Malattie dell’apparato cardiovascolare Modulo del Corso Interdisciplinare Clinico della Laurea in Fisioterapia Docente: Dott. Alessandro Verzoni Dipartimento di Scienze della Salute Programma del corso 1. Rischio cardiovascolare 2. Cardiopatia ischemica 3. Insufficienza cardiaca 4. Aritmie cardiache 5. Sincope e ipotensione ortostatica Aritmie cardiache • Le aritmie cardiache sono alterazioni del normale ritmo del cuore. • Tali anomalie non riguardano solo il numero di battiti cardiaci al minuto, ma anche la propagazione dell'impulso che li genera. • Per capire a fondo cos'è un'aritmia e cosa la scatena, bisogna ripassare alcune nozioni di fisiologia. Aritmie cardiache Fisiologia • Le cellule miocardiche sane e a riposo sono polarizzate: • la membrana cellulare ha accumulato cariche elettriche + all’esterno e - in ugual numero all’interno di ogni cellula. • La differenza di potenziale transmembrana che risulta dalla polarizzazione può essere misurato introducendo la punta di un microelettrodo attraverso la membrana cellulare: potenziale di membrana a riposo (– 90 mV). ++++++++++++++++++ + - - - - - - - - - - - - - -- -+ + + -- - - - - - - - - - - - - - - - - ++++++++++++++++++ + + + + Aritmie cardiache Fisiologia • Se viene applicato uno stimolo di intensità sufficiente (potenziale soglia) si ottiene una inversione delle cariche (depolarizzazione) e si genera un potenziale d’azione (PdA). • Mentre il PdA si realizza la cellula è assolutamente refrattaria a qualsiasi stimolo. +- +- +- +- +- +- +- +- +-+-+-+-+-+ -+ -+ - -+ + + - + - +- +- +- +- +- +- +- +- +- +- -+ + -+ +- -+ -+ + +- -+ -+ -+ + - + - +- +- +- +- +- +- +- +- +- +- -+ +- +- +- +- +- +- +- +- +-+-+-+-+-+ -+ -+ Aritmie cardiache Fisiologia • La depolarizzazione, una volta provocata, si propaga in modo autonomo perché la presenza di cariche + adiacenti a cariche dà luogo a piccoli flussi elettrici locali sufficienti a indurre la depolarizzazione delle zone contigue. +- +- +- +- +- +- +- +- +-+-+-+-+-+ -+ -+ - -+ -+ -+ -+ -+ -+ + + - + - + - +- +- +- +- ++ - +-+ + -+ + - ++ - +-+ -+-+-+ -+ -+ -+ -+ -+ -+ -+ -+ -+ + +- +- +- +- +- +- +- +- +-+-+-+-+-+ -+ -+ +- +- +- +- +- +- +- +- +-+-+-+-+-+ -+ -+ - -+ + + - + - +- +- +- +- +- +- +- +- +- +- -+ + -+ +- -+ -+ + +- -+ -+ -+ + - + - +- +- +- +- +- +- +- +- +- +- -+ +- +- +- +- +- +- +- +- +-+-+-+-+-+ -+ -+ Aritmie cardiache Il sistema di conduzione Nel cuore ci sono 2 tipi di cellule: • Cellule del miocardio da lavoro (miocardio contrattile, atri e ventricoli): Vengono attivate dal PdA proveniente dalle cellule muscolari vicine. • Cellule del sistema di conduzione (cellule segnapassi o pacemaker): Dotate di autoeccitabilità (generano in modo spontaneo il PdA) e di elevata velocità di conduzione (permettono la propagazione rapida del PdA per garantire l’attivazione sequenziale delle varie parti del cuore). Aritmie cardiache Il sistema di conduzione Le cellule segnapassi non hanno un potenziale di riposo. La fase 4 è ascendente , col risultato che il potenziale soglia è raggiunto in modo spontaneo e si genera un PdA: AUTOMATISMO CICLO CARDIACO ~ 0,8 sec INIZIO FASE TARDIVA DELLA DIASTOLE atri e ventricoli sono rilassati. Riempimento ventricolare passivo RILASCIAMENTO VENTRICOLARE ISOVOLUMICO – quando i ventricoli si rilassano la pressione ventricolare diminuisce, il sangue refluisce verso i lembi delle valvole semilunari e ne determina la chiusura SISTOLE ATRIALE - la contrazione atriale spinge un’ulteriore piccola quantità di sangue nei ventricoli Una pompa aspirante-premente SISTOLE VENTRICOLARE – quando la pressione ventricolare aumenta e supera la pressione delle arterie, le valvole semilunari si aprono e si ha l’eiezione del sangue CONTRAZIONE VENTRICOLARE ISOVOLUMICA – la prima fase della contrazione ventricolare determina la chiusura delle valvole AV, ma non crea una pressione sufficiente ad aprile le valvole semilunari. Aritmie cardiache Il sistema di conduzione • La contrazione deve essere coordinata e simultanea in tutte le cellule che costituiscono gli atri e i ventricoli. • La contrazione è innescata dal potenziale d’azione che insorge spontaneamente nelle cellule segnapassi. • L’innervazione cardiaca da parte del SNA, simpatico e parasimpatico, modula l’attività cardiaca, ma non la genera. Aritmie cardiache Il sistema di conduzione Per assicurare il corretto funzionamento della pompa cardiaca l’attivazione degli atri deve precedere quella dei ventricoli: il generatore del PdA deve essere localizzato a livello atriale Gli atri e i ventricoli devono essere attivati in maniera sincrona: la propagazione rapida del PdA da una cellula cardiaca all’altra è assicurata dalle sinapsi elettriche che permettono al miocardio di comportarsi come un sincizio funzionale. Aritmie cardiache Il sistema di conduzione Le giunzioni comunicanti nei dischi intercalari permettono ai segnali elettrici di passare rapidamente da cellula a cellula Aritmie cardiache Il sistema di conduzione Il nodo senoatriale (SA) è una struttura ovalare situato alla giunzione della vena cava superiore con l’atrio destro. La connessione con gli atri è assicurata da 3 vie anatomiche preformate (vie internodali). Aritmie cardiache Il sistema di conduzione Il nodo atrioventricolare (AV) è situato alla base del setto interatriale, sotto l’endocardio dell’atrio destro, subito sopra l’inserzione del lembo settale della tricuspide. Aritmie cardiache Il sistema di conduzione Il fascio comune (fascio di His) nasce come un prolungamento del nodo AV, penetra nel corpo fibroso centrale del cuore e raggiunge la parte alta del setto interventricolare. Giunzione AV = nodo AV+fascio di His Aritmie cardiache Il sistema di conduzione Quando il fascio di His raggiunge il limite tra la parte fibrosa e muscolare del setto IV, si divide nelle branche destra e sinistra. Dopo un iniziale tratto, da esse nascono le fini ramificazioni del tessuto di Purkinje che si diffondono sulla superficie endocardica. Nodo SA Depolarizzazione del nodo SA. Nodo AV L’attività elettrica raggiunge rapidamente il nodo AV tramite le vie internodali. Nodo SA La depolarizzazione si propaga più lentamente attraverso l’atrio. La conduzione rallenta nel nodo AV. Vie internodali La depolarizzazione si sposta rapidamente attraverso le branche verso l’apice cardiaco. Nodo AV Fascio His Branche Fibre di Purkinje L’onda di depolarizzazione si propaga dall’apice verso la base Aritmie cardiache Il sistema di conduzione Aritmie cardiache Il sistema di conduzione Il pacemaker primario del cuore è il nodo SA, perché la frequenza di insorgenza del PdA è quella più elevata (60-100/min). Il ritmo cardiaco normale dipende quindi dalla frequenza del nodo SA: ritmo sinusale. Aritmie cardiache Il sistema di conduzione In condizioni normali, il nodo AV, dotato di una frequenza intrinseca minore (40-60/min) viene trascinato in attività dal nodo SA. La sua funzione principale non è quella di pacemaker, ma di permettere il passaggio del PdA dall’atrio al ventricolo, rallentandone la propagazione per permettere alla contrazione atriale di completarsi prima dell’attivazione ventricolare. Aritmie cardiache Il sistema di conduzione Il nodo AV può assumere il ruolo di pacemaker se: • Aumenta la sua frequenza intrinseca • Viene depressa la ritmicità del nodo SA • Viene interrotta la conduzione tra nodo SA e AV La frequenza cardiaca in questi casi diventa la frequenza del nodo AV: ritmo nodale Aritmie cardiache Il sistema di conduzione Anche il fascio di His è dotato di automatismo e ritmicità (15-20/min). In condizioni in cui il ritmo cardiaco sia determinato dal fascio di His si parla di ritmo idioventricolare Aritmie cardiache ECG • Onda P = depolarizzazione atriale • Intervallo PR = depolarizzazione atriale + ritardo nodo AV (permette contrazione atri prima dei ventricoli) • Complesso QRS = depolarizzazione ventricoli: • Q = setto IV • R = apice VS • S = regioni basale e post. VS • T = ripolarizzazione ventricoli Aritmie cardiache ECG Nodo SA Nodo AV Aritmie cardiache La carta ECG Orizzontalmente (scorrimento carta 25 mm/sec) – Un quadrato piccolo = 0.04 sec – Un quadrato largo = 0.20 sec Verticalmente – Un quadrato largo = 5 mm o ½ mV Aritmie cardiache Analisi del ritmo I criteri fondamentali sono: 1. stabilire la frequenza ventricolare (n° dei QRS/min) 2. stabilire se il ritmo è regolare o irregolare (intervallo R-R uguale o meno) 3. stabilire se è presente una attività atriale (presenza di onde P) 4. stabilire se l’attività atriale è correlata a quella ventricolare (rapporto P/QRS) 5. stabilire la durata del QRS (complesso ventricolare stretto o largo) Aritmie cardiache 1. Frequenza ventricolare La frequenza cardiaca si determina misurando la frequenza dei complessi QRS, cioè gli intervalli R-R. 0,64 sec 16 quadratini FC = 60 sec/intervallo R-R in sec 60:0,64 = 93/min FC = 1500/n° quadratini tra due R-R 1500:16 = 93/min Aritmie cardiache 1. Frequenza ventricolare Onda R – Trovare un’onda R situata su una linea spessa. – Contare il n°di quadrati fino alla successiva R. – Se la seconda R è dopo un quadrato la frequenza è 300, 2 quadrati - 150, 3 quadrati 100, 4 quadrati - 75, etc. Aritmie cardiache 1. Frequenza ventricolare 3 0 0 1 1 5 0 7 0 0 5 Memorizzare la sequenza: 300 - 150 - 100 - 75 - 60 - 50 Circa 1 quadrato meno di 100 = ~ 90 bpm Aritmie cardiache 1. Frequenza ventricolare 3 1 0 5 0 0 3 1 1 0 5 0 0 0 0 Aritmie cardiache 1. Frequenza ventricolare 6 sec = 30 quadrati 5 sec = 25 quadrati Contare il n°di QRS in una striscia 6 secondi (=30 quadrati) e moltiplicare per 10 5 secondi (=25 quadrati) e moltiplicare per 12 Aritmie cardiache 1. Frequenza ventricolare 3 1 0 5 0 0 56 sec 13 x 10 = 130 bpm 11 x 12 = 132 bpm 3 1 1 0 5 0 0 0 0 Aritmie cardiache 2. Determinare la regolarità Misurare la distanza R-R (usando un compasso o aiutandosi con un pezzo di carta): Sono equidistanti? Regolare Aritmie cardiache 2. Determinare la regolarità Occasionalmente irregolare Regolarmente irregolare Irregolarmente irregolare Aritmie cardiache 3. Individuare le onde P • Ci sono onde P? • Le onde P si assomigliano tutte? • Le onde P si susseguono regolarmente? Aritmie cardiache 4. Rapporto P/QRS C’è un’onda P prima di ciascun QRS? Onde P normali con una P per ogni QRS Aritmie cardiache 4. Determinare l’intervallo PR Normale: 0.12 - 0.20 secondi. (3 - 5 quadratini) 0.16 secondi Aritmie cardiache 5. Determinare la durata del QRS Normale: 0.04 - 0.12 secondi. (1 - 3 quadratini) 0.10 secondi Aritmie cardiache Analisi del ritmo Frequenza: 93 bpm (v.n. 60-100) Regolarità: regolare Onde P: normali Intervallo PR: 0.16 sec (v.n. 0,12-0,20) Durata QRS: 0.10 sec (v.n. 0,04-0,12) Ritmo Sinusale Normale Aritmie cardiache Ritmo sinusale Si ha normale formazione nodo SA eènormale Qualsiasi deviazionedell’impulso da questinel parametri tachicardia irradiazione sinusale, dell’impulso stesso al nodo AV. bradicardia sinusale o aritmia Perciò i criteri diagnostici del ritmo sinusale: • La frequenza non deve superare i limiti di 60-100 bpm • Devono essere presenti onde P • Le P devono avere la morfologia abituale per il soggetto e la derivazione • In una data derivazione tutte le P devono avere la stessa morfologia • La frequenza delle P deve essere costante • Ci devono essere complessi QRS • I QRS devono avere la morfologia abituale per il soggetto e la derivazione • La frequenza dei QRS deve essere costante • Ci deve essere un’onda P per ogni QRS • La P deve precedere ogni QRS • L’intervallo P-R deve essere normale e costante Aritmie cardiache Classificazione Le aritmie possono insorgere per problemi: • di formazione dell’impulso • di conduzione dell’impulso • entrambi. Le aritmie possono insorgere per problemi nel: • Nodo del seno • Cellule atriali • Giunzione AV (nodo AV+fascio His) • Cellule ventricolari Problemi nel Nodo SA Il nodo SA può: Emettere impulsi lentamente Bradicardia sinusale Emettere impulsi velocemente Tachicardia sinusale Bloccare l’uscita degli impulsi Blocchi seno-atriali 60sec/R-R sec 1500/n° quadratini 60/1,72 sec = 35 bpm 1500/43 = 35 • • • • • Frequenza? Regolarità? Onde P? Intervallo PR? Durata QRS? n° R in 5 sec (25 quadrati) x 12 3 x 12 = 36 35 bpm regolare normali 0.16 sec 0.08 sec Interpretazione? Bradicardia sinusale Bradicardia Sinusale Deviazione dal RS Normale: Frequenza < 60 bpm Eziologia: il nodo SA si depolarizza più lentamente, l’impulso è condotto attraverso le vie normali (PR e QRS normali). Bradicardia Sinusale Fisiologica : soggetti sportivi o con ipertono vagale Patologica: ipotiroidismo, ipotermia, vomito, ipertensione endocranica, tifo, malattie del nodo del seno, ipersensibilità carotidea Farmacologica : betabloccanti, Ca-antagonisti, antiaritmici, diuretici, digitale Incompetenza cronotropa : incapacità del NdS di raggiungere almeno l’80% della FC massimale Bradicardia Sinusale Il limite critico della bradicardia dipende dall'allenamento del cuore e dalla gittata cardiaca: gli sportivi sopportano senza difficoltà bradicardie notturne anche sotto i 40/min. Per persone non allenate o affette da patologie cardiache una FC <50/min può essere non emodinamicamente efficace causando difetti della perfusione cerebrale. Sintomi: disturbi visivi, vertigini, lipotimie, sincopi 60sec/R-R sec 60/0,48 = 125 • • • • • Frequenza? Regolarità? Onde P? Intervallo PR? Durata QRS? 1500/n° quadratini 1500/12 = 125 125 bpm regolare normali 0.16 sec 0.08 sec Interpretazione? Tachicardia sinusale Tachicardia Sinusale Deviazione dal RS Normale: Frequenza > 100 bpm Eziologia: il nodo SA si depolarizza più rapidamente, l’impulso è condotto attraverso le vie normali (PR e QRS normali). Tachicardia Sinusale Le circostanze transitorie NON gravi, capaci di causare una TS, si distinguono in stimoli fisiologici e stimoli fisiopatologici: Stimoli fisiologici Stimoli fisiopatologici Esercizio fisico Febbre Emozione Ipertiroidismo Gravidanza Feocromocitoma Ansia Farmaci, nicotina, caffeina, alcool. Tachicardia Sinusale Condizioni patologiche NON transitorie: 1. Anemia 2. Ipotensione 3. Shock 4. Embolia polmonare 5. Ischemia miocardica 6. Insufficienza cardiaca Tachicardia Sinusale I sintomi tipici: • Cardiopalmo (o palpitazione) • Ansia • Dispnea • Dolore al petto 6 sec = 30 quadrati • • • • • Frequenza? Regolarità? Onde P? Intervallo PR? Durata QRS? 50 bpm regolarmente irreg. normali 0.16 sec 0.08 sec Interpretazione? Blocco SA di 2°grado Aritmie cardiache Gradi dei blocchi nodali • 1° GRADO: allungamento dei tempi di conduzione senza blocco dell’impulso. • 2° GRADO: intermittenza nel passaggio degli impulsi • TIPO I - allungamento progressivo del tempo fino alla mancata conduzione di un impulso • TIPO II – intervalli di conduzione stabili con improvvisi impulsi non condotti • 2° GRADO AVANZATO: elevato rapporto tra impulsi condotti e quelli bloccati (2:1, 3:1, 4:1) • 3° GRADO (COMPLETO): nessun impulso condotto se non entra in funzione un pacemaker sotto il blocco il paziente va in ASISTOLIA Aritmie cardiache Blocchi seno-atriali • Blocco SA di 1° grado: • Consiste in un semplice rallentamento della conduzione. • Tutti gli impulsi generati nel nodo SA vengono trasmessi all'atrio, sebbene con ritardo. • Non è evidenziabile all’ECG. Criticità: NULLA Aritmie cardiache Blocchi seno-atriali • Blocco SA di 2° grado: • TIPO I : l'impulso nato nel nodo SA viene condotto attraverso la giunzione senoatriale con un ritardo crescente, finché uno di questi non viene completamente bloccato. • All’ECG progressiva riduzione della distanza tra due onde P seguito da una pausa piu’ lunga, minore del doppio di un intervallo P-P di base. Aritmie cardiache Blocchi seno-atriali • Blocco SA di 2° grado: • TIPO II : gli impulsi vengono condotti normalmente, fin quando uno di questi non viene improvvisamente e completamente bloccato. • All’ECG la pausa tra due onde P e’ un multiplo della lunghezza del ciclo sinusale. Criticità: VARIABILE in base a lunghezza pausa Aritmie cardiache Blocchi seno-atriali • Blocco SA di 3° grado: • non e’ possibile distinguerlo dall’arresto sinusale in quanto si osserva l’assenza delle onde P dovuta alla mancata trasmissione degli impulsi del NdS al miocardio atriale. Criticità: ELEVATA impianto pacemaker Problemi nelle Cellule Atriali Le cellule atriali possono: Emettere un impulso occasionalmente Extrasistoli atriali Emettere impulsi in modo continuo per un circuito di rientro Flutter Atriale Tachicardia parossistica sopraventricolare (TPSV) Circuito di Rientro Un circuito di rientro si verifica quando un impulso entra in un circuito in modo tale da autoalimentarsi. Problemi nelle Cellule Atriali Le cellule atriali possono inoltre emettere impulsi in modo continuo per: scariche di foci multipli multiple forme d’onda create da microrientri Fibrillazione Atriale Forme d’onda da microrientri Tessuto atriale Le forme d’onda da microrientri sono dovute a piccole aree di attivazione che creano impulsi in modo caotico. Collidendo tra loro generano nuovi foci di attivazione. 6 sec = 30 quadrati • • • • Frequenza? Regolarita? Onde P? Intervallo PR? • Durata QRS? 70 bpm occasionalmente irreg. 2/7 forma diversa 0.16 sec (tranne 2/7) 0.06 sec Interpretazione? RS con Extrasistoli Atriali Extrasistoli Atriali Deviazione dal RS Normale Originano negli atrii (non nel nodo SA), perciò la forma della P, l’intervallo PR, e la cadenza sono differenti da un impulso generato nel nodo SA. Quando un impulso origina in qualunque punto degli atrii (nodo SA, cellule atriali, nodo AV, fascio di His) ed poi è condotto normalmente attraverso i ventricoli, il QRS sarà stretto (0.04 - 0.12 sec). Extrasistoli Atriali Compaiono comunemente in soggetti sani, in qualsiasi età, compresa l'infanzia. Talvolta sono espressione di stress, ansia, stanchezza, sforzi fisici, deprivazione di sonno, tabagismo, abuso di caffeina. In alcuni casi possono comparire dopo un pasto abbondante, legate a distensione del fondo gastrico, o legate alla presenza di un'ernia iatale. Più di rado possono essere espressione di una malattia cardiaca, di un disturbo elettrolitico (ad es. carenza di potassio) o di una malattia della tiroide. 6 sec = 30 quadrati • • • • • Frequenza? Regolarità? Onde P? Intervallo PR? Durata QRS? 100 bpm irregolarmente irreg. nessuna nessuno 0.06 sec Interpretazione? Fibrillazione Atriale Fibrillazione Atriale Deviazione dal RS Normale Nessuna depolarizzazione atriale organizzata, per cui non ci sono onde P normali (gli impulsi non originano dal nodo SA). L’attività atriale è caotica (determinando una frequenza irregolarmente irregolare). Fibrillazione Atriale • E’ dovuta a multiple forme d’onda da rientro tra atrio dx e atrio sin. • Gli impulsi si formano in modo imprevedibile. • Il nodo AV lascia passare solo alcuni impulsi (perciò il ritmo è irregolarmente irregolare). Fibrillazione Atriale A volte non è visibile alcun segno di attività atriale: la diagnosi può essere formulata in base all’irregolarità della risposta ventricolare Fibrillazione Atriale • La FA può verificarsi in assenza di una cardiopatia evidente (FA isolata), ma più frequentemente è presente un problema cardiovascolare sottostante: • malattie strutturali, come le valvulopatie e le cardiomiopatie, • ipertensione arteriosa, • malattie genetiche ereditarie, • distiroidismi, • fino ai casi in cui non è possibile determinare la causa, detti idiopatici. Fibrillazione Atriale Qualunque sia la causa, presenta costantemente due caratteristiche: 1. l’attivazione elettrica rapida 2. l’aumentato rischio tromboembolico L’approccio clinico corrente, oltre ad affrontare la patologia cardiaca o extracardiaca sottostante, mira a trattare i sintomi e a minimizzare l’incidenza di embolie e di scompenso cardiaco Fibrillazione Atriale La scelta della terapia viene personalizzata basandosi su vari fattori: • l’età • la tolleranza emodinamica • l’entità dei sintomi • l’epoca di insorgenza della fibrillazione • la storia di recidive precedenti e la loro durata • la reversibilità delle condizioni causali • la presenza e severità di cardiopatie strutturali sottostanti • le dimensioni degli atri e la presenza di rimodellamento • la tolleranza dei farmaci antiaritmici e anticoagulanti • le aspettative del paziente Fibrillazione Atriale RIMODELLAMENTO: • Il tessuto atriale, una volta instauratasi la fibrillazione va incontro ad un rimodellamento elettrico e strutturale, cioè a modificazioni prima delle caratteristiche elettrofisiologiche e poi della struttura del miocardio. • Queste modificazioni divengono via via maggiori e stabili in correlazione alla durata dell’aritmia, così da diminuire la probabilità di ripristinare il ritmo sinusale normale o di mantenerlo dopo la cardioversione. Fibrillazione Atriale CARATTERISTICHE EMODINAMICHE: • Le contrazioni dell’atrio sono inefficaci dal punto di vista emodinamico, per cui la funzione di pompa del cuore perde il contributo della sistole atriale (20-30% del volume telediastolico totale). • In assenza di altre cardiopatie questo non incide in maniera rilevante, ma l'irregolarità e aumento del battito e l'aumento della pressione di riempimento compromettono la funzione VS, specie sotto sforzo. Fibrillazione Atriale • Il sintomo classico della FA è la palpitazione: il paziente avverte un senso soggettivo di battito irregolare, che si può accompagnare a mancanza d'aria o svenimenti quando la frequenza del battito ventricolare diventa particolarmente elevata. • In casi particolarmente gravi, un paziente già portatore di cardiopatia può andare incontro a scompenso cardiaco. • L'astenia, cioè la stanchezza fisica, è un altro sintomo a volte presente nella FA. Fibrillazione Atriale Classificazione La classificazione ha uno scopo essenzialmente pratico e si pone come obiettivo principale quello di supportare in qualche modo le scelte terapeutiche: • FA di nuova insorgenza: comprende le forme documentate per la prima volta, indipendentemente dalla presenza di sintomi, dall’eventuale conversione spontanea a ritmo sinusale, dalla durata dell’episodio o da eventuali precedenti episodi non documentati; • FA ricorrente: comprende qualsiasi forma di recidiva di FA Fibrillazione Atriale Classificazione • FA parossistica: comprende le forme di FA che terminano spontaneamente entro 48h o che sono interrotte con cardioversione (farmacologica o elettrica) entro questo periodo; • FA persistente: comprende le forme di FA che persistono oltre 48h (fino a 1 anno) e/o che sono interrotte con cardioversione (elettrica o farmacologica) dopo questo periodo. Il cut-off di 48h è il periodo dopo il quale diventa obbligatorio instaurare una terapia anticoagulante prima di poter eseguire una cardioversione elettrica o farmacologica Fibrillazione Atriale Classificazione • FA persistente di lunga durata: comprende le forme che durano ininterrottamente da più di 1 anno (dopo tale periodo le probabilità di successo di qualunque terapia sono ridotte); • FA permanente: comprende le forme di FA nelle quali non sono stati effettuati tentativi di cardioversione o, se effettuati, non hanno avuto successo per mancato ripristino del ritmo sinusale o per recidive precoci che sconsigliano ulteriori tentativi di cardioversione. • La FA permanente è, in sostanza, quella accettata dal medico e dal paziente; Fibrillazione Atriale Classificazione • FA silente (o asintomatica): comprende le forme che non si associano a sintomi. • Può essere diagnosticata a seguito di una complicanza correlata alla FA, come l’ictus ischemico o la tachicardiomiopatia, o incidentalmente a seguito di un controllo ECG effettuato per altri motivi. • La FA silente può comprendere qualsiasi forma temporale di FA; Fibrillazione Atriale Classificazione • FA secondaria: comprende le forme in cui è possibile individuare la causa dell’aritmia; • FA primitiva o isolata: comprende le forme di FA che colpiscono principalmente individui di età <60 anni che non presentano segni clinici o eco di concomitante patologia cardiopolmonare, né ipertensione arteriosa né qualsiasi altro fattore noto e identificabile di FA. • Essendo una diagnosi di esclusione, essa deve essere formulata solo dopo un’attenta ricerca di tutti i possibili fattori responsabili di FA. • • • • • Frequenza? Regolarità? Onde P? Intervallo PR? Durata QRS? 70 bpm regolare onde flutter nessuno 0.06 sec Interpretazione? Flutter Atriale Flutter Atriale Deviazione dal RS Normale Presenza di onde di flutter (forma a denti di sega) con frequenza di ~ 300 bpm. Solo alcuni impulsi sono condotti attraverso il nodo AV (di solito uno ogni due – 2:1). Flutter Atriale • Eziologia: Circuito di rientro nell’atrio destro con un QRS ogni 2, 3 o 4 onde di flutter. Flutter Atriale Le onde F non si evidenziano bene in tutte le derivazioni: abitualmente DII e DIII mettono bene in risalto le onde a denti di sega, mentre DI può non mostrare praticamente alcuna onda tipica. Flutter Atriale Normalmente è difficile che si realizzi una conduzione 1:1, a meno che non esista una via accessoria di conduzione rapida e di connessione tra miocardio atriale e ventricolare (preeccitazione ventricolare) Flutter Atriale Se c’è blocco A-V completo, la frequenza ventricolare è indipendente da quella atriale ed è generalmente lenta Flutter Atriale • Affligge l'1% circa della popolazione dei paesi occidentali; si manifesta maggiormente nel sesso maschile e la sua incidenza aumenta con l’età. • Può svilupparsi in un cuore sano o con anomalie degli atri (per es. dilatazione) o alterazioni del sistema di conduzione. • Seppur meno della fibrillazione atriale è considerato un ritmo emboligeno. • • • • • Frequenza? Regolarità? Onde P? Intervallo PR? Durata QRS? 250 bpm regolare nessuna nessuno 0.06 sec Interpretazione? Tachicardia Parossistica Sopraventricolare (TPSV) TPSV Deviazione dal RS Normale Frequenza >100 bpm Assenza di onde P TPSV • Eziologia: Esistono diversi tipi di TPSV, ma originano tutte sopra i ventricoli (perciò il QRS è stretto). • Più comune: circuito di rientro nel nodo AV. Rientro nel nodo AV TPSV Talora, la tachicardia atriale può essere bloccata nel nodo AV, con diversi gradi di blocco (il più frequente 2:1) e non sempre è agevole riconoscere le onde P’ bloccate TPSV • La TPSV generalmente non è pericolosa per la vita ed è possibile trattare o prevenire i singoli episodi. • Alcune terapie possono essere applicate tranquillamente a tutte le forme, mentre altre sono specifiche per i singoli tipi e richiedono, perciò, una diagnosi accurata. • Le TPSV possono essere suddivise in due grandi gruppi, a seconda che il nodo AV sia coinvolto o no. • Le tachicardie che coinvolgono il nodo AV possono essere interrotte rallentando la conduzione nel nodo. • Nei pazienti con episodi isolati, poco frequenti o scarsamente sintomatici, in genere non è necessaria alcuna terapia preventiva Problemi nella Giunzione AV La giunzione AV può: Emettere un impulso occasionalmente Extrasistole giunzionale Emettere impulsi in modo continuo Tachicardia giunzionale Diventare il segnapassi principale Ritmo giunzionale o nodale Bloccare gli impulsi che giungono dal nodo SA Blocchi AV Aritmie Giunzionali Aritmie Giunzionali Si possono avere 3 possibilità: a) se l’impulso arriva prima agli atri l’onda P anormale precede il QRS; Aritmie Giunzionali Si possono avere 3 possibilità: a) se l’impulso arriva prima agli atri l’onda P anormale precede il QRS; b) se l’impulso arriva prima ai ventricoli, l’onda anormale si iscrive dopo il QRS; Aritmie Giunzionali Si possono avere 3 possibilità: a) se l’impulso arriva prima agli atri l’onda P anormale precede il QRS; b) se l’impulso arriva prima ai ventricoli, l’onda anormale si iscrive dopo il QRS; c) se l’impulso si diffonde in modo simultaneo attraverso gli atri ed i ventricoli, l’onda P si perde nel QRS. Aritmie Giunzionali • La giunzione può dare origine ad un unico battito di tale tipo: un battito prematuro giunzionale o nodale A-V Aritmie Giunzionali • o ad una tachicardia giunzionale o nodale A-V, distinguibile da una tachicardia atriale solo se l’onda P anormale è visibile. non parossistica dovuta ad esaltato automatismo parossistica dovuta ad un circuito di rientro Aritmie Giunzionali • Quando il nodo SA è inibito da farmaci o è patologico, il nodo AV può venire in soccorso e comportarsi come il pacemaker del cuore, mantenendo il suo ritmo caratteristico (da 35 a 60/min): ritmo giunzionale o nodale A-V Preeccitazione e tachicardia da rientro • Durante la vita fetale, gli atri vengono collegati ai ventricoli da numerosi fasci che scompaiono dopo la nascita, fatta eccezione per il fascio di His. • Queste vie accessorie raggirano il nodo AV e causano una pre-eccitazione ventricolare e, in alcuni casi, episodi di tachicardia, che possono interrompersi spontaneamente oppure necessitano di un trattamento farmacologico. Preeccitazione e tachicardia da rientro • La preeccitazione è caratterizzata dalla presenza di uno o più fasci atrio-ventricolari accessori, che possono dare origine ad episodi di tachicardia sporadica. • La prevalenza media della forma più nota (sindrome di Wolff- Parkinson-White) è stimata in 1/450 e quindi non è considerata una malattia rara. • La sindrome di WPW colpisce soprattutto maschi (70% dei casi) in giovane età. Preeccitazione e tachicardia da rientro Nella s.di WPW l’ECG può mostrare tre segni: 1. intervallo PR corto < 0,12 secondi, 2. onda delta all'inizio del complesso QRS, 3. complesso QRS più largo> 0,12 secondi tra l'inizio dell'onda delta e la fine del QRS. Se il fascio collega l'atrio al fascio di His, l'ECG rileva un intervallo PR corto (< 0,12 secondi), con un complesso QRS normale: sindrome di Lown-Ganong-Levine. Preeccitazione e tachicardia da rientro Preeccitazione e tachicardia da rientro Preeccitazione e tachicardia da rientro Blocchi AV • Blocco AV di 1°grado • Blocco AV di 2°grado •Tipo I (Wenckebach) •Tipo II (Mobitz) • Blocco AV di 3°grado • • • • • Frequenza? Regolarità? Onde P? Intervallo PR? Durata QRS? 60 bpm regolare normali 0.36 sec 0.08 sec Interpretazione? Blocco AV di 1° grado Blocco AV di 1°grado Deviazione dal RS Normale Intervallo PR > 0.20 sec Blocco AV di 1°grado • Eziologia: aumentato ritardo della conduzione nel nodo AV o nel fascio di His: • Ipertono vagale • Disturbi elettrolitici • Farmaci • Ischemia miocardica • Criticità: nessuna • • • • • Frequenza? Regolarità? Onde P? Intervallo PR? Durata QRS? 50 bpm regolarmente irreg. norm., dopo 4°no QRS si allunga 0.08 sec Interpretazione? Blocco AV di 2°grado, Tipo I (Wenckebach) Blocco AV di 2°grado, Tipo I Deviazione dal RS Normale l’intervallo PR si allunga gradualmente sino a che un impulso viene bloccato (P senza QRS) Blocco AV di 2°grado, Tipo I • E’ relativamente benigno. • Il blocco avviene nella giunzione A-V ed è di solito associato a condizioni acute reversibili (IMA inferiore, febbre reumatica o intossicazione digitalica). • E’ perciò usualmente un’alterazione temporanea e raramente si sviluppa in blocco completo • • • • • Frequenza? Regolarità? Onde P? Intervallo PR? Durata QRS? 40 bpm regolare norm., 2 su 3 no QRS 0.14 sec 0.08 sec Interpretazione? Blocco AV di 2°grado, Tipo II (Mobitz) 3:1 Blocco AV di 2°grado, Tipo II Deviazione dal RS Normale occasionalmente delle onde P sono completamente bloccate (onde P non seguite dal QRS). Blocco AV di 2°grado, Tipo II • Eziologia: La conduzione è tutto o niente (intervallo PR non allungato); il blocco si verifica nel fascio di His. • Criticità: più aumenta il n° delle P non condotte, più si riduce il n° dei QRS e si riduce la FC (BAV avanzato – da 3:1 in su) • • • • • Frequenza? Regolarità? Onde P? Intervallo PR? Durata QRS? 40 bpm regolare senza relazione col QRS nessuno largo (> 0.12 sec) Interpretazione? Blocco AV di 3°grado Blocco AV di 3°grado Deviazione dal RS Normale Le onde P sono completamente bloccate nella giunzione; i complessi QRS originano sotto la giunzione. Blocco AV di 3°grado • Eziologia: C’è blocco completo della conduzione nella giunzione AV, per cui gli atri e i ventricoli emettono impulsi in modo indipendente. • I ventricoli stimolano ad una frequenza tra 30 - 45 bpm. • Quando un impulso origina nei ventricoli, la conduzione attraverso i ventricoli è poco efficiente e i QRS sono slargati e bizzarri. Conduzione Ventricolare Normale Il segnale si muove rapidamente attraverso i ventricoli Anormale Il segnale si muove lentamente attraverso i ventricoli Problemi nelle cellule ventricolari Le cellule ventricolari possono: Emettere impulsi occasionalmente Extrasistoli Ventricolari Emettere continuamente per un circuito di rientro Tachicardia Ventricolare Emettere continuamente da foci multipli Fibrillazione Ventricolare • • • • • Frequenza? Regolarità? Onde P? Intervallo PR? Durata QRS? 70 bpm occasionalmente irreg. assente nel 7°QRS 0.14 sec 0.08 sec (7°largo) Interpretazione? RS con Extrasistole Ventricolare Extrasistoli Ventricolari Deviazione dal RS Normale I battiti ectopici originano nei ventricoli, dando origine a complessi QRS larghi e bizzarri. Extrasistoli Ventricolari • Eziologia: Una o più cellule ventricolari si depolarizzano e gli impulsi sono condotti in modo anormale lungo i ventricoli. • Quando i battiti ectopici ventricolari sono tra loro uguali si definiscono monomorfi, se sono di forma diversa polimorfi. Extrasistoli Ventricolari Quando l’impulso origina in un ventricolo, la conduzione attraverso i ventricoli è inefficiente e il QRS sarà largo e bizzarro. Extrasistoli Ventricolari Occasionalmente si può vedere l’onda P come una dentellatura o un’intaccatura che deforma leggermente una parte del complesso QRS, del tratto ST o dell’onda T Extrasistoli Ventricolari Quando si alternano un battito normale ed un battito prematuro il ritmo è chiamato bigemino Extrasistoli Ventricolari Se ogni due battiti normali si ha un battito prematuro o se ogni battito normale è seguito da un paio di battiti prematuri si parla di ritmo trigemino Extrasistoli Ventricolari Quando sono molto precoci, tanto da inserirsi sull’onda T precedente (periodo vulnerabile), sono definiti precoci o R su T, e durante ischemia possono scatenare una TV o FV Aritmie Ventricolari • Tachicardia Ventricolare • Flutter Ventricolare • Fibrillazione Ventricolare • • • • • Frequenza? Regolarità? Onde P? Intervallo PR? Durata QRS? 160 bpm regolare nessuna nessuno largo (> 0.12 sec) Interpretazione? Tachicardia Ventricolare Tachicardia Ventricolare Deviazione dal RS Normale L’impulso origina nei ventricolari (onde P assenti, QRS largo). Tachicardia Ventricolare Tachicardia Ventricolare Tachicardia Ventricolare • La TV si manifesta a volte in brevi crisi ripetute, separate da uno o due battiti sinusali: a brevi salve • • • • • Frequenza? Regolarità? Onde P? Intervallo PR? Durata QRS? 160 bpm regolare nessuna nessuno largo (> 0.12 sec) Interpretazione? Flutter Ventricolare Flutter Ventricolare • Si tratta di un’aritmia di solito terminale, con caratteristiche simili a quelle della TV, essendo presenti dei QRS di durata e morfologia anormale con una frequenza tra 180 e 250/min. • Il quadro ECG è differente per il fatto che le deflessioni dei QRS sono più amorfe, al punto che il loro aspetto è virtualmente identico quando si capovolge il tracciato, ed è impossibile stabilire quando termina il QRS ed inizia il tratto ST o l’onda T. Torsione di Punta • Tipo insolito di TV caratterizzata da frequenza rapida (200250/min), voltaggio del QRS nella stessa derivazione soggetto a variazioni frequenti per modificazioni dell’asse. • E’ frequentemente a regressione spontanea e recidiva ogni volta per 5-10 secondi. • Di solito e’ presente un intervallo QT lungo di base dovuto all’effetto proaritmico di alcuni farmaci antiaritmici (chinidina, amiodarone, sotalolo). • • • • • Frequenza? Regolarità? Onde P? Intervallo PR? Durata QRS? nessuna irregolarmente irreg. nessuna nessuno largo, se riconoscibile Interpretazione? Fibrillazione Ventricolare Fibrillazione Ventricolare Deviazione dal RS Normale Completamente anormale. Fibrillazione Ventricolare • Eziologia: Le cellule ventricolari sono eccitabili e si depolarizzano a caso. • Brusca riduzione della gettata cardiaca e morte se non viene prontamente interrotta. Pacemaker artificiali • I pacemaker (PM) artificiali sono apparecchi in grado di erogare un breve stimolo elettrico in un punto del cuore per ottenerne la depolarizzazione. • Sia lo stimolo elettrico, detto spike, che la risultante depolarizzazione locale sono ben evidenti all’ECG. spike Pacemaker artificiali I primi PM erano apparecchi semplici, che erogavano impulsi al miocardio con frequenza regolare, senza tener conto della presenza o meno di attività spontanea (PM a frequenza fissa). Il successivo importante sviluppo è stato il PM a domanda, che riconosce l’attività spontanea (attraverso lo stesso elettrocatetere utilizzato per l’elettrostimolazione) ed in conseguenza di questa può inibirsi per un intervallo prestabilito, definito intervallo di scappamento, al termine del quale, se non sentirà più attività spontanea, emetterà l’impulso. Pacemaker artificiali I PM possono essere ESTERNI (temporanei) o INTERNI (impiantabili e definitivi). • I PM esterni vengono utilizzati in situazioni in cui si considera sufficiente la stimolazione per un breve periodo di tempo: • per correggere i disturbi temporanei di conduzione dovuti alla chirurgia cardiaca; • come bridge all’impianto definitivo se il paziente giunge in ospedale in BAV completo e bassa gittata; • come profilassi nelle situazioni in cui si prevede un blocco reversibile (IMA). Pacemaker artificiali Temporanei transcutanei Pacemaker artificiali Temporanei transcutanei Pacemaker artificiali Temporanei transvenosi Pacemaker artificiali Temporanei transvenosi Pacemaker artificiali • I PM interni sono usati nel caso sia necessaria una stimolazione definitiva per un danno permanente che impedisce la normale autoattivazione del cuore. • Sono progettati per essere interamente impiantati sotto pelle. • Gli elettrocateteri collegano il generatore al cuore e permettono la trasmissione dei segnali. Pacemaker artificiali Impiantabili Un PM artificiale è formato sostanzialmente da due parti: • un generatore di impulsi racchiuso all'interno di un piccolo contenitore di metallo, e • uno o più elettrocateteri. • Il generatore di impulsi è la sorgente dei segnali elettrici; • gli elettrocateteri collegano il generatore al cuore e permettono la trasmissione dei segnali. Pacemaker artificiali Impiantabili Pacemaker artificiali Quando si stimola il ventricolo, se l’impulso ha abbastanza energia per catturare il miocardio, l’onda di depolarizzazione si diffonderà in tutte le parti contigue. La tipica localizzazione dell’elettrodo distale di un PM ventricolare è nell’apice del VD. Quindi la depolarizzazione che ne risulta ha tutte le caratteristiche di un battito ectopico originante dal VD, cioè la morfologia del QRS sarà a BBS. Pacemaker artificiali Se l’elettrodo del PM è posizionato a contatto del miocardio atriale destro, anzichè ventricolare, ogni spike provoca una depolarizzazione atriale. Pacemaker artificiali Oltre alla stimolazione del ventricolo o dell’ atrio, è possibile stimolare nella stessa persona, entrambi. Tale stimolazione richiede due elettrocateteri distinti, per l’AD e per il VD. I sistemi di pacing bicamerale sono dotati di sensing dell’attività atriale e ventricolare. Pacemaker artificiali Le principali funzioni che un pacemaker moderno può svolgere sono: • rilevare il segnale spontaneo del cuore in modo da evitare una inutile stimolazione (sensing); • stimolare efficacemente il cuore (pacing); • rispondere ad una richiesta metabolica accrescendo la frequenza della stimolazione cardiaca quando il cuore da solo non è in grado di farlo (rate responsive); • fornire informazioni sul funzionamento del cuore del paziente e del pacemaker (diagnostica). Pacemaker artificiali • Con la comparsa di sistemi di stimolazione sempre più complessi, è emersa la necessità di un codice universale (NBG) per descrivere in modo abbreviato i vari modi di stimolazione. • Il codice, che un tempo consisteva in 3 lettere, è stato prolungato di due lettere a fronte degli sviluppi tecnologici riguardanti i pacemaker impiantabili. • Tale codice permette la rapida identificazione del pacemaker nel caso in cui il portatore richieda un intervento immediato. Pacemaker artificiali Codice NBG CAMERA STIMOLATA CAMERA RILEVATA RISPOSTA AL SENSING O = Nessuna O = Nessuna O = Nessuna V = Ventricolo V = Ventricolo I = Inibito A = Atrio A = Atrio T = Triggered (guidato) D = Dual (entrambe) D = Dual (entrambe D = Dual (entrambe • La quarta posizione è utilizzata per indicare la risposta in frequenza (R). • La quinta posizione esprime la capacità del pacemaker di espletare funzioni antitachicardia. Pacemaker artificiali Stimolazione AAI • La prima A si riferisce alla stimolazione dell’atrio • la seconda A al sensing dell’attività atriale spontanea • la I alla capacità del PM di inibire la stimolazione atriale quando è presente attività atriale spontanea Pacemaker artificiali Stimolazione VVI • La prima V si riferisce alla stimolazione del ventricolo; • la seconda V al sensing dell’attività ventricolare spontanea; • la I indica che quando il PM riconosce un’attività ventricolare spontanea, viene inibita l’emissione degli stimoli. Pacemaker artificiali Stimolazione VDD monocatetere Viene utilizzato un solo catetere con un dipolo flottante in grado di rilevare il segnale atriale. • La V si riferisce alla stimolazione ventricolare dopo la P, o dopo un intervallo di scappamento se non vengono sentiti né P né QRS; • La prima D si riferisce al sensing atriale e ventricolare; • la seconda D al fatto che la stimolazione ventricolare è iniziata come conseguenza del sensing atriale, e inibita come conseguenza del sensing ventricolare. Pacemaker artificiali Stimolazione DDD Il pacemaker DDD ha 2 circuiti di base: • uno per l’atrio (che funziona come un PM AAI), e • uno per il ventricolo (che funziona come un VVI). • I due circuiti sono collegati, in modo che l’attività atriale (spontanea o artificiale) sia seguita, dopo un intervallo AV prestabilito, da una attivazione ventricolare (spontanea o artificiale). Pacemaker artificiali Stimolazione VVI - difetto di sensing • Se un PM VVI ha un difetto di sensing emette lo spike dopo l’intervallo di scappamento programmato anche se nel frattempo è comparso un complesso QRS spontaneo: il PM perciò funziona praticamente in modo VOO. Pacemaker artificiali Stimolazione VVI - difetto di stimolazione