Alcune domande 4 • Da che dipende la disoccupazione? • Da che dipende l’inflazione? Ci sono anche tante altre domande. Per esempio: • Che cosa è il PIL? E perché è importante? • Perché in certi periodi l’attività economica va bene (l’economia cresce), mentre in altri periodi va male (l’economia ristagna)? Sono tutti esempi di domande che riguardano, non un singolo bene, un singolo prezzo o un singolo mercato, ma l’economia nel suo complesso. Sono tutti esempi di domande cui cerca di rispondere la macroeconomia. 7 Le cifre della disoccupazione 14 12 Tasso di disoccupazione Italia - 1960-2005 10 8 6 4 2 2005 2000 1995 1990 1985 1980 1975 1970 1965 1960 0 Regolarità statistiche • il tasso di disoccupazione in Italia è cambiato molto nel corso degli anni (quarant’anni fa era assai più basso); • registra ampie fluttuazioni in su e in giù (negli ultimi sei anni è diminuito di oltre quattro punti); • cambia lentamente (“persistenza”). È così dappertutto? 8 9 Un confronto internazionale 14 Tassi di disoccupazione 12 Italia 10 Europa Usa 8 Giappone 6 4 2 2005 2000 1995 1990 1985 1980 1975 1970 1965 1960 0 Altre regolarità statistiche • Gli andamenti della disoccupazione in Italia ed Europa si somigliano molto (anche se la disoccupazione italiana è in media un po’ più alta). • Europa e USA hanno, invece, andamenti molto diversi: in particolare, le fluttuazioni USA sono più brusche e frequenti. Un’altra differenza tra Europa e USA riguarda il lungo periodo: fino al 1980 la disoccupazione in Europa è più bassa; dopo avviene il contrario. • • Il Giappone ha una storia a parte: la disoccupazione è nettamente più bassa, ma c’è stato un forte peggioramento negli ultimi anni (controtendenza). 10 13 Le cifre dell’inflazione 25 Tassi di inflazione 20 Italia Europa Usa 15 10 5 0 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 Ancora regolarità statistiche 14 • Il livello generale dei prezzi aumenta sempre (“quasi” sempre): ossia, l’inflazione può essere più o meno alta, ma è positiva; attualmente è piuttosto bassa, ma in passato è stata parecchio più alta (in altri tempi e/o in altri paesi, molto di più). • I tre andamenti si somigliano parecchio, anche se non sono identici; questo suggerisce che ci sono cause comuni dell’inflazione, cui però si aggiungono cause specifiche. • C’è una chiara graduatoria: l’Italia ha avuto un’inflazione in media più alta di quella europea, che è a sua volta più alta di quella americana; questo suggerisce che cause comuni hanno effetti diversi sulle singole economie. 15 La curva di Phillips 25 La curva di Phillips Tasso di inflazione 20 Italia - 1980-2000 15 10 5 0 4 6 8 10 Tasso di disoccupazione 12 14 Commento al grafico Nella slide precedente abbiamo “plottato” in un diagramma a dispersione le cifre del tasso di disoccupazione (u) e del tasso di inflazione Emerge una evidente correlazione inversa : quanto più alta è l’inflazione tanto più bassa è la disoccupazione. I due fenomeni sono legati (da cosa?). Pertanto è meglio studiarli assieme. 16 17 Un po’ di cautela 25 1980 Inflazione e disoccupazione (Italia - 1960 -2004) Tasso di inflazione 20 15 1990 1970 10 5 1960 0 2000 2 4 6 8 Tasso di disoccupazione 10 12 14 Commento al grafico 17 Si deve fare attenzione alle regolarità statistiche. Il nesso tra inflazione e disoccupazione può rivelarsi più complicato di quel che suggerisce la curva di Phillips. Nella figura sono stati “plottati” i dati di un periodo più lungo; e la relazione inversa diventa confusa (il che suggerisce appunto che la questione è più complessa). 18 Il prodotto nazionale 19 Definizione: È il valore dei beni e dei servizi prodotti in un paese in un anno, al netto dei beni e dei servizi consumati per produrli. Viene indicato comunemente con la sigla Pil. Il Pil è un indicatore del livello di attività economica di un paese. Il Pil pro capite (Pil diviso per la popolazione) è un indicatore della ricchezza (benessere) di un paese. Nel lungo periodo il Pil tende a crescere (vedi LUCIDO 20). Questo fenomeno è alla base dello “sviluppo economico”. La crescita del Pil non è regolare. Nel breve periodo presenta alti e bassi, secondo caratteristiche fluttuazioni economiche , dette anche “ciclo economico” (vedi LUCIDO 21). Spiegare la crescita e le fluttuazioni del Pil (come anche spiegare la disoccupazione e l’inflazione) è uno dei compiti della macroeconomia. 20 Un esempio di crescita economica 400 300 Pil Trend HP 200 100 Crescita del Pil in Italia (1960=100) 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 21 Fluttuazioni economiche Fluttuazioni del Pil in Italia (scarti rispetto al trend HP) 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 Shock e propagazione 22 Le fluttuazioni economiche non riguardano soltanto il Pil. Abbiamo visto che anche gli andamenti della disoccupazione e dell’inflazione presentano fluttuazioni (vedi LUCIDI 7 e 13). All’origine delle fluttuazioni vi sono, in genere, degli shock, che colpiscono l’economia turbandone l’equilibrio. Ma le fluttuazioni dipendono anche dal modo con cui le economie rispondono agli shock, ossia dai cosiddetti meccanismi di propagazione. I meccanismi di propagazione, le leggi di funzionamento dei sistemi macroeconomici, sono diversi da paese a paese, ma presentano alcune importanti caratteristiche comuni. 23 Il prezzo del petrolio 10000 Prezzo del petrolio per l'Italia 1000 100 prezzo in dollari prezzo in lire (euro) prezzo reale 2005 2000 1995 1990 1985 1980 1975 1970 1965 1960 10 Qualche commento 24 L’andamento del prezzo del petrolio è un esempio di shock . I principali episodi: Il primo (1973-74) è un esempio di shock permanente. Il secondo (1978-79) è un esempio di shock persistente. Il terzo (1986) è un esempio di shock (persistente) negativo (è noto come “controshock”). Esistono anche shock temporanei (ce ne è stato uno nel 1991). Negli ultimi anni c’è una tendenza all’aumento. Confrontare questi shock con gli andamenti dei LUCIDI 9, 13 e 21. Il grafico illustra i diversi andamenti del prezzo del petrolio in dollari, del prezzo in lire (euro) e del prezzo “reale”, che misura la quantità di beni (di PIL) che occorre spendere per acquistarlo. 25 “Comovimenti” Variazioni del PIL e del tasso di disoccupazione (USA - 1960-2002) 8 PIL TASSO DISOCCUPAZIONE 6 4 2 0 -2 -4 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 Commento al grafico 25 26 Nel grafico precedente sono state “plottate” le variazioni del Pil e della disoccupazione nell’economia USA. Le due curve sono nettamente speculari. È un importante esempio di comovimento : l’andamento della disoccupazione è correlato negativamente con quello dell’attività economica. Se il Pil cresce molto, la disoccupazione diminuisce. Se cresce poco (o, peggio, cala) la disoccupazione aumenta. Questo fatto stilizzato viene chiamato: “Legge di Okun” 27 La Legge di Okun 9,0 ∆u Legge di Okun 6,0 (USA - 1960-2002) 3,0 ∆y 0,0 -3,0 -4 -2 0 2 4 6 8 Commento al grafico 27 28 Nel grafico precedente viene presentata la “Legge di Okun” con un diagramma a dispersione (tra la ∆% del Pil e la ∆% della disoccupazione). Emerge una chiara correlazione inversa. L’intercetta con l’asse delle ascisse indica la crescita del Pil superata la quale la disoccupazione diminuisce (circa il 3.6%). L’inclinazione della retta misura la riduzione di disoccupazione associata, in media , a un punto di crescita del Pil (circa 0.6%). 29 E in Italia? Fluttuazioni di Pil e disoccupazione 12 1 (Italia - 1971-2002) 8 0,5 4 0 0 -4 -0,5 -8 Fluttuazioni del Pil Var% della disoccupazione 2001 1996 1991 1986 1981 1976 1971 1966 -1 1961 -12 Commento al grafico 29 30 Nella slide 25 abbiamo abbiamo visto che i dati dell’economia USA rivelano un marcato “comovimento” tra fluttuazioni del Pil e andamento della disoccupazione La slide precedente mostra invece che per l’Italia questa relazione è decisamente più debole (quasi inesistente). C’è una differenza istituzionale : in Italia è molto più difficile licenziare e assumere per la presenza di firing cost. C’è ugualmente una relazione tra prodotto e lavoro impiegato; ma si esprime in un altro modo (una via traversa). 31 Ore lavorate In Italia, quando il Pil cresce, la disoccupazione varia di poco, ma aumentano le ore lavorate. Si veda il diagramma a dispersione. 3 Var% delle ore lavorate 2 1 0 -1 -2 La legge di Okun (Italia - 1971-2002) -3 -4 -4 -2 0 2 Var% del Pil 4 6 8 Commento al grafico 31 In Italia abbiamo una “legge di Okun” sui generis, che riguarda, appunto, non l’occupazione ma le ore lavorate Le ore lavorate aumentano (con un’elasticità pari a poco meno di 0.5, come mostra l’inclinazione della retta) quando il Pil cresce più dell’1% (come mostra l’intercetta con l’asse delle ascisse). CONCLUSIONE: la relazione di breve periodo tra andamento del prodotto e impiego del lavoro vale anche in Italia (vale in tutti i paesi). 32 Perché la macroeconomia 33 I problemi illustrati nelle prime slides (disoccupazione, inflazione, fluttuazioni del Pil) mostrano evidenti legami (curva di Phillips, legge di Okun). Perciò non vanno studiati isolatamente ma tenendo conto di questi legami. La macroeconomia fa appunto questo. Studia il funzionamento di un sistema economico nel suo insieme, mettendo in luce i legami tra i vari fenomeni economici. Per riuscirci riduce drasticamente il numero dei soggetti e dei beni (perciò anche dei prezzi e dei mercati). Lo fa considerando grandezze aggregate.