Siamo vicini al Venerdì santo e alla Pasqua, ai giorni delle azioni strapotenti compiute da Dio nella storia; delle azioni nelle quali il giudizio di Dio e la grazia di Dio divennero visibili a tutto il mondo: giudizio in quelle ore, in cui Gesù Cristo, il Signore, pendette dalla croce. Grazia in quell’ora, in cui la morte fu inghiottita dalla vittoria. Non gli uomini hanno fatto qui qualcosa, no, soltanto Dio lo ha fatto. Egli ha percorso la via verso gli uomini con infinito amore. Ha giudicato ciò che è umano. E ha donato grazia al di là del merito. (D. Bonhoeffer) Celebriamo, in questi giorni, due azioni strapotenti di Dio verso l’uomo: lo svelamento del peccato e del suo frutto, cioè la morte; l’opera della Grazia di Dio – manifestata dalla resurrezione di Gesù – che apre ad un futuro diverso. Il peccato svelato Nel Venerdì Santo, in cui si condanna a morte Gesù, si vede dove arriva l’uomo ebbro dell’attaccamento a se stesso e ai suoi privilegi: il potere romano, quello dei capi del popolo di Israele, le ambiguità incostanti della folla, le paure degli amici stessi di Gesù, fanno vedere una logica in cui l’uomo, pur di salvarsi, condanna e uccide l’altro. Il peccato, nella sua radice, è questa affermazione di se ad ogni costo; il suo esito è la morte di qualcuno. Questa logica non si ferma mai; così, appena la “ruota gira”, la stessa logica che ha ucciso si ritorce contro l’uccisore, in una interminabile trafila di momenti in cui l’esaltazione di sé cede il passo alla propria distruzione. La logica svelata nel Venerdì Santo è sempre attuale prende tutti: i singoli (nel mondo del lavoro, nelle relazioni…) e i popoli interi, tentati di affermare se stessi a scapito di altri. Così la storia si riempie di tanti Venerdì di passione che gli uomini continuamente vivono e fanno vivere agli altri! Gesù accoglie su di se questo delirio dell’uomo (“Padre perdonali perché non sanno quello che fanno”): così il Venerdì Santo causato dal peccato e dalle sue “logiche”, diviene in Lui il dono della Sua vita, il segno supremo del non chiudersi mai all’altro (la croce è sempre abbraccio di Dio, dono di amore!). La Grazia della resurrezione 11 sepolcro trovato vuoto il mattino di Pasqua dice che la logica con cui Gesù ha vissuto è accolta dal Padre ed è una inizio di Vita nuova, possibilità di un futuro diverso! Gesù ha amato gli uomini, soprattutto i più deboli; non ha cercato il proprio interesse; ha saputo vivere con libertà di fronte alle cose, e soprattutto si è affidato al Padre e ne ha cercato la volontà. Il Padre lo libera dalla morte e dichiara che questa è una strada di Vita, ora e per sempre. Chi la percorre con Lui avrà la Vita, ora e per sempre. Superare la morte è un’azione potente di Dio, che proviene dalla Sua eternità e raggiunge il nostro mondo: si ripeterà per ogni suo figlio che seguirà le orme del Figlio Gesù. Cosa dobbiamo fare? La resurrezione, la vita per sempre, la liberazione dalle logiche del peccato che ci affaticano è pura azione di Dio, puro dono. Come ogni dono chiede di essere riconosciuto, di essere accolto con gioia e gratitudine e di essere usato bene! In questo anno Santo della Misericordia la salvezza che il Signore dà a noi susciti il desiderio di riconsiderare le nostre logiche alla luce del Cristo: ricalcoliamo il peso (sempre eccessivo) che diamo alle cose materiali e quello (sempre carente) che diamo al prenderci cura delle relazioni con chi ci è accanto; rivediamo il giudizio (sempre affrettato) sulle malefatte degli altri e l’impegno (sempre lento) a giocarci in prima persona per il bene comune; ripensiamo all’ostinazione (accanita) con cui difendiamo le nostre posizioni e all’ascolto (distratto) con cui ci poniamo di fronte agli altri… E il dono di Dio ci sosterrà in questa storia, spesso faticosa, fino all’incontro con Lui. Buona Pasqua! don Paolo