IL LIBERO ARBITRIO di Sergio de Ruggiero Il Libero arbitrio è il concetto filosofico e teologico secondo il quale ogni persona è libera di fare le sue scelte. Ciò si contrappone alle varie concezioni deterministiche secondo le quali la realtà è in qualche modo predeterminata dal destino, per cui gli individui non possono compiere scelte, perché ogni loro azione è predeterminata prima della loro nascita, questo concetto viene chiamato predestinazione o servo arbitrio. Il concetto di libero arbitrio è molto dibattuto nell'ambito religioso, in relazione all'onniscienza attribuita alla divinità nelle religioni monoteistiche. Esso è alla base della religione cattolica mentre risulta uno dei punti di contrasto con la religione luterana per la quale l'uomo non può in alcun modo agire per liberare la propria anima, mentre il cattolicesimo considera fondamentale sia le opere quanto le preghiere. Della stessa idea del luteranesimo è anche il calvinismo per il quale l'uomo è predestinato e per questo a niente servono le proprie opere e le proprie azioni, poiché l'elemento decisivo è solo la fede. Il concetto di libero arbitrio ha implicazioni in campo religioso, etico e scientifico. In campo religioso il libero arbitrio implica che la divinità, per quanto onnipotente, scelga di non utilizzare il proprio potere per condizionare le scelte degli individui. Nell'etica questo concetto è alla base della responsabilità di un individuo per le sue azioni. In ambito scientifico l'idea di libero arbitrio determina un'indipendenza del pensiero inteso come attività della mente e della mente stessa dalla pura causalità scientifica. Il libero arbitrio secondo Sant’Agostino (Tagaste, antica città dell’Algeria, 13 novembre 354 – Ippona, 28 agosto 430 - filosofo, vescovo e teologo latino. Padre, Dottore e santo della Chiesa cattolica). Connesso al problema del male è quello riguardante la libertà umana. Se l’uomo non fosse libero, allora non avrebbe né meriti, né colpe. Il problema che si pone con questa affermazione è se esiste il libero arbitrio oppure la predestinazione, problema che si è venuto a creare in seguito al peccato originale: ? Dio, che è onnisciente e conosce il futuro, ha dato piena libertà all'uomo, ma sa che, lasciandolo libero, questi peccherà. Dio potrebbe anche 1 intervenire per impedirglielo, ma non lo fa, proprio per la facoltà umana del libero arbitrio. ? L'uomo, così peccando, ha commesso il peccato originale, con cui ha compromesso la propria libertà, volgendola contro se stessa. Sebbene egli sia divenuto indegno di ricevere la salvezza, Dio, conoscendo le sue possibili scelte verso il male o verso il bene, dona ad alcuni, con la Grazia, la possibilità di salvarsi, mentre ad altri lascia la libertà di dannarsi; tuttavia, questa non è una scelta divina arbitraria, ma è semplicemente la prescienza di Dio che, nell'eternità (cioè oltre il tempo), vede coloro che possono ricevere la Grazia e coloro che non possono. Questi ultimi anche se la ricevessero non solo non si salverebbero, ma si dannerebbero ancor più. Dunque, per Agostino, la volontà di Dio precorre semplicemente la volontà dell'uomo, non la costringe, poiché tale nostra volontà è l'unica davvero che ci renda meritevoli della salvezza o della dannazione; infatti, anche se nessun uomo potrebbe salvarsi con la sola propria volontà, coloro che potrebbero salvarsi vengono soccorsi dalla Grazia divina, che li aiuta nella loro predisposizione. Tale concetto si spiega nella risposta evangelica di Cristo ai suoi discepoli, che gli avevano chiesto: « "Chi si potrà dunque salvare?". E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile." » (Matteo 19,25-26) Sarebbe d'altronde impossibile indagare le ragioni per cui Dio interviene a favore di alcuni e non di altri, perché noi non abbiamo titoli per criticare Dio. Agostino si rifà in proposito alle parole di Paolo di Tarso: «O uomo, chi sei tu per disputare con Dio? Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasmò: "Perché mi hai fatto così?". Forse il vasaio non è padrone dell'argilla, per fare con la medesima pasta un vaso per uso nobile e uno per uso volgare?» Fondamento della libertà umana è dunque per Agostino la Grazia divina, perché solo con la grazia l'uomo diventa capace di dare attuazione alle proprie scelte morali. Va distinto in proposito il libero arbitrio (che è la semplice capacità di scegliere tra il bene e il male), dalla libertà, che è invece la volontà effettiva di realizzare queste scelte. Qui si inserirà anche la polemica degli ultimi anni di Agostino contro Pelagio: essendo l'uomo corrotto dal peccato originale di Adamo, e quindi magari animato da buone intenzioni ma facilmente preda di tentazioni malvagie, Dio non solo interviene per illuminare l'uomo su cosa è il bene, ma anche per infondergli la volontà effettiva di perseguirlo. 2 Il problema libero arbitrio secondo Erasmo da Rotterdam, (Rotterdam, 28 ottobre 1466 – Basilea, 12 luglio 1536, teologo, umanista e filosofo olandese). Il problema del libero arbitrio alla fine del XV secolo si era fatto pressante sotto i colpi inferti da Martin Lutero e dalle sue considerazioni sul servo arbitrio (Il servo arbitrio è quel concetto filosofico e teologico secondo cui l'uomo non è libero nello scegliere. Secondo questo modo di pensare, infatti, l'uomo non può liberamente scegliere tra bene e male: egli è predestinato fin dalla nascita, a compiere determinati atti). Questo concetto, che è una delle cause delle divisioni tra Chiesa cattolica e protestante, nasce da alcune considerazioni riguardanti l'onniscienza della figura divina. Già Sant'Agostino parlò di predestinazione, per quanto avesse più volte difeso la libertà dell'uomo nel decidere delle sue azioni. Una forte affermazione di questo concetto, tuttavia, si ebbe con Martin Lutero, che ne fece una delle basi della sua religione). Al concetto di servo arbitrio si contrappone quello di libero arbitrio, che in campo filosofico difende la libertà dell'uomo nello scegliere delle sue azioni e quindi, in campo teologico, di guadagnarsi in base ad esse la salvezza. In pratica per Lutero l'uomo non poteva nulla per ottenere la redenzione e a nulla servivano, quindi, le opere e la carità e di conseguenza la funzione mediatrice della Chiesa tra l'uomo e Dio attraverso i sacramenti. Questa visione luterana era tipica di un clima culturale e intellettuale che segnavano la fine dell'Umanesimo e il tramonto del concetto di Homo faber ipsius fortunae (Ognuno è artefice della propria fortuna). Erasmo da Rotterdam, invitato ripetutamente a prendere posizione sul Luteranesimo, si decise a scrivere questa opera per definire la sua posizione nei confronti del problema della libertà dell'uomo e quindi della sua responsabilità di fronte a Dio e del suo rapporto con la Chiesa cattolica, rivalutando nel contempo, nei confronti di quest'ultima, i valori dell'individuo. Il pensiero di Erasmo: La definizione di libero arbitrio su cui Erasmo costruisce il proprio discorso è quella di un «potere della volontà umana in virtù del quale l’uomo può sia applicarsi a tutto ciò che lo conduce all’eterna salvezza, sia, al contrario, allontanarsene.» Senza voler mettere in discussione l’autorità e il valore delle Sacre Scritture, Erasmo afferma che , malgrado la sofferenza e i danni subiti a causa del peccato originale, il libero arbitrio permane ancora nell'uomo ma è offuscato e reso difficile da mettere in atto per l’immensa massa delle mancanze e per l’abitudine al peccato. Chi afferma che il libero arbitrio, la libera volontà dell'uomo può esprimersi solo nel decidere di peccare erra così come chi crede che il libero arbitrio sia una vuota astrazione. Chi sostiene queste tesi dimentica che sia il bene che il male possono essere messi in atto dall'uomo solo con il consenso di Dio, che offre all'uomo la grazia affinché egli scelga il bene. 3 Le Sacre Scritture confermano il libero arbitrio Con un'argomentazione basata sulle Scritture, Erasmo dimostra la sussistenza del libero arbitrio: gli uomini vengono esortati a scegliere il bene, Dio si lamenta della rovina del suo popolo, Cristo piange sulla Gerusalemme che lo ripudia e la invita a seguirlo, ecc… Se invece, come affermava Lutero, l'essere umano non avesse la facoltà di accettare o rifiutare liberamente la grazia divina che gli viene offerta, perché nelle Scritture sono presenti ammonimenti e biasimi, minacce di castighi ed elogi dell'obbedienza? Se inoltre, come predicava Lutero, l'uomo non ha bisogno di chiese e organi intermediari tra sé e Dio, ma è l'unico sacerdote di se stesso, come si concilia questa supposta autonomia con la sua assoluta impossibilità di scelta in ambito morale? L'intervento decisivo della Grazia In ogni azione umana noi possiamo distinguere tre fasi: l'inizio, lo sviluppo e l'esito finale: la Grazia è essenziale nella prima e nell'ultima fase, quando cioè ispira la volontà dell'uomo al bene (l'inizio) e gli consente di realizzarlo (l'esito finale): tutta la parte che riguarda la messa in opera dell'azione (lo sviluppo) vede l'intervento del libero arbitrio dell'uomo che liberamente mette in atto la sua volontà. Così le due cause, la grazia di Dio e la volontà umana, concorrono allo stesso tempo all’azione e ad una stessa opera indivisibile anche se tra le due la causa principale è la Grazia che da sola potrebbe mettere in atto l'azione. Particolarmente incisivo è l’esempio che Erasmo presenta per supportare la sua soluzione, quella del padre e del figlio che vuole cogliere un frutto. Il padre alza nelle sue braccia il figlio che ancora non sa camminare, che cade e che fa degli sforzi disordinati; gli mostra un frutto posto davanti a lui; il bambino vuole correre a prenderlo, ma la sua debolezza è tale che cadrebbe se il padre non lo sostenesse e guidasse. È quindi solo grazie alla conduzione del padre (la Grazia di Dio) che il bambino arriva al frutto che sempre suo padre gli offre; ma il bambino non sarebbe riuscito ad alzarsi se il padre non l’avesse sostenuto, non avrebbe visto il frutto se il padre non glielo avesse mostrato, non sarebbe potuto avanzare senza la guida del padre, non avrebbe potuto prendere il frutto se il padre non glielo avesse concesso. Cosa potrà arrogarsi il bambino come sua autonoma azione? Malgrado nulla avrebbe potuto compiere con le sue forze senza la Grazia, ha pertanto fatto qualcosa. Il libero arbitrio secondo il pensiero di Max Heindel: Nella “Cosmogonia” è scritto: ? “ Tutti gli animali posseggono una « coscienza rappresentativa » interiore simile a quella dell'uomo quando sogna. In presenza di un oggetto, essi percepiscono interiormente un'immagine accompagnata da una forte 4 impressione che inquadra l'oggetto come favorevole o contrario al loro benessere. Se il sentimento che suscita è di paura, esso si associa ad una suggestione proveniente dallo Spirito - gruppo che gl'indica come sfuggire al minacciato pericolo. Questo stato negativo di coscienza facilita allo Spirito - gruppo la guida dei corpi fisici degli animali mediante la suggestione, perché gli animali non posseggono volontà individuale”. ? “ L'uomo non è facilmente guidato dall'esterno con o senza il suo consenso. Via via che l'evoluzione avanza e la volontà dell'uomo si sviluppa sempre di più, egli si affrancherà dalle suggestioni esteriori e sarà libero di agire secondo il proprio volere, indipendentemente dalle influenze altrui. Questa è la principale differenza fra l'uomo e gli altri regni. Questi agiscono secondo la legge e gl'imperiosi ordini dello Spirito - gruppo (che chiamiamo istinto), mentre l'uomo diviene sempre più legge a se stesso. Noi non chiediamo al minerale se si vuol cristallizzare o no, né al fiore se vuole o non vuole sbocciare, né al leone se vuole o non vuole cessare di predare. Essi sono tutti, nelle cose piccole come nelle grandi, sotto il dominio assoluto dello Spirito - gruppo, in quanto privi di libero arbitrio e di iniziativa, qualità possedute invece, in diverso grado, da ogni essere umano. Tutti gli animali della stessa specie appaiono approssimativamente uguali, perché essi sono l'emanazione dello stesso Spirito - gruppo, mentre fra i sei miliardi di esseri umani che popolano la terra, non due soli esseri umani appaiono esattamente simili neppure i gemelli nell'adolescenza, perché il segno posto su ciascuno dall'Ego individuale, produce la differenza nell'aspetto come nel carattere”. ? “ L’Innocenza non è sinonimo di virtù. L'innocenza è figlia dell'ignoranza e non potrebbe essere mantenuta in un universo in cui lo scopo dell'evoluzione è acquisizione della Saggezza. Per conseguire tale scopo, sono essenziali la conoscenza del Bene e del Male; del giusto e dell'ingiusto, come è necessario il libero arbitrio. Se possedendo la conoscenza e il libero arbitrio, l'uomo si schiera dalla parte del Bene e della Giustizia, egli coltiva la Virtù e la Saggezza. Se soccombe alla tentazione e coscientemente agisce male, egli incoraggia il vizio”. Quindi, analizzato il Libero arbitrio in tutte le sue forme, anche contraddittorie se vogliamo, secondo le varie confessioni religiose, l’etica, la filosofia e la morale, alla fine, ma cosa è in realtà il “LIBERO ARBITRIO”? 5 Ebbene è quella facoltà cerebro-spirituale, tipicamente umana, che porta ad una trasformazione di coscienza o acquisizione di consapevolezza di ciò che l’essere umano realmente è, ottenuta tramite lo studio e la ricerca individuale e la sua quotidiana applicazione nella vita, per mezzo del servizio altruistico e disinteressato (fede e opere) guidata dal discernimento (testa e cuore all’unisono) e vivificata dalla forza di volontà, che permette all’uomo di agire secondo la propria, libera scelta, affinché lui stesso possa trasformarsi, da essere creato, in un CREATORE! Nella “Cosmogonia dei Rosa+Croce”, capitolo V, è scritto: ? “Limitando Se stesso entro una certa porzione di spazio, il Grande Essere che chiamiamo DIO, crea un Sistema Solare per l’evoluzione di una grande schiera di esseri di diverso avanzamento. Tutte queste onde di vita sono comprese nel Suo Essere. Le varie Gerarchie (o esseri) poste in evoluzione, sono inserite nel Piano di avanzamento allo scopo di proseguire nel loro sviluppo. Inoltre, ciascuna di loro deve attendere che si prepari l’ambiente ad essa più propizio. Tutto il processo evolutivo, generalmente inteso, è diviso in due grandi periodi, il primo dei quali ha come obiettivo quello di dotare gli Spiriti evolventesi dei veicoli di esperienza adatti ed il secondo di far acquisire e trasformare quest’esperienza in coscienza e potere animico.” Secondo gli insegnamenti del Cristo, chiunque insegua i suoi precetti è un piccolo Cristo in formazione! Il Maestro Gesù chiamava i suoi discepoli “fratelli”, figli dello stesso “Padre”, coeredi dello stesso regno, il “Suo”. IL Maestro Gesù è stato il più grande rivoluzionario tra gli inviati di Dio, è stato il primo a trasgredire tutte le antiche usanze ed ha espiato sulla croce l’audacia che aveva avuto di affermare di essere figlio di Dio e che tutti gli esseri umani sono suoi fratelli, figli e figlie dell’unico Dio Padre, che è nei Cieli. L’insistenza con la quale Gesù sottolineava la filiazione divina dell’uomo scandalizzava gli scribi e i farisei al punto che un giorno tentarono di lapidarlo. Nel Vangelo di Giovanni, capitolo 10 versetto 31-38, è scritto testualmente: I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo. Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio? Se non compio le opere 6 del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io sono nel Padre». *(Salmi 81,6) Io ho detto: «Voi siete dèi, siete tutti figli dell’Altissimo». Ora, come possiamo divenire dei veri DEI, se non siamo liberi di agire e di operare secondo la nostra libera volontà? Liberi di scegliere, di fare o disfare ciò che riteniamo più giusto per noi o per i nostri cari? Solo uno schiavo non è libero, non possiede nulla, neanche la sua vita, ma sappiamo e crediamo che il Cristo, tramite il Suo sacrificio, ci ha liberati da ogni catena, da ogni vincolo, da ogni Legge, da ogni Dogma, fino al punto che l’uomo stesso diventi LEGGE. Spesso ci blocchiamo dall’agire per paura di sbagliare, di commettere degli errori, di peccare, per paura delle conseguenze che si possono ricavare dal nostro operato o di ciò che possano pensare gli altri e di conseguenza, della loro ostilità nei nostri confronti e questa paura, blocca inevitabilmente la nostra azione e dove non c’è azione, fatalmente c’è solo morte, involuzione, distruzione o, nel migliore dei casi, ritardo. Sempre nella “Cosmogonia” troviamo scritto: ? “ Che l'uomo fin dal principio, fu spinto a temere Dio e gli furono date in un primo momento, delle religioni di natura ed in seguito quelle di razza, tali da promuovere il suo sviluppo spirituale sotto l'incubo della paura”. Oggi, siamo consapevoli che questa paura primordiale non ha più motivo di esistere e che solo dall’azione, libera, scevra da falsi condizionamenti morali, etici, religiosi, sociali e psicologici, possiamo ricavare il nostro accrescimento. In una recente riunione in casa di amici, con la precisa volontà di “provocare” una forte reazione, dissi: “ Che il vero peccato… era proprio quello di non peccare “ e questo non certo per fare della facile ironia o un elogio del peccato ma semmai, per dar modo a chi mi ascoltava di comprendere, che solo dall’azione, negativa o positiva che possa essere, si può ricavare la giusta esperienza, affinché con essa, ci si possa allineare al piano evolutivo. La regola d’oro, è sempre la stessa: “Non fare agli altri quello che non vorresti che fosse fatto a te.” Utilizzando questo semplice ma quanto mai preziosa norma, la possibilità di commettere degli errori, si riduce notevolmente. Cari fratelli, il mio, il nostro dovere non è quello di ammaestrare le genti, siamo solo dei canali in cui fluiscono gli insegnamenti di grandi Maestri, insegnamenti che abbiamo fatti nostri e che in qualche modo cerchiamo di comunicare agli 7 altri, ma non dobbiamo convincere nessuno, perché se fossi io a convincervi, la vostra convinzione durerebbe fino a quando non incontrereste un oratore più persuasivo di me, ma se vi porto a ragionare e vi renderete conto da soli della bontà di quanto vi sto esponendo, la vostra convinzione sarà per sempre. Amici miei, “ Solo chi non fa nulla non sbaglia mai “. Max Heindel nei suoi scritti, dice: “Che si può essere talmente buoni…da divenire dei buoni a nulla, dei veri e propri incapaci, per se stessi e soprattutto per gli altri”. Gli insegnamenti del Cristo hanno proiettato su DIO il ruolo di Padre, ma le varie religioni hanno plasmato l’idea di un DIO che giudica, premia o punisce. Hanno creato intorno all’AMORE (il termine per eccellenza per definire DIO) una realtà basata sulla paura e questa realtà basata sulla paura, domina l’esperienza dell’amore. È questa che ne da l’impronta! Il Signore dovrebbe forse punirci perché abbiamo fatto una scelta che Lui stesso ci ha messo di fronte? Questa è la domanda a cui è necessario rispondere prima di assegnargli il ruolo di DIO vendicativo e geloso che punisce e procura danni ai propri figli. Le religioni, tutte le religioni che hanno avuto un notevole partecipazione di fedeli e si sono perpetuate per lungo tempo, hanno al loro interno delle verità “ETERNE” ed inviolabili e hanno avuto la peculiarità di riunire attorno a sé milioni di seguaci, donandogli un ideale comune e quei principi basilari del corretto vivere civile. Ma la religione, lega, stringe a sé milioni di esseri viventi che hanno come unico scopo, perpetuare e sviluppare al massimo la loro “specifica” religiosità senza badare alle verità riposte nelle religioni altrui e lo stesso termine “religione”, derivante dal verbo latino “RELIGERE”, possiede nella sua etimologia il significato di stringere, legare a sé e tutto ciò che stringe o lega, nega nella sua essenza intima, ogni possibilità di scelta o di libertà che non sia fondata sui principi di base della religione stessa. Una religione non si basa su di un sistema razionale di prove, ma sopravvive per il bisogno che l’uomo ha di essa. Da qui i dogmi, i comandamenti, le leggi. Scrive Max Heindel: ? “Vi fu un tempo in cui in Grecia, la Religione l'Arte e la Scienza venivano insegnate congiuntamente nei templi dei Misteri. Ma fu necessario per migliorare lo sviluppo di ciascuna di esse che si separassero per un certo tempo. La Religione dominò da sola nell'«oscuro Medio Evo ». Durante quel tempo essa tenne soggette tanto la Scienza che l'Arte, legando loro mani e piedi. Quindi venne il periodo del Rinascimento e l'Arte rifiorì in tutte le sue forme. La Religione però si manteneva potente e l'Arte ben presto si prostituì, mettendosi al servizio della Religione. Infine è venuta 8 l'ondata della Scienza moderna, la quale con mano di ferro, ha soggiogato la Religione. Fu a detrimento del mondo che la Religione mise in ceppi la Scienza. L'Ignoranza e la Superstizione cagionarono un danno indescrivibile, e nonostante ciò, l'uomo mantenne allora un elevato ideale spirituale; egli sperava in una vita più pura e migliore. E' infinitamente più disastroso vedere la Scienza uccidere la Religione, poiché ora perfino la Speranza, che è l'unico dono che gli Dei hanno lasciato nel vaso di Pandora, può svanire davanti al Materialismo e all'Agnosticismo trionfanti. Tale stato di cose non può continuare. Dovrà esserci la reazione spirituale. Se così non fosse, l'anarchia spezzerebbe il Mondo. Per evitare tale calamità, la Religione, la Scienza e l'Arte devono unirsi in un'espressione più alta del Buono, del Vero e del Bello, ancora più alta di quella che avevano raggiunto prima della loro separazione. Nella leggenda massonica di HIRAM HABIFF, il “figlio della Vedova”, il grande architetto che ideò e costruì il grande Tempio di Salomone, si dice che egli fu ucciso da tre dei suoi più invidiosi apprendenti, che volevano carpirgli con la forza i segreti della sua opera e questi si chiamavano IGNORANZA, INTOLLERANZA e FANATISMO. Sono questi, ancor oggi, i veri ostacoli che ogni ricercatore spirituale deve superare per ottenere la giusta condizione per poter procedere sul SENTIERO e non rischiare di cader vittima di sé stesso. Gli insegnamenti del Cristo rivelano una sentimento religioso universale, rivolto a tutte le genti del mondo, senza condizione di razza, di società, di idee e quindi di culture o di religioni diverse, il mantenerci, il sentirci legati, stretti dentro i confini di una determinata religione, significa squalificare gli insegnamenti dateci da nostro Signore, significa non evolverci verso il piano voluto da DIO, significa rimanere legati e quindi prigionieri di falsi concetti, che con il VOLERE divino, non hanno nulla a che fare. Ricordiamoci che TOLLERARE, non significa accettare e quindi legittimare, TACERE può significare essere d’accordo e quindi rendersi complici, AGIRE, anche commettendo errori, è l’unica azione corretta e consentita. Di conseguenza è della paura che l’uomo ha necessità per essere buono? Per fare e avere ciò che è intrinsecamente giusto? Dobbiamo essere minacciati per essere persone dabbene? E che cosa significa essere buoni? Chi mai sarà realmente in grado di pronunciare la parola definitiva su questo argomento? Nel passato, crimini abominevoli come la pedofilia (Eros, il dio dell’amore degli antichi greci, era raffigurato come un bambino paffutello, intento a scoccare il suo dardo d’amore, verso i cuori degli innamorati) o lo stupro, (qualunque autorità, civile ed a volte, purtroppo, anche religiosa, poteva arrogarsi il diritto di violentare o sottrarle all’affetto delle loro famiglie, delle povere ed indifese fanciulle, al solo scopo di soddisfare i propri desideri 9 sessuali e le competenti autorità legislative, il più delle volte, non facevano nulla per reprimere o prevenire tale scempio, oppure dopo una battaglia, era diritto dei vincitori abbandonarsi al saccheggio della città ed a violentare, con ogni sorta di brutalità e sevizie, la popolazione, uomo, donna o bambino che fosse) o, e non certo per finire, la schiavitù, non era forse considerata un diritto inviolabile, possiamo dire divino, riservato ai più forti del genere umano, ebbene oggi, grazie a DIO, a distanza di pochi anni da quei tempi orribili, sono considerati crimini atroci, rivolti contro l’umanità e nessuno di noi penserebbe mai di attuare certe azioni e quanto mai a considerarli come diritti emanati dal volere divino. E allora, chi di voi sarà mai in grado di pronunciare la parola definitiva sul cosa significa essere buoni? Ebbene, siete voi, voi stessi, solo voi potete stabilire le regole, siete voi che dovete fissare le vostre linee guida, l’amore è tutto ciò che esiste…ed agendo per amore, con amore ed attuando la regola d’oro precedentemente esposta (Non fare agli altri quello che non vorresti che fosse fatto a te), nessuno di noi potrà mai sbagliare. Quando si presentano delle difficoltà, delle paure o dei dubbi, si preferisce non agire, oppure non riuscendo a comprendere cosa fare, la depressione e lo stress ci attanagliano sempre di più, rendendoci la vita insopportabile e più ricerchiamo una risposta che non arriva e più cadiamo in un baratro, fatto di angosce e paure, ma la risposta e lì, davanti a voi e la paura che non ve la fa vedere. Di fronte ad ogni difficoltà, ad ogni ostacolo, ad ogni prova che la vita ci riserva, la risposta giusta ad ogni nostro quesito, è sempre la stessa: “COSA FAREBBE ORA L’AMORE?” Domandiamoci cosa farebbe ora l’amore, quello puro, quello decantato dai filosofi e dai poeti, quello divino insegnatoci dal Cristo Gesù, quello di una mamma nei confronti di una sua creatura, come agirebbe, quale sarebbe la sua azione…domandatevelo…. e la risposta ai nostri quesiti verrà immancabilmente. La sofferenza non ha nulla a che fare con gli eventi, ma con la reazione che ciascuno di noi ha verso di essi! Anche se è assolutamente vero: “Che nulla accade per caso”, ciò che accade è solo ciò che accade, è come noi lo percepiamo che rende ciò che “avviene” piacevole o doloroso. Cambiamo il nostro modo di percepire gli eventi e cambieremo il modo di confrontarci con la vita. 10 La preoccupazione è l’attività di una mente che non comprende la sua relazione con DIO. Ricordate la domanda cosa farebbe ora l’amore, rispondetevi e DIO sarà li con voi, sempre ed in ogni momento. Infinite volte abbiamo implorato DIO di manifestarsi a noi, di spiegarsi, di rivelarsi e Lui lo fa continuamente, in modo chiaro, affinché non si possa fraintendere: Lui è qui, proprio qui, adesso!!! È il momento di ritirarsi nel nostro spazio divino, ora più che mai. Questo ci porterà ad una grande pace dello Spirito e verso uno Spirito in pace fluiscono grandi idee e prospettive che potrebbero essere la soluzione hai problemi più grandi che crediamo di avere. Ricordatevi…. in assenza di luce…le tenebre prevalgono. Trasformare la propria coscienza, significa usare il libero arbitrio, guidato dal sacro discernimento e vivificato dalla volontà di agire. Fraternamente in Cristo, Sergio de Ruggiero Ostia lido: 30 settembre 2009 11