3° CONVEGNO "SCIENZA E FEDE" CONGIUNTO
gruppo “Giovanni Prodi” (del nord, 67°)
e
gruppo “Giuseppe Del Re” (del sud, 35°)
Villa Campitelli, Frascati.
17– 19 giugno 2011
₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪
Libero arbitrio, realtà o illusione?
Giuseppe Trautteur
Ritengo, per motivi scientifici, che non esista il libero
arbitrio e che la libertà sia illusoria.
Ne sono profondamente turbato.
Spero costantemente che mi si convinca del mio
errore scientifico.
2 di 21
La intenzione di questo mio intervento è duplice.
Da una parte spero di mostrare che la tesi
dell’illusorietà non comporta alcuna contraddizione ed
è completamente ragionevole.
Dall’altra insisterò sulle sue conseguenze catastrofiche
e mi interrogherò con voi sulla stranezza delle reazioni
di alcuni autori, fortemente sostenitori della illusorietà
dell’azione libera, e che al contempo ne
sdrammatizzano le conseguenze.
3 di 21
Molte definizioni di libertà, azione libera, libero arbitrio.
Sostengo una interpretazione rigida della nozione di
libero arbitrio:
la libertà deve essere positiva ossia attiva, non basta la
libertà-da-qualcosa, cioè libertà come mancanza di
coercizione;
inoltre l’azione libera deve essere determinata: la
casualità, non conta per le valutazioni morali o per
l'appagamento dell’autore dell’azione.
4 di 21
Ciò che conta per identificare con precisione la libertà
dell’azione sono le decisioni sofferte (torn decisions,
il termine è in Mark Balaguer, Free Will as an Open Scientific
Problem). Il soggetto, l’agente, deve materialmente
compiere una azione la cui determinazione esorbita
dal mondo fisico e comporta conseguenze fisiche
concretamente rilevanti per la condotta dell’agente:
tali cioè che ove l’agente non compisse quell’azione il
mondo continuerebbe in maniera diversa.
Senza che quella determinazione sia preter- o
soprannaturale.
Possibile contiguità con accadimenti parapsicologici.
5 di 21
La determinazione dell’atto libero non deve
essere imputabile a cause fisiche, altrimenti si
ricade nel normale scorrere del mondo.
Un’azione è libera se:
1. esiste la possibilità fisica, non solo ipotetica o
controfattuale, di più di una continuazione
della linea di universo e
2. un unico cammino viene scelto senza alcuna
causa fisica.
6 di 21
senza alcuna causa fisica
7 di 21
Ma nel mondo fisico non vi sono cammini multipli
(eccetto che in Meccanica quantistica). Il mondo
macroscopico è deterministico.
Pertanto non sono possibili azioni libere.
N.B. Le recenti ricerche neurobiologiche
corroborano questo punto di vista, ma non ne sono
la motivazione principale.
8 di 21
Non difenderò ulteriormente la tesi della illusorietà del libero
arbitrio.
Tradisco quindi un po’ il titolo dell’intervento, ma mi affido
all’ampia discussione nella quale sono certo che la tesi della
realtà fattuale della libertà sarà difesa con forza. A questa
discussione mi preparo a prender parte.
Non mi sento in grado invece di discutere avverso tesi
compatibiliste, fondate esclusivamente sulla attribuzione di
reale responsabilità a un agente fisicamente determinato
(p.e.: Dorato, M., Futuro aperto e libertà. Un’introduzione alla filosofia del
tempo; Frankfurt, H., The importance of what we care about , ecc.)
9 di 21
Però la coscienza esiste!
The position I choose to maintain may be identified as a noneliminativist materialism according to which conscious
experience occurs if and only if some, still only partially
identified, brain processes occur and yet conscious experience is
a quid whose ontological status is obscure, but utterly different
from brain processes. A chasm separates consciousness from
brain processes. Such a state of affairs is profoundly disturbing
and hardly understandable at all. Indeed, as it keeps being
repeated by many authors, no one has the faintest idea of not
just what consciousness is, but even of what might count as an
explanation of consciousness. Quite an apophatic situation!
10 di 21
Coscienza, SI
Libero arbitrio, NO
11 di 21
La illusione di Müller-Lyer
12 di 21
Confronto tra Müller-Lyer e libero arbitrio
Müller-Lyer
1.
2.
3.
4.
5.
esperienza incorreggibile di
diversa lunghezza;
controllo metrico della
uguaglianza;
esperienza unheimlich,
perturbante;
fiducia che lo studio del
sistema sensoriale spiegherà
l’illusione;
appagamento.
Libero arbitrio
1.
2.
3.
4.
5.
esperienza incorreggibile di
essere agenti liberi;
chiusura causale del mondo;
esperienza unheimlich,
perturbante;
nessuna speranza;
doppio sentire.
13 di 21
Il doppio sentire è l’esperienza di un soggetto
consapevole che sente incorregibilmente di star
compiendo un atto libero e al tempo stesso è
convinto della natura illusoria del libero arbitrio.
Chi esperisce il doppio sentire si comporta poi come
se fosse libero, affidandosi cioè al suo sentimento di
libertà, che sa illusorio. Ne nasce una più o meno
pronunciata nevrosi.
14 di 21
L’obbiezione classica: «Sei illogico, perché hai scelto
liberamente di argomentare contro il libero arbitrio.» non
è concludente. Consideriamo infatti gli enunciati:
“non c’è libero arbitrio”
e
“ho l’esperienza consapevole di star compiendo una
azione libera.”
Semplicemente il contenuto espresso in prima persona nel
secondo enunciato è falso.
Ma non c’è contraddizione.
15 di 21
Non ho scelto. È accaduto che ho scritto un articolo e
ora lo sto presentando, in conseguenza di catene causali
coinvolgenti il mio corpo e le parti dell’ambiente con le
quali ho interagito.
E le attività interne del mio sistema nervoso, mi hanno
procurato la esperienza incorreggibile, e falsa, di aver
scelto liberamente.
Esperienza di agency, Wegner
Perturbante, pauroso, ma non contraddittorio.
16 di 21
Crollo della nozione di responsabilità morale, dei
valori etici, della autonomia della condotta, ecc.
La diminuita capacità di intendere e di volere si
espande a tutte le azioni e a tutti i soggetti.
17 di 21
Difficoltà a comprendere gli “illusionisti” ottimisti:
Wegner “sdrammatizza”, Nannini si avvicina al
compatibilismo.
Va poi considerata la discussione sul libero arbitrio che
prende le mosse dai problemi giuridici della ridotta
capacità di intendere e di volere.
Greene, J. Cohen, J., “For the law, neuroscience changes nothing and
everything” Phil. Trans. R. Soc. Lond. B 359 (2004), 1775-85.
Farah, M.J., “Neuroethics: the practical and the philosophical” TRENDS in
Cognitive Sciences 9 (2005), 34-40.
18 di 21
Benché Wegner argomenti che la volontà consapevole è
illusoria, nondimeno scrive:
“And the experience of conscious will that is created in
this way need not be a mere epiphenomenon. Rather than
a ghost in the machine, the experience of conscious will is
a feeling that helps us appreciate and remember our
authorship of the things our minds and bodies do.”
(Wegner, D.M., The Illusion of Conscious Will, Bradford 2002, p. ix)
E altrove insiste con lo stupefacente: “Does all this mean
that conscious thought does not cause action? It does not
mean this at all.” (––––, “The mind’s best trick: How we experience
conscious will.”, Trends in Cognitive Sciences 7 (2003), 65).
19 di 21
Nannini:
“Se l’agente, nel momento in cui ha agito, non ha
provato quel sentimento di agency che accompagna
tutte le azioni volontarie, allora non può essere ritenuto
responsabile di ciò che ha fatto e non è lecito punirlo.”
http://it.narkive.com/2008/4/19/3489029-nannini-sul-libero-arbitrio-universit-di-siena.html
20 di 21
Inganno della libera scelta degli ordinamenti
giuridici per il trattamento delle azioni criminose
in assenza di libero arbitrio.
Si dimentica che neanche il legislatore è libero.
Come pure non lo è lo studioso del libero arbitrio.
21 di 21