Esperimento di Millikan In questo esperimento fu dimostrato per la prima volta che la carica elettrica era quantizzata,e ne fu misurato il valore minimo, ossia la carica dell'elettrone. Si veda anche l’articolo originale: Millikan, Phys Rev 2, 109 (1913). In figura è illustrato schematicamente il principio dell’esperimento: Per questo esperimento Millikan sfruttò il moto di piccole goccioline di olio (emulsioni, sospensioni) immesse mediante uno spruzzatore in una camera, sostanzialmente costituita dalle due placche di un condensatore. La camera viene fortemente illuminata trasversalemente, in modo da rendere brillanti (a causa della diffusione Rayleigh della luce) le goccioline, che vengono osservate tramite un oculare munito di una scala graduata. Una volta individuata una gocciolina se ne può misurare la velocità di deriva dovuta all'equilibrio fra la forza di gravità e quella di attrito viscoso. Dato che la gocciolina avrà alla superficie delle cariche elettriche (dovute per esempio a strofinio, o nella versione storica dell’esperimento, a radiazioni ionizzanti), se si applica una differenza di potenziale alle armature, si può fermare la goccia, riportarla in alto, farla ricadere etc. Se si registrano i valori del campo elettrico che fermano la goccia, si noterà, o usando più volte la stessa goccia, o su goccie diverse, che la serie di questi valori mostra che questi siano tutti multipli di un valore unico, che è appunto proporzionale alla carica dell'elettrone. Millikan originariamente per la misura usò un metodo diverso, ossia misurò la velocità delle goccioline che salivano sotto l'azione del campo elettrico. Tali velocità variano bruscamente da goccia a goccia o per la stessa goccia dopo ripetuti cicli di salita-discesa, ed erano inversamente proporzionali al voltaggio applicato. Millikan trovò che erano sempre multipli di una velocità minima. Da questo valore si può ottenere la carica dell'elettrone, con una precisione dell'0.1%. Questa è una delle tabelle originali di Millikan. Il valore accettato oggi per la carica dell'elettrone è: e=1.6021892 10-19 C. Conduzione dell’esperimento La camera di Millikan ha diametro d=8 cm, e distanza tra le armature pari a 6 mm. Alle armature si può applicare una differenza di potenziale elettrico fornita da un alimentatore. Le goccioline sono osservabili attraverso un oculare graduato, il cui ingrandimento deve essere calibrato dagli studenti osservando p.es. della carta millimetrata. Le velocità di caduta ed eventualmente di risalita sono ricavabili misurando i tempi di percorrenza con un doppio cronometro, adatto alla misura di tempi parziali. L’olio impiegato ha densità ρ=875.3 kg/m3, la viscosità dell’aria è η=1.81x10-5 Ns/m2 Analizziamo ora in dettaglio il problema fisico posto dal moto di gocce micrometriche cariche e poste in un campo elettrico statico. Su una gocciolina di olio in caduta libera in aria agiscono tre forze: l'attrazione gravitazionale, la forza di frenamento dovuta alla viscosità dell'aria e la spinta di Archimede. Quest'ultima si può considerare nulla, dato che la densità dell'olio è dell'ordine di mille volte superiore a quella dell'aria. Essendo la forza viscosa dipendente dalla velocità, dopo un certo tempo si avrà equilibrio tra tale forza e quella gravitazionale, quindi la goccia continuerà a cadere con velocità costante, detta velocità limite, con equazione del moto: dove v è la velocità limite di caduta e k la costante di frenamento dovuto alle forze viscose. f Con l'olio utilizzato nel nostro esperimento, nebulizzato in gocce con masse nell'ordine di 10-15 Kg, si può dimostrare che sono valide le seguenti assunzioni: a) il regime di moto uniforme viene raggiunto in una frazione di secondo dopo l'ingresso delle gocce nella camera b) le gocce hanno forma sferica Quando viene applicato un campo elettrico le equazioni del moto a regime sono: e a seconda della polarizzazione delle piastre del capacitore. In esse E è l'intensità di campo elettrico, vc e vr rispettivamente le velocità limite di caduta e risalita durante l'applicazione del campo elettrico e q la carica elettrica totale della goccia. Da ognuna delle due equazioni del moto di cui sopra, una volta misurate le velocità limite, si può ricavare allora la carica elettrica totale della goccia di olio, a patto di conoscerne la massa e la costante di frenamento. La costante k è calcolabile assumendo che il moto avvenga in regime lineare, con gocce di forma sferica, allora vale la formula di Stokes (cioè k=6πrη , con η la viscosità dell’aria, ed r il raggio della goccia, si veda però la nota finale riguardo all’applicabilità della formula di Stokes al nostro caso) Analizziamo innanzitutto dal punto di vista fisico le situazioni che possono ricorrere nell’esperimento: 1) Gocciolina (di raggio r e densità ρ) in caduta libera: nello stato stazionario, detta v1 la velocità terminale, si ha Fpeso-Fstokes=0 Da cui 4/3 π r3 ρ g –6πr v1 η =0 (e si può ricavare il raggio della goccia una volta misurato v1) (1) 2) Gocciolina, di carica Q, la cui caduta è fermata applicando una differenza di potenziale U: l’equilibrio della forza peso con il campo elettrico E=U/d (d = distanza tra le armature) dà 4/3 π r3 ρ g –QU/d =0 (2) 3) Gocciolina fatta risalire nella camera sotto l’effetto di un campo applicato E=U/d. Detta v2 la velocità terminale, lo stato stazionario si ha quando Fpeso+ Felettrica+ Fstokes=0, cioè 4/3 π r3 ρ g –QU/d + 6πr v2 η =0 (3) Dato che di ciascuna goccia sono incognite sia la massa che la carica, è necessario, su ciascuna goccia, eseguire almeno due osservazioni (la pratica suggerisce poi di ripetere tali osservazioni un congruo numero di volte e prendere la media) Un primo modo di condurre l’esperimento: si misura la velocità di caduta v1di una goccia in assenza di campo elettrico applicato, e quindi la velocità di salita v2 in campo applicato U. In questo caso si ha che la carica della gocciolina è ricavabile, combinando la (1) e la (3) Q = 18 π η d / U * (v1+v2) √( η v1/2gρ) E’ possibile anche un secondo modo: si ferma una gocciolina applicando una differenza di potenziale elettrico U, e poi si misura la sua velocità di caduta vl in campo nullo. La carica della gocciolina è allora data, dalla combinazione di (1) e (2): Q = 18 π η d v1 /U *√( η v1/2gρ) Questo secondo modo, più semplice concettualmente, però risulta meno accurato. NOTE: a. Occorre fare molta attenzione ai moti convettivi che si possono instaurare all’interno della camera di Millikan. Per ridurne l’entità, la luce proveniente dalla lampada può essere filtrata. b. per applicare la legge di Stokes al caso di sferette così piccole (1-2µm) da essere paragonabili al libero cammino medio delle molecole dell’aria, bisogna introdurre un fattore correttivo: la carica corretta, Qk si ottiene da quella calcolata assumendo valida la legge di Stokes: Qk = Q* dove la costante b vale 6.17*10-4 cmHg*cm, p è la pressione atmosferica (76cmHg), ed a è il raggio della gocciolina (in cm). c. Solo attraverso l'analisi di differenti cariche di molte gocce e un certo livello di abilità sperimentale si può ricavare il valore della carica dell'elettrone. Infatti, se si osserva che entro gli errori sperimentali, la cariche misurate sono tutte multiple intere di un certo valore questa è una buona indicazione della natura quantizzata della carica elettrica e ci si può aspettare ragionevolmente che tale valore sia quello minimo. d. Dopo avere ripetuto l’esperimento su diverse goccioline, si riporteranno quindi in un istogramma i valori di Q misurati. E’ importante, nella formazione dell’istogramma, scegliere oculatamente la dimensione dei “bin”: se troppo grandi, si rischia di offuscare la natura “ granulare” della carica elettrica, se troppo piccoli viceversa ciascun “bin” risulterà statisticamente poco occupato, e l’incertezza associata al numero d’occupazione (che segue la statistica di Poisson) risulterà paragonabile al numero d’occupazione stesso.