2 Il Sole-24 Ore Venerdì 13 Ottobre 2006 - N. 277 In primo piano LaFinanziaria2007 La «missione». Manca la prospettiva per l’Italia, non c’è un focus sulla crescita LA POSIZIONE DELLE IMPRESE Padoa-Schioppa. «C’è stato un confronto duro, serrato, sempre nel rispetto reciproco» «Tfr, strano il silenzio sindacale» Montezemolo: non dicono nulla sul salario differito - «Siamo distanti dal ministro» Parte dal decreto la nuova strategia del voto di fiducia ANSA Alfredo Sessa HELSINKI. Dal nostro inviato Ribadisce «l’assoluta distanza» delle posizioni di Confindustria rispetto a quelle espresse dal ministro Tommaso Padoa-Schioppa sulla questionedel Tfr. Si chiededove sianoi sindacati,rivelatisi «silenziosi o timidi» su un problema che riguarda le liquidazioni, «cioè denaro dei lavoratori». E sottolinea,d’accordocon Ciampi, che l’Italia ha bisogno di darsi «una missione», quella della crescita, per poter competere nel mondo. Luca Cordero di Montezemolo, a Helsinki per partecipare al settimo business summit Unione europea-India, parte dalla recente storia economica della Finlandia per riallacciarsi alle vicende della dura contrapposizione Governo-Confindustria sul Tfr. «La Finlandia — osserva Montezemolo — ha fatto tre scelte di fondo: ricerca e innovazione a 360 gradi, grande dialogo Governo-imprese-sindacati, e tassazione sulle imprese che è più o meno la metà di quella italiana. È vero che la tassazione sulle persone è elevata, ma è compensata da servizi adeguati e da infrastrutture. Il risultato è che la Finlandia nell’ultimo decennio ha avuto una crescita doppia rispetto alla nostra». La Finlandia, come altri Paesi europei, ha la missione della crescita, l’Italia, secondo il presidente di Confindustria, ancora no. «Dobbiamo recuperare unospirito che individui lamissione della crescita, che porti questo Paese nel mondo dopo averlo portato in Europa — dice Montezemolo — ma onestamente in questa Finanziaria, lo dico col massimo rispetto, non vedo un vero focus sulla crescita. Questo lo dobbiamo dire». Esita, non vorrebbe scenderenellatrinceadelle contrapposizioni italiane, soprattutto dopo avere incassato gli elogi del commissario europeo al Commercio, Peter Mandelson, e del ministro dell’Industria indiano, Kamal Nath, per il ruolo che l’Italia e Confindustria hanno svolto per favorire l’avvio delle trattativesull’accordocommerciale Unione europea-India, ma poi Montezemolo ritorna sull’argomento: «Io non credo che noi dobbiamo aggiungere niente in quello che abbiamo detto dopo la giunta, dopo il direttivo, dopo quello che ho detto a Capri. Mi sembra chiaro che bisogna cercare di trovare una soluzione su questo Tfr, che è un atto forzoso, e congela unaprevidenzaintegrativa,tipicadeiPaesimoderni. Sonosemprepiù stupito del silenzioin alcuni casi, della timidezza in altri casi, del sindacato, perché dobbiamo dire una cosa chiara: qui si tratta di denaro che le imprese gestiscono, ma non di denaro delle imprese: di denaro dei lavoratori. Si chiama salario differito, e una delle cose più preoccupanti è che si toglie ai lavoratori la scelta su cosa fare del proprio denaro. Su tante vicendehosentito il sindacatoassumere posizioni molto dure. Su questa vicenda, invece, li ho sentiti molto distanti». Il confronto è ancora aperto a possibili soluzioni. «Sul Tfr abbiamo posizioni assolutamete distanti — ribadisce Montezemolo —. Vediamo se è possibile trovare una soluzione. Sentiremo le proposte del ministro, col quale c’è stato un incontro anche duro, ma serrato, nel rispetto reciproco. Che ci siano valutazioni distanti sulla finanziaria nel senso di vere riforme, di vero focus a 360 gradi sulla crescita e di veri tagli su tutte le spese inutili e improduttive, così come ci aspettavmo dalle indiazioni del Dpef, l’abbiamo detto e ripetuto. Si è aperto un confronto, vediamo cosa ne scaturirà». «Nella finanziaria - dice Roberto Colaninno, ad di Piaggio, anche lui a Helsinki per il summit Ue-India - vedo due aspetti importanti, come la riduzione del debito e del cuneo fiscale, però ci sono anche misure che riducono la flessibilità. Il Tfr è importante, il cuneo lo è di più». IL VALORE DEL TFR ROMA 300 milioni Il costo del Tfr È il costo del traferimento del 50% del Tfr inoptato al fondo Inps nelle valutazioni del Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi. A fronte di questo costo, il beneficio derivante dallo sgravio dell’Irap è pari a 4,7 miliardi. Ma questo è il valore aggregato. All’interno delle imprese — ha spiegato ieri Draghi — «c’è un 20% e che questi sgravi li vede e un 80% che questi sgravi li vede molto meno». 200 miliardi Industriali. Il presidente della Confederazione, Luca Cordero di Montezemolo Costruttori. Giudizio negativo sul decreto fiscale Ance apprezza i fondi alle opere ROMA Soddisfazioneper«l’importanteincremento»deglistanziamentidestinatialle infrastrutture, preoccupazione per il legame fra questi stanziamenti e le misure sulTfr, netta contrarietà perle disposizioni «penalizzanti se non addirittura punitive» contenute nel decreto legge Visco varato a luglio. Sono queste le valutazioni dei costruttori dell’Ance che ieri hanno esposto la propria posizione sulla manovra nell’audizione presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. Il neopresidente Paolo Buzzetti ha espresso forti perplessità, in particolare, sulle misure relative a fisco e lavoro e ha denunciato l’assenza di politiche organiche per le città e di risorse per la casa. «Se da un lato va apprezzato l’impegno del Governo per gli investimenti infrastrutturali attraverso un importante incrementodeglistanziamenti-haaffermato Buzzetti - dall’altro la manovra contiene disposizioni che assumono carattere e finalità penalizzanti se non addirittura punitive per le imprese di costruzioni fino al punto di minacciarnel’operativitàedivanificarediconseguenzalostesso sforzo compiuto dal Governo nel campo degli stanziamenti». Fra le disposizioni che sollevano maggiori preoccupazioni lanormachefariferimentoalvaloredimercatodeibeniimmobiliari ai fini tributari, la norma che stabilisce l’obbligo dell’appaltatore di versare l’Iva dovuta daisubappaltatori,la normache Il titolare dell’Economia incontra l’Assolombarda - Martedì la Consulta straordinaria Cresce la delusione per il Governo Massimo Mascini ROMA È la delusione il sentimento più forte che anima la base degli industriali. Delusione verso il Governo in generale, che aveva fatto sperare in una politica economica diversa, coraggiosa. E delusione verso Tommaso Padoa-Schioppa, che tutti avevano salutato come l’uomo in grado di dare il segno giusto ai provvedimenti di Governo e invece gli industriali ritengono si stia rivelando assai diverso rispetto alle INTERVISTA aspettative. Martedì la Consulta straordinaria vedrà una Confindustria pronta a lottare, ma soprattuttounita, moltounita. Tutti approvano le decisioni della presidenza,tuttisiritrovanonelle decise prese di posizione di questi giorni. Sul Tfr nessuno è pronto a cedere di un passo, ma non è questo il terreno sul quale si appuntano le critiche e dal quale nasce la delusione. Dispiace che questoGovernononabbiasaputofarequel saltodi qualitàcheera in- CesareDamiano vece indispensabile. «Ci abbiamo creduto tutti sulla riduzione del cuneo — afferma Anna Maria Artoni, presidente di Confindustria Emilia — un provvedimentoimportante, strutturale,il primoafavoredellacompetitività delle imprese, ne riconosciamo il valore. Ma non basta, questa politica va continuata, non si può avere un giorno un segnale preciso, quello dopo un altro in controtendenza». Nessuno chiede favori, privilegi. «Vogliamo solo — dice la Artoni — che si consolidi quel clima di fiducia che si era creato neiprimigiorni diGoverno,perchésec’èlafiduciatuttosirimetteingioco.Noivogliamoprodurre ricchezza e chiediamo al Governo di consentircelo». Questa mattina Padoa-Schioppa va in Assolombarda e tutti sperano in un chiarimento, ma la meraviglia per quanto è accaduto è forte. Giuseppe Fontana, il presidente degli industriali lombardi è sbigottito. «Avevamo condiviso le linee portanti del Dpef — condiziona il pagamento delle imprese appaltatrici alla verifica estremamente complessa dell’inesistenzadicartelletributarie non definite, l’aumento dell’imposizione fiscale sui trasferimenti immobiliari. Negativa anche la valutazione per il «forte ridimensionamento» delle agevolazioni sulle ristrutturazioni edilizie e l’assenza di misure di rafforzamentodel partenariatopubblico-privato. «L’Ance si augura vivamente - ha detto Buzzetti - che Governo e Parlamento prendano atto della necessità di importanti correttivi alla manovra finanziariaalloscopo dinoncomprometterequel ruolodel settore che lo stesso Governo ritiene decisivoper losviluppoel’occupazione». ricorda — il decreto Bersani sembrava andare nella direzione giusta, poi è finito tutto. Il taglio alla spesa improduttiva che ci era stato promesso è svanito, quel baratto tra cuneo e Tfr cui si è alluso è quanto meno avvilente, speriamo solo che si tratti di una boutade». Non si aspetta una Confindustria più rigida, Fontana, ma nemmeno più morbida. «Deve essere determinata — dice — questo sì, ed è quanto sta facendo con forza il nostro presidente.Glidovrebberodarepiùascolto. Il patto per la produttività che ha proposto è una cosa importante,utile,ma le rispostesonostatetutte deludenti.E,delresto, dal Governo non è venuta nemmeno una parola». IMAGOECONOMICA ROMA «Il problema della posizione più debole delle piccole imprese nel mercato finanziario non può essere ignorato». Il ministro del Lavoro,CesareDamiano,conferma che la misura sul passaggio del 50% del Tfr inoptato ad un fondo Inps va migliorata, ma difende l’operazione: «Comporta moltipiù vantaggi checostiper le imprese». Sui correttivi però non si sbilancia. Anche se fa notare che oltre alle ipotesi del "tetto" di esenzione e del Fondo di garanzia c’è anche quella di destinare lecompensazionigiàprevistedalla Finanziaria, circa 500 milioni per il 2008 e altrettanti per il 2009, «prevalentemente o esclusivamente alle piccole aziende». Signor ministro, la partita sul Il ritardo della riforma Secondo il presidente dell’Abi, Corrado Faissola, il ritardo nell’attivazione della previdenza complementare ha sottratto risorse per 200 miliardi. La cifra è riferita a quello che si sarebbe accumulato nel corso degli ultimi 10-12 anni versando il Tfr e grazie al risparmio previdenziale individuale aggiuntivo. Secondo Faissola questo ritardo ha indebolito la prospettiva di «creare in tempi rapidi un robusto segmento di veri investitori istituzionali italiani». 50% Contributi sociali Il presidente dell’Istat, Luigi Biggeri, ha spiegato che il trasferimento del 50% del tfr inoptato a un fondo Inps impatta sul deficit. Infatti, ha spiegato Biggeri, «trattandosi di contributi sociali che vanno nelle casse dello Stato», queste risorse rappresentano una fonte di entrata che, se destinata «per interventi allo sviluppo», sarà classificata come spese dello Stato e «impatterà sull’indebitamento netto». Sullagraticolacisononaturalmentelepiccoleimprese.Maanchelemedie,comericorda FrancoTasca,ilpresidentedeipiccoli industriali di Torino. «Quelle imprese che devono sostenere il peso maggiore della ripresa, tuttasullelorospalle, masenzaavere la struttura in grado di far vincere la sfida». Aziende in mezzo alguado,insiste,echeinvecedovrebbero essere aiutate. Ma in fondo all’anima di tutti gli imprenditori c’è sempre il Tfr: «il nostro articolo 18», come plasticamentesiè espressoun piccolo industriale a Capri la settimana scorsa. Ma Tasca fa conti precisi. «Io dovrei dare all’Inps per il Tfr il 4% del monte salari, con il cuneo mi ridanno il 3%. Dov’è la convenienza»? Il Governo si prepara alla fiducia sul decreto fiscale. La decisione non è stata ancora presa ma, ieri, di fronte a quasi 1.200 emendamenti e ai tempi strettisembrava l’unica strada per evitare un ingorgo parlamentare. Dunque, il calendario della Camera — dove deve cominciareanche l’esamedella Finanziaria — suggerisce l’opzione della fiducia ma non è l’unica ragione. Il muro contromurotramaggioranzaeopposizione è ormai evidente e i giochi, come dicono nella Cdl, sono ormai scritti e rigidi. Nonc’èpiù spazioperdialogare e questo era vero soprattutto ieri dopo il via libera del Consiglio dei ministri alla riformaGentiloni sulsistemate- CHIUSA LA VIA BIPARTISAN Berlusconi: «La manovra è la via fiscale al regime» Salta il tavolo dei «volenterosi» - Fassino: le modifiche si fanno in Aula levisivo. È stato come accendere un’altra miccia in casa dell’opposizione. ESilvioBerlusconisel’èpresa di nuovo con la manovra. Ha parlato di «via fiscale al regime»,di«democraziainpericolo»tenutaostaggiodiuna sinistra«chenonhaunamaggioranza legittima». Certo, era in campagna elettorale — in MolisedovesivoteràperilGovernatore — ma l’aria di scontro oltre che in piazza resta anche in Parlamento. Una battaglia che continua a vedere la Cdl in ordine sparso: ieri era la Lega ad andare per conto proprio presentando emendamenti "lumbard" al decreto. «La Cdl non c’è più», diceva Roberto Maroni rimproverando a Silvio Berlusconi «la rincorsa all’Udc» e gridando «viva la piazza». A Forza Italia però sminuiscono e confermano che l’alleanza tra il Senatur e il leader della Cdl è «solida». È in piazza che ieri la Cdl ha ritrovato una sua compattezza manifestando con i professionisti contro la Finanziaria. E questo fatto induce all’ottimismo. «Faremo pochi emendamenti di bandiera», spiega Maurizio Sacconi, senatore azzurro che si aspetta «una maggioranza chiusa a riccio che metterà voti di fiducia a raffica». E infatti l’Unione sta lavorandoalsuointernoperarrivare compatta a emendamenti condivisi sul decreto fiscale (si veda il servizio a pagina 4). Continuanoleriunioni dicapigruppo—ieri ètoccatoall’Ulivo — proprio in preparazione di una "blindatura" della maggioranza in vista del doppio esame parlamentare della Fi- nanziaria e del decreto. Ma è un gioco tutto interno all’Unione che lascia pochi margini anche all’Udc di Pier Ferdinando Casini e alle sue aperture. E così è finito il tavolo dei volenterosi di Daniele Capezzone. È stata la conferma che Romano Prodi — ora — vuole serrare i ranghi dell’Unione in vista della Finanziaria. L’iniziativa di Capezzone ha scatenato una bagarre nella sinistraradicale — che lo habollato come un’opera «di guastatori» o come «dannoso e destabilizzante» — ma è l’Ulivo chehaspezzatoil filodeldialogo. «Le modifiche si fanno in Parlamento»,hadetto ieri Piero Fassino quando già il tavolo non c’era più. Ieri la conferenza stampa di Daniele Capezzone e Paolo Messa, dopo l’abbandono degli esponenti di maggioranza, certificava la finedi un tentativo. «Qualcuno pensava di dover constatare la solitudine dei volonterosi, siamo invece qui a constatare la solitudine diRomanoProdiedella suaFinanziaria dopo le parole di Carlo Azeglio Ciampi e quelle diMarioDraghi»,diceva illeader dei Radicali. Dopo l’addio diRenzoLusettidellaMargherita, Capezzone aveva parlato diun«diktat»dell’Ulivosmentito però dal capogruppo alla Camera Dario Franceschini ma anche da chi quel «niet» dovrebbe averlo subito. «Non ho avuto nessun ordine dal mio gruppo — ha precisato AntonioPolitodellaMargherita spiegando il suo abbandono — ma mi risulta impossibile continuare in un dialogo dopo aver letto ciò che Berlusconi e Bondi hanno dichiarato a proposito del Ddl Gentiloni sulla Tv». Insomma, fine delle trasmissioni bipartisan. Lunedì, Franceschini e la vice-capogruppo dell’Ulivo Marina Sereniriuniranno di nuovo i parlamentariperchiuderel’accordo sugli emendamenti al decreto e serrare i ranghi. IL TENTATIVO La nascita del tavolo Il«tavolodeivolenterosi»è natosuiniziativadeldeputato dellaRnpDanieleCapezzonee deldirettoredi«Formiche» (rivistavicinaalleposizionidi MarcoFollini)permetterea puntomodifichebipartisanalla Finanziaria.Vihannoaderito parlamentaridientrambigli schieramenti Il tramonto dell’iniziativa Controiltavolosièschieratoil premier.«IlGovernohalasua Finanziaria»hatagliatocorto RomanoProdilasciando intenderedinonaverebisogno dell’aiutodiuntavolobipartisan. Contrarioall’iniziativaFassino, moltiesponentidiFielaLega MinistrodelLavoro «La dote di 500 milioni tutta alle Pmi» Marco Rogari Lina Palmerini Tfrnonsisblocca.Lei neigiorni scorsi ha annunciato l’apertura di una tavolo sulla previdenza integrativa. Sarà questo il vero tentativo per trovare una via d’uscita? Confermo che sarà aperto un tavolo con le parti sociali sulla previdenza complementare, perché la prevista partenza della campagna di informazione dal 1˚ gennaio 2007 richiede la definizione immediata dei passi da compiere per realizzarla. Il mio obiettivo è il pieno decollo dei fondi pensione nel settore privato e in quello pubblico. Ma mi auguro che il problema del Tfr venga risolto prima. Le imprese sono preoccupate e l’opposizione grida all’esproprio proletario. Come Lavoro. Cesare Damiano risponde? Anzituttoèsbagliatofareparagoni che tendono a dimostrare che le imprese, ricevendo a regimedal 2008quasi 6miliardi di incentivi, e lascerebbero sul terreno altrettanti miliardi a causa del trasferimento del Tfr. Nel primo caso i 6 miliardi sono una quantità di risorse che arriva davvero, nel secondo caso dobbiamo fare riferimento al costo del reperimento di una quota di 6 miliardi sul mercato finanziario. Che cosa vuol dire? Oggi le imprese pagano il Tfr, che è una forma di autofinanziamento, tre punti. Poniamo che il costo sul mercato finanziario sia tre volte tanto: la differenza è di seipunti,che,applicatiai6miliardi, equivalgono a 360 milioni di costo. Aggiungo che è già previsto in Finanziaria che nel 2008 e nel 2009 le imprese beneficino per il trasferimento del Tfr inoptato di una contropartita pari a 500 milioni l’anno. Questi conti dimostranocheilrapportotracosti e ricavi è di uno a quasi venti. InognicasolaFinanziariatrascura l’impatto dell’operazione Tfr sulle Pmi... Sicuramente c’è un aspetto «Entro marzo 2007 metteremo a punto i ritocchi alla riforma della previdenza» «A breve le linee guida su tetti e causali di utilizzo dei contratti a tempo determinato» che va colto ed è la posizione più debole delle piccole imprese nel mercato finanziario. Una piccola impresa ha due svantaggi: il primo è la difficoltà ad accedere al credito, l’altro è il maggior costo nel caso di accesso. Questo è un problema che non può essere ignorato e al quale si possono dare risposte. Siamo ai correttivi. Qual è la strada preferibile tra "tetto" di esenzione e Fondo di garanzia? C’è chi parla di un "tetto" di esenzione, oppure di un fondo di garanzia ad hoc per le piccole imprese, ma c’è anche chi fa riferimento ad un utilizzo di quelle risorse compensative già previste dalla Finanziaria maggiormente, o esclusivamente, indirizzato alle piccole imprese. I 500 milioni l’anno per il biennio 2008-2009 dovrebbero insomma essere in toto, oquasi, destinati alle Pmi... I politici devono individuare i problemi,letecnicheperrisolverli possono essere le più diverse: il confronto con le parti sociali aiuta a trovare la soluzione migliore. L’ex ministro Maroni ha detto che sarebbe pronto a votare il ripristino di un Fondo di garanzia automatico... Se è una norma buona che soddisfa tutti, ben venga anche il voto di Maroni. Ma per quanto riguardail Fondodi garanzia, èevidente che alla luce di quanto successo in passato andrà individuataunasoluzione cheevitiqualsiasi contestazione in sede Ue. Proprio dalla Ue ariva un nuovo allarme sull’invecchiamento della popolazione. Saranno davvero pronti entro marzo 2007 i ritocchi alle pensioni? L’obiettivo per la revisione è fine marzo 2007. Anche in Italia registriamo positivamente che si vive più a lungo e di questo il sistema pensionistico dovrà tenere conto. L’opposizione afferma che la Finanziaria contiene un nuovo condono previdenziale. Sono possibili correttivi? Nonc’ènessuncondonoprevidenziale. Quello che mi stupisce è che il re dei condoni tombali, l’on. Tremonti, apra una polemica che sa benissimo essere destituitadi qualsiasifondamento, anziché preoccuparsi di un problema reale che coinvolge il Paese: 4 milioni di lavoratori in nero, il 18%delPilchesfuggeadognicontrollo.Sivuolesoloportareallaluce quello cheè sommerso. E tutto in un contesto di interventi rilevanti a vasto raggio. Quali? Il cuneo fiscale per le imprese è collegato al tempo di lavoro indeterminato.Sièintrodotto,inoltre, il documento unico di regolarità contributiva, l’obbligo della comunicazione il giorno prima dell’assunzione dei lavoratori, l’utilizzo degli indici di congruità.Eabreveproporròallepartisocialilineeguida perlaridefinizionedelleregole sulcontratto atermine per quanto riguarda causali e tetti di utilizzo. Il Sole-24 Ore Venerdì 13 Ottobre 2006 - N. 277 In primo piano LaFinanziaria2007 Giusta direzione. «Bene sui saldi, perseguita con decisione la strada del risanamento» LA POSIZIONE DI BANKITALIA 3 La critica. «Si punta troppo sulle entrate, la pressione crescerà di più di mezzo punto» Draghi: molte tasse, ora le riforme L’impatto della nuova Irpef sui single Con le liquidazioni all’Inps oneri aggiuntivi per il Tesoro - Rischio cassa per le Pmi ANSA Rossella Bocciarelli ROMA. Un apprezzamento al Governo per aver tenuto la rotta del deficit pubblico al di sotto del 3% nel 2007, ma anche tante perplessità sulla composizione della manovra correttiva. Una manovra che, in termini netti, «è affidata interamente ad aumenti delle entrate». Nella sua audizione sulla Finanziaria il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, è tornato a sottolineare che «è im- TEMPI STRETTI «Nel 2007 serviranno misure in grado di aumentare l’età effettiva di pensionamento» Bene su cuneo fiscale e patto di stabilità interno portante cogliere l’opportunità offertadallaripresaciclicadell’attività economica» per risanare i conti pubblici. Ma ha battuto a lungo anche sulla necessità, oramaiimprorogabile,dopotantianni di peggioramento dei saldi di bilancio dovuto per intero alla spesa pubblica, di riformare la spesacorrente.Acominciaredalla previdenza, terreno sul quale l’accordoper unariformadarealizzareall’iniziodel2007deveessere attuato. E, soprattutto, Draghi ha lasciato chiaramente trasparire il timore che la scelta di curareicontipubblicicontinuando a pigiare sul pedale del fisco possa alla lunga rivelarsi controproducente per lo sviluppo economico. «Occorre evitare che l’ampioricorsoamisurediprelievo influisca negativamente sugli incentivi e sulle aspettative degli operatorieconomici» ha scanditoilGovernatore. Su alcuni punti nevralgici, poi, Draghi non ha nascosto le sue preoccupazioni. È il caso, ad esempio,dellemisuresultrasferimento all’Inps del flusso del Tfr: l’interventosul trattamento di fine rapporto determina oneri futuri a carico del bilancio pubblico ha detto Draghi, sottolineando che esso «non deve essere di ostacoloallosviluppodellaprevidenza complementare». Quanto alle imprese, soprattutto per le Pmi determina «problemi di liquidità»anchese«èpraticamente trascurabile l’effeto del trasferimentodipartedellaliquidazionealfondoInps». Quanto all’intervento di ridisegno delle aliquote Irpef, secondo i calcoli di Bankitalia lo sgravioconcesso,almenonelcasodeisingle,riguardasoloiquasi-poveri. Unsostanzialediscoverde,invece,è stato datodal Governatore alla scelta di ridefinire il patto di stabilità interno puntando sul rispetto di un vincolo per il saldo di bilancio da parte degli enti locali. «Una struttura di governo decentrata— ha osservato il Governatore—puòconsentireguadagnidiefficienzasoloseviècorrispondenza fra la distribuzione delle responsabilità di spesa e quella delle responsabilità del suo finanziamento. Il disegno di legge finanziaria muove in questa direzione». Ma dal momento cheimeccanismicorrettiviautomatici previsti dal patto interno potranno condurre a un aumentodipressionefiscalealivellodecentrato «è opportuno che tale incrementotroviunacompensa- zione in una riduzione operata a livellocentrale».Okancheallariduzione del cuneo fiscale e allo sforzo per accrescere la dotazione di infrastrutture, misure che daranno un contributo al rilanciodellacrescita:nel2007questo effetto netto sulla crescita dovrebbe essere dello 0,3% del Pil. «Particolarmenteapprezzabile» sul versante tributario, secondo Bankitaliaèlariduzionedelricorsoaicondoni,l’impegnoacontrastare l’evasione , la riduzione dell’Irap. Restano, però, i timori: la realizzazione della manovra per il secondo anno comporterà unaumento delpeso delle entratesulPil:+0,8%nel2006,unaltro mezzopuntol’annoprossimo.In tal modo «la pressione fiscale si porterebbe in prossimità dei livellipiùelevatiregistratiinpassatodalnostroPaese».Inoltre«frequenticambiamentidellastruttura del sistema tributario accresconol’incertezza,coneffettinegativisull’attivitàeconomica». Nelcomplesso, spiegaDraghi, «la prevista riduzione di 14,3 miliardi del disavanzo è realizzata mediante aumenti netti delle entrate per 16,7 miliardi, a fronte di aumenti nette delle spese per 2,4 miliardi». La manovra 2007 «lascia sostanzialmente invariate nel 2007 le spese correnti rispetto agli andamenti tendenziali». PerquestoDraghisullaspesaraccomanda «che l’azione divenga più incisiva e sia estesa ad altri comparti». Bisogna quindi agire con rapidità. E all’inizio del 20007, al momento di riformare le regole previdenziali secondo l’accordoraggiuntoconisindacati, serviranno «misure in grado di aumentare l’età effettiva di pensionanmento». IL NODO TFR Cattivo affare per lo Stato I l Tfr è un prestito forzoso che lo Stato impone alle imprese e inpiùdal2008loStato dovràpagare su questo prestito un interesse superiore ai titoli di Stato, perchè,oltreal3percentodirivalutazione annua, dovrà versare anche la compensazione prevista per le imprese. Il Governatore spiega ai deputati che quando si fa un confronto di costo, si deve fare con quello dei titoli a brevedalmomento cheil tfrè immediatamente riscattabile. Quindi, osserva se prendiamo un bot a cinque anni che oggi rende il 3,8%,andiamo sicuramente aldi sopra di questo onere. Dunque, acquisendo il flusso della metà del Tfr "inoptato", lo Stato non fa un grande affare perchè risolve un problema di cassa il primo annoeportalamisuraa riduzione dell’indebitamento, ma in cambio si crea maggiori oneri in futuro quando, paradossalmente, costerebbe meno finanziarsi con i BoT. Draghi sottolinea che c’è però un aspetto positivo in questa operazione: «Il costo del tfr per le imprese è assolutamentetrascurabile,rispettoalbeneficio che hanno dallo sgravio dell’Irap. Parliamo di 300 milioni di costo a fronte di 4,7 miliardi di beneficio. Ma all’interno delle imprese — conclude — ci sono molte realtà diverse; ci sono un 20% di imprese che questi sgravi livedee un 80%che questi sgravi li vede molto meno». Pensioni integrative Conflitto d’interessi sui fondi di Orazio Carabini V enghino,signori,venghino. Benvenuti al grande circo della previdenza complementare made in Italy. Benvenutinelmondodellepensioni di scorta. Dove nulla è impossibile. E di certezza ce n’è una sola: domani le regole non saranno le stesse di oggi. Riepilogo delle puntate precedenti.A13 annidaiprimivagiti legislativi della previdenza complementare, nel novembre scorso il Governo mette a pun- LE ESIGENZE DI BILANCIO Il Tesoro dovrebbe spingere i lavoratori alla previdenza complementare ma così perderebbe parte degli introiti previsti I DUBBI SULL’INOPTATO Per lasciare i soldi in azienda il dipendente deve fare una scelta esplicita Con il silenzio-assenso rotta sul «secondo pilastro» to il decreto legislativo della svolta. Ci arriva dopo uno snervante processo concertativo, con i sindacati e le organizzazioni degli impenditori impegnate in un duro tiro alla fune. E dopo una tortuosa mediazione con le lobby perché questa volta le assicurazioni hanno deciso di giocare duro. E, ben sostenute dall’allora presidente del Consiglioe dai suoifedeli ministri, vogliono aggiudicarsi una fetta di torta. Risultato: si parte dal 1˚gennaio 2008. Il Tfr che il lavoratore dipendente matura ogni anno potrà essere impiegato come risparmio previdenziale. Il meccanismopartorito al termine della complessa mediazione è barocco. Funziona così. Il lavoratore ha due opzioni che "può" esercitare espressamente: lasciare il Tfr dell’anno nella sua azienda e continuare come se nulla fosse successo, oppure dirottarlo verso una forma di previdenza complementare (fondi pensione o polizze assicurative). Attenzione però: il decreto contempla anche l’ipotesi della "non opzione". Ovvero:checosasuccedeseillavoratore non esprime una preferenza? Ecco allora la procedura del silenzio-assenso:l’inoptato finisce nell’ordine al fondo pensione contrattuale del suo settore (se ce n’è uno), al fondo pensione della sua regione (se esiste) e infine al "fondo residuale" da costituire presso l’Inps. Quest’ultimo, peraltro, non è chiaro come dovrebbe funzionare. Secondo alcuni, sarebbe un fondo pensione vero e proprio, a capitalizzazione: il lavoratore dà i soldi, l’Inps li investe (ahi, ahi), quando il lavoratore va in pensione riceve indietro i soldi che ha versato e i rendimenti maturati con l’investimento dell’Inps (ammesso che sia positivo). Secondo altri, sarebbeunpuro parcheggio dainvestire nella forma più liquida possibile. Insomma, il risultato è un po’ contorto ma almeno, sembrava,siparte.Inveceno,le sorprese non sono finite. Arriva la prima Legge finanziariadel governo Prodi. Servono soldi. Tanti, maledetti e subito. QuelTfr che viaggia tra imprese e fondi pensioneattira l’attenzionedi qualche economista furbetto. Ormai è passato il principio che il lavoratore può riappropriarsi di quel "salario differito" chiamato Tfr. Specularmente l’impresa può perdere quella che è stata finora un’impropria fonte di finanziamento: i soldi accantonati per il Tfr vengono infatti usati invece del capitale di rischio o del credito bancario che costano assai di più delle liquidazioni (il cui rendimento è pari all’1,5% più il 75% dell’inflazione, totale circa 3%). Ma allora, arguiscono i furbetti, vistoche il principioè stato metabolizzato, la parte che i lavoratori decidono di lasciare nelleimpresepuò essere"dirottata" all’Inps. Tutta? Meglio di no,altrimentile impresesiinfuriano. Si parte da due terzi (65%) e comincia un tira e molla che finisce al 50 per cento. Perle casse delTesoroè un bottino da favola: 6 miliardi nel 2007 che scendono a 5 se si considerano le somme da pagare ai lavoratori che hanno maturato il diritto a riscuotere e le misure compensative per le imprese previste dalla stessa Legge finanziaria. L’ipotesi sottostante è che 12 miliardi, cioè due terzi del flusso 2007 del Tfr, resti alle imprese (e venga diviso equamente con l’Inps), mentre il 35% andrebbe alla previdenza integrativa. Nuovo riepilogo: che cosa succede al Tfr nel 2007? Il lavoratore dipendente ha sei mesi di tempo (fino al 30 giugno) per "optare". Può decidere di investirloin unfondo pensionecontrattuale o in un’altra forma di previdenza complementare (fondoaperto,polizza assicurativa). Oppure può decidere di lasciarlo in azienda: in questo caso il 50% se lo prende l’Inps che lo gestisce come se fosse in azienda. Ma il lavoratore può anchenon "optare". E sull’inoptato si fa molta confusione: persino il ministro dell’Economia TommasoPadoa-Schioppa(vedere «La Repubblica» di ieri) considera inoptato tutto quanto non viene esplicitamente destinatoalla previdenzacomplementare. Invece l’inoptato, almeno stando alla lettura del testo della Finanziaria, passa an- cora per la trafila descritta sopra: dopo il periodo di silenzioassenso va al fondo pensione contrattuale, al fondo regionale, infine al fondo Inps. A meno che non stia maturando un’altra sorpresa e cioè che con il silenzio-assenso il Tfr vada per metà alle imprese e per metà all’Inps. Intanto, a sorpresa, è sparito il fondo residuale dell’Inps che lascia il posto al nuovo "megafondo". Non poteva mancare la chicca finale.Con la Leggefinanziaria il Governo stanzia 17 milioni per una campagna informativa sullaprevidenzacomplementare. Da gennaio gli italiani sarannoinondatidi opuscoli e di spot televisivi in cui si spiega che la previdenza pubblica non basta più, che tutti devono farsi una pensione di scorta, che i fondi pensione mediamente rendono più del Tfr. Giusto. Ma se la campagna è fatta bene, c’è il rischio che i lavoratori portino il Tfr nei fondi pensione in misura superiore al previsto. E che lo Stato si ritrovi con il suo fondo Inps nuovo di zecca a corto di risorse. Sarebbe divertente assistere alla riunione in cui gli esperti dei ministeri coinvolti spiegheranno alle agenzie pubblicitarieil messaggio da veicolare con gli spot sulla previdenza integrativa: lo Stato che cerca di assicurare un futuro migliore agli italiani ma contro i suoi interessi. Fantastico. La previdenza complementare Dati al giugno 2006, importi in milioni di euro Numero Iscritti Risorse* Fondi pensioni negoziali 43 1.183.826 8.228 Fondi pensioni aperti 87 418.826 3.071 130 1.602.652 11.299 — 859.664 — Totale fondi di nuova istituzione Polizze individuali (*) Risorse complessivamente destinate alle prestazioni Fonte: Covip EFFETTI FAMILIARI Piange anche l’operaio-single P Banca d’Italia. Il Governatore Mario Draghi iacere, sono un single, di professione capro, direbbe Daniel Pennac. Secondo i calcoli della Banca d’Italia, infatti, le vittime sacrificali dell’operazionedirestylingdella curvadell’Irpef sono proprio loro, i lavoratorisenzacarichifamiliari.Tenendo conto anche degli aumenti dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti e autonomi, nonchè degli effetti del drenaggio fiscale (cioè di quell’aumento dell’imposta che deriva dall’inflazione), tra il 2006 e il 2007 , in assenza di carichi familiari, il peso del fisco si riduce solo per i lavoratori dipendenti con redditi compresi fra i 9mila e i 15mila euro, cioè per chi si trova poco al di sopra della fascia di povertà. Per tutti gli altri sin- gle c’è un aggravio. Bankitalia prende ad esempio un lavoratore senza familiari a carico, dipendente dell’industria, che nel 2005potevacontaresu unaretribuzione lorda media pari a 23.100euro.Conlanuovastruttura dell’Irpef questo lavoratore può contare su un risparmio di imposta di circa 60 euro l’anno. Ma se si tiene conto dell’aumentodeicontributi sociali,l’aumento scende a circa 10 euro annui. Se poi si tiene conto anche del fiscal drag, l’effetto complessivo è un aggravio dell’imposta di circa120 euro. Più fortunato, pereffetto degli assegni familiari , il collega che guadagna la stessa retribuzione ma ha moglie e due figli a carico: per lui il peso delle tasse si riduce di 230 euro l’anno 4 Il Sole-24 Ore Venerdì 13 Ottobre 2006 - N. 277 In primo piano LaFinanziaria2007 La ripresa. «Siamo in una fase promettente» Successioni, sì alla tassa sui grandi patrimoni LA STRATEGIA DEL GOVERNO Affitti. Possibile l’aliquota unica al 20% ma se non si fanno controlli a rischio 1-2 miliardi Il fronte fiscale IL CONTRASTO ALL’EVASIONE - I CONTROLLI Grandi imprese Revisione fiscale ogni anno per tutti i tributi 10.000 soggetti con ricavi sopra i 25 milioni di euro Medie società Accertamenti ogni due anni 25.000 soggetti con ricavi da 7,5 a 25 milioni di euro Pmi e lavoro autonomo Accertamento in base agli studi di settore aggiornati ogni tre anni Oltre 4 milioni di soggetti con ricavi fino a 7,5 milioni di euro COMPOSIZIONE DELLE ENTRATE TRIBUTARIE NEI 15 PAESI DELL’UNIONE EUROPEA In percentuale del Pil 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 Bel. Dan. Ger. Gre. «Il 90% pagherà meno tasse» ROMA L’evasionefiscaleecontributiva, alimentata dalla politica dei condoni condotta nella scorsa legislatura, ha assunto i contorni di una vera emergenza nazionale, conoltre200miliardidivaloreaggiunto su cui non si pagano imposte «con evidenti conseguenze sul gettito». Vi sono «Province e settori in cui i tassi di irregolarità superanoil50%el’entitàdell’evasione è perfino superiore alla baseimponibiledichiarata».L’impegno del Governo è che «nella misuraeairitmicompatibiliconl’ag- LOTTA ALL’ELUSIONE Il viceministro: con i condoni circa 200 miliardi di valore aggiunto non conoscono imposta. In alcune province tasso di irregolarità al 50% giustamentodellafinanzapubblica», i frutti della lotta all’evasione verrannorestituitiaicittadiniealle imprese. Convocati per un’audizione dalle commissioni Finanze di Camera e Senato, il ministro dell’Economia, Tommaso PadoaSchioppaeilviceministrocondelegaalfisco,VincenzoVisco,hanno delineato nel dettaglio la strategia che il Governo intende porreinesseresulfrontefiscale.L’aliquota del 20% sulle rendite finanziarie si applicherà «a tutti e soli i redditi maturati successivamentealladatadientratainvigoredella nuova disciplina», e già con un emendamentoallaFinanziariapo- bile omogenea la disciplina dell’accertamento per le diverse imposte (per questo aspetto specifico, è in arrivo una delega). Viscoèperò il primo a rendersi conto che per abbattere l’evasione e l’elusione fiscale non è sufficienteaffidarsisolo«allaviafiscale». Occorre abbassare sensibilmente le aliquote, varare riforme strutturalicheconsentanoalleimprese «di competere nella legalità». Quanto all’imposta sulle successioni e donazioni, si è scelta per ora la strada della rimodulazione delle imposte sui trasferimenti immobiliari. Modifiche sono già state annunciate al decreto, con l’introduzione di una vera e propria tassa di successione sui grandi patrimoni e con l’innalzamentodellafranchigia.In ognicaso — stando ai calcoli di Visco — già ora, con le mdofiche introdotte l’inasprimento del prelievo scatta «solo per i grandissimi patrimonieperglieredichenonsiano parenti prossimi». Con la Finanziaria il Governo riduce le tasse al 90% degli italiani, ha aggiunto Padoa-Schioppa. Nessun«grandeFratello»,masolol’intentodifarfunzionareicontrolli «come avviene in altri Paesi». Quanto all’uso del conflitto d’interessi, se fosse lo strumento principe, «comporterebbe una complicazione degli obblighi per i contribuenti. Diventerebbe una speciediagentedelfisco».Icalcoli di Visco sull’impatto netto degli interventitributaricontenutinellamanovraaumenterannolapressione fiscale «di circa 0,2 punti percentuali di Pil nel 2007» e sarannoseguitida«unleggeroalleggerimento per il 2008 e i 2009. REGIONI Torna al 25% il tetto per gli investimenti Sedici milioni di famiglie trarranno vantaggio dalla manovra finanziaria del Governo. Saranno invece 4,8 milioni le famiglie danneggiate. Le prime godranno di 263 À in media all’anno in più; le seconde dovranno fare a meno di circa 400 À. È il conteggio che il presidente dell’Istat, Luigi Biggeri, ha illustrato ieri alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Con le misure della Finanziaria, ha proseguito Biggeri, «si ridurrebbelapovertàrelativa,gra- CENTO EURO IN PIÙ Per i nuclei più poveri l’aumento del reddito disponibile sarà dello 0,8%, per le famiglie intermedie incremento superiore all’1% re all’1 per cento». L’aumento medio complessivo del reddito sarà di circa 100 À annui. A causa però di alcuni dettagli tecnici, numerosefamigliearedditomedio-basso verrebbero colpite dalla manovra, e un milione di nuclei del decimo più povero non trarrebbe benefici a causa di condizioni di nullatenenza. «Dopo un momentaneo aumento dell’incertezza a inizio estate», i segnali più recenti dell’attività produttiva, ha spiegato il presidente dell’Istat, «sembranoindicarechelaripresa economica poggia su basi ab- Ministro e vice. Tommaso Padoa-Schioppa e Vincenzo Visco bastanza solide», avvicinando l’Italia agli altri Paesi europei. Restalaframmentazionedeltessutoproduttivo.Lemicroimprese (meno di 10 addetti) sono 4,2 milioni, pari al 94,9% del totale. Un dato da tener presente nell’ipotesi, di cui si parla, di esentarequeste impresedaltrasferimento del Tfr all’Inps. Esse occupano il 47,8% degli addetti (ovvero 16 milioni), rappresentano il 28,5% del fatturato e il 31,6% del valore aggiunto. All’opposto, le imprese con più di 250 addetti sono appena 3.199. La dimensione media dell’impresa italiana è di 3,8 addetti. Secondo Biggeri, la norma che dispone il trasferimento del Tfr a un apposito fondo dell’Inpsè in regola con i principicontabili europei. Il fondonegativo che l’accompagna, e che bloccaoltre 5miliardi diinvestimenti a garanzia della regolarità dell’operazione, non dovrebbe dunque essere attivato. Il Tfr, se è debito per l’azienda verso il lavoratore, di cui rappresenta retribuzione differita, non lo è per l’aggregato delle pubbliche Amministrazioni quando entra nel circuito della previdenzaobbligatoria. Diventa,anzi, secondoil manualecontabile europeo, proprietà dell’Inps. Rappresenta dunque a tutti gli effetti un’entrata e può finanziare altre spese. Studio Ceis-Dexia sulla finanza locale La dinamica della spesa pubblica «non è affatto sotto controllo» e la spesa sanitaria rischia di raggiungere nel 2008 un deficit tendenziale pari a 7,2 miliardi di euro. I vincoli del Patto di stabilità interno sulla spesa locale, sia pur se rispettati ampiamente dagli enti locali territoriali,sonorisultatiinadeguati perché non hanno corretto le tendenze di lungo periodo rendendo poco significativo il contributo delle amministrazioni locali al processo di rientroda deficit eccessivo. Oltre ai tagli alla spesa pubblica, la stra- da per il risanamento dei conti pubblici deve passare anche per la via delle riforme strutturali per rilanciare il reddito, la competitività e la crescita della produzione in un Paese ancora fortementeafflittodalcorporativismo. Sono questi gli allarmi e le proposte lanciate ieri da uno studiosullafinanzapubblicalocale del Ceis (Centro studi dell’Università Tor Vergata di Roma) e Dexia Crediop, presentato in occasione del 7˚ incontrofinanziariosull’Autonomia locale organizzato da Dexia. «Gli enti locali soggetti Le misure contenute nella Finanziaria potrebbero rivelarsi insufficienti per evitare il doppio declassamento del rating da parte di Standard&Poor’s e Fitch: eccessivo il peso sulle entrate tributarie e la lotta all’evasione, deludente l’entità dei tagli come anche il ritorno alle una tantum (Tfr). Rimane pertanto un grosso rischio sulla possibilità che l’Italia venga retrocessa da una o da entrambe le agenzie di rating nel corso del mese di ottobre. È quanto pronosticano gli esperti strategist di Barclays capital in un rapporto sulla Finanziaria divulgato ieri MAGISTRATURA Stipendi delle toghe, bocciato il taglio La commissione Giustizia della Camera ha bocciato i tagli agli stipendi di magistrati, docenti universitari, forze armate e corpi di polizia previsti in Finanziaria, approvando un emendamento che sopprime l’articolo 64. La proposta di modifica, sottoscritta da tutti i capigruppo dell’Unione in commissione, chiede di cancellare la norma che prevede la decurtazione del 50% degli emolumenti. Lux. Imposte dirette Ola. Aus. Por. Imposte indirette Fin. Sve. Gbr. Ue-15 Passo indietro su scontrini e ricevute fiscali Gianluca Di Donfrancesco Marco Mobili ROMA Passo indietro sugli scontrini fiscali. Rottamazione per i ciclomotori.IlGovernohapresentato un primo pacchetto di emendamenti al decreto legge collegato alla Finanziaria 2007, in attesa di mettere a punto le correzionisullatassazionedelle successioni e sul super bollo anti-Suv. Novità anche per le auto aziendali. La modifica di maggior impatto, per adesso, è quella che allenta la stretta sugli scontrini. La chiusura dell’esercizio, per un periodo compreso fra tre giorni e un mese (da 15 giorni a due mesi nel testo originario del decreto), non scatta più allaprimaviolazionedell’obbligo di fare lo scontrino, ma solo dopo tre infrazioni in cinque anni.Malachiusurasaràimmediata,escatteràancheseilcommerciante brucia tutto il bonus in un solo giorno. Per importi oltre i 50mila euro, la chiusura va da uno a sei mesi. La correzione soddisfa, ma non del tutto, la maggioranza: «Si poteva fare meglio — afferma la relatrice Laura Fincato (Ulivo) — ma è già qualcosa». L’Esecutivo punta poi ad estendereaiciclomotoril’esenzione dal bollo per incentivare l’acquisto di veicoli non inquinanti. L’agevolazione sarebbe riconosciuta anche per l’acquisto di ciclomotori euro 3, in sostituzione di mezzi euro 0. IlGovernosembrapoiintenzionatoarivederelastrettasulla deducibilità dei costi di acquisto ed esercizio dei veicoli utilizzati dalleaziende, nonché suifringebenefitperleautodate in uso "misto" ai dipendenti («IlSole-24Oredilunedì9ottobre). Con un emendamento al comma 26 dell’articolo 7, infatti,si attendeilvialiberadell’Europa per una detraibilità dell’Iva sulle auto aziendali in misura ridotta. Non più al 100%comeprevistodallaVIdirettiva e imposto ora all’Italia con la recente sentenza della CortedigiustiziaUe.Percoprireglieffettidellapronuncia,stimati per il solo 2007 in oltre 5,2 miliardi, il Governo è intervenuto pesantemente sul fronte delle imposte dirette e sull’Irap, negando alle imprese ladeducibilità deicosti,dimezzando quella per i professionisti e intervenendo sui mezzi in uso promiscuo ai dipendenti. Una manovra che coprirebbe (con un surplus di 84 milioni per il 2007) il gettito perso con la detraibilità integrale dell’Iva. Se, dunque, l’Europa dovesse accordare all’Italia una detraibilità in misura ridotta (in Germania ad esempio è al 50%),ilGovernopotrebbelimitare il recupero di gettito dal comparto auto. Tra le altre correzioni governative, c’è il rafforzamento della stretta contro le frodi Iva sull’acquisto intracomunitario di automobili e la precisazionedelle norme sull’ammor- IL COLLEGATO Negli emendamenti norme più rigide sulle frodi Iva L’incentivo alla rottamazione dei mezzi inquinanti si estende ai ciclomotori tamento dei fabbricati. Infine, ci potrebbe essere una proroga al 1˚gennaio 2007 del regime di reverse charge (si veda a pagina 29). Accanto alle correzioni dell’Esecutivo c’è poi la pioggia di modifiche proposte dai banchi parlamentari. L’accordo tentato nelle commissioni Finanze e Bilancio della Camera(chestannoesaminandoildisegno di legge di conversione del decreto), per limitare a 300 il numero degli emendamenti, nonha tenutoe così nesono arrivati quasi 1.200. La scrematura comincerà lunedì, mentre giovedìilprovvedimento sbarcheràinAssemblea.DovelaLega ha già annunciato di presentare altri 250 aggiustamenti. E così i contorni del provvedimentosi fannosfocati.In ambito parlamentare, ad esempio, c’è l’ipotesi di tornare indietro sull’esenzione dal bollo auto in caso di acquisto di auto euro4.Non convincerebbe,infatti, la capacità della misura di incentivare alla rottamazione di mezzi inquinanti e all’acquisto di veicoli più ecologici, dato che comunque tutti i nuovi modelli hanno motorizzazione euro 4 o 5. Mentre Salvatore Rati (Idv) ha annunciato emendamenti per estendere le agevolazioni fiscali alle auto alimentate a Gpl e ad altri carburanti alternativi; per sopprimere la riduzione del regime agevolativo per i beni strumentali dei professionisti; per limitare il super bollo sui Suv solo ai modelli «costosissimi». Emergenza Sanità. Il Governo «affianca» la Regione «Il patto di stabilità non frena la spesa» ROMA Il taglio non si tocca: 1,850 miliardi. Ma le Regioni conquistano la certezza dello sblocco degli investimenti col ritorno al limite del 25% (dal 20%) dell’indebitamento sul totale delle entrate e qualche promessa sulle accise per la benzina. Dopo avere bene incassato sulla spesa sanitaria, i governatori hanno conquistato ieri dal Governo altre promesse. Che saranno messe nero su bianco con emendamenti alla Finanziaria. È su questa linea che ieri Governo e Regioni hanno deciso di procedere nell’imminenza dei voti sulla manovra. La stessa cifra delle riduzioni di spesa da 1,850 miliardi, su cui Padoa-Schioppa ha tenuto il punto, è destinata ad attenuarsi. Sopattutto con lo sblocco di numerose partite normative e di competenza su questioni «concorrenti»: le minori spese per le Regioni dovrebbero ridursi di circa 300 milioni. Rating Italia a rischio declassamento Vantaggi a 16 milioni di famiglie zie all’uscita di circa 140mila nucleifamiliaridaquestacondizione». «Il decimo di famiglie più povere vedrebbe aumentare il reddito disponibile dello 0,8%; quelle a reddito basso e mediobasso avrebbero un aumento del reddito disponibile superio- Ita. BARCLAYS CAPITAL Secondo il presidente dell’Istat con la manovra si ridurrà la «povertà relativa» ROMA Irl. DallaFinanziaria LAPRESSE trebbe essere l’inserita l’aliquota unica del 20% sugli affitti. «Se perònonsi mettemano a misure per far emergere gli affitti in nero, il risultato sarebbe una perdita di circa1-2miliardi»,haprecisatoVisco.Per gliincapienti, ladetrazione dal reddito diventerà un bonus, e potrebbero essere in arrivo altri sgravi per i redditi bassi. Per l’Ires, si procederà «per quanto possibile»allariduzione dellealiquotelegalieall’ampliamentodella base imponibile. L’economia sembra entrata «in una fase abbastanza promettente», ma la finanza pubblica — ha esordito Padoa-Schioppa — è ancora in una «situazione critica cheostacolalacrescita,imponendo all’intera economia nazionale unpesantefardello».Nonsaràvarato alcun condono — ha aggiunto Visco — e saranno potenziati i controlli, nella consapevolezza chel’importanzadell’azionediaccertamento «non consiste tanto nelle maggiori entrate direttamente prodotte, quanto nei suoi effetti sull’adempimento spontaneo». Per le grandi imprese, la revisione fiscale va condotta ogni annopertuttiitributi,perleaziende di medie dimensioni gli accertamenti«sarannotendenzialmentefattiognidue anni», mentreper lepiccoleimpreseeillavoroautonomo (oltre quattro milioni di soggetti), l’accertamento dovrà essere strumento «di deterrenza, piuttostochedirecuperodiimposteevase,inducendoicontribuenti allo spontaneo adempimento degli obblighi tributari». Gli studi disettoresarannoresi«piùsofisticati e selettivi», e più in generale silavoreràperrendereilpiùpossi- Fra. BREVI Padoa-Schioppa e Visco: sulle rendite il 20% solo per il futuro Dino Pesole Spa. al Patto di stabilità interno (Psi) hanno dimostrato ottima capacità di rispettare le regole, specialmente nel 2003-2004» si legge nella relazione. La percentuale di Comuni che rispettano il Patto è costante, pari a circail96% deltotale;menocostanti ma sempre in linea con il Psi le Province, che lo hanno rispettato all’89 per cento. Analizzando la spesa corrente degli enti locali è stato tuttavia rilevatochesonoaumentatimaggiormente gli acquisti di beni e servizisul mercato edeiconsumi intermedi. Tornando a battere sul tasto del contenimento della spesa sanitaria, il rapporto CeisDexia ricorda come il tasso di crescita dei costi della sanità nel quadrienno 2002-2005 abbiaregistratouna mediaannuale pari al 5,7 per cento. «Si tratta di dati che destano seria preoccupazione a fronte di un finanziamento in crescita del solo 2%», ammonisce lo studio secondo il quale il deficit tendenziale della spesa sanitaria rischia di raggiungere quota 7,2 miliardi di euro nel 2008. La presenza di tali deficit «imporrà alle regioni di pensare dei programmi di rientro che do- vranno essere basati su un mix di maggiori tasse e minori spese». Per quanto riguarda poi il quadro delle previsioni, il rapporto prevede una crescita del Pil al di sotto del 2% nel quadriennio 2007-2010: e aggiunge che il miglioramento dei conti pubblici per il 2006 è dovuto «all’andamento eccezionalmente positivo delle entrate». Ieri intanto l’Eurispes ha ricordato che il debito delle amministrazioni locali è cresciuto del122% tra il 2000 e il 2005 passando da 39 a 87 miliardi di euro. Il peso delle amministrazioni locali sul debito pubblico è cresciuto dal 3,4% del 2002 al 5,8% del 2005 con un aumento del 70 per cento. I. B. Campania, arrivano i tecnici dei ministeri IlGoverno staper «affiancare»laCampania-inviandotecnicisiadell’Economia che dellaSalute - per aiutarla a superare la gravissimasituazionedelsuodeficit sanitario, sia finanziario che gestionale. Dopo la multa di luglio (super addizionali fiscali) con commissariamento ad acta ad opera del governatore, Antonio Bassolino, Economia e Regione stanno per raggiungere l’accordo sul piano di rientro dal mega disavanzo (1,1 miliardi nel 2005 e in totale 2 miliardicompresigliarretrati)messo a punto dalla Campania. L’ac- cordo - il primo sottoscritto tra le Regioni fuori regola nei conti sarà siglato con ogni probabilità entro la prossima settimana. Per legge, e secondo le intese sottoscritte con le Regioni, scatterà un preciso piano d’azione che tecnicamente si chiama «affiancamento», una sorta di semi commissariamento. Tecnici dell’Economia e della Salute, ma anche del coordinamento delle Regioni, si affiancheranno a un nucleo locale col compito di controllare e verificare la corretta e totale applicazione del piano della Regione. Allo stesso tempo, i principali provvedimenti saranno verificati "a Roma" prima di essere varati dalla Regione. La Campania dovrà anche affidarsi al «partenariato» per avere collaborazione da altre Regioni, sui singoli interventi in cui in questi anni si siano rivelate più attrezzate. IlpianodellaCampaniaprevede l’azzeramento del debito entroil 2009.Gli interventisono oltretrenta:daitettidi spesaallarimodulazione delle tariffe, gli acquisti di beni e servizi e il dimagrimento degli ospedali, la pulizia delle ricette mediche e il tagliodei particesarei.Inprogramma anche l’apertura «ulteriore» al pubblico delle farmacie ospedaliere e distrettuali. R. Tu.