I VIAGGI D’AUTORE
de laformadelviaggio
2 - 9 marzo 2013
IRAN
Tesori di Persia + Kerman
Viaggio accompagnato da Matteo Compareti, ricercatore in studi
islamici dell’università di Venezia attualmente impegnato all’Institute
for the study of the Ancient World della New York University,
profondo conoscitore dell’arte e della cultura islamica oltre che
esperto accompagnatore di viaggi nell’area del vicino e del medio
oriente.
Introduzione:
Attraverso centinaia di secoli, in Persia si sono succedute e fuse tra
loro le civiltà più diverse, lasciando testimonianze di inestimabile
valore: dalle ceramiche preistoriche alle tombe dei re a Persepolis,
dai bassorilievi achemenidi ai dipinti dell’epoca Qajar; dai
monumenti sassanidi alle ardite architetture islamiche. L’austera
tomba di Ciro, le torri di ventilazione, Shiraz, Yazd, Nain, e il
turchese delle maioliche a Isfahan. Come una grandiosa, alta
piattaforma, unisce l’Oriente e l’Occidente nel cuore profondo
dell’Asia; è la sorgente di tutto quanto ci riguarda, dei nostri popoli,
della nostra cultura, religione e filosofia della nostra civiltà. Fino alla
Mesopotamia, fino all’Iraq e a Babilonia, pur nella distanza, ancora ci
si ritrova: ancora si avverte forte il legame che connette il Medio
Oriente al Mediterraneo e all’Occidente. Ma più oltre, in Iran, tutto
cambia: il paesaggio, le genti, l’orizzonte.
La Persia ha una funzione ambigua nella storia dei rapporti fra
Oriente e Occidente; culla di ogni inizio, in certe epoche connette i
due mondi, in certe altre li tiene tenacemente separati.
La Persia è, essenzialmente, simbolicamente, una terra di incrocio,
un’immensa frontiera che apre (o chiude) due mondi. A Persepolis
quest’idea trova la sua forma architettonica nelle mirabili porte della
reggia, così descritta da Byron: “ Le porte vantano un guizzo di
autentica invenzione. Le loro proporzioni sono strette e tozze per
invitare a un eterno andare e venire, mentre le nostre porte chiedono
di sostare e di lasciarsi incorniciare. Come gli archi di Stonehenge,
sono fatte di pietre intere, due per i lati e una per l’architrave. Ma le
modanature e gli angoli sono precisi e delicati come se fossero stati
tagliati da una macchina.” Nell’epoca che va dall’ellenismo e
dall’impero di Roma all’Islam, il viaggiatore in Persia ha il piacere di
scoprire la tradizione artistica sasanide e poi selgiuchide. Le rovine
sassanidi raramente sono belle, eppure, dotate di una forza propria
notevolissima, documentano un periodo di congiunzione tra il
mondo antico e il mondo moderno. E’ un’arte dura, tirannica, rozza,
senza il cui tramite non si spiegano le continuità e le differenze tra
basilica e moschea: invenzioni islamiche fondamentali, come la
cupola e le arcate vuote, risalgono a questo periodo.
Una sorpresa sarà l’incontro con la raffinatezza dell’arte costruttoria
selgiuchide che possiede l’audacia e la sfida dell’invenzione
autentica, dove la decorazione è, come nella grande architettura,
espressamente sacrificata al progetto e, nota Byron: “ Il risultato,
nonostante le possibili imperfezioni, rappresenta il trionfo dell’idea
sulle limitazioni tecniche... Viene in mente Brunelleschi.”
Nell’assenza dell’ornamento e di ogni dettaglio superfluo, resta la
proporzione. Una perfezione geometrica, raffinatezza unita a vigore,
che svela all’europeo un nuovo mondo architettonico ispirato agli
stessi principi della plastica classica, ma che quei principi reinventa
in nuove forme: barlumi che permettono di percepire l’esistenza di
un linguaggio estraneo al nostro, eppure così sbalorditivamente
consonante rispetto alle nostre origini. In Persia è possibile, ancora
oggi come in passato, stare accanto ai monumenti senza disturbare la
solitudine delle colonne e degli animali alati dei rilievi, nell’assoluto
silenzio e immobilità della pianura. E’ possibile ripercorrere, per
vivide tracce, le memorie di Ciro, di Dario, di Serse. Vedere l’Asia
come la videro i Greci che al seguito di Alessandro arrivarono fin qui;
abituati agli stretti orizzonti della piccola Grecia e Macedonia, non
avevano occhi abbastanza grandi per contenere questi spazi e per
ammirare i tesori conquistati. E’ possibile, ancora, sentire il respiro
dell’Occidente che si distende fino ai confini del mondo, fino
all’Indo. “L’inizio di un viaggio in Persia assomiglia a un’equazione
algebrica: non si sa mai se riuscirà”: così scriveva Robert Byron nel
libro che Bruce Chatwin portò con sé nella sua avventura di scrittoreviaggiatore in Oriente e che ci è servito da traccia per questa nostra
breve introduzione al Paese. Qualche anno di distanza e la
collaudata esperienza nell’organizzazione ottimale degli itinerari
assicurano con buon margine di sicurezza un risultato positivo a
questa equazione.
Ma, proprio come nei viaggi di Byron e di Chatwin, resta la
meraviglia della scoperta di un Paese superbo, unico, magico.
Un paese dalle forti contraddizioni, ancorato al passato, ma proteso
verso il futuro, giovane nell’età degli abitanti, ma antico nella cultura,
che i media ci presentano come un mondo chiuso in se stesso, ma
che si rivelerà di un’apertura straordinaria verso l’ospite che si spoglia
di ogni pregiudizio e che desidera varcarne la soglia.
PROGRAMMA DI VIAGGIO:
21 aprile: volo per Teheran
Partenza da Venezia per Teheran in serata via Istanbul. Pernottamento a
bordo.
22 aprile: i musei di Teheran + volo per Kerman
Arrivo e trasferimento in hotel per qualche ora di riposo. Prima colazione.
La città di Teheran si estende su una vasta superficie a partire dal limite
meridionale delle montagne dell'Elburz. Teheran conta attualmente oltre 15
milioni di abitanti ed è una vera e propria megalopoli. Divenuta capitale
alla fine del XVIII secolo, ha conosciuto a partire dagli anni 50, con la
crescente prosperità dovuta in gran parte allo sfruttamento del petrolio, uno
sviluppo senza precedenti, marcato dalla costruzione di autostrade e di
edifici di diversi piani, nonché dal flusso inarrestabile di persone
provenienti dalle parti rurali del Paese. Poche sono le tracce visibili che
testimoniano i due secoli di vita della città come capitale. In effetti, da due
secoli a questa parte, è cresciuta all'insegna della più totale assenza di un
piano architettonico: sovraffollamento costante, traffico caotico ed evidente
mancanza di progetti urbanistici adeguati non possono fare a meno di
colpire spiacevolmente il visitatore.
Tra la zona nord e quella sud della città si nota un profondo divario sociale.
Nella prima il livello economico è elevato, vi si trovano quartieri
residenziali eleganti, buoni ristoranti e negozi di qualità, mentre nella
seconda si denota un certo grado di povertà e di caos, anche se è proprio
questa la zona dove sono collocati i principali e più spettacolari musei che
costituiscono il motivo d’interesse principale della nostra breve sosta.
Il Museo Archeologico dell'Iran si trova in Kheyabun-e Shahid Yarjani. Si
tratta senza dubbio del più bel museo del paese, data la quantità e la qualità
delle testimonianze esposte provenienti da ogni parte dell'Iran. La visita al
museo costituisce un’eccellente introduzione alla storia della Persia e ai
tesori che avremo modo di ammirare nei prossimi giorni. Il Museo dei
Tappeti ospita più di cento esemplari provenienti da tutto il paese che
testimoniano la produzione di tappeti a partire dal XVIII secolo, con
qualche esempio più antico. Pur non essendo vastissima, la collezione
compensa in qualità ciò che non possiede in quantità. Nel pomeriggio visita
dello splendido Museo Nazionale dei Gioielli dove possiamo osservare una
delle collezioni di gioielli più importante al mondo, accumulata attraverso i
secoli da tutte le dinastie persiane. Tempo permettendo visita esterna del
Palazzo Golestan, ex-residenza dello Scià, un insieme di edifici che prende
il nome dai meravigliosi giardini dal quale è circondato, infatti “Golestan”
significa roseto.
In serata trasferimento in aeroporto per il volo diretto a Kerman (orario da
riconfermare, in base all’orario del volo interno eventualmente questo
trasferimento potrà essere effettuato presto il mattino successivo).
Trasferimento e sistemazione in hotel. Pensione completa.
23 aprile: visita di Kerman ed escursione ai villaggi di Rayen e Mahan
Arrivo a Kerman e partenza immediata per l’escursione ai villaggi di Rayen
e Mahan. Rayen, dopo il terribile terremoto che distrusse la famosa
cittadella di Bam, è rimasta la più suggestiva città in mattoni di fango
dell’Iran. Successivamente si continua in direzione di Mahan che ospita uno
stupendo mausoleo, il Aramgah-e Shah Ne’matollah Vali, risalente al XV
secolo, è famoso per le sue piastrelle e le sette porte indiane alcune con
intarsi in avorio. Si prosegue con la visita del Giardino di Bagh-e Shahzde,
di epoca qagiara. Il palazzo una volta era una residenza principesca, e nel
giardino sono presenti numerosi corsi d’acqua. Rientro a Kerman per la
visita della città, situata su una pianura a 1860 metri d’altitudine, alle porte
del deserto. Kerman è stata governata da arabi, seleucidi, delle tribù del
Turkmenistan e mongoli. La Moschea del Venerdì mantiene lo stile
tradizionale con cui fu costruita verso il 1349. Malgrado le sue piccole
dimensioni la Masjed-e Jame, è il centro religioso principale della città e
uno dei più importanti a livello nazionale. La decorazione basata sulle
piastrelle a colori e la maggior parte della struttura dell’edificio risalgono
alla ricostruzione portata a termine durante il periodo Safavide nel XVIII
secolo. Il complesso Ganj-Ali-Khan ha la struttura tipica di una moschea. Fu
costruito nel 163, la cupola, la facciata decorata con il gesso, le piastrelle e
la decorazione di stucco interna trasformano la costruzione in un luogo
incantato. Nei bagni sono ancora visibili le colonne che anticamente
sostenevano i soffitti e la cupola, le piscine, la stanza d’ingresso e i lunghi
corridoi. Il complesso si trova all’interno del Bazar; costruito durante il
periodo Safavide, questo mercato si inserisce tra i centri commerciali più
importanti del paese ed infatti è l ́attrazione più importante della città. È
lungo più di tre km lungo i quali si possono vedere negozi, case da tè e
perfino un caravanserraglio. Pensione completa e pernottamento in hotel.
24 aprile: Partenza per Shiraz e sosta ai resti del palazzo sasanide di
Sarvestan
Prima colazione e partenza per Shiraz. Il percorso (circa 571 km) si snoda
prevalentemente in un ambiente arido che alterna steppe e montagne,
punteggiato qua e là da verdi oasi. Sosta a Sarvestan per la visita del
palazzo costruito in pietra e gesso che risale all'epoca di Bahram V (tra il
420 e il 438 d.C.) Arrivo a Shiraz in serata e sistemazione in hotel. Pensione
completa.
25 aprile: Persepolis, la capitale dei re achemenidi e i bassorilievi sasanidi
di Naqhsh-e-Rostam
Dopo la colazione partenza per l’escursione a Persepolis, la capitale dei re
achemenidi, di Dario, Serse e Artaserse I. I resti maestosi della reggia del V
secolo a.C., i preziosi bassorilievi, la sfilata interminabile dei popoli che
portano offerte al Re dei Re, i tori androcefali, i grifoni, le tombe scolpite
nella roccia sulle pareti della montagna, fanno di questa giornata uno dei
momenti più emozionanti del viaggio. E’ a Persepolis che possiamo
ammirare ciò che resta del periodo di massimo splendore dell’architettura
achemenide. Dario I vi trasferì la capitale nel 518 a.C., ma, se Dario aveva
tracciato lo schema generale degli edifici, la Persepolis che conosciamo è
opera di suo figlio Serse. Mentre i primi anni del suo regno furono dedicati
alla guerra e all’amministrazione, già nel 485 a.C. l’interesse del sovrano fu
dedicato all’edificazione della nuova capitale.
Fra gli edifici della terrazza reale di Persepolis, il più imponente è la grande
“apadana” di Dario che poteva contenere 10.000 persone. La terrazza sulla
quale si ergeva l’edificio è ricavata dalla viva roccia: ad essa conducono
due ampie scalinate, ornate dai famosi bassorilievi con l’omaggio dei popoli
dell’impero al sovrano.
Dopo la visita al celebre sito archeologico proseguiamo verso Naqhsh-e-
Rostam, il luogo dove si trovano le tombe dei re achemenidi purtroppo
ormai vuote. La località è celebre per i bassorilievi sasanidi: uno di questi è
noto poichè testimonia la sconfitta e la cattura dell’imperatore romano
Valeriano ad opera del re sasanide Shapur. Nel pomeriggio rientriamo a
Shiraz, e ci dedichiamo alla visita di questa città molto gradevole e
romantica, con bei palazzi e rigogliosi giardini. Visiteremo la tomba del
grande poeta lirico persiano Hafez, la moschea rosa Nasir ol Molk, costruita
in epoca Qajar nel 1876 per ordine di uno dei signori della dinastia Mírzá
Hasan Ali Nasir al Molk e terminata nel 1888, la Qavam House (conosciuta
anche come Narenjestan House), una casa storica tradizionale. L’edificio
della Qavam House
preserva l’eleganza e
la raffinatezza di cui
godevano le famiglie
dell’alta
borghesia
durante il XIX secolo. I
dipinti dei bassi soffitti
della casa sono di
ispirazione vittoriana.
Il portico decorato con
specchi era il punto
focale della casa, che
la congiungeva con il
giardino,
ricco
di
palme, fontane e fiori. L'aranceto o “narenjestan” impreziosisce la dimora.
Prima o dopo cena visitiamo Shah-e Cheragh, il santuario del 'Re della luce'
che ospita i resti di Sayyed Mir Ahmad, fratello dell'Imam Reza, morto a
Shiraz nell'853. Verso la metà del XIV secolo venne eretto sulla sua tomba
un mausoleo e da allora questo è un'importante meta di pellegrinaggi per
gli sciiti. I riflessi multicolori provocati dal gran numero di piccole piastrelle
di vetro dentro il tempio sono abbaglianti e costituiscono uno spettacolo
che rende ragione del soprannome di 'Re della luce'. Ci ricaveremo pure
del tempo per passeggiare tra le vie del Bazar Vakil. Pensione completa.
Pernottamento in hotel.
26 aprile: Pasargade e la tomba di Ciro il Grande. Proseguimento verso
Yazd, la capitale dello zoroastrismo, alle porte del deserto
Dopo la colazione partenza per Pasargade, l’antica capitale di Ciro il
Grande, situata nel deserto sassoso. I resti di Pasargade, piuttosto scarsi,
rappresentano lo stadio più antico nell’evoluzione dell’architettura
achemenide. Lo stile nasce dalla fusione fra elementi medi, di Ur e assiri. La
pianta della città conserva il carattere di un accampamento nomade: gli
edifici, un ingresso monumentale, il palazzo e la sala delle udienze, molto
distanti l’uno dall’altro, sorgono in un vasto recinto, anticamente circondato
da un muro dello spessore di 4 metri e ora quasi completamente scomparso.
La sala delle udienze è il primo esempio di “apadana” che, come avremo
avuto modo di vedere a Persepolis, diventerà tipica della successiva
architettura achemenide. Il monumento senz’altro più interessante di
Pasargade è la solitaria tomba di Ciro il Grande. La tomba è un grande
sarcofago bianco che spicca isolato in mezzo ai campi arati, con uno stile
molto semplice, sul modello di una ziggurat mesopotamica. Essa è situata su
una scalinata di sei gradoni che portano alla cella centrale, oggi vuota.
Terminata la visita proseguiamo verso Yazd. Situata tra il deserto salato del
Kevir e il deserto sabbioso del Lut, Yazd, impastata dei diversi colori della
terra, è molto affascinante per l’architettura e per la sua storia che la colloca
come capitale dello zoroastrismo, l’antica religione del VI secolo a.C. che
conta ancor oggi un discreto numero di seguaci. Sistemazione e
pernottamento in hotel. Pensione completa.
27 aprile: visita di Yazd e proseguimento verso Isfahan con sosta a Nain
Prima colazione e visita di Yazd. Interessanti sono le Torri del Silenzio,
dove si inumavano i morti e il Tempio del Fuoco, dove in un braciere da
1500 anni ininterrottamente ardono ceppi di sandalo profumato. Stupenda
la Moschea del Venerdì, con il portale e i minareti gemelli più alti in Iran, il
Mausoleo dell’Emamzadé-yé Sayyed Ja’far, la cisterna d’acqua con le torri
di ventilazione. Lasciamo Yazd per Isfahan, distante circa 300 km che si
percorrono in 4 ore. Lungo il percorso sosta a Nain, famosa per i suoi
tappeti e per le stoffe in lana di cammello tessute a mano da abili artigiani.
Passeggiata nella parte vecchia della città con visita della Moschea del
Venerdì risalente al X secolo e al Museo Etnografico (Pirnia House).
Sulla strada per arrivare a Isfahan potremo osservare numerosi
caravanserragli, ancora in buono stato di conservazione, a testimonianza
delle antiche vie carovaniere, e gigantesche piccionaie, inesauribili serbatoi
di guano per fertilizzare la terra. Pensione completa. Pernottamento in
hotel.
28 aprile: Isfahan, la “Metà del Mondo”, la città-sogno dell’Islam, capitale
dello Scià Abbas
L’antica capitale dello scià Abbas, a cavallo tra il XVI e XVII secolo, è la
città-sogno dell'Islam, meta nei secoli di intellettuali e viaggiatori.
La storia di Isfahan può essere paragonata alla sua complessa bellezza. Non
si sa di certo quando fu fondata per la prima volta, ma si sa che già nel V
secolo a.C. era una città importante perché i monarchi l’avevano scelta
come residenza estiva. L’attuale aspetto della città è opera del re safavide
scià Abbas (1587-1629) che durante il XVI secolo ordinò la costruzione di
palazzi, ponti, moschee, giardini e marciapiedi che trasformarono la città
già in quell’epoca in una delle più belle d’Oriente. Gli storici raccontano
che era la città più prospera e moderna del mondo (aveva quasi un milione
di abitanti). Dopo il regno di scià Abbas I altri artisti, monarchi, architetti,
pensatori e intellettuali lasciarono la loro impronta e contribuirono ad alla
sua bellezza.
Straordinario il fasto delle molte, raffinatissime moschee, ornate di smalti e
di ceramiche. L’azzurro delle maioliche si intreccia nelle preziose
geometrie, la maestosità dei portali a stalattiti gareggia con la superbia dei
minareti puntati contro il cielo. Tutto lo splendore dell’architettura e della
decorazione islamiche si concretizza nelle forme graziosamente
proporzionate della Moschea del Venerdì, nella Moschea dello Scià, nel
Palazzo Ali Qapu, nella residenza delle Quaranta Colonne... Ma l'incanto
della città sta anche nel passeggiare nei giardini, che risentono della
tradizione degli antichi "paradisi delle delizie", passeggiare sui vecchi ponti
e confondersi nei meandri dell’immenso bazar: è l'atmosfera d'incanto di
una città che un vecchio detto definisce “la Metà del Mondo”.
Iniziamo la visita della città dalla Meidun-e Naghsh-e Jahan. Questo
enorme spazio aperto è una delle piazze più grandi del mondo e
rappresenta un maestoso esempio di urbanistica. Realizzata nel 1612,
intorno a essa si concentrano molti tra i più rinomati monumenti di Isfahan.
Tra questi visitiamo il Palazzo di Ali Qapu dal cui balcone che si affaccia
sulla piazza i re safavidi assistevano alle partite di polo. Se pensiamo alla
data di costruzione, il XVI secolo, e fissiamo lo sguardo sulle enormi
dimensioni attuali del complesso, ci renderemo conto che all’epoca in cui il
palazzo fu progettato, doveva sembrare un gigante irraggiungibile.
All’interno è interessante visitare ogni piano perché ognuno è arredato in
modo del tutto diverso. Purtroppo oggi molti degli affreschi e mosaici che
decoravano gli ambienti non si vedono più, tuttavia all'ultimo piano è
possibile ammirare le splendide “sale della musica”, con i particolari soffitti
traforati intagliati con le forme degli strumenti musicali.
Di fronte al Palazzo di Ali Qapu visitiamo la Moschea di Cheikh Lotfollah
costruita dallo scià Abbas I nel 1602, un piccolo tempio arredato con una
molteplicità di dettagli che lo trasformano in una meraviglia. Per costruirla
furono necessari più di vent’anni poiché i mosaici dell’interno sono
incomparabili per la loro complessità. In passato questa moschea era
conosciuta come “Quella delle donne”, perché in origine un cunicolo la
collegava col palazzo di Ali Qapu e permetteva alle donne della corte di
assistere agli uffici religiosi senza essere osservate. La maggior parte delle
piastrelle che arredano l’interno sono rosa, ma hanno tonalità che variano
con la luce. Uno degli elementi più attraenti è il pavone disegnato sul suolo
che si mostra in tutta la sua bellezza quando la luce del sole non lo illumina
direttamente. Sul lato sud della piazza sorge la Moschea dello Scià (o
dell’Imam), che costituisce una delle più imponenti e favolose opere
architettoniche dell’Iran. I muri dell’edificio, sia quelli esterni che quelli
interni sono interamente rivestiti dalle piastrelle di maiolica azzurra che
sono diventate uno dei simboli di Isfahan. Commissionata dallo scià Abbas
il Grande, la costruzione della moschea richiese 26 anni e fu ultimata nel
1638. Il colore delle piastrelle assume tonalità diverse a seconda delle
condizioni di luce in modo che ad ogni ora del giorno questo capolavoro
dell'arte islamica ci appare con un volto diverso. La facciata è considerata
una delle più belle del mondo mediorientale. Lungo i suoi 33 metri di
altezza si può osservare una molteplicità di stili architettonici che
influenzarono la costruzione della moschea. E’ un esempio di meravigliosa
armonia che contrasta profondamente con l’interno. Attraversato il grande
portale di ingresso, dopo un breve corridoio, si accede alla sala che immette
nel cortile interno circondato da quattro “iwan” (atrii colonnati), ciascuno
dei quali conduce a una sala di preghiera a volta. Per completare il
perimetro della piazza, manca il lato breve a nord, sul quale si apre
l'ingresso del Bazar di Isfahan. Il Bazar si estende su di una superficie molto
vasta: come la maggior parte dei bazar iraniani, anche questo è suddiviso in
varie strade collegate tra loro, in ognuna delle quali si svolge una
determinata attività o si vende un certo prodotto. La Moschea del Venerdì è
l’espressione architettonica più importante della dominazione selgiuchide
in Persia (1038-1118). Ciò che distingue in maniera immediata la moschea
è la sua integrazione con il tessuto urbano attraverso i numerosi accessi che
la collegano con le attività della città, sfumando i confini tra spazi cittadini
e spazi religiosi. Questo risultato è anche l'esito finale del processo
costruttivo e ricostruttivo verificatosi nel tempo. Nonostante le ingenti
modifiche apportate alla struttura nel corso dei secoli, essa conserva
un'unità strutturale, decorativa, cromatica e di materiali. I quattro rialzi del
cortile non sono solamente degli schermi, ma comprendono anche vie di
transito tra le diverse aree sacre dell'edificio e degli spazi cittadini. Il cortile
della Moschea del Venerdì è il più grande che c’è all’interno di un edificio
religioso iraniano. La struttura è classica e ben lavorata come le due cupole,
una alta quattordici metri è l’atra dieci. Di particolare interesse è la mihrab
di Uljaitu, che fu edificata nel 1310 dal sovrano Ilkhanide Uljaitu. La
costruzione presenta una complessa composizione in stucco costituita da
iscrizioni tridimensionali che si fondono con intagli floreali e geometrici.
Pensione completa. Pernottamento in hotel.
L’ordine delle visite è puramente indicativo e potrà essere variato in loco
dalla guida a seconda degli orari di apertura per ottimizzare la giornata.
29 aprile: continuazione delle visite di Isfahan e dei suoi gioielli
architettonici
Dedichiamo anche la giornata odierna all’approfondimento di Isfahan.
Partiamo dai famosi ponti che attraversano lo Zayandé Rud. Il Sio-se-pol,
ponte delle 33 arcate dalla struttura armoniosa, costruito nel 1602, è quello
più conosciuto. Il Khajou (o Pol-e Khaju) è un po’ più stretto ma ancor più
bello del precedente. Costruito dallo scià Abbas questo ponte aveva
funzione di diga oltre ad essere un luogo d’incontro. Il più antico dei ponti,
lo Shahrestandel, una costruzione in pietra e mattoni del XII secolo circa, si
basa sulla struttura portante di un ponte sasanide molto anteriore. Ci
inoltriamo poi nel quartiere armeno con le sue numerose chiese tra cui la
Cattedrale
di
Vank.
Ci spostiamo quindi verso il Palazzo Chehel Sotun, un edificio destinato ai
ricevimenti, fatto costruire dallo scià Abbas II nel XVII secolo. Le sue venti
colonne di legno si riflettono sulla superficie della vasca del parco. Sarebbe
questa l’origine del nome con cui è comunemente conosciuto: il Palazzo
delle Quaranta Colonne. Pensione completa e pernottamento in hotel.
30 aprile: partenza per Teheran e visita al villaggio di Abyaneh, alle case
tradizionali dei commercianti di Kashan e al Giardino di Fin
Prima colazione. Partenza per Teheran con il nostro bus sostando lungo il
percorso per visitare il caratteristico villaggio di Abyaneh dalle case color
ocra, situato ai piedi dei Monti Karkas. Abyaneh più di altri villaggi ha
conservato fino ad oggi tradizioni, costumi e parole di farsi ormai
scomparse altrove a testimonianza delle sue antiche origini. Proseguimento
verso Kashan e visita del meraviglioso giardino storico di Fin, il primo ad
essere stato realizzato nel periodo safavide e ancora intatto grazie all’acqua
proveniente dalle vicine cascate Sulaimanieh. Questo bel giardino fu
ingrandito dalle dinastie Qajar e Zand che aggiunsero diversi padiglioni.
Potremo inoltre visitare una tipica casa di mercanti con volte decorate con
stucchi e intarsi di specchi. Pranzo in ristorante locale. In serata arrivo a
Teheran, sistemazione in hotel, cena e pernottamento.
1 maggio: volo di rientro in Italia
Trasferimento in aeroporto per le operazioni d’imbarco sul volo di rientro in
Italia via Istanbul.
Il pacchetto comprensivo di voli di linea Turkish air o Lufthansa in classe
economica da Venezia, volo interno, soggiorno in camera doppia in hotel
4/5*****, trasporto privato con autista e carburante per tutto il percorso in
minivan, tasse locali e di transito veicolo, pensione completa, visite ed
escursioni come da programma, trasferimenti in tutti gli aeroporti in Iran,
specialista dall’Italia, guida/accompagnatore locale parlante italiano per
tutta la durata del viaggio, assicurazione medico/bagaglio, ha un costo di
2190 euro con almeno 15 partecipanti (quota per possessori tessera “viaggi”
viaventisettembre.it). Quota per non tesserati 2225 euro. Questo viaggio
inoltre fa accumulare 20 punti di sconto per acquisto libri.
Non sono inclusi nella quota: tasse aeroportuali e fuel surchage, visto di
ingresso da pagare in loco (il visto d’ingresso si ottiene all’arrivo
all’aeroporto di Teheran previo ottenimento del numero di autorizzazione
ministeriale che vi sarà inviato con i documenti di viaggio. Il visto costa
circa 60 Euro da pagarsi in loco. Questo è un aspetto che può variare anche
senza preavviso, ci scusiamo se ciò dovesse accadere), quota di gestione
pratica 80 euro a persona, assicurazione annullamento obbligatoria 63 euro
a persona, supplemento camera singola 230 euro, i pasti non menzionati,
mance, eventuali permessi per fotografare e filmare. Per partenze da altri
aeroporti supplemento da valutare.
laformadelviaggio.it srl
049.9817473
[email protected]