DATA 24 gennaio 2005 DOCENTE prof. Francesco Mattei ATTIVITÀ

DATA
DOCENTE
ATTIVITÀ
24 gennaio 2005
prof. Francesco Mattei
Lecturae – Sant’Agostino, Le Confessioni
Le Confessioni sono un libro teologico, filosofico ed esegetico.
Confessione deriva da confiteor: dico con, testimonio a.
In S. Agostino si realizza la pienezza del significato di confessio:
confessione di lode a Dio -confessio laudis- e confessione dei peccati,
confessio peccatorum.
Due sono quindi i movimenti dell’uomo verso Dio: uno attraverso la lode
e uno attraverso la confessione della colpa.
Magnifica diventa la confessione teologica di Agostino: “O felix culpa
que meruisti nobis tale ac tantum salvatorem, felice colpa che meritasti
un così grande Salvatore”. Questo è un libro sulla salvezza.
Dio ha creato, Dio ha salvato, Dio ha educato. Questi tre bellissimi verbi
sono il centro e la costante delle Confessioni.
DESCRIZIONE Libro IX, 21, 15
“Qualis illa erat docente te magistro intimo in schola pectoris, […]così
era lei, istruita da te, maestro interiore nella scuola del cuore”.
Il termine intimo richiama l’espressione di Agostino a proposito di Dio
che è intimo più del mio intimo. Interior intimo meo. Il maestro è
interiore ed educa alla scuola del cuore.
Il tema è platonico: la conoscenza per Platone è anamnesis, cioè ricordo,
il dare luce a ciò che è già dentro di noi, lasciare che la luce sgorghi dal
di dentro a togliere quei laccioli che impediscono alla luce di emergere.
Attenzione: ricordare non significa conoscere dall’esterno –l’esterno è
solo un aiuto- ma vuol dire riconoscere ciò che già è in te. Dice Agostino
a Dio “Tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato”.
Si sta leggendo un Padre della Chiesa, un filosofo, un teologo. La
formazione di Agostino è squisitamente classica, era stato educato alla
scuola dei grandi retori; e questa formazione dura finché non arriva a
Milano, da Ambrogio, che lo interroga su cosa avrebbe fatto con la
sapienza umana senza avere la sapienza divina; domanda che porterà
Agostino alla conversione. È importante non togliere il contesto
teologico, religioso, altrimenti delle Confessioni si rischia di dare una
lettura distorta.
Libro I, 1
“Grande sei o Signore e degno di somma lode, grande è la tua potenza,
senza limiti la tua sapienza…”
Invocazione e confessione di lode, si loda la grandezza di Dio.
Laudabilis, laudari. In queste prime righe è forte il tema dell’abbandono
religioso, di rientrare nel cuore di Dio; l’abbandono totale dell’amore, il
perdersi nell’altro.
Verità e bellezza, temi platonici, si ritrovano nelle Confessioni insieme al
tema della Grazia. E un altro termine che si trova spesso ed è collegato ai
precedenti è ‘misericordia’ dall’ebraico ‘hesed’, uno dei temi più belli e
forti della Bibbia. Dio che si piega verso l’uomo per salvarlo e non lo
giudica perché gli dà Grazia, misericordia.
Chiede Agostino a Dio: “Prima lodarti, conoscerti o invocarti?” e ancora
“Ma come si può lodare ciò che non si conosce?”.
Coloro che cercano lo troveranno e coloro che l’hanno trovato lo
loderanno. Molto forte è il tema della ricerca, della ricerca di Dio.
Le Confessioni sono un libro sulla salvazione; e la salvazione ha bisogno
della Grazia. Se poi ci si aggiunge il mondo nasce, secondo Max Weber,
il capitalismo.
L’essenziale di quello che è da Dio ha bisogno di essere detto agli
uomini e la sapienza divina si riveste allora delle categorie culturali di un
tempo storico, di un’epoca. Così è la lettura platonica di S. Agostino:
Agostino è sicuramente più del platonismo, ma ne usa le categorie,
perché dominanti nella sua epoca.
“Non ergo essem Deus meus, non omnino essem nisi esses in me”.