Scuola Estiva NOMI DEL TEMPO , Feltre, 17-21/7/ 2012 Pieralberto Marchetti Universita’ di Padova Galilei a Padova, 1592-1610 - "Li diciotto anni migliori di tutta la mia età". Tematiche della relazione • Relazione geometrica tempo-spazio-causalità • Relazione assoluta/relativa del tempo e dello spazio con osservatori-materia-misure • Teorie discusse: meccanica «aristotelica», meccanica classica di Galilei-Newton, relatività ristretta e generale, meccanica quantistica, teoria di campo quantistica relativistica Il primo tempo fisico: «Aristotele» • Penso che il primo tentativo di una visione coerente del tempo nel contesto dei fenomeni fisici sia data nell’ambito della fisica che definisco «aristotelica» perché è essenzialmente motivata dalla riflessione di Aristotele anche se reinterpretata a posteriori in un linguaggio e con una sensibilità moderni. • In questa visione il tempo è assoluto, indipendente dall’osservatore e dalla materia, è una successione continua di istanti a ciascuno dei quali corrisponde anche uno spazio in cui anche le posizioni dei punti sono assolute, cioè è possibile identificare univocamente un punto nello spazio a istanti successivi. Questa visione sembra riflettere in modo naturale la nostra esperienza fisica del tempo razionalizzata. La geometria del «tempo aristotelico» • Una immagine geometrica del rapporto tempo-spazio «aristotelici» (con lo spazio a 2 anzicchè 3 dimensioni) a • Poiché ci sarà comodo in seguito, possiamo senza perdere l’essenza dei ragionamenti addirittura tenere solo una dimensione spaziale, nel qual caso la relazione tempo-spazio «aristotelica» si può raffigurare con un sistema di assi di riferimento cartesiani • Poiché posso identificare un punto nello spazio a istanti successivi la fisica di un corpo fermo è distinguibile da quella di un corpo in moto a velocità costante Aristotele o Copernico? • Infatti Aristotele, probabilmente motivato dal comportamento delle navi a remi (…se i rematori smettevano di remare la nave perdeva velocità, con il doppio di rematori la velocità era doppia…) aveva ipotizzato che la forza (F) causa del moto fosse proporzionale alla velocità (v): F ≈ v → sistemi di riferimento con velocita’ diverse descrivevano moti differenti di un corpo, perché con F diversa… • Quando Galileo sostenne la tesi di Copernico che la Terra orbita attorno al Sole (e si muove quindi alla velocità di 30 km/s- allora stimata 1.5 km/s) , gli aristotelici del tempo obbiettarono che in tal caso avremmo dovuto vedere cadere i sassi non in verticale…. La relatività galileiana • Galileo rispose a questa obiezione con un colpo di genio…immaginò degli esperimenti eseguiti sottocoperta in una nave che si muovesse di moto rettilineo con velocità uniforme arbitraria: …le stille cadenti entreranno tutte nel vaso sottoposto…il fumo vedrassi ascender in alto, trattenervesi e indifferentemente muoversi non più verso questa che quella parte…(Dialogo sopra i massimi sistemi 1632) • Trasse la conclusione: in tutti i sistemi di riferimento in moto relativo rettilineo e uniforme le leggi della fisica hanno la stessa forma (relatività galileiana)→ i corpi cadono verticalmente anche se la Terra si muove • Ma allora non può essere F ≈ v ma F ≈ a (accelerazione) infatti Galileo (Padova 1607) scrive …a principiar il moto è ben necessario il movente, ma a continuarlo basta il non haver contrasto… La geometria del tempo galileiano • Una immagine geometrica del rapporto tempo-spazio «galileiano» • Non è possibile identificare un punto, diciamo del tavolo, ora e a un istante successivo, infatti… dobbiamo tener conto solo che la Terra ruota su se stessa, o anche che ruota attorno al Sole o anche che la Galassia ruota, e che l’universo si espande….Invece il tempo è lo stesso per tutti gli osservatori, è assoluto. • Questo strano allacciamento di una direzione «assoluta» con altre in cui le posizioni sono relative al modo in cui le guardiamo è descritta geometricamente dalla nozione di fibrato. Un semplice esempio è il nastro di Moebius: la posizione in orizzontale è definita ma quella verticale non è definito se sia «sotto» o «sopra» Addizione delle velocità • Relatività galileiana → il moto di un punto P é lo stesso in un sistema (inerziale) S1 e in uno S2 che si muove rispetto ad esso con velocità uniforme V Assumendo inoltre il tempo assoluto e invarianza della lunghezza -> x1(t) = x2(t) + v t (trasformazioni di Galileo) e derivando («dividendo») rispetto a t : v1(t)=v2(t)+V ( addizione delle velocità) Disegno con spazio a 2 dimensioni a tempo fissato Nel grafico spazio-tempo al contrario che nel caso «aristotelico» non c’è un sistema con una velocità privilegiata. Per disegnare un sistema generico osserviamo che in quello con assi ortogonali l’asse temporale è parallelo alla linea di moto del corpo fermo in esso mentre l’asse spaziale descrive punti simultanei nel tempo. Disegno con spazio a 1 dimensione per sistemi S e S’ Il determinismo newtoniano • Una proprietà importante del tempo di Galilei-Newton in relazione alle interpretazioni filosofiche è il determinismo: • Se a un istante di tempo conosco le posizioni e le velocita’ dei punti di un sistema fisico e inoltre conosco le masse e le forze agenti (eventualmente al variare del tempo) sul sistema, allora conosco il moto del sistema (cioe’ le posizioni e le velocita’, ma anche tutte le altre grandezze fisiche) sia nel futuro che nel passato e il moto è indipendente da una eventuale osservazione [determinismo ]. Matematicamente questo è conseguenza dell’unicità della soluzione delle equazioni del moto a fissate condizioni iniziali. • Anche se il determinismo del futuro non ci è forse naturale psicologicamente, su di esso poggiano molti dei successi della fisica classica, basti pensare alla capacità di previsione del moto delle sonde spaziali… Il determinismo classico: verifiche • Una verifica spettacolare della possibilita’ di prolungare all’indietro nel tempo le informazioni ad esempio e’ la “previsione” del rallentamento del moto di rotazione terrestre come conseguenza dell’attrazione lunare: la minore durata del giorno milioni di anni fa e’ riscontrabile nei cicli annuali presenti in alghe e coralli fossili. stromatolites (green), fossil tidal rhythmites (blue), and fossil bivalves and coral (red) Tempo galileiano: Commenti filosofici • Riassumiamo le caratteristiche principali del tempo di Galilei-Newton: è continuo (posso definire la velocità), assoluto (indipendente dall’osservatore), ordinato causalmente, indipendente dalla materia, globalmente definito. Il comportamento dei sistemi rispetto al tempo è deterministico. • Sono naturali sia una interpretazione «presentista» del tempo con il presente come unico istante di esistenza che «scorre» lungo la linea del tempo, come suggerito da Agostino, sia ,dato il determinismo (il futuro è determinato dal presente altrettanto del passato) una interpretazione eternista che considera esistenti tutti gli istanti di tempo. E’ naturale sia una visione presentista puramente spaziale dei corpi che esistono nel presente , sia una eternista dei corpi che esistono nello spazio-tempo Crepe nella relatività galileiana • Quando con l’esperimento di interferenza di Young si concluse che la luce era un fenomeno ondulatorio si pensò necessaria l’esistenza di un mezzo in cui le onde luminose si propagavano. Tale mezzo fu chiamato etere e si assunse che c ≈300000 km/s fosse la velocità di propagazione della luce nell’etere • Per la legge di addizione delle velocita’ se da un razzo che si muove con velocita’ v rispetto all’etere viene emesso in avanti un raggio di luce che ha velocita’ c nell’etere , un osservatore solidale all’etere vedra’ la luce viaggiare a velocita’ c+v. Questa “ovvia” proprieta’ fu dimostrata errata dall’esperimento (Michelson-Morley 1887) L’esperimento di Michelson-Morley • Che ‘razzo’ usarono? La Terra che si muove a una velocità di 30km/s rispetto al Sole! • Tempi per la luce previsti con l’addizione delle velocità: v=velocità della Terra t||≈ (2d/c )(1+v2/c2) t ≈ (2d/c )(1+v2/2c2) • cioè t||≠ t • Ma trovarono t||=t • c come costante della Natura • Come soluzione Einstein (ma similmente Poincaré) propose (1905) oltre all’equivalenza tra sistemi inerziali • Il postulato della Relativita’ Ristretta: la velocita’ della luce e’ sempre la stessa c≈300000km/s qualunque sia la velocita’ del sistema ( inerziale) in cui la si osserva (la luce emessa da un razzo con velocita’ v rispetto alla Terra, dalla Terra viene vista viaggiare a velocita’ c e non c+v come ci si aspetta, quindi in MM i tempi sono uguali come in un sistema in quiete) • Una conseguenza e’ che il tempo non è assoluto (già Poincaré 1902) e quello di un sistema in moto rispetto a noi viene visto trascorrere piu’ lentamente. Conseguenza: il tempo rallenta con V • Orologio luce: scandisce il tempo con un raggio riflesso, quando il raggio ritorna al punto di emissione segna l’unità di tempo lunghezza l, idealmente l l = 150.000 km -> orologio fermo t=2l/c =1 s • Consideriamo ora un orologio-luce fermo su un razzo che viaggia con velocità V, ortogonale a l, rispetto alla Terra. Sulla lunghezza l entrambi i sistemi concordano perché possono V -> confrontarla direttamente essendo ortogonale a V il tempo rallenta con V • Consideriamo ora il tempo del razzo (tr = 2l/c) visto dalla Terra (tT) • Poiché la velocità della luce è c in tutti e due i sistemi, ma la luce deve percorrere una distanza più lunga rispetto a quella nel razzo (2 l) impiegherà un tempo maggiore tT>tr Pitagora: ct=(l2 +V2t2)1/2 tT=2t = 2 l/ (c2 -V2)1/2 -> t = l / (c2 -V2)1/2 = tr/ (1 -V2/ c2)1/2 Quindi non c’è un tempo assoluto e poiché tT>0, V<c, ossia c è la velocità massima dei sistemi Verifica sperimentale • Una delle prime verifiche della dilatazione del tempo relativistica fu basata sui raggi cosmici: vi sono particelle elementari (muoni) create da urti nell’alta atmosfera (≈ 5-10 Km) e che viaggiano verso la superfice terrestre a velocita’ prossime a c, piu’ precisamente (1-v2 /c2)-1/2 ≈10 (si puo’ verificare tramite rivelatori) . Quando esse sono ferme (si possono produrre in laboratorio) esistono solo per un tempo (medio) t ≈ 2· 10-6 s, quindi in fisica classica potrebbero percorrere (in media) 600 m. Eppure sono osservate sulla superfice terrestre, cio’ e’ possibile solo se il loro tempo e’ dilatato, e il fattore di dilatazione relativistico (1-v2 /c2)-1/2 ≈10 e’ in accordo con i dati sperimentali. c e la relatività della simultaneità • Poiché c è la stessa in tutti i sistemi inerziali, invece di t possiamo usare ct e per un raggio di luce si ha x=ct • In sistema S1 , O equidistante da A e B , tutti fermi, emette luce verso entrambi e si muove con velocità v rispetto a S2. Come vede il fenomeno S2? Relativistico Non relativistico In relatività la luce raggiunge simultaneamente A e B in S1 ma non in S2! Sistemi di riferimento relativistici • In S1 vediamo che l’asse temporale è parallelo alle linee che descrivono il moto di A O B e l’asse spaziale è parallelo alla linea di simultaneità • Possiamo allora vedere con questa informazione come S2 vede gli assi di S1 • Vediamo che la traiettoria della luce biseca l’angolo tra gli assi. • -> Sistemi relativistici con varie velocità relative Velocità della luce e causalità • Nella zona in grigio una particella si muove con v(uniforme)<c (interno del cono di luce), in quella in nero con v>c • Vediamo che D ,che è all’interno del cono di luce di A, per tutti i sistemi è successivo ad A, ma B, raggiungibile da A solo con v>c, è simultaneo ad A nel sistema verde, successivo nel sistema rosso e precedente nel sistema blu (ordine temporale relativo). Dunque se v>c la causalità è violata: in un sistema di riferimento…una particella con v>c potrebbe arrivare prima di partire… Assoluto e relativo • Durate temporali (e lunghezze spaziali longitudinali) sono dunque relative al sistema di riferimento (inerziale), rimane assoluta di un corpo la sua immagine nello spazio-tempo. Ad esempio se abbiamo una sbarra solidale al sistema S’, la sua immagine spazio-temporale (area tratteggiata nella figura) è la stessa per tutti gli osservatori, ma il modo in cui è divisa in spazio e tempo (le linee del tratteggio indicano punti simultanei nel sistema) dipendono dal sistema. • Il tempo acquista un carattere relativo analogo allo spazio galileiano; lo spazio non è più legato al tempo in modo assoluto come un fibrato (come per Galileo-Newton) ma forma un tuttuno inscindibile (varietà in linguaggio matematico) detto spazio-tempo di Minkowski. Citando proprio lui (1908) «Henceforth space by itself, and time by itself, are doomed to fade away into mere shadows, and only a kind of union of the two will preserve an independent reality.» Perché percepiamo un tempo assoluto? • Forse la ragione sta nell’enorme valore della velocità della luce c , 3000000000 su scale umane (m/s) [in un secondo dalla Terra raggiunge la Luna]. Vediamo infatti che se iniziamo a riscalare gli assi in modo da avere come unità m e s, gli assi spaziali si avvicinano e tendono a coincidere definendo un tempo assoluto. [nella figura l’asse temporale invece di essere c s come nella precedente è (c/10) s, dovremmo ancora ridurlo di un fattore 3 milioni!] • Un ultimo effetto della Relativita’ che ci occorrerà e’ che un corpo ha energia per il solo fatto di avere massa: la celebre E= m c2. In un sistema relativistico isolato si conserva l’energia non la massa. Relatività + gravità = Relatività generale • In presenza di gravità un corpo libero cade con accelerazione g. In un sistema in assenza di gravità un corpo non «cade» ma rimane fermo. • Supponiamo che tale sistema in assenza di gravità sia sottoposto ad accelerazione costante –g, diventi cioè un «ascensore a gravità 0». L’ osservatore (Einstein in fig.) accelerato vedrà allora «cadere» i corpi liberi con accelerazione g e potrebbe concludere di essere fermo in presenza di una gravità g ( Newton in fig). • Uno dei postulati della relatività generale, la teoria della gravitazione di Einstein, è appunto il principio di equivalenza che asserisce che in una piccola regione dello spazio-tempo è impossibile distinguere tra gli effetti della gravità e di una accelerazione. La gravità deforma la geometria • Possiamo usare situazioni che si presentano in sistemi accelerati per capire come funziona la gravità. Nell’ascensore a gravità 0 accelerato un raggio di luce che entra perpendicolarmente alla parete viene visto incurvarsi verso il pavimento dell’ascensore (per un osservatore esterno è il pavimento che si avvicina alla traiettoria del raggio). • Per il principio di equivalenza ne concludiamo che la gravità incurva le traiettorie dei raggi di luce che non sono più rette. Poiché la gravità è prodotta dalla massa (o dall’energia), concludiamo che la geometria dello spazio non è data a priori ma determinata dalla materia (verifica sperimentale: curvatura dei raggi di luce dalle stelle n in prossimità del Sole) La gravità deforma il tempo • Ma anche il tempo si deforma in presenza di gravità…Consideriamo un disco che ruota, l’osservatore solidale al disco è sottoposto a una accelerazione centrifuga che , nulla al centro, cresce all’allontanarsi da esso. Per il principio di equivalenza è come se fosse sottoposto a un campo gravitazionale che cresce allontanandosi dal centro. • L’orologio-luce situato al centro è sincrono con quello dell’osservatore esterno, ma poiché allontanandosi dal centro il percorso del raggio di luce diventa progressivamente più lungo, il tempo segnato rallenta. Per il principio di equivalenza possiamo concludere che un osservatore in assenza di gravità vedrà l’orologio di un osservatore in un campo gravitazionale rallentare tanto di più quanto più intenso è il campo. Buchi neri e perdita del tempo globale • Il tempo è visto rallentare sempre più al crescere de l’intensità della gravità a cui è sottoposto l’orologio: ci sono situazioni fisiche in cui possiamo vedere il tempo «fermarsi» ? I raggi luminosi si incurvano verso la sorgente della gravità, immaginiamo allora che tale gravità sia così intensa che i raggi di luce possano raggiungere la sorgente dell’attrazione gravitazionale ma non possano allontanarsi da essa. Una tale sorgente è un buco nero e la superficie da cui la luce non può allontanarsi è il suo orizzonte. • Un osservatore distante dal buco nero vedrebbe l’orologio di un astronauta che vi puntasse verso rallentare fino a «fermarsi» sull’orizzonte che non vedrebbe quindi mai raggiunto ( nell’orologio luce, la luce sarebbe così attirata dal buco nero che ci metterebbe un tempo «infinito» a lasciare lo specchio…). E’ come se per l’osservatore esterno non ci fosse un tempo aldilà dell’orizzonte Buchi neri: prove sperimentali • Ma per l’astronauta che vi sta cadendo dentro (linea verde in fig.) invece i raggi di luce dell’orologio luce continuano a seguire l’astronave e il tempo c’è ancora anche al di là dell’orizzonte,solo che superato l’orizzonte non può più comunicarlo all’esterno • Vediamo quindi che con la relatività non solo il tempo dipende dagli osservatori, ma addirittura non è più garantita l’esistenza di un tempo globale per tutti gli osservatori!! Le verifiche sperimentali dell’esistenza dei buchi neri sono sempre più stringenti , in particolare si osserva la radiazione della materia attirata verso l’orizzonte, i buchi neri infatti continuano ad aumentare la loro massa e il loro orizzonte “inghiottendo” la materia vicina attratta gravitazionalmente. Attualmente si ritiene che ci sia un buco nero al centro di molte galassie compresa la nostra… STELLA DIVORATA DA UN BUCO NERO Tempo in Relatività: commenti filosofici • Il tempo in relatività non è più assoluto, dipende dall’osservatore, ma tutti gli osservatori sono equivalenti per la descrizione della fisica (principio di relatività generale) . Esso dipende anche dalla distribuzione di materia (un po’ nello spirito di Mach), in casi limite non si può neppure definire globalmente, quindi difficilmente si può associare a una visione presentista. In particolare (gia’ in relatività ristretta) vi sono punti nello spaziotempo che sono nel presente di un osservatore, ma ma nel passato di un altro e nel futuro di un altro ancora…quale presente esisterebbe in un approccio presentista? • Un eternista invece sarebbe a suo agio col col tempo relativistico sia perché una visione spazio-temporale dei corpi è assoluta e una spaziale no, sia perché esso mantiene la fondamentale proprietà del determinismo newtoniano: ad esempio data la geometria dello spazio-tempo e note posizione e velocità a un istante di una particella posso determinarne in modo certo l’evoluzione sia nel passato che nel futuro. La fisica quantistica però farà perdere anche questa proprietà… Meccanica quantistica: crisi del determinismo • La Meccanica Quantistica e’ la teoria fisica che descrive le leggi che governano I fenomeni fisici a livello microscopico (atomico o sub-atomico), ma ha anche conseguenze a livello macroscopico, quali l’incompenetrabilita’ dei corpi, la stabilita’ della materia e dei colori, …. il funzionamento dei cellulari… • La Meccanica Quantistica mette in crisi il nostro concetto di particella e onda, e più in profondità di «realtà fisica», almeno su scale atomiche o subatomiche • Le particelle quantistiche sono «particelle» -> si possono osservare le loro traiettorie in una camera a bolle (vapore soprassaturo+ particella carica-> condensazione di goccioline d’acqua->traiettoria) Onde e Interferenza • Ma fasci di particelle quantistiche mostrano il fenomeno di interferenza tipico delle «onde» • Vediamo l’origine dell’interferenza nel caso classico delle onde di luce che passano tra due fenditure producendo su uno schermo frange chiare e scure Spiegazione: Intensita’ (luminosita’) I(x)=(altezza o ampiezza a(x))2 e a tempo fissato si sommano le ampiezze delle onde prodotte dalle fenditure , quindi l’ampiezza totale a12(x) =a1(x)+a2(x), ma (a12(x))2= (a1(x) 2+(a2(x)) 2 + 2 a1(x) a2(x) I12 (x) = I1 (x) + I2 (x) + 2 a1(x) a2(x) ← termine di interferenza Particelle classiche • Nessuna interferenza invece compare nel caso di particelle classiche (se interpretiamo come analogo di I(x) il numero di particelle N(x) che arrivano nella posizione x e con il pedice 1,2, 12 i casi con aperta solo le fenditure 1,2,1+2) N12(x)=N1(x)+N2(x) Dividendo per il numero totale N di particelle otteniamo le probabilità p(x)=N(x)/N e p12(x)=p1(x)+p2(x) la probabilità di trovare una particella in x con 1+2 aperte = probabilità con 1+probabilità con 2 aperta, quindi la particella è passata o da 1 o da 2 Onde o particelle? • Ma allora le particelle quantistiche sono particelle, visto che (sembra) possiamo osservare le loro traiettorie o onde, visto che mostrano il fenomeno di interferenza? • Per capire la situazione rifacciamo l’esperimento delle due fenditure con un fascio di particelle quantistiche (es. elettroni o fotoni, le particelle quantistiche da cui è costituito il campo elettromagnetico, quindi anche la luce) che vengono emessi uno alla volta • Per fortuna tutte le “particelle quantistiche” (elettroni, fotoni,protoni…) si comportano nello stesso modo anche se fortemente controintuitivo. 1. Gli elettroni compaiono nei rivelatori in numeri interi come con particelle 2. Contandoli (N12 (x)) otteniamo la figura di interferenza come con onde. Dividendo per il numero totale (N) di elettroni del fascio otteniamo la probabilita’ p12 (x)= N12 (x)/N che presenta quindi il fenomeno dell’interferenza Onde di probabilita’ • Nel caso delle onde classiche la interferenza era dovuta al fatto che l’intensita’ era il quadrato dell’ampiezza, ma erano le ampiezze delle onde delle fenditure che si sommavano a tempo fissato. Per le particelle quantistiche a tempo fissato allora poniamo la probabilita’ p(x)=|ψ(x)|2 ψ(x)=ampiezza dell’onda di probabilita’ (introdotta da Schroedendiger interpretata probabilisticamente da Born) ψ12= ψ1+ ψ2 e quindi p12 =p1 +p2 +interferenza • Quindi cosa sono le particelle quantistiche? Sono onde o particelle? Particelle quantistiche Sono “particelle” la cui probabilita’ di essere trovate a tempo fissato in una certa posizione x [o con un certo impulso p o ...] e’ determinata dall’intensita’ di un’onda ψ (x) [φ(p) o…] . La situazione e’ dunque completamente diversa dal caso classico: la Meccanica Quantistica non assegna alle particelle di un sistema fisico una definita posizione (o impulso) che esse posseggono a un certo tempo, ma solo una probabilita’ (indeterminismo) di essere trovate in una posizione con una misura, neanche di “avere” una posizione…Il futuro è quindi indeterministico e, come vedremo, dipendente da una eventuale misura…(“la luna (classica) avrebbe la stessa posizione anche se non fosse osservata, ma l’elettrone (quantistico) no…”) Se osserviamo…disturbiamo • Infatti gli elettroni nell’esperimento con le fenditure sono rivelati come unita’, quindi diremmo: • L’elettrone e’ passato o dalla fenditura 1 o dalla fenditura 2, ma la somma delle probabilita’ con una sola fenditura aperta (senza interferenza) non e’ uguale a quella che si ottiene quando sono aperte tutte due (con interferenza)… • Per capire da quale fenditura passa un elettrone potremmo mettere una luce dopo le fenditure in modo che un lampo segnali la posizione dell’elettrone. • Rifacendo l’esperimento con la luce : Ogni elettrone lo vediamo passare da una sola fenditura (o 1 o 2), ma la figura di interferenza delle intensità scompare… Nessuna traiettoria … se non osserviamo • Nessuna di queste affermazioni per gli elettroni descritti da ψ12= ψ1+ ψ2 e’ quindi corretta: • L’elettrone passa da una fenditura o dall’altra (esclusa perche’ se sommiamo il contributo dei due casi con una sola fenditura aperta non riproduciamo quello con due fenditure aperte) • L’elettrone passa da entrambe le fenditure (esclusa perche’ se cerchiamo di verificare sperimentalmente troviamo l’elettrone sempre in una sola delle fenditure) • Quindi non e’ affatto ovvio poter assumere che le particelle quantistiche “abbiano” una posizione se non le osserviamo, ma solo che le “troviamo” in una posizione, se ne eseguiamo una misura, con una probabilita’ determinata dalla funzione d’onda (Bohr,Heisenberg,Born,Jordan,Dirac,Pauli 1927): una posizione (come valore) non preesiste alla misura La relazione particella-onda • La relazione tra le proprieta’ di onda e di particella delle particelle quantistiche fa comparire (dopo c) una nuova “costante universale” della realta’ fisica : la costante di Planck h , distantissima come scale da quelle dell’esperienza umana h ≈ 6·10-34 kg m2 /s= 0.0000000000000000000000000000000006 kg m2/ s • E(energia della particella)=h ν (frequenza dell’onda) (Planck 1900-Einstein 1905) • p=Mv (impulso della particella)= h/λ (lunghezza d’onda) (de Broglie 1924) • La piccolezza di h spiega perché la natura su scala atomica si comporti in modo così differente dall’esperienza quotidiana. • Però senza ħ non si spiegherebbe la stabilità della materia, non funzionerebbero i transistor e quindi …… i vostri computer, i vostri cellulari…. Localizzazione onda/particella • E’ evidente però che la localizzazione spaziale di una particella (quasi un punto) è completamente diversa da quella di un’onda, che se ha lunghezza d’onda ben definita è infinitamente estesa! Consideriamo allora una «traiettoria» di una particella quantistica in una camera a bolle, la funzione d’onda che la descrive deve essere ben localizzata, ma questo si può ottenere solo sommando onde di diversa lunghezza d’onda, quindi corrispondenti a velocità diverse della particella quantistica (pacchetto d’onde). (Matematicamente: integrale di Fourier) Indeterminazione spazio-impulso • Il risultato è che se a un tempo fissato conosciamo la posizione della particella quantistica con una indeterminazione ∆x e la sua velocità (o impulso) con una indeterminazione ∆v (∆p) allora vale il principio di indeterminazione di Heisenberg: M ∆x ∆v = ∆x ∆p ≥ h • Ecco il significato profondo di h: è un limite alla nostra conoscenza simultanea di x e v (o p) per una particella quantistica! • A sua volta il principio di indeterminazione è correlato alla natura probabilistica e non deterministica della posizione spaziale di una particella quantistica: se la conosciamo a un istante t precisamente, il suo impulso è molto impreciso e la posizione a istanti successivi fortemente indeterminata! • La MQ è una teoria non Relativistica quindi il ruolo del tempo è assoluto, e l’esistenza stessa delle funzioni d’onda esige una sua presenza ad istanti definiti. Tuttavia… Indeterminazione tempo-energia • Tuttavia si può trovare una relazione di indeterminazione tempo-energia, che limita la possibilità di conoscere con precisione ∆E l’energia di un sistema il cui tempo tipico di cambiamento è ∆t. • Consideriamo ad esempio un pacchetto d’onde con indeterminazione ∆x nella posizione e con velocità del picco v, allora l’istante con cui passa per un punto (linea azzurra in fig.) sarà nota con precisione ∆t= ∆x/v, ma l’ energia della particella quantistica associata sarà nota con imprecisione ∆E= v ∆p. • Ma allora ∆E ∆ t = ∆p ∆x ≥ h per il principio d’indeterminazione. Come risultato potrà esserci anche per un sistema isolato violazione di conservazione dell’energia ∆E per un tempo ∆t≤h/∆E senza che sia possibile accertarla, quindi in modo fisicamente consistente. Relativita’ Ristretta +Meccanica Quantistica • Se combiniamo Relativita’+Meccanica Quantisica appaiono fenomeni nuovi: • A ogni particella quantistica corrisponde la sua “antiparticella” (antimateria) con uguale massa, carica opposta [ad esempio antielettrone=positrone, antiprotone…] • Quando una particella collide con la sua antiparticella entrambe si distruggono producendo solo radiazione Relativita’ Ristretta+Meccanica Quantistica= Teorie di Campo Quantistiche Relativistiche • Una radiazione o campo intenso, elettromagnetico o gravitazionale, viceversa, puo’ produrre coppie particellaantiparticella (Relatività: si conserva l’energia non la massa) • Quindi il numero delle particelle quantistiche non e’ piu’ costante • Come i fotoni (che si possono emettere e assorbire) sono descritti dal campo elettromagnetico cosi’ a ogni particella quantistica e’ associato un campo che la crea/distrugge assieme alla sua funzione d’onda • Queste particelle elementari possono decadere, essere create,annichilate… Tempo e interazione in TCQR • Una funzione d’onda ha senso solo a tempo fissato, ma se il campo interagisce non sono possibili misure a tempo fissato in una teoria di campo quantistica relativistica. • Lo si può arguire usando le indeterminazioni posizioneimpulso, tempo-energia e v≤c. • Ricordiamo che ∆p= ∆E/v ma poiché v≤c, ∆E/v ≥ ∆E/c, ma da ∆E ∆t ≥ h otteniamo ∆p ∆t ≥ h/c • Quindi una misura arbitrariamente precisa di p comporta un tempo ∆t arbitrariamente grande per effettuarla, ma allora la velocità (o impulso) in questo tempo non cambia solo se la particella è libera. Quindi nella regione d’interazione è impossibile eseguire con precisione misure non solo nello spazio ma anche nel tempo, è come se ci fosse una «nebbia spazio-temporale» durante l’interazione…li’ dentro non vale neppure la conservazione dell’ energia e dell’impulso. Il tempo quantistico: commenti filosofici • Per rendere più concreto l’incredibile comportamento delle particelle elementari quantistiche in una teoria di campo e il derivato indeterminismo del futuro consideriamo ad esempio un neutrone isolato (n)…dopo circa 15 minuti della sua esistenza (nel sistema ove è «fermo») esso «sparisce» e lascia al suo posto altre tre particelle diverse (p,e,ν) , ma è impossibile predire quando precisamente (indeterminismo) per lo specifico neutrone osservato, né misurare esattamente il punto nello spazio-tempo in cui avviene la «trasformazione» («nebbia» spazio-temporale dovuta alla interazione che agisce nella «trasformazione»). • Il carattere indeterministico del futuro nei sistemi quantistici (osservati) rende problematica l’adozione di una visione eternista, anche se una visione presentista è anch’essa difficilmente sostenibile nelle teorie di campo quantistiche relativistiche per i motivi discussi in relatività. TCQR+RG: • La presenza della gravità G in una TCQR (teoria ?) implica che se cerchiamo di conoscere la posizione nello spazio- tempo di un evento con precisione ∆x -∆t allora occorre una fluttuazione di energia ∆E ≥ h/ ∆ t che comporta la formazione di un campo gravitazionale nel volume di raggio ∆x che incurva lo spazio-tempo. Se ∆x è troppo piccolo si crea un buco nero e l’informazione dell’evento non può uscire dall’orizzonte, rendendo impossibile la misura della posizione spazio-temporale dello stesso evento a un osservatore esterno. Per la relatività generale perché il buco nero non si formi occorre che ∆x≥(G/c4) ∆E ma allora, poiché ∆E ≥ h/ ∆ t, segue ∆x ≥ hG/(c4 ∆t) ovvero ∆x ∆ t ≥ hG/c4 Indeterminazione spazio-temporale? • Quindi la precisione con cui può essere nota la posizione spaziale e anche temporale di un evento in presenza di una teoria quantistica+ relatività generale sembra limitata da Gh/c4, in modo analogo a come in MQ la precisione della misura di posizione e impulso è limitata da h. Questa proprietà era legata alla natura probabilistica della posizione che non «ha» valore se non osservata • La limitazione di Gh/c4 vuol allora che dire che il tempo stesso, almeno se misurato, ha natura probabilistica? In presenza di gravità non è neppure una funzione, non ha un valore se non è misurato ? • Nulla rimarrebbe delle proprietà intuitive del tempo fisico classico: non sarebbe nè indipendente dall’osservatore con spazio-tempo come fibrato (c) , nè indipendente dalla materia e globale (G+c), né con futuro deterministico (h) ,nè misurabile con arbitraria precisione (h+c), e neppure continuo (G+c+h), !!! Con le ultime schermate siamo ormai entrati pienamente nel regno delle ipotesi…saranno valide? Come sempre in fisica da Galileo lo decideranno gli esperimenti…. Io stimo più il trovar un vero, benché di cosa leggiera, che 'l disputar lungamente delle massime questioni senza conseguir verità nissuna. Grazie per l’attenzione Massa = Energia • Un altro effetto della Relativita’ che ci occorrerà e’ che un corpo fermo ha energia per il solo fatto di avere massa: la celebre E= m c2 Consideriamo due corpi (1 e 2) di ugual massa m (non-relativistica ) in una scatola con massa totale M. Il corpo 2 ha energia che trasferisce a 1 tramite radiazione di energia E a cui è associato un impulso p=E/c (teoria elett-magn.) Sotto effetto di p la scatola si muove, ma quando l’energia della radiazione è stata assorbita da 2, avendo (non-relativ.) 2 la stessa massa il baricentro del sistema sembra si sia mosso senza l’azione di forze esterne. Il problema si risolve se l’assorbimento di E ha variato la massa di δm, corrispondente, poiché la radiazione si muove con velocità c, a un impulso δm c= p =E/c -> E= δm c2 In un sistema relativistico isolato si conserva l’energia ma non la massa. 1 2 Incredibili proprietà delle particelle elementari • Se pensiamo ‘classicamente’ come di solito, il comportamento delle particelle elementari è folle… • Due palle nere si scontrano ad alta v e producono 3(!) palle nere uguali ad esse + una palla verde e una rossa (E=mc2) • Ma nelle stesse condizioni possono anche non produrre alcuna palla nera, ma invece due rosa una verde e una gialla e non sappiamo mai prima quale è il risultato , solo la probabilità (meccanica quantistica) • Una palla nera ferma improvvisamente, ma non sappiamo quando, sparisce e lascia al suo posto una gialla,rosa,rossa… Il cubo delle costanti universali e il tempo • • • • • • • • Mecc. Class./Gravità Newtoniana (G=cost. grav.): tempo continuo, globale, indipendente dall’osservatore e dalla materia, spaziotempo come fibrato, futuro deterministico, misure arbitrariamente precise • Rel. Ristretta: relativo all’osservatore, spazio-tempo come varietà + co,g,im,fd,mp • Rel. Generale:non globale, dipendente dalla materia +co,do,stv,fd,mp co=continuo g/ng=globale/non globale • Mecc. Quantistica:futuro indeterministico, io/do=indipendente/dipendente dall’osservatore posizioni spaziali probabilistiche +co,g,io, stf/stv=spazio-tempo im,mp fibrato/varietà im/dm=indipendente/dipendente dalla materia • Teoria di Campo Quant. Rel.:misure non fd/fi=futuro arbitrariamente precise nello spazio- tempo deterministico/indeterministico mp=misure arbitrariamente precise durante la interazione +co,g,do,im,fi