AIAS – ASSOCIAZIONE ITALIANA PER L’ANALISI DELLE SOLLECITAZIONI 45° CONVEGNO NAZIONALE, 7-10 SETTEMBRE 2016 – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE AIAS 2016 - 652 IL BONE STRUCTURE INDEX: UNO STUDIO SULLA QUALITÀ DELLA STRUTTURA TRABECOLARE F. Cosmia, A. Nicolosib a Università degli Studi di Trieste - Dipartimento di Ingegneria e Architettura, Via A. Valerio 10, 34127 Trieste, e-mail: [email protected] b M2Test, e-mail: [email protected] Sommario L'osteoporosi è una malattia silente ma molto comune e in rapida crescita visto l’allungarsi della vita, caratterizzata da una diminuzione della resistenza ossea, che porta ad un progressivo aumento del rischio di frattura. Attualmente, la diagnosi viene fatta sulla base della densità minerale ossea, che però nel 4050% dei casi non è in grado di prevedere le fratture, e dei fattori di rischio clinici, ma non viene valutata la solidità strutturale della disposizione trabecolare. Il Bone Structure Index (BSI) nasce per dare un’indicazione clinica sulla qualità, cioè sulla capacità portante, della struttura trabecolare ed è in grado di aiutare a identificare i soggetti a rischio, integrando gli strumenti attualmente in uso a costi estremamente contenuti. In questo lavoro, ci proponiamo di identificare la distribuzione del BSI in una popolazione di oltre 300 volontari di sesso femminile e di discutere i fattori di rischio di frattura fragile riconosciuti dalla comunità scientifica Abstract Osteoporosis is a silent disease, characterized by a decrease of bone strength, which leads to a progressive increase in fracture risk. It is very common and rapidly growing given the increasing life span. Currently, diagnosis is made on the basis of bone mineral density, which seems to be a poor fracture predictor in about 40-50% of cases, and of the clinical risk factors, but the structural safety of the trabecular structure is not evaluated. The Bone Structure Index (BSI) was created to give an indication of the clinical evaluation of the trabecular structure quality, that is its load-bearing capability. The BSI is able to help in the identification of those at risk, by complementing the instruments currently in use at an extremely low cost. In this work, we aim to identify the distribution of BSI in a population of over 300 female volunteers and to discuss the fracture risk factors recognized by the scientific community. Parole chiave: Osteoporosi, Bone Structure Index, Metodo delle Celle, Analisi strutturale, Qualità dell’osso. 1. INTRODUZIONE Il tessuto osseo è estremamente complesso e le sue caratteristiche morfo-funzionali dipendono dalle continue modificazioni fisiologiche o patologiche che subisce nel corso della vita dell’individuo. L'osteoporosi è una malattia silente ma molto comune al giorno d’oggi e in rapida crescita visto il progressivo allungamento della vita. È caratterizzata da una diminuzione della resistenza ossea con progressivo aumento del rischio di frattura: l’osteoporosi provoca più di 8,9 milioni di fratture ogni anno in tutto il mondo e più di un terzo delle fratture osteoporotiche si verificano in Europa. Le proprietà meccaniche dell’osso sono strettamente influenzate dalla sua componente spongiosa e, sulla macro-scala, dipendono sia dalla composizione sia dalla complessa micro-architettura delle trabecole. Nella letteratura scientifica viene comunemente accettato che entrambi questi fattori, contenuto minerale 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 e organizzazione strutturale delle trabecole, contribuiscano a determinare la resistenza complessiva del tessuto osseo [1-11]. Attualmente, gli accertamenti clinici non valutano la solidità strutturale, cioè la qualità, della disposizione trabecolare e la diagnosi viene fatta sulla base della densità minerale ossea o di appositi algoritmi per il calcolo del rischio di frattura (p.es. a 10 anni) quali il FRAX®, sviluppato dall’OMS integrando i fattori di rischio clinici ed il valore della densità minerale ossea (BMD – Bone Mineral Density) misurata a livello del collo femorale [12]. La risposta meccanica della struttura ossea al carico applicato può essere valutata a partire da ricostruzioni 3D del tessuto esaminato, per esempio ottenute a partire da scansioni micro-CT. Queste applicazioni sono però al momento ancora lontane da un utilizzo nella pratica clinica, mentre offrono grandi potenzialità in ambiti di ricerca, ad esempio per valutare gli effetti sulla struttura ossea in condizioni di permanenza in microgravità [13-15]. Il BSI – Bone Structure Index, è un indice della qualità della struttura ossea che nasce appunto dall’esigenza di superare le limitazioni legate all’impiego di modelli 3D e viene calcolato a partire dalla simulazione dell’applicazione di carichi su quella che può essere considerata una biopsia virtuale dell’architettura ossea del paziente, ottenuta da immagini radiografiche. Il BSI nasce quindi per dare un’indicazione clinica sulla qualità, cioè sulla capacità portante, della struttura trabecolare, in grado di identificare i soggetti a rischio, integrando gli strumenti attualmente in uso: le alterazioni della struttura ossea, p. es. dovute all’osteoporosi, possono essere rilevate e quantificate mediante il BSI, completando il quadro clinico derivato dalla densitometria con un esame di basso costo. Figura 1. Acquisizione della radiografia e selezione della zona trabecolare per l’analisi. Il modello numerico è ricavato a partire da un’immagine radiografica tradizionale (Fig.1). Sul modello viene simulata l’applicazione di carichi attraverso l’applicazione del Metodo delle Celle in campo elastico [16-18]. Il risultato dell’elaborazione viene sintetizzato in un indice strutturale indicativo della capacità della struttura ossea di reggere i carichi (BSI – Bone Structure Index), che combina la risposta elastica della struttura ricostruita e la somma normalizzata dei toni di grigio, indicativa della mineralizzazione nella regione in esame. La tecnica, che prevede la semplificazione della struttura trabecolare da 3D a 2D, viene applicata in distretti anatomici opportuni, quali ad esempio l’epifisi prossimale delle dita della mano, in cui, nonostante la forma irregolare dell’osso, è possibile identificare il pattern della struttura trabecolare che si sviluppa per piani con una discreta regolarità. In questo modo è possibile rilevare e quantificare le alterazioni patologiche della struttura ossea trabecolare in pochi secondi [19]. Una prima validazione clinica ha evidenziato come questa tecnica possa migliorare la diagnosi e aiutare il medico nell’ identificazione del rischio effettivo di frattura osteoporotica [20]. Un successivo studio eseguito su 66 soggetti ha confermato che la tecnica è in grado di discriminare i soggetti sani da quelli a rischio [21]. Il test è stato utilizzato per valutare in termini quantitativi il decorso in un caso di sindrome algoneurodistrofica della mano (CRPS – Complex Pain regional Syndrome type II) complicato da osteoporosi [22]. Recentemente, grazie ad uno studio che ha coinvolto più di 300 volontari, è stato 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 possibile acquisire le informazioni sulla distribuzione del BSI all’interno della popolazione ed elaborare i parametri statistici di riferimento per il medico in fase di diagnosi [23]. Dal punto di vista procedurale, le immagini radiografiche delle epifisi prossimali di indice, medio e anulare della mano non dominante vengono elaborate e convertite in un modello numerico su cui viene simulata l’applicazione di carichi di compressione, come sinteticamente descritto qui di seguito. 1. Viene selezionata la regione trabecolare di interesse per l’analisi (ROI – Region Of Interest) e sull’immagine della ROI vengono definite una griglia di nodi e la connettività delle celle, costituite da triangoli a 3 nodi. 2. In ciascuna cella viene valutata la media dei toni di grigio in alcuni punti e questo valore viene utilizzato per assegnare le proprietà elastiche della cella con una procedura di scala tra 0 MPa (nessuna caratteristica meccanica) e 1000 MPa, valore arbitrariamente assunto per la fase trabecolare. Ulteriori ipotesi sono il comportamento elastico-lineare e il valore del modulo di Poisson =0.3 di ciascuna cella. 3. Viene quindi simulata la compressione a spostamento impresso lungo gli assi della ROI, utilizzando i modelli micro-meccanici basati sul Metodo delle Celle e sviluppati per la determinazione delle proprietà meccaniche apparenti di materiali porosi [24-28]. Il risultato delle simulazioni è il modulo elastico apparente E* nelle due direzioni della struttura ricavata a partire dall’immagine radiografica piana della regione di interesse. 4. Nella ROI viene inoltre definito un parametro indicativo del livello locale di mineralizzazione della fase ossea, somma normalizzata dei toni di grigio nella zona esaminata, CF – Content Factor, [1923]. 5. L’indice strutturale BSI viene introdotto per sintetizzare il risultato delle simulazioni, evidenziando il contributo dell’organizzazione spaziale delle trabecole alla capacità della struttura ossea di reggere i carichi, a prescindere dal livello locale di mineralizzazione: BSI a1 b1E * b2CF (1) con a1 fattore di normalizzazione calcolato dai parametri di acquisizione radiografici (fissati dal protocollo di acquisizione), e b1 e b2 costanti positive. I risultati dell’elaborazione dell’immagine e del modello numerico sono disponibili in meno di un minuto su un normale personal computer. I primi studi sul BSI [20-22] sono stati eseguiti utilizzando un mammografo. Questo approccio era limitato da diverse criticità: • difficoltà a reperire strutture in cui eseguire l’acquisizione dei dati • necessità di normalizzazione dei dati al variare dell’apparecchiatura utilizzata • facilità di errore dell’operatore nell’impostazione dei parametri • studi su numero limitato di soggetti. La recente diffusione anche sul mercato italiano degli apparecchi di radiologia portatile “palmare”, nati per applicazioni dentali ed in grado di fornire immagini di ottima qualità, ha portato a esaminare la possibilità di un loro impiego per questa applicazione [29], con definizione di un protocollo di acquisizione, superamento delle precedenti limitazioni ed evidenza di ulteriori vantaggi quali: • costo contenuto • facilità e rapidità d’uso • peso estremamente contenuto • non sono richiesti ambienti particolari • apparecchio già certificato ed in commercio • condivisibilità fra operatori. Nell’applicazione clinica, la modalità di erogazione dell’analisi della qualità ossea mediante il BSI prevede un’architettura client-server con remotizzazione del calcolo su cloud, che consente di disaccoppiare il software di acquisizione delle immagini radiografiche (su client) da quello che esegue effettivamente l’elaborazione, come schematicamente illustrato in Fig.2. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 Figura 2. Applicazione clinica: schema di erogazione dell’analisi della qualità ossea mediante BSI. In questo lavoro, ci proponiamo di identificare la distribuzione del BSI in una popolazione di oltre 300 volontari di sesso femminile e di discutere le relazioni tra qualità strutturale, densità minerale ossea ed alcuni fattori di rischio di frattura riconosciuti dalla comunità scientifica. 3. MATERIALI E METODI 3.1. Disegno sperimentale Lo studio è stato articolato in 3 fasi. Fase1. La prima fase del progetto si è svolta durante le giornate di Trieste NEXT – Salone Europeo della Ricerca Scientifica svoltosi il 25-26-27 Settembre 2015 in Piazza Unità, Trieste, presso lo spazio n.9 “Le strutture ossee. Ingegneria meccanica per la diagnosi di osteoporosi”, a cura della prof.ssa Francesca Cosmi. Nei tre giorni della manifestazione sono stati raccolti più di 400 nomi con relativi recapiti di volontari interessati ad eseguire l’analisi per la valutazione della qualità ossea. Fase 2. Successivamente il CRG – Centro Radiologico Giuliano, Piazza San Giovanni 6, Trieste, ha messo a disposizione tre giornate per lo svolgimento delle radiografie. I volontari sono stati richiamati e sono state fissate le date per la misurazione. Sono state raccolte le radiografie e contestualmente ai volontari è stato somministrato un questionario anamnestico. Fase 3. Oltre alla raccolta dei dati riguardanti età, sesso, peso, altezza, fratture precedenti, presenza di genitore con frattura dell'anca, fumatore abituale, uso di glucocorticoidi, presenza di artrite reumatoide, presenza di osteoporosi secondaria, uso di alcol (3 o più unità / giorno), valore del T-score densitometrico a livello del collo del femore (BMD T-score), sulle radiografie acquisite è stato calcolato il valore del BSI di ciascun volontario. Il Comitato Etico di Ateneo dell’Università degli Studi di Trieste ha espresso parere favorevole agli aspetti etici e scientifici del progetto (verbale n. 66 dell’11.11.2015). Al termine del progetto il CRG ha consegnato ai volontari i referti in maniera anonima e gratuita. 3.2. Metodi Ai volontari che si sono presentati per l’esame è stato chiesto di compilare, oltre al modulo di consenso informato, un semplice questionario (Fig. 3) nel quale indicare i fattori di rischio già citati, riconosciuti dalla comunità scientifica ed utilizzati nell’algoritmo FRAX®. In questo lavoro sono stati considerati i dati relativi ad età, peso, altezza e, quando disponibile, il risultato dell’esame densitometrico, attuale gold-standard per la diagnosi di osteoporosi, espresso come T-score densitometrico a livello del collo del femore (BMD T-score). Si ricorda che il valore di T-score esprime il numero di deviazioni standard al di sotto della BMD media dei giovani adulti di razza caucasica dello stesso sesso. Utilizzando le radiografie acquisite durante le tre giornate presso lo studio radiologico Giuliano, è stato inoltre possibile valutare il BSI di tutti i volontari che si sono presentati per l’analisi. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 Figura 3. Il questionario anamnestico presentato ai volontari. 4. RISULTATI 4.1. Caratteristiche generali della popolazione Nelle giornate della manifestazione Trieste NEXT 473 volontari di sesso femminile hanno lasciato un recapito, unico criterio di inclusione: età ≥ 20 anni. Di queste, 351 si sono effettivamente presentate nelle giornate indicate per eseguire il test ed hanno compilato il questionario. Tutte le donne che hanno compilato il questionario sono di razza caucasica. Per ciascuna volontaria che si è presentata sono state raccolte le radiografie raffiguranti l'epifisi prossimale delle prime falangi nelle tre dita centrali della mano non dominante con il sistema a raggi X portatile Nomad2Pro ™ (parametri di acquisizione: KVP 60, esposizione 0.17s). Le radiografie con osso trabecolare non sufficientemente raffigurato, fratture nelle regioni di misura, materiale estraneo o posizionamento inaccettabile state successivamente escluse manualmente. Al termine della procedura, il campione della popolazione idoneo allo studio è risultato composto da 336 soggetti di sesso femminile con un range di età compreso nella fascia 20 – 95 anni. L’età delle donne esaminate è di 61±12 anni (media±deviazione standard). La maggioranza della popolazione si distribuisce nella fascia d’età tra i 46-65 anni (56%). I soggetti femminili delle quali si ha il valore del T-score densitometrico all’altezza del collo femorale, BMD_T-score, rappresentano il sottogruppo sul quale sono state ricercate ulteriori relazioni. Il sottogruppo è composto da 65 donne con un range di età compreso tra 40-85 anni. L’età delle donne del sottogruppo è di 65±10 anni (media±deviazione standard). La maggioranza si distribuisce nella fascia d’età tra i 46-65 anni (43%). Le distribuzioni per fascia d’età della popolazione e del sottogruppo sono riportate in Fig.4. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 Figura 4: Distribuzione per fascia d’età della popolazione (a sinistra) e del sottogruppo (a destra). 4.2. Caratteristiche antropometriche della popolazione Il picco di massa ossea si raggiunge tra i 20 e i 30 anni e superati i 65 anni aumenta il rischio di frattura [30], evento cui corrisponde un incremento del tasso di mortalità. I principali fattori di rischio non modificabili per l'osteoporosi sono il sesso femminile, la menopausa precoce e l'invecchiamento. Tra i fattori di rischio modificabili ci sono l'inadeguato apporto di calcio e vitamina D nella dieta e la scarsa attività fisica. Il rischio di frattura, oltre che da una bassa densità massa minerale ossea e a modifiche della micro-architettura trabecolare [31, 32], dipende anche da altri elementi tra cui la presenza di una terapia cortisonica cronica (aumento significativo dopo 3 mesi di assunzione e riduzione dopo sospensione), l’immobilizzazione protratta e l’abuso di alcolici e fumo e un basso peso corporeo [33, 34]. L’Indice di Massa Corporea o Body Mass Index (BMI, kg/m2), calcolato secondo la formula 𝐵𝑀𝐼 = 𝑃𝑒𝑠𝑜 (𝐾𝑔) 𝐴𝑙𝑡𝑒𝑧𝑧𝑎2 (𝑚2 ) costituisce un indice indiretto di adiposità [35]. Per quanto riguarda la relazione tra BMI e rischio di osteoporosi si è visto che la terapia dietetica ipocalorica, se da un lato migliora gli indici di rischio cardiovascolare dall’ altra diminuisce la densità minerale ossea totale, delle braccia e delle gambe, nelle donne sia in pre- sia in post-menopausa [36]. Nelle donne sane, non obese, in pre- e peri-menopausa, anche un modesto calo corporeo di 3-4 Kg induce una perdita ossea doppia al femore rispetto alle donne con peso stabile, con una perdita ossea proporzionale alla perdita di peso, solo parzialmente compensata dall’attività fisica. I motivi di questa perdita ossea anche per piccole diminuzioni di peso sono oscure, secondo alcuni autori [37] possibili spiegazioni sono: 1) diminuito stress meccanico che causa un’alterazione del rimodellamento osseo 2) adattamento fisiologico al minor carico di lavoro, che appare poco credibile anche in funzione della modesta diminuzione, 3.2 Kg in media 3) diminuzione della massa grassa con parallela diminuzione dei precursori degli androgeni 4) diminuito apporto di calcio dovuto alla dieta. La figura 5 mostra la distribuzione in categorie ponderali della popolazione e del sottogruppo, calcolate dai dati di peso e altezza riportati anamnesticamente. Dal grafico si può notare come la maggior parte della popolazione presa in esame abbia un indice di massa corporea rappresentativo di un rischio moderato di andare incontro a fratture e che solo una frazione inferiore al 30% rientra nella categoria di basso rischio. Il campione del sottogruppo appare rappresentativo della popolazione generale studiata per quanto riguarda la distribuzione dell’indice di massa corporea IMC. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 Figura 5: Distribuzione dell’indice di massa corporea IMC nella popolazione (a sinistra) e nel sottogruppo (a destra). 4.3. Caratteristiche di densità ossea della popolazione del sottogruppo L’assorbimetria a raggi X a doppia energia – DEXA o DXA, è allo stato attuale la metodica di riferimento per la misura della densità ossea (BMD – Bone Mineral Density) e la diagnosi di osteoporosi. I risultati del test DEXA sono espressi in forma di T-score, che esprime il numero di deviazioni standard al di sotto della BMD media dei giovani adulti caucasica dello stesso sesso. Un T-score sopra -1 è considerato normale, uno tra -1 e -2.5 è classificato come osteopenia (massa ossea bassa) e un punteggio T-score inferiore a -2,5 indica l'osteoporosi, come riassunto in Tab.1. Tabella 1. Linee guida per l’interpretazione del BMD_T-score SALUTE OSSEA BMD T-score ≥ -1 -2.5 ≤ T-score < -1 T-score < -2.5 T-score < -2.5 con frattura Normale Osteopenia Osteoporosi Osteoporosi severa La figura 6 mostra la distribuzione in categorie diagnostiche valutate dai dati densitometrici riportati anamnesicamente dalle volontarie che hanno riportato tale dato nel questionario. Figura 6. Distribuzione del valore di T-score densitometrico (BMD_T-score) nella popolazione del sottogruppo. 4.4. Caratteristiche di qualità della struttura ossea della popolazione L’interpretazione del risultato dell’analisi della struttura ossea può basarsi sul calcolo del BSI_T-score e quindi sul confronto tra il risultato BSI del paziente e quello medio di soggetti adulti sani dello stesso sesso e di giovane età (20-45 anni) e /o sul calcolo del BSI_Z-score e quindi sul confronto tra il risultato BSI del paziente e quello medio di soggetti di pari età e sesso, in entrambi i casi espressi in numero di deviazioni standard. Sono state quindi calcolate le medie per fascia di età e la deviazione standard dei BSI della popolazione e ottenute le rispettive curve di livello, come indicato ad esempio in Fig.7. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 Figura 7. Distribuzione di BSI_T-score e BSI_Z-score ed esempio di risultato dell’analisi. Ai fini della valutazione clinica della qualità dell’osso possono essere seguite le linee guida usuali: • BSI T-score = 0 indica che il soggetto ha una qualità ossea pari quella media della popolazione giovane dello stesso sesso; • BSI_T-score ≥-1 indica una qualità ossea normale; • - 2.5 < BSI_T-score < -1 indica una prima riduzione di qualità dell'osso, che deve essere valutata da uno specialista, il quale può eventualmente suggerire nuovi test e/o trattamenti (deficit di livello 1); • BSI_T-score < -2.5 indica una riduzione importante della qualità ossea e la necessità di cure mediche appropriate (deficit di livello 2). Una volta intrapreso un trattamento, il medico può valutarne l'efficacia sottoponendo il paziente a valutazioni periodiche del BSI, che può essere ripetuto anche a distanza di pochi mesi. La figura 8 mostra la distribuzione in categorie diagnostiche calcolate dai dati del BSI dalle volontarie che hanno partecipato allo studio. Figura 8. Distribuzione del valore della qualità strutturale, BSI_T-score, nella popolazione (a sinistra) e nel sottogruppo (a destra). In fig.9 vengono confrontati i valori di BSI_T-score e di BMD_T-score, che appaiono indipendenti tra loro (R² = 0.0631). 2.0 BSI_T-score 1.0 -4 0.0 -1.0 -2 -2.0 0 2 -3.0 -4.0 BMD_Tscore Figura 9. Distribuzione del valore della qualità strutturale, BSI_T-score nel sottogruppo. 45° CONVEGNO NAZIONALE – TRIESTE, 7-10 SETTEMBRE 2016 È da notare la validità clinica di questo tipo di grafico, che permette di individuare la situazione del paziente a seconda del quadrante occupato: valori normali di densità e qualità ossea, valori bassi di entrambe, o valori normali di solo uno o l’altro dei fattori che più influenzano la resistenza, cui possono corrispondere prognosi ed interventi terapeutici diversi a seconda del tipo di deficit riscontrato. 5. CONCLUSIONI In questo lavoro sono state esaminate le distribuzioni in una popolazione di oltre 300 volontari di sesso femminile del Bone Structure Index (BSI), indice della qualità, cioè della capacità portante, della struttura trabecolare e sono stati presi in esame i principali fattori di rischio di frattura fragile riconosciuti dalla comunità scientifica. Alcuni dei vantaggi derivanti dall’introduzione del BSI come complemento all’indagine densitometrica possono essere così riassunti: • migliorare il follow-up del paziente, verificando l’efficacia delle terapie con maggiore frequenza, data la riduzione dell’esposizione alle radiazioni per l’esecuzione dell’esame, che può essere ripetuto anche a distanza di pochi mesi; • aumentare la soddisfazione del paziente in quanto l’analisi è comoda e veloce da effettuare, inoltre con visite ravvicinate il paziente si sente seguito al meglio ed è motivato a proseguire l’eventuale terapia fino al controllo successivo; • valutare adeguatamente una parte di popolazione che altrimenti verrebbe considerata a basso rischio sulla base del solo referto MOC. RINGRAZIAMENTI Si ringraziano il Centro Radiologico Giuliano e il dott. Zappa per l’insostituibile contributo alla raccolta dei dati discussi in questo lavoro e KaVo Italia per aver reso possibili le acquisizioni radiografiche. 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