Distretto Scolastico N° 53 – Nocera Inferiore (SA) Scuola Secondaria di 1° grado “FRESA - PASCOLI” Viale Europa ~ 84015 Nocera Superiore (SA) 081 933111 Telefax: 081 936230 C.F.: 94041550651 Cod: Mecc.: SAMM28800N [email protected] www.fresapascoli.gov.it MISSION E VISION DI SCUOLA Nel quadro della riflessione sulle politiche della knowledge society (società della conoscenza) interessante è stata la volontà di rappresentare e connotare la nostra scuola come insieme di comunità di pratica. Infatti la strategia e le politiche della organizzazione, affinché la mission, la vision ed i valori siano accettati e sostenuti dalle sue parti interessate si esplicano e si legittimano nella nostra scuola nell’implementazione e consolidamento delle "comunità di pratica". Essa si presenta come lo sviluppo di una teoria dell’apprendimento che mette in evidenza la mutua costituzione delle identità, delle pratiche e dei mondi sociali interni a specifici sistemi di attività. In altri termini, a non isolare l’apprendimento dalle altre attività che si sviluppano nelle reti di relazioni sociali. Nella scuola media FRESA-PASCOLI la strategia e le politiche della organizzazione, si legittima nella valorizzazione dell’ impegno reciproco per la natura sociale della comunità di pratica che viene definita non in relazione alla prossimità fisica, ma all’interdipendenza fra i partecipanti. La comunità di pratica si differenzia dal gruppo e dal team, poiché l’appartenenza dipende dal riconoscimento della competenza del singolo e dalla connessione tra le diverse competenze. Tale dimensione implica il sostegno e la partecipazione ad un insieme di attività condivise, la considerazione dei membri quali partner affidabili e la mutualità delle interazioni; intrapresa comune per la convergenza della comunità intorno ad un fine che tuttavia non limita in maniera esclusiva l’agire individuale e quello della comunità nel suo complesso. Si tratta, infatti, di una convergenza temporanea inserita in un sistema di attività più ampio che influisce sui contenuti del fine comune, senza peraltro determinarli. Ciascuna comunità di pratica mantiene sempre un margine di mediazione rispetto all’organizzazione nella quale è radicata e nei confronti del sistema istituzionale cui fa riferimento; repertorio condiviso per il sedimentarsi nel corso del tempo di un set di strumenti, tecniche e rappresentazioni che orientano l’agire. Il repertorio include routine, parole, strumenti, modi di fare le cose, storie, gesti, simboli, generi, azioni o concetti che la comunità ha prodotto o adottato nel corso della sua esistenza e che sono diventati parte del suo essere. In questa ottica, l’organizzazione scolastica è descrivibile come una comunità di pratica, oppure come un insieme di sistemi (di amministrazione, di insegnamento, di apprendimento) variamente interconnessi. Le dinamiche di funzionamento delle reti interorganizzative che la scuola attiva possono essere lette, come circuiti (viziosi/virtuosi) d’apprendimento (o di non apprendimento) istituzionale, i quali richiedono appropriate modalità di governance post-burocratica. La scuola adotta processi valutativi che partono dal basso, dai bisogni formativi della comunità scolastica e rappresentano un’opportunità professionale per rielaborare criticamente la propria esperienza e ad orientare processi di sviluppo. L’autovalutazione orienta la scuola alla ricerca del cambiamento e di crescere nella consapevolezza, nella condizione e nella fiducia che un miglioramento dell’azione educativa, didattica organizzativa è desiderabile, è possibile. I processi autovalutativi permettono di trovare strategie di miglioramento della scuola che coinvolge tutto il personale, in una sistematica analisi della pratica corrente, con lo scopo di progettare piani di sviluppo. L’autovalutazione intesa come esame retrospettivo, si caratterizza come empowerment organizzativo: ha strettamente a che fare con l’azione, lavora per priorità, tiene in massimo conto il criterio di fattibilità, punta sul coinvolgimento di tutti gli attori sociali, accresce lo sviluppo di responsabilità, stimola nell’ambiente scolastico l’accountability, è un esperienza formativa e soprattutto funzione nella misura in cui produce cambiamento. L’attesa del miglioramento come esito del processo di autovalutazione è l’aspetto che emerge dai processi autovalutativi di molte scuole. I nostri processi di autovalutazione implicano il mettersi in gioco, sperimentare la plausibilità e la validità delle nuove idee emergenti, ascoltare le esperienze concrete; comporre i punti di vista; cercare il contraddittorio e vivere positivamente i conflitti. Bisogna cercare e provare il cambiamento, accettare di lavorare per ipotesi, monitorando i miglioramenti introdotti, ponendosi in un atteggiamento critico. L’autovalutazione si configura così come un orientamento culturale e sociale che vuole implementare aspetti di innovazione e consolidare i punti forti di un’organizzazione. Essa permette alla scuola di fare su di sé un’analisi metacognitiva in quanto le consente di prendere coscienza delle proprie modalità di funzionamento e delle possibilità di sviluppo. Bisogna aiutare la scuola ad uscire dall’autoreferenzialità e a favorire una cultura sistemica. Il Dirigente Scolastico Prof. Michele Cirino