1 Gabriele d`Annunzio Sensazioni e allucinazioni

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T70
[Notturno]
da G. d’Annunzio, Prose di
romanzi, a cura di
E. Raimondi, Mondadori,
Milano.
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Gabriele d’Annunzio
Sensazioni e allucinazioni
• un pulviscolo di sensazioni
senza «nessuna legge stabile»
• atmosfera onirica
La breve prosa che segue fa parte della Seconda Offerta, in cui il
presente, con le sue allucinazioni oniriche, ha maggior spazio.
Caratteristica del brano è la rinuncia a organizzare la materia
narrativa, la frantumazione delle sensazioni, il conseguente
impressionismo. Ma in esso d’Annunzio sembra d’altra parte anticipare il surrealismo, nello sforzo di rendere
le immagini che il delirio dell’immobilità coatta e della malattia proietta sul fondo dell’occhio.
Oggi il dèmone1 ha spento i fuochi,2 e ha inventato un nuovo supplizio.
L’infermiera entra e dice: «Tutti i giacinti sono caduti sotto l’acquazzone. Son tutti per terra».
Mi rammarico.
Ella soggiunse: «A raccogliere i più belli mi si sono invescate3 le dita. Dai gambi rotti fila
un umore che si attacca alle mani».
Soggiunge ancóra: «Ma ci sono altri bulbi che gìttano.4 Ce ne sono molti. Saranno anche
più belli. Ne ho visto uno che ha messo fuori il capo d’un fiore doppio violetto, così scuro che
sembra nero. E le pecchie5 ronzano. M’inseguivano, dianzi. Perché i giacinti più scuri odorano
più forte?».
Un nulla mi turba e mi sconvolge. In certe ore sembra che tutte le relazioni e tutti i rapporti
cèssino nel mio spirito senza lasciare ombra di vestigio.6 Divento una materia non governata
da nessuna legge stabile, soggetta a trasmutamenti subitanei che spossano o esaltano il corpo
quasi direi transustanziato.7 Sento circolare nella sfera dell’occhio le forze più varie e più discordi. Il flusso e il riflusso primaverile mi attraversano come una vicenda di maree cariche di
orrori e di tesori innaturalmente accelerata.
La donna s’accosta. Odora di giardino grondante. Le chiedo se abbia tuttavia fra le dita il
vischio dei giacinti.
«Oh no!» rispose con una voce sùbita8 e vivida come il rossore.
E lievemente mi sfascia e mi cambia la compressa9 che s’è disseccata sopra la bolla d’acqua
salsa.
Poi s’allontana. Richiude l’uscio. La sento discendere la scala.
Un’angoscia misteriosa si gonfia dentro di me; si deforma a poco a poco, e affluisce verso
l’occhio che sembra urtato dal battito atroce della mia nuca.
Dove sono i giacinti rotti e raccolti?
La stanza si empie d’un profumo delirante. L’angoscia divampa come la follia.
Dal bulbo dell’occhio, con una fitta improvvisa, rompe il giacinto violetto.
Serro i denti. Sento le barbe10 aggrovigliate nel cervello. Sento distinte le membrane e le
squame carnose.
Il gambo s’allunga. Il fiore si compisce,11 s’infoltisce, s’appesantisce. È cupo, è quasi nero.
Lo vedo.
Chi me l’ha scerpato?12
Ho paura del mio grido folle.
L’umore vischioso impiastra la compressa, mi cola giù per la gota.
Il nero rispunta, con una fitta più acuta. Rinasce e si stronca e m’invesca. E io grido.
Rigitta,13 ancóra, si spezza ancóra.
1 il dèmone: il caso che tortura il protagonista
come secondo una volontà diabolica.
2 ha spento i fuochi: ha placato il bruciore [all’occhio].
3 invescate: invischiate.
4 gìttano: buttano, cioè “spuntano”.
Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese
5 le pecchie: le api.
6 ombra di vestigio: la minima traccia.
7 transustanziato: trasformato in altro, cioè
“scorporato” (con accezione anche religiosa).
8 sùbita: improvvisa.
9 la compressa: cioè la medicazione di garza
dell’occhio.
10 le barbe: le radici.
11 si compisce: cresce.
12 scerpato: strappato.
13 Rigitta: ributta, cioè “spunta” (soggetto è il
fiore).
il nuovo LA SCRITTURA E L’INTERPRETAZIONE - EDIZIONE ROSSA
[G. B. PALUMBO EDITORE]
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T70 Gabriele d’Annunzio ~ Sensazioni e allucinazioni
Esercizi
ANALIZZARE
INTERPRETARE E APPROFONDIRE
1
Mostra come il rapporto con la realtà sia interamente
mediato da sensazioni uditive e olfattive.
2
Documenta la frantumazione del soggetto nel magma
delle percezioni fisiche.
3
Caratterizza il trapasso dalle sensazioni fisiche alle
fantasie allucinate e surreali.
Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese
4
La metamorfosi vegetale assume in questo testo un
significato diverso da quello che ha nell’Alcyone:
precisane i contenuti.
5
Evidenzia i caratteri della prosa del Notturno che la
avvicinano ai movimenti di avanguardia.
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[G. B. PALUMBO EDITORE]
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