Ruggero Caravita, Giacomo Guarnieri – Gruppo Gi10 1 Misura della carica elettrica elementare Misura della carica elettrica elementare Relazione sperimentale Scopo dell’esperienza è la misura della carica elettrica elementare dell’elettrone con il metodo sviluppato da Thompson e perfezionato da Millikan: si osserva il moto di caduta di particelle d’olio cariche con un multiplo intero della carica elementare, in presenza di campi elettrici noti di direzioni equiverse. Apparato sperimentale La strumentazione ideata da Millikan (Figura 1) è composta da una camera cilindrica di isolante termico, nella quale sono posti due dischi di metallo a distanza nota, costituenti le due armature (superiore ed inferiore) di un condensatore a facce piane. La camera è provvista di un foro sulla superficie superiore, dal quale entrano goccioline di olio nebulizzato elettricamente cariche, opportunamente ridotte in numero mediante un tappo con foro micrometrico. All’interno della camera è presente, inoltre, una sorgente radioattiva di Torio-232 schermabile mediante una levetta al fine di incrementare (quando necessario) la carica elettrica presente sulle gocce. Figura 1: Camera di Millikan Pagina 1 di 9 Ruggero Caravita, Giacomo Guarnieri – Gruppo Gi10 2 Misura della carica elettrica elementare Nel cilindro esterno isolante sono presenti due fori, per una sorgente luminosa di grande intensità (lampada alogena) e per il cannocchiale con il quale si osservano le gocce (in questo modo opportunamente illuminate dalla lampada). Sull’oculare del cannocchiale è disegnata una griglia di misura (passo della griglia 0.1 mm). Lo strumento impiegato in laboratorio è fornito dalla PASCO ed è dotato, inoltre, di uno switch per l’alimentazione del condensatore, di un nebulizzatore per olio e di un termistore per la misura della temperatura interna alla camera (Figura 2). Figura 2: Dispositivo PASCO completo per l'esperienza di Millikan La dotazione di laboratorio inoltre comprende una livella a bolla di precisione (di circa 30 cm) per il corretto posizionamento orizzontale dell’apparato; un generatore di tensione nell’ordine dei 500V stabilizzato; un calibro centesimale (sensibilità 1/20 di mm) per la misura dello spessore del distanziatore del condensatore; un cronometro (sensibilità 1/100 s) per la misura del tempo di caduta delle particelle d’olio. Pagina 2 di 9 Ruggero Caravita, Giacomo Guarnieri – Gruppo Gi10 3 Misura della carica elettrica elementare Cenni teorici Il principio di funzionamento della camera a caduta di Millikan si basa sullo studio dell’interazione fra il campo elettrico artificiale le particelle d’olio in caduta ionizzate per strofinio al momento della nebulizzazione. Studiamo separatamente i due casi di maggior interesse: in assenza di campo elettrico ( ed in presenza di campo elettrico ( . Caduta in assenza di campo elettrico (E=0) La particella d’olio, in assenza di campo elettrico esterno, subisce unicamente due forze: la forza peso (orientata verso il basso) e la forza di attrito viscoso dell’aria (orientata verso l’alto). La particella si trova in condizione di equilibrio dinamico, cioè la risultante delle forze esterne è nulla; questa condizione è dovuta alla natura stessa della forza di attrito viscoso, che aumenta in funzione della velocità della particella. Sperimentalmente si osserva che una particella di raggio dell’ordine di 10-7 m assume la velocità massima di caduta libera in pochi millisecondi1, tempo del tutto trascurabile ai nostri fini. Vale la relazione dove è la massa della particella, è il coefficiente di attrito fra l’aria e la particella e è la velocità di caduta della particella. Dalla velocità di caduta è possibile ricavare il raggio della particella d’olio impiegando la legge di Stokes per l’attrito di un corpo sferico immerso in un fluido viscoso; il raggio risulta dove è la densità dell’aria (calcolabile tramite equazione barometrica, nota la pressione dell’aria) e è il coefficiente di viscosità di Stokes (noto anche come eta di Stokes) calcolabile mediante la legge empirica in funzione della temperatura (in gradi Celsius) Tuttavia, è necessario operare una correzione a questa legge, poiché la velocità delle particelle d’olio (fra 0.01 e 0.001 cm/s) è piccola e i raggi sono dello stesso ordine di grandezza del libero cammino medio delle molecole d’aria. Sperimentalmente, il gruppo di lavoro di Millikan ha ricavato la seguente relazione per la correzione del coefficiente: dove è una costante, è la pressione dell’aria e è nuovamente il raggio della particella d’olio. Come è possibile effettuare questo calcolo, visto che il raggio dipende da eta ed eta dipende dal raggio? La soluzione più auspicabile e semplice è fornita dal Teorema delle contrazioni o Teorema 1 Fonte: manuale PASCO ftp://ftp.pasco.com/Support/Documents/English/AP/AP-8210/012-06123d.pdf Pagina 3 di 9 Ruggero Caravita, Giacomo Guarnieri – Gruppo Gi10 4 Misura della carica elettrica elementare di Banach-Caccioppoli, grazie al quale è possibile impostare un metodo iterativo di calcolo che converge ai valori esatti. Chiaramente questo metodo non fornisce una soluzione esatta, ma permette di approssimare con precisione arbitraria i valori numerici. Verrà illustrato in seguito il dettaglio dell’algoritmo di calcolo. Caduta in presenza di campo elettrico (E>0) In presenza di campo elettrico E, valgono le stesse considerazioni svolte sopra per il caso E=0, senonchè l’equilibrio dinamico delle forze è raggiunto con la presenza di un terzo termine dovuto alla forza elettrostatica. Scrivendo l’equazione delle forze (supponendo che la particella si muova verso l’alto sotto effetto del campo) e sostituendo la relazione del caso precedente si ottiene La massa è facilmente calcolabile ricorrendo al volume della sfera e alla densità dell’olio ma è noto per il calcolo del caso precedente! L’equazione finale per la carica risulta pertanto Il valore ottenuto di carica non è la carica elementare dell’elettrone, bensì un suo multiplo intero positivo (a priori non è nota la quantità di ioni liberi in ciascuna particella d’olio); sarà necessario ricorrere ad un metodo per estrapolare dai valori ottenuti il valore di carica che meglio li divida tutti in valori interi (la trattazione è svolta in seguito). Procedimento sperimentale Preparazione della camera La prima fase dell’esperimento consiste nell’orientare la lampada alogena in modo che la luce speculare riflessa dalle particelle di olio cada esattamente in asse con l’oculare; a tal fine è fornito insieme alla piattaforma un ago inseribile all’interno della camera con il quale è rapido effettuare l’orientazione e la messa a fuoco della griglia dell’oculare. La messa in bolla dell’apparecchio è fortemente condizionante sulla qualità delle misure ottenute, quindi è opportuno effettuarla con grande cura: un primo aggiustamento si ottiene con la livella a bolla ruotata su entrambi gli assi; tuttavia, l’unico metodo realmente efficace è osservare delle gocce di prova e lentamente compensare con i piedi regolabili finché le traiettorie di caduta sono perfettamente rettilinee e le gocce non vanno rapidamente fuori fuoco (testimonianza del fatto che si sono spostate avanti o indietro sull’asse ottico). Questa fase di messa a punto è Pagina 4 di 9 Ruggero Caravita, Giacomo Guarnieri – Gruppo Gi10 5 Misura della carica elettrica elementare fondamentale, poiché senza di essa il tempo di permanenza nella camera della singola goccia è insufficiente a prendere tutti i dati. Prima di iniziare a effettuare le misure, è buona norma verificare la temperatura interna alla camera; se essa dovesse risultare superiore a 26 °C, i moti convettivi dell’aria nella camera risulterebbero del tutto preponderanti sul moto delle cariche influenzando molto negativamente le misure (soprattutto del tempo di caduta libero, in assenza di campo elettrico). La soluzione che abbiamo trovato all’inconveniente della camera troppo calda (anche a causa della lampada alogena) è ricorrere ad una bomboletta di ghiaccio secco (accertandosi che si tratti di anidride carbonica o di un qualunque altro gas inerte, e non di un aerosol che disturba le particelle). Misura del distanziatore del condensatore La prima misura riguarda il distanziatore di isolante posto nel condensatore; di esso è importante conosce lo spessore (medio) in modo da poter stimare con precisione il campo elettrico nel suo asse centrale. È buona norma non assumere che il distanziatore sia perfettamente cilindrico, per cui svolgere le misure con il calibro ruotando il distanziatore (Tabella 1). Misure del distanziatore (mm) 7,46 7,48 7,51 7,47 7,49 7,482 σ (mm) 0,05 0,05 0,05 0,05 0,05 0,022 Tabella 1: Misura del distanziatore Misura del raggio di una goccia Abbiamo quindi proceduto alla misura principale dell’esperienza, la misura del tempo di caduta delle gocce in presenza di campo elettrico. Procediamo spruzzando l’olio nella cavità superiore fino a vedere nell’oculare un numero accettabile di gocce, che si possono facilmente ridurre azionando diverse volte il campo elettrico fino a farne depositare una parte. Si seleziona quindi una goccia particolarmente facile da seguire a occhio e si misura mediante cronometro il tempo di caduta in assenza di campo elettrico, con campo elettrico orientato verso l’alto (moto della goccia in salita) e verso il basso (moto di discesa più rapido che la normale caduta). Al fine di ridurre il peso dell’errore umano nella misura dei tempi, si sono considerati cinque passi della griglia come intervallo di spostamento della goccia (spostamento totale 0.5 mm). Delle misure in presenza di campo elettrico discuteremo nel prossimo paragrafo. Il primo punto da risolvere è calcolare il raggio della goccia che stiamo osservando, per potere calcolare la carica. Come già discusso, è necessario operare una correzione sul coefficiente di viscosità dell’aria, poiché esso dipende non solo dalla temperatura e dalla pressione dell’aria, ma anche dal raggio della goccia, in quanto le dimensione della stessa sono dello stesso ordine di grandezza del libero cammino medio delle molecole del gas in cui essa è immersa. Sperimentalmente, il gruppo di lavoro di Millikan ha ricavato la seguente relazione per la correzione del coefficiente: Pagina 5 di 9 Ruggero Caravita, Giacomo Guarnieri – Gruppo Gi10 6 Misura della carica elettrica elementare dove è la eta di Stokes, b è una costante, p è la pressione dell’aria e è il raggio della particella. Poiché la relazione di correzione dipende a sua volta dal raggio della particella, cioè dalla nostra incognita, è evidente che il calcolo non può essere svolto in maniera usuale; è necessario procedere con un processo iterativo che faccia convergere il raggio al suo valore migliore; per far ciò si: 1. Calcola il valore di con la relazione di Stokes per la temperatura 2. Calcola il valore di r con il valore corrente di 3. Calcola il valore di con il valore corrente di r e ; quindi si ritorna al punto 2. sostituendo al valore di quello corretto di . Il metodo risulta particolarmente efficace, e converge ad un valore di r che rientra nell’intervallo di confidenza in poche iterazioni (tre o quattro). A titolo del tutto esemplificativo, riportiamo il calcolo del raggio nel caso della prima goccia con il metodo iterativo; per le successive, si consideri questo procedimento del tutto analogo (non riportato per brevità). corrente 1,85E-05 1,55E-05 1,53E-05 1,52E-05 r 4,17E-07 3,78E-07 3,75E-07 3,75E-07 1,55E-05 1,53E-05 1,52E-05 1,52E-05 Tabella 2: Calcolo iterativo del raggio della Goccia 1. Il primo valore di Stokes corrente è ottenuto con la relazione di Anticipiamo che nel corso dell’analisi dei dati, ci siamo trovati diverse volte nella condizione di dover rigettare i valori dei tempi di caduta in assenza di campo elettrico, a causa dell’azione preponderante dei moti convettivi che rendevano del tutto inaffidabili le misure. Per stimare la velocità di caduta libera della particella, senza avere a disposizione la misura diretta, siamo ricorsi alle due velocità in presenza di campo elettrico (che invece sono sempre abbastanza affidabili); la velocità di discesa è senz’altro maggiore di quella in salita , e la differenza fra di esse è proprio il doppio della velocità di caduta libera, che pertanto è indirettamente calcolabile come Misura del tempo di caduta delle gocce in presenza di campo elettrico Svolgiamo ora le misure principali dell’esperienza, cioè quelle dei tempi di caduta delle gocce in presenza di campi elettrici orientati nei due sensi (in realtà, come è chiaramente evidente, nella pratica le misure sono svolte in contemporanea con quelle della caduta libera). Ciascuna delle due misure permette di ottenere un valore di carica indipendente poiché dipende da una misura diversa: questo è il primo “banco di prova” dell’affidabilità di tutte le misure svolte finora; un errore nel calcolo della velocità di caduta farebbe si che si ottenessero due valori di carica sostanzialmente diversi per la salita e per la discesa. Questo fatto, cioè una sensibile differenza fra la carica in salita e quella in discesa, è riscontrabile praticamente in tutte le misure che abbiamo preso; in virtù di questo fatto, abbiamo scelto ove possibile di calcolare sempre la velocità di caduta con il metodo illustrato sopra (da uno studio preciso dei dati, questa scelta appare decisamente convincente). Pagina 6 di 9 Ruggero Caravita, Giacomo Guarnieri – Gruppo Gi10 7 Misura della carica elettrica elementare t salita (s) 3,29E+00 3,53E+00 3,38E+00 3,71E+00 t discesa (s) 2,60E+00 2,57E+00 2,63E+00 2,83E+00 Vdd (V) 5,44E+02 5,45E+02 5,44E+02 5,45E+02 q salita (C) -2,18E-19 -1,62E-19 -2,04E-19 -1,89E-19 q discesa (C) 2,18E-19 1,62E-19 2,04E-19 1,89E-19 Goccia 2 Raggio finale: 5,54E-07 1,18E+00 9,90E-01 5,44E+02 -9,40E-19 9,40E-19 Goccia 3 2,94E+00 3,15E+00 2,72E+00 2,68E+00 2,77E+00 2,65E+00 5,45E+02 5,45E+02 5,45E+02 -9,02E-20 -1,14E-19 -1,59E-20 9,02E-20 1,14E-19 1,59E-20 Goccia 4 Raggio finale: 5,31E-07 3,21E+00 2,16E+00 3,72E+02 -5,44E-19 5,44E-19 Goccia 5 Raggio finale: 2,51E-07 2,14E+00 1,95E+00 3,72E+02 -2,48E-19 2,48E-19 Goccia 6 Raggio finale: 6,63E-07 2,44E+00 // 3,72E+02 -9,68E-19 // Goccia 7 Raggio finale: 2,99E-07 1,43E+00 1,32E+00 3,72E+02 -4,76E-19 4,76E-19 Goccia 8 Raggio finale: 4,22E-07 1,22E+00 // 5,48E+02 -6,16E-19 // Goccia 9 Raggio finale: 2,81E-07 4,36E+00 // 5,49E+02 -1,03E-19 // Goccia 1 Raggio corretto: 3,75E-07 Tabella 3: Misura dei tempi di caduta delle gocce e cariche ottenute. Tutte le misure sono svolte a una temperatura T = 26 °C. La goccia 3 è stata rigettata perché le sue misure sono risultate incompatibili A una prima vista, i valori di carica ottenuti (trascurando quelli della goccia 3, che sono stati scartati per evidente incompatibilità) non quagliano molto con il valore teorico di 1,60E-19; è necessario ricorrere ad un’analisi più precisa per ricavare il valore della carica, poiché è necessario considerare prima di trarre alcuna conclusione, che ciascuna goccia è un portatore di multipli interi della carica fondamentale. Determinazione del valore della carica fondamentale Per ricavare il valore della carica fondamentale si deve ragionare in questa ottica: tutte le grandezze di carica ottenute sono multipli interi della carica fondamentale, quindi si deve determinare quel valore che rende minimi gli errori dovuti all’approssimazione all’intero più vicino del rapporto fra la misura e la carica fondamentale. Lo strumento statistico più efficiente per questo fine è il test di χ2. Abbiamo proceduto in questo modo: definiamo x il valore possibile della Pagina 7 di 9 Ruggero Caravita, Giacomo Guarnieri – Gruppo Gi10 8 Misura della carica elettrica elementare carica fondamentale (che sappiamo essere compreso fra 1,5 e 1,7 dalle precedenti esperienze di Thompson). La funzione , calcolata per gli N valori di carica ottenuti nel passo precedente, risulta χ² Al netto di un fattore di normalizzazione Z del tutto indifferente ai nostri fini. La funzione int(x) è l’approssimazione di x all’intero più vicino; si può scrivere come . Proprio per come è definito Chi-quadro (somma degli scarti quadratici medi), è evidente che il miglior valore della carica fondamentale debba risultare un minimo assoluto della funzione ; supponendo di non conoscere una stima teorica della carica, procediamo ignorantemente calcolando la funzione per valori di x compresi fra (per esempio) -4 e 4, ottenendo il seguente grafico. -3 -2 -1 0 1 2 3 x - Valore guessato della carica fondamentale Figura 3: Andamento della χ2 calcolata fra -4 e 4 Se da un punto di vista analitico è immediato osservare che un minimo assoluto della funzione debba esistere per x=0 e per x=q, da un punto di vista sperimentale non è per niente ben definito il secondo minimo assoluto. Questo fatto è dovuto principalmente all’imprecisione delle misure di carica ottenute e dal loro numero esiguo; al gruppo di Millikan occorsero quasi sei mesi di esperimenti prima di avere la certezza del valore 1.6E-19. Supponiamo adesso di avere a disposizione un esperimento precedente che ci abbia indirizzato ad un intervallo 1.5-1.7 E-19; cerchiamo in questo intervallo un minimo relativo della funzione assumendo che il miglior valore della carica fondamentale debba trovarsi in tale intervallo (questa supposizione è tutt’altro che banale!). Pagina 8 di 9 Ruggero Caravita, Giacomo Guarnieri – Gruppo Gi10 9 Misura della carica elettrica elementare 1,00E-01 9,50E-02 9,00E-02 χ2 8,50E-02 8,00E-02 7,50E-02 7,00E-02 6,50E-02 1,5 1,52 1,54 1,56 1,58 1,6 1,62 1,64 1,66 1,68 1,7 Carica elementare (C) Figura 4: Funzione χ2 plottata fra 1.5 e 1.7 (omesso l’ordine di grandezza aggiuntivo 10 evidente il minimo relativo -19 per brevità). E' ben In questo caso, il minimo relativo della funzione χ2 è ben evidente e cade in 1,596E-19 a soli sei millesimi di distanza dal valore accettato di 1,602E-19. Il lavoro è quasi completo; resta da determinare l’errore della misura ottenuta, ma questo è già stato determinato perché è pari al valore assunto dalla funzione χ2 nel punto 1,596E-19. Il valore finale della carica risulta pertanto La strumentazione Pasco stima la precisione della strumentazione a circa l’1%, contro il 5% di errore relativo osservato. E’ evidente che l’errore della misura sia sovrastimato rispetto alla discrepanza rispetto al valore vero: questo è dovuto principalmente alla imprecisione nel determinare i valori di carica per le singole gocce. Discussione sugli errori sistematici di misura Questa esperienza richiese al gruppo di lavoro di Millikan quasi sei mesi di esperimenti e prese dati, per riuscire a stimare il valore migliore per la carica con ragionevole rigore fisico. Sicuramente, costituisce un problema il fatto che il minimo posto in 1.6 non sia assoluto, ma relativo. Probabilmente, con un attento lavoro di misura e di rigetto delle gocce inefficaci, si migliorerebbe la stima sensibilmente, giungendo probabilmente ad ottenere un minimo assoluto in 1.6. Pagina 9 di 9