Stagione di prosa
2014/2015
GIÙ LA MASCHERA!
Luca e Annamaria
Elisabetta e Luca
Alessandra e Elisabetta
abbonati
Joseph e Pina
LE G IOIE DELL A V ITA
Via Lamarmora, 145 - Nuoro
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A BITARE CON G USTO
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Stagione di prosa 2014/2015
Beatles Submarine
Re Lear
Bestie Feroci Revolution
Le mille e una notte
L’Avaro
Enrico IV
Doppio sogno (Eyes Wide Shut)
Doris e Irene parlano da sole
Ospiti
L’origine del mondo/
ritratto di un interno
La III Onda
Prima del silenzio
Il bell’Antonio
Carmela e Paolino - varietà sopraffino
I viaggi di oggi
Nuda proprietà
La serata
Mandragola
La leggenda del pallavolista volante
Paolo e Giulia
La creatura
L’abito della sposa
Penso che un sogno così...
Pirandello/Ora pro nobis
Hamlet Travestie
Più forte del destino
Novantadue
Falcone e Borsellino, 20 anni dopo
Ti posso spiegare...
La vita è un viaggio
Gl’Innamorati
Alice
La misteriosa scomparsa di W
L’ho fatto per il mio paese
La mia Odissea
Sios-Boulé
…di Joyce Lussu e altre Sibille
Apocalisse
Morte di un commesso viaggiatore
Elisabetta e Guido
I TEATRI
Assessorato Pubblica Istruzione, Beni Culturali,
Informazione, Spettacolo e Sport
Assessoradu de s’Istrutzione Pùblica, Benes
Culturales, Informatzione, Ispetàculu e Isport
CAGLIARI
Teatro Massimo
ALGHERO
Teatro Civico
Comuni aderenti al CTRS
ARZACHENA
Auditorium Comunale
Comune di Alghero
Città di Iglesias
Comune di Nuoro
Comune di Arzachena
Città di Lanusei
Comune di Olbia
Comune di Cagliari
Comune di Macomer
Città di Oristano
Comune di Carbonia
Comune di Meana Sardo
Città di Ozieri
Cagliari, via Mameli 153
www.cedacsardegna.it
[email protected]
CARBONIA
Teatro Centrale
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Antonio Cabiddu Presidente
Mario Pinna
Vice Presidente
Lucia Loddo
Consigliere
Gabriella Noè
Consigliere
Annalaura Pau
Consigliere
LANUSEI
Teatro Tonio Dei
Salvatore Satta
Comune di Palau
Comune di
San Gavino Monreale
Città di Sassari
Con il sostegno di
Sponsor
Comune di
Santa Teresa Gallura
Revisore Unico
Direttore del Circuito Teatrale
Regionale Sardo
Valeria Ciabattoni
Segreteria Organizzativa
Lucia Loddo
Amministrazione
Stefania Carrucciu
Alessia Cicala
Giangonario Sanna
Comune di Tempio Pausania
Partners
Comunicazione e redazione
Annalaura Pau
Promozione
Francesco Cabiddu
Addetto stampa
Anna Brotzu
Foto Daniela Zedda
Progetto grafico Mauro Luccarini
Stampa Cosimo Fadda Communication
IGLESIAS
Teatro Electra
MACOMER
Teatro Costantino
MEANA SARDO
Teatro San Bartolomeo
NUORO
Teatro Eliseo
OLBIA
Cine Teatro Olbia
ORISTANO
Teatro Garau
OZIERI
Teatro Civico Oriana Fallaci
PALAU
Cine Teatro Montiggia
SAN GAVINO MONREALE
Teatro Comunale
SANTA TERESA GALLURA
Cineteatro Comunale
Nelson Mandela
SASSARI
Nuovo Teatro Comunale
TEMPIO PAUSANIA
Teatro del Carmine
GO•UP COMMUNICATION
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19 > 23 NOVEMBRE 2014 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO
Teatro dell’Archivolto
BEATLES SUBMARINE
Beatles Submarine è la beatlemania in palcoscenico, rivisitata dal talento bizzarro e stralunato di Neri Marcorè,
cantante e filosofo assurdista e dei quattro professori della
famigerata Banda Osiris, musici iconoclasti e ipercreativi.
Uno spettacolo concerto alla gioiosa, fantastica esplorazione dell’universo della più leggendaria band beat / pop /
rock di sempre. Un “Magical Mystery Tour” che raccoglie e
reinventa suggestioni, musiche, frammenti biografici, canzoni e racconti dei favolosi Beatles. Un tessuto narrativo
che utilizza i brani più famosi e si ispira alle caleidoscopiche magie visive di “Yellow Submarine”, ai surreali racconti di John Lennon, alle poesie di Paul McCartney e si alimenta degli infiniti rimandi che le canzoni e gli scritti dei
Beatles hanno reso eterni: dalle pagine dell’Alice di Lewis
Carroll alle magie surrealiste dell’avanguardia pop, dalle
filastrocche per bambini alla poesia lisergica e visionaria.
Beatles Submarine crea così una fantasmagoria giocosa
e coloratissima, a dimostrazione che il fenomeno Beatles
(a 50 anni dalla sua incredibile esplosione) non è stato una
moda, ma una vera e propria cultura, fatta di rabbie dolci e
speranze di fantasia al potere.
testo e regia Giorgio Gallione
con Neri Marcorè
e la Banda Osiris
(Carlo Macrì, Gianluigi Carlone,
Roberto Carlone, Sandro Berti)
immagini Daniela Dal Cin
video Francesco Frongia
costumi Guido Fiorato
luci Aldo Mantovani
CORSICAFERRIES.COM - SARDINIAFERRIES.COM
5
10 > 14 DICEMBRE 2014 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO
15 > 16 DICEMBRE 2014 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE
Goldenart Production
Teatro dallarmadio
RE LEAR
di William Shakespeare
traduzione e adattamento
Michele Placido e Marica Gungui
con Michele Placido
e Gigi Angelillo
e con Francesco Bonomo,
Federica Vincenti,
Francesco Biscione
e Giulio Forges Davanzati,
Peppe Bisogno, Brenno Placido,
Alessandro Parise, Marta Nuti,
Maria Chiara Augenti,
Mauro Racanati, Bernardo Bruno,
Gerardo D’Angelo
scene Carmelo Giammello
musiche originali Luca D’Alberto
costumi Daniele Gelsi
light designer Giuseppe Filipponio
regia Michele Placido
e Francesco Manetti
6
7
19 DICEMBRE 2014 - OLBIA CINETEATRO OLBIA
5 FEBBRAIO 2015 - SAN GAVINO MONREALE TEATRO COMUNALE
BESTIE FEROCI REVOLUTION
Re Lear esplora la natura stessa dell’esistenza umana: l’amore e il dovere, il potere e la perdita, il bene e il male, racconta della fine di un mondo, il crollo di tutte le certezze
di un’epoca, lo sgomento dell’essere umano di fronte all’imperscrutabilità delle leggi dell’universo.
All’inizio del dramma Lear rinuncia al suo ruolo, consegna
il suo regno nelle mani delle figlie, si spoglia dell’essere Re,
pilastro e centro del mondo, per tornare uomo tra gli uomini, rifarsi bambino e in pace “gattonare verso la morte”.
Come un bambino pretende l’amore, Lear esige in cambio
della cessione del suo potere che le figlie espongano in parole i loro sentimenti per lui. Ma Cordelia, la più piccola,
sa che l’amore, il vero amore non ha parole e alla richiesta
del padre può rispondere solo: “nulla, mio signore”. È questo equivoco, questo confondere l’amore con le parole, che,
nel momento in cui le altre figlie si mostreranno per quello
che sono, farà crollare Lear rendendolo pazzo. E con Lear è
il mondo intero che va fuor di sesto, la natura scatenata e
innocente riprende il suo dominio, riporta gli uomini al loro
stato primordiale, nudi e impauriti, in balia di freddo e pioggia a lottare per la propria sopravvivenza, vermi della terra.
È qui che può cominciare un crudele cammino d’iniziazione:
resi folli o ciechi per non aver saputo capire o vedere, Lear e
il suo alter ego Gloucester, accompagnati da figli che si son
fatti padri, giungeranno finalmente a capire e vedere.
Lo spettacolo è una sinfonia-mosaico per due voci, una chitarra classica e un pianoforte in miniatura. Bestie Feroci
Revolution racconta i nostri tempi col solo uso del patrimonio musicale che ci ha accompagnato in tanti decenni.
Il gioco è quello di legare, cucire, tagliare e accostare strofe, ritornelli, sigle, per creare un discorso, per raccontare le
contraddizioni e la follia, la bestialità e la “meraviglia” del
tempo che viviamo o che crediamo di vivere. Tutto questo
con una “pensata leggerezza”, e con una spontanea e quanto mai voluta ironia nel trattare temi delicati e irrisolti del
nostro Paese e del mondo.
Non vi è, per scelta, una sola parola recitata. I tempi della
narrazione sono ferrei e fuggevoli, le chiavi di lettura molteplici. Perché si canta? Forse perché quando le parole non
bastano più non resta che cantare. C’è sempre qualcosa che
sfugge nel leggere il mondo, qualcosa che “accade al di sopra delle parole”.
Elemento fondante della poetica del gruppo - che propone
un teatro civile, sociale, che si occupa di attualità in termini non cronachistici, partendo dall’uomo senza omologarlo
a bandiere partitiche o politiche - è la musica intesa come
forza narrante, perfettamente integrata e correlata alle
drammaturgie.
operina musicale modulare
di e con Fabio Marceddu
e Antonello Murgia
musiche originali Antonello
Murgia
regia Antonello Murgia
7
7 > 8 GENNAIO 2015 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE
9 GENNAIO 2015 - SANTA TERESA GALLURA CINETEATRO
COMUNALE NELSON MANDELA
10 GENNAIO 2015 - MEANA SARDO TEATRO SAN BARTOLOMEO
11 GENNAIO 2015 - OZIERI TEATRO CIVICO ORIANA FALLACI
Teatro del Carretto
LE MILLE E UNA NOTTE
Raccontate le storie della vostra
vita, riversateci sopra il vostro
sangue e le vostre lacrime e il
vostro riso, finché non fioriranno
con Elsa Bossi, Giacomo Vezzani,
Nicolò Belliti
suono Luca Contini
luci Fabio Giommarelli
scene e costumi Graziano Gregori
drammaturgia e regia
Maria Grazia Cipriani
8
In quella che è una delle più straordinarie raccolte di storie
di tutta la letteratura, il sultano Shahriyar, per vendicarsi
dell’infedeltà della prima moglie, uccide sistematicamente
le spose al termine della prima notte di nozze.
Shahrazad, figlia del Visir, decide di porre fine alla strage. Si
offre così come sposa al sultano...
La narrazione de Le mille e una notte risale ad un millennio
fa e pur il suo tema appare più attuale e moderno che mai.
La nostra protagonista vive nell’oggi.
Il tema delle Mille e una notte è solo il pretesto, il filo conduttore, la cornice che si fa elemento di raccordo tra visioni
e frammenti di racconti felici o tragici tratti dalla mitologia,
dalla fiaba, dalla letteratura e dalla drammaturgia… fino a
quelli tratti dalla cronaca dei nostri giorni: un universo onirico e visionario che il teatro può offrire e che poi ci viene
incontro ogni giorno dai titoli dei giornali.
La struttura dello spettacolo è quella di un labirinto in cui si
passa attraverso una storia e ci si ritrova in altre storie, incatenate l’una all’altra come anelli di una catena in un espediente narrativo che è del “teatro nel teatro” ed è presentato a volte in forma continua, a volte rapsodica, costellato di
poesie e canti, a costituire un unico arazzo che vuole essere
un fiducioso canto alla vita.
12 GENNAIO 2015 - PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA
13 GENNAIO 2015 - LANUSEI TEATRO TONIO DEI
14 GENNAIO 2015 - MACOMER TEATRO COSTANTINO
15 GENNAIO 2015 - ALGHERO TEATRO CIVICO
9
Bon Voyage Produzioni e Civit’Arte 2013
L’AVARO
Quando ci si appresta a preparare l’ennesimo allestimento di
una commedia classica è sempre lecito porsi una domanda:
quale perdurante valore consente ad alcune scritture teatrali di attraversare i tempi incontrando e provocando in modo
continuo e sempre nuovo l’interesse di pubblico ed artisti? Nel
caso specifico de L’avaro di Molière ci si chiede anche cosa
permetta all’aridità spirituale e materiale di Arpagone di essere ancora oggi tanto leggibile e fruibile; cosa le abbia consentito di attraversare tre secoli ed essere ancora attuale. È certo
che l’artificio drammaturgico molieriano ha un’efficacia oggettiva. Esiste, però, un altro valore altrettanto incontrovertibile
che fa da contrappunto alla meticolosa tecnica di punteggiatura teatrale di Molière. È quello evidenziato e rappresentato da
un mondo intimamente corrotto di straordinaria e persistente
contemporaneità. Un mondo che Molière anima di complottismi, di ipocrisie, di arrivismi, e che abita di fingitori, spreconi,
faccendieri, di fronte ai quali l’avaro Arpagone si erge quasi
come figura e sinceramente reo-confessa, pervasa, in fondo,
da una profonda onestà intellettuale. Lui è naturalmente complementare a tutti gli altri, il suo vizio lo conduce ad una solitudine apparentemente compiaciuta e strafottente, ma che
lo costringe a perdere poi quasi più di quanto abbia cercato
di trattenere. È incapace di donare il suo tempo e se stesso,
valuterebbe il dono come una perdita e la perdita è spreco e lui
è un economo conservatore, non può sprecare.
di Jean Baptiste Molière
con Lello Arena
con Fabrizio Vona, Francesco Di Trio
e con Adriana Follieri,
Chiara Degani, Eleonora Tiberia,
Fabrizio Bordignon, Enzo Mirone
musiche Paolo Vivaldi
scenografie Luigi Ferrigno
costumi Maria Freitas
regia Claudio Di Palma
9
14 > 18 GENNAIO 2015 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO
19 > 20 GENNAIO 2015 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE
CTB Teatro Stabile di Brescia / Teatro de Gli incamminati
ENRICO IV
di Luigi Pirandello
con Franco Branciaroli
e con Melania Giglio,
Giorgio Lanza, Antonio Zanoletti,
Tommaso Cardarelli, Valentina Violo,
Daniele Griggio
e con (in o.a.) Sebastiano Bottari,
Andrea Carabelli, Pier Paolo
D’Alessandro, Mattia Sartoni
scene e costumi Margherita Palli
luci Gigi Saccomandi
regia Franco Branciaroli
Franco Branciaroli, dopo i recenti successi ottenuti con Servo
di scena, Il Teatrante e Don Chisciotte, continua la sua indagine sui grandi personaggi del teatro portando sulla scena
l’Enrico IV, dramma in 3 atti di Luigi Pirandello, scritto nel
1921 e rappresentato per la prima volta il 24 febbraio 1922 al
Teatro Manzoni di Milano. Considerato il capolavoro teatrale
di Pirandello insieme a Sei personaggi in cerca di autore, Enrico
IV è uno studio sul significato della pazzia e sul tema caro
all’autore del rapporto, complesso e alla fine inestricabile, tra
personaggio e uomo, finzione e verità. Il personaggio di Enrico IV, del quale magistralmente non ci viene mai svelato il
vero nome, quasi a fissarlo nella sua identità fittizia, è descritto minuziosamente da Pirandello. Enrico è vittima non solo
della follia, prima vera poi cosciente, ma dell’impossibilità di
adeguarsi ad una realtà che non gli si confà più, stritolato nel
modo di intendere la vita di chi gli sta intorno e sceglie quindi
di ‘interpretare il ruolo fisso del pazzo.
Enrico IV, il più grande personaggio di tutto il teatro pirandelliano, che, impossibilitato a vivere la vita presente, si rifugia
nel Teatro trovando in esso - e non nella vita - il proprio volto
definitivo è l’ultima grande figura scelta da Branciaroli per la
sua indagine sul rapporto tra attore e personaggio.
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19 GENNAIO 2015 - ALGHERO TEATRO CIVICO
20 GENNAIO 2015 - ARZACHENA AUDITORIUM COMUNALE
21 GENNAIO 2015 - NUORO TEATRO ELISEO
22 GENNAIO 2015 - SANTA TERESA GALLURA CINETEATRO N. MANDELA
23 GENNAIO 2015 - SAN GAVINO MONREALE TEATRO COMUNALE
24 GENNAIO 2015 - TEMPIO PAUSANIA TEATRO DEL CARMINE
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Compagnia Molière
DOPPIO SOGNO (EYES WIDE SHUT)
Per la prima volta in Teatro la novella traumatica che fonde in
modo assai compiuto il sogno e la realtà, Freud e il romanzo
d’appendice, e da cui Stanley Kubrick, con Eyes Wide Shut, ha
tratto il suo ultimo capolavoro del tutto incompiuto.
“Dopo il grande successo delle due stagioni di Elephant
Man, cercavo un testo che possedesse una caratteristica;
darmi la possibilità, come drammaturgo e come regista, di
creare personaggi multipli per i miei attori; un testo che fosse già teatro multiplo. Dove la storia fosse tante storie; dove
la verità fosse tante verità; e dove, finalmente, l’amore, la
morte, il senso di colpa, il peccato e il riscatto, affiorassero
prepotentemente tutti insieme.
In una Vienna innevata eppure caldissima, il dottor Fridolin
riceve la più imprevedibile delle confessioni dalla moglie Albertine: “Ti ricordi, l’estate scorsa, sulla spiaggia danese, quel
giovane uomo? Se mi avesse chiamata, non avrei potuto oppormi. Ero pronta a sacrificare te, la nostra bambina, tutto il
mio futuro”.
Dall’intima confidenza di un tradimento solo fantasticato
all’ossessione che dura un’interminabile notte; dopo aver
viaggiato negli inferi della mente e della carne, sullo scivolo
dell’alba, i due coniugi si ritrovano soli, smarriti, ma innamorati più di prima.
Giancarlo Marinelli
di Giancarlo Marinelli
tratto dall’omonimo racconto
di Arthur Schnitzler
con Ivana Monti, Caterina Murino,
Giorgio Lupano, Rosario Coppolino,
e con Andrea Cavatorta,
Francesco Cordella,
Serena Marinelli, Simone Vaio
scene Paolo Beleù, Andrea Bianchi
costumi Adelia Apostolico
musiche Roberto Fia
light designer Daniele Davino
regia Giancarlo Marinelli
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27 GENNAIO 2015 - PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA
28 GENNAIO 2015 - OLBIA CINE TEATRO OLBIA
29 GENNAIO 2015 - OZIERI TEATRO CIVICO ORIANA FALLACI
30 GENNAIO 2015 - CARBONIA TEATRO CENTRALE
Pragma Srl
con Cesare Bocci, Eleonora Ivone,
Marco Bonini
scene Mario Cavacchioli
e Tiziana Massaro
regia Angelo Longoni
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DORIS E IRENE PARLANO DA SOLE
Ospiti è una storia dedicata a coloro che, almeno una volta
nella vita, hanno dovuto affrontare una profonda crisi emotiva, psicologica o sentimentale, sognando di poter essere magicamente e improvvisamente un’altra persona. Nei
momenti difficili, quando ogni cosa sembra irrecuperabile,
quando la ricostruzione di se stessi appare un’impresa titanica e impossibile, capita a tutti di sognare di essere un
altro, qualcuno capace di avere ancora amore per la vita e
per gli altri, qualcuno in grado di essere ancora felice.
Ospiti è la storia di Leo, un uomo che deve fare i conti con
la propria vita sbagliata, con i propri affetti finiti e con la
comica misantropia che lo accompagna.
Ospiti è la storia di Sara, una donna che ha fatto del disincanto e della consapevolezza una buffa arma per difendersi
dai sentimenti.
Ospiti è la storia di Franco un uomo che sa amare solo in
modo eccessivo, totale, irrazionale.
Ospiti è soprattutto una commedia divertente, cinica ma
anche romantica. I tre protagonisti vivono l’amore come la
più impegnativa delle loro attività, sia che lo inseguano, sia
che lo fuggano, sia che lo sminuiscano.
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30 GENNAIO 2015 - ALGHERO TEATRO CIVICO
6 FEBBRAIO 2015 - TEMPIO PAUSANIA TEATRO DEL CARMINE
Teatro Stabile della Sardegna
OSPITI
di Angelo Longoni
27 GENNAIO 2015 - IGLESIAS TEATRO ELECTRA
28 GENNAIO 2015 - ORISTANO TEATRO GARAU
29 GENNAIO 2015 - NUORO TEATRO ELISEO
Particolarissimo incontro, questo, tra due registi, Guido De
Monticelli e Veronica Cruciani, per la messa in scena di due
monologhi del più importante e oggi rappresentato drammaturgo inglese, Alan Bennett. Due punti di vista, due obbiettivi
puntati su due storie ironiche, parossistiche, molto umane,
scritte, in origine, per la televisione, ma poi rappresentate
con gran successo a teatro e ora interpretate da Maria Grazia
Bodio e Lia Careddu.
Le due messe in scena, pur con approcci diversi, sanno ritrovare una profonda unità di intenti e di visione, cogliendo nei
due testi di Bennett quella struttura a flash, a piccole sequenze, che si sviluppano come in un rapido montaggio cinematografico, in cui sono ritratte porzioni di vita quotidiana, lampi
di ossessione.
Quadri ritagliati nel nero per Una donna di lettere, immagini
proiettate sul bianco, per Un biscotto sotto il sofà.
Alan Bennett ci parla di un’umanità che della solitudine fa
una lente sul mondo, un particolarissimo e molto acuto punto di vista sulla realtà dalla quale pare esclusa. È il caso di
Miss Ruddok che interpreta a suo modo il mondo spiandolo
dalla finestra, e ne trae una furente attività epistolare. Da qui
l’ironia già insita nel titolo, Una donna di lettere.
Nel secondo monologo un’anziana signora, spaventata dal
fatto di essere portata in un ospizio, decide di lasciarsi morire
dentro la sua casa.
di Alan Bennett
UNA DONNA DI LETTERE
traduzione Davide Tortorella
con Maria Grazia Bodio
regia Guido De Monticelli
UN BISCOTTO SOTTO IL SOFÀ
traduzione Adele D’Arcangelo
e Francesca Passerini
con Lia Careddu
regia Veronica Cruciani
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28 GENNAIO > 1 FEBBRAIO 2015 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO
369gradi, PAV - Diagonale artistica
Abaco Teatro
L’ORIGINE DEL MONDO
RITRATTO DI UN INTERNO
scritto e diretto da Lucia Calamaro
spettacolo in tre atti:
Donna melanconica al frigorifero
Certe domeniche in pigiama
Il silenzio dell’analista
con Daria Deflorian,
Federica Santoro, Daniela Piperno
disegno luci Gianni Staropoli
realizzazione scenica Marina Haas
Premio UBU per
Migliore novità Italiana
Daria Deflorian
Migliore attrice protagonista
Federica Santoro
Migliore attrice non protagonista
LA III ONDA
La linea traccia iniziale è una crisi individuale che travolge
un gruppo familiare, nella fattispecie la crisi di una madre
Daria, che fagocita la figlia Federica. Crisi dovuta ad una
depressione che si installa, e rende obbligatoria l’esplorazione psicanalitica ma anche drammaturgica-diciamo
gestaltica- di dinamiche affettive e familiari. Disfunzionali
ma radicate, le dinamiche conosciute chiamano sempre
nuovi elementi a illustrare i come e i perché della loro genesi. Per capirle e affievolirle quello che già c’è non basta,
c’è bisogno di ripescare cadaveri parlanti, c’è bisogno di
incidenti, e di nuovi arrivati. Oltre al coro canonico ed indispensabile di figuranti del dolore composto da madre,
marito, fratelli, amici, nonni, cugini persino vicini.
Indago la coscienza di una Madre, quello che lei ne sa, di
tutto quello che in fondo lei significa e a cui appartiene,
malgrado e aldilà di lei; esploro gli stati d’animo mortificati
di una Figlia adultizzata, la sua assenza di modelli, la sua
tenacia; tratteggio l’indifferenza, la rabbia e l’impotenza di
tutti gli altri, quelli che si ritrovano a gestire una persona
depressa, senza sapere come.
Lucia Calamaro
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24 GENNAIO 2015 - PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA
«Com’è possibile che l’essere umano sia capace di cose del
genere?» domanda una delle allieve alla fine della lezione
di storia sull’autocrazia. Come nasce una dittatura? Cosa
accade alla coscienza dell’uomo, al libero arbitrio, alla capacità di distinguere il bene dal male? E la storia davvero
insegna? Siamo o non siamo responsabili di quello che
accade all’interno di una società o di un “gruppo” di cui
facciamo parte?
Nel 1967 Ron Jones, un insegnante di storia di una High
School in California, decise di fare un esperimento con la
sua classe. Senza che i suoi allievi ne avessero coscienza,
adoperò delle tecniche di comunicazione e manipolazione di massa proprie dei regimi totalitari durante le lezioni
sull’autocrazia. Col pretesto di un gioco impose nella sua
classe la disciplina, con la potenza della retorica suggerì
uno spirito nuovo, di squadra, di comunità. Nell’arco di
sei giorni creò il movimento “ la Terza Onda “, che proprio
come un’onda investì l’intera scuola.
Il progetto di Abaco Teatro nasce dal desiderio di elaborare
uno spettacolo per ragazzi, interpretato da ragazzi, che sollevi delle domande rispetto al rapporto con la Storia moderna,
al rapporto studente-insegnante, alle dinamiche di gruppo.
RESOCONTO DI UNA
LEZIONE DI STORIA
ANDATA OLTRE
drammaturgia e regia
Lea Karen Gramsdorff
con Rosalba Piras
e Tiziano Polese
e Maria Francesca Autuori,
Marzia Faedda, Lara Farci,
Maria Giardina, Alberto Marcello,
Lorenzo Melini, Mattia Murgia,
Nadia Murgia, Michele Muscas,
Federico Niederegger,
Francesco Ottonello,
Laura Pergola, Caterina Pili
scenografie Simone Dulcis
Per ricordarsi di non dimenticare.
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4 FEBBRAIO 2015 - SANTA TERESA GALLURA CINETEATRO
COMUNALE NELSON MANDELA
5 > 6 FEBBRAIO 2015 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE
4 > 8 FEBBRAIO 2015 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO
Teatro di Roma in collaborazione con Teatro Eliseo
PRIMA DEL SILENZIO
di Giuseppe Patroni Griffi
con Leo Gullotta
e Eugenio Franceschini
e con le apparizioni
di Sergio Mascherpa,
Andrea Giuliano
e l’apparizione speciale
di Paola Gassman
video Luca Scarzella
musiche Germano Mazzocchetti
disegno luci Umile Vainieri
regia Fabio Grossi
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Leo Gullotta, giunto alla piena maturità di una carriera poliedrica, qui si sposta sul versante del grande teatro drammatico per indossare i panni del protagonista di un profetico testo, Prima del silenzio, scritto da Giuseppe Patroni
Griffi nel 1979. Il lavoro narra la storia delle scelte, praticamente rivoluzionarie, per la casta, che lo ha inglobato per
tutta la sua vita precedente, di un uomo del quale non ci
viene fornito il nome. Ma per arrivare a queste scelte, il
travaglio del protagonista assume i contorni di un incubo,
con l’apparizione dei fantasmi della sua vita: la famiglia,
affrontata attraverso il personaggio de La Moglie, come
una entità vorace e ricattatoria; la casta, rappresentata da
il personaggio de Il Figlio, con i suoi orpelli e contributi
piccolo borghesi; il dovere, materializzatosi attraverso il
personaggio de Il Maggiordomo, figura di una oppressione che fa leva sul senso di colpa e che, attraverso di esso,
costringe e castra. L’unica vicenda che realizza e tranquillizza il protagonista è costituita dal rapporto che vive, nel
suo contemporaneo, con il Ragazzo. Questa è linfa pura
e vivificante durante l’incubo che egli vive. Ma anch’essa
terminerà, come termina la vita di un uomo, il quale, abbandonato dai suoi stimoli, si richiude nella sfera delle parole come ultima spiaggia di un inevitabile tramonto. Alla
fine si aggrapperà alla Poesia e con la poesia chiuderà un
percorso che della poesia era sempre stato permeato.
7 FEBBRAIO 2015 - MACOMER TEATRO COSTANTINO
8 FEBBRAIO 2015 - CARBONIA TEATRO CENTRALE
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LuxT
IL BELL’ANTONIO
Il bell’Antonio è il secondo romanzo italiano più letto e
amato nel mondo dopo Il Gattopardo. Un lucido e meraviglioso affresco dell’Italia fatto attraverso un meccanismo
concentrico che, dal sistema nazione, dalla storia di un
Paese in grande difficoltà durante il periodo fascista, fotografa una microstoria in Sicilia di una famiglia e del suo
Bell’Antonio. Un personaggio reso celebre dall’interpretazione di Mastroianni e dalla regia di Bolognini, chiuso in
un destino contrario alla propria natura. Antonio, bellissimo e privo di qualunque talento, viene visto come una
sorta di divinità. Un matrimonio non consumato porterà
due famiglie di Catania al centro di una tragedia al contrario, in cui Antonio è eroe nonostante se stesso...
In questa riduzione curata dalla figlia di Brancati, Antonia e da Simona Celi si è voluto fortemente riportare in
palcoscenico la scrittura brancatiana senza fare operazioni di interpretazione. Un progetto importante che riporta
in teatro una grande coppia Andrea Giordana e Giancarlo
Zanetti, con un cast di ottimi attori per uno spettacolo che
nel 2015 rappresenterà l’Italia all’estero.
di Vitaliano Brancati
adattamento teatrale
Antonia Brancati e Simona Celi
con Andrea Giordana
e Giancarlo Zanetti
e con Elena Callegari, Simona Celi,
Michele De Marchi, Natale Russo,
Alessandro Romano, Giorgia Visani
e Luchino Giordana
(nel ruolo di Antonio)
scene Carlo De Marino
luci Franco Ferrari
regia Giancarlo Sepe
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5 FEBBRAIO 2015 - NUORO TEATRO ELISEO
6 FEBBRAIO 2015 - OLBIA CINE TEATRO OLBIA
7 FEBBRAIO 2015 - ALGHERO TEATRO CIVICO
8 FEBBRAIO 2015 - IGLESIAS TEATRO ELECTRA
Pupi e Fresedde – Teatro di Rifredi / Teatro Stabile d’Innovazione
CARMELA E PAOLINO VARIETÀ SOPRAFFINO
di José Sanchis Sinisterra
traduzione, adattamento
e regia Angelo Savelli
con Edy Angelillo
e Gennaro Cannavacciuolo
musiche eseguite dal vivo da
Marco Bucci, pianoforte
Ruben Chaviano, violino
Simone Ermini, sax e clarinetto
musiche originali Mario Pagano
scene e costumi Tobia Ercolino
luci Alberto Mariani
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Carmela e Paolino è l’adattamento italiano del testo del drammaturgo spagnolo José Sanchis Sinisterra Ay, Carmela, che dal
1986 ha avuto un successo strepitoso restando per anni in cartellone nei maggiori teatri delle capitali di Spagna ed America
Latina, e da cui nel 1990 il famoso regista Carlos Saura ha tratto
l’omonimo film interpretato dalla bravissima Carmen Maura.
Ay, Carmela racconta la vicenda di due oscuri attori di varietà
che durante la guerra civile cadono prigionieri dei falangisti e
sono costretti, loro malgrado, ad improvvisare per le truppe uno
scalcinato ma esilarante spettacolo dal tragico esito finale. Nel
testo originale la vicenda si svolge in Spagna nel 1938 a Belchite, villaggio simbolo degli effetti della ferocia distruttiva della
guerra civile spagnola, le cui rovine vengono ancora oggi visitate
come un monumento nazionale. Il regista Savelli, d’accordo con
l’autore, ha compiuto un’ operazione di adattamento del testo
trasportando l’azione nell’Italia del 1944, in piena seconda guerra
mondiale, in uno sperduto paese della provincia centro-meridionale occupato dalle armate tedesche.
La parte centrale del testo originale è occupata dal ricordo dello
spettacolo di varietà improvvisato da Carmela e Paolino per le
truppe d’occupazione. Sinisterra ha qui trasfuso nel testo con
grande abilità un insieme di riferimenti teatrali, canzoni, balletti e macchiette tipiche del più tradizionale teatro leggero
spagnolo.
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8 FEBBRAIO 2015 - ARZACHENA AUDITORIUM COMUNALE
26 FEBBRAIO 2015 - MACOMER TEATRO COSTANTINO
Gurdulù Teatro
I VIAGGI D’OGGI
È proprio vero, i voli low cost ci hanno cambiato la vita. Ma
quante ore passate davanti al pc a cercare le offerte e a fare
assurdi chek-in online pieni di trappole, tutto per un week-end in
una grande città in cui non fai in tempo a veder nulla. E torni a
casa più stanco di prima...che vacanze!
E se, dalla Sardegna, si vuol viaggiare per mare? Lasciamo stare!
E all’interno dell’isola invece, si viaggia come sempre... con i trenini della speranza...
Fai prima ad arrivare a Beyrut che a Borutta, arrivi a Singapore
e non a Siniscola, a Bosa no! A Boston si! Per Oslo? Un’ora e un
quarto... Per Osilo? Tre ore...abbondanti! Vai su Giove e non
vai a Giave!
Oggi è un’altra era... ed era ora...
Si svolge così-in un esilarante vortice di continue sorprese, gag, citazioni musicali, armonizzazioni del pubblico-la
parodia (autobiografica) recitata e cantata del tipico viaggio di un sardo (e dei tanti turisti di passaggio sull’isola),
per il quale il viaggio è anche un percorso interiore, epico,
quasi un destino. Ninnati fin da bambini sui seni di mamma Tirrenia e di zia Ryanair, in lunghissime notti di sogno,
d’amore e di sbornie e brevissime comiche linee di traffico
aereo, imbastendo tra nausee e risate grandi aspettative
di viaggio. Dalla culla mediterranea, anelando un respiro
più ampio del Mondo...
VIAGGIO
TEATRAL MUSICALE
AUTO-TRAGI-COMICO
TRA VOLI LOW COST,
TRENI E NAVI DA E PER
LA SARDEGNA
scritto e diretto da Maurizio Giordo
con Maurizio Giordo
(ViaggiAttore)
e Marcus Pintus
(Musicomico da viaggio)
luci Tony Grandi
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18 > 19 FEBBRAIO 2015 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE
20 FEBBRAIO 2015 - NUORO TEATRO ELISEO
21 FEBBRAIO 2015 - PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA
La contemporanea in coproduzione con Mismaonda
NUDA PROPRIETÀ
di Lidia Ravera
con Lella Costa e Paolo Calabresi
e con Claudia Gusmano
e Marco Palvetti
scene Francesco Ghisu
musiche Antonio Di Pofi
regia Emanuela Giordano
Innamorarsi a 60 anni è una sfida, una forma d’arte, un capolavoro. È la vittoria della libertà contro gli stereotipi. Iris
contro ogni logica si innamora di Carlo e Carlo di Iris. Lui
dopo un po’, ma va bene così. Tutto comincia con una stanza in subaffitto. Iris la offre a Carlo, psicanalista sfrattato
del pianoterra. Intanto lei, rimasta senza un soldo, vende
in nuda proprietà la casa.
Dissipatrice accanita, senza pensione, non ha altra scelta
che cedere il suo unico bene al miglior offerente, fingendosi molto più malandata di quello che è.
Il miglior offerente è senza scrupoli…
Lella Costa è Iris, per l’evidenza dell’affinità fra lei e il personaggio; Lella, spiritosa e serissima, impegnata e leggera,
allegra benché intelligente, libera dentro. Lella Costa è entrata dentro Iris con la grazia dei talenti naturali. Quando
si è sentita sufficientemente posseduta, ha trovato il suo
Carlo. Paolo Calabresi, perfetto nei tempi nel timbro nei
sottotesti nei silenzi nel ritmo... un essere maschile superiore, di quelli che sogni di incontrare ad una festa e farli
innamorare. Uno di quelli che non smetti mai di sognare.
Usciremo da questa commedia più leggeri e agguerriti,
con il sorriso sulle labbra, felici di aver celebrato tutti insieme un rito propiziatorio, una festa alla forza e alla fragilità umana.
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18 > 22 FEBBRAIO 2015 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO
Nuovo Teatro di Marco Balsamo in coproduzione con PALOMAR Television & Film Production
LA SERATA (titolo provvisorio)
La nostra storia si svolge in un elegante attico con terrazza, il tipico appartamento di una coppia di intellettuali di
sinistra equipaggiati di ogni genere di scartoffia e comfort.
All’apparenza un posto meraviglioso, la casa dove ognuno
di noi vorrebbe abitare. Qui, una sera d’autunno, mentre il
sole sta volgendo al tramonto tra le cupole e i tetti di Roma,
sorprendiamo Vanni e Linda mentre si stanno preparando
per uscire. Si tratta di una coppia ancora nel vivo della passione, sono complici, si scambiano carezze. Lui cinquant’anni e la trascuratezza da intellettuale consumato e progressista, lei trenta con il fascino di chi ancora pende dalle labbra
del maestro, il suo fidanzato appunto. Quella per Vanni e
Linda è una serata molto importante, stanno andando a
cena con il loro editore per parlare del prossimo libro di
Vanni. Il romanzo precedente non è andato molto bene e la
posta in ballo con quest’ultimo è molto alta. A quella cena
però Vanni e Linda non ci andranno mai perché quella sera
finiranno “segregati” in casa dai loro migliori amici. Infatti
di lì a poco arriverà Costanza, coetanea di Vanni e moglie di
un famoso chirurgo, Alfredo. Le due coppie da un po’ di anni
hanno stretto una bella amicizia, nonostante vedute e stili
di vita del tutto differenti…
uno spettacolo scritto e diretto
da Sergio Rubini
con Fabrizio Bentivoglio
e Sergio Rubini
e due attrici (in via di definizione)
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22 FEBBRAIO 2015 - TEMPIO PAUSANIA TEATRO DEL CARMINE
23 FEBBRAIO 2015 - LANUSEI TEATRO TONIO DEI
24 FEBBRAIO 2015 - ORISTANO TEATRO GARAU
25 FEBBRAIO 2015 - SAN GAVINO MONREALE TEATRO COMUNALE
Progetto URT srl
con (in ordine di apparizione)
Igor Chierici, Jurij Ferrini,
Matteo Alì, Michele Schiano di Cola,
Angelo Maria Tronca,
Claudia Benzi, Cecilia Zingaro
costumi Nuvia Valestri
luci Lamberto Pirrone
regia Jurij Ferrini
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28 FEBBRAIO 2015 - MEANA SARDO TEATRO SAN BARTOLOMEO
1 MARZO 2015 - CARBONIA TEATRO CENTRALE
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Compagnia Teatri d’Imbarco
MANDRAGOLA
di Niccolò Machiavelli
26 FEBBRAIO 2015 - OLBIA CINE TEATRO OLBIA
27 FEBBRAIO 2015 - ALGHERO TEATRO CIVICO
LA LEGGENDA DEL PALLAVOLISTA VOLANTE
Proviamo a fare un salto indietro nel tempo di quasi cinque secoli, ci troviamo nel pieno Rinascimento italiano,
un’epoca in cui c’era di che esser fieri del nostro sventurato paese; eppure tra le più autorevoli figure artistiche
che hanno lasciato il segno con le loro opere nella storia
dell’umanità, da Raffaello al Brunelleschi, da Michelangelo
a Leonardo da Vinci, ci si ritrova di fronte, dal punto di vista teatrale, al “caso unico” di un’opera straordinaria della
drammaturgia di tutti i tempi, Mandragola di Niccolò Machiavelli. Il mio stupore s’accende già davanti al fatto che
un genio come Machiavelli, l’autore de Il principe e delle
Istorie fiorentine, uomo politico, grande ed appassionato
studioso e scrittore di filosofia, che ha in qualche modo
inventato e contestato la “politica moderna” (la diatriba è
aperta e non mi sento proprio di chiuderla io)… insomma
sembra che questo insigne letterato non abbia mai fatto
altro che scriver commedie, data la perfezione assoluta
di questa partitura teatrale, un semplice e geniale meccanismo comico, allegorico, satirico e graffiante; e invece, a
parte la meno fortunata Clizia, e la riscrittura dell’Andria
di Terenzio non si ha notizia di alcuna altra commedia che
possa essere a lui attribuita.
Jurij Ferrini
Un pallavolista del calibro di Andrea Zorzi campione nell’Italia dei fenomeni allenata da Julio Velasco, per la prima
volta in scena con uno spettacolo davvero unico nel suo
genere.
Un grande campione del passato, oggi giornalista, un gigante (in ogni senso) che ha segnato la storia della nostra
pallavolo sale sul palcoscenico di un teatro che magicamente si trasfigura in un campo di gioco. Qui la rete diventa metafora e la palla simboleggia il mondo.
Ed ecco attraverso la biografia di un fuoriclasse, dipanarsi
un racconto teatrale dove la vicenda personale s’intreccia
alla storia e al costume, dove la luminosa carriera di uno
sportivo viaggia attraverso la cronaca e la storia di un Paese. Ecco il ritratto in formazione di un campione, gli inizi,
i primi successi, le straordinarie vittorie ai campionati del
mondo, e l’indimenticabile, dolorosa sconfitta nella finale
olimpica, con una squadra considerata da tutti leggendaria. Ma soprattutto l’infinita passione per uno sport che
richiede prontezza di gesto e intelligenza veloce.
Accanto ad Andrea Zorzi, detto “Zorro”, l’attrice Beatrice
Visibelli che con ironia e divertimento lo guida nel viaggio
della sua vita e della sua carriera sportiva, raccontando e
incarnando gioiosamente i personaggi che lo hanno accompagnato fin dall’infanzia.
di Nicola Zavagli e Andrea Zorzi
con Beatrice Visibelli
e Andrea Zorzi
scene e luci Nicolò Ghio
costumi Cristian Garbo
musiche Vladimiro D’Agostino
regia Nicola Zavagli
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26 FEBBRAIO 2015 - OZIERI TEATRO CIVICO ORIANA FALLACI
6 MARZO 2015 - LANUSEI TEATRO TONIO DEI
Akròama / Teatro Stabile d’Innovazione
liberamente tratto da
Quando noi morti ci destiamo
di Henrik Ibsen
con Lea Karen Gramsdorff,
Simeone Latini, Rosalba Piras,
Tiziano Polese
voce fuori campo Rosario Morra
spazio scenico e immagini
Lelio Lecis
costumi Marco Nateri
musiche Amy MacDonald
regia Lelio Lecis
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5 MARZO 2015 - OLBIA CINE TEATRO OLBIA
6 MARZO 2015 - ALGHERO TEATRO CIVICO
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ArTè Teatro Stabile d’Innovazione in collaborazione con Todi Festival
LA CREATURA
di Lelio Lecis
3 MARZO 2015 - ORISTANO TEATRO GARAU
4 MARZO 2015 - TEMPIO PAUSANIA TEATRO DEL CARMINE
L’ABITO DELLA SPOSA
La creatura indaga il rapporto tra l’artista e la sua opera.
La pièce è liberamente ispirata a un dramma di Henrik Ibsen, Quando noi morti ci destiamo, pubblicato nel 1899, e
rappresentato per la prima volta a Stoccarda il 26 gennaio 1900. È l’ultima opera del drammaturgo ed è l’estrema
meditazione su se stesso e sulla propria arte, attraverso
il personaggio di un famoso scultore ormai anziano che
scopre di aver sacrificato l’amore all’arte e l’arte stessa al
successo in una catena di atti d’assoluto egoismo.
Lo scultore è diventato famoso in tutto il mondo principalmente per una sua scultura sulla resurrezione. La scultura
rappresenta una giovane donna che si libra verso il cielo
da un piedistallo che sembra la terra popolata da esseri
umani simili a bestie.
Proprio il piedistallo sarà il motivo del suo successo. Il piedistallo quindi e non la sua opera immortale.
Il rapporto strano tra lo scultore e la modella porta
quest’ultima ad una sorta di follia, che la farà fuggire in
giro per il mondo finché avventure pericolose la porteranno alla morte.
Tornerà da morta per trascinare con sé lo scultore che aveva tradito il suo spirito dando più importanza al piedistallo
che alla sua figura.
Italia 1963. È l’anno del matrimonio Ponti – Loren, della visita in Italia di Kennedy, della scandalosa love story tra Teddy
Reno e Rita Pavone, è l’anno della tragedia del Vajont. Alto-basso, rosa-nero, le vicende si alternano così nel paese
ed anche nella vita del sarto Lucio.
Lucio è un sarto di abiti militari, figlio di un sarto di abiti militari; ha girato tutta l’Italia con i suoi genitori ed ora
parla un dialetto che è un miscuglio di molte lingue. Lucio
è un uomo di mezza età, un po’ irascibile, dai modi spicci e
diretti, ma in fondo una brava persona, quindi non se la sente – e forse non può proprio rifiutare – quando un capitano
gli chiede di cucire l’abito da sposa di sua figlia.
Lucio non può tirarsi indietro, ma non sa nemmeno come
fare, così è costretto ad assumere una giovanissima sartina,
Nunzia, una ricamatrice che ci riporta direttamente all’atmosfera di quegli anni. Così il logorroico Lucio deve dividere la sua sartoria con la timida Nunzia «che per tirarle una
parola di bocca ci vuole più di una tenaglia».
L’incontro è la scoperta di due vite, di due imprevedibili vite;
tra la passione per le canzoni di Rita Pavone e le ritrosie di
una ragazza che non sa come comportarsi con gli uomini,
raccontiamo il mondo fuori da quella sartoria, ma anche il
piccolo mondo di due persone che custodiscono un segreto
che finalmente possono svelare.
Mario Gelardi
di Mario Gelardi
con Pino Strabioli e Alice Spisa
scene e costumi Alessandro Chiti
musiche Paolo Vivaldi
luci Roberto Rocca
regia Maurizio Panici
25
3 MARZO 2015 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE
4 > 8 MARZO 2015 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO
Nuovo Teatro di Marco Balsamo / IBLA Film
Origamundi
PENSO CHE UN SOGNO COSÌ...
di Giuseppe Fiorello
e Vittorio Moroni
con Giuseppe Fiorello
musiche eseguite dal vivo da
Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma
scene Patrizia Bocconi
regia video Cristina Redini
disegno luci Alberto Negri
regia Giampiero Solari
26
27
6 MARZO 2015 - PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA
11 APRILE 2015 - CARBONIA TEATRO CENTRALE
PIRANDELLO/ORA PRO NOBIS
Salgo a bordo del deltaplano delle canzoni di Domenico
Modugno e sorvolo la mia infanzia, la Sicilia e l’Italia di quegli anni, le facce, le persone, vicende buffe, altre dolorose,
altre nostalgiche e altre ancora che potranno sembrare incredibili.
Attraverso questo viaggio invito i protagonisti della mia
vita ad uscire dalla memoria e accompagnarmi sul palco,
per partecipare insieme ad un avventuroso gioco di specchi.
Giuseppe Fiorello
Pirandello Ora Pro Nobis (lett. “prega per noi”) è un innovativo spettacolo teatrale che esplora l’attuale condizione
del teatro e della cultura teatrale in Italia facendo riferimento alle idee e alle opere di uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi: Luigi Pirandello. Lo spettacolo mette in risalto la modernità del pensiero dell’artista siciliano
attraverso un’accattivante composizione delle sue opere,
che mira a svelare i principi salienti della sua dialettica:
l’esistenza umana sospesa tra Vita e Forma. Un relativismo
psicologico che si svolge in due sensi: in senso orizzontale,
riguarda il rapporto dell’individuo con gli altri, mentre in
senso verticale riguarda il rapporto dell’individuo con se
stesso.
Lo spettacolo vede in scena un attore e 10 avatar creati
digitalmente che impersonano i più famosi personaggi
pirandelliani: il protagonista (incarnazione “futurista” del
drammaturgo siciliano) si troverà a recitare con attori digitali mentre in sottofondo risuonerà un incalzante ritmo
di musica elettronica.
opere e visioni pirandelliane
scritto diretto e interpretato
da Nunzio Caponio
e con Tiziana Pani e Ivano Cugia
voice over
Alessandro Fulvio Bordigoni,
Giorgia Barracu, Consuelo Melis,
Fabrizio Murgia
in video
Margherita Margarita,
Danilo ‘Il Drugo’, Rita Napolitano,
Annalisa Zedde, Ismaelle Melville,
Lorenzo Melini,
Carla Teodora Puggioni,
Laura Zedda
video e animazioni Roberto Putzu
scene e costumi Salvatore Aresu
progetto luci Ivano Cugia
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10 MARZO 2015 - ARZACHENA AUDITORIUM COMUNALE
11 > 12 MARZO 2015 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE
13 MARZO 2015 - MACOMER TEATRO COSTANTINO
Punta Corsara e 369 gradi
HAMLET TRAVESTIE
DA JOHN POOLE
E ANTONIO PETITO
A WILLIAM SHAKESPEARE
di Emanuele Valenti
e Gianni Vastarella
con Giuseppina Cervizzi,
Christian Giroso,
Carmine Paternoster,
Valeria Pollice, Emanuele Valenti,
Gianni Vastarella
drammaturgia Marina Dammacco
disegno luci Giuseppe Di Lorenzo
regia e spazio scenico
Emanuele Valenti
in collaborazione con Teatro Franco
Parenti con il sostegno di Olinda,
Armunia / Inequilibrio Festival,
Fuori Luogo - La Spezia
A partire da Hamlet Travestie, riscrittura burlesque settecentesca di John Poole, passando per Don Fausto di Antonio
Petito, immaginiamo una famiglia napoletana a noi contemporanea, i Barilotto, in un quadro di sopravvivenza quotidiana: il lavoro, la casa, i debiti, i figli. Ognuno vincolato al
legame con l’altro, in una stasi violenta in nome dell’unità.
Dissociato, se ne sta Amleto, il figlio senza padre, ad alimentare un conflitto di dubbi e paure. Intorno a lui, la vicenda
shakespeariana diventa il canovaccio di un’improbabile tragedia redentiva, una fallimentare distribuzione di ruoli e di
pesi, in una famiglia fuori di sesto.
Punta Corsara è stata ospite, con il primo studio di Hamlet
Travestie, di Tfaddal, il progetto con cui il Teatro Franco Parenti ha festeggiato i 40 anni dalla prima rappresentazione
dell’Ambleto di Testori, nel gennaio del 1973, chiedendo a
tredici giovani compagnie, allora non nate, di presentare un
breve studio sull’Amleto, nella totale libertà di reinventare
il testo shakespeariano.
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13 MARZO 2015 - PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA
Atzeca produzioni cinematografiche
PIÙ FORTE DEL DESTINO
Essere una donna disabile in un mondo in cui l’immagine
femminile appare sempre patinata e perfetta non è facile,
ma Antonella Ferrari, attrice e ballerina, malata di sclerosi
multipla, non si è mai arresa tanto da diventare un punto
di riferimento, una fonte di ispirazione per tante persone
meno fortunate. La sua storia è raccontata in un libro, “Più
forte del destino”, da cui è tratto l’omonimo spettacolo, in
cui l’artista offre una testimonianza diretta e toccante, ma
anche venata d’ironia e grazia, condividendo i momenti
di sconforto, la rabbia, la frustrazione, la fatica di rialzarsi
dopo ogni caduta ma anche la grande gioia data da ogni
piccola conquista.
«Questo è uno spettacolo sulla mia vita ed è un’ennesima
sfida da vincere!» – sottolinea l’autrice e interprete – «Voglio dimostrare che uno spettacolo che tocca anche temi
sociali non deve necessariamente essere drammatico. Ci
si può divertire anche parlando di disabilità e di tutti quei
luoghi comuni che, spesso, la accompagnano nella sua rappresentazione mediatica!»
TRA CAMICI E PAILLETTE
LA MIA LOTTA ALLA
SCLEROSI MULTIPLA
di e con Antonella Ferrari
regia Arturo di Tullio
Premio UBU per migliore formazione
artistica under 30
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24 MARZO 2015 - ALGHERO TEATRO CIVICO
25 MARZO 2015 - TEMPIO PAUSANIA TEATRO DEL CARMINE
18 > 22 MARZO 2015 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO
Bam Teatro
NOVANTADUE FALCONE E BORSELLINO, 20 ANNI DOPO
di Claudio Fava
con Filippo Dini, Max Mazzotta,
Federico Ferracane
allestimento e regia
Marcello Cotugno
in collaborazione con XXXVII Cantiere
Internazionale d’Arte
di Montepulciano
e Festival L’Opera Galleggiante
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Il 1992 fu un anno denso di avvenimenti, eppure fu un anno
oscuro e orribile della nostra storia repubblicana.
Era cominciato proprio con la pronuncia da parte della Cassazione, della sentenza storica e definitiva di condanna che
chiuse di fatto il Maxi-processo, il più grande processo penale mai celebrato al mondo. Mentre si segnava la fine della cosiddetta Prima Repubblica con i processi “mediatici”
di Tangentopoli che coinvolsero principalmente i tribunali
milanesi, i due magistrati simbolo della lotta alla mafia, i
cervelli del primo grande processo a Cosa Nostra, Giovanni
Falcone e Paolo Borsellino, saltarono in aria con chili e chili
di tritolo.
Da allora, si cerca affannosamente una verità.
C’è una curiosa regola di rinnovamento alla ciclicità della
storia della Repubblica italiana che il costituzionalista Michele Ainis, chiama la “sindrome del ventennio”. Ne sembriamo come patologicamente affetti. Non a caso, vent’anni
dopo eccoci a parlare di nuovo di Falcone e Borsellino e quasi senza volerlo, ad allargare la riflessione nel momento in
cui, venti anni dopo quelle stragi, si riapre prepotentemente
il filone di inchiesta della trattativa tra Stato e Mafia, che
non sembra risparmiare neppure le più alte cariche dello
Stato. Sullo sfondo, la nostra Italia che in vent’anni, a ben
guardare, considerando proiezioni e strane simmetrie, sembra uguale ad allora…
26 MARZO 2015 - PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA
27 MARZO 2015 - LANUSEI TEATRO TONIO DEI
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Produzione Teatro7 e Teatro Golden
TI POSSO SPIEGARE...
Un uomo e una donna, un marito e una moglie..vent’anni
insieme, senza sbavature, senza incertezze…Certo, ogni tanto una piccola discussione, di quelle banali ma al contempo
affascinanti, fatte con l’ironia sottile, tipica di una coppia
ormai collaudata. Sembrerebbe filare tutto liscio tra i binari
della consuetudine, di una monotona monogamia… fino a
quando compare…un’altra donna!..ma non una qualsiasi…,
una donna giovane, affascinante, straniera!
…ma soprattutto compare all’improvviso, …nel loro letto
matrimoniale!
“Cara non è come credi… giuro, ti posso spiegare!”
È da qui che comincia la nostra storia, fatta di un presente
inspiegabile e di un passato prossimo abbastanza confuso,
e tra un flash back illuminante e un “non ricordo” divertente, tra una risata e una riflessione, la matassa pian piano si
dipana, lasciando agli spettatori la possibilità di valutare se
è preferibile la cruda realtà o una magica illusione.
L’intreccio individua il suo elemento di distinzione nel garbo e nella delicatezza di una scrittura drammaturgica efficace, che non presta mai il fianco alla volgarità...
di Michele La Ginestra
e Adriano Bennicelli
con Michele La Ginestra
e Beatrice Fazi
e con Maria Chiara Centorami
musiche Antonio Di Pofi
scene Rossella Inzillo
disegno luci Francesco Mischitelli
regia Roberto Marafante
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25 MARZO 2015 - IGLESIAS TEATRO ELECTRA
26 MARZO 2015 - SAN GAVINO MONREALE TEATRO COMUNALE
27 MARZO 2015 - MEANA SARDO TEATRO SAN BARTOLOMEO
28 MARZO 2015 - NUORO TEATRO ELISEO
29 MARZO 2015 - SANTA TERESA GALLURA CINETEATRO
COMUNALE NELSON MANDELA
Sosia e Pistoia
LA VITA È UN VIAGGIO
di e con Beppe Severgnini
e con Marta Isabella Rizi
e la cantante musicista
Elisabetta Spada
musiche originali Kiss & Drive
regia Francesco Brandi
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Due viaggiatori, un uomo maturo e una giovane donna, si incontrano in un non-luogo: un piccolo aeroporto, dove restano bloccati la notte, in seguito alla cancellazione di un volo.
All’inizio si studiano, forse diffidano uno dell’altro. Lui teme
di essere paternalista; lei, ingenua. Lui spiega, lei ascolta. Lei
chiede, lui risponde. Poi l’intimità forzata cambia i rapporti:
i due scoprono di aver molto viaggiato, discutono di arrivi,
partenze e bagagli.
Per poi ragionare di talento e tenacia, tempismo e tenerezza,
brevità e precisione. Di quello che si abbandona e invece ci si
dovrebbe portare dietro.
Il tempo scorre, la notte passa. Finché arriva il momento di
partire: ognuno per la propria destinazione, che forse diventa la stessa.
25 > 26 MARZO 2015 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE
27 MARZO 2015 - MACOMER TEATRO COSTANTINO
28 MARZO 2015 - OZIERI TEATRO CIVICO ORIANA FALLACI
29 MARZO 2015 - ARZACHENA AUDITORIUM COMUNALE
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Fondazione del Teatro Stabile di Torino / Il Mulino di Amleto
GL’INNAMORATI
Gl’Innamorati (1759) segna una svolta nella scrittura goldoniana, con un’attenzione tutta nuova alle sfumature psicologiche e agli stati d’animo dei personaggi: fulcro della
storia è la gelosia, che tormenta Eugenia, e getta un’ombra
sul suo idillio con Fulgenzio. L’inquietudine d’amore stempera l’allegria della commedia e il gioco degli equivoci, tra
ripicche e presunti tradimenti rischierà perfino di sfociare
in tragedia, finché con l’ennesimo colpo di scena giungerà
l’atteso lieto fine...
Le baruffe tra i due innamorati sono il cuore dell’azione,
ispirano i commenti dei servi, e gli interventi di parenti
e amici, che cercano di ricondurre i due alla ragione; a
complicar la situazione, la presenza di una cognata, affidata alle cure di Fulgenzio, e un nuovo pretendente per
Eugenia.
Sullo sfondo del dramma privato de Gl’Innamorati affiora
l’immagine di un mondo che precipita verso la sua fine, il
tramonto di un’epoca davanti all’inevitabile trasformazione della società.
di Carlo Goldoni
con Nello Mascia, Marco Lorenzi,
Fabio Bisogni, Barbara Mazzi,
Maddalena Monti, Raffaele Musella
scene e costumi Gaia Moltedo
musiche originali Davide Arneodo
(Marlene Kuntz)
regia Marco Lorenzi
progetto realizzato con il contributo
della Città di Torino e della Provincia
di Torino
e con il sostegno di Sistema Teatro
Torino e Provincia
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27 MARZO 2015 - OLBIA CINE TEATRO OLBIA
28 MARZO 2015 - ORISTANO TEATRO GARAU
29 MARZO 2015 - CARBONIA TEATRO CENTRALE
Arte e Spettacolo Domovoj in collaborazione con XLV Festival Teatrale Borgio Verezzi
ALICE
da Lewis Carroll
con Romina Mondello,
Salvatore Rancatore,
Giulia Galiani, Odette Piscitelli
musiche
Riccardo Benassi-Nicola Sacchelli
costumi e maschere
Chiara Aversano
musiche e suoni Riccardo Benassi
e Nicola Sacchelli
scena, luci, drammaturgia e regia
Matteo Tarasco
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Alice, ovvero la sorella di Amleto.
Alice non è uno spettacolo per bambini; se i libri di Alice
hanno acquisito la certezza dell’immortalità, questo è perché
continuano ad essere letti e gustati dagli adulti. I bambini a
volte si trovano disorientati dall’atmosfera dark dei sogni di
Alice. Lewis Carroll, con il rigore del matematico, e lo scrupolo di un chierico, ci conduce in un viaggio nel profondo dell’animo umano, ove le contraddizioni più aspre si fondono, per
restituire un’immagine del mondo vividamente controversa.
Mettere in scena Alice, capolavoro della letteratura inglese dell’Ottocento, vuole essere un tentativo di raccontare
l’odierno spaesamento quotidiano di una generazione incompresa, un tentativo per riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che
crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che spiegano,
ma non insegnano il senso. Mettere in scena Alice significa
essere appassionati, e per mettere Alice dentro la scena del
teatro siamo costretti ad essere fisici, nemmeno corporei o
corporali, ma fisici e primitivi, “naturali”, per essere lo specchio distorto di una nuova barbarie che avanza. Ma dobbiamo anche ricordare che le parole bruciano, che le parole si
fanno carne mentre noi parliamo e quindi anche parlare, anche raccontare una storia è un gesto fisico.
Matteo Tarasco
8 APRILE 2015 - ARZACHENA AUDITORIUM COMUNALE
9 > 10 APRILE 2015 - SASSARI NUOVO TEATRO COMUNALE
11 APRILE 2015 - NUORO TEATRO ELISEO
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Teatro dell’Archivolto
LA MISTERIOSA SCOMPARSA DI W
Una donna qualsiasi, di nome V, nata in modo funambolico
“e in quell’attimo, miracolo, per la gioia a tutti i parenti ricrebbero i capelli, e una suora cresimino si spogliò dalla sua
palandrana rivelando un corpo stupendo, abbronzato, nato
per l’amore…” ripercorre, follemente, comicamente, la sua
vita, alla ricerca del suo pezzo mancante W.
V è una parte che cerca il suo tutto e in questo monologo paradossale, ridicolo e doloroso, si interroga sul senso
di infelicità e incompletezza. Nel farlo indaga su povertà e
guerra, amicizia e intolleranza, giustizia e amore: “sono stata con Wolmer 6 anni e 2 mesi. Abbiamo totalizzato 12.346
baci e 854 coiti con una media di orgasmi per lui del cento
per cento, per me del sedici per cento, media complessiva,
secondo lui, del cinquantanove per cento, che non è male.”
Tutto sembra sfaldarsi attorno a lei: scompare il coniglietto
Walter, viene a mancare il nonno Wilfredo, sfuma l’amicizia
con la compagna di scuola Wilma e si chiude squallidamente la storia d’amore con il fidanzato Wolmer.
di Stefano Benni
con Ambra Angiolini
scene e costumi Guido Fiorato
musiche Paolo Silvestri
regia Giorgio Gallione
In questo testo la parola di Benni, agile e dissacrante, è sostenuta dall’interpretazione di Ambra Angiolini, per la prima volta sola in palcoscenico, dopo il David di Donatello e il
Nastro d’Argento per il film Saturno contro.
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10 APRILE 2015 - OLBIA CINE TEATRO OLBIA
11 APRILE 2015 - MACOMER TEATRO COSTANTINO
12 APRILE 2015 - LANUSEI TEATRO TONIO DEI
International Music and Arts
L’HO FATTO PER IL MIO PAESE
di Francesco Freyrie
e Andrea Zalone
(scritto con Antonio Cornacchione)
con Lucia Vasini
e Antonio Cornacchione
scenografia Leonardo Scarpa
regia Daniele Sala
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Immaginatevi un uomo candido e incasinato, capace di
sogni sconfinati, che parlano di libertà uguaglianza e felicità per tutti. Un donchisciotte sempre comicamente in
lotta con gli spigoli della vita, senza soldi, con la disdetta
dell’affitto in una tasca e la lettera di fine rapporto di lavoro nell’altra, artefice di un gesto folle e disperato: rapisce
il Ministro che ha deciso il provvedimento e lo nasconde
in cantina.
Lo fa per sé, per la sua pensione ma soprattutto lo fa per
il suo paese.
Unite la tragicommedia di una donna Ministro, stimata docente universitaria, sposata con un finanziere ricchissimo,
che vive in case raffinatissime secondo valori solidissimi e
che è scesa in politica solo per fare un favore al suo paese… ma un po’ anche a se stessa, nella speranza di colmare
una solitudine assai più rara di tutte le specie rare che popolano la foresta pluviale del Borneo...
Immaginate ora l’urto di questi due mondi… e l’inferno terrestre che si scatena vi regalerà la commedia più appassionata, folle e contemporanea a cui abbiate mai assistito dai
tempi dell’ultima crisi di Governo.
Francesco Freyrie
15 APRILE 2015 - SAN GAVINO MONREALE TEATRO COMUNALE
16 APRILE 2015 - ALGHERO TEATRO CIVICO
17 APRILE 2015 - OLBIA CINE TEATRO OLBIA
18 APRILE 2015 - PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA
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Ludus in Fabula
LA MIA ODISSEA
L’idea di creare una commedia dal vasto tema mitologico
dell’Odissea nasce dal desiderio di far rivivere i personaggi
che segnano l’inizio della letteratura occidentale nella forma in cui io stessa sento di vivere: il teatro.
Nell’Odissea, come in qualunque opera narrata, l’autore
concede raramente ai suoi eroi il privilegio di un monologo
o di un dialogo. Ne La mia Odissea i personaggi occupano
tutta la scena, dunque parlano.
Con devozione e amorevole divertimento ho scritto per
Telemaco, per Calipso, per Odisseo e non di Telemaco, di
Calipso o di Odisseo.
Nell’elaborazione del soggetto non ho mescolato attualità
e passato, mondo di oggi e mondo antico, in cui il soggetto nacque. Ho tenuto i due piani separati, usando l’ironia.
E non per smontare il mito che mi affannavo a ricostruire,
ma per richiamare ogni tanto il presente nella mente dello
spettatore ricordandogli che quello è un altro mondo. Un
mondo poderoso, dove il mito non è favola ma religione.
La lotta Odisseo-Calipso non è semplicemente un duetto d’amore, è la lotta tra Dio e Uomo. Mentre sull’Olimpo gli Dei,
a concilio, decidono quale destino assegnare a ognuno, Odisseo compie l’ultimo tentativo per tornare a casa mettendosi,
ancora una volta, in mare. È il primo segno di una rinascita,
dell’uomo che torna uomo...
Marina Thovez
testo e regia Marina Thovez
con Marina Thovez, Mario Zucca,
Cristina Renda, Federico Palumeri,
Patrizia Scianca, Lorenzo De Iacovo,
Antonio Paiola, Felice Invernici
e con la partecipazione
straordinaria di
Aco Bocina, mandolino
e Manuel Fernando Augusto,
chitarra
scene Nicola Rubertelli
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18 APRILE 2015 - MEANA SARDO TEATRO SAN BARTOLOMEO
21 APRILE 2015 - IGLESIAS TEATRO ELECTRA
22 APRILE 2015 - ORISTANO TEATRO GARAU
23 APRILE 2015 - OZIERI TEATRO CIVICO ORIANA FALLACI
24 APRILE 2015 - TEMPIO PAUSANIA TEATRO DEL CARMINE
Il crogiuolo / Rovine Circolari
Teatro dell’Archivolto
SIOS-BOULÉ …DI JOYCE LUSSU E ALTRE SIBILLE
di Isabella Carloni
con Isabella Carloni e Rita Atzeri
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Lo spettacolo trae spunto dagli scritti e dal pensiero di
Joyce Lussu e segue come filo rosso l’originale e appassionata ricerca storica, antropologica e poetica che Joyce ha
dedicato alla figura della Sibilla.
La tesi di Joyce, condivisa dall’autrice, è che le leggende attorno alle Sibille non siano semplici fiabe o storie fantastiche, ma raccontino di un’antichissima cultura, attaccata alla
vita in ogni sua manifestazione, alla cura per l’ambiente e
a un’idea di civiltà basata sulla convivenza e la solidarietà,
dove etica e politica non sono separate, ma contribuiscono
a una cultura di pace, di giustizia e di rispetto per l’altro.
Stimolato dalle acute sollecitazioni dell’opera di Joyce Lussu,
il lavoro ricerca così, nelle trame di dialoghi tra sibille contemporanee, a volte dolenti, a volte ironiche, combattive o
surreali, le tracce nascoste di un altro punto di vista e di
un’altra sapienza, alla quale guardare come risorsa vitale
per la nostra società disorientata.
Affiorano, intrecciate a quei dialoghi, le esperienze e le parole di Joyce stessa, frutto della sua vita ricca e avventurosa, che ritrova, attorno alla figura della Sibilla, un legame
affettivo e storico tra le Marche – regione d’origine dei suoi
genitori – e la Sardegna – sua amata patria adottiva dopo
l’incontro folgorante con Emilio Lussu, compagno di vita e
di battaglie.
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APOCALISSE
I racconti di Niccolò Ammaniti sono commedie grottesche,
al limite dell’inverosimile, che utilizzano spesso un linguaggio senza ipocrisie, duro, spudorato e vorace; vicende paradossali dove il delirio comico e l’immaginario sfrenato
convivono ed esplodono sulla pagina.
Apocalisse monta e incrocia in palcoscenico due racconti
scritti in tempi molto diversi: Lo zoologo (tratto da Fango)
e Sei il mio tesoro (pubblicato nel volume Crimini). Queste
due storie si innestano nella vicenda di un uomo colpito da
un morbo misterioso contratto con l’avvicinarsi di una sorta
di Apocalisse globale, arrivata senza trombe del giudizio ad
annunciarla. Ma ormai per lui e – teme – per tutti, qualsiasi
processo biologico provoca disagio, dolore: dal camminare
alla crescita della barba, dal sorridere al fare all’amore. Allora, barricato in una devastata casa / hangar, con le ultime
forze scrive e racconta storie simbolo di questo progressivo
disfacimento dell’umanità e del mondo. Vengono così evocati sulla scena zombie che prendono la laurea e folli chirurghi plastici, poliziotti antidroga dal grilletto facile, ultras demenziali e violenti, cabarettisti cialtroni e starlette formose
dal dubbio talento.
Ne viene fuori uno spettacolo che è una perfida parodia di una
società alla deriva, un po’ operetta a/morale e un po’ favola
nera. Ma, lo sappiamo, nel tempo dell’Apocalisse le favole sono
cambiate e «nella bocca dei poeti anche la bellezza è terribile».
dai racconti di Niccolò Ammaniti
(con il contributo
di Antonio Manzini)
con Ugo Dighero
luci Aldo Mantovani
scene e costumi Lorenza Gioberti
regia Giorgio Gallione
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22 > 26 APRILE 2015 - CAGLIARI TEATRO MASSIMO
FEBBRAIO - MARZO 2015
Teatro dell’Elfo con il contributo di Fondazione Cariplo
MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE
di Arthur Miller
traduzione di Masolino D’Amico
con Elio De Capitani,
Cristina Crippa, Angelo Di Genio,
Marco Bonadei, Federico Vanni,
Andrea Germani, Gabriele Calindri,
Alice Redini, Vincenzo Zampa,
Marta Pizzigallo
scene e costumi Carlo Sala
luci Michele Ceglia
suono Giuseppe Marzoli
regia Elio De Capitani
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Diecimila spettatori, applausi e commenti appassionati - della critica come degli spettatori - hanno accolto lo spettacolo
firmato da Elio De Capitani nel gennaio scorso. Sono molte le
coincidenze tra il momento storico attuale e i temi affrontati
dal testo di Miller - il mutuo da pagare, la disperazione di chi
si uccide perché non ha più i mezzi per sopravvivere o perché
ha fallito nella scalata sociale - ma il successo dello spettacolo ha radici più profonde. Al centro della scena espressionista di Carlo Sala una compagnia di attori in stato di grazia
dà verità e profondità ai sentimenti più universali, al cuore
pulsante dell’esistenza: lo strazio di invecchiare, lo scomodo
bilancio delle colpe e degli errori nelle relazioni con chi amiamo di più e, soprattutto, la tentazione della menzogna, del
“far finta di essere” quello che non siamo.
Willy Loman, il commesso viaggiatore protagonista del celebre testo di Arthur Miller, ha illuso tutti di essere un grande
venditore, ma non lo è mai stato e, nei suoi ultimi due giorni
di vita, deve fare i conti con il proprio fallimento esistenziale.
Incapace di stare nella realtà, non distingue più tra presente
e passato, sogni e ricordi, tra quanto si agita nella sua testa
e la vita vera.
Cagliari Piccolo Auditorium e Mini Max
Lanusei Teatro Tonio Dei
Selargius Teatro Si 'e Boi
Tempio Pausania Teatro del Carmine
Palau Cine Teatro Montiggia
PER
I RAGAZZI
DA 11 A 13 ANNI
PER
I BIMBI DAI
5 AI 9 ANNI
3 > 4 FEBBRAIO 2015
PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA
5 > 6 FEBBRAIO 2015
CAGLIARI PICCOLO AUDITORIUM E MINI MAX
Gorgonzola Dream
UNA TAZZA DI MARE
IN TEMPESTA
di Roberto Abbiati
con Roberto Abbiati e Luca Salata
e Alessandro Calabrese
musiche e registrazioni a cura
di Fabio Besana
Il mare. Che mare?
Il rumore del mare. Cosa ti fa venire in mente
il rumore del mare?
Il Moby Dick di Melville. Un libro. Tutto il mare
in un libro. S’accende qualcosa ogni volta che
lo si prende in mano, il libro, e allora poi si comincia a immaginare in grande, balene, velieri,
oceani, via, le cose più esagerate.
“Una tazza di mare in tempesta”,
una piccola installazione, una piccola performance, per poco pubblico che assista a piccoli
oggetti che evochino grandi cose.
Tutto rubato da Melville, per pochi minuti.
Come se si fosse nella stiva di una baleniera.
Tutto qui.
16 MARZO 2015
CAGLIARI PICCOLO AUDITORIUM E MINI MAX
18 MARZO 2015
TEMPIO PAUSANIA TEATRO DEL CARMINE
19 MARZO 2015
PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA
20 MARZO 2015
LANUSEI TEATRO TONIO DEI
Teatro del Segno
AMORI DA
PALCOSCENICO
(da Shakespeare, Goldoni, Rostand…)
di Stefano Ledda e Aurora Simeone
con Daniela Collu e Stefano Ledda
regia Stefano Ledda
“Amori da palcoscenico” è un viaggio “animato” dagli attori sulla scena, sul tema forse
più affrontato da tutti gli autori classici. Lo
spettacolo costruito in forma di dialogo con il
pubblico, mostra un susseguirsi di dichiarazioni, giochi, schermaglie, passioni e turbamenti
tratti dalle più celebri opere della letteratura
teatrale.
Gli attori, avvalendosi di pochi elementi per
suggerire costumi o scenografie, viaggiano
attraverso le pagine di grandi capolavori, giocando e ironizzando su se stessi e sui mestieri
del teatro.
Il pubblico vedrà svolgersi sotto i propri occhi alcune tra le scene d’amore più famose, e
altre meno conosciute: il dialogo di Romeo e
Giulietta al Balcone e la segreta passione di
Cirano per la bella Rossana, o l’ardua conquista della Bisbetica Lisetta; e ancora la favola di
Piramo e Tisbe, la gelosia di Otello, gli intrighi
de “Le Relazioni pericolose”…insomma dalla
Commedia degli equivoci alla Tragedia.
PER
I RAGAZZI
DA 13 ANNI IN SU
PER
I RAGAZZI
DA 13 ANNI IN SU
20 GENNAIO 2015
CAGLIARI PICCOLO AUDITORIUM E MINI MAX
Laboratorio sulla narrazione
20 FEBBRAIO 2015
CAGLIARI PICCOLO AUDITORIUM E MINI MAX
Il Crogiuolo/ Teatro del Sottosuolo
condotto da Massimo Zordan
liberamente ispirato al Decameron
di Giovanni Boccaccio
drammaturgia e regia Rita Atzeri
con Daniela Collu, Pier Paolo Frigau,
Alessandra Leo, Alessia Marrocu,
Alessandro Muroni
e con la partecipazione
di Tiziana Martucci/Mirko Ariu
canzoni originali Alessandro Muroni
HO QUALCOSA
DA RACCONTARTI
Ricordare e rivivere una esistenza, una vicenda,
un’emozione vissuta o sognata, uno stato d’animo, un forte sentimento, un aneddoto, una battuta di spirito, un’immagine, un suono dell’anima, o anche un gioco di parole o una parola sola
e tutto questo poterlo raccontare.
Raccontare attraverso melodie, per trascinamento di cuore e unione di note. Il senso del racconto, il suo dipanarsi cammin facendo.
Sentire il racconto e trovare la possibilità di
farlo ascoltare. Improvvisare le melodie e poter
così insieme costruire la trama narrativa. Individuare l’oggetto del raccontare e subito cantarlo, lasciarlo fluire senza il nostro censurare,
senza condizionamenti di forma... Si tratta di
un laboratorio di creazione narrativo/sonora,
pratico, tendente alla creazione di micro-storie
rappresentabili.
Gli incontri avranno una prima fase preparatoria d’allenamento/riscaldamento sulla ricerca
di uno spazio narrativo comune e complice per
poi passare all’improvvisazione narrativa e canora.
ALL’OMBRA
DELL’ULTIMO SOLE
Una giovane Compagnia teatrale riesce finalmente a trovare una scrittura: il committente
desidera vengano messe in scena alcune novelle del Decamerone di Boccaccio, ma ci vorrebbe
un’idea orginale... che purtroppo non si trova.
«In fondo in teatro non s’inventa più niente:
si cita!» si giustifica il povero regista di fronte
alle perplessità degli attori; e invita gli attori a
cimentarsi in una gara: ciascuno di loro, come
i giovani rifugiatisi in una villa fuori città per
sfuggire alla peste, dovrà raccontare una novella alla maniera di un grande autore contemporaneo... Mentre il musicista-poeta comporrà la
colonna sonora ispirandosi a Leonard Cohen,
gli attori metteranno in scena le novelle del
Boccaccio; quelle narrate da Landolfo Rufolo,
Nastagio degli Onesti, Lisabetta da Messina,
Girolamo e Salvestra, Federigo degli Alberighi,
frate Cipolla e Guido Cavalcanti, con risultati di
grande commozione e comicità.
PER
I RAGAZZI
DA 13 ANNI IN SU
PER
I RAGAZZI
DA 13 ANNI IN SU
26 FEBBRAIO 2015
PALAU CINE TEATRO MONTIGGIA
27 FEBBRAIO 2015
TEMPIO PAUSANIA TEATRO DEL CARMINE
Teatro del Segno
24 MARZO 2015
CAGLIARI PICCOLO AUDITORIUM E MINI MAX
MicroFratture Teatro
rovinarsi è un gioco
di e con Stefano Ledda
Destar qualcosa è un elogio all’amore, un corpo che si sottrae per lasciare il posto ad un altro, il sacrificio dell’affermazione del proprio
io per amore dell’altro. Un processo creativo
liberamente ispirato all’Iperione di Hölderlin.
I suoi versi, nella prima lettera di Diotima al
suo amato, risuonano come corpi del passato,
riaffiorano nel vano tentativo di far coincidere la parola pensata con quella pronunciata,
inafferrabilità dell’istante. Una condizione
precaria all’interno della quale la parola non
sarà più portatrice di un discorso narrativo,
bensì prenderà forza ed emergerà spinta dalla carica emozionale, mantenendo così una
certa purezza. La morte di Diotima che si spegne dal dolore credendo morto il suo divino
guerriero, è un atto d’amore totalizzante, che
ripristina l’armonia.
Il corpo in scena interagisce col suono restituendo allo spettatore una partitura musicale, ritmica. Una traccia sonora registrata,
costruita da campioni di voce, andrà a mescolarsi alla voce dell’attrice in scena. La voce
registrata e la voce reale s’incontreranno e si
uniranno in un abbraccio o lotteranno e l’una prevaricherà sull’altra, come due corpi nel
tentativo di amarsi.
G.A.P.
Esploso, questo è quello che diceva l’intervista sul
giornale. “Ad un certo punto sono esploso e tutto
non era più dove l’avevo lasciato.”
Esploso. Proprio questo credo sia il modo più efficace per raccontare la storia di un giocatore compulsivo di videopoker. Raccontarla esplodendone
gli episodi, le bugie, le emozioni ed insieme a questi cercare di raccontare anche gli oltraggi subiti…
Lo spettacolo nasce dall’intenzione di mettere
una lente di ingrandimento sul fenomeno del
gioco d’azzardo tecnologico, mostrando come
il “passatempo innocuo” del videopoker può
diventare con facilità dipendenza patologica
“sulla pelle della percentuale difettosa”.
La pièce prende corpo attraversando un lungo periodo di documentazione e nove mesi di
interviste. È dunque una storia reale fatta di
nomi, mogli, posti di lavoro, figli, amicizie, quella che si svolge davanti al pubblico in una scena
scarna fatta di segni brevi ed essenziali.
Segni che non lusingano la poesia, ma si impongono come snodi freddi e reali di una storia-vita, che “accadendo” sul palcoscenico racconta
la claustrofobia ciclica della dipendenza.
Stefano Ledda
DESTAR QUALCOSA
di e con Monica Serra
[email protected]