TESTO CAREGGI GUIDA r4 - Dipartimento di Architettura

Bozza di testo guida x atto aziendale AOUC ( ver. r4)
In giallo i dati da verificare
Premessa, la storia edilizia del plesso
Le prime attività progettuali relative alla realizzazione del plesso ospedaliero di Careggi
risalgano ai primi anni del Novecento quando, per volere dell’Arcispedale di Santa Maria
Nuova il responsabile del Servizio Tecnico, Ing. Italo Guidi, redige il primo “Piano Regolatore”
della futura area di espansione ospedaliera che il Consiglio di Amministrazione adotta nel
1913. Così, il comparto sanitario fiorentino, fino ad allora dislocato in sedi diverse del centro
storico, avvia un graduale processo di trasferimento delle proprie funzioni, occupando l‘area
fuori dalla cinta urbana a nord est della città. La zona, ambientalmente possedeva quelle
caratteristiche di “sanità e salubrità”, ben note alle storiche famiglie patrizie fiorentine che
nell’area avevano edificato le proprie residenze estive. Il progetto originario si configura su
un modello edificatorio, di matrice ottocentesca, con tipologia a padiglione inseriti all’interno
di un grande parco. Nell’area compresa tra il torrente Terzolle e l’odierno viale Pieraccini, il
piano prevedeva la realizzazione di cinque “Istituti Superiori di studi pratici e di
perfezionamento” (l’antecedente storico dell'attuale Università istituita nel 1923) la cui
“Sezione di Medicina e Chirurgia” operava, fino dalla sua fondazione, nell’ambito delle
strutture ospedaliere afferenti allo storico plesso ospedaliero di S. Maria Nuova. Il piano, con
le due varianti del 1917 e del 1920, definisce un sistema a padiglioni centrato lungo un asse
principale, l’odierno viale di San Luca. Nel 1933, a seguito di un regio decreto per il
finanziamento degli interventi edilizi universitari, viene costituito un “consorzio” formato dal
Comune di Firenze, l’Università e l’Arciconfraternita di Santa Maria Nuova, oltre che dai
rappresentanti dei ministeri dei LL.PP., delle Finanze e dell’educazione.
A metà degli anni 50 inizia una vasta attività edilizia che porterà una notevole trasformazione
del patrimonio strutturale ed organizzativo del Policlinico, saturando l’area del piano edilizio
originario e costringendo le nuove addizioni a debordare dal perimetro originario. In tal senso
emblematica è la realizzazione dell’edificio polifunzionale del C.T.O., finanziato dall’INAIL,
esterno all’area del piano guida originario ma con esso direttamente connesso attraverso lo
snodo di ingresso posto all’incrocio degli assi di viale Morgagni, Viale Pieraccini e Viale di San
Luca. La metodologia di intervento, per successive implementazioni ed addizioni, al di fuori di
logiche pianificatorie generali, viene interrotta nel 1989 quando l’Università insieme alla USL
Fiorentina definiscono un programma strategico di trasformazioni per l’intero comprensorio
ospedaliero, denominato “Piano per Careggi 2000”. Due anni dopo, grazie ad un piano di
finanziamento per l’edilizia sanitaria, la Regione Toscana approva il Programma di
investimenti per la sanità, quale quadro di riferimento per il Progetto Generale di
Riorganizzazione del Polo Ospedaliero-Universitario. Nel corso degli anni Novanta,
l’elaborazione del piano prevede, tra l’altro, il trasferimento a Careggi dell’Ospedale Pediatrico
Meyer, della Clinica Dermatologica e l’integrazione della ricerca universitaria con l’attività
assistenziale, tramite la costituzione di una Azienda unica in cui confluiscono gli obiettivi delle
Facoltà di Medicina e Chirurgia e del Sevizio Sanitario Nazionale.
Nel 2002 l’Ateneo ratifica l’accordo fra Azienda Ospedaliera Careggi ed Università per la
riorganizzazione del programma generale di intervento; nel 2003 il Consiglio Comunale
delibera l’approvazione del Piano Unitario che rappresenta lo strumento urbanistico attuativo
per il rinnovamento di Careggi: un piano che è oramai prossimo a trasformare il
comprensorio ospedaliero, da una sorta di ‘grappolo di edifici di completamento’, in un
organismo unitario ed efficiente.
MODELLO ORGANIZZATIVO FUNZIONALE
L’Azienda OUC ha adottato come proprio modello organizzativo la tipologia a “Dipartimenti
ad Attività Integrata (D.A.I.)” al fine di “…perseguire l’ottimale realizzazione del percorso
diagnostico-terapeutico e riabilitativo delle proprie prestazioni …”. I dipartimenti sono istituiti
in base al criterio della completezza del percorso assistenziale. In ogni dipartimento operano
Strutture Organizzative Dipartimentali (S.O.D.) costituite da equipe mediche specialistiche che
prendono in carico il cittadino e lo seguono nel percorso assistenziale omogeneo per gestione
degli aspetti diagnostici, terapeutici e riabilitativi in stretta collaborazione e integrazione con
gli altri professionisti della salute. In questo contesto organizzativo l’Azienda offre servizi ad
un bacino di utenza che riguarda l’area Fiorentina per il 70%, con afferenti che pervengono da
33 comuni limitrofi. Il restante 30% è composto da utenza proveniente per il 15% da altre
aree della Toscana e per l'altro 15% dall’intero territorio nazionale. In linea con le
contemporanee strategie nazionali e regionali in ambito sanitario, è in atto un’azione di
riduzione del numero di posti letto e di conseguenza del numero di giornate di degenza.
L’insieme ospedaliero di Careggi fornisce, circa 55.000 dimissioni complessive, 72.500 accessi
in regime di day hospital o day surgery, 135.000 accessi al Pronto Soccorso, oltre 10 milioni di
servizi ambulatoriali annui, mentre il personale assunto, comprensivo delle unità facenti
parte dell’Università, è di circa 5900 addetti. Tali attività sono ospitate in un campus di 74
ettari di territorio, contenete oltre 50 edifici con funzioni sanitarie, direzionali, didattiche e di
ricerca, per un totale di oltre 325.000 mq contenuti in circa 15.000 ambienti.
Descrizione delle strutture
Il comprensorio di Careggi è inserito all’interno del quadrilatero formato dal Torrente
Terzolle, via delle Oblate, viale Pieraccini e viale Morgagni. In quest’area si collocano la
maggior parte dei padiglioni assistenziali, tra i quali: la Clinica Oculistica, la Radioterapia, il
Padiglione Chirurgico con il Pronto Soccorso, la Medicina generale San Luca, la Clinica medica,
la Clinica chirurgica, la Clinica ostetrica e ginecologica, la Clinica oculistica e radioterapica,
l’Anatomia patologica e la Clinica neurologica; a questi vanno aggiunti una serie di edifici
tecnico amministrativi. In posizione limitrofa rispetto a questa isola, si trova la seguente fascia
di complessi: il C.T.O., l'insieme di edifici a destra di viale Morgagni composti dal “Cubo”, da
Villa Monna Tessa e da Villa Pepi. A questi si somma, pur non facente parte dell'AOUC, il polo
pediatrico Meyer che ha previsto il recupero della storica Villa Ognissanti. A questo ingente
patrimonio immobiliare, si aggiungono gli edifici di Ponte Nuovo, a nord di via delle Oblate, e
l’insieme degli edifici universitari posti sui due lati del Viale Morgagni, destinati
prevalentemente ad attività di ricerca e di didattica. Questa configurazione è il risultato di una
pianificazione che inizia negli anni Novanta, con il citato piano denominato “Nuovo Careggi”,
con cui intende ricostruire l’unitarietà urbana del comprensorio ospedaliero e consentire la
crescita del sistema sanitario regionale: obiettivi ambiziosi che prevedono la demolizione di
circa il 60% della volumetria esistente e la ricostruzione di una nuova rete di padiglioni
integrati che riqualifichino l’ambiente nel rispetto del delicato contesto paesaggistico.
Il progetto del “Nuovo Careggi” nasce quindi con un triplice obiettivo:
Il primo riguarda la necessità di rinnovamento del patrimonio edilizio.
Il secondo mira a riorganizzare della rete dei trasporti interni ed esterni all’area ospedaliera.
Il terzo verte sulla compattazione delle funzioni al fine di ridurre il numero di edifici coinvolti
nelle attività di cura, didattiche e gestionali.
Il progetto, che si sviluppa in fasi successive, interessa ben 34 edifici, e si articola in 4 macroaree funzionali: due relative a funzioni sanitarie, una a funzioni di ricerca ed una quarta a
funzioni amministrative e logistiche. Alla base di questo layout c’è l'intenzione di avere un
livello di cura inversamente proporzionale alla distanza dal nucleo dell'ospedale. Nel “Nuovo
Careggi” l’area centrale del comprensorio viene dedicata al nucleo delle emergenze ed acuzie
con i pronti soccorsi riuniti, le nuove chirurgie con i blocchi operatori e le degenze intensive.
Intorno a questo nucleo, ruota tutta una serie di padiglioni, in parte ristrutturati ed in parte
nuove edificazioni, contenenti attività specialistiche che prevedono un più basso livello di
complessità di cura e l’attività assistenziale programmata. Punto cardine del progetto di
riorganizzazione del Policlinico è quindi la compattazione dell’alta complessità separata dal
gruppo delle attività assistenziali e delle cure programmate. Obiettivo del piano è quindi la
riduzione del numero dei posti letto che prevede una situazione a regime pari a 1.550
degenze (comprensive di DH), rispetto agli oltre 2700 posti letto presenti a Careggi alla fine
degli anni ‘80. L’area assistenziale è affiancata sia dall’area della ricerca che dall’area della
didattica e formazione, principalmente ospitata nel nuovo edificio polifunzionale di ingresso a
Careggi e negli edifici esistenti della biblioteca e della direzione della Facoltà di Medicina e
Chirurgia. Altre attività didattiche si svolgono in una serie di edifici esterni all’area del
Policlinico, principalmente concentrati lungo l’asse viario di viale Pieraccini.
La pianificazione tiene presente la necessità di risolvere le dinamiche sia a livello di singolo
padiglione, che di relazione fra padiglioni, senza però mai scordare l’importanza di una
interfaccia con il sistema più ampio del mondo urbano extraospedaliero: un rapporto
importante che ribadisce il ruolo dell’ospedale moderno come istituzione aperta e partecipe
verso la città. Questa analisi ha tenuto conto di una vasta serie di fattori come il carattere
eterogeneo dell’utenza, le diverse esigenze in termini di microclima, privacy, comfort acustico
e visivo, l’inderogabilità nella localizzazione degli spazi che, per necessità operative di
incompatibilità o consequenzialità, prevedono vincoli di lontananza o di prossimità, ed infine
la necessità di prevedere evoluzioni interne e differenziate per i singoli sub-sistemi che si
ripercuotono in diversa misura sull’intero sistema. La flessibilità ha rappresentato quindi un
approccio indispensabile per una progettazione che contenga potenzialità di riconversione ed
adattamento ad una condizione in continuo dinamismo. Un piano importante nato anche con
l’obiettivo di formulare un nuovo assetto distributivo delle funzioni ed una riorganizzazione
della rete dei percorsi carrabili, pedonali e dei parcheggi, con la definizione da sistemi
integrati di mobilità che prevedano l’utilizzo anche di bus navetta interni al comprensorio
ospedaliero. Il fulcro del progetto di accessibilità che controlla la complessa serie di fattori
diparte dal nuovo edificio di ingresso, concepito come spazio trasparente e permeabile, che si
connota come interfaccia pubblica dell’azienda verso la città. Il Nuovo Careggi vanterà inoltre
un nuovo parco realizzato nelle aree a cavallo del Torrente Terzolle: questo polmone verde è
stato reso possibile dalla natura stessa del piano che prevede la maggiore concentrazione dei
servizi nei quattro nuovi edifici della Piastra, delle Nuove Chirurgie, del nuovo edificio di
completamento alle chirurgie, e del Nuovo Ingresso. Così, la rete degli spazi di
interconnessione del nuovo sistema a ‘padiglioni integrati’ assume un ruolo fondamentale ai
fini dell’accessibilità, dell’orientamento e della qualità ambientale che, in sintesi,
concretizzano anche quella attesa umanizzazione dello spazio che rimane uno degli obiettivi
primari dell’intero intervento.
LA SITUAZIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE – STRUTTURE PER L’ASSISTENZA
Di seguito andiamo a descrivere le principali aree del complesso la composizione attuale delle
strutture e le previsioni indicate dal progetto Careggi 2000 a conclusione si riporta un quadro
sinottico delle attività dipartimentali ospitate per ogni padiglione espresse in mq.
Il Centro Traumatologico Ortopedico e l’annesso centro spinale, con una consistenza di oltre
44.500 mq attualmente ospita oltre 310 posti letto. Il piano terra e parte del piano
seminterrato sono dedicati principalmente alle attività ambulatoriali ospitate nel nuovo
ampliamento, articolato su due piani, che contiene oltre 50 ambulatori. Al piano terra è
presente il pronto soccorso con 14 sale diagnostiche e il centro spinale afferente all’agenzia
della Regione Toscana per la cura del medulloleso. Il centro, che occupa 40 posti letti, è dotato
di una palestra riabilitativa di 250 mq e di una piscina idroterapica che garantisce un percorso
riabilitativo capace di essere fruito in autonomia anche da pazienti che utilizzono sedia a
ruote. Nella scenario a regime l’edificio manterrà le attività ambulatoriali, ospitera 22 sale
operatorie, divenendo, con i suoi 450 posti letto, il polo delle attività ortopedico-neurologiche
relative al recupero neuromotorio del paziente.
Oltre al CTO, i padiglioni con funzioni assistenziali esterni al perimetro principale del
policlinico sono l’edificio denominato Villa Monna Tessa e, sul lato opposto, il padiglione delle
“ ex Cliniche Neurologiche”. Per entrambi gli edifici, che ad oggi ospitano 250 posti letto con 4
blocchi operatori, il piano unitario prevede la cessazione delle attività assistenziali,
specificatamente la dismissione per Villa Monna Tessa e la demolizione per le Cliniche
Neurologiche. Anche per il padiglione delle Cliniche Chirurgiche il piano prevede la
demolizione per dar posto ad un’area nella quale sorgerà un vasto parco progettato per
garantire un bacino di esondazione necessario a mettere in sicurezza il limitrofo torrente
Terzolle. Il padiglione (14.000 mq per 160 posti letto con 8 sale operatorie) si ricollega al
limitrofo edificio delle Cliniche Mediche che oggi ospita circa 150 posti letto afferenti
principalmente alle specialità medico chirurgiche, cardologiche e dei vasi. Nella soluzione a
regime le Cliniche Mediche ospiteranno attività ambulatroriali.
Il primo dei padiglioni conclusi con il piano unitario è il Nuovo San Luca, edificato nell’area
lasciata libera dalla demolizione di due dei tre padiglioni gemelli che formavano il cosidetto
“vecchio” San Luca. L’edificio, con uno schema a corpo quintuplo, si sviluppa su 4 piani fuori
terra e contiene un totale di 225 posti letto ospitati in 13.000 mq. All’edificio è collegato il
blocco contenete le 7 nuove sale operatorie, oltre che una serie di ambienti con funzioni di
diagnostica e degenza. Il nuovo Polo Oncologico sarà affiancato dal Portale Oncologico
progettato in corrispondenza dell’area di “Ponte Nuovo”. L’area, posta sul lato opposto
rispetto all’accesso principale di Largo Brambilla, si articolerà su tre edifici di cui due
ristrutturati recuperando le vecchie cliniche psichiatriche e uno di nuova costruzione che
conterrà le attività relative ai laboratori di ricerca ed alcune attività ambulatoriali. Il portale
sarà gestito dall’ISPO (Istituto Superiore Prevenzione Oncologica). Il padiglione denominato
piastra dei servizi è un edificio di 23.000 mq articolato su 4 piani contenenti gran parte dei
laboratori di analisi e relativi ambulatori per i prelievi. Le attività di degenza sono correlate
alle funzioni relative allo studio e alla cura delle malattie infettive e all’oncologia. Nel piano
unitario l’edificio è l’ideale testata del blocco delle acuzie ospitato nel nuovo padiglione del
DEAS. Il Nuovo Monoblocco per l’Emergenza, Urgenza e Acuzie è un articolato edificio, di oltre
8000 mq, che a regime conterrà 500 posti letto con 15 sale operatorie. Il progetto ha previsto
la demolizione e parziale ristrutturazione dello storico padiglione delle chirurgie riconoscibile
dalla caratteristica pianta a “croce di S. Andrea”. Il nuovo polo Materno Infantile è stato
realizzato ristrutturando parte dell’edificio delle cliniche ostetriche, realizzando un nuovo
padiglione che contiene le 4 sale parto, 2 sale operatorie e il blocco delle degenze e gli
ambulatori che sono affiancate all’edificio a pianta centrale denominato “centro nascita” della
Margherita. La "Margherita" è un modello di centro nascita ad attività integrate per la
gravidanza a basso rischio che prevede la possibilità di eseguire il parto fisiologico.
STRUTTURE PER LA FORMAZIONE
Buona parte dei 17 dipartimenti che articolano l’offerta formativa del corso di laurea di
Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Firenze sono ospitati o nell’area di Careggi o
in strutture limitrofe ad essa. Il piu rilevante di questi edifici (non afferenti all’azienda AOUC
ma direttamente correlati ad essa per le attività didattiche formative) è il centro
polifunzionale del Viale Morgagni. Un edificio su 4 piani fuori terra di 18.500 mq, che ospita
aule e laboratori pari a circa 4000 posti studente, con due ampie aule a gradoni oltre a centri e
spazi studio e di servizio. L’edificio, strutturato intorno ad una galleria centrale, è concepito
come spazio d’incontro per gli universitari afferenti oltre alla facoltà di Medicina, anche alle
facoltà di Ingegneria e Farmacia.
Nel piano Careggi 2000 un ruolo strategico è occupato dalla realizzazione del nuovo centro
direzionale multifunzionale, realizzato come portale all’area del Policlinico. L’edificio
denominato NIC (Nuovo Ingresso Careggi) si articola in quattro volumi ricollegati da una
copertura unica che definisce un’ampia piazza coperta che unisce le funzioni differenziate dei
blocchi creando un unicum tra il percorso di accesso alle attività sanitarie, culturali e
amministrative. Dei 4 blocchi l’edifico posto perpendicolarmente al viale di San Luca, è
strettamente utilizzato per le funzioni direzionali e formative dell’università degli studi di
Firenze. L’edificio ospita al piano terra le aule didattiche, con gli spazi per la simulazione che
affiancano quelli presenti a Villa Monna Tessa (afferenti al centro di formazione e ricerca per
il miglioramento della qualità e della sicurezza delle prestazioni sanitarie) con in testata l’aula
anfiteatro che occupa una superficie di oltre 260 mq. Ai piani superiori sono presenti gli uffici
del DIPINT (il Dipartimento Interistituzionale Integrato per la Ricerca e la didattica) ed altre
funzioni amministrativo - direzionali dell’università.
Altri ambienti didattici sono presenti nelle Cliniche Chirurgiche, nel padiglione dell’Anatomia
Patologica e nel Centro Edilizio Polivalente CEP. Complessivamente dei 251.000 mq che
formano l’offerta strutturale di Careggi il 5%, pari a circa 12.000 mq, è specificatamente
utilizzato per funzioni didattico formative.
STRUTTURE PER LA RICERCA
I laboratori didattici e di ricerca per la facoltà di medicina sono ospitati principalmente
nell’area limitrofa a Villa Monna Tessa lungo viale Pieraccini. I tre padiglioni principali si
articolano intorno al CEP, un edificio su tre piani che contiene oltre 200 laboratori distribuiti
su una pianta rettangolare con una consistenza di 12.000 mq. L’edificio si ricollega, con il
medesimo modulo compositivo, al nuovo edificio che conterrà i laboratori di manipolazione
cellulare "cell-factory" gestito dall’I.T.T. ( Istituto Toscana Tumori). L’edificio, con una pianta
ad “L”, occupa 5500 mq con 25 laboratori e un “core” di 10 laboratori per le terapie cellulari e
genetico sperimentali. Altre funzioni di ricerca sono ospitate nei laboratori della Piastra dei
Servizi, dove sono presenti le strutture dipartimentali di Genetica, Immunogenetica e Biologia
di Trapianti e il centro regionale per la Conservazione Tessuto Osseo.
STRUTTURE PER IL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO
Le competenze scientifiche e cliniche della Facoltà di Medicina e Chirurgia e quelle del
Servizio Sanitario, integrate nella Azienda Ospedaliero Universitaria sono supportate dal
Dipartimento Interistituzionale Integrato DIPINT che definisce il quadro nel quale si sviluppa
l’attività di ricerca scientifica cosi come specificatamente menzionato nella “mission”
dell’azienda. In tal senso l’AOUC possiede uno specifico dipartimento interistituzionale in
grado di supportare le fasi che vanno dal progetto di ricerca, alla sua gestione e valorizzazione
ciò vale anche per le sperimentazioni cliniche per area terapeutica che riguardano
principalmente la verifica degli effetti clinici degli interventi sanitari e la sperimentazione dei
medicinali.