Shakespeare in Brianza - Accademia dei Licinium

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13 luglio 2012
Shakespeare in Brianza
Venerdì 13 Luglio 2012
Erba città del bardo inglese - Nelle notti d’estate il Licinium si immerge negli amori di Antonio e
Cleopatra
Un ineludibile scenario di luce trasporta gli spettatori immersi nell’oscurità della sera nella terra
fertile d’Egitto, proiettando a tutto campo, sullo sfondo ricurvo del palcoscenico, una distesa di
spighe dorate oscillanti sotto il disco solare. Antonio e Cleopatra entrano in scena solennemente, da
sovrani, come dovevano sfilare davanti ai sudditi i faraoni, ma la loro regalità è da subito intrecciata
a gesti di passione.
La messa in scena nel suggestivo Teatro all’aperto Licinium di Erba, per la stagione estiva 2012, del
dramma Antonio e Cleopatra, che fino all’11 agosto racconta con le fatali parole di William
Shakespeare il destino della bellissima regina d’Egitto e del condottiero romano Marco Antonio,
prende il via da questa “immersione” scenografica avvolgente ed emotivamente intensa, che si
moltiplica con il mutare degli scenari, integrando proiezioni video e sottofondi musicali e
incorniciando così, in una dimensione evocativa e simbolica, il dipanarsi della recitazione.
Si succedono proiezioni di grandi foglie di palma sotto il cielo stellato, mentre lo spostamento di
scenario dal solare e fertile Egitto, che avvince Antonio alla sua passione, alla Roma del dovere e
dell’onore è intensamente simboleggiato dalle grandi, grigie onde di un mare mosso, tempestoso
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13 luglio 2012
come le vicende della vita. Alle immagini si accompagnano a volte le scritte con i nomi dei luoghi
evocati.
In altre scene - come nelle concitate discussioni di potere a Roma o nel precipitare degli eventi
verso la tragedia – il fondale è dominato da capitelli, trabeazioni, effigi sacrali, teste di faraoni e di
divinità che giganteggiano su sfondi onirici o giacciono al suolo come rovine, in immagini surreali
che a volte ricordano Magritte.
È quindi il linguaggio del cinema, dei grandi film classici che tra le tante storie hanno narrato
proprio quella dei due storici amanti, unito alle suggestioni dell’arte, a coinvolgere lo spettatore
nella narrazione, ad avvincerlo con una scelta originale che riesce a sortire il suo effetto.
John Pascoe, nuovo regista e direttore artistico, succeduto al compianto Gianlorenzo Brambilla, cui
è dedicata la presente stagione del teatro, ricorda che le proiezioni, già sperimentate in varie forme
sulla scena dallo stesso Brambilla, consentono, tenendo conto dei limiti dei mezzi a disposizione, di
caratterizzare la sceneggiatura per un rapporto diretto con il pubblico e di evocare «un mondo
vagamente surreale, attraverso il quale si possa accedere alle emozioni più profonde dei
personaggi» ricorrendo a «pennellate impressioniste» per ricreare l’atmosfera degli spazi.
La stessa scelta dei protagonisti, Marta Ossoli (Cleopatra) e Mino Manni (Antonio), condotta
individuando una rispondenza d’insieme, esteriore e interiore, ai personaggi, sembra ricondursi a
questo canone, proponendo in uno scenario come il Licinium un’esperienza visiva e sensoriale che
amplia la dimensione della recitazione nella direzione dei linguaggi moderni. Particolarmente
apprezzato Elio Aldrighetti nel ruolo di Enobarbo, affiancato da Andrea Tibaldi (Cesare), Irene
Serini (Eros, messaggero), Sabrina Rigamonti (Carmiana), Demetro/Lepido (Stefano Pozzoli),
Agrippa (Simone Mauri) e Mardiana (Rosanna Pirovano).
«Siamo persone fortunate poiché condividiamo stagioni come questa», dice il console inglese Elsa
Einarsdottir, intervenuta fra gli ospiti in quella Erba Città di Shakespeare che costituisce l’auspicio
per gli anni a venire del lungo sogno, anche quest’anno rinnovato, del Licinium.
Giuliana Panzeri
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