Numero 1 — Aprile 2014 Economia svizzera. Quo vadis? Scopri l’attività AITI 2013-2014 nell’inserto speciale Fondazione III Millennio: ricollocamento e formazione Fare Impresa Numero 1 — Aprile 2014 L’EDITORIALE Più attenti e vicini al mondo delle imprese Stefano Modenini - Direttore AITI Fare Impresa. Abbiamo scelto questo titolo per la nuova pubblicazione periodica di AITI, perché vogliamo significare il ruolo dell’impresa e dell’imprenditore nella nostra società moderna. E’ sovente difficile comprendere all’esterno delle aziende le dinamiche di funzionamento delle stesse, i problemi che devono essere affrontati nei diversi ambiti, le sfide legate ad esempio all’innovazione o al posizionamento nei mercati in espansione. Il nostro compito attraverso questa pubblicazione è però anche quello di rendere il territorio attento alla presenza di un tessuto industriale variegato e competitivo. Di fronte al riposizionamento della piazza finanziaria, l’industria, primo creatore della ricchezza cantonale in termini di prodotto interno lordo, rappresenta pure un datore di lavoro interessante per le giovani generazioni. E’ però necessario un forte impulso soprattutto alla formazione professionale. Impressum Fare Impresa Editore: Associazione industrie ticinesi (AITI) Redazione: AITI Corso Elvezia 16, c.p. 5130, 6901 Lugano Telefono+41 091 911 84 84 Fax +41 091 923 46 36 [email protected] www.aiti.ch Stampa: Salvioni arti grafiche SA Via Ghiringhelli 9, 6500 Bellinzona Grafica e impaginazione: Plastical Sagl Corso S. Gottardo 14, 6830 Chiasso Diffusione: Tiratura: 1’400 copie Abbonamento gratuito per i soci AITI Abbonamento supplementare: - CHF 10.- annuo (+IVA) - per i non soci 20.- annuo (+IVA) Frequenza: Fare Impresa appare almeno 4 volte all’anno. 2 Attraversiamo fasi difficili legate alla situazione finanziaria internazionale, al cambiamento del mercato del lavoro, senza dimenticare la sfida energetica, i fenomeni della migrazione e il nostro rapporto con l’Europa. Per l’impresa programmare il futuro – e di conseguenza prendere le decisioni più opportune – diventa sempre più compito complesso. Molti hanno la sensazione che mentre altri paesi industrializzati si stanno allontanando da modelli economici e di gestione dello Stato inconcludenti se non addirittura fallimentari, la Svizzera stia rischiando di percorrere la strada inversa: il maggiore intervento dello Stato nel mercato del lavoro ne è la testimonianza. Fare Impresa è una rivista di approfondimento. A ogni occasione cercheremo di presentare i temi e le testimonianze più pertinenti che sono espressione del mondo imprenditoriale. Una finestra aperta sull’industria e sugli altri settori ad essa legati che vuole promuovere conoscenza ma pure dibattito. Fare Impresa Numero 1 — Aprile 2014 PRIMO PIANO Oggi l’economia svizzera funziona. Ma domani? p. 5 INSERTO SPECIALE Scopri l’attività di AITI 2013-2014 p. 10 NETWORK Fondazione III Millennio: ricollocamento e formazione p. 19 L’EDITORIALE P. 2 Più attenti e vicini al mondo delle imprese IN BREVE INSERTO SPECIALE DA P. 10 Scopri l’attività di AITI 2013-2014 P. 4 NETWORK DA P. 19 Il PIL svizzero continua a crescere Fondazione III Millennio: ricollocamento e formazione I salari minimi sono un pericolo soprattutto per i giovani LE RUBRICHE I SOCI INFORMANO Monika Rühl direttrice di economiesuisse Gruppo Regazzi, Pamp SA e Plastical Sagl Impiego, crescono gli occupati Risk Management aziendale AITISERVIZI In aumento la produzione dell’industria svizzera PRIMO PIANO Oggi l’economia svizzera funziona. Ma domani? DA P. 21 ECONOMIESUISSE Evitiamo esperimenti sui salari DA P. 5 L’AGENDA P. 24 3 Fare Impresa Numero 1 — Aprile 2014 IN BREVE Il PIL svizzero continua a crescere Monika Rühl direttrice di economiesuisse Nel quarto trimestre 2013 il prodotto interno lordo reale della Svizzera (PIL) è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Dal lato della spesa, alla crescita del PIL hanno contribuito soprattutto i consumi e gli investimenti fissi lordi, mentre la bilancia commerciale delle merci e dei servizi ha fornito impulsi negativi. Dal lato della produzione, invece, ha contribuito in particolare l’aumento della produzione di valore aggiunto nel commercio all’ingrosso. Rispetto al 4° trimestre del 2012 è risultato un aumento del PIL pari all’1,7%. Secondo una prima valutazione provvisoria basata sui risultati delle stime trimestrali, per il 2013 il tasso di crescita annuo del PIL a prezzi costanti è del 2,0% (1% nel 2012). I salari minimi sono un pericolo soprattutto per i giovani 4‘000 franchi per tutti? Maggiore disoccupazione e precariato? www.salario-minimo-no.ch al salario minimo L’iniziativa popolare «Per la protezione di salari equi (Iniziativa sui salari minimi)», che chiede alla Confederazione e ai Cantoni di impegnarsi in favore della promozione 4 dei salari minimi nei contratti collettivi di lavoro e di introdurre per legge un salario minimo di 22 franchi all’ora, pari a circa 4000 franchi al mese, non solo metterebbe in pericolo i posti di lavoro, ma ostacolerebbe ancor più l’ingresso nella vita attiva per le persone poco qualificate e i giovani. A sostenerlo sono il Consiglio federale e il Parlamento federale che raccomandano pertanto di respingere l’iniziativa. Monika Rühl sarà dal prossimo settembre la direttrice di economiesuisse, l’associazione mantello dell’economia svizzera. Dal 2011 Rühl è Segretaria generale del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR). Impiego, crescono gli occupati Nel quarto trimestre 2013 l’occupazione complessiva in Svizzera è cresciuta dell’1,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per la prima volta dal quarto trimestre 2012, anche l’impiego nel settore secondario ha conosciuto una debole ripresa (+0,4%). In aumento la produzione dell’industria svizzera Secondo i risultati provvisori dell’Ufficio federale di statistica (UST), nel quarto trimestre 2013 la produzione nell’industria svizzera è aumentata dello 0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le cifre d’affari sono invece rimaste invariate. L’afflusso di ordinazioni è calato dello 0,6%, mentre le ordinazioni in portafoglio sono salite del 2,0%. Fare Impresa Numero 1 — Aprile 2014 PRIMO PIANO Incontro con Beat Kappeler Oggi l’economia svizzera funziona. Ma domani? Dove stanno andando l’economia e l’industria svizzera? Su quali carte occorre puntare ora che le esportazioni sembrano aver ripreso slancio e c’è già chi parla di congiuntura tornata al bello? Potrebbe essere d’aiuto guardare al nostro passato, al passato della nostra economia, per cercare di trovare le risposte giuste? Beat Kappeler scrittore e commentatore economico ne è convinto. Tanto più che nel suo ultimo libro “Wie die Schweizer Wirtschaft tickt: Die letzten 50 Jahre und die nächsten....”, Kappeler - prossimo ospite d’onore dell’Assemblea generale ordinaria di AITI prevista tra pochi giorni, il 9 aprile, a Locarno - compie un’analisi che sorprende e non lascia scampo, soprattutto alla Banca Nazionale Svizzera (BNS) che “nel 2010 ha comprato in modo scriteriato Euro e Dollari” o a certe formazioni “i candidati ai vari corsi in Business Administration a mio giudizio perdono un paio d’anni di lavoro...”, senza parlare del salario minimo, definito da Kappeler “un pericolo per l’economia svizzera” o della Sinistra “spostatasi troppo a sinistra”, troppo verso “una forte lotta ideologica già vista negli anni ‘20”. > 5 Fare Impresa Numero 1 — Aprile 2014 A cura di: Angelo Geninazzi e Andrea Bertagni Foto pagina precedente: Percento Culturale Migros ©2010 > Chi è Beat Kappeler Beat Kappeler è commentatore economico alla Neue Zürcher Zeitung am Sonntag. Dal 1977 al 1992 è stato Segretario nazionale, responsabile degli affari economici presso l’Unione sindacale svizzera e ha partecipato ai negoziati nell’industria orologiera. Dal 1992, unitamente alla pubblicazione di numerosi libri, è professore straordinario presso l’Università di Losanna e membro dell’autorità di sorveglianza del mercato della comunicazione svizzera. Nato a Villmergen nel 1946, sposato e padre di due figli adulti. La sua piccola collezione di orologi si prefigge di ripercorrere le tappe dello sviluppo dell’orologio meccanico automatico. 6 Iniziamo proprio da qui, in un capitolo lei parla di uno scambio di posizioni ideologiche tra Sinistra e Destra verificatosi tra gli anni ‘70 e ‘90. Cosa intende esattamente? Ho vissuto la fase in cui la parte sinistra dello scacchiere politico ha abbondonato le posizioni del pensiero “win win“, passando da un partito guidato da lavoratori e sindacati ad una forte lotta ideologica già vista negli anni ‘20. La Sinistra si è dunque spostata a Sinistra. Per contro le grandi associazioni dell’economia privata si sono spostate al centro dopo aver difeso per anni in silenzio i cartelli e i giochetti con le riserve occulte e l’insider trading, essersi schierate per l’Apartheid in Sudamerica e contro un diritto azionario trasparente e in parte anche contro il commercio aperto secondo il Gatt e le organizzazioni mondiali del commercio. Da quasi 20 anni queste posizioni hanno lasciato spazio ad una linea liberale anglosassone. I due gruppi si sono dunque mossi molto, la sinistra non propriamente a suo vantaggio. Come sono cambiate le associazioni imprenditoriali e le associazioni sindacali negli ultimi 50 anni, anche nell’ottica del partenariato sociale? In Svizzera abbiamo ancora molti contratti collettivi di lavoro che definiscono le condizioni salariali e di lavoro senza l’intervento dello Stato. Tuttavia molti di questi vengono in seguito dichiarati vincolanti, di modo che lo Stato gioca un suo ruolo. E’ però drammatico che negli ultimi anni innumerevoli condizioni di lavoro e assicurazioni siano diventate parte delle competenze dello Stato, in particolare per quanto concerne il settore del diritto, del lavoro e delle assicurazioni sociali. Si è inoltre dimenticato che in passato le casse disoccupazione erano gestite dai Cantoni, Comuni e sindacati, che in molte imprese vi erano già casse pensioni e che accanto a loro vi erano molte associazioni che proponevano sistemi di risparmio. Nel primo capitolo ripercorre le difficoltà che negli anni ‘50 si avevano per ottenere informazioni. In particolare scrive “Le PTT praticavano tariffe telefoniche internazionali completamente sproporzionate, garantendosi utili che – versati alla Confederazione – potevano essere considerati una sorta di tassa per finanziare le sovvenzioni militari o per l’olio di colza”. Oppure, “la spedizione di cartoline postali costava 5 centesimi ma solo se il messaggio era limitato a 5 parole, altrimenti la tariffa aumentava malgrado la prestazione della Posta fosse la medesima”. L’informazione era razionata e non vista di buon occhio da parte dell’élite. Eppure la Svizzera ha conosciuto la crescita maggiore proprio in quegli anni. Come si spiega questa asimmetria? La Svizzera non era la sola a praticare tariffe simili; altre nazioni salassavano Fare Impresa Numero 1 — Aprile 2014 Si fa presto a dire industria. Ma di cosa stiamo parlando? PIL Svizzera PIL Ticino 27% 21% Attivi nell’industria svizzera Attivi nell’industria ticinese 900’000 / 25% 28’000 / 14.7% Si fa presto a dire industria svizzera e industria ticinese. Ma cosa caratterizza la prima? Cosa la seconda? Esistono più parallelismi o differenze? Iniziamo con il contributo al Prodotto interno lordo (PIL). L’industria svizzera contribuisce con il 27% al PIL nazionale, quella ticinese al PIL cantonale con il 21%. Proseguiamo con l’occupazione. L’industria svizzera dà lavoro a 900mila persone, il 25% del totale. Quella ticinese con 28mila persone rappresenta il maggior datore di lavoro dell’economia cantonale. Guardiamo i settori. Meccanica, elettronica, chimico-farmaceutica, metallurgia, industria medicale, orologieria e metalli preziosi, industria alimentare e industria delle materie sintetiche e dei tessili, con sfumature diverse, contribuiscono al buon nome di entrambe le industrie. Come l’alto valore aggiunto, l’elevata qualità e l’innovazione tecnologica e scientifica dei prodotti industriali svizzeri e ticinesi che pongono molte industrie svizzere e ticinesi ai vertici dei rispettivi mercati di riferimento internazionali. Sia le industria svizzere, che quelle ticinesi puntano inoltre forte sulle esportazioni, vendendo almeno l’80% dei prodotti all’estero. Germania, Italia, Stati Uniti, Francia, ma anche India, Cina e altri Paesi emergenti assorbono la maggior parte di tutte le esportazioni. Uno dei segreti del successo? Sicuramente l’innovazione. Nel confronto internazionale la Svizzera vanta eccellenti istituti di ricerca che contribuiscono in modo determinante al potere innovativo dell’industria nazionale e cantonale. le chiamate internazionali in modo analogo. Un vantaggio lo avevano però le grandi nazioni poiché molti contatti si svolgevano all’interno dei confini nazionali; ad esempio una telefonata tra Roma e Milano non era ovviamente considerata internazionale mentre una tra Lugano e Milano sottostava alle tariffe internazionali sebbene la distanza fosse minore. Non si deve però dimenticare che allora non si potevano inviare documenti tramite rete telefonica, e dunque erano necessarie le lettere. Era un altro mondo! Inoltre le grandi imprese svizzere, a causa degli enormi “costi di transazione” dei contatti internazionali, sviluppavano sedi secondarie, fabbriche e rappresentanze in ogni nazione abbastanza grande, così come negli USA. Le odierne possibilità di comunicazione, molto più facili, il traffico aereo e le tariffe degli efficienti trasporti internazionali, rendono meno imprescindibile questo tipo di strategia. La Sinistra si è spostata a sinistra e ha abbandonato le politiche “win win” Lei sostiene che “la Banca Nazionale Svizzera non è stata e non è infallibile come molti dicono”. In particolare si riferisce ad errori commessi negli anni 60 che hanno portato in Svizzera moltissimi Fonte: USTAT lavoratori stranieri, posticipando i cambiamenti strutturali e prolungando la crisi. Anche la politica della BNS nel 2010 non la trova d’accordo. Trova dei parallelismi tra le due epoche? Dobbiamo distinguere due fasi. Nei primi anni ‘60, un po’ come oggi, la Germania e la Svizzera erano molto concorrenziali. La Germania apprezzava il Marco tedesco per rallentare la crescita mentre la Banca Nazionale Svizzera non faceva altrettanto. In questo modo l’espansione dell’industria si è verificata in ampiezza e non in profondità, grazie alla sempre maggior importazione di forza lavoro dall’estero che non ha aumentato la produttività: in questo modo si > 7 Fare Impresa Numero 1 — Aprile 2014 > sono mantenute le vecchie strutture dell’industria dell’abbigliamento, del tessile e della costruzione che, dopo l’apprezzamento del Franco nel 1973 dopo la crisi petrolifera sono crollate. Vi sono parallelismi invece con la pressione al rialzo del Franco svizzero nel 1978, contro la quale la Banca Nazionale ha proclamato un tasso di cambio “ben superiore allo 0.8” nei confronti del Marco tedesco. Questa operazione era riuscita molto bene, ma la BNS si è dimenticata di ciò quando nel 2010 ha iniziato a comprare scriteriatamente valute (Euro e Dollari). Solo nella tarda estate del 2011 è ritornata sull’esempio del 1978, proclamando il cambio a 1.20 tramite la promessa di interventi sul mercato delle valute in caso fosse necessario. Spesso confronta la crescita negli anni 50 della Svizzera a quella I corsi in “Business Administration” fanno perdere ai candidati un paio di anni di lavoro odierna della Cina: sia dal punto di vista quantitativo ma anche ad esempio sotto aspetti della mobilità. Ci spieghi meglio. In quegli anni i tassi di crescita dell’economia svizzera erano veramente alti, per molto tempo si attestavano sopra il 5 o 6%. Ma, similmente a quanto successo finora in Cina, è stato soprattutto una crescita dei fattori di produzione – si investiva più capitale e si assumevano più persone. L’economia nel suo insieme cresceva dunque fortemente, un po’ meno pro capite. Tuttavia aumentò anche la produttività. Questo non soltanto grazie alla tecnica e ad altri fattori, ma anche attraverso la mobilità geografica e professionale dei lavoratori. Nell’Altipiano si estesero i centri industriali attorno a Zurigo e nei Cantoni di Argovia e Basilea mentre in Ticino la forza lavoro ha progressivamente lasciato le valli. La mobilità professionale si è palesata nel cambiamento di funzione di molti artigiani verso Giambattista Ravano, direttore DTI SUPSI Piero Martinoli, presidente Università della Svizzera italiana Il futuro dell’industria è Il futuro dell’industria è .... nell’essere all’avanguardia L’industria Svizzera, e con lei quella ticinese, avranno un futuro se continueranno a puntare all’eccellenza nell’innovazione e quindi a quei segmenti basati su tecnologia d’avanguardia. Coniugando i valori della Svizzera come qualità di vita, socialità, sanità d’avanguardia, compatibilità ambientale, con le capacità industriali di concepire e produrre con eccellenti caratteristiche, settori quali il biomedtech, le tecnologie informatiche, la robotica, le nanotecnologie, i materiali avanzati saranno vincenti. 8 .... nell’essere aperta al mondo Vedo – e un po’ sogno – un’industria svizzera e ticinese sempre più innovativa, altamente specializzata, aperta al mondo e al contempo attenta al proprio contesto. Per fare in modo che questo accada, serve proseguire sulla via intrapresa sin qui, fatta di un’intrinseca relazione con il mondo della ricerca scientifica, un clima politico sinergico e sereno dentro e fuori dai nostri confini, la valorizzazione di settori davvero capaci di portare reale valore aggiunto al Paese e a chi ci vive e lavora. Fare Impresa Numero 1 — Aprile 2014 posti di responsabilità nei servizi pubblici e privati. Molti docenti sono stati istruiti in corsi di un semestre, molti hanno cominciato una carriera in banca o in un’assicurazione. Anche l’Amministrazione pubblica ha iniziato ad ingrandirsi. In quel periodo non si richiedevano diplomi o altre formalità, in questo modo il mercato del lavoro era molto più reattivo. Oggi molti aspiranti ad un posto di quadro di impresa ampliano la loro formazione con tutta una serie di corsi in “Business Administration”, sebbene io abbia la sensazione che la conoscenza e l’abilità si sviluppino maggiormente nella pratica. Non dobbiamo dimenticare che le posizioni di quadro sono un “bene di posizione”, e dunque limitate da un punto di vista numerico. La concorrenza e i diplomi non portano Con l’introduzione del salario minimo l’economia sarebbe in pericolo dunque a vantaggi se tutti ne hanno. Il numero di posti di quadro è sempre il medesimo. Ma i candidati perdono tutti un paio di anni di lavoro… Gli anni che descrive sono stati anche contraddistinti da regolamentazioni che provenivano dagli anni ‘30 in cui si cercava di limitare i cambiamenti strutturali attraverso apposite leggi. La sua descrizione di come l’economia si è in seguito sviluppata evidenzia che questo cambiamento è avvenuto comunque, ma più tardi e in modo più doloroso. Secondo lei la società svizzera di oggi ha tratto gli insegnamenti da questi errori del passato? Da una parte l’economia cartellare che è uscita dagli anni di crisi del 1929 era veramente molto diversa da quella odierna. Vi era il divieto di creare filiali di imprese di vendita, supermercati, fabbriche di scarpe, parrucchieri, imprese di trasporti, mentre molte altre erano contingentate e sottoposte a permessi. Inoltre l’economia si è > Meinrado Robbiani, segretario cantonale OCST Rudolf Minsch, presidente direzione generale di economiesuisse Il futuro dell’industria è Il futuro dell’industria è .... nel lavoro qualificato Il futuro dell’industria ticinese deve puntare ad una netta riconversione - d’altronde già in atto - verso attività innovative e lavoro qualificato. Si tratta perciò di valorizzare il lavoro e i lavoratori, riconoscendoli quale più strategica risorsa. Occorre anche un più profondo radicamento nel territorio. Al riguardo, il dialogo sociale tra imprese e sindacati è un contributo prezioso per una migliore saldatura tra imprese e territorio, tra economia e società. .... nella formazione Nonostante la forza del franco svizzero e gli alti salari, la Svizzera può contare ancora sulla presenza di un buon tessuto industriale. Una delle ragioni principali risiede nel nostro sistema formativo. A garantire all’industria l’alta qualità del lavoro di cui ha bisogno sono gli apprendisti, i diplomati delle scuole universitarie professionali e i laureati. Se continueremo anche in futuro a scommettere sul contatto (anche) precoce tra scuola e mondo del lavoro, il settore industriale svizzero rimarrà ai vertici anche in futuro. 9 Fare Impresa L’attuale stato di salute dell’economia elvetica Con un Prodotto interno lordo (PIL) dato in crescita sia quest’anno (+2,3%), che nel 2015 (+2,7%), e un motore delle esportazioni in fase di riavvio dopo un lungo periodo di stagnazione, l’economia elvetica sembra pian piano destinata a lasciarsi alle spalle gli anni orribili 20082012, contraddistinti dalla diminuzione della crescita del PIL svizzero, dal calo dei consumi dei Paesi UE, dall’apprezzamento del franco svizzero sulle altre monete e dal rallentamento della crescita del PIL europeo e delle economie emergenti. Pur con tutta la prudenza e le incognite del caso - anche se la ripresa economica sta avanzando negli USA e nei Paesi forti dell’eurozona, la situazione economica nei Paesi euro del Sud resta molto tesa e molti Paesi emergenti stanno incontrando difficoltà a trovare nuovo slancio economico non è insomma azzardato intravvedere all’orizzonte per l’economia svizzera nuovi spiragli (congiunturali) di ottimismo, benché il ritorno al bello proceda tutto sommato molto a rilento. A incidere sull’ottimismo è la svolta nelle esportazioni elvetiche, il cui tasso di cambio minimo con l’euro sta rappresentando un importante fattore di sostegno, che, per la prima volta nel terzo trimestre 2013, hanno dato segni più marcati di ripresa in diversi settori. 10 .7% +2 .3% +2 % +1. 4 % +1. 2 .2% +2 .3% +3 -2. 4% +5 % +6 .4% +6 % +3 % Numero 1 — Aprile 2014 Evoluzione del PIL elvetico ‘04 ‘05 ‘06 ‘07 ‘08 ‘09 ‘10 ‘11 ‘12 ‘13 ‘14 ‘15 Fonte: USTAT > creata volontariamente dei cartelli in ogni settore, tutti i prezzi e le zone di vendita erano discusse a tavolino. Nel 1945 sono stati revocati questi contingenti e divieti, dopo il 1985 i cartelli sono stati combattuti attraverso un nuova entità anti-cartelli che oggi è la Commissione per la concorrenza. Quello che però è ancora simile a quel periodo sono le enormi regolamentazioni in tutto il settore agricolo nonché l’insufficiente apertura dei mercati della posta e dell’elettricità; inoltre dopo l’apprezzamento del Franco si sono scoperti molti canali d’importazione e vendita protetti che hanno trasferito solo lentamente i benefici della svalutazione dell’Euro. A questo si aggiunge che con le “misure fiancheggiatrici” alla libera circolazione delle persone, il mercato del lavoro è stato fortemente regolamentato. Se adesso si aggiungesse anche un salario minimo – triplo di quello proposto da Obama – come voluto dall’iniziativa “per salari equi”, l’economia svizzera sarebbe in pericolo. Che ruolo avrà in futuro la Svizzera – in particolare l’industria elvetica – sulla piazza mondiale? La deindustrializzazione è una minaccia per il nostro Paese? La definizione di deindustrializzazione è calzante per l’Italia, la Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti, non però per la Svizzera. Tuttavia la statistica evidenzia, rispetto ad alcuni anni fa, una minor quota di lavoratori anche alle nostre latitudini. Questo però non prende in considerazione che da 30 anni a questa parte le imprese produttive si sono focalizzate su una produzione molto automatizzata. Molte hanno esternalizzato tutto il resto – la pianificazione, l’informatica, la caffetteria, la stamperia, la pulizia, i servizi immobiliari, i trasporti, la logistica, ecc.... Questi servizi sono però direttamente in relazione con un’industria altamente produttiva e automatizzata: una relazione mutualmente vitale. In Europa si è interpretato in modo errato questa focalizzazione come licenziamenti unilaterali, “la fine del lavoro”. Per questo motivo i sindacati e i politici pensavano che si potesse ridistribuire lo scarso lavoro facendo lavorare tutti meno a lungo. Questa è stata una conclusione affrettata poiché non esiste una “torta finale” di lavoro e nell’Europa occidentale i lavoratori costavano troppo e questi servizi dunque non sono potuti nascere. Inoltre i datori di lavoro hanno potuto investire i loro buoni profitti in macchinari sempre più innovativi, facendo aumentare la produttività per ogni forza lavoro. La Svizzera funziona per gli industriali e per i lavoratori! ■ Fare Impresa Numero 1 — Aprile 2014 Rapporto d’attività 2013-2014 11 Fare Impresa Rapporto d’attività 2013-2014 Temi prioritari Mercato del lavoro Il 2013 è stato pienamente caratterizzato dalla discussione sull’evoluzione del mercato del lavoro in Ticino. L’aumento del numero dei lavoratori frontalieri, prevalentemente nel settore terziario, le situazioni di abuso delle condizioni di lavoro e il dumping salariale riscontrato in alcune situazioni hanno innescato acute tensioni fra le parti sociali e un maggiore interventismo dello Stato, obbligato del resto a intervenire in ossequio alle disposizioni sulle misure d’accompagnamento all’accordo sulla libera circolazione delle persone fra Svizzera e Unione europea. Contratti normali di lavoro AITI, unitamente a Swissmem e a diverse imprese, nel mese di febbraio del 2013 ha inoltrato un ricorso al Tribunale federale contro l’introduzione decisa dal Consiglio di Stato del cantone Ticino di due contratti normali di lavoro, uno nel settore della produzione di apparecchiature elettriche e uno in quello della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica. Il ricorso non era principalmente rivolto contro la fissazione di un salario minimo di tremila franchi mensili, quanto piuttosto sulle modalità utilizzate per determinare il presunto dumping salariale rispetto al salario di riferimento della professione. Inoltre, un uso estensivo dei contratti normali di lavoro prefigura a detta dell’AITI la volontà dello Stato d’imporre salari minimi obbligatori, ciò che non è permesso nell’attuale ordinamento legale. Il Tribunale federale ha purtroppo infine respinto il ricorso e i contratti normali di lavoro sono entrati in vigore il 1° gennaio 2014. Contratti collettivi di lavoro A più riprese il sindacato per fare fronte alle presunte derive del mercato del lavoro ha proposto la sottoscrizione di contratti collettivi di lavoro. L’AITI da parte sua ha ribadito che non è possibile sottoscrivere un contratto collettivo per tutta l’industria perché si tratta di un settore eterogeneo, con caratteristiche molto diverse fra un ramo d’attività e l’altro. Semmai, laddove vi sarà un consenso delle parti sociali, sarà possibile giungere alla definizione di contratti collettivi Fondazione III Millennio Commissioni e gruppi di lavoro collegati all’AITI 12 Nata nel 1996 come centro di formazione no profit a sostegno del reinserimento di persone disoccupate del settore industriale, nel tempo la Fondazione III Millennio ha ampliato la propria offerta formativa in modo coerente con le esigenze del mercato del lavoro e delle imprese. Nel corso dell’anno 2013 ha svolto corsi di rilevamento delle competenze professionali che hanno coinvolto 353 persone provenienti dal settore industriale. In quest’ambito e nello stesso periodo sono stati organizzati 120 stage professionali che hanno portato al collocamento di 53 persone. Commissione consultiva permessi di lavoro UE 2 (Bulgaria e Romania), prestatori di servizio e cittadini stati terzi La commissione consultiva che autorizza la concessione dei permessi di lavoro che permettono di esercitare un’attività lucrativa ( permesso B e permesso L di breve durata) si è riunita 16 volte nel corso dell’anno 2013. Le imprese associate all’AITI hanno cosi’ potuto ottenere 87 permessi di lavoro per cittadini provenienti dai paesi UE2 (Bulgaria e Romania), prestatori di servizio e cittadini stati terzi. Fare Impresa Rapporto d’attività 2013-2014 di lavoro per singolo ramo d’attività. Esistono parimenti numerosi contratti di lavoro aziendali che non pongono alcun problema in relazione alle condizioni di lavoro e che rappresentano uno strumento moderno e flessibile per regolare il rapporto di lavoro fra l’azienda e il collaboratore. L’AITI è dunque dell’opinione che vada pure incoraggiata questa forma di contratto, facendo sì che l’azienda instauri un dialogo effettivo e costante con i propri collaboratori, ad esempio anche attraverso la creazione di una commissione interna che faccia da tramite fra la direzione aziendale e il personale. Completamento della galleria del San Gottardo Il Ticino ha vinto una prima importante battaglia. Sovvertendo i pronostici il Consiglio federale ha infine approvato il messaggio alle Camere federali per la costruzione di una seconda galleria autostradale al Gottardo. Il Comitato cantonale a sostegno della proposta, di cui l’AITI fa parte, sta seguendo l’iter parlamentare e preparando la futura campagna di votazione, in quanto qualora il Parlamento federale dovesse dare luce verde al raddoppio del Gottardo verrà sicuramente lanciato il referendum. Fondazione AGIRE Nata nel 2010 nell’ambito della politica di sviluppo economico del Cantone, la Fondazione AGIRE, di cui AITI è membro fondatore, nel 2013 ha svolto centinaia di incontri al mese, valutando 120 prodotti, processi o idee e identificando 40 opportunità di innovazione. Nel 2013 sono stati sostenuti inotre 32 progetti di ricerca applicata tra Supsi e aziende ticinesi, mentre soni stati 2,5 i milioni di franchi a sostegno delle nuove aziende. I progetti sostenuti nel 2013 hanno generato un indotto di 30 milioni di franchi sul mercato del lavoro ticinese. Commissione tripartita per la gestione del Fondo cantonale per la formazione professionale Ha lo scopo di finanziare le spese della formazione professionale che non sono interamente coperte dalla Confederazione e dal Cantone. Interviene a copertura ad esempio delle spese per esami finali, copre le spese di trasporto degli apprendisti, finanzia i corsi interaziendali, i centri di formazione aziendali e progetti di formazione continua. La Commissione, composta da rappresentanti dello Stato e delle parti sociali, nel 2013 ha confermato l’aliquota di finanziamento allo 0,9 per mille. Proposte dell’economia per delle riforme fiscali Per cercare anche di uscire dalla logica di contrapposizione fra chi propone sgravi fiscali e chi invece vi si oppone, le principali associazioni economiche nel 2013 hanno presentato una prima serie di proposte di riforme fiscali a livello cantonale, elaborate da un gruppo di fiscalisti, che hanno raccolto l’interesse dell’Autorità cantonale. In questa prima fase ci si è concentrati soprattutto su misure che altri Cantoni svizzeri già adottano, come ad esempio gli accantonamenti per ricerca e sviluppo, oppure gli alleviamenti dell’imposta sulla sostanza. Nell’ambito delle persone giuridiche si fa riferimento all’introduzione di strumenti come il licence box. Formazione: un impegno su più fronti Senza dimenticare anche il livello terziario della formazione e quello più direttamente legato al mondo accademico, nel 2013 AITI si è spesa in particolare sulla promozione presso i giovani e le famiglie della conoscenza e della forza attrattiva delle professioni più legate all’industria. Esemplare in questo senso è il progetto “Industria? We Like It!”, lanciato da AITI l’ottobre scorso, con l’obiettivo di promuovere tra i giovani delle scuole medie del cantone Ticino le opportunità di carriera e formazione, nonché la storia e l’importanza > ...E inoltre • • • • • • • • • Forum industriale ticinese Commissione tripartita in materia di libera circolazione delle persone Gruppo mercato del lavoro Commissione tripartita in materia di disoccupazione per gli URC Commissione per l'innovazione economica Commissione cantonale per la formazione professionale Conferenza della Svizzera italiana per la formazione continua degli adulti Gruppo strategico della politica regionale Piattaforma Ticino Milano Expo 2015 13 Fare Impresa Rapporto d’attività 2013-2014 Comitato AITI 2012-15 > economica del settore industriale cantonale. Dopo aver toccato le sedi di scuola media di Balerna e Viganello, il progetto, che nel corso del 2014 farà tappa anche nelle sedi di scuola media di Cadenazzo, Losone e Giornico, ha già riscosso un discreto successo tra i ragazzi, i genitori, le scuole e sui media, se è vero che sono stati oltre 430 gli allievi coinvolti, oltre 50 i genitori avvicinati, 10 le aziende associate AITI che hanno aperto le loro porte e ben 12 i servizi giornalistici apparsi sui media cantonali. Un altro progetto, che vede l’AITI tra i principali promotori, è il progetto LIFT partito in via sperimentale lo scorso settembre in 5 sedi di scuola media, con cui si vogliono sensibilizzare i ragazzi di 3a e 4a media al mondo professionale attraverso un accompagnamento continuo e dinamico a scuola e a stages pratici in azienda. Più dedicate al mondo delle imprese e all’implementazione delle loro esigenze formative sono invece le discussioni avviate nel 2013 con alcune imprese industriali dell’industria dei metalli preziosi e dell’industria orologiera, tese a innescare un meccanismo formativo virtuoso all’interno delle aziende industriali e fornire ai comparti un adeguato ricambio di manodopera qualificata. Molto positiva è anche l’unione delle forze, questa volta in ambito associativo, che ha visto AITI e AMETI, l’Associazione delle industrie metalmeccaniche ticinesi, presentarsi insieme all’edizione 2014 appena conclusasi di EspoProfessioni. Daniele Lotti * Presidente Società Elettrica Sopracenerina SA Locarno Fides Baldesberger Outils Rubis SA Stabio Roberto Ballina Tensol Rail SA Giornico Antonio Brina Casram SA Mezzovico Marco Cobianchi * Schindler Elettronica SA Locarno Giuseppe Facchini Precicast SA Novazzano Marco Favini Rex Articoli Tecnici SA Mendrisio Roberto Gallina * Roga SA Rancate Michele Genovesi Ginsana SA Bioggio Farma Industria Ticino * Organizzazioni di categoria 14 Farma Industria Ticino, l’associazione delle industrie chimiche e farmaceutiche del Cantone Ticino, ha introdotto a inizio 2014 un suo Codice Etico, con lo scopo di promuovere e garantire comportamenti responsabili da parte dei manager e dei collaboratori e di salvaguardare le aziende associate a FIT da comportamenti poco corretti e non in linea con i valori dell’Associazione. Parteciperà inoltre per la prima volta con un suo spazio comune denominato “Piazza Ticino” al CPHI di Parigi, importante fiera di settore. Fare Impresa Rapporto d’attività 2013-2014 AITI Servizi Umberto Giovine * Consitex SA Lugano Rolando Hirsbrunner Agie Charmilles SA Losone Claudio Libotte Mikron SA Agno Lugano Alberto Petruzzella Credit Suisse - Clientela aziendale Lugano Fabio Regazzi * Vicepresidente Regazzi SA Gordola Alberto Siccardi Medacta International SA Castel S. Pietro Cesare Sinigaglia Fiamm Sonick SA Stabio Marcel Vuerich The Swatch Group Assembly SA Genestrerio AITI Servizi, istituita nel 2004, è la società di servizi di AITI. Essa ha lo scopo di offrire consulenze di varia natura alle imprese associate: insourcing (attraverso i propri collaboratori) e outsourcing, mediante Convenzioni con società terze, leader nel loro settore di riferimento. Il core business dei servizi insourcing è rappresentato dal brokeraggio assicurativo (ramo persone e rami tecnici): settore che, negli anni, si è guadagnato la fiducia di 86 aziende (associate e non). Nel 2013, ha ottenuto 18 nuovi mandati. A febbraio 2013, nel team di AITI Servizi, c’è stato un avvicendamento: Marco Miniscalco è infatti stato sostituito da Stefano del Cò, che oggi affianca il broker senior Francesco Rossi. Per quanto concerne le Convenzioni, ambito di competenza di Simona Galli, nel 2013 sono state avviate 4 nuove partnership. La prima in ordine cronologico, siglata con PwC Lugano, riguarda la consulenza fiscale e legale commerciale; la seconda, firmata con OSM Network, offre servizi di consulenza strategica alle imprese in difficoltà o intenzionate a sviluppare nuovi segmenti di mercato. La terza, stipulata con Deloitte, riguarda la resa di servizi di gestione contabile e amministrativa. La quarta – che ha, quale contraente, T.U.S. Take Unconventional Services – prevede assistenza nel Business Travel Management. * Membri del Consiglio di Presidenza AITI ...E inoltre Associazioni affiliate • • • • • • • • • • SAQ Swiss Association for Quality * SOA Scuola svizzera di organizzazione aziendale * AMETI Associazione industrie metalmeccaniche ticinesi CCIS Camera di commercio italiana per la Svizzera CCSI Camera di commercio svizzera in Italia SMC Swiss marketing Ticino USIC Gruppo carozzieri ticinesi sezione Ticino USM Unione svizzera del metallo VISCOM Associazione svizzera per la comunicazione visuale sezione Ticino WTC Associazione World Trade Center Lugano * Associazioni di cui l’AITI tiene i servizi di Segreteria 15 Fare Impresa Rapporto d’attività 2013-2014 Il 2013 in immagini 16 Fare Impresa Rapporto d’attività 2013-2014 17 Fare Impresa Rapporto d’attività 2013-2014 Associazioni economiche nazionali di cui AITI è membro L’anno 2013 di economiesuisse Unione svizzera degli imprenditori Per economiesuisse della Svizzera italiana il 2013 è stato un anno, malgrado tutto, positivo. A livello svizzero l’accettazione da parte della popolazione, il 3 marzo, dell’iniziativa Minder “contro le retribuzioni abusive” ha portato l’organizzazione a un riposizionamento strategico, con una chiara volontà di focalizzare le attenzioni e le energie su un numero minore di temi. Inoltre vi è stato un avvicendamento a livello della Presidenza con Heinz Karrer, già Presidente AXPO, che ha sostituito il dimissionario Rudolf Wehrli. Sul fronte delle votazioni vi è stato un secondo appuntamento importante, che riguarda un’iniziativa lanciata dai giovani socialisti che mirava a fissare un rapporto di 1 a 12 tra il salario inferiore e quello superiore all’interno di una stessa azienda. Questa proposta non ha raccolto i favori del popolo, nemmeno di quello ticinese che con il 52% dei voti l’ha rifiutato. A livello svizzero il tasso è stato superiore al 65%. Quale membro dell’Unione svizzera degli imprenditori (USI), AITI partecipa tradizionalmente all’attività di questa importante associazione economica nazionale. AITI è infatti rappresentata direttamente nel Comitato dell’USI nella persona dell’imprenditore Roberto Gallina, Direttore della Roga SA di Mendrisio. AITI, attraverso la sua Segreteria, partecipa pure alle attività commissionali, in particolare la Commissione che si occupa di diritto del lavoro e quella che discute dei contratti collettivi in vigore. Accanto a queste attività USI organizza regolarmente incontri con i direttori e segretari delle associazioni che ne fanno parte. La Commissione del Diritto del lavoro analizza la funzionalità del mercato del lavoro e promuove lo scambio di esperienze dei membri dell’USI in materia. Fra i temi prioritari si colloca il funzionamento dell’accordo bilaterale CH-UE sulla libera circolazione delle persone e le relative misure d’accompagnamento. La Commissione dei contratti collettivi di lavoro ha il delicato compito di sostenere un partenariato sociale che si deve fondare sull’equilibrio fra gli interessi dei datori di lavoro e quelli della manodopera. Eventi con economiesuisse per la Svizzera italiana Il 21 novembre 2013 si è tenuto alla sala multiuso di Sant’Antonino un pomeriggio organizzato da economiesuisse e dedicato interamente alla fiscalità nazionale e cantonale nonché alla presentazione di uno studio intitolato “Piazza fiscale svizzera – Sfide e soluzioni”. Per l’occasione è giunto in Ticino il direttore a.i. Rudolf Minsch che ha illustrato le esigenze dell’economia nei confronti della Riforma III dell’imposizione delle imprese, i cui lavori sono attualmente in corso a livello della Confederazione. Il piatto forte è in seguito stato offerto dalle associazioni economiche cantonali, ABT, AITI, Cc-Ti, CATEF e SSIC, che hanno proposto un pacchetto fiscale all’attenzione delle autorità cantonali. La manifestazione, alla quale erano presenti oltre 120 persone, rappresenta così il punto di partenza per una discussione in materia di imposte cantonali. Il 17 gennaio 2014 si è inoltre tenuto il terzo incontro nella Svizzera italiana intitolato “Come ottenere appalti pubblici”. L’Ufficio federale per la costruzione e logistica (UFCL) è giunto in Ticino e ha illustrato ai numerosi partecipanti al seminario a quali elementi dare particolari attenzione in occasione dell’allestimento di un’offerta per appalti pubblici. L’appuntamento per il 2015 è già fissato. Non da ultimo, economiesuisse è apparsa 175 volte sulla stampa di lingua italiana, partecipa a diverse commissioni e gruppi di lavoro che si confrontano con la politica economica regionale. Tramite mandato AITI rappresenta economiesuisse nella Svizzera italiana 18 Fare Impresa Numero 1 — Aprile 2014 NETWORK Fondazione III Millennio I disoccupati e i lavoratori dell’industria? Non vengono mai lasciati soli Reinserimento di persone disoccupate iscritte agli Uffici di collocamento, che hanno maturato significative esperienze in ambito industriale, ma anche promozione della formazione professionale continua “quale elemento essenziale per garantire vantaggi competitivi, sia alle imprese sia ai collaboratori”. È questo il duplice obiettivo della Fondazione III Millennio, unità formativa di AITI diretta da Marco Conti, nata 18 anni fa come Centro di formazione no profit a supporto del il mutamento dei bisogni guardando ad un contesto più ampio - ci spiega Conti - ma anche per introdurre nuovi servizi legati all’evoluzione tecnologica espressamente rivolti alle imprese ticinesi, senza dimenticare la partecipazione attiva a progetti europei concernenti la formazione professionale, di base e continua, anche se alla luce degli avvenimenti politici delle ultime settimane questo obiettivo rischia di non essere raggiunto nei termini previsti”. Per raggiungere questi obiettivi appare però fondamentale un costante contatto con il territorio e le esigenze delle imprese. In effetti questo contatto è reinserimento di persone alla ricerca essenziale, irrinunciabile. Proprio il d’impiego, specializzatasi sempre più nel contatto con le aziende ci permette corso degli anni sia nell’offerta formativa di percepire il mutare dei bisogni. Da sia nelle attività di supporto diretto al sempre l’imprenditore è colui che sa sostegno del reinserimento professionale. cogliere la nuova Diventata opportunità generata La Fondazione III Millennio maggiorenne, oggi dal cambiamento è l’unità formativa di AITI la Fondazione è al trasformandola lavoro per arrivare poi in attività nel 2014 “all’ampliamento dell’offerta economica. Nel mondo moderno il formativa attraverso collaborazioni con cambiamento genera vorticosamente enti formativi che operano anche fuori nuove opportunità che per essere colte dal contesto nazionale e così cogliere necessitano di costante evoluzione > 19 Fare Impresa Numero 1 — Aprile 2014 Sostegno attivo Ogni anno almeno il 50% dei disoccupati dell’industria beneficia di misure attive di sostegno all’occupazione e di ricollocamento da parte della Fondazione III Millennio 2010 48% 2011 56% 2012 50% Media annua di disoccupati nell’industria 725 622 685 Misure attive Fondazione III Millennio 348 350 347 La Fondazione III Millennio nasce nel > tecnologica e quindi costante adeguamento 1996 come Centro di formazione no profit a delle conoscenze e delle competenze. In questo supporto del reinserimento di persone alla continuo cambiamento è necessario ascoltare ricerca d’impiego. Nel primo periodo la proposta puntualmente il mercato e gli imprenditori formativa era rivolta a corsi di aggiornamento per fornire offerte formative allineate ai e riqualifica professionale per i collaboratori nuovi bisogni. Per le imprese la disponibilità delle aziende metalmeccaniche che vivevano il di collaboratori costantemente aggiornati periodo di transizione tecnologica che ha portato facilita l’implementazione di nuove tecnologie alla larga diffusione delle macchine a controllo e nuovi processi produttivi. Per i collaboratori numerico computerizzato dette comunemente il costante aggiornamento aumenta il valore CNC. In quel contesto l’offerta formativa rivolta della prestazione fornita e all’occorrenza facilita all’acquisizione di nuove competenze nella enormemente il processo di reinserimento programmazione di macchine professionale. Formazione a controllo numerico (CNCe ricerca sono i cardini Il nostro punto di forza CAM), rappresentava un su cui costruire il è anticipare elemento di innovazione legato successo delle imprese i bisogni formativi all’evoluzione tecnologica in un mondo sempre più delle aziende e molto apprezzato sul mercato globalizzato. Il nostro dei lavoratori del lavoro. Nel tempo l’attività punto di forza risiede di FTM si è poi diversificata nella capacità di seguire, ampliando sia l’offerta formativa sia le attività anzi direi di anticipare i bisogni formativi di supporto diretto al sostegno del reinserimento delle aziende e dei lavoratori attraverso offerte professionale. In questo contesto è cosi maturata costantemente allineate all’evoluzione del nel 1999 la nostra integrazione in ACTOR- come mercato. unità formativa del Centro risorse umane di AITI. Oggi elaboriamo interventi formativi in diversi Tutti obiettivi e progetti frutto di settori, ma sempre allineati alle esigenze delle un’esperienza maturata in 18 anni di storia imprese. sempre a stretto contatto, ancora una volta, ■ con le esigenze delle imprese del territorio. www.fondazioneterzomillennio.ch 20 Fare Impresa Numero 1 — Aprile 2014 SPAZIO SOCI Giovani e formazione: continua l’impegno del Gruppo Regazzi Una giornata di formazione in azienda per conoscere il funzionamento, le modalità di lavoro e soprattutto le opportunità professionali. L’hanno trascorsa di recente 12 ragazzi presso la sede di Regazzi TSF (Tecnica Serramenti e Facciate) SA di Gordola, nell’ambito della partecipazione al concorso per l’attribuzione delle tre borse di studio Efrem Regazzi del valore di 1’000 franchi annui ciascuna. Scopo della borsa di studio è quello di promuovere e incentivare i giovani ad intraprendere una professione nel settore della metalcostruzione, che presenta delle opportunità professionali e di carriera molto interessanti, in un’azienda, il Gruppo Regazzi, da sempre sensible al tema della formazione professionale, visto che nel corso della sua storia ha formato 130 apprendisti e attualmentene ne conta ben 14, pari al 10% dei dipendenti. La foto ritrae i 12 partecipanti alla giornata, accanto al fondatore della Regazzi SA, Efrem Regazzi, il presidente del Consiglio di amministrazione, Fabio Regazzi, e il direttore Roberto Frei. Pamp SA rinnova il suo impegno per uno sviluppo sostenibile È stato presentato nei giorni scorsi a Vezia il quarto bilancio di sostenibilità di PAMP SA, azienda di Castel San Pietro attiva nella lavorazione dei metalli preziosi, leader a livello mondiale in questo settore. Con questo bilancio PAMP SA sottolinea l’attenzione e l’impegno dell’azienda nel campo della responsabilità sociale, mettendo in evidenza in particolare gli sforzi compiuti in ambito ambientale, prevenzione rischi e organizzativo. www.pamp.ch www.regazzi.ch Tecnopolo Ticino a Chiasso: c’è anche Plastical Sagl C’è anche Plastical Sagl, azienda associata AITI e operante nell’ambito della consulenza in comunicazione e strategia aziendale, tra le aziende localizzate a Chiasso all’interno del Tecnopolo gestito direttamente dalla Fondazione AGIRE. La realizzazione della sede web/digitale di Chiasso, oltre a essere il primo elemento del modello di Tecnopolo Ticino, è un ulteriore passo concreto nell’attuazione della strategia di sviluppo economico del Cantone, resa possibile dal nuovo paradigma della politica economica regionale, volta a incentivare lo spirito imprenditoriale e la creazione di nuovi posti di lavoro qualificati, valorizzando importanti risorse intellettuali e professionali indigene. www.plastical.com 21 Fare Impresa Numero 1 — Aprile 2014 Più l’analisi dei rischi è trasparente, maggiori sono le ricadute positive. Risk Management aziendale Nel sistema di governo delle imprese, un obiettivo primario della Direzione e del CdA è rappresentato dal Risk Management. Nessun investimento è senza incertezza quindi, saper comprendere e padroneggiare il rischio, è una delle chiavi per gestire gli investimenti e i loro ritorni. Proprio per consentire alle aziende di governare al meglio i propri rischi - a beneficio dei costi e della tutela dei lavoratori - Aiti Servizi e Silaq hanno messo a Il Risk Management punto il Disciplinare Tecnico, ha un approccio uno strumento operativo capace sistemico e proattivo di rendere trasparenti i criteri di analisi del rischio, agevolando così il raggiungimento di due importanti risultati: l’acquisizione di una più completa coscienza dei rischi effettivi dell’azienda e il conferimento di una maggiore coerenza al valore del premio assicurativo. Il Risk Management è un processo di analisi continua, che ha lo scopo di identificare risposte appropriate ai diversi fattori di rischio, attraverso un approccio sistemico e proattivo. In questo contesto, l’adozione del Disciplinare tecnico conduce a una gestione positiva del rischio, orientata alla creazione di valore. In sintesi: • definisce il reale profilo di rischio; • individua le criticità e le priorità d’intervento; • analizza e fornisce le soluzioni appropriate ad abbassare o eliminare tutti i rischi; • riduce i costi di gestione; • migliora l’efficienza dei processi, la prevenzione dei danni e la gestione degli incidenti; • riduce le perdite; • massimizza gli utili; • migliora la salute e la sicurezza; • innalza il grado di protezione complessivo. Per una consulenza o per maggiori informazioni sul Disciplinare tecnico, potete contattare Francesco Rossi: [email protected]. www.aitiservizi.ch 22 Fare Impresa Numero 1 — Aprile 2014 Foglio di informazione 2/2014 News Commento del mese «Economia verde» sì, economia pianificata no La Confederazione intende modernizzare la legge sulla protezione dell’ambiente e, per poterlo fare, interviene sul mercato. Tuttavia, la chiave per una gestione più efficace e più economica delle risorse e per un consumo più ecologico risiede nell’innovazione. Iniziativa parlamentare «Punire severamente la vendita di dati bancari» economiesuisse sostiene gli sforzi profusi per proteggere meglio la sfera privata dei clienti delle banche ed è d’accordo di inasprire le sanzioni in caso di attacco al segreto professionale. L’organizzazione ritiene tuttavia importante che il testo di legge non sia formulato in maniera troppo rigida. Cambiamento importante su simap.ch, la piattaforma d’informazione sui mercati pubblici A partire dal 3 marzo 2014, la piattaforma elettronica della Confederazione, dei cantoni e dei comuni dedicata ai mercati pubblici ha fatto un ulteriore passo verso una gestione integrata degli appalti pubblici. Da ora in poi le imprese saranno chiamate a creare un nuovo profilo offerente, con il loro numero di identificazione (IDI), entro un termine di due mesi. Con le nuove funzioni, le imprese potranno non solo informarsi sui concorsi pubblici, ma anche presentare per via elettronica delle offerte giuridicamente vincolanti. Ulteriori informazioni: www.economiesuisse.ch Grafico del mese Pigione annua media per un appartamento di 4 locali (2011) Sciaffusa Basilea Liestal Aarau Delémont Soletta Lucerna Neuchâtel Frauenfeld Zurigo Herisau Zugo Svitto Sarnen Stans Berna Friborgo San Gallo Appenzello Glarona Coira Altdorf Losanna Ginevra > 32' 000 30' 000 – 32' 000 28' 000 – 30' 000 26' 000 – 28' 000 24' 000 – 26' 000 Sion Bellinzona 22' 000 – 24' 000 20' 000 – 22' 000 18' 000 – 20' 000 16' 000 – 18' 000 < 16' 000 Fonti: Wüest & Partner, Credit Suisse Economic Research, Geostat. 0 25 50 km di Rudolf Minsch, Presidente della direzione di economiesuisse a.i. Evitiamo altri esperimenti 3 Dopo l’iniziativa sull’immigrazione di massa, la prossima decisione di politica economica è prevista per il 18 maggio. L’iniziativa sui salari minimi intende obbligare tutte le imprese svizzere a versare un salario di almeno 22 franchi all’ora a tutti i loro dipendenti – indipendentemente dai settori, dalla regione o dalle qualifiche dei collaboratori. In gioco vi è il nostro mercato del lavoro liberale e un dialogo tra i partner sociali che si è finora rivelato efficace. L’iniziativa avrebbe conseguenze in numerosi settori: salari minimi dettati dallo Stato indeboliscono la competitività, accelerano le misure di razionalizzazione e sfociano nella soppressione di impieghi – in particolare nelle regioni agricole. Inoltre, il sistema di formazione duale ne soffrirebbe, dal momento che diminuirebbe l’incentivo ad una maggiore formazione e al perfezionamento. Le persone che l’iniziativa pretende di proteggere sarebbero le prime a fare le spese di salari minimi rigidi: in particolare le persone che entrano nel mercato del lavoro, quelle poco qualificate e quelle che intendono riprendere un’attività. Un classico effetto boomerang. Considerata la situazione che si è venuta a creare dopo il voto del 9 febbraio, dobbiamo cercare di evitare alle nostre imprese questi oneri supplementari. Porle davanti a questa doppia sfida lancerebbe un segnale negativo per la piazza economica svizzera. Contatto economiesuisse Lugano, Federazione delle imprese svizzere, Corso Elvezia 16, casella postale 5563, CH- 6901 Lugano Telefono +41 91 922 82 12, Fax +41 91 923 81 68, www.economiesuisse.ch 23 AGENDA Formazione Corso “Project Management” Date: giovedì 15 maggio (dalle ore 8.00 alle ore 17.00) + martedì 20 maggio e mercoledì 4 giugno (dalle ore 17.00 alle ore 20.00) Durata: una giornata + 2 sere Location: Aula di formazione di AFG & Partners a Camorino (Centro Ala, Via Monda 2C) Docenti: Andrea Zambarda + Fabio FrigoMosca Partner: LHH + AFG Management Consulting Tassa d’iscrizione: CHF 1’020 (per Associati AITI) – CHF 1’200 (per non Associati AITI) Infotainment Lezione-spettacolo “Camillo Olivetti, alle radici di un sogno” Compagnia Teatrale di Laura Curino Data: giovedì 22 maggio Durata: dalle 18.00 alle 20.10, con standing dinner finale Location: Aula Magna SUPSI di Trevano Partner: SUPSI - DSAS Formazione Aggiornamento sulle “Imposte alla fonte” Data: martedì 27 maggio Durata: dalle 14.00 alle 18.00, con business coffee-break Location: da definire Docente: Michele Scerpella Tassa d’iscrizione CHF 70 (per Associati AITI) — CHF 90 (per non Associati AITI) Iscrizioni: [email protected] 091 911 84 72 Per abbonamenti o richieste di copie aggiuntive: [email protected] www.aiti.ch/fare-impresa