni riunite Bilancio
di Camera e Senato. Il neopresidente Paolo Buzzetti ha espresso forti perplessità, in particolare, sulle misure relative a fisco e
lavoro e ha denunciato l’assenza di politiche organiche per le
città e di risorse per la casa.
«Se da un lato va apprezzato
l’impegno del Governo per gli
investimenti infrastrutturali attraverso un importante incrementodeglistanziamenti-haaffermato Buzzetti - dall’altro la
manovra contiene disposizioni
che assumono carattere e finalità penalizzanti se non addirittura punitive per le imprese di costruzioni fino al punto di minacciarnel’operativitàedivanificarediconseguenzalostesso sforzo compiuto dal Governo nel
campo degli stanziamenti».
Fra le disposizioni che sollevano maggiori preoccupazioni
lanormachefariferimentoalvaloredimercatodeibeniimmobiliari ai fini tributari, la norma
che stabilisce l’obbligo dell’appaltatore di versare l’Iva dovuta
daisubappaltatori,la normache
Il titolare dell’Economia incontra l’Assolombarda - Martedì la Consulta straordinaria
Cresce la delusione per il Governo
Massimo Mascini
ROMA
È la delusione il sentimento
più forte che anima la base degli
industriali. Delusione verso il
Governo in generale, che aveva
fatto sperare in una politica economica diversa, coraggiosa. E
delusione verso Tommaso Padoa-Schioppa, che tutti avevano
salutato come l’uomo in grado
di dare il segno giusto ai provvedimenti di Governo e invece gli
industriali ritengono si stia rivelando assai diverso rispetto alle
INTERVISTA
aspettative. Martedì la Consulta
straordinaria vedrà una Confindustria pronta a lottare, ma soprattuttounita, moltounita. Tutti approvano le decisioni della
presidenza,tuttisiritrovanonelle decise prese di posizione di
questi giorni.
Sul Tfr nessuno è pronto a cedere di un passo, ma non è questo il terreno sul quale si appuntano le critiche e dal quale nasce
la delusione. Dispiace che questoGovernononabbiasaputofarequel saltodi qualitàcheera in-
CesareDamiano
vece indispensabile. «Ci abbiamo creduto tutti sulla riduzione
del cuneo — afferma Anna Maria Artoni, presidente di Confindustria Emilia — un provvedimentoimportante, strutturale,il
primoafavoredellacompetitività delle imprese, ne riconosciamo il valore. Ma non basta, questa politica va continuata, non si
può avere un giorno un segnale
preciso, quello dopo un altro in
controtendenza».
Nessuno chiede favori, privilegi. «Vogliamo solo — dice la
Artoni — che si consolidi quel
clima di fiducia che si era creato
neiprimigiorni diGoverno,perchésec’èlafiduciatuttosirimetteingioco.Noivogliamoprodurre ricchezza e chiediamo al Governo di consentircelo». Questa
mattina Padoa-Schioppa va in
Assolombarda e tutti sperano in
un chiarimento, ma la meraviglia per quanto è accaduto è forte. Giuseppe Fontana, il presidente degli industriali lombardi
è sbigottito. «Avevamo condiviso le linee portanti del Dpef —
condiziona il pagamento delle
imprese appaltatrici alla verifica estremamente complessa
dell’inesistenzadicartelletributarie non definite, l’aumento
dell’imposizione fiscale sui trasferimenti immobiliari.
Negativa anche la valutazione per il «forte ridimensionamento» delle agevolazioni sulle
ristrutturazioni edilizie e l’assenza di misure di rafforzamentodel partenariatopubblico-privato. «L’Ance si augura vivamente - ha detto Buzzetti - che
Governo e Parlamento prendano atto della necessità di importanti correttivi alla manovra finanziariaalloscopo dinoncomprometterequel ruolodel settore che lo stesso Governo ritiene
decisivoper losviluppoel’occupazione».
ricorda — il decreto Bersani
sembrava andare nella direzione giusta, poi è finito tutto. Il taglio alla spesa improduttiva che
ci era stato promesso è svanito,
quel baratto tra cuneo e Tfr cui
si è alluso è quanto meno avvilente, speriamo solo che si tratti
di una boutade».
Non si aspetta una Confindustria più rigida, Fontana, ma
nemmeno più morbida. «Deve
essere determinata — dice —
questo sì, ed è quanto sta facendo con forza il nostro presidente.Glidovrebberodarepiùascolto. Il patto per la produttività
che ha proposto è una cosa importante,utile,ma le rispostesonostatetutte deludenti.E,delresto, dal Governo non è venuta
nemmeno una parola».
IMAGOECONOMICA
ROMA
«Il problema della posizione
più debole delle piccole imprese
nel mercato finanziario non può
essere ignorato». Il ministro del
Lavoro,CesareDamiano,conferma che la misura sul passaggio
del 50% del Tfr inoptato ad un
fondo Inps va migliorata, ma difende l’operazione: «Comporta
moltipiù vantaggi checostiper le
imprese». Sui correttivi però non
si sbilancia. Anche se fa notare
che oltre alle ipotesi del "tetto" di
esenzione e del Fondo di garanzia c’è anche quella di destinare
lecompensazionigiàprevistedalla Finanziaria, circa 500 milioni
per il 2008 e altrettanti per il
2009, «prevalentemente o esclusivamente alle piccole aziende».
Signor ministro, la partita sul
Il ritardo della riforma
Secondo il presidente
dell’Abi, Corrado Faissola, il
ritardo nell’attivazione della
previdenza complementare
ha sottratto risorse per 200
miliardi. La cifra è riferita a
quello che si sarebbe
accumulato nel corso degli
ultimi 10-12 anni versando il
Tfr e grazie al risparmio
previdenziale individuale
aggiuntivo. Secondo Faissola
questo ritardo ha indebolito
la prospettiva di «creare in
tempi rapidi un robusto
segmento di veri investitori
istituzionali italiani».
50%
Contributi sociali
Il presidente dell’Istat, Luigi
Biggeri, ha spiegato che il
trasferimento del 50% del tfr
inoptato a un fondo Inps
impatta sul deficit. Infatti, ha
spiegato Biggeri,
«trattandosi di contributi
sociali che vanno nelle casse
dello Stato», queste risorse
rappresentano una fonte di
entrata che, se destinata «per
interventi allo sviluppo»,
sarà classificata come spese
dello Stato e «impatterà
sull’indebitamento netto».
Sullagraticolacisononaturalmentelepiccoleimprese.Maanchelemedie,comericorda FrancoTasca,ilpresidentedeipiccoli industriali di Torino. «Quelle
imprese che devono sostenere il
peso maggiore della ripresa, tuttasullelorospalle, masenzaavere la struttura in grado di far vincere la sfida». Aziende in mezzo
alguado,insiste,echeinvecedovrebbero essere aiutate. Ma in
fondo all’anima di tutti gli imprenditori c’è sempre il Tfr: «il
nostro articolo 18», come plasticamentesiè espressoun piccolo
industriale a Capri la settimana
scorsa. Ma Tasca fa conti precisi. «Io dovrei dare all’Inps per il
Tfr il 4% del monte salari, con il
cuneo mi ridanno il 3%. Dov’è la
convenienza»?
Il Governo si prepara alla
fiducia sul decreto fiscale. La
decisione non è stata ancora
presa ma, ieri, di fronte a quasi
1.200 emendamenti e ai tempi
strettisembrava l’unica strada
per evitare un ingorgo parlamentare. Dunque, il calendario della Camera — dove deve
cominciareanche l’esamedella Finanziaria — suggerisce
l’opzione della fiducia ma non
è l’unica ragione. Il muro contromurotramaggioranzaeopposizione è ormai evidente e i
giochi, come dicono nella Cdl,
sono ormai scritti e rigidi.
Nonc’èpiù spazioperdialogare e questo era vero soprattutto ieri dopo il via libera del
Consiglio dei ministri alla riformaGentiloni sulsistemate-
CHIUSA LA VIA BIPARTISAN
Berlusconi: «La manovra
è la via fiscale al regime»
Salta il tavolo dei
«volenterosi» - Fassino:
le modifiche si fanno in Aula
levisivo. È stato come accendere un’altra miccia in casa
dell’opposizione.
ESilvioBerlusconisel’èpresa di nuovo con la manovra.
Ha parlato di «via fiscale al regime»,di«democraziainpericolo»tenutaostaggiodiuna sinistra«chenonhaunamaggioranza legittima». Certo, era in
campagna elettorale — in MolisedovesivoteràperilGovernatore — ma l’aria di scontro
oltre che in piazza resta anche
in Parlamento. Una battaglia
che continua a vedere la Cdl in
ordine sparso: ieri era la Lega
ad andare per conto proprio
presentando emendamenti
"lumbard" al decreto. «La Cdl
non c’è più», diceva Roberto
Maroni rimproverando a Silvio Berlusconi «la rincorsa
all’Udc» e gridando «viva la
piazza». A Forza Italia però
sminuiscono e confermano
che l’alleanza tra il Senatur e il
leader della Cdl è «solida».
È in piazza che ieri la Cdl
ha ritrovato una sua compattezza manifestando con i professionisti contro la Finanziaria. E questo fatto induce
all’ottimismo. «Faremo pochi emendamenti di bandiera», spiega Maurizio Sacconi,
senatore azzurro che si aspetta «una maggioranza chiusa a
riccio che metterà voti di fiducia a raffica».
E infatti l’Unione sta lavorandoalsuointernoperarrivare compatta a emendamenti
condivisi sul decreto fiscale
(si veda il servizio a pagina 4).
Continuanoleriunioni dicapigruppo—ieri ètoccatoall’Ulivo — proprio in preparazione
di una "blindatura" della maggioranza in vista del doppio
esame parlamentare della Fi-
nanziaria e del decreto. Ma è
un gioco tutto interno
all’Unione che lascia pochi
margini anche all’Udc di Pier
Ferdinando Casini e alle sue
aperture.
E così è finito il tavolo dei
volenterosi di Daniele Capezzone. È stata la conferma che
Romano Prodi — ora — vuole
serrare i ranghi dell’Unione in
vista della Finanziaria. L’iniziativa di Capezzone ha scatenato una bagarre nella sinistraradicale — che lo habollato come un’opera «di guastatori» o come «dannoso e destabilizzante» — ma è l’Ulivo
chehaspezzatoil filodeldialogo. «Le modifiche si fanno in
Parlamento»,hadetto ieri Piero Fassino quando già il tavolo non c’era più.
Ieri la conferenza stampa di
Daniele Capezzone e Paolo
Messa, dopo l’abbandono degli esponenti di maggioranza,
certificava la finedi un tentativo. «Qualcuno pensava di dover constatare la solitudine
dei volonterosi, siamo invece
qui a constatare la solitudine
diRomanoProdiedella suaFinanziaria dopo le parole di
Carlo Azeglio Ciampi e quelle
diMarioDraghi»,diceva illeader dei Radicali. Dopo l’addio
diRenzoLusettidellaMargherita, Capezzone aveva parlato
diun«diktat»dell’Ulivosmentito però dal capogruppo alla
Camera Dario Franceschini
ma anche da chi quel «niet»
dovrebbe averlo subito. «Non
ho avuto nessun ordine dal
mio gruppo — ha precisato
AntonioPolitodellaMargherita spiegando il suo abbandono
— ma mi risulta impossibile
continuare in un dialogo dopo
aver letto ciò che Berlusconi e
Bondi hanno dichiarato a proposito del Ddl Gentiloni sulla
Tv». Insomma, fine delle trasmissioni bipartisan. Lunedì,
Franceschini e la vice-capogruppo dell’Ulivo Marina Sereniriuniranno di nuovo i parlamentariperchiuderel’accordo sugli emendamenti al decreto e serrare i ranghi.
IL TENTATIVO
La nascita del tavolo
Il«tavolodeivolenterosi»è
natosuiniziativadeldeputato
dellaRnpDanieleCapezzonee
deldirettoredi«Formiche»
(rivistavicinaalleposizionidi
MarcoFollini)permetterea
puntomodifichebipartisanalla
Finanziaria.Vihannoaderito
parlamentaridientrambigli
schieramenti
Il tramonto dell’iniziativa
Controiltavolosièschieratoil
premier.«IlGovernohalasua
Finanziaria»hatagliatocorto
RomanoProdilasciando
intenderedinonaverebisogno
dell’aiutodiuntavolobipartisan.
Contrarioall’iniziativaFassino,
moltiesponentidiFielaLega
MinistrodelLavoro
«La dote di 500 milioni tutta alle Pmi»
Marco Rogari
Lina Palmerini
Tfrnonsisblocca.Lei neigiorni
scorsi ha annunciato l’apertura
di una tavolo sulla previdenza
integrativa. Sarà questo il vero
tentativo per trovare una via
d’uscita?
Confermo che sarà aperto un
tavolo con le parti sociali sulla
previdenza complementare, perché la prevista partenza della
campagna di informazione dal 1˚
gennaio 2007 richiede la definizione immediata dei passi da
compiere per realizzarla. Il mio
obiettivo è il pieno decollo dei
fondi pensione nel settore privato e in quello pubblico. Ma mi auguro che il problema del Tfr venga risolto prima.
Le imprese sono preoccupate e l’opposizione grida
all’esproprio proletario. Come
Lavoro. Cesare Damiano
risponde?
Anzituttoèsbagliatofareparagoni che tendono a dimostrare
che le imprese, ricevendo a regimedal 2008quasi 6miliardi di incentivi, e lascerebbero sul terreno altrettanti miliardi a causa del
trasferimento del Tfr. Nel primo
caso i 6 miliardi sono una quantità di risorse che arriva davvero,
nel secondo caso dobbiamo fare
riferimento al costo del reperimento di una quota di 6 miliardi
sul mercato finanziario.
Che cosa vuol dire?
Oggi le imprese pagano il Tfr,
che è una forma di autofinanziamento, tre punti. Poniamo che il
costo sul mercato finanziario sia
tre volte tanto: la differenza è di
seipunti,che,applicatiai6miliardi, equivalgono a 360 milioni di
costo. Aggiungo che è già previsto in Finanziaria che nel 2008 e
nel 2009 le imprese beneficino
per il trasferimento del Tfr inoptato di una contropartita pari a
500 milioni l’anno. Questi conti
dimostranocheilrapportotracosti e ricavi è di uno a quasi venti.
InognicasolaFinanziariatrascura l’impatto dell’operazione
Tfr sulle Pmi...
Sicuramente c’è un aspetto
«Entro marzo 2007
metteremo a punto
i ritocchi alla riforma
della previdenza»
«A breve le linee guida
su tetti e causali
di utilizzo dei contratti
a tempo determinato»
che va colto ed è la posizione più
debole delle piccole imprese nel
mercato finanziario. Una piccola
impresa ha due svantaggi: il primo è la difficoltà ad accedere al
credito, l’altro è il maggior costo
nel caso di accesso. Questo è un
problema che non può essere
ignorato e al quale si possono dare risposte.
Siamo ai correttivi. Qual è la
strada preferibile tra "tetto" di
esenzione e Fondo di garanzia?
C’è chi parla di un "tetto" di
esenzione, oppure di un fondo di
garanzia ad hoc per le piccole imprese, ma c’è anche chi fa riferimento ad un utilizzo di quelle risorse compensative già previste
dalla Finanziaria maggiormente,
o esclusivamente, indirizzato alle piccole imprese.
I 500 milioni l’anno per il biennio 2008-2009 dovrebbero
insomma essere in toto, oquasi,
destinati alle Pmi...
I politici devono individuare i
problemi,letecnicheperrisolverli possono essere le più diverse: il
confronto con le parti sociali aiuta a trovare la soluzione migliore.
L’ex ministro Maroni ha detto che sarebbe pronto a votare
il ripristino di un Fondo di garanzia automatico...
Se è una norma buona che soddisfa tutti, ben venga anche il voto di Maroni. Ma per quanto riguardail Fondodi garanzia, èevidente che alla luce di quanto successo in passato andrà individuataunasoluzione cheevitiqualsiasi contestazione in sede Ue.
Proprio dalla Ue ariva un
nuovo allarme sull’invecchiamento della popolazione. Saranno davvero pronti entro
marzo 2007 i ritocchi alle pensioni?
L’obiettivo per la revisione è
fine marzo 2007. Anche in Italia
registriamo positivamente che
si vive più a lungo e di questo il
sistema pensionistico dovrà tenere conto.
L’opposizione afferma che la
Finanziaria contiene un nuovo
condono previdenziale. Sono
possibili correttivi?
Nonc’ènessuncondonoprevidenziale. Quello che mi stupisce
è che il re dei condoni tombali,
l’on. Tremonti, apra una polemica che sa benissimo essere destituitadi qualsiasifondamento, anziché preoccuparsi di un problema reale che coinvolge il Paese: 4
milioni di lavoratori in nero, il
18%delPilchesfuggeadognicontrollo.Sivuolesoloportareallaluce quello cheè sommerso. E tutto
in un contesto di interventi rilevanti a vasto raggio.
Quali?
Il cuneo fiscale per le imprese
è collegato al tempo di lavoro indeterminato.Sièintrodotto,inoltre, il documento unico di regolarità contributiva, l’obbligo della
comunicazione il giorno prima
dell’assunzione dei lavoratori,
l’utilizzo degli indici di congruità.Eabreveproporròallepartisocialilineeguida perlaridefinizionedelleregole sulcontratto atermine per quanto riguarda causali
e tetti di utilizzo.
Il Sole-24 Ore
Venerdì 13 Ottobre 2006 - N. 277
In primo piano
LaFinanziaria2007
Giusta direzione. «Bene sui saldi, perseguita
con decisione la strada del risanamento»
LA POSIZIONE DI BANKITALIA
3
La critica. «Si punta troppo sulle entrate,
la pressione crescerà di più di mezzo punto»
Draghi: molte tasse, ora le riforme
L’impatto della nuova Irpef sui single
Con le liquidazioni all’Inps oneri aggiuntivi per il Tesoro - Rischio cassa per le Pmi
ANSA
Rossella Bocciarelli
ROMA.
Un apprezzamento al Governo per aver tenuto la rotta
del deficit pubblico al di sotto
del 3% nel 2007, ma anche tante perplessità sulla composizione della manovra correttiva. Una manovra che, in termini netti, «è affidata interamente ad aumenti delle entrate».
Nella sua audizione sulla Finanziaria il Governatore della
Banca d’Italia, Mario Draghi, è
tornato a sottolineare che «è im-
TEMPI STRETTI
«Nel 2007 serviranno misure
in grado di aumentare l’età
effettiva di pensionamento»
Bene su cuneo fiscale
e patto di stabilità interno
portante cogliere l’opportunità
offertadallaripresaciclicadell’attività economica» per risanare i
conti pubblici. Ma ha battuto a
lungo anche sulla necessità, oramaiimprorogabile,dopotantianni di peggioramento dei saldi di
bilancio dovuto per intero alla
spesa pubblica, di riformare la
spesacorrente.Acominciaredalla previdenza, terreno sul quale
l’accordoper unariformadarealizzareall’iniziodel2007deveessere attuato. E, soprattutto, Draghi ha lasciato chiaramente trasparire il timore che la scelta di
curareicontipubblicicontinuando a pigiare sul pedale del fisco
possa alla lunga rivelarsi controproducente per lo sviluppo economico. «Occorre evitare che
l’ampioricorsoamisurediprelievo influisca negativamente sugli
incentivi e sulle aspettative degli
operatorieconomici» ha scanditoilGovernatore.
Su alcuni punti nevralgici, poi,
Draghi non ha nascosto le sue
preoccupazioni. È il caso, ad
esempio,dellemisuresultrasferimento all’Inps del flusso del Tfr:
l’interventosul trattamento di fine rapporto determina oneri futuri a carico del bilancio pubblico ha detto Draghi, sottolineando che esso «non deve essere di
ostacoloallosviluppodellaprevidenza complementare». Quanto
alle imprese, soprattutto per le
Pmi determina «problemi di liquidità»anchese«èpraticamente trascurabile l’effeto del trasferimentodipartedellaliquidazionealfondoInps».
Quanto all’intervento di ridisegno delle aliquote Irpef, secondo i calcoli di Bankitalia lo
sgravioconcesso,almenonelcasodeisingle,riguardasoloiquasi-poveri.
Unsostanzialediscoverde,invece,è stato datodal Governatore alla scelta di ridefinire il patto
di stabilità interno puntando sul
rispetto di un vincolo per il saldo
di bilancio da parte degli enti locali. «Una struttura di governo
decentrata— ha osservato il Governatore—puòconsentireguadagnidiefficienzasoloseviècorrispondenza fra la distribuzione
delle responsabilità di spesa e
quella delle responsabilità del
suo finanziamento. Il disegno di
legge finanziaria muove in questa direzione». Ma dal momento
cheimeccanismicorrettiviautomatici previsti dal patto interno
potranno condurre a un aumentodipressionefiscalealivellodecentrato «è opportuno che tale
incrementotroviunacompensa-
zione in una riduzione operata a
livellocentrale».Okancheallariduzione del cuneo fiscale e allo
sforzo per accrescere la dotazione di infrastrutture, misure che
daranno un contributo al rilanciodellacrescita:nel2007questo
effetto netto sulla crescita dovrebbe essere dello 0,3% del Pil.
«Particolarmenteapprezzabile»
sul versante tributario, secondo
Bankitaliaèlariduzionedelricorsoaicondoni,l’impegnoacontrastare l’evasione , la riduzione
dell’Irap. Restano, però, i timori:
la realizzazione della manovra
per il secondo anno comporterà
unaumento delpeso delle entratesulPil:+0,8%nel2006,unaltro
mezzopuntol’annoprossimo.In
tal modo «la pressione fiscale si
porterebbe in prossimità dei livellipiùelevatiregistratiinpassatodalnostroPaese».Inoltre«frequenticambiamentidellastruttura del sistema tributario accresconol’incertezza,coneffettinegativisull’attivitàeconomica».
Nelcomplesso, spiegaDraghi,
«la prevista riduzione di 14,3 miliardi del disavanzo è realizzata
mediante aumenti netti delle entrate per 16,7 miliardi, a fronte di
aumenti nette delle spese per 2,4
miliardi». La manovra 2007 «lascia sostanzialmente invariate
nel 2007 le spese correnti rispetto agli andamenti tendenziali».
PerquestoDraghisullaspesaraccomanda «che l’azione divenga
più incisiva e sia estesa ad altri
comparti». Bisogna quindi agire
con rapidità. E all’inizio del
20007, al momento di riformare
le regole previdenziali secondo
l’accordoraggiuntoconisindacati, serviranno «misure in grado
di aumentare l’età effettiva di
pensionanmento».
IL NODO TFR
Cattivo affare
per lo Stato
I
l Tfr è un prestito forzoso che
lo Stato impone alle imprese e
inpiùdal2008loStato dovràpagare su questo prestito un interesse superiore ai titoli di Stato,
perchè,oltreal3percentodirivalutazione annua, dovrà versare
anche la compensazione prevista per le imprese. Il Governatore spiega ai deputati che quando
si fa un confronto di costo, si deve fare con quello dei titoli a brevedalmomento cheil tfrè immediatamente riscattabile. Quindi,
osserva se prendiamo un bot a
cinque anni che oggi rende il
3,8%,andiamo sicuramente aldi
sopra di questo onere. Dunque,
acquisendo il flusso della metà
del Tfr "inoptato", lo Stato non
fa un grande affare perchè risolve un problema di cassa il primo
annoeportalamisuraa riduzione dell’indebitamento, ma in
cambio si crea maggiori oneri in
futuro quando, paradossalmente, costerebbe meno finanziarsi
con i BoT. Draghi sottolinea che
c’è però un aspetto positivo in
questa operazione: «Il costo del
tfr per le imprese è assolutamentetrascurabile,rispettoalbeneficio che hanno dallo sgravio
dell’Irap. Parliamo di 300 milioni di costo a fronte di 4,7 miliardi
di beneficio. Ma all’interno delle
imprese — conclude — ci sono
molte realtà diverse; ci sono un
20% di imprese che questi sgravi
livedee un 80%che questi sgravi
li vede molto meno».
Pensioni integrative
Conflitto d’interessi sui fondi
di Orazio Carabini
V
enghino,signori,venghino. Benvenuti al grande
circo della previdenza
complementare made in Italy.
Benvenutinelmondodellepensioni di scorta. Dove nulla è impossibile. E di certezza ce n’è
una sola: domani le regole non
saranno le stesse di oggi.
Riepilogo delle puntate precedenti.A13 annidaiprimivagiti legislativi della previdenza
complementare, nel novembre
scorso il Governo mette a pun-
LE ESIGENZE DI BILANCIO
Il Tesoro dovrebbe spingere
i lavoratori alla previdenza
complementare
ma così perderebbe parte
degli introiti previsti
I DUBBI SULL’INOPTATO
Per lasciare i soldi in azienda
il dipendente deve fare una
scelta esplicita
Con il silenzio-assenso
rotta sul «secondo pilastro»
to il decreto legislativo della
svolta. Ci arriva dopo uno snervante processo concertativo,
con i sindacati e le organizzazioni degli impenditori impegnate in un duro tiro alla fune. E
dopo una tortuosa mediazione
con le lobby perché questa volta le assicurazioni hanno deciso di giocare duro. E, ben sostenute dall’allora presidente del
Consiglioe dai suoifedeli ministri, vogliono aggiudicarsi una
fetta di torta.
Risultato: si parte dal 1˚gennaio 2008. Il Tfr che il lavoratore dipendente matura ogni anno potrà essere impiegato come risparmio previdenziale. Il
meccanismopartorito al termine della complessa mediazione
è barocco. Funziona così. Il lavoratore ha due opzioni che
"può" esercitare espressamente: lasciare il Tfr dell’anno nella
sua azienda e continuare come
se nulla fosse successo, oppure
dirottarlo verso una forma di
previdenza complementare
(fondi pensione o polizze assicurative). Attenzione però: il
decreto contempla anche l’ipotesi della "non opzione". Ovvero:checosasuccedeseillavoratore non esprime una preferenza? Ecco allora la procedura del
silenzio-assenso:l’inoptato finisce nell’ordine al fondo pensione contrattuale del suo settore
(se ce n’è uno), al fondo pensione della sua regione (se esiste)
e infine al "fondo residuale" da
costituire presso l’Inps.
Quest’ultimo, peraltro, non è
chiaro come dovrebbe funzionare. Secondo alcuni, sarebbe
un fondo pensione vero e proprio, a capitalizzazione: il lavoratore dà i soldi, l’Inps li investe
(ahi, ahi), quando il lavoratore
va in pensione riceve indietro i
soldi che ha versato e i rendimenti maturati con l’investimento dell’Inps (ammesso che
sia positivo). Secondo altri, sarebbeunpuro parcheggio dainvestire nella forma più liquida
possibile.
Insomma, il risultato è un po’
contorto ma almeno, sembrava,siparte.Inveceno,le sorprese non sono finite. Arriva la prima Legge finanziariadel governo Prodi. Servono soldi. Tanti,
maledetti e subito. QuelTfr che
viaggia tra imprese e fondi pensioneattira l’attenzionedi qualche economista furbetto. Ormai è passato il principio che il
lavoratore può riappropriarsi
di quel "salario differito" chiamato Tfr. Specularmente l’impresa può perdere quella che è
stata finora un’impropria fonte
di finanziamento: i soldi accantonati per il Tfr vengono infatti
usati invece del capitale di rischio o del credito bancario
che costano assai di più delle liquidazioni (il cui rendimento è
pari all’1,5% più il 75% dell’inflazione, totale circa 3%).
Ma allora, arguiscono i furbetti, vistoche il principioè stato metabolizzato, la parte che i
lavoratori decidono di lasciare
nelleimpresepuò essere"dirottata" all’Inps. Tutta? Meglio di
no,altrimentile impresesiinfuriano. Si parte da due terzi
(65%) e comincia un tira e molla che finisce al 50 per cento.
Perle casse delTesoroè un bottino da favola: 6 miliardi nel
2007 che scendono a 5 se si considerano le somme da pagare ai
lavoratori che hanno maturato
il diritto a riscuotere e le misure compensative per le imprese
previste dalla stessa Legge finanziaria. L’ipotesi sottostante
è che 12 miliardi, cioè due terzi
del flusso 2007 del Tfr, resti alle
imprese (e venga diviso equamente con l’Inps), mentre il
35% andrebbe alla previdenza
integrativa.
Nuovo riepilogo: che cosa
succede al Tfr nel 2007? Il lavoratore dipendente ha sei mesi
di tempo (fino al 30 giugno) per
"optare". Può decidere di investirloin unfondo pensionecontrattuale o in un’altra forma di
previdenza complementare
(fondoaperto,polizza assicurativa). Oppure può decidere di
lasciarlo in azienda: in questo
caso il 50% se lo prende l’Inps
che lo gestisce come se fosse in
azienda. Ma il lavoratore può
anchenon "optare". E sull’inoptato si fa molta confusione: persino il ministro dell’Economia
TommasoPadoa-Schioppa(vedere «La Repubblica» di ieri)
considera inoptato tutto quanto non viene esplicitamente destinatoalla previdenzacomplementare. Invece l’inoptato, almeno stando alla lettura del testo della Finanziaria, passa an-
cora per la trafila descritta sopra: dopo il periodo di silenzioassenso va al fondo pensione
contrattuale, al fondo regionale, infine al fondo Inps. A meno
che non stia maturando un’altra sorpresa e cioè che con il silenzio-assenso il Tfr vada per
metà alle imprese e per metà
all’Inps. Intanto, a sorpresa, è
sparito il fondo residuale
dell’Inps che lascia il posto al
nuovo "megafondo".
Non poteva mancare la chicca finale.Con la Leggefinanziaria il Governo stanzia 17 milioni
per una campagna informativa
sullaprevidenzacomplementare. Da gennaio gli italiani sarannoinondatidi opuscoli e di spot
televisivi in cui si spiega che la
previdenza pubblica non basta
più, che tutti devono farsi una
pensione di scorta, che i fondi
pensione mediamente rendono più del Tfr. Giusto. Ma se la
campagna è fatta bene, c’è il rischio che i lavoratori portino il
Tfr nei fondi pensione in misura superiore al previsto. E che
lo Stato si ritrovi con il suo fondo Inps nuovo di zecca a corto
di risorse. Sarebbe divertente
assistere alla riunione in cui gli
esperti dei ministeri coinvolti
spiegheranno alle agenzie pubblicitarieil messaggio da veicolare con gli spot sulla previdenza integrativa: lo Stato che cerca di assicurare un futuro migliore agli italiani ma contro i
suoi interessi. Fantastico.
La previdenza complementare
Dati al giugno 2006, importi in milioni di euro
Numero
Iscritti
Risorse*
Fondi pensioni
negoziali
43
1.183.826
8.228
Fondi pensioni
aperti
87
418.826
3.071
130
1.602.652
11.299
—
859.664
—
Totale fondi di
nuova istituzione
Polizze individuali
(*) Risorse complessivamente destinate alle prestazioni
Fonte: Covip
EFFETTI FAMILIARI
Piange anche l’operaio-single
P
Banca d’Italia. Il Governatore Mario Draghi
iacere, sono un single, di professione capro, direbbe Daniel Pennac. Secondo i calcoli
della Banca d’Italia, infatti, le
vittime sacrificali dell’operazionedirestylingdella curvadell’Irpef sono proprio loro, i lavoratorisenzacarichifamiliari.Tenendo conto anche degli aumenti
dei contributi sociali a carico dei
lavoratori dipendenti e autonomi, nonchè degli effetti del drenaggio fiscale (cioè di quell’aumento dell’imposta che deriva
dall’inflazione), tra il 2006 e il
2007 , in assenza di carichi familiari, il peso del fisco si riduce solo per i lavoratori dipendenti
con redditi compresi fra i 9mila
e i 15mila euro, cioè per chi si trova poco al di sopra della fascia
di povertà. Per tutti gli altri sin-
gle c’è un aggravio. Bankitalia
prende ad esempio un lavoratore senza familiari a carico, dipendente dell’industria, che nel
2005potevacontaresu unaretribuzione lorda media pari a
23.100euro.Conlanuovastruttura dell’Irpef questo lavoratore
può contare su un risparmio di
imposta di circa 60 euro l’anno.
Ma se si tiene conto dell’aumentodeicontributi sociali,l’aumento scende a circa 10 euro annui.
Se poi si tiene conto anche del fiscal drag, l’effetto complessivo è
un aggravio dell’imposta di circa120 euro. Più fortunato, pereffetto degli assegni familiari , il
collega che guadagna la stessa
retribuzione ma ha moglie e due
figli a carico: per lui il peso delle
tasse si riduce di 230 euro l’anno
4
Il Sole-24 Ore
Venerdì 13 Ottobre 2006 - N. 277
In primo piano
LaFinanziaria2007
La ripresa. «Siamo in una fase promettente»
Successioni, sì alla tassa sui grandi patrimoni
LA STRATEGIA DEL GOVERNO
Affitti. Possibile l’aliquota unica al 20% ma
se non si fanno controlli a rischio 1-2 miliardi
Il fronte fiscale
IL CONTRASTO ALL’EVASIONE - I CONTROLLI
Grandi imprese
Revisione fiscale
ogni anno per tutti
i tributi
10.000 soggetti
con ricavi sopra
i 25 milioni di euro
Medie società
Accertamenti
ogni due anni
25.000 soggetti
con ricavi da 7,5
a 25 milioni di euro
Pmi e lavoro
autonomo
Accertamento
in base agli studi
di settore aggiornati
ogni tre anni
Oltre 4 milioni
di soggetti con
ricavi fino a 7,5
milioni di euro
COMPOSIZIONE DELLE ENTRATE TRIBUTARIE NEI 15 PAESI DELL’UNIONE EUROPEA
In percentuale del Pil
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
Bel.
Dan.
Ger.
Gre.
«Il 90% pagherà meno tasse»
ROMA
L’evasionefiscaleecontributiva, alimentata dalla politica dei
condoni condotta nella scorsa legislatura, ha assunto i contorni di
una vera emergenza nazionale,
conoltre200miliardidivaloreaggiunto su cui non si pagano imposte «con evidenti conseguenze
sul gettito». Vi sono «Province e
settori in cui i tassi di irregolarità
superanoil50%el’entitàdell’evasione è perfino superiore alla baseimponibiledichiarata».L’impegno del Governo è che «nella misuraeairitmicompatibiliconl’ag-
LOTTA ALL’ELUSIONE
Il viceministro: con i condoni
circa 200 miliardi di valore
aggiunto non conoscono
imposta. In alcune province
tasso di irregolarità al 50%
giustamentodellafinanzapubblica», i frutti della lotta all’evasione
verrannorestituitiaicittadiniealle imprese.
Convocati per un’audizione
dalle commissioni Finanze di Camera e Senato, il ministro
dell’Economia, Tommaso PadoaSchioppaeilviceministrocondelegaalfisco,VincenzoVisco,hanno delineato nel dettaglio la strategia che il Governo intende porreinesseresulfrontefiscale.L’aliquota del 20% sulle rendite finanziarie si applicherà «a tutti e soli i
redditi maturati successivamentealladatadientratainvigoredella nuova disciplina», e già con un
emendamentoallaFinanziariapo-
bile omogenea la disciplina
dell’accertamento per le diverse
imposte (per questo aspetto specifico, è in arrivo una delega).
Viscoèperò il primo a rendersi
conto che per abbattere l’evasione e l’elusione fiscale non è sufficienteaffidarsisolo«allaviafiscale». Occorre abbassare sensibilmente le aliquote, varare riforme
strutturalicheconsentanoalleimprese «di competere nella legalità». Quanto all’imposta sulle successioni e donazioni, si è scelta
per ora la strada della rimodulazione delle imposte sui trasferimenti immobiliari. Modifiche sono già state annunciate al decreto, con l’introduzione di una vera
e propria tassa di successione sui
grandi patrimoni e con l’innalzamentodellafranchigia.In ognicaso — stando ai calcoli di Visco —
già ora, con le mdofiche introdotte l’inasprimento del prelievo
scatta «solo per i grandissimi patrimonieperglieredichenonsiano parenti prossimi».
Con la Finanziaria il Governo
riduce le tasse al 90% degli italiani, ha aggiunto Padoa-Schioppa.
Nessun«grandeFratello»,masolol’intentodifarfunzionareicontrolli «come avviene in altri Paesi». Quanto all’uso del conflitto
d’interessi, se fosse lo strumento
principe, «comporterebbe una
complicazione degli obblighi per
i contribuenti. Diventerebbe una
speciediagentedelfisco».Icalcoli di Visco sull’impatto netto degli
interventitributaricontenutinellamanovraaumenterannolapressione fiscale «di circa 0,2 punti
percentuali di Pil nel 2007» e sarannoseguitida«unleggeroalleggerimento per il 2008 e i 2009.
REGIONI
Torna al 25% il tetto
per gli investimenti
Sedici milioni di famiglie
trarranno vantaggio dalla manovra finanziaria del Governo. Saranno invece 4,8 milioni
le famiglie danneggiate. Le prime godranno di 263 À in media
all’anno in più; le seconde dovranno fare a meno di circa
400 À. È il conteggio che il presidente dell’Istat, Luigi Biggeri, ha illustrato ieri alle commissioni Bilancio di Camera e
Senato.
Con le misure della Finanziaria, ha proseguito Biggeri, «si ridurrebbelapovertàrelativa,gra-
CENTO EURO IN PIÙ
Per i nuclei più poveri
l’aumento del reddito
disponibile sarà dello 0,8%,
per le famiglie intermedie
incremento superiore all’1%
re all’1 per cento». L’aumento
medio complessivo del reddito
sarà di circa 100 À annui. A causa però di alcuni dettagli tecnici,
numerosefamigliearedditomedio-basso verrebbero colpite
dalla manovra, e un milione di
nuclei del decimo più povero
non trarrebbe benefici a causa
di condizioni di nullatenenza.
«Dopo un momentaneo aumento dell’incertezza a inizio
estate», i segnali più recenti
dell’attività produttiva, ha spiegato il presidente dell’Istat,
«sembranoindicarechelaripresa economica poggia su basi ab-
Ministro e vice. Tommaso Padoa-Schioppa e Vincenzo Visco
bastanza solide», avvicinando
l’Italia agli altri Paesi europei.
Restalaframmentazionedeltessutoproduttivo.Lemicroimprese (meno di 10 addetti) sono 4,2
milioni, pari al 94,9% del totale.
Un dato da tener presente
nell’ipotesi, di cui si parla, di
esentarequeste impresedaltrasferimento del Tfr all’Inps. Esse
occupano il 47,8% degli addetti
(ovvero 16 milioni), rappresentano il 28,5% del fatturato e il
31,6% del valore aggiunto.
All’opposto, le imprese con più
di 250 addetti sono appena
3.199. La dimensione media
dell’impresa italiana è di 3,8 addetti.
Secondo Biggeri, la norma
che dispone il trasferimento
del Tfr a un apposito fondo
dell’Inpsè in regola con i principicontabili europei. Il fondonegativo che l’accompagna, e che
bloccaoltre 5miliardi diinvestimenti a garanzia della regolarità dell’operazione, non dovrebbe dunque essere attivato. Il
Tfr, se è debito per l’azienda
verso il lavoratore, di cui rappresenta retribuzione differita,
non lo è per l’aggregato delle
pubbliche Amministrazioni
quando entra nel circuito della
previdenzaobbligatoria. Diventa,anzi, secondoil manualecontabile europeo, proprietà
dell’Inps. Rappresenta dunque
a tutti gli effetti un’entrata e
può finanziare altre spese.
Studio Ceis-Dexia sulla finanza locale
La dinamica della spesa
pubblica «non è affatto sotto
controllo» e la spesa sanitaria
rischia di raggiungere nel 2008
un deficit tendenziale pari a 7,2
miliardi di euro. I vincoli del
Patto di stabilità interno sulla
spesa locale, sia pur se rispettati ampiamente dagli enti locali
territoriali,sonorisultatiinadeguati perché non hanno corretto le tendenze di lungo periodo
rendendo poco significativo il
contributo delle amministrazioni locali al processo di rientroda deficit eccessivo. Oltre ai
tagli alla spesa pubblica, la stra-
da per il risanamento dei conti
pubblici deve passare anche
per la via delle riforme strutturali per rilanciare il reddito, la
competitività e la crescita della
produzione in un Paese ancora
fortementeafflittodalcorporativismo.
Sono questi gli allarmi e le
proposte lanciate ieri da uno
studiosullafinanzapubblicalocale del Ceis (Centro studi
dell’Università Tor Vergata di
Roma) e Dexia Crediop, presentato in occasione del 7˚ incontrofinanziariosull’Autonomia locale organizzato da
Dexia. «Gli enti locali soggetti
Le misure contenute nella
Finanziaria potrebbero
rivelarsi insufficienti per
evitare il doppio
declassamento del rating da
parte di Standard&Poor’s e
Fitch: eccessivo il peso sulle
entrate tributarie e la lotta
all’evasione, deludente l’entità
dei tagli come anche il ritorno
alle una tantum (Tfr). Rimane
pertanto un grosso rischio
sulla possibilità che l’Italia
venga retrocessa da una o da
entrambe le agenzie di rating
nel corso del mese di ottobre.
È quanto pronosticano gli
esperti strategist di Barclays
capital in un rapporto sulla
Finanziaria divulgato ieri
MAGISTRATURA
Stipendi delle toghe,
bocciato il taglio
La commissione Giustizia
della Camera ha bocciato i
tagli agli stipendi di magistrati,
docenti universitari, forze
armate e corpi di polizia
previsti in Finanziaria,
approvando un emendamento
che sopprime l’articolo 64. La
proposta di modifica,
sottoscritta da tutti i
capigruppo dell’Unione in
commissione, chiede di
cancellare la norma che
prevede la decurtazione del
50% degli emolumenti.
Lux.
Imposte dirette
Ola.
Aus.
Por.
Imposte indirette
Fin.
Sve.
Gbr.
Ue-15
Passo indietro
su scontrini
e ricevute fiscali
Gianluca Di Donfrancesco
Marco Mobili
ROMA
Passo indietro sugli scontrini fiscali. Rottamazione per i
ciclomotori.IlGovernohapresentato un primo pacchetto di
emendamenti al decreto legge
collegato alla Finanziaria 2007,
in attesa di mettere a punto le
correzionisullatassazionedelle successioni e sul super bollo
anti-Suv. Novità anche per le
auto aziendali.
La modifica di maggior impatto, per adesso, è quella che
allenta la stretta sugli scontrini. La chiusura dell’esercizio,
per un periodo compreso fra
tre giorni e un mese (da 15 giorni a due mesi nel testo originario del decreto), non scatta più
allaprimaviolazionedell’obbligo di fare lo scontrino, ma solo
dopo tre infrazioni in cinque
anni.Malachiusurasaràimmediata,escatteràancheseilcommerciante brucia tutto il bonus
in un solo giorno. Per importi
oltre i 50mila euro, la chiusura
va da uno a sei mesi.
La correzione soddisfa, ma
non del tutto, la maggioranza:
«Si poteva fare meglio — afferma la relatrice Laura Fincato
(Ulivo) — ma è già qualcosa».
L’Esecutivo punta poi ad
estendereaiciclomotoril’esenzione dal bollo per incentivare
l’acquisto di veicoli non inquinanti. L’agevolazione sarebbe
riconosciuta anche per l’acquisto di ciclomotori euro 3, in sostituzione di mezzi euro 0.
IlGovernosembrapoiintenzionatoarivederelastrettasulla deducibilità dei costi di acquisto ed esercizio dei veicoli
utilizzati dalleaziende, nonché
suifringebenefitperleautodate in uso "misto" ai dipendenti
(«IlSole-24Oredilunedì9ottobre). Con un emendamento al
comma 26 dell’articolo 7, infatti,si attendeilvialiberadell’Europa per una detraibilità
dell’Iva sulle auto aziendali in
misura ridotta. Non più al
100%comeprevistodallaVIdirettiva e imposto ora all’Italia
con la recente sentenza della
CortedigiustiziaUe.Percoprireglieffettidellapronuncia,stimati per il solo 2007 in oltre 5,2
miliardi, il Governo è intervenuto pesantemente sul fronte
delle imposte dirette e
sull’Irap, negando alle imprese
ladeducibilità deicosti,dimezzando quella per i professionisti e intervenendo sui mezzi in
uso promiscuo ai dipendenti.
Una manovra che coprirebbe
(con un surplus di 84 milioni
per il 2007) il gettito perso con
la detraibilità integrale
dell’Iva.
Se, dunque, l’Europa dovesse accordare all’Italia una detraibilità in misura ridotta (in
Germania ad esempio è al
50%),ilGovernopotrebbelimitare il recupero di gettito dal
comparto auto.
Tra le altre correzioni governative, c’è il rafforzamento
della stretta contro le frodi Iva
sull’acquisto intracomunitario di automobili e la precisazionedelle norme sull’ammor-
IL COLLEGATO
Negli emendamenti norme
più rigide sulle frodi Iva
L’incentivo alla rottamazione
dei mezzi inquinanti
si estende ai ciclomotori
tamento dei fabbricati. Infine,
ci potrebbe essere una proroga al 1˚gennaio 2007 del regime di reverse charge (si veda a
pagina 29).
Accanto alle correzioni
dell’Esecutivo c’è poi la pioggia di modifiche proposte dai
banchi parlamentari. L’accordo tentato nelle commissioni
Finanze e Bilancio della Camera(chestannoesaminandoildisegno di legge di conversione
del decreto), per limitare a 300
il numero degli emendamenti,
nonha tenutoe così nesono arrivati quasi 1.200. La scrematura comincerà lunedì, mentre
giovedìilprovvedimento sbarcheràinAssemblea.DovelaLega ha già annunciato di presentare altri 250 aggiustamenti.
E così i contorni del provvedimentosi fannosfocati.In ambito parlamentare, ad esempio, c’è l’ipotesi di tornare indietro sull’esenzione dal bollo
auto in caso di acquisto di auto
euro4.Non convincerebbe,infatti, la capacità della misura di
incentivare alla rottamazione
di mezzi inquinanti e all’acquisto di veicoli più ecologici, dato che comunque tutti i nuovi
modelli hanno motorizzazione euro 4 o 5.
Mentre Salvatore Rati (Idv)
ha annunciato emendamenti
per estendere le agevolazioni
fiscali alle auto alimentate a
Gpl e ad altri carburanti alternativi; per sopprimere la riduzione del regime agevolativo
per i beni strumentali dei professionisti; per limitare il super
bollo sui Suv solo ai modelli
«costosissimi».
Emergenza Sanità. Il Governo «affianca» la Regione
«Il patto di stabilità non frena la spesa»
ROMA
Il taglio non si tocca: 1,850
miliardi. Ma le Regioni
conquistano la certezza dello
sblocco degli investimenti col
ritorno al limite del 25% (dal
20%) dell’indebitamento sul
totale delle entrate e qualche
promessa sulle accise per la
benzina. Dopo avere bene
incassato sulla spesa sanitaria,
i governatori hanno
conquistato ieri dal Governo
altre promesse. Che saranno
messe nero su bianco con
emendamenti alla Finanziaria.
È su questa linea che ieri
Governo e Regioni hanno
deciso di procedere
nell’imminenza dei voti sulla
manovra. La stessa cifra delle
riduzioni di spesa da 1,850
miliardi, su cui
Padoa-Schioppa ha tenuto il
punto, è destinata ad
attenuarsi. Sopattutto con lo
sblocco di numerose partite
normative e di competenza su
questioni «concorrenti»: le
minori spese per le Regioni
dovrebbero ridursi di circa
300 milioni.
Rating Italia a rischio
declassamento
Vantaggi a 16 milioni di famiglie
zie all’uscita di circa 140mila nucleifamiliaridaquestacondizione». «Il decimo di famiglie più
povere vedrebbe aumentare il
reddito disponibile dello 0,8%;
quelle a reddito basso e mediobasso avrebbero un aumento
del reddito disponibile superio-
Ita.
BARCLAYS CAPITAL
Secondo il presidente dell’Istat con la manovra si ridurrà la «povertà relativa»
ROMA
Irl.
DallaFinanziaria
LAPRESSE
trebbe essere l’inserita l’aliquota
unica del 20% sugli affitti. «Se perònonsi mettemano a misure per
far emergere gli affitti in nero, il
risultato sarebbe una perdita di
circa1-2miliardi»,haprecisatoVisco.Per gliincapienti, ladetrazione dal reddito diventerà un bonus, e potrebbero essere in arrivo
altri sgravi per i redditi bassi. Per
l’Ires, si procederà «per quanto
possibile»allariduzione dellealiquotelegalieall’ampliamentodella base imponibile.
L’economia sembra entrata
«in una fase abbastanza promettente», ma la finanza pubblica —
ha esordito Padoa-Schioppa — è
ancora in una «situazione critica
cheostacolalacrescita,imponendo all’intera economia nazionale
unpesantefardello».Nonsaràvarato alcun condono — ha aggiunto Visco — e saranno potenziati i
controlli, nella consapevolezza
chel’importanzadell’azionediaccertamento «non consiste tanto
nelle maggiori entrate direttamente prodotte, quanto nei suoi
effetti sull’adempimento spontaneo». Per le grandi imprese, la revisione fiscale va condotta ogni
annopertuttiitributi,perleaziende di medie dimensioni gli accertamenti«sarannotendenzialmentefattiognidue anni», mentreper
lepiccoleimpreseeillavoroautonomo (oltre quattro milioni di
soggetti), l’accertamento dovrà
essere strumento «di deterrenza,
piuttostochedirecuperodiimposteevase,inducendoicontribuenti allo spontaneo adempimento
degli obblighi tributari». Gli studi
disettoresarannoresi«piùsofisticati e selettivi», e più in generale
silavoreràperrendereilpiùpossi-
Fra.
BREVI
Padoa-Schioppa e Visco: sulle rendite il 20% solo per il futuro
Dino Pesole
Spa.
al Patto di stabilità interno
(Psi) hanno dimostrato ottima
capacità di rispettare le regole,
specialmente nel 2003-2004»
si legge nella relazione. La percentuale di Comuni che rispettano il Patto è costante, pari a
circail96% deltotale;menocostanti ma sempre in linea con il
Psi le Province, che lo hanno rispettato all’89 per cento. Analizzando la spesa corrente degli enti locali è stato tuttavia rilevatochesonoaumentatimaggiormente gli acquisti di beni e
servizisul mercato edeiconsumi intermedi.
Tornando a battere sul tasto
del contenimento della spesa
sanitaria, il rapporto CeisDexia ricorda come il tasso di
crescita dei costi della sanità
nel quadrienno 2002-2005 abbiaregistratouna mediaannuale pari al 5,7 per cento. «Si tratta
di dati che destano seria preoccupazione a fronte di un finanziamento in crescita del solo
2%», ammonisce lo studio secondo il quale il deficit tendenziale della spesa sanitaria rischia di raggiungere quota 7,2
miliardi di euro nel 2008. La
presenza di tali deficit «imporrà alle regioni di pensare dei
programmi di rientro che do-
vranno essere basati su un mix
di maggiori tasse e minori spese». Per quanto riguarda poi il
quadro delle previsioni, il rapporto prevede una crescita del
Pil al di sotto del 2% nel quadriennio 2007-2010: e aggiunge
che il miglioramento dei conti
pubblici per il 2006 è dovuto
«all’andamento eccezionalmente positivo delle entrate».
Ieri intanto l’Eurispes ha ricordato che il debito delle amministrazioni locali è cresciuto
del122% tra il 2000 e il 2005 passando da 39 a 87 miliardi di euro. Il peso delle amministrazioni locali sul debito pubblico è
cresciuto dal 3,4% del 2002 al
5,8% del 2005 con un aumento
del 70 per cento.
I. B.
Campania, arrivano
i tecnici dei ministeri
IlGoverno staper «affiancare»laCampania-inviandotecnicisiadell’Economia che dellaSalute - per aiutarla a superare la
gravissimasituazionedelsuodeficit sanitario, sia finanziario che
gestionale.
Dopo la multa di luglio (super
addizionali fiscali) con commissariamento ad acta ad opera del
governatore, Antonio Bassolino,
Economia e Regione stanno per
raggiungere l’accordo sul piano
di rientro dal mega disavanzo (1,1
miliardi nel 2005 e in totale 2 miliardicompresigliarretrati)messo a punto dalla Campania. L’ac-
cordo - il primo sottoscritto tra
le Regioni fuori regola nei conti sarà siglato con ogni probabilità
entro la prossima settimana.
Per legge, e secondo le intese
sottoscritte con le Regioni, scatterà un preciso piano d’azione
che tecnicamente si chiama «affiancamento», una sorta di semi
commissariamento. Tecnici
dell’Economia e della Salute,
ma anche del coordinamento
delle Regioni, si affiancheranno
a un nucleo locale col compito
di controllare e verificare la corretta e totale applicazione del
piano della Regione. Allo stesso
tempo, i principali provvedimenti saranno verificati "a Roma" prima di essere varati dalla
Regione. La Campania dovrà anche affidarsi al «partenariato»
per avere collaborazione da altre Regioni, sui singoli interventi in cui in questi anni si siano rivelate più attrezzate.
IlpianodellaCampaniaprevede l’azzeramento del debito entroil 2009.Gli interventisono oltretrenta:daitettidi spesaallarimodulazione delle tariffe, gli acquisti di beni e servizi e il dimagrimento degli ospedali, la pulizia delle ricette mediche e il tagliodei particesarei.Inprogramma anche l’apertura «ulteriore»
al pubblico delle farmacie ospedaliere e distrettuali.
R. Tu.