SPUNTI DI RIFLESSIONI PER LA FESTA DI TUTTI I SANTI (A) 1

annuncio pubblicitario
SPUNTI DI RIFLESSIONI PER LA FESTA DI TUTTI I SANTI (A)
1 Novembre 2011
La festa di “Ognissanti” o di “Tutti i Santi” è un’espressione rituale della tradizione cristiana, che ha coniato una festa in cui si
vogliono ricordare tutte quelle persone che possono essere additate come esempio di vita. La festa cattolica cade il 1º novembre,
seguita il 2 novembre dalla Commemorazione dei Defunti, ed è una festa di precetto che prevedeva una veglia e un'ottava nel
calendario della forma straordinaria del rito romano. La festa di Ognissanti celebrata dalla Chiesa ortodossa d'Oriente cade invece
la prima domenica dopo la Pentecoste e, in quanto tale, segna la chiusura del ciclo pasquale.
Le commemorazioni dei martiri, comuni a diverse Chiese, cominciarono a esser celebrate nel IV secolo. Le prime tracce di una
celebrazione generale sono attestate ad Antiochia, e fanno riferimento alla Domenica successiva alla Pentecoste. Questa usanza
viene citata anche nella settantaquattresima omelia di Giovanni Crisostomo (407) ed è preservata fino ad oggi dalla Chiesa
Ortodossa d'Oriente, che la celebra ancora in questo contesto.
Come data della celebrazione della festività fu scelto il 1º novembre per farla coincidere con il Samhain, l'antica festa celtica del
nuovo anno, a seguito di richieste in tal senso provenienti dal mondo monastico irlandese. Secondo le credenze celtiche durante la
celebrazione del Samhain, i morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni
gioiose erano tenute in loro onore1. Quest’aspetto della festa non fu mai eliminato pienamente, nemmeno con l'avvento del
Cristianesimo che, infatti, il 2 novembre celebra il culto dei defunti.
Papa Gregorio III (731-741) scelse il 1º novembre come data dell'anniversario della consacrazione di una cappella a San Pietro e
alle reliquie "dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori, e di tutti i giusti che riposano in pace in tutto il mondo". Al
tempo di Carlo Magno2 la festività novembrina di Ognissanti era diffusamente celebrata. Il 1º novembre venne decretato festa di
precetto da parte del re franco Luigi il Pio nell'835. Il decreto fu emesso "su richiesta di papa Gregorio IV e con il consenso di tutti i
vescovi".
Tra i santi che la tradizione cristiana ricorda non tutti, però, possono essere celebrati come esempi da imitare in tutto e per
tutto, anzi alcuni non brillano per niente da questo punto di vista. Molte volte si sono onorati personaggi che erano funzionali a un
determinato momento storico. I Cristiani d’Oriente riconoscono santa Elena3, concubina dell’Imperatore Costanzo Cloro4 e santo suo
figlio, l’Imperatore Costantino, 5nonostante che
sia stato un uomo molto violento. Tra i Santi si annovera anche Cirillo di
1
Vedi la festa di Halloween. La celebrazione della festa di Ognissanti, istituita da Papa Bonifacio IV nel 610 veniva celebrata il 13 maggio, come la
festa di tutti i Martiri. La celebrazione al 1° novembre risale all’VIII secolo, quando Papa Gregorio III spostò la data. Questa scelta si inserisce
nell’azione pastorale di questo pontefice e del suo predecessore, tesa alla conversione della Germania. Infatti in quelle regioni erano radicate le
tradizioni del mondo celtico, che alla medesima data celebravano la festa di Samhain o Samain, una sorta di capodanno che separava il periodo
estivo da quello invernale, con riferimenti anche al culto dei morti. L'intento era così quello di sovrapporre la nuova festività alla precedente per una
rielaborazione dei miti celtici alla luce della nuova simbologia cristiana. Secondo altre fonti, fu invece Sant'Odilone di Cluny che nel 1048 decise di
spostare la celebrazione cattolica all'inizio di novembre al fine di spodestare il culto di Samhain, ancora molto popolare. Quell'anno l'Ognissanti fu
spostata dal 13 maggio al 1 novembre per dare ai cristiani l'opportunità di ricordare tutti i santi e, il giorno dopo, tutti i cristiani defunti
(Commemorazione dei Defunti). Dal 1630 al 1640 si ebbe una recrudescenza di proibizionismo, quando la Chiesa Inglese, in quel periodo di stampo
Puritano, fece in modo di far sopprimere ogni tradizione di tipo pagano rimasta legata a Ognissanti e alla sua vigilia. Poiché la figura dei santi è
tipicamente cristiana, quindi posteriore alla religione druidica, un etimo fantasioso nato tra i cultori del Neopaganesimo fa derivare la parola da All
allows even, cioè la sera in cui tutto è permesso, inclusa la credenza che i defunti escano dalle tombe per far visita ai vivi. L'improbabilità di questa
etimologia risiede nel fatto che la parola Halloween è attestata per la prima volta in epoca molto recente, nel XIX secolo, esclusivamente negli
U.S.A.
2
Carlo nacque tradizionalmente il 2 aprile 742, primogenito di Pipino il Breve (714 - 768), primo dei re Carolingi. Grazie a una serie di fortunate
campagne militari allargò il regno dei Franchi fino a comprendere una vasta parte dell'Europa occidentale. La notte di Natale dell'800 papa Leone III
lo incoronò imperatore, fondando l'Impero carolingio. Con Carlo Magno si assistette quindi al superamento, riguardo alla storia dell'Europa
occidentale, dell'ambiguità giuridico-formale dei regni romano-barbarici in favore di un nuovo modello imperiale. L'Impero resistette fin quando
Carlo fu in vita, venendo poi diviso tra gli eredi, ma la portata delle sue riforme e la sua valenza sacrale influenzarono radicalmente tutta la vita e la
politica del continente europeo nei secoli successivi.
3
Flavia Giulia Elena (latino: Flavia Iulia Helena; Elenopoli, 248 circa – Treviri, 329) è stata augusta dell'Impero romano, concubina dell'imperatore
Costanzo Cloro e madre dell'imperatore Costantino I.
4
Flavio Valerio Costanzo, meglio noto come Costanzo Cloro (latino: Flavius Valerius Constantius; Illirico, 31 marzo 250 circa – Eboracum, 25
luglio 306), fu un imperatore romano (305-306) durante la tetrarchia e il padre di Costantino I.
5
Flavio Valerio Aurelio Costantino, conosciuto anche come Costantino il Grande e Costantino I (lingua latina: Flavius Valerius Constantinus;
Naissus, 27 febbraio 274 – Nicomedia, 22 maggio 337), fu imperatore romano dal 306 alla sua morte. Costantino è una delle figure più importanti
dell'Impero romano che riformò largamente e dove favorì la diffusione del cristianesimo. Tra i suoi interventi più significativi, la riorganizzazione
dell'amministrazione e dell'esercito, la creazione di una nuova capitale a oriente (Costantinopoli) e la promulgazione dell'Editto di Milano sulla
libertà religiosa.
Alessandria6, che alcuni storici indicano come il mandante dell'omicidio della scienziata e filosofa neoplatonica Ipazia7; a questi ce
ne sarebbero da aggiungere altri.
I primi documenti agiografici in Occidente si possono far risalire al periodo delle persecuzioni tra la seconda metà del II secolo e
il tardo Medioevo. Se all'inizio questi Atti erano testi solo con qualche amplificazione retorica, più tardi, quando si affermò il culto
dei martiri, i testi divennero maggiormente elaborati con frequenti descrizioni di fatti miracolosi e di supplizi atroci dei martiri
stessi.8
In seguito alla pace costantiniana del 313, si sviluppò un culto dei martiri che dava origine ad una ricca produzione agiografica
che aveva solo intenti edificanti, senza grande valore storico. Durante il Medioevo l'agiografia assunse un carattere via via più
fantastico favorendo numerose leggende al riguardo.
A partire dal II secolo, le più importanti Chiese cristiane, come quella di Cartagine, di Roma e di Antiochia, tenevano un
"martirologio" compilato in ogni sua parte e continuamente aggiornato: esso consisteva in un calendario diviso per mesi e giorni
che riportava in date precise il nome di uno o più martiri o santi e l'indicazione del luogo della loro morte. Queste liste, piuttosto
scarne, vennero in seguito arricchite di tutte quelle notizie che spesso includevano, oltre al riassunto della vita del martire o del
santo, anche una descrizione di come era avvenuta la sua morte.
Anche in Oriente si ritrovano, sempre in questo periodo, dei testi compilati seguendo lo stesso processo, anche se la forma è
diversa.
Risalgono all'anno Mille le più celebri raccolte di miracoli prodotte in numero sempre maggiore in precisi santuari. Esse servivano
a vantare il potere del santo di cui si custodivano le reliquie e ad attrarre così più numerosi i pellegrini e quindi le loro offerte.
Durante il XIII e l'inizio del XIV secolo apparvero delle vere biografie mistiche che cercavano di ricostruire la vita interiore dei
santi con tutte le più rilevanti manifestazioni della loro devozione. Esempi significativi di questo genere di testi furono, nel XIII
secolo, le vite delle sante beghine dei Paesi Bassi e in Italia quella di Santa Margherita da Cortona e di Santa Caterina da Siena,
nonché il Libro della beata Angela da Foligno.
Alla fine del Medioevo la letteratura agiografica era diffusa in ogni ambiente e comprendeva spesso anche delle favole su
personaggi misteriosi e delle biografie spirituali. Questi testi, così numerosi e non ancora completamente inventariati per quanto
riguarda la produzione in lingua volgare, costituiscono uno strumento assai prezioso per comprendere e analizzare la spiritualità e
la mentalità del Medioevo.
Oggi gli studiosi dell'agiografia sono concordi nell'affermare che il culto dei santi, e in particolare i testi agiografici, sono un
prodotto di una cultura dotta, destinato alla diffusione fra le masse popolari. Non è vero, come spesso si è affermato, che il popolo
abbia creato la leggenda in quanto il suo contributo al culto dei santi nel primo Medioevo è modesto. La gente del popolo trasferì
spesso, ai santi cristiani, usanze e, a volte, anche racconti più antichi, ma il culto cristiano di questa epoca non era assolutamente
una creazione popolare, quelli erano creazioni di una certa classe, che si muoveva con precisi intenti finalizzati a condizionare il
popolo analfabeta.
Sembra, pertanto, che gli autori di queste opere agiografiche avessero degli scopi abbastanza subdoli nei
confronti della
maggioranza dei poveri, soprattutto di propaganda in rapporto ad esigenze locali (il culto di un santo è, infatti, spesso legato a un
luogo specifico, come un monastero o un santuario).
Si può ritenere che nel culto dei santi, deteriorandosi in riferimento a quella che era stata nei primi tre secoli di cristianesimo la
memoria dei martiri, si possa vedere il confluire di credenze popolari più antiche al cristianesimo stesso che ripropongono elementi
di una cultura tradizionale precedente, compresa quella greco-romana. (Ap 7,2-4.9-14; Sal Sal 23, 1-6;1Gv 3,1-3; Mt 5,1-12 )
6
Cirillo di Alessandria (Teodosia d'Egitto, 370 – Alessandria d'Egitto, 27 giugno 444) è stato un vescovo egiziano.Fu patriarca di Alessandria e
teologo, coinvolto nelle dispute cristologiche della sua epoca. Si oppose a Nestorio durante il concilio di Efeso del 431 (del quale fu la figura
centrale). In tale ambito, per contrastare le tesi di Nestorio che negava la maternità divina di Maria, sviluppò una teoria dell'Incarnazione, che gli
valse il titolo di doctor Incarnationis e che è considerata ancora valida dai teologi cristiani contemporanei. Perseguitò i novaziani, gli ebrei e i
pagani, sino a quasi annientarne la presenza nella città.
7
Ipazia (in greco antico: Ὑπατία, in latino: Hypatia; Alessandria d'Egitto, circa 370 – Alessandria d'Egitto, marzo 415) è stata una matematica,
astronoma e filosofa greca. Rappresentante della filosofia neo-platonica pagana, la sua uccisione da parte di una folla di cristiani in tumulto, per
alcuni autori composta di monaci detti parabolani , l'ha resa una martire del paganesimo[5] e della libertà di pensiero. Il prestigio conquistato da
Ipazia ad Alessandria ha una natura eminentemente culturale, ma quella sua stessa eminente cultura è la condizione dell'acquisizione, da parte di
Ipazia, di un potere che non è più soltanto culturale: è anche politico. Scrive infatti lo storico cristiano ortodosso Socrate Scolastico: « Per la
magnifica libertà di parola e di azione che le veniva dalla sua cultura, accedeva in modo assennato anche al cospetto dei capi della città e non era
motivo di vergogna per lei lo stare in mezzo agli uomini: infatti, a causa della sua straordinaria saggezza, tutti la rispettavano profondamente e
provavano verso di lei un timore reverenziale »
8
Tra questi ricordiamo come particolarmente significativi al riguardo le agiografie (i racconti) di Santa Agnese, San Lorenzo, San Sebastiano,
Scarica