CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Le scelte del consumatore • Le preferenze del consumatore Che cosa desidera fare il consumatore? • Il vincolo di bilancio Che cosa può fare il consumatore? • La decisione del consumatore Tra tutte le alternative disponibili un consumatore razionale sceglie quella che garantisce il più alto livello di soddisfazione Le scelte del consumatore 1 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Preferenze e Panieri • Il consumatore sceglie tra panieri. Un paniere è una combinazione di beni. Rappresentazione grafica di un paniere nel caso di due beni; x1 = quantità del bene 1; x2 = quantità del bene 2; A ), paniere B = (xB , xB ) Paniere A = (xA , x 1 2 1 2 x2 xB 2 6 B u A xA 2 u - xB 1 Le scelte del consumatore xA 1 x1 2 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Preferenze Le preferenze di un consumatore soddisfano i seguenti assiomi: • Assioma 1: Completezza Per ogni due panieri, A e B, il consumatore è sempre in grado di dire quale dei due preferisce. A B: il consumatore preferisce il paniere A al paniere B; B A: il consumatore preferisce B a A; A ∼ B: il consumatore è indifferente tra A e B; • Assioma 2: Transitività Se un paniere A è preferibile a un paniere B e B è preferibile al paniere C allora A deve essere preferibile a C. Questo assioma garantisce la coerenza delle preferenze del consumatore. Le scelte del consumatore 3 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner • Assioma 3: Non sazietà (o ’più è meglio’) x2 6 B Dv v A v Cv - x1 Il paniere A è preferibile al paniere C mentre è meno appetibile del paniere B. Le scelte del consumatore 4 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner La curva di indifferenza x2 6 ∆x2 A spp pp pp pp pp pp pp pp p p p p p p p p p p p sp | {z } B ∆x1 - x1 La curva di indifferenza che passa per il punto A rappresenta tutti i panieri che garantiscono al consumatore lo stesso livello di soddisfazione del paniere A. Uno spostamento dal paniere A al paniere B (aumentando di ∆x1 unità la quantità del bene 1 e diminuendo di ∆x2 unità la quantità del bene 2) non cambia il livello di soddisfazione del consumatore. Tutti i panieri rappresentati da punti sopra la curva di indifferenza sono preferibili al paniere A (e a tutti gli altri punti sulla curva). Tutti i punti sotto la curva di indifferenza sono meno appettibili di A. Le scelte del consumatore 5 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner La mappa di indifferenza x2 6 B t t A - x1 Tutti i possibili panieri appartengono a una qualche curva di indifferenza. Perciò l’insieme delle curve di indifferenza può costituire una rappresentazione delle preferenze del consumatore. Le scelte del consumatore 6 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Nota bene: Le curve di indifferenza non possono intersecarsi! x2 6 s B Cs A s - x1 Prova: Consideriamo la figura precedente. Possiamo osserviamo che A e B si trovano sulla stessa curva di indifferenza quindi il consumatore è indifferente tra questi due panieri. Per le stessa ragione il consumatore deve essere indifferente anche tra i panieri A e C. Ma per l’assioma della transitivita’ il consumatore deve essere indifferente anche tra B e C. Tuttavia B contiene una quantità piu grande di entrambi i beni quindi, grazie all’assioma della non sazietà B deve essere preferibile a C. Conclusione: Il fatto che due curve di indifferenza si intersecano implica la violazione di almeno uno dei nostri assiomi. Le scelte del consumatore 7 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Il Saggio Marginale di Sostituzione x2 6 u A ∆x2 ∆x1 u ˜ 2 ∆x u B u ∆x1 u u - x1 Il saggio marginale di sostituzione (MRS=marginal rate of substitution) tra il bene 1 e il bene 2 nel punto A è definito come il valore assoluto della pendenza della curva di indifferenza nel punto A. Interpretazione: Il MRS misura a quante unità del bene 2 il consumatore sarebbe disposto a rinunciare in cambio di un’ulteriore unità del bene 1. 2. Matematicamente: M RS = − ∆x ∆x 1 Le scelte del consumatore 8 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Assioma 4: del MRS decrescente Tipicamente faremo l’ipotesi che il MRS è decrescente. All’ aumentare della quantità del bene 1 (cioè, spostandoci verso destra sulla curva di indifferenza) la quantità di bene due alla quale il consumatore è disposto a rinunciare in cambio di un’ulteriore unità di bene uno diminuisce. Curve di indifferenza che sono caratterizzate da un MRS decrescente sono convesse. Matematicamente questo vuol dire che il valore assoluto della pendenza della curva di indifferenza diminuisce quando ci spostiamo sulla curva verso destra. Le scelte del consumatore 9 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Due tipi di curve di indifferenza particolari: i) Perfetti Sostituti: Nel caso di due beni perfetti sostituti il saggio marginale di sostituzione è costante per tutta la lunghezza delle curve di indifferenza (ma non deve necessariamente essere uguale a 1!). Questo significa che la proporzione in cui il consumatore è disposto a scambiare un bene con l’altro è costante lungo le curve di indifferenza (indipendente dal numero di unità possedute dei due beni). x2 6 @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ - x1 Le scelte del consumatore 10 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Caso 2: Beni Perfettamente Complementari I beni perfettamente complementari sono beni che devono essere consumati in proporzioni fisse. Ad esempio, le scarpe destre e le scarpe sinistre devono essere consumate nella proporzione 1 a 1. Se un individuo possiede una scarpa destra e una scarpa sinistra, la sua soddisfazione non aumenta se riceve un’altra scarpa destra. Questo implica che le curve di indifferenza devono essere ad angolo retto (ossia a forma di L) come si vede nel grafico sottostante. x2 6 - x1 Le scelte del consumatore 11 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner La teoria dell’utilità Matematicamente le preferenze di un consumatore possono essere rappresentate con una cosidetta funzione di utilità. Una funzione di utilità U assegna a ogni paniere un valore numerico in modo tale che la seguente condizione è soddisfatta A B B U (xA 1 , x2 ) > U (x1 , x2 ) ⇔ A B e A ) = U (xB , xB ) ⇔ A ∼ B U (xA , x 1 2 1 2 In parole: Se il numero assegnato al paniere A = A (xA 1 , x2 ) è più grande del numero assegnato al paniere B B = (xB 1 , x2 ), questo vuol dire che il paniere A è preferibile al paniere B. Se invece la funzione U assegna ad entrambi i panieri lo stesso numero allora il consumatore è indifferente tra i due panieri. Esempi: • Funzione di utilità lineare: U (x1, x2) = x1 + 2x2 • Funzione di utilità Cobb-Douglas: U (x1, x2) = (1−α) xα x 1 2 Le scelte del consumatore 12 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Utilità e curve di indifferenza Per definizione un consumatore è indifferente tra tutti i panieri che appartengono alla stessa curva di indifferenza. Per cui se le preferenze del consumatore possono essere descritte con una funzione di utilità U , allora i panieri che si trovano sulla curva di indifferenza che passa per il paniere A sono tutti i panieri (x1, x2) che risolvono l’equazione. A ). U (x1, x2) = U (xA , x 1 2 A Esempio: U (x1, x2) = x1 + 2x2 e (xA 1 , x2 ) = (5, 5). La funzione di utilità assegna al paniere A un valore numerico di 15 (U (5, 5) = 5 + 2 ∗ 5 = 15). I panieri che generano lo stesso valore di utilità sono definiti dall’equazione 15 = x1 + 2x2 o equivalentemente: x2 = (15 − x1)/2. Quest’ultima espressione ci dice la quantità di bene 2 che è necessaria per raggiungere un livello di utilità di 15, in funzione della quantità di bene 1. Le scelte del consumatore 13 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Utilità marginale e MRS L’utilità marginale (MU=marginal utility) indica di quanto aumenta l’ utilità all’aumentare della quantità consumata di uno dei beni. Matematicamente l’utilità marginale di un certo bene corrisponde alla derivata parziale della funzione di utilità rispetto a questo bene: ∂U ∂U e M U2 = . M U1 = ∂x1 ∂x2 A Se partendo da un punto (xA 1 , x2 ) si cambiano le quantità dei due beni rispettivamente di ∆x1 e ∆x2 unità, l’utilità del consumatore varia di ∆U = M U1∆x1 + M U2∆x2. Se ∆x1 e ∆x2 sono scelti in modo tale che l’utilità rimanga costante (quindi il nuovo paniere appartiene alla stessa curva di indifferenza) deve essere soddisfatta la condizione ∆x2 M U1 − = . ∆x1 M U2 Perciò possiamo concludere che M RS = Le scelte del consumatore M U1 . M U2 14 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Ordinalità dell’utilità Quando utilizziamo la funzione di utilità come strumento per descrivere le preferenze di un consumatore, dobbiamo prestare attenzione all’interpretazione che diamo ai valori di utilità assegnati ai diversi panieri. Nella costruzione della mappa di indifferenza, abbiamo introdotto l’assioma di completezza delle preferenze. Questo assioma afferma che data qualsiasi coppia di panieri, A e B, il consumatore è sempre in grado di dire se A è preferibile a B, se B è preferibile a A o se considera A e B come equivalenti. Tuttavia, non abbiamo mai richiesto che il consumatore sia anche in grado di dire quanto preferisca un paniere rispetto ad un altro paniere. Se intendiamo la funzione di utilità come uno strumento alternativo per esprimere un concetto di preferenze come definito nel paragrafo precedente, questo implica che i valori di utilità assegnati ai panieri non Le scelte del consumatore 15 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner possono essere interpretati come una misura assoluta del benessere che il consumatore deriva da questi panieri. L’unico ruolo che i valori di utilità hanno è quello di permetterci di ordinare tutti i panieri secondo la loro preferibilità. Per questo diciamo che il concetto di utilità è un concetto ordinale. Quest’osservazione sulla ordinalità dell’utilità ha due implicazioni importanti: Implicazione 1: Le preferenze di un consumatore possono sempre essere rappresentate da svariate funzioni di utilità. Per capire questo, consideriamo il seguente esempio: supponiamo che le preferenze di due consumatori siano rappresentate dalle due funzioni di utilità U1(x1, x2) = x1x2 e U2(x1, x2) = (x1x2)2. Per definizione, il consumatore 1 preferisce A B B un paniere A = (xA 1 , x2 ) a un paniere B = (x1 , x2 ) se e solo se A A B B B B A U1(xA 1 , x2 ) = x1 x2 > x1 x2 = U1 (x1 , x2 ). A > xB xB è equivalente a (xA xA )2 > Ma dato che xA x 1 2 1 2 1 2 B B 2 (x1 x2 ) (la disuguaglianza deve rimanere vera Le scelte del consumatore 16 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner se eleviamo al quadrato entrambi i lati della disuguaglianza) possiamo concludere che A ) > U (xB , xB ) U1(xA , x 1 1 1 2 2 ⇔ A ) > U (xB , xB ) U2(xA , x 2 1 1 2 2 Cioè, se l’individuo 1 trova un qualsiasi paniere A preferibile a un qualsiasi altro paniere B allora anche l’individuo 2 considera A migliore rispetto a B e viceversa. In altre parole: le preferenze dei due individui coincidono perfettamente! Per cui sia U1che U2 rappresentano le preferenze di entrambi gli individui. In generale possiamo dire che se una funzione di utilità U (x1, x2) rappresenta le preferenze di un individuo e f (x) è una qualsiasi funzione crescente, allora anche la funzione composta Ũ (x1, x2) = f (U (x1, x2)) descrive le preferenze dell’individuo. Implicazione 2: Il fatto che i valori di utilità non descrivano il valore assoluto del benessere del consumatore implica anche che non possono essere utilizzati per confrontare il benessere di due individui. Le scelte del consumatore 17 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Il vincolo di bilancio Completata la discussione su come possono essere modellizzate le preferenze di un consumatore, passiamo adesso alla descrizione del suo vincolo di bilancio. Il vincolo di bilancio descrive quali panieri siano acquistabili da parte di un consumatore, dati i prezzi di mercato dei beni e dato il suo reddito. Se indichiamo il reddito a disposizione del consumatore con I e il prezzo del bene i = 1, 2 con pi allora il consumatore può acquistare qualsiasi paniere (x1, x2) che soddisfi la seguente disuguaglianza: I |{z} Reddito disponibile ≥ p x +p x | 1 1 {z 2 2} spesa per l’acquisto di x1 unità del bene 1 e x2 unità del bene due In parole: il consumatore si può permettere solo panieri (x1, x2) che ai prezzi vigenti (p1, p2) implicano una spesa che non eccede il suo reddito I. Le scelte del consumatore 18 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Il vincolo di bilancio L’insieme di tutti i panieri che generano una spesa uguale al reddito (cioè quelli che soddisfano la disuguaglianza precedente con uguaglianza) costituiscono la retta del vincolo di bilancio. p x I − 1 1. x2 = p2 p2 Rappresentazione grafica del vincolo di bilancio: x2 I p2 6 a @ @ @ @ Pendenza= − pp12 @ c + @ @ @ @ @ @ @ b I p1 @ @ - x1 Il consumatore può permettersi qualsiasi paniere che appartiene al triangolo abc (inclusi i lati del triangolo). Le scelte del consumatore 19 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Il vincolo di bilancio L’intercetta della retta del vincolo di bilancio con l’asse verticale corrisponde alla quantità massima del bene due che il consumatore può acquistare con il suo reddito. Analogamente, l’intercetta orizzontale definisce la quantità massima del bene uno che il consumatore può acquistare. La pendenza (o meglio, il valore assoluto della pendenza) della retta è data dal prezzo relativo p1/p2 (prezzo del bene sull’asse orizzontale fratto prezzo del bene sull’asse verticale). Il prezzo relativo può essere visto come il costo opportunità di un’unità del bene uno misurato in unità del bene due: per comprare un’unità del bene uno il consumatore deve spendere p1 unità del suo reddito. Alternativamente l’individuo potrebbe utilizzare queste p1 unità di reddito per l’acquisto di unità del bene due. In particolare, la quantità di bene due che il consumatore potrebbe comprare è p1/p2. Le scelte del consumatore 20 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Il vincolo di bilancio Nota bene: Quando scriviamo il vincolo di bilancio nella forma I = p1x1 + p2x2 stiamo implicitamente facendo due ipotesi: Prima di tutto stiamo assumendo che per tutti i beni esista un mercato. Formalmente parliamo di completezza dei mercati. Secondo, stiamo dando per scontato che i prezzi dei beni non varino con le quantità dei beni che il consumatore intende comprare (cioè, p1 e p2 non dipendono da x1 e x2). Nel gergo degli economisti quest’ultima ipotesi viene chiamata l’ipotesi di price taking behavior (ipotesi del consumatore che non fa il prezzo). Le scelte del consumatore 21 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Il vincolo di bilancio: variazioni del reddito di I (senza variaziani di p1 e p2). Un aumento del reddito da I a I˜ corrisponde a uno spostamento della retta del bilancio a destra di ∆I/p1 unità; o equivalentemente, uno spostamento verso l’alto di ∆I/p2 unità. x2 6 I˜ p2 @ @ @ I p2 @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ @ > @ @ @ @ I p1 @ @ @ @ I˜ p1 - x1 La pendenza della retta rimane uguale (i prezzi non cambiano); perciò la nuova retta è parallela alla retta originale. Una riduzione del reddito implica uno spostamento della retta verso sinistra (e in basso). Le scelte del consumatore 22 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Il vincolo di bilancio: Come rappresentare cambiamenti di p1 (tenendo fisso p2 e I). Un aumento del prezzo del bene 1 da p1 a p̂1 corresponde a una rotazione della retta del bilancio (attorno all’intercetta verticale) verso sinistra: Mentre l’intercetta verticale non cambia, l’intercetta orizontale si sposta da I/p1 a I/p̂1. x2 6 I p2 A@ A@ A @ A @ A @ A @ A @ A @ A @ A @ A @ A @ A @ A @ A @ A @ @ A I p̂1 I p1 - x1 Siccome il prezzo relativo aumenta, la retta diventa più ripida. Un aumento del prezzo del bene due implica una rotazione della retta attorno all’intercetta orizzontale. Le scelte del consumatore 23 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Il vincolo di bilancio: Prezzi non lineari Spesso il prezzo che un consumatore deve pagare per un’unità di un certo bene varia con la quantità comprata. Sconti: Considera la seguente situazione: I = 10, p2 = 1 (indipendentemente dalla quantità acquistata), p1 diminuisce all’aumentare della quantità acquistata: ( p1 = x2 10 2 1/2 if x1 ≤ 3 . if x1 > 3 6 A A A A 4 A A A A A AA HH H 3 Le scelte del consumatore pendenza= −2 pendenza= −1/2 HH H HH H HH H HH- 11x1 24 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Il vincolo di bilancio: Prezzi non lineari Razionamento: Supponiamo di nuovo che I = 10, p2 = 1 e p1 = 2. La seguente figura reappresenta una situazione dove l’individuo puo acquistare al massimo 3 unità del bene uno. x2 10 6 A A A A A A A panieri ammissibili: area A+B A A AAq qqq qqq panieri non ammissibili: area qq q qq q qqq qq qq - A 4 C C B 3 5 x1 Il razionamento può essere interpretato come una variazione del prezzo del bene uno. In particolare, il razionamento può essere visto come l’opposto di uno sconto: ( p1 = Le scelte del consumatore 2 ∞ if x1 ≤ 3 . if x1 > 3 25 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner L’equilibrio del consumatore L’obbiettivo del consumatore è quello di scegliere tra tutti i panieri ammissibili, il paniere che genera il maggior livello di soddisfazione. Detto in altre parole: il consumatore sceglie un paniere ammissibile (x∗1, x∗2) tale per cui non esiste nessun’altro paniere ammissibile (x̂1, x̂2) che è preferibile a (x∗1, x∗2). Quest’ultima osservazione implica immediatamente che l’individuo non sceglierà mai un paniere che sta sotto la retta di bilancio. Dalla figura sottostante possiamo vedere che se consideriamo un punto sotto la retta come il paniere A, possiamo sempre trovare altri panieri ammissibili - come per esempio il paniere B - che contengono maggiori quantità di entrambi i beni. Per cui, l’assioma della non sazietà implica che quest’altri panieri (tra loro B) devono essere preferibili a A. Le scelte del consumatore 26 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner L’equilibrio del consumatore x2 6 I P2 @ @ @ @ @t B @ A @ @ t @ @ @ @ @ I P1 - x1 Dall’argomento precedente sappiamo che nella ricerca di un paniere ottimale possiamo limitarci all’insieme dei punti sulla retta di bilancio. Per verificare se (o meno) un paniere A (sulla retta) è dominato da un altro paniere (sulla retta), dobbiamo controllare se la curva di indifferenza che passa per il punto A è quella più alta tra tutte quelle curve di indifferenza che hanno un punto in comune con la retta di bilancio. Le scelte del consumatore 27 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner L’equilibrio del consumatore Consideriamo per esempio il punto A nella figura sottostante. Possiamo osservare che la curva di indiffernza che passa per questo punto non è la più alta di tutte quelle che hanno almeno un punto in comune con la retta di bilancio. Ad esempio la curva che passa per il punto B più a destra di quella iniziale. Per cui il punto B deve essere preferibile al punto A il che implica che non può essere ottimale scegliere il paniere A. x2 6 I p2 A @u @ @ @ @ B @ @u @ @ @ @ @ @ @ @ @ I p1 Le scelte del consumatore - x1 28 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner L’equilibrio del consumatore Nella precedente figura B costituisce il punto di tangenza tra la curva di indifferenza passante per lo stesso punto e la retta di bilancio. Questo vuol dire che con l’eccezione del punto B stesso tutta la retta di bilancio sta al di sotto della curva di indifferenza che passa per B. Ma allora, tutti gli altri punti del vincolo di bilancio si trovano su una curva di indifferenza più bassa di quella sulla quale si trova B. In altre parole: B preferibile a tutti gli altri punti sulla retta quindi il punto B deve essere il paniere ottimale. Riassumendo possiamo dire che un paniere che soddisfa le seguenti due condizioni è ottimale: i) si trova sulla retta di bilancio e ii) costituisce un punto di tangenza tra la curva di indifferenza sulla quale si trova e la retta del bilancio. Le scelte del consumatore 29 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner L’equilibrio del consumatore Sappiamo che in un punto di tangenza tra due curve, le pendenze delle due curve devono coincidere. Per cui la precedente caratterizzazione dell’equilibrio del consumatore può essere espressa in termini matematici come segue: Se il paniere (x∗1, x∗2) soddisfa le seguenti due condizioni allora (x∗1, x∗2) è ottimale i) p1x∗1 + p2x∗2 = I p ii) M RS(x∗1, x∗2) = 1 . p2 Nota bene: Dati gli assiomi che le preferenze di un inidividuo devono soddisfare le condizioni i) e ii) sono condizioni sufficienti per un equilibrio (cioè, se queste condizioni sono verificate in un certo punto, allora quel punto deve essere un’ottimo). Le due condizioni sono anche necessarie per punti ottimali interni (cioè, un paniere che non costituisce uno dei punti estremi della retta di bilancio può essere un’ottimo solo se soddisfa le due condizioni). Le scelte del consumatore 30 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Interpretazione della condidzione ii): Il prezzo relativo alla destra indica in che rapporto il consumatore può scambiare i due beni sul mercato (per poter comprare un’unità del bene uno deve rinunciare a p1/p2 unità del bene due). Il saggio marginale di sostituzione invece indica in che rapporto il consumatore è disposto a scambiare i due beni (partendo da (x∗1, x∗2) il consumatore è disposto a rinunciare a M RS(x∗1, x∗2) unità del bene due per un’ulteriore unità del bene uno). Finchè il consumatore è disposto a scambiare i due beni in un rapporto diverso da quello nel quale il mercato gli permette di scambiarli, il consumatore non può essere in un’ottimo. Se per esempio al punto (x∗1, x∗2) avessimo M RS = 2 > 1 = p1/p2 allora il consumatore potrebbe migliorare la sua condizione vendendo un’unità del bene due per comprare un’altra unità del bene uno: Siccome lui sarebbe disposto a sacrificare fino a due unità del bene due per avere un’ulteriore unità del bene due, mentre il mercato Le scelte del consumatore 31 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner richiede da lui solo un’unica unità del bene due in cambio di un’unità del bene uno, questa transazione deve portargli a un livello di soddisfazione più alto. Un’argomento analogo dimostra che non è possibile che in un’ottimo abbiamo M RS < p1/p2 (in quel caso conviene al consumatore vendere unità del bene uno per comprare un’unità del bene due). Ricordandoci che M RS(x∗1, x∗2) = M U1(x∗1, x∗2)/M U2(x∗1, x∗2) possiamo riscrivere la condizione ii) nella seguente forma: 1 1 ∗ ∗ M U1(x1, x2) = M U2(x∗1, x∗2) p1 p2 Interpretazione: Consideriamo prima il lato sinistro dell’equazione. Il termine 1/p1 indica la quantità di bene uno che il consumatore può acquistare con un’unità di reddito. Se moltiplichiamo questa quantità per l’utilità Le scelte del consumatore 32 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner marginale del bene uno al punto (x∗1, x∗2) otteniamo per quanto cambia l’utilità del consumatore se spende un’unità del suo reddito per l’acquisto di unità del bene uno. L’espressione M U2/p2 ha un’ interpretazione analoga. Per cui la precedente condizione ci dice che nell’ottimo, il beneficio dell’ultima unità di reddito spesa per l’acquisto di unità di bene uno deve essere uguale al beneficio generata dall’ultima unità di reddito spesa per l’acquisto di unità di bene due. Se M U1(x∗1, x∗2)/p1 fosse più grande di M U2(x∗1, x∗2)/p2 allora al consumatore converebbe riallocare il suo reddito. Riducendo la spesa per il bene due per un’unità consentirebbe al consumatore di acquistare una maggiore quantit del bene due con un aumento del benessere del consumatore. Ma se partendo dal punto (x∗1, x∗2) per il consumatore esistesse una possibilità di migliorare la sua situazione, allora (x∗1, x∗2) non potrebbe essere un’ottimo. Le scelte del consumatore 33 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Unicità del paniere ottimale: Se le curve di indifferenza sono strettamente convesse (cioè se ogni curva di indifferenza è caratterizzata da un MRS strettamente decrescente) allora ogni curva di indifferenza può contenere al massimo un punto dove la MRS coincide con il prezzo relativo. x2 6 I p2 x∗2 @ @ @ @ @t @ @ @ @ @ @ x∗1 I p1 - x1 Se il saggio marginale è strettamente decrescente non possono esistere più punti su una stessa curva di indifferenza con la stessa pendenza (e uguale a quella della retta di bilancio). Le scelte del consumatore 34 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Se invece ammettiamo anche il caso di curve di indifferenze con una MRS costante, allora è possibile che per certi prezzi ci siano più di un paniere ottimale. Questo punto è illustrato nella seguente figura, dove le curve di indifferenza sono delle rette che hanno la stessa pendenza della retta di bilancio. x2 6 I p2 ppp ppp pp ppp pppp p @p p p p p p p p p p p p p p @p p p p p p p p p p p ppp @ pp p p p @p p p p p p p p p pp p p p ppp p p p p p p p p p @p p p p p p p p p p p @p p p ppp pp ppp ppp ppppp @ ppp pppp ppppp ppp p p @p p p ppp ppp pppp ppp ppppp @ pp p p ppp p p p p p p p p p @p p p p p p p p p ppp p p p @p p p ppp @ I p1 - x1 Se tutte le curve di indifferenza sono rette con la stessa pendenza della retta di bilancio, allora tutti i punti sulla retta di bilancio devono appartenere alla stessa curva di indifferenza. Questo implica che tutti i punti che compongono la retta di bilancia costituiscono panieri ottimali. Le scelte del consumatore 35 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner La domanda Nella lezione precedente abbiamo studiato la scelta del paniere ottimale. Abbiamo visto che il paniere ottimale (x∗1, x∗2) deve soddisfare le due seguenti condizioni: i) p1x∗1 + p2x∗2 = I ii) M U1(x∗1, x∗2)/M U2(x∗1, x∗2) = p1/p2. Le determinanti la scelta del consumatore sono: le preferenze che influenzano il MRS, il reddito (I) e i prezzi dei due beni (p1 e p2) che servono a determinare il vincolo di bilancio. Detto ciò possiamo scrivere le quantità ottimali dei due beni come funzioni di questi parametri: x∗1(p1, p2, I), x∗2(p1, p2, I); queste funzioni vengono chiamate le funzioni di domanda. In questo capitolo discuteremo come queste quantità ottimali variano al variare del reddito (I) e dei due prezzi (p1 e p2). La domanda 36 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Variazioni di I: La curva reddito-consumo La seguente figura mostra le scelte ottimali del consumatore per diversi livelli di reddito mentre i prezzi sono mantenuti costanti. La curva che rappresenta l’insieme di tutti i panieri che costituiscono una scelta ottimale per un qualche livello di reddito è chiamata la curva reddito-consumo. Ad titolo d’esempio, i tre panieri A, B e C rappresentano le scelte ottimali per i livelli di reddito I A < I B < I C quindi essi appartengono alla curva di reddito-consumo. x2 6 @ @ @ @ @ @ @ xC 2 @ @ @ @ @ xB 2 @ xA 2 C @t @ @t B @ @ @ @ @ @ @ @ @ @t A@ @ @ @ @ @ @ A BI C xA 1 x 1 p1 x 1 La domanda @ IB p1 @ @ @ IC p1 - x1 37 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Nella precedente figura le quantità ottimali di entrambi i beni aumentano all’aumentare del reddito. Conseguentemente, la figura rappresenta le scelte di un consumatore per il quale entrambi i beni sono beni normali. È pero anche possibile che il consumatore voglia ridurre il consumo di uno dei due beni all’aumentare del suo reddito. Un bene la cui domanda è decrescente nel reddito é chiamato inferiore. x2 6 @ @ @ p pp @u pp @ pp @ pp @ pp @ @ p @ pp @ @ pp @ @pp @ pp @ pu @ p pp @ pp @ pp p @ @ @ pp pp @ @ p @ p @ up pp @ @ @pp pp @ @ pp @ p pp @ p @ @ @ @ A I p1 B I p1 C I p1 x1 La precedente figura rappresenta una situazione dove il bene 1 è normale per I < I B e inferiore per I ≥ IB. La domanda 38 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Variazioni di I: La curva di Engel La curva Engel rappresenta la domanda di un bene come funzione del reddito. La seguente figura rappresenta due possibili curve di Engel per il bene 1. x1 6 A pp pp pp pp pp pp pp pp pp pp I¯ B - I La curva A corrisponde al caso di un bene normale. La curva B invece descrive una situazione dove il bene uno è normale per I < I¯ e inferiore per I ≥ I¯. La domanda 39 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Variazioni del prezzo: La curva prezzo-consumo La figura successiva mostra le scelte ottimali di un consumatore per diversi livelli del prezzo del bene uno (tenendo costante il reddito, I, e il prezzo del bene due, p2). x2 I p2 6 l AHH HH All H A l HH At l H HH A l H lt A HH t l A H l HH A l H A HH l A l H HH l A H l A C B xA 1 I pA 1 xB 1 xC 1 I pB 1 I pC 1 x1 In questo caso la quantità ottimale del bene uno diminuisce all’aumentare del prezzo del bene 1 (in B C particolare, per pA 1 > p1 > p1 il consumo ottimale B C del bene uno soddisfa xA 1 < x1 < x1 ). L’insieme di tutti i panieri ottimi per qualche livello del prezzo p1 si chiama curva prezzo-consumo. La domanda 40 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Variazioni del prezzo: La curva di domanda La curva di domanda descrive la quantità ottimale di un bene in funzione del suo prezzo. La seguente figura mostra la costruzione della curva di domanda del bene uno. Possiamo osservare come in questo caso la curva di domanda è decrescente. Una curva di domanda che è decrescente è il caso tipico, in particolare si dice una curva di domanda decrescente rispetti la legge della domanda. x2 6 p1 pa1 Z e B Z Be Z B e Z B e ZZ e B Z es Z Bs Z s e B Z B e Z Z B e Z e B Z Z e B I I I pa1 pc1 pb1 6 s x1 pb1 s pc1 s xa1 La domanda xb1 xc1 - x1 41 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner La curva di domanda di un bene non deve necessariamente essere decrescente. Una curva di domanda crescente è compatibile con le ipotesi sulle quali abbiamo costruito il nostro modello di un consumatore che che massimizza la propria utilità. Come vedremo la pendenza della curva di domanda e collegata con la pendenza della curva di Engel dello stesso bene. Più precisamente vedremo che la curva di domanda i) di un bene normale è sempre decrescente; ii) di un bene inferiore può (ma non deve) essere crescente. Per capire meglio il collegamento tra le pendenze della curva di Engel di un bene e la sua curva di domanda, divideremo l’analisi dell’effetto di una variazione del prezzo sulla quantità domandata in due parti. La domanda 42 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Quali sono i due ‘effetti parziali’ di una variazione del prezzo di un bene? i) Consideriamo una riduzione del prezzo di un bene. Una prima implicazione di una tale variazione del prezzo è che il bene il cui prezzo è sceso diventa relativamente meno caro rispetto agli altri beni (i cui prezzi non cambiano) e questo rende l’acquisto del bene più attrativo (effetto di sostituzione); cioè la riduzione del prezzo relativo aumenterà la domanda per il bene. ii) Una seconda consequenza della variazione del prezzo è che il consumatore diventa più ‘ricco’, nel senso che il potere d’acquisto del suo reddito aumenta (effetto reddito). Per cui, se il bene il cui prezzo cambia è un bene normale, questo aumento del reddito - implicito nella riduzione del prezzo - aumenterà la domanda del consumatore per questo bene. Nel caso di un bene inferiore invece il fatto che il potere d’acquisto del consumatore aumenta porterà ad una diminuzione della domanda del bene considerato. La domanda 43 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Possiamo osservare che nel caso di un bene normale, entrambi gli effetti di una riduzione del prezzo vanno nella stessa direzione. In particolare, entrambi gli effetti comportano una variazione della domanda in direzione opposta alla variazione del prezzo (ad esempio la riduzione del prezzo implica un’aumento della domanda). In questo caso l’effetto totale di una variazione di prezzo determinato e la curva di domanda deve essere decrescente. Nel caso di un bene inferiore i due effetti di una variazione del prezzo vanno in direzioni opposte. Da un lato l’effetto totale può andare in entrambi direzioni a secondo di quale dei due effetti predomini. Se l’effetto dominante è l’effetto di sostituzione, allora l’effetto totale della riduzione del prezzo deve essere positivo ⇒ la curva di domanda è decrescente. Se invece a dominare è l’effetto di reddito, allora una riduzione del prezzo porterà ad una diminuzione della domanda ⇒ curva di domanda crescente La domanda 44 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Analisi grafica di una riduzione di p1: Ricordiamoci che una variazione di p1 corrisponde a una rotazione della retta di bilancio attorno all’intercetta verticale verso l’esterno. Possiamo suddividere questo spostamento del vincolo di bilancio in due parti: i) una rotazione attorno alla curva di indifferenza che passa per il paniere ottimale nella situazione originale (effetto sostituzione), ii) uno spostamento della retta verso destra (effetto reddito). x2 I P2 6 c A Acc A c A c c A c A c A i) c A ii) cc A c c cU A c c A c c c c c At cu A c c c A c c c A c Ac c c u A c ii) cc c A c c c A c A c c c c i) c A c c c A A B C xA 1 La domanda xC 1 l l l I P1A xB 1 I P1B - x1 45 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner La rotazione attorno alla curva di indifferenza e l’effetto di sostituzione: La rotazione attorno alla curva di indifferenza corresponde a un variazione del prezzo che è accompagnata da una (ipotetica) variazione del reddito che compensa l’individuo per il cambiamento del prezzo (cioè, dopo la riduzione del prezzo riduciamo il reddito in modo tale che l’individuo possa di nuovo raggiungere esattamente lo stesso livello di soddisfazione del quale ha potuto godere nella situazione originale). Questa ipotetica variazione compensativa del reddito ci permette di isolare l’effetto puro del cambiamento della riduzione del prezzo relativo del bene uno, dall’effetto reddito. Nella figura precedente l’effetto di una riduzione ’compensata’ del prezzo corrisponde all’aumento della C quantità domandata da xA 1 a x1 . La domanda 46 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Lo spostamento della retta di bilancio verso destra: Lo spostamento della retta verso destra rappresenta l’aumento del potere d’acquisto del reddito del consumatore che è implicato dalla riduzione del prezzo. Per cui l’effetto di reddito della riduzione del prezzo C p1 corrisponde alla differenza xB 1 − x1 . C > 0 possiamo concludere che la Siccome xB − x 1 1 figura rappresenta il caso di un bene normale. Le prossime due figure considerano due situazione dove il bene uno è inferiore. La domanda 47 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Caso 1: L’effetto di sostituzione domina l’effetto di reddito x2 6 AZ AZZ A Z Z A Z A Z t A Z ppp Z A ppp Z p p p At Z ppp A Z ppp p p pA Z ppp Z Ap p p p Z p A pppp Z p Z A pppp ptp p Z A ppp Z ppp A Z ppp Z ppp A ppp Z A ppp ZZ A p B A C xA xB xC 1 1 1 - x1 C della riduzione del prezzo è L’effetto reddito xB −x 1 1 negativo. Nonostante questo l’effetto totale (effetto A ). reddito + effetto sostituzione) è positivo (xB − x 1 1 La domanda 48 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Caso 2: L’effetto di reddito domina l’effetto di sostituzione x2 6 Z A AZZ A Z t Z A Z A Z A Z Z A Z A Z ppp A ppp Z ppp Z A ppp Z p p p At Z ppp ppp A Z p p pA Z ppp Z Ap p p p p Z p A p p ptp Z p ppp Z A ppp Z ppp A ZZ p A B A C xB xA 1 1 xC 1 - x1 C L’effetto di reddito xB 1 − x1 è di nuovo negativo. Il suo valore assoluto è più grande del valore dell’effetto A di sostituzione (xC 1 − x1 ). Per cui la somma dei due A effetti è negativa (xB 1 − x1 < 0). La domanda 49 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Riassumiamo: i) L’effetto di sostituzione comporta una variazione della domanda in direzione opposta alla variazione del prezzo (p1 ↑ ⇒ x1 ↓ e viceversa). ii) Nel caso di un bene normale l’effetto reddito comprota una variazione della domanda nella stessa direzione dell’effetto di sostituzione (un aumento del prezzo del bene riduce il potere d’acquisto del reddito del consumatore e questo lo induce a domandare una quantità più bassa). iii) Nel caso di un bene inferiore l’effetto di reddito va nella direzione opposta a quella dell’effetto di sostituzione (un aumento del prezzo del bene riduce il potere d’acquisto del reddito del consumatore e questo lo induce a domandare una quantità maggiore del bene). La domanda 50 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner i) e ii) implicano che la curva di domanda di un bene normale è decrescente nel prezzo. i) e iii) implicano che la domanda di un bene inferiore è decrescente se e solo se l’effetto di sostituzione domina l’effetto reddito (cioè se il valore assoluto del primo è più grande del valore assoluto del secondo). La domanda 51 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner L’elasticità della domanda al prezzo L’elasticità ci permette di misurare la ‘sensibilità’ della quantità domandata di un bene alle variazioni del prezzo di quel bene. In particolare, l’elasticità al prezzo misura la variazione percentuale della quantità domandata per una variazione del prezzo del bene dell’un per cento. Formalmente l’elasticità è definita come segue ∆x x = − ∆x p ε = − ∆p ∆p x p Per variazioni infinitesimalmente piccole del prezzo il termine ∆x/∆p corrisponde alla derivata della domanda del bene rispetto al proprio prezzo, dx/dp. La domanda di un bene la cui elasticità è maggiore di 1 viene chiamata una domanda elastica. Se invece l’elasticitè minore di uno si dice che la domanda è anelastica. La domanda 52 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Caso estremo di una curva di domanda elastica: Se la curva di domanda è orizzontale diciamo che la domanda è perfettamente elastica (ε = ∞; ogni variazione del prezzo implica una variazione infinita della quantità domandata). p 6 D - x L’estremo opposto: Quando la curva di domanda à verticale diciamo che la domanda è perfettamente anelastica (ε = 0; la quantità domandata non varia con il prezzo). p 6 D - La domanda x 53 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Esempio: Una curva di domanda lineare x(p) = a − bp ε=− (wherea, b > 0). dx p p b =b = . dp s a − bp a/p − b ⇒ ε è crescente in p. p 6 a b a 2b t ε = ∞ @ @ @ @ @ @ @ 1 @t ε = @ @ @ @ D @ @ @ ε @t a/2 La domanda a =0 - x 54 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Dall’elasticità della domanda al prezzo dipende come varia la spesa per un bene quando cambia il prezzo. Se x(p) è la domanda di un bene in funzione del suo prezzo allora px(p) rappresenta quanto il consumatore spende per questo bene al prezzo p. Se indichiamo la spesa totale in un bene con T E(p) (total expenditure) allora possiamo osservare che " # dT E dx p dx = x(p)+p = x(p) 1 + = x(p)[1−ε]. dp dp x(p) dp Quindi la spesa per il bene aumenta all’aumentare del suo prezzo se e solo se l’elasticità della domanda è minore di 1. La domanda 55 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner L’elasticità incrociata L’elasticità incrociata misura la variazione percentuale della domanda di un bene quando il prezzo di un altro bene cambia di un per cento. In termini formali l’elasticita incrociata del bene uno rispetto al prezzo del bene due è definita come ∆x1 ∆x1 p2 x ε12 = ∆p1 = . 2 ∆p2 x1 p2 Per ∆p2 piccolo, ∆x1/∆p2 corrisponde alla derivata della domanda del bene uno rispetto al prezzo del bene due, dx1/dp2. Se i due bene sono sostituti allora ε12 > 0. Se invece il consumatore considera i due bene come complementi allora ε12 < 0. La domanda 56 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner L’elasticità al reddito L’elasticità della domanda al reddito misura la sensibilità della domanda rispetto a variazioni del reddito. Più precisamente, l’elasticità al reddito misura la variazione percentuale della quantità implicata da una variazione di un percento del reddito. Formalmente, l’elasticità al reddito è definita come ∆x ∆x I x εI = ∆I = . ∆I x I εI > 0 ⇔ caso di un bene normale εI < 0 ⇔ caso di un bene inferiore La domanda 57 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner La curva di domanda di mercato La curva di domanda di un individuo descrive la quantità che quest’individuo vuole comprare in funzione del prezzo del bene considerato. La curva di domanda di mercato invece indica la quantità domandata di tutti gli individui presenti nel mercato. Per cui, la curva di domanda di mercato corrisponde semplicemente alla somma di tutte le curve di domanda individuali. La seguente figura mostra come si costruisce la curva di domanda di mercato graficamente. 6 Prezzo domanda dell’indiv. 1 domanda dell’indiv. 2 p domanda di mercato - x1 (p) x2 (p) x1 (p) + x2 (p) La domanda Quantità 58 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Il surplus del consumatore La variazione di un prezzo implica un cambiamento del paniere ottimale e per cui anche del benessere del consumatore. Come possiamo misurare le variazioni del benessere indotte da variazioni dei prezzi? Un possibile strumento per quantificare l’effetto di un cambio di prezzo sul benessere del consumatore è la sua funzione di utilità. Ricordiamoci però che il concetto dell’utilità è un concetto ordinale (non costituisce una misura del benessere in un senso assoluto). Per cui sarebbe difficile dare una chiara interpretazione alle variazioni dell’utilità in sequito a variazioni di prezzi. Inoltre dobbiamo ricordarci che la funzione di utilità di un individuo non è direttamente osservabile. Possiamo però osservare le curva di domanda del bene il cui prezzo cambia e come vedremo questa curva ci fornisce con una misura del benessere del consumatore - il surplus del consumatore - facilmente interpretabile (perchè quantifica il benessere in unità monetarie). La domanda 59 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Il surplus del consumatore al prezzo p̃, CS(p̃), è definito come l’area sotto la curva di domanda sopra il prezzo p̃. p p̃ 6 pp p pp p p p pp pp p p p pp pp pp pp p p p p p CS(p̃) pp p p p p p p pp pp pp pp p p p p p pp pp pp pp pp D - x̃ x Al prezzo p̃ la quantità domandata dal consumatore è x̃. Come vedremo in seguito, l’area CS(p̃) rappresenta la differenza tra quanto il consumatore sarebbe disposto a pagare al massimo per la quantità x̃ e quello che deve pagare per questa quantità sul mercato. Per capire perchè è lecito dare quest’interpretazione all’area sotto la curva di domanda, è conveniente considerare la curva di domanda per un bene che può essere consumato solo in unità intere. La domanda 60 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner La domanda al prezzo p = 10 è x = 1. Questo ci dice che il consumatore è disposto a pagare 10 per la prima unità del bene. La seconda unità del bene la compra solo se il prezzo scende almeno a 8. In altre parole: 8 è il valore che il consumatore assegna alla seconda unità del bene. Nello stesso modo possiamo concludere che il valore che il consumatore associa alla terza unità è 6. La quarta unità è l’ultima unità alla quale il consumatore assegna un valore (4) superiore al prezzo di mercato del bene p̃ = 3. p 6 10 8 6 4 p̃ = 3 2 A1 pp pp pp ppB p pp 1 pp pp pp pp pp C1 p pp pp pp pp pp ppD1 pp pp pp pp pp pp pp pp pp A2 pppB2 pppC2 pppD2 pp pp pp p p p 1 2 3 La domanda - x̃ = 4 x 61 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Il consumatore deve pagare per ogni unità che acquisisce il prezzo p̃ = 3. Quindi dall’acquisto della prima unità il consumatore trae un beneficio netto di 10 − 3 = 7 (valore lordo assegnato alla prima unità meno il prezzo). Graficamente questo beneficio netto corrisponde all’area A1 (A2 invece corrisponde al prezzo e A1 + A2 corrisponde a valore lordo assegnato alla prima unità). In modo analogo possiamo vedere che le aree B1, C1 e D1 corrispondono al beneficio netto che l’individuo deriva respettivamente dal consumo della seconda, terza e quarta unità del bene. La somma delle aree A1, B1, C1 e D1 rappresenta il beneficio netto totale che il consumatore trae dal consumare tutte le unità che lui è disposto a comprare dato il prezzo di mercato vigente p̃. Questa somma, che chiamiamo il surplus del consumatore (CS) al prezzo p̃, rappresenta una misura del benessere del consumatore espresso in unità monetarie. La domanda 62 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Riassumendo (e generalizzando al caso di un bene la cui quantità pu variare in modo continuo) le osservazioni precedenti possiamo dire: 1) l’inversa della curva di domanda ci dice qual’è il valore (misurato in unità monetarie) che il consumatore assegna a ogni unità marginale del bene. Per ogni unità la differenza tra il suo valore e il prezzo costituisce il beneficio netto che il consumatore trae dall’acquisto di quell’unità marginale. La somma dei benefici netti per tutte le unità tra 0 e x(p̃) (dove p̃ è il prezzo di mercato) determina il CS al prezzo p̃. Conseguentement il CS al prezzo p̃ corrisponde all’area sotto la curva di domanda sopra il prezzo di mercato p̃. Il CS ci permette di quantificare in unità monetarie le variazioni del benessere di un consumatore implicati da cambiamenti nei prezzi dei beni. La seguente figura rappresenta una situazione dove il prezzo di uno dei beni aumenta da da p̃ a p̄ > p̃. La domanda 63 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Al prezzo p̃ il CS è uguale all’area A + B. Dopo l’aumento del prezzo invece abbiamo CS(p̄) = A. La perdità di benessere del consumatore corresponde all’area B. p 6 q q q p̄ q q p̃ q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q q A B - x̄ La domanda x̃ x 64 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner L’offerta di lavoro Fino adesso abbiamo studiato solo situazioni con consumatori il cui reddito è dato esogenamente. Quest’ ipotesi di un reddito esogeno è ovviamente non molto realistica. Nel mondo reale i consumatori generano il loro reddito vendendo parte del loro tempo come lavoro. In questo capitolo vedremo come il nostro modello relativo alle scelte del consumatore può essere addattato in modo tale da studiare anche le decisioni del consumatore che riguardano la sua offerta di lavoro. Descrizione del modello: Il consumatore nasce con una dotazione di tempo, T . Ogni unità di questo tempo può essere impiegata in due modi: o il consumatore la consuma come tempo libero o la vende come lavoro sul mercato di lavoro. Indichiamo la quantità di tempo utilizzato come tempo libero con n; l invece indica il tempo dedicato al lavoro (ovviamente abbiamo T = l+n). La domanda 65 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Ogni unità di tempo dedicata al lavoro genera un salario indicato con w. Nota bene: il salario w non è solo il prezzo del lavoro ma rappresenta anche il costo opportunità (prezzo) di ogni unità di tempo libero (se il consumatore consuma un’unità di tempo come tempo libero rinuncia alla possibilità di vendere quest’unità al prezzo w). Insieme al tempo libero esiste solo un’altro bene di consumo, la cui quantità indichiamo con C; il prezzo di questo bene residuale è p. Come nel modello di base che abbiamo visto nelle lezioni precedenti l’obbiettivo del consumatore è scegliere il miglior paniere tra tutti i panieri ammissibili. Chiaramente in questo modello i panieri sono combinazioni di quantità dei beni ’tempo libero’ e ’bene di consumo’, (n, C). Il vincolo di bilancio che descrive quali panieri sono amissibili prende la forma w(T − n)} = {z | reddito La domanda pC |{z} spesa per il consumo 66 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner o equivalentemente = pC + wn} wT |{z} | {z valore della dotaspesa per il consumo zione di tempo e il tempo libero Da quest’ultima equazione possiamo vedere come il salario non solo determina la ‘spesa’ (nel senso di costo opportunità) per il tempo libero ma anche il valore della dotazione di tempo con la quale il consumatore parte. Questo fatto ha implicazioni importanti per quanto riguarda l’effetto di una variazione del salario sulla domanda di tempo libero del consumatore. La seguente figura mostra come cambia la retta di bilancio in seguito ad un aumento del salario da w1 a w2 (da adesso in poi assumiamo che p = 1). Chiaramente, per ogni livello di consumo di tempo libero n̄ < T , l’aumento del salario aumenta il reddito del consumatore (e per cui anche la quantità del bene di consumo che il consumatore si può permettere) di (w2 − w1)(T − n). La domanda 67 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Se misuriamo la quantità di tempo libero sul asse orizzontale, le precedenti osservazioni implicano che graficamente l’aumento del salario corrisponde a una rotazione della retta di bilancio attorno all’intercetta orizzontale (che è uguale a (T, 0) per ogni livello di salario). C T w2 6 @ @ @ w2 (T −n̄) T w1 w1 (T −n̄) @ @ @ @ @ slope=−w2 @ ppp slope=−w 1@ H pH ppp @ pH ppp H @ p p p HH ppp @ II p p p HH @ H ppp HH ppp @ ppp H HH @ ppp ppp HH@ ppp H@ I pY ppp H@ H n̄ T - n Da questa figura vediamo anche la differenza tra l’aumento di un prezzo nel modello standard e l’aumento del salario in questo modello. Nel modello standard il reddito del consumatore non dipende dai prezzi. La domanda 68 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Per cui se un prezzo aumenta, il potere d’acquisto del reddito del consumatore diminuisce. Graficamento l’aumento del prezzo del bene sull’asse orizzontale corrisponde a una rotazione della retta di bilancio attorno l’intercetta verticale verso l’interno (la rotazione I nella figura). Una variazione del prezzo del tempo libero (salario) invece non implica che il consumatore diventa più povero. Il tempo costituisce la dotazione del consumatore. Per cui il consumatore non deve veramente comprare il ‘tempo libero’ per consumarlo. Quindi l’aumento del salario non corrisponde a nessuna perdita di potere d’acquisto. Al contrario con il salario aumenta il valore di ogni unità di tempo che il consumatore vende sul mercato di lavoro. Con salario aumentato ogni ora lavorata, e quindi sottratta al consumo di tempo libero, permette al consumatore di comprare una maggiore quantità del bene di consumo. Per questa ragione l’aumento del salario (del bene sull’asse orizzontale) è graficamente equivalente a una riduzione del prezzo del bene di consumo (del bene sull’asse verticale). La domanda 69 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Come nel modello di base, un paniere ottimale è un punto sulla retta di bilancio che costituisce un punto di tangenza tra la curva di indifferenza alla quale appartiene e la retta di bilancio. Nota bene: Con la scelta della quantità ottimale di tempo libero (nA) il consumatore sceglie implicitamente anche quanto tempo vuole dedicare al lavoro (T − nA). 6 C HH H HH CA H HH A Ht HH H HH H HH H HH H nA | {z } tempo libero La domanda T | {z lavoro } - n 70 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner L’effetto di un aumento di salario sulla domanda di tempo libero: Come nel modello di base possiamo dividere l’effetto totale di un aumento del prezzo del bene sotto considerazione sulla quantità domandata in due parti. Effetto sostituzione nB − nA: Siccome il costo relativo del tempo libero aumenta il consumatore vorrebbe ridurre la domanda di tempo libero. Sottolineamo come l’effetto di sostituzione comporti una variazione della domanda in direzione opposta della variazione del prezzo. 6 C @ @ @ @ @ ppp @ ppp ppp D @t @ ppp @ pp @ HH p p p p HH p tp p p @ ppp HH @ ppp Hp p @ H p p p Ht @ ppp H ppp H @ p p p HH @ ppp HH @ ppp H @ ppp HH ppp @ H B A nB nD nA La domanda T - n 71 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Effetto di reddito nD − nB > 0: Dalla discussione precedente sappiamo che il consumatore diventa più ’ricco’ quando il salario aumenta. Se il ’tempo libero’ è un bene normale l’effetto di reddito causato dall’aumento del salario deve essere positivo (come rappresentato nella figura). Vediamo che in questo caso - a differenza di quello che succede nel modello con un reddito esogeno - i due effetti vanno in direzioni opposte quando il bene è un bene normale. Nella situazione rappresentata nella figura vediamo che l’effetto di reddito non è sufficientemente forte per compensare l’effetto sostituzione: l’effetto totale (nD − nA) ha lo stesso segno dell’effetto sostituzione. Questa situazione corrisponde a una curva di domanda decrescente nel prezzo (salario). La domanda 72 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner La figura seguente mostra una situazione dove l’effetto di reddito domina sull’effetto di sostituzione. In questo caso la curva di domanda di tempo libero è crescente nel prezzo. 6 C @ @ @ @ @ ppp @ ppp ppp ppp @ @ D @ pp @t HH p p p p @ H p tp p p HH p p @ p p H pp @ Hp p H p p p Ht @ ppp H ppp H @ p p p HH ppp HH@@ ppp HH@ ppp ppp H@ H B A nB nAnD La domanda T - L 73 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner La curva di offerta di lavoro La curva di offerta di lavoro rappresenta la quantità di lavoro offerta per ogni livello di salario (come nel caso delle curve di domanda misuriamo il prezzo sull’asse verticale e la quantità offerta sull’asse orizzontale). Il fatto che il tempo dedicato al lavoro corrisponde alla differenza tra T (la dotazione) e la quantità di tempo consumato come tempo libero implica che la curva di domanda è crescente nel salario se e solo se la domanda di tempo libero è decrescente nel salario. Le seguenti figure mostrano il caso di una curva di offerta di lavoro che è crescente per livelli di salario bassi e decrescente per livelli di salario alti. La domanda 74 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Curva salario-consumo C T wD 6 @ @ @ @ @ @ @ T wB T wA @ @ HH H HH H XXX X B HH sH @D s @ @ @ HH @ XXX H @ A H XXsX XXXHH@ H@ XXX HX X H @ - T L Domanda di tempo libero w 6 wD wB wA - nB nA nD La domanda T n 75 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Offerta di lavoro: w 6 wD wB wA - lD La domanda lA lB l 76 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Scelta intertemporale: Consumo vs. risparmio Fino a questo punto abbiamo considerato solo modelli statici, cioè modelli che non hanno una dimensione temporale. In realtà i consumatori devono scegliere non solo quali bene comprare ma anche quando consumare. Il modello di base del consumatore può essere adattato in modo tale da permetterci di studiare anche il problema della scelta intertemporale. Consideriamo un modello con due soli periodi, il periodo 0 (il presente, oggi) e periodo 1 (il futuro, domani). Considerare solo due periodi ci permetterà di rappresentare il problema graficamente. La generalizzazione a più periodi non comporterebbe particolari complicazioni se non una notazione leggermente più complessa. La domanda 77 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner In un problema intertemporale possiamo interpretare il consumo di ogni periodo come un bene separato. Nel nostro caso abbiamo due ’beni’: il consumo nel periodo 0 (che indichiamo con la variabile C0) e il consumo nel periodo 1 (C1). C0 è espresso in unità monetarie del periodo 0 mentre C1 misura il consumo in periodo 1 in unità monetarie di periodo 1. Come nel modello standard supponiamo che le preferenze del consumatore sull’insieme di tutti i panieri (C0, C1) possano essere descritte da una mappa di indifferenza o (equivalentemente) da una funzione di utilità. In questo caso particolare, le preferenze descrivono le preferenze intertemporali del consumatore. La domanda 78 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Il vincolo di bilancio Il consumatore ha una dotazione di reddito in ogni periodo. Il reddito nel periodo 0 è I0 mentre il reddito nel periodo 1 è indicato da I1. Il consumatore può scegliere di consumare in ogni periodo esattamente una ammontare pari al suo reddito in quel periodo. Perciò, il paniere (C0, C1) = (I0, I1) è sicuramente un paniere ammissibile per il nostro consumatore. Il consumatore ha altre due opzioni: i) può trasferire parte del suo reddito del periodo zero nel futuro (risparmiare) o ii) può trasferire parte del suo reddito futuro nel presente (chiedere un prestito nel periodo zero). Se il consumatore decide di risparmiare riceve un tasso di interesse i. Lo stesso tasso di interesse viene applicato nel caso in cui decide di chiedere un prestito. In altre parole il tasso a credito è pari al tasso a debito. La domanda 79 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Date queste ipotesi, possiamo dire che un paniere (C0, C1) è ammissibile (il consumatore può acquistarlo) se e solo se soddisfa la seguente disuguaglianza: (1 + i)(I0 − C0) ≥ C1 − I1. Interpretazione: Caso 1: Risparmio, I0 − C0 > 0: Investendo il risparmio I0 − C0 (la differenza tra quello che è il reddito dell’individuo nel primo periodo e quello che consuma nel primo periodo) al tasso di interesse i il consumatore aumenta il suo reddito disponibile nel secondo periodo. Infatti oltre al reddito ricevuto nel secondo periodo il consumatore ha risorse aggiuntive pari a I0 − C0 (l’ammontare risparmiato) più (I0 − C0)i (gli interessi che i suoi risparmi gli renderanno). In questo caso il consumatore nel futuro si potrà permettere di consumare ogni C1 che soddisfa C1 ≤ I1 + (1 + i)(I0 − C0). Caso 2: Prestito (risparmio negativo) I0 − C0 < 0 o equivalentemente C0 − I0 > 0: In questo caso possiamo facilitare la comprensione moltiplicando entrambi i lati della disuguaglianza per −1 ottenendo: (1 + i)(C0 − I0) ≤ I1 − C1. La domanda 80 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner C0 −I0 > 0 implica che il consumatore intende consumare nel primo periodo più di quanto egli ha in dotazione in quel periodo. Per finanziare la parte di consumo che eccede la dotazione del primo periodo il consumatore deve chiedere un prestito. Questo prestito dove essere ripagato/restituito nel futuro assieme agli interessi maturati. Per questo motivo se il consumatore chiede un prestito pari a C0 − I0, nel secondo periodo dovrà ripagare C0 − I0 (prestito) più (C0 − I0)i (interessi maturati sul prestito). Di conseguenza il reddito disponibile al consumo nel secondo periodo si riduce e C1 non può essere maggiore di I1 − (1 + i)(C0 − I0). Tutti i panieri (C0, C1) che soddisfano il vincolo di bilancio con uguaglianza costituiscono la retta di bilancio: C1 = [(1 + i)I0 + I1] − (1 + i)C0. La seguente figura mostra due rette di bilancio per due tassi d’interesse diversi. La domanda 81 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Per ogni livello del tasso di interesse la retta di bilancio deve sempre passare per il punto di dotazione (I0, I1). L’intercetta verticale I0(1 + i) + I1 rappresenta il consumo futuro che il consumatore può permettersi se non consuma nulla nel primo periodo e risparmia tutto il suo reddito I0. 6 C1 I1 +I0 (1+iB ) va A A A A A A A A A A I1 +I0 (1+iA ) I1 v Hb HH H pendenza= −(1+iB ) A A A A HH A H A c HH Av AHH A HH HH A HH pendenza A HH A H A HH A H HHe Ad v v = −(1+iA) I1 I0 I0 + (1+r B) La domanda - I1 I0 + (1+rA ) C0 82 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner L’intercetta orizzontale I0 + I1/(1 + i) è la somma del reddito attuale e del maggior prestito che il consumatore può chiedere (cioè il maggior prestito che riuscirebbe a ripagare con il suo reddito futuro; se chiede un prestito di I1/(1 + i) deve restituire nel secondo periodo tutta la sua dotazione: (1+i)[I1/(1+ i)] = I1). Un’aumento del tasso d’interesse da iA a iB > iA corrisponde a una rotazione della retta di bilancio attorno alla dotazione: l’intercetta orizzontale si sposta a sinistra (se il tasso d’interesse aumenta, allora il prestito massimo che posso finanziare con il mio reddito futuro diminuisce). Più generalmente possiamo osservare che dopo l’aumento del tasso d’interesse il consumatore non può più permettersi i panieri dell’area cde. Tutti questi panieri corrispondono a situazioni dove l’individuo chiede un prestito. Quindi possiamo dire che un consumatore che vuole chiedere un prestito diventa più ‘povero’ a causa dell’aumento del tasso di interesse (ripagare un prestito diventa più caro). La domanda 83 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Per un consumatore che vuole risparmiare l’aumento del tasso d’interesse ha invece l’effetto opposto: ogni unità di risparmio genera una maggiore rendita. Di conseguenza il consumatore diventa più ‘ricco’. Nella nostra figura questo effetto positivo dell’aumento del tasso di interesse è rappresentato dall’area abc che è costituita da panieri che il consumatore si può permettere dopo l’aumento del tasso d’interesse. Risparmio e tasso d’interesse Nel paragrafo precedente abbiamo visto che un aumento del tasso d’interesse ha effetti opposti sulla ‘ricchezza’ di risparmiatori e debitori. Questo fatto ha implicazioni importanti su come cambia il risparmio del consumatore al variare del tasso d’interesse (ricordiamoci che il tasso d’interesse può essere interpretato come il prezzo del bene ‘consumo nel periodo zero’). Nella discussione che segue assumeremo che il consumo nel periodo zero sia un bene normale. La domanda 84 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Caso I: Il debitore. La seguente figura mostra l’effetto di un aumento del tasso d’interesse da iA a iB sul paniere ottimale di un individuo che nella situazione originaria aveva una posizione debitoria (C0A − I0 > 0). C1 −(1+iB ) −(1+iA ) I1 6 p p p p p p p p p p p p p p p p p p JJ p p p J p p J p p J p p J p J p -J p p p J p p J p p J p p J p p J HH p p J H p HH p J p - H p J HH p p H J p HHJ p p HJw v p HH p p J H p H p J H v H pp J HHp p J H p H p H J p v p H J HH p p J H p HH p J p HH p J - I0 C B C D 0 0 C0 D B La domanda A CA 0 85 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner L’effetto di sostituzione dovuto all’aumento del tasso d’interesse corrisponde alla riduzione di C0 da C0A (quantità ottimale nella situazione originaria) a C0D (quantità ottimale se l’aumento del tasso d’interesse fosse accompagnato da un aumento compensativo del reddito). Come sempre questo effetto va nella direzione opposta della variazione del prezzo, che in questo caso è espresso come tasso d’interesse. Un’aumento del tasso d’interesse implica una perdita di richezza per un consumatore che originariamente chiedeva a prestito. Quindi, se il bene ’consumo oggi’ è un bene normale anche l’effetto reddito di un aumento del tasso d’interesse deve essere negativo. Nella figura l’effetto reddito corrisponde alle riduzione di C0 da C0D a C0B (la quantità ottimale dopo l’aumento del prezzo). Conclusione: Nel caso di un debitore, entrambi gli effetti di una variazione del prezzo sulla domanda del bene normale ‘consumo nel presente’ vanno nella stessa direzione. Conseguentemente, la curva di domanda per questo bene è decrescente. In seguito a un aumento del tasso di interesse il consumatore chiede meno prestiti. La domanda 86 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Caso II: Il risparmiatore. La seguente figura mostra il caso di un risparmiatore. C1 6 J J J J J J J J pp J pp J pp J pp J pp J pp pp J u pp J HH p Ju H HHp p p J Hp p J H pp H J p p HH u pp HH J pp J HH pp Ju H pp JHH pp J HH pp HH J pp HH pp J H pp JJ H H D B A I2 CD 0 CA CB 0 0 I1 - C0 Anche nel caso di un risparmiatore l’effetto di sostituzione di un aumento del tasso di interesse è negativo (C0D − C0A < 0), ma l’effetto di reddito è positivo. Dato che la ricchezza di un individuo che sta risparmiando aumenta in seguito a un aumento del tasso d’interesse, La domanda 87 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner la domanda per il bene ‘consumo in periodo 0’ deve aumentare. Nella figura tale aumento corrisponde alla differenza C0B − C0D . Vediamo che nella situazione rappresentata dal seguente grafico l’effetto di reddito domina l’effetto di sostituzione. Quindi l’effetto totale (C0B − C0A) della variazione del prezzo ha lo stesso segno dell’effetto di reddito (positivo). La seguente figura mostra una situazione dove domina l’effetto di sostituzione. C1 6 J J J J J J J pp J pp J t pp J pp J pp pp J pp J tp H J HH p p p J H pp HH pp J p pH J t p p HH pp H J HHJ pp pp HJt HH pp pp J H pp J HH pp H J HH pp J HH pp J D B A I2 CD CB CA 0 0 0 La domanda I1 - C0 88 CLEAM - Università Bocconi / a.a. 2010/2011 Prof. M. Messner Conclusione generale: Nel caso di un risparmiatore i due effetti di una variazione del tasso d’interesse sulla domanda del bene normale ‘consumo nel periodo 0’ vanno in direzioni opposte. Per cui il segno dell’effetto totale dipende da quale dei due effetti parziali è dominante. Se l’effetto di reddito prevale sull’effetto di sostituzione allora la domanda per il consumo nel presente aumenta all’aumentare del tasso d’interesse. Se invece l’effetto dominante è quello di sostituzione allora la curva di domanda per il consumo nel presente è decrescente. La domanda 89