UD 10.3. L’alternativa di breve periodo tra inflazione e disoccupazione Inquadramento generale Questa unità conclusiva della macroeconomia si occupa della relazione che esiste tra due indicatori di cruciale importanza per il sistema economico: il tasso di inflazione (e quindi la parte monetaria del sistema) e il tasso di disoccupazione (e quindi la parte reale). Intorno all’esistenza di una possibile relazione negativa tra inflazione e disoccupazione, utilizzabili dalla politica economica, si è sviluppato negli ultimi decenni un lungo dibattito che ha permesso agli economisti di capire meglio il funzionamento delle moderne economie. La trattazione proposta segue appunto il percorso storico di come il pensiero economico si è sviluppato in questo campo, accompagnandola con l’osservazione dei dati reali dell’economia e delle politiche economiche. Obiettivi di apprendimento imparare cosa è la curva di Phillips (relazione inversa tra inflazione e disoccupazione) esaminare come nel breve periodo la politica monetaria può influenzare questa relazione capire perché nel lungo periodo il tradeoff tra inflazione e disoccupazione sparisce esaminare come gli shock di offerta possono influenzare la curva di Phillips di breve periodo imparare come la credibilità della politica economica influenza il costo della riduzione dell’inflazione 1 Disoccupazione e inflazione Il tasso naturale di disoccupazione dipende dalle caratteristiche strutturali del mercato del lavoro (salario minimo, sindacati, salari di efficienza) Il tasso di inflazione dipende principalmente dal tasso di crescita dell’offerta di moneta, determinato dalla banca centrale. Esiste un trade-off (relazione negativa) di breve periodo tra disoccupazione e inflazione. Se i responsabili della politica economica attuano politiche espansive della domanda aggregata possono ridurre la disoccupazione ma così facendo generano un tasso più elevato di inflazione. Al contrario, con politiche restrittive della domanda aggregata è possibile ridurre il tasso di inflazione al costo di un più elevato tasso di disoccupazione. 2 La curva di Phillips La curva di Phillips è una rappresentazione grafica che descrive la relazione inversa tra inflazione e disoccupazione nel breve periodo. Prende il nome dall’economista Phillips che nel 1959 mostrava questa correlazione negativa. tasso di inflazione (% annua) B 6 A 2 curva di Phillips 0 4 7 tasso di disoccupazione (%) Nel punto A l’inflazione è bassa e la disoccupazione è alta, mentre nel punto B avviene il contrario 3 Domanda aggregata, offerta aggregata e curva di Phillips La curva di Phillips mostra le combinazioni di breve periodo tra disoccupazione e inflazione. Fu inizialmente interpretata come un “menu” di scelte a disposizione delle autorità pubbliche che, facendo variare la domanda aggregata attraverso opportune politiche economiche, potevano scegliere le possibili combinazioni di inflazione e disoccupazione. Queste combinazioni alternative sono rese possibili da spostamenti della curva di domanda aggregata lungo la curva di offerta aggregata di breve periodo. Maggiore è la domanda aggregata di beni e servizi, maggiore è il PIL e più elevato è il livello generale dei prezzi. Inoltre un livello di PIL più elevato implica un livello più basso di disoccupazione. (a) modello di domanda aggregata (DA) e offerta aggregata (OA) (b) La curva di Phillips Partiamo da una situazione con livello dei prezzi pari a 100 e vediamo cosa succede l’anno successivo considerando due casi: con domanda bassa (punto A) e con domanda alta (punto B) Livello prezzi B 106 102 tasso inflazione OABP A 6 DA alta 2 DA bassa 0 7500 (disocc. 7%) 8000 (disocc. 4%) PIL 0 B A curva di Phillips 7 4 (PIL 8000) (PIL 7500) tasso di disoccupazione - Con domanda bassa (A) l’inflazione è contenuta (2%), il PIL è basso (7500) e la disoccupazione alta (7%) - Con domanda alta (B) l’inflazione è elevata (6%), il PIL è alto (8000) e la disoccupazione bassa (4%) 4 La curva di Phillips di lungo periodo La curva di Phillips sembra offrire all’autorità di politica economica la possibilità di scegliere tra inflazione e disoccupazione. Tuttavia, negli anni ‘60, Friedman e Phelps dimostrano che non c’è relazione tra inflazione e disoccupazione nel lungo periodo in quanto la curva di Phillips è perfettamente verticale in corrispondenza del tasso naturale di disoccupazione. In questo modo si ribadisce la teoria classica della neutralità della moneta nel lungo periodo. tasso inflazione alta inflazione 1. Quando la Banca centrale aumenta il tasso di crescita della offerta di moneta, il tasso di inflazione Bassa aumenta . . . inflazione 0 Curva di Phillips LP B A 2. . . . ma nel lungo periodo la disoccupazione rimane al suo livello naturale. tasso naturale di disoccupazione tasso disoccupazione 5 Inefficacia della politica monetaria nel lungo periodo La politica monetaria può essere efficace nel breve periodo ma non nel lungo periodo. Ciò dipende dal fatto che nel lungo periodo la curva di offerta aggregata è verticale in corrispondenza del livello naturale di produzione e la politica monetaria non produce affetti reali sul PIL e sulla disoccupazione, ma solo una maggiore inflazione come evidenziato dalla curva di Phillips verticale. (b) Curva di Phillips (a) modello di DA e OA P tasso inflazione OALP P2 P1 B Curva di Phillips LP 1. Un aumento dell’offerta di moneta fa aumentare la domanda aggregata ….. B A 3…. il tasso di inflazione aumenta …. A DA2 DA1 0 2…. e il livello dei prezzi …. livello naturale del prodotto PIL 0 Tasso naturale disoccupazione tasso disoccup. 4…. ma il PIL e la disoccupazione rimangono fissi al loro livello naturale. 6 Aspettative e curva di Phillips di breve periodo Per conciliare la teoria sulla inefficacia della politica monetaria nel lungo periodo con l’osservazione statistica dell’esistenza di una relazione negativa tra inflazione e disoccupazione, Friedman e Phelps affermano che la curva di Phillips può assumere una pendenza negativa solo nel breve periodo e per spiegare ciò introducono il concetto di inflazione attesa. L’inflazione attesa misura di quanto gli agenti economici si aspettano che vari da un periodo all’altro il livello generale dei prezzi. Se gli individui si aspettano un certo tasso di inflazione, l’unico modo per il governo o la Banca centrale di ridurre il tasso di disoccupazione al di sotto del tasso naturale è creare inflazione al di sopra del tasso anticipato dagli individui. Nel breve periodo è dunque possibile individuare una equazione che mette in relazione il tasso di disoccupazione con il tasso naturale di disoccupazione, l’inflazione effettiva e l’inflazione attesa: Tasso Tasso = naturale - a di di disocc. disocc. Inflazione ( Inflazione effettiva attesa ) Ma la possibilità di creare inflazione inattesa esiste solo nel breve periodo poiché nel lungo periodo l’inflazione attesa si adegua in quanto gli individui tengono conto delle variazioni dell’inflazione effettiva e quindi la curva di Phillips è verticale. 7 Inflazione attesa e spostamenti della curva di Phillips di breve periodo Nel breve periodo interventi di politica economica espansiva possono ridurre temporaneamente la disoccupazione a costo di un aumento dell’inflazione. Tuttavia nel lungo periodo le aspettative di inflazione si adeguano all’inflazione effettiva più elevata, la curva di Phillips di breve periodo si sposta verso destra e la disoccupazione torna al suo livello naturale. Ipotesi del tasso naturale: il tasso di disoccupazione tende sempre al suo livello naturale, o normale, indipendentemente dal tasso di inflazione. 2….ma nel lungo periodo le aspettative di inflazione aumentano e la curva di Phillips di breve periodo si sposta verso destra, il tasso di disoccupazione ritorna al livello naturale. tasso inflazione curva di Phillips LP B 1. Una politica economica espansiva fa muovere l’economia lungo la curva di Phillips di breve periodo, riducendo la disoccupazione……. 0 C curva di Phillips BP (alta inflazione attesa) A Curva di Phillips BP (bassa inflazione attesa) tasso naturale di disoccupazione tasso di disoccupazione 8 Evidenza empirica sulla curva di Phillips Vediamo come l’osservazione empirica è compatibile con la teoria di Friedman e Phelps, utilizzando i dati relativi all’economia degli Stati Uniti che per la sua dimensione e caratteristiche rappresenta certamente l’esempio più rilevante. Si osserva che l’idea che la curva di Phillips fosse una relazione stabile nel tempo viene smentita dai dati all’inizio degli anni ‘70. Durante gli anni ’70 e ’80, nell’economia si verificarono contemporaneamente alti tassi di inflazione e alti tassi di disoccupazione. L’evidenza empirica sembra dimostrare che la curva di Phillips si sposta a causa delle aspettative. Spostamento della curva di Phillips tasso inflazione 10 8 1973 6 1969 1968 4 1967 1971 1970 1972 1966 1962 1965 1964 2 0 1 2 1963 1961 3 4 5 6 7 tasso disoccupazione 8 9 10 9 Spostamenti della curva di Phillips: gli shock d’offerta La curva di Phillips può spostarsi anche a causa di shock dal lato dell’offerta aggregata che possono essere sia negativi che positivi. Gli shock di offerta sono eventi che influenzano direttamente i costi delle imprese e che fanno pertanto spostare la curva di offerta aggregata dell’economia e quindi la curva di Phillips. Gli shock negativi (ad esempio, un aumento generalizzato del prezzo del petrolio) comportano maggiori costi delle materie prime e quindi uno spostamento verso sinistra della curva di offerta che fanno peggiorare il trade-off tra disoccupazione e inflazione. Il risultato è la stagflazione. (b) la curva di Phillips (a) modello di DA e OA Livello prezzi 3. ..e fa aumentare il livello dei prezzi… tasso inflazione 4. .. determinando un rapporto di sostituzione meno favorevole tra inflazione e disoccupazione. OA2 OA1 B P2 1. Uno spostamento negativo dell’offerta aggregata…. B A P1 A PC2 DA 0 Y2 Y1 PC1 PIL 0 tasso di disoccupazione 2 ….riduce il PIL…. 10 Evidenza empirica sugli shock di offerta Negli anni ‘70, quando l’Opec fece aumentare il prezzo del petrolio, i politici si trovarono di fronte a due possibili alternative: • combattere la disoccupazione espandendo la domanda aggregata a costo di una maggiore inflazione; • combattere l’inflazione con politiche di domanda aggregata restrittive ma determinando un aumento della disoccupazione. Il risultato finale dell’aumento del prezzo del petrolio a livello mondiale fu un aumento simultaneo della inflazione e della disoccupazione (stagflazione). tasso inflazione 10 1980 1974 8 6 1975 1979 1978 1977 1973 4 1981 1976 1972 2 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 tasso disoccupazione 11 Il costo di ridurre l’inflazione Per ridurre l’inflazione la banca centrale deve perseguire politiche monetarie restrittive attraverso una riduzione del tasso di crescita della moneta che provoca una contrazione della domanda aggregata che a sua volta fa ridurre il livello della produzione e quindi fa aumentare la disoccupazione. L’economia si muove verso il basso lungo la curva di Phillips di breve periodo riducendo il tasso di inflazione ma a costo di un tasso più elevato di disoccupazione. Il tasso di sacrificio è il numero di punti percentuali di prodotto interno lordo a cui si rinuncia per ridurre di un punto percentuale l’inflazione tasso nflazione Curva di Phillips LP 1. Una politica economica recessiva fa muovere l’economia lungo la curva di Phillips di breve periodo … A curva di Phillips BP (alta inflazione attesa) C B Curva di Phillips BP (bassa inflazione attesa) 0 tasso naturale di disoccupazione tasso di disoccupazione 2. …ma nel lungo periodo le aspettative di inflazione diminuiscono e la curva di Phillips di breve periodo si sposta verso sinistra. 12 Le aspettative razionali I costi necessari a ridurre l’inflazione possono essere influenzati dal modo in cui gli individui formano le loro aspettative sulla inflazione attesa. In particolare negli anni ottanta venne sviluppata da un gruppo di economisti la teoria delle aspettative razionali che gettava nuova luce sulla efficacia della politica economica. La teoria delle aspettative razionali afferma che gli individui utilizzano in modo ottimale tutte le informazioni di cui dispongono (comprese le informazioni sulle politiche economiche) e conoscono il funzionamento del sistema economico. In questo caso nel prevedere l’andamento futuro dell’economia gli individui non possono commettere errori sistematici ma solo casuali. Quindi anche la differenza tra inflazione effettiva e inflazione attesa che può generare il trade-off di breve periodo tra inflazione e disoccupazione può essere solo casuale. Inoltre il trade-off viene meno tanto più velocemente quanto più rapidamente si aggiustano le aspettative degli individui che tengono anche conto degli annunci sulla politica economica. Ad esempio un annuncio credibile che la Banca centrale adotterà una politica recessiva farà sì che gli individui razionali aggiustino rapidamente le loro aspettative ad un tasso di inflazione inferiore. In questo modo la teoria delle aspettative razionali suggerisce che il tasso di sacrificio potrebbe essere inferiore a quello stimato, sempre in presenza di credibilità da parte delle istituzioni di politica economica. 13 La disinflazione degli anni ottanta Dopo gli shock petroliferi che avevano portato un elevato tasso di inflazione (ormai consolidato nelle aspettative) gli Stati Uniti, attraverso la politica monetaria della FED, hanno attuato una forte politica anti inflazionistica. Negli anni ’80, partendo quindi da aspettative di inflazione elevate, il tasso di sacrificio è stato stimato in 5. Per ridurre, per esempio, l’inflazione dal 10% al 4% (riduzione di 6 punti percentuali) è necessario rinunciare al 30% del PIL nel periodo considerato. Questo però ha permesso di ridurre anche le aspettative di inflazione e quindi di muovere l’economia su una curva di Phillips di breve periodo più bassa (punto C). La velocità di spostamento della curva di Phillips di breve periodo dipende dalla credibilità della politica economica che influenza le aspettative (razionali) degli individui sul tasso di inflazione. tasso inflazione 10 A 1980 1981 1979 8 1982 6 1984 B 1987 1983 1985 C 1986 4 2 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 tasso disoccupazione 14 La curva di Phillips negli anni recenti In assenza di forti shock di offerta e avendo ormai imparato che politiche monetarie espansive portano nel lungo periodo solo ad un aumento dei prezzi, il ciclo macroeconomico tra gli anni 1984 e 2002 presenta fluttuazioni relativamente contenute dell’inflazione e della disoccupazione. tasso inflazione 10 8 6 1990 1991 1984 1989 1988 1985 2001 1987 1995 1992 2000 1986 1997 1994 1993 1999 1998 1996 2002 4 2 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 tasso disoccupazione Copyright © 2004 South-Western 15