Anima

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I s t i t u t oC
E S A R E
A
R I C I
dal 1567
Fondazione di religione e culto A LMA TOVINI DOMUS
L’ASSISTENTE SPIRITUALE
ALCUNE NOTE SULL’ANIMA
G. CANOBBIO, afferma,
«Da sempre l’anima è stata al centro dell’interesse sia dei filosofi sia dei teologi. In genere però si dava per scontato che
l’anima spirituale fosse l’elemento distintivo degli umani rispetto altri animali. Se discussione c’era, riguardava la sua
immortalità o la sua funzione in rapporto al corpo»1
1513 Concilio Ecumenico Lateranense V (Giulio II 32.10.1503-21.2.1513)
«Ora, … il seminatore di zizzania, l’antico nemico del genere umano, ha osato seminare e moltiplicare nel campo del Signore
alcuni errori estremamente perniciosi, che i fedeli hanno sempre respinto, soprattutto sulla natura dell’anima razionale, secondo
cui essa sarebbe mortale o unica in tutti gli uomini. Poiché alcuni, che si dedicano alla filosofia con leggerezza, sostengono che
questa proposizione è vera, almeno secondo la filosofia, desiderando prendere gli opportuni provvedimento contro questo
flagello, con il consenso di questo santo concilio condanniamo e riproviamo tutti quelli che affermano che l’anima intellettiva è
mortale o che è unica in tutti gli uomini»
CCCC 69 «La persona umana è un essere insieme corporeo e spirituale. Nell’uomo lo spirito e la materia formano un’unica
natura. Questa unità è così profonda che, grazie al principio spirituale che è l’anima, il corpo, che è materiale, diventa un corpo
umano e vivente, e partecipa alla dignità di immagine di Dio»
CCCC 71 «L’anima spirituale non viene dai genitori, ma è creata direttamente da Dio, ed è immortale. Separandosi dal corpo
al momento della morte, essa non perisce, si unirà nuovamente al corpo nel momento della risurrezione finale»
CCCC 358 «La dignità della persona umana si radica nella creazione ad immagine e somiglianza di Dio. Dotata di un’anima
spirituale e immortale, d’intelligenza e di libera volontà la persona umana è ordinata a Dio e chiamata, con la sua anima e il suo
corpo, alla beatitudine eterna».
1. Ha ancora senso parlare di anima?
2. Gli errori condannati al Concilio Lateranense V
2.1.L’anima è “mortale”  c’è un principio che fa vivere il nostro corpo e finisce con la vita del
nostro corpo (la parte vegetativa)
2.2.L’anima è “una”  se non capisco male, vi è un’unica anima presente (declinata) in ogni
uomo.
Problema del Concilio: se nego immortalità e unicità nego anche la singolarità dell’esistenza
umana. La mia vita è una tra le tante.
3. Ad immagine e somiglianza:
3.1.L’uomo può entrare in relazione con Dio.
3.2.La possibilità di questa relazione dice anche la dignità dell’essere umano stesso.
4. C’è un atto creativo diretto di Dio.
4.1.Non è dunque la produzione biologica che genera (rigenera) l’anima.
4.2.Dio stesso crea (anche qui rimane nascosto il come) il principio che
4.2.1. Rende possibile la relazione con lui.
4.2.2. Definisce la mia singolarità – identità
4.2.3. Assicura la mia eternità.
La dottrina dell’anima infatti permette di continuare a credere che ogni vita
umana (anche quella dell’uomo non famoso) non è destinata all’oblio ma
all’eternità.
4.3.Solo la dottrina dell’anima permette di giustificare il mistero della conversione, del
desiderio di compiere il bene. Proprio perché «è la traccia di Dio in noi» (G. CANOBBIO)
anche chi nega Dio stesso può ad un certo punto della sua vita incontrarlo. Ammettere
l’esistenza dell’anima significa ammettere che a nessuno è precluso l’incontro con la
trascendenza.
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G. CANOBBIO, L’anima in questione: percorsi di lettura, in Teologia 39 (2014), p0. 432-442
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5. Domanda? Non è che la negazione dell’anima è segno di una negazione del bisogno del riconoscimento
della nostra singolarità e della trascendenza?
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