Saggistica - Aracne editrice

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Saggistica Aracne
Francesco Rizzo
La scienza non può non essere umana, civile, sociale
economi(c)a
enigmatica, nobile, profetica
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 Ariccia (RM)
() 
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I edizione: aprile 
ai poveri, perché l’amore li com–prenda,
ai ricchi, perché l’amore li sor–prenda,
a tutti, perché la vita personale e sociale ri– prenda:
il mistero dell’esistenza provoca lo stupore della
ri–nascita nostra e degli altri, giorno per giorno.
Indice
13 1. L’economia, come un mistero, non si finisce mai di
comprenderla
1.1 «Dacci oggi il nostro pane quotidiano» (Mt 6, 11); «Voi stessi date loro da
mangiare» (14, 16); «Gesù prese il pane, lo spezzò e disse: “Prendete e mangiate
questo è il mio corpo”» (26, 26): «Fate questo in memoria di me» (Lc 22, 19) – 1.2
Dalla finanza maligna alla finanza benigna: la «globalizzazione della solidarietà»
sociale – 1.3 Etica dell’amore, unità auto–poietiche, chiusura irreversibile dei
sistemi e dei sub–sistemi, teoria del valore–amore e comunicazione, composizione
dell’illuminismo socio–sistemico e dell’individualismo metodologico, equilibrio di
John Nash
29 2. Una nuova strategia paradigmatica che rivoluziona la
scienza economica
2.1 Nascita, vita e morte di un paradigma – 2.2 Dall’epis–teme al paradigma: tra
«già» e «non ancora»; «chiedo che i capannoni creati siano cancrenati»; «per
ottenere questo risultato basterebbe eliminare le disparità»; le costruzioni teoriche
sono libere creazioni della mente umana; l’autorevole rassegna di giudizi di cui sono
oggetto mi com–muove, ma è il timore di Dio — «amante della vita» (Sap 11, 26)
— che di–segna e stimola l’inizio della scienza, la quale insieme alle virtù apre la
porta della sapienza
45 3. Epis–teme e teoria del valore: Il valore del lavoro
nella società dell’informazione; la strada dei valori conduce
alla (economia della) salvezza, la strada dei prezzi
(com)porta la perdizione (dell’economia); il marginalismo
dei neoclassici è un simulacro (in parte vero e in parte falso)
frutto della contraffazione o simulazione della realtà
economica
7
8 8Indice
3.1 Dall’uomo economico all’economia umana; economia dell’umanità o
umanità dell’economia; bisogna passare da un’economia di mezzi e di prezzi ad
un’economia di fini e di valori: la ragione strumentale e calcolante deve essere
concepita in funzione della ragione finalistica e valutante; razionalità di
comportamento di tipo individuale ed efficienza dei mercati finanziari sono due
pilastri della vecchia teoria economica crollati come le due torri di New York – 3.2
Le tre epis–teme: archeologia o foresta del sapere economico da cui emerge o
germoglia la Nuova economia – 3.3 La teoria del valore: oltre la linea di faglia
trasforme tra vecchio e nuovo mondo – 3.4 La strada dei valori conduce alla
(economia della) salvezza, la strada dei prezzi (com)porta la perdizione
(dell’economia) – 3.5 La produttività del lavoro e del capitale nella teoria classico–
marxiana – 3.6 L’economia della proIezia o la proIezia dell’economia: di–segno o
pro–getto divino e umano – 3. Energia del lavoro o lavoro dell’energia: la nuova
alleanza di Ilya Prigogine si situa nella Nuova Alleanza di Gesù Cristo – 3.8 La
Iunzione strategica e insostituibile della moneta: l’auto–riferimento concomitante e
l’«etero riIerimento» trascendente – 3.9 La moltiplicazione dei pani e il
sostentamento degli uomini del mondo: la fede della scienza (amore della realtà) o la
scienza della fede (realtà dell’amore) – 3.10 Le teorie del valore dei mercantilisti,
fisiocratici e classico–marxiani: deboli o forti – 3.11 Il marginalismo dei neoclassici
ha Iatto un gran danno all’economia del mondo o al mondo dell’economia, non
risparmiando l’estimo
115 4. 8na parentesi sull’esterno del diritto e dell’economia;
«inquietante estraneità» e beni culturali; bacini archeologici,
armonia della conoscenza e progettazione dello sviluppo
4.1 Violenza immunizzante della norma giuridica e della funzione della moneta –
4.2 «Il perturbante» ed i beni culturali – 4.3 Insostenibile conoscenza (teorica) o
aprioristica indisponibilità (pratica): scienza senza sapienza e tutela senza
valorizzazione dei beni culturali; importanza strategica dei bacini archeologici – 4.4
Il Figlio di Dio, per sua scelta, non è il re, ma il servo del mondo
153 5. Economia del valore o valore dell’economia:
processo di tras–informazione della Nuova economia
5.1 Il pane della vita (escatologia) o la vita del pane (economia) ha bisogno de Il
valore dei valori, la cui misura spetta anche alla scienza delle valutazioni (estimo) –
.2 &hi è contro ogni alleanza e sostiene l’esistenza di «due (o più) culture» rischia
di non averne neanche una e vive come un irriducibile solipsista – 5.3 «Costituzione
della famiglia, avanzamento professionale, evoluzione personale e sociale»: enigma
9
Indice
9
il cui plurimo significato aiuta a comprendere l’esistenza, la conoscenza e la fede –
5.4 «La virtù è la madre di qualunque valore, anche di quello economico»; «Trovare
la certezza di una delle tante vie possibili»
183 6. Dopo un lungo camminamento continua a prendere
forma e sostanza la mia teoria del valore, secondo una
dinamica di tipo anabolico
6.1 Le tre inferenze scientifiche: la teoria del valore e la pratica dei prezzi;
«Perché tutti questi salti clamorosi che vengono dalla storia? Perché la storia è una
scienza rivoluzionaria»: fede, opere e martirio – 6.2 Nuova Alleanza tra Dio e gli
uomini o le scienze umane e le scienze della natura contro le ingiuste disuguaglianze
e le insostenibili discriminazioni – 6.3 I tre surplus della teoria del valore della
Nuova economia
311 7. Energetisti ecologisti; «eclissi dei valori»; la vista del
cuore fa vedere oltre quel che appare; economia dell’arte o
arte dell’economia di John Ruskin; biologia e sociologia
della conoscenza: da Humberto Maturana e Francisco
Varela a Niklas Luhmann; comunicazione come donazione
di se stessi nell’amore: da Effatà, apriti di Carlo Maria
Martini al Giubileo della misericordia e alla «rivoluzione
della tenerezza» di Papa Francesco nella famiglia, nella
Chiesa e nella società
7.1 Il mancato successo degli energetisti ecologisti, precursori di Nicholas
Georgescu–Roegen; la concezione economica di John Ruskin; «Tutto profuma di
Dio»; «Con la vista degli occhi si vedono il sole e il secondo momento della vita» –
7.2 Lavoro, auto–coscienza, realtà e comunicazione ecologica nel quadro della
comunione/comunicazione umana e divina: la super legge dell’informazione – 7.3
La «rivoluzione della tenerezza» è una speciale empatia antropologica ed
escatologica che fa incarnare l’amore di Gesù Cristo negli uomini e dovrebbe essere
l’anima della teologia; appiattire le differenze tra ricchi e poveri e consolidare o
accentuare le disuguaglianze cui esse danno luogo sono uno scandalo grande,
insostenibile e intollerabile; nessuno deve monopolizzare la fede, chiunque può
possedere lo spirito della verità da mettere al servizio di un’economia profetica, non
tanto esecutrice della dottrina sociale della Chiesa, quanto annunciatrice dell’amore
gioioso di Dio; la famiglia trinitaria e umana è il capitale più prezioso dell’economia
10 10Indice
terrena e della salvezza eterna – 7.4 La bolla immobiliare e la bolla monetario–
finanziaria bollano d’infamia l’economia (come attività e come scienza) corrotta,
cioè che nega la verità e diviene una crescente e perenne falsità o menzogna
341 8. «O Signore, Signore nostro, davvero hai fatto l’uomo
poco meno di un dio» (Sal 8, 2; 6), ma egli preferisce o
idolatra il «dio d’oro» (Es 32, 31) del mercato
.1 La libertà della fede o la fede della libertà; il mistero dell’amore o l’amore
del mistero; l’annuncio gioioso, coerente ed efficace del Vangelo vale più di
qualunque dottrina: «Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza,/ implorai e
venne in me lo spirito di sapienza» (Sap 7, 7); «Infatti la parola di Dio è viva,
efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di
divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i
sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4, 12) – 8.2 Che fine fanno le tre libertà più
importanti nel mondo contemporaneo dominato dalla economia finanziaria? – 8.3
Federico Fubini, Ignazio Visco e la crisi economico–finanziaria: una notarella
personale; liberarsi dall’errore degli errori non basta, se non stigmatizziamo l’orrore
degli orrori: l’indisturbata e intossicante persistenza di una teoria aberrante,
decrepita e stantia; «la misericordia e la giustizia vengono da Dio» (Bar 5, 9),
mentre «l’amore degli uomini deve crescere sempre più in conoscenza e in pieno
discernimento» (Fil 1, 9) – 8.4 I mercati non si auto–regolamentano, anzi sono
ingovernabili e imprevedibili: la «mano invisibile» non aggiusta i mercati, ma
determina il processo di auto–valorizzazione del capitale di Karl Marx – 8.5 Il
mercato non è un luogo o modo di incontro della domanda e dell’offerta, ma
un’agorà, una rete, un simposio in cui le persone, vendendo e acquistando,
comunicano – 8.6 Le sincronicità aumentano per simpatia, retro–agendo su se stesse
o propagginandone altre e divenendo oggetti e soggetti di interpretazione – 8.7 Dai
«comandamenti» o dalle dieci «parole» di Mosè, dalle «beatitudini» del Vangelo e
da «,l giudizio finale» discendono le coordinate dell’economia della salvezza o della
salvezza dell’economia. Ce la farà la corruzione — negazione della verità — del
mondo o il mondo della corruzione a comprometterla? No, perché Dio è più potente
della corruzione degli uomini che non potranno mai annullare la verità dell’amore o
l’amore della verità
429 Appendice antologica
431 9. Le tre leggi fondamentali: teoria del capitale, effetto
ricchezza e formula di capitalizzazione esponenziale o legge
di potenza
11
Indice
11
9.1 Valore e capitale: l’analisi dinamica di John Richard Hicks col senno di poi
e con una certa auto–critica – 9.2 Da Economia della felicità o dell’infelicità a La
dinamica dei capitali mediante Valore e valutazioni: l’analisi dinamica di Francesco
Rizzo alla base dell’attribuzione dei valori ai beni capitali e la logica fuzzy – 9.3
«Quello è un modo nobile di procedere nella vita, ma deve restare sempre libero»;
«Non è giusto continuare a fare il furbo in queste condizioni. La furbizia a lungo
andare si paga»: l’immobilismo «satanico» caratterizza ogni forma di
«fondamentalismo» o estremismo; la giustizia sociale non è necessariamente
incompatibile con i dis–livellamenti della società capitalistica che, quindi, non va
annichilita per una sorta di ritrosia delle differenze, ma affrancata e «liberata» non
eliminando le disuguaglianze attraverso l’imposizione dell’uguaglianza, ma
fornendo a tutti, ricchi e poveri, l’uguale opportunità di essere o divenire
«liberamente» disuguali – 9.4 La valutazione degli investimenti in funzione della
loro forma temporale, della loro forma monetaria e del loro rischio – 9.5 Dall’effetto
ricchezza alla legge di potenza della capitalizzazione: gli strati più profondi
dell’archeologia del mio sapere economico includente la teoria infor–monetaria,
l’entropia finanziaria e il quadro–triangoli – 9.6 Verso la conclusione sottolineo la
necessità di un futuro ritorno alla sorgente filosofica della Nuova economia: il
passaggio alla «quantità qualitativa» o misura; la pluri–valenza polisemica del
sostantivo liquidità – 9.7 Ap–pendice della salvezza: l’e(ste)tica è l’altra faccia
dell’economia o l’economia è l’altra faccia dell’e(ste)tica – 9.8 L’economia della
misericordia o la misericordia dell’economia impregna la natura e necessita alle
famiglie della Chiesa e del mondo: la luce fa germogliare una nuova conoscenza –
9.9 Con il battesimo si diventa tutti, senza distinzione, donne e uomini, partecipi del
sacerdozio di Cristo, della sua missione profetica e regale; economia pastorale e
pedagogia sinodale del battesimo di Gesù Cristo
653 Appendice bibliografica
13
1. L’economia, come un mistero, non si finisce mai di
comprenderla
1.1 «Dacci oggi il nostro pane quotidiano» (Mt 6, 11); «Voi
stessi date loro da mangiare» (14, 16); «Gesù prese il pane, lo
spezzò e disse: “Prendete e mangiate questo è il mio corpo”» (26,
26): «Fate questo in memoria di me» (Lc 22, 19)
«Dacci oggi il nostro pane quotidiano» (Mt 6, 11). Dacci il pane di
cui abbiamo bisogno o del giorno che viene, necessario al
sostentamento di tutti. «Sul fare della sera, gli si accostarono i
discepoli e gli dissero: “Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la
folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare”. Ma Gesù
rispose: “Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare”»
(14, 15–16). Il deserto è un luogo in cui è facile avere paura di non
farcela, cadere in ogni tentazione o nella più piena disperazione. Il
suggerimento dei discepoli di liberare la folla affinché vada a
comprarsi da mangiare implica il convincimento che tutti abbiano il
denaro per acquistare il cibo di cui sfamarsi. Ma quelli che non hanno
soldi che fanno? Non mangiano? Gesù, allora, si rivolge ai discepoli
dicendo loro di darsi da fare per farli mangiare.
Bisogna: condividere quel che si ha con gli altri che non hanno
niente, facendosi carico del loro bisogno di nutrizione (dimensione
etica o misericordiosa); prendere provvedimenti politico–fiscali per
rendere meno iniqua la distribuzione della ricchezza e realizzare la
giustizia personale e sociale (dimensione politica); procedere al
rinnovamento, come anch’io ho già fatto, della scienza economico–
finanziaria disancorandola dalla teoria o pratica della disuguaglianza
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14 14La scienza non può non
essere
umana,
civile,
sociale,
economi(c)a
essere
umana,
civile,
sociale,
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umana che esclude, scarta e uccide masse sterminate di esseri viventi
(dimensione economica).
Si sa come si conclude la prima moltiplicazione dei pani del
Vangelo di Matteo, narrata anche dagli altri evangelisti con dovizia di
particolari. Lo stesso Gesù dà l’esempio di ciò che si deve fare in
queste circostanze che contrassegnano la storia degli uomini di ogni
spazio e tempo. «Egli prese i cinque pani e i due pesci, pronunziò la
benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli li
distribuirono alla folla» (14, 19). Matteo anticipa cosu l’istituzione
eucaristica. Difatti solo i pani vengono spezzati, distribuiti e raccolti.
Distribuire la ricchezza in modo che tutti possano mangiare significa
attuare un’economia eucaristica o divina. Fra l’altro, date loro voi
stessi da mangiare si presta ad un’interpretazione ancora più
fondamentale, radicale e sacrificale. Chi vuole essere cristiano deve
impegnare la sua vita, fino a donarla, affinché tutti gli uomini e le
donne siano liberati dalla fame. È un obbrobrio insostenibile e
insopportabile un mondo in cui pochi mangiano molto e molti
mangiano poco o niente.
Durante l’attraversamento del deserto della vita si è indotti a
pensare che basti nutrirsi fisicamente, trascurando l’alimentazione
dello spirito. «Il tentatore allora gli si accostò e gli disse. “6e sei
Figlio di Dio, di’ che questi sassi diventino pane”, Ma egli rispose:
“6ta scritto: 1on di solo Sane YiYUà l’Xomo ma di oJni SaUola cKe
esce dalla bocca di Dio”» (Mt 4, 3–4; Dt 8, 3) e, talvolta, anche degli
uomini. Certo, per mantenersi in buona salute non si può non
mangiare il pane, ma per partecipare all’eterno banchetto del Regno di
Dio in cielo e in terra bisogna vivere in comunione o comunicazione
eucaristica. 4uesto è il significato escatologico dell’ultima cena in cui
Gesù istituisce l’Eucaristia. «2ra, mentre essi mangiavano, Gesù prese
il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli
dicendo: “Prendete e mangiate: questo è il mio corpo >«@. %evetene
tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in
remissione dei peccati”» (Mt 26, 26–28). Con il suo sangue versato
sulla croce, Gesù proclama il valore universale del suo sacrificio per la
moltitudine degli uomini (cfr. Is 53, 12) ai quali dice: «Fate questo in
memoria di me» (Lc 22, 19). In tale prospettiva la storia subisce la
I. L’economia, come un mistero, non si finisce mai di comprenderla
15
15
svolta secondo l’economia futura dell’amore che è già presente, ma
non ancora pienamente (dimensione religiosa).
1.2 Dalla finanza maligna alla finanza
«globalizzazione della solidarietà» sociale
benigna:
la
1. In questo scritto desidero di–mostrare che le suddette quattro
dimensioni si completano e compenetrano reciprocamente nel quadro
del nuovo paradigma della scienza economica che non trascura di
considerare il rapporto che esiste tra la creazione della ricchezza, la
mancanza di lavoro e la disoccupazione tecnologica in una fase
caratterizzata dalla recessione–deflazione generale o da una
stagnazione epocale o secolare. Farsi carico di questa problematica,
qui ed ora, significa comprendere il (e convertirsi al) «Regno di Dio»
a partire dalla sua verità che alberga nel cuore delle persone dando un
senso alla vita umana e alla storia del mondo. Il disegno o progetto
divino e umano esige un nuovo paradigma della scienza economica
giusta che germoglia solo dal seme dell’amore.
La nuova scienza del valore «fiorirà come palma,/ crescerà come
cedro del Libano;/ piantati nella casa del Signore,/ fioriranno negli atri
del nostro Dio» [Sal 92 (91), 13–14]. Le radici di ciò che è giusto
nella gestione della casa comune — ekonoˈmia o oiko–nomia —
trovano nella Nuova economia [1] il terreno proprio per svilupparsi e
far maturare l’«albero della vita» (Gen 2, 9) sociale a cui un poverino
esponenziale quale sono ha dedicato la propria esistenza: i suoi rami
«nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno verdeggianti e freschi»
[Sal 92 (91), 15]. «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il
seme sul terreno; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo
sa» (Mc 4, 26–27). «È bello rendere grazie al Signore/ e cantare al tuo
nome, o Altissimo,/ annunciare al mattino il tuo amore,/ la tua fedeltà
lungo la notte» [Sal (92) 91, 2–3]. Canto anch’io quest’inno alla
giustizia divina che premia il bene seminato anche dall’uomo più
piccolo che non può rivendicare alcun merito.
Sono indotto a pensare, lontano da ogni presunzione, che sulla scia
della bivalenza della parola greca foinix — «palma» e «fenice»
(l’uccello dell’immortalità) — i miei anni vicini al compimento e alla
16 16La scienza non può non
essere
umana,
civile,
sociale,
economi(c)a
essere
umana,
civile,
sociale,
economi(c)a
pienezza, al pari della longevità del giusto, della sua «sazietà di lunghi
giorni» [Sal (91) 90, 16], della sua fecondità e vitalità, frutto della
benignità del Signore [Sal 92 (91), 13–16], vengano celebrati. Credo
che la giustizia di Dio sia già verificata ora, sulla terra e nella storia,
con musicale e serena armonia.
Il processo tecnico–scientifico o l’innovazione tecnologica —
creazione di nuovo valore mediante l’aumento della produttività,
rispettando la dignità e la libertà degli uomini ed i loro principi etici
ed estetici — è inarrestabile, ma bisogna compensarlo con azioni
politiche e pratiche sociali quando la produttività cresce a danno
dell’occupazione e dei salari che scendono. 2ggi più che mai, la
società non può sopportare che la disoccupazione aumenti in modo
spropositato, dando luogo ad un «esercito industriale di riserva»
determinato dall’innovazione tecnologica. In tale situazione
diminuisce fortemente la quota della ricchezza prodotta che remunera
il lavoro a vantaggio del capitale, il quale accresce i suoi profitti,
causando la crescita della disuguaglianza.
Il combinato composto dalla globalizzazione dell’economia e
dall’internazionalizzazione della finanza genera condizioni di
ingovernabilità degli Stati alle quali non può far fronte la politica che
s’indebolisce sempre più proprio quando dovrebbe prendere le leve
del comando (anche dei mercati) assumendosi le responsabilità che le
competono. La promozione dell’innovazione deve avvenire
scoraggiando o impedendo la finanza maligna, predatrice e rapace a
vantaggio della finanza benigna, produttiva e fruttifera. La distanza tra
ricchi e poveri non deve arrivare a cancellare i diritti di cittadinanza di
tutti e specialmente dei più poveri emarginandoli ed escludendoli dalla
vita sociale. D’altra parte, l’equa distribuzione della ricchezza e la
sobrietà comportamentale non si oppongono allo sviluppo, ma lo
rendono possibile, duraturo e universale. Altrimenti si consolida e
stabilizza una società priva d’amore che si fa sedurre e annullare
dall’auto–distruzione nichilista. Un esempio di questo suicidio globale
è l’inquinamento, classico esempio di fallimento del libero mercato e
di dislessia etico–sociale: l’ingiustizia umana è quasi sempre associata
alla dis–armonia della natura, entrambe irresponsabilmente prodotte e
lungamente ignorate dagli uomini.
I. L’economia, come un mistero, non si finisce mai di comprenderla
17
17
2. Esistono uomini che hanno dei dubbi sulla validità esistenziale,
antropo–logica ed eco–logica, della combinazione significante–
significato nel segno linguistico che esprime la solidarietà, fra l’altro
avente la stessa radice etimologica dei soldi? Si, ce ne sono tanti!
Addirittura si ritiene, ideologicamente, che la teoria della selezione
naturale di Charles Darwin privilegi l’egoismo o la conflittualità
contro l’utopia negativa e irreale dell’«altruismo planetario» o della
cooperazione. Di parere contrario è, ad es., David Sloan Wilson che li
sussume in una «strategia vincente», sovversivi o battitori liberi (free
rider) permettendo, purché alla logica degli individui si sostituisca o
aggiunga la logica dei gruppi; altri, invece, riconducono l’altruismo ad
una forma indiretta di egoismo o utilitarismo genetico rifacendosi,
quasi, alla religione dei propri interessi che, secondo Adam Smith,
realizzerebbe il benessere comunitario in modo non intenzionale:
difendendo i nostri interessi, senza saperlo o volerlo, facciamo gli
interessi degli altri. Certo, i «fondamentalisti del mercato» e coloro
che considerano egoismo e avidità come fattori che imprimono la
forza o spinta necessaria per l’avanzamento dell’attività economica
dimenticano che la cosiddetta, impropriamente, democrazia
economica o economia democratica ai nostri giorni non può non
essere poliarchica, corporativa, basata, cioè, sulla teoria dei gruppi non
concorrenti o delle rivalità collettive non concorrenziali. Per non
parlare dei gruppi dei probabili compratori e offerenti di cui ho
incominciato a scrivere 45 anni fa ne Il giudizio di valore [2]. In
conclusione, la specie umana è caratterizzata da una certa
ambivalenza: cooperazione e aggressività si contendono il campo, ma
si deve rafforzare la tendenza a considerare come gruppo di
appartenenza l’intera famiglia umana.
1.3 Etica dell’amore, unità auto–poietiche, chiusura
irreversibile dei sistemi e dei sub–sistemi, teoria del valore–amore
e comunicazione, composizione dell’illuminismo socio–sistemico e
dell’individualismo metodologico, equilibrio di John Nash
Nella prospettiva anzidetta ritengo utile fare alcune considerazioni
che confermano la validità di questa impostazione che ridimensiona
18 18La scienza non può non
essere
umana,
civile,
sociale,
economi(c)a
essere
umana,
civile,
sociale,
economi(c)a
l’importanza dell’evoluzionismo rigido nell’ambito dei sistemi
naturali, limitandone o impedendone l’estensione riduzionista ai
sistemi sociali, economici e politici.
1. Sulla scia dei cileni Humberto Maturana e Francisco Varela
propongono un nuovo meccanismo per approfondire le radici
biologiche della conoscenza umana, costruendo un universo di
esperienze più vicino alla nostra esistenza sulla base de Il valore dei
valori [3]. Valore che si auto–vede, auto–conosce e auto–significa
tenendo conto della comunicazione e del linguaggio. Ciò che
caratterizza gli esseri viventi è la loro organizzazione auto–poietica in
uno con gli «accoppiamenti strutturali ontogenetici di terzo ordine»
(interazioni fra organismi dotati di sistema nervoso). L’analisi dei
domini linguistici e della coscienza umana consente di comprendere
che ci realizziamo in un mutuo accoppiamento linguistico, «non
perché il linguaggio ci permette di dire quello che siamo, ma perché
siamo nel linguaggio» in un continuo processo di tras–informazione.
$ttingere dall’«albero della conoscenza del bene e del male» (Gen 2,
9) significa conoscere la conoscenza e riconoscere che le nostre
(in)certezze non sono verità esclusive da imporre, ma da con–dividere
con gli altri. Cosu nasce un’«etica» comportamentale e relazionale che
legittima la presenza dell’altro con cui, attraverso il linguaggio,
creiamo un mondo di atti umani. La con–vivenza con gli altri uomini
com–porta l’educ–azione all’amore, in assenza della quale non è
possibile l’accettazione dell’altro, non v’ha socializzazione, manca
l’umanità [cfr. 4].
Invero, la prima lettera ai Corinzi che Paolo scrive mentre si
trovava ad Èfeso verso gli anni 55–56, cioè 1959 o 1960 anni fa,
contiene una preziosa anticipazione, seppure in modo tangenziale,
della sostanza e della forma dell’approccio epistemologico genetico
dei due neuro–biologici cileni appena accennato. Difatti egli,
incidentalmente, afferma:
Riguardo alle carni sacrificate agli idoli, so che tutti ne abbiamo conoscenza (scienza), Ma
la conoscenza (scienza) riempie di orgoglio (gonfia), mentre l’amore (la carità) edifica. 6e
qualcuno (alcuno) crede di conoscere (sapere) qualcosa, non ha ancora imparato come
bisogna conoscere (sapere). Chi invece ama Dio, è da lui conosciuto. Ma non tutti hanno la
conoscenza (scienza); alcuni, mangiano le carni e cosu la loro coscienza, debole com’è, resta
I. L’economia, come un mistero, non si finisce mai di comprenderla
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19
contaminata. Badate che la libertà non divenga occasione di scandalo per i deboli. Se uno
infatti vede te, che hai la conoscenza (scienza), stare a tavola in un tempio di idoli, la
coscienza di questo uomo debole non sarà forse spinta (edificata) a mangiare le carni
sacrificate agli idoli? Ed ecco, per la tua conoscenza (scienza), va in rovina il debole, un
fratello per il quale Cristo è morto. Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non
mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello (1Cor 8, 1–3; 7; 9–11; 13).
Non importa quale sia il contesto o la motivazione che — alla luce
della conoscenza della conoscenza, necessaria a chi crede di
conoscere, ma non ha ancora imparato come bisogna conoscere —
deve spingere gli uomini a costruire un dialogo o un confronto con
grande apertura e rispetto delle altrui opinioni anche quando si pensa
di credere o sapere da che lato stia la ragione e si avrebbe tutto il
diritto o la libertà di praticarla, così come viene conosciuta. Ma per
evitare di compromettere ogni possibilità di stabilire una relazione
proficua, reciproca, solidale, fraterna si ritiene più opportuno,
prudente e saggio ridimensionarla al fine di creare le condizioni,
fondamentalmente biologiche e culturali, affinché invece di
rivendicare la liberta si accolgano e si amino gli altri, pur senza
condividere del tutto o pienamente le loro idee, nella speranza che
nasca una comunità o comunione di intenti in cui si affermino, se
possibile, le idee di tutti. Amando si conosce e conoscendo si ama: la
sapienza della conoscenza o la conoscenza della sapienza porta alla
scoperta dell’amore e viceversa. Ciò vale per l’etica laica e
naturalistica basata sull’amore umano. Se, invece, si ha l’obbedienza
della fede, credendo che Dio è amore, si ama l’uomo e il creato
incamminandosi, tutti insieme, alla ricerca della verità, non della
verità della ricerca. In questa prospettiva teo–logica, nessuno deve o
può pretendere di avere la conoscenza esclusiva della verità che viene
rivelata a spizzichi, giorno dopo giorno fino all’ora di Cristo,
solamente dall’amore di Dio e degli uomini misteriosamente
combinati. Così come chi ama Dio, è da lui conosciuto, chi ama gli
uomini da loro viene apprezzato e conosciuto. Quindi bando
all’ideologia o ai fondamentalismi e massima apertura all’orto–prassi
dell’amore che (è) porta alla (della) verità che rende veramente liberi.
La libertà assoluta uccide l’uomo e la solidarietà sociale. La libertà
della vita esige la vita (personale e sociale) della libertà: la libertà
finisce là dove incomincia la libertà degli altri. Bisogna vivere,
20 20La scienza non può non
essere
umana,
civile,
sociale,
economi(c)a
essere
umana,
civile,
sociale,
economi(c)a
fondendo gli orizzonti e incrociando i progetti di tutti, in comunità o
società senza escludere nessuno: io, n–oi e D–io.
2. La teoria dell’auto–poiesi o auto–referenzialità mette al centro
della sua elaborazione il riferimento di un’unità di senso (elemento,
azione, processo, sistema) a se stessa mediante una legge delle leggi o
codice singolare che ne determina la chiusura più o meno rigida.
Maturana e Varela sostengono che le unità auto–poietiche si aprono
attraverso la comunicazione — coordinamento comportamentale
conseguente ai comportamenti comunicativi — all’interno dei sistemi
sociali dando luogo agli accoppiamenti strutturali ontogenetici di terzo
ordine. Altruismo ed egoismo si alternano a seconda che si verifichino
comportamenti dei componenti a favore del gruppo a cui
appartengono o meno. Ciò si verifica anche nella prassi o nel dominio
umano dove, forse, è più significativo parlare di comportamenti
altruisticamente egoisti o egoisticamente altruisti.
3. Niklas Luhmann [5] ha trasposto nella sua analisi sociologica
macro–sistemica, neo–illuministica e funzional–strutturale — al
contrario di quella struttural–funzionale di Talcott Parsons [6] — il
concetto di auto–poiesi decretandone la chiusura in modo irreversibile
a causa dell’incomunicabilità che si verifica all’interno di un sistema
(o comunità) sociale tra i suoi sub–sistemi e tra i medesimi sub–
sistemi e l’ambiente con il quale costituiscono una unità–differenza.
L’inflessibile rigidezza di questa chiusura sistemica e sub–sistemica è
incompatibile con l’etica comportamentale altruista o solidaristica e si
rivela, addirittura, più realista della stessa realtà umana e sociale, non
sempre cinica, egoista e perversa.
4. La Nuova economia [1] è in–centrata sulla teoria del valore–
amore che convince a (o consente di) ri–aprire l’interazione
comunicativa personale e sociale, allentando o superando le
indisponibilità funzional–strutturali che l’impediscono più o meno
rigidamente. Difatti una teoria economica del valore stabilisce i
termini o le ragioni dello scambio delle cose e dei processi di
contrattazione tra le persone che danno luogo ai mercati. I mercati
sono frutto della solidarietà, della reciprocità, del rispetto umano, della
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