PIL - Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"

Produzione Aggregata, Consumo e
Risparmio
Lezione n.2
Corso di Economia Applicata all’Ingegneria
Anno Accademico 2013-2014
Prof. Avv. Cristiano Di Giosa
La Macroeconomia si occupa di studiare il sistema economico nella sua globalità e le grandi variabili
aggregate come il livello della produzione e di attività economica, la disoccupazione, l’inflazione ed il
risparmio
Quindi in Macroeconomia si vuole rispondere a domande di interesse collettivo:
•
•
•
•
•
•
Cosa determina il livello di Produzione in un Paese
Cosa determina il livello dei Consumi
Come e se è possibile ridurre il tasso di Disoccupazione
Quanto e se è costoso per un paese avere un alto livello di Inflazione
Quale ruolo deve svolgere la Banca Centrale nel sistema economico
Cosa determina lo Sviluppo e la Crescita economica
Il fondatore della moderna Macroeconomia è John Maynard Keynes (Teoria Generale, 1936)
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Il Reddito e la Spesa di una Economia
Per valutare il funzionamento di un’economia è naturale guardare al Reddito Totale Percepito da chi fa
parte di essa
Un’identità contabile fondamentale è che in Ogni Sistema Economico il Reddito è pari alla Spesa:
Ogni transazione ha un compratore ed un venditore
Ogni euro speso dal compratore è un euro di reddito per il venditore
L’Uguaglianza tra Reddito e Spesa è illustrata dal Diagramma del Flusso Circolare
Mercato dei beni e servizi
Imprese
Diagramma del Flusso
Circolare
Flussi Reali
Famiglie
Mercato dei fattori produttivi
(Lavoro, Capitale, “Terra”)
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Il Modello del Flusso Circolare
Il modello del flusso circolare è un modo semplice di visualizzare le transazioni economiche che si
realizzano tra gli Agenti Economici di un’Economia
La prima intuizione del modello risale alla metà del 1700, con la Scuola di Economisti Francesi detta
Fisiocrazia (Quesnay, 1758)
Gli Agenti Economici considerati nel modello sono le Imprese e le Famiglie (quindi: no Stato, no settore
estero)
Le Transazioni avvengono attraverso due mercati
• Beni e Servizi
• Fattori Produttivi (Lavoro, Capitale e “Terra”).
Il termine “Terra” indica tutti i fattori produttivi la cui dotazione è (più o meno) fissa
Il modello evidenzia sia il Flusso Reale dei Beni, dei Servizi e dei Fattori che quello Monetario dei
Redditi e delle Spese
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Diagramma del Flusso
Mercato dei beni e servizi
Ricavi
Imprese
Spese
Diagramma del Flusso
Circolare
Flussi Reali e Monetari
Salari,
Profitti,
Rendite
Famiglie
Redditi
Mercato dei fattori produttivi
(Lavoro, Capitale, “Terra”)
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Prodotto Interno Lordo - PIL
Il PIL (o GDP in inglese) Misura la Ricchezza Prodotta da una Nazione in un Determinato Periodo
E’ la Migliore Misura disponibile del Benessere di una Nazione
E’ una Misura del Reddito, e quindi anche della Spesa di una Nazione in certo periodo
IL PIL può essere definito in diversi modi
• il Valore dei Beni e dei Servizi Finali prodotti in una Economia in un certo Periodo di Tempo
• la Somma del Valore Aggiunto in una Economia in un certo Periodo di Tempo
• la Somma dei Redditi dell’Economia in un certo Periodo di Tempo
Imposte Dirette ed Indirette
Redditi da Lavoro
Redditi da Capitale e Profitto
Ovvero come il Valore Totale a Prezzi di Mercato di Tutti i Beni e Servizi Finali Prodotti in una certa
nazione in un dato periodo di tempo
Il PIL Pro Capite indica il Reddito a Disposizione del Singolo Individuo in una nazione
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Caratteristiche del PIL
L’output è valutato a Prezzi di Mercato per rendere omogenee grandezze fisiche eterogenee
Il PIL registra solo il Valore dei Beni e Servizi Finali, escludendo quindi i beni Intermedi per evitare il così
detto «doppio conteggio» poiché il valore dei Beni e Servizi Finali già include quello degli intermedi
Il PIL include sia Beni Tangibili che Servizi Intangibili
Il PIL include Beni e Servizi Prodotti nel periodo in questione, non le transazioni riguardanti beni e
servizi prodotti nel passato
La Misurazione del PIL è delimitata in senso Geografico (una Nazione) e Temporale (un anno o un
trimestre)
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Cosa è incluso nel PIL
Il PIL include Tutti i Beni e Servizi Prodotti e Venduti Legalmente sui mercati
Quindi esclude i beni e servizi prodotti tra le mura domestiche e che non vengono scambiati sul
mercato
«l’economista che sposa la sua colf fa ridurre il PIL»
Quindi esclude i beni e servizi prodotti illecitamente (il “nero”, la droga, ecc.)
l’economia «Sommersa» non è rilevata e quindi non misurabile
Esclude, inoltre, altri fattori non meno importanti
 il valore del tempo libero
 il valore dell’ambiente
 il valore delle attività extra-mercato (p.e. beneficenza)
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Componenti del PIL
In base al così detto «Approccio della Produzione Aggregata», il PIL (indicato con Y) è la somma
contabile di quattro grandezze macroeconomiche
• i Consumi (C)
• gli Investimenti (I)
• gli Acquisti da parte dello Stato (G)
• le Esportazioni Nette (NX = eXport – iMport = X – M)
Y = C + I + G + NX
Le quattro grandezze sono anche le quattro componenti della Produzione Aggregata di una nazione,
cioè tutti i modi in cui può essere speso il denaro per Acquisto di Beni e Servizi
Il PIL dell’Italia nel 2009 era pari a circa €.1.520 mld
Le singole componenti erano circa pari a:
C = 905 mld (= 59.5%); I = 287 mld (= 18.9%); G = 334 mld (= 22%);
X = 364 mld; M = 370 mld; NX =  6 mld. (= -0.4%)
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Le Componenti in dettaglio
Consumi (C)
La spesa delle famiglie in beni e servizi, fatta eccezione per l’acquisto di nuove abitazioni
Investimenti (I)
La spesa in beni capitale, scorte ed infrastrutture, incluse le nuove abitazioni
Non include l’acquisto di asset (p.e. azioni, titoli di Stato, ecc.) perché questo è solo un mero trasferimento di
proprietà di titoli rappresentativi di beni reali (p.e. un’impresa) che non crea nuova ricchezza reale
Investimento è solo ciò che crea nuovo capitale
Acquisti dello Stato (G)
La spesa in beni e servizi delle autorità pubbliche a livello centrale e locale
Non include i trasferimenti (p.e. le pensioni) cioè i pagamenti fatti in mancanza di una contropartita in beni e
servizi
Il trasferimento di denaro non comporta creazione di nuova ricchezza
Esportazioni nette (NX)
Il saldo algebrico della bilancia commerciale, cioè della differenza tra esportazioni ed importazioni
di beni e servizi
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L’Identità tra Reddito e Spesa
Il PIL viene incamerato da tutti i coloro che hanno contribuito a produrlo
Quindi, in base al reddito percepito dai fattori produttivi, il PIL si ripartisce così
Y = Salari + Rendite + Interessi + Profitti + IIN
(IIN = Imposte Indirette Nette, cioè le tasse sugli scambi di beni e servizi, p.e. l’IVA)
I due approcci al riparto del PIL non sono altro che la «traduzione» macro del diagramma del Flusso
Circolare
Quindi esiste sempre una Perfetta Identità Contabile tra PIL come Produzione Aggregata e PIL come
Reddito Aggregato
Parliamo di identità macro fondamentale tra reddito e spesa:
tutto il reddito prodotto in una nazione viene sempre totalmente speso
tutti i beni e servizi prodotti vengono sempre acquistati da qualcuno
N.B. ciò che resta invenduto viene considerato un investimento in scorte!
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La crescita del PIL
Il tasso di crescita del PIL indica la rapidità con cui la ricchezza di una nazione aumenta o diminuisce in
un certo periodo di tempo (in genere anno o trimestre)
Il tasso di crescita annuale del PIL di una nazione nel 2010 si ottiene a partire dai due valori del PIL del
2010 e del 2009
La formula è
quindi se
PIL2010  PIL2009
100
PIL2009
PIL2009 = 1520 mld
PIL2010 = 1549 mld
il Tasso di Crescita Annuale è
((1549 - 1520) / 1520)  100 = 1.9 %
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Crescita e Cicli
Il PIL di una nazione cresce nel tempo più o meno stabilmente e più o meno velocemente
All’interno di un trend di crescita del PIL di lungo periodo, possono però esistere ampie fluttuazioni
cicliche
E’ il problema del ciclo economico, cioè il fatto (derivante dall’osservazione empirica) che la rapidità
della crescita del PIL di una nazione non è mai costante nel tempo
A volte si assiste anzi a periodi più o meno lunghi di riduzione del PIL
Una Recessione è un periodo di almeno due trimestri consecutivi in cui il PIL reale di una nazione
diminuisce
Una Recessione ampia e Prolungata prende il nome di Depressione
Una fase di Boom (o Espansione) si ha invece quando il PIL cresce più rapidamente del suo trend di
crescita di lungo periodo
I due temi principali della macroeconomia sono la spiegazione della crescita e delle fluttuazioni cicliche
Il primo è argomento relativo al lungo periodo, il secondo al breve periodo
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Trend di Crescita e Ciclo
PIL Reale
Trend di Crescita
del PIL
Boom
Recessione
1
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2
4
6 7
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Anni
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PIl Reale e PIL Nominale
Il PIL Nominale misura il Valore della Produzione di beni e servizi a prezzi correnti, cioè dell’anno in
questione
Una variazione del PIL Nominale potrebbe quindi essere dovuta ad una mera variazione dei prezzi,
senza che siano cambiata la reale produzione di beni e servizi
Il PIL Reale misura il valore della produzione di beni e servizi a prezzi costanti, cioè ai prezzi di un anno
base preso come riferimento
Il PIL Reale è la vera misura della crescita reale della ricchezza di una nazione, proprio perché
“depurata” dall’effetto dei prezzi
 se il PIL nominale del 2010 cresce del 1.9% e la variazione dei prezzi sempre nel 2010 è pari
all’1.6%, la crescita del PIL reale è pari solo allo 0.3% (infatti 1.9% – 1.6% = 0.3%).
La differenza tra le due grandezze dipende dall’andamento del livello generale dei prezzi
Mettendo a confronto la variazione del PIL reale con quella del PIL nominale, si ottiene una misura della
variazione del livello generale dei prezzi (c.d. Deflatore del PIL)
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Indice dei Prezzi al Consumo
Lo strumento più usato per misurare la variazione del livello generale dei prezzi è l’indice dei prezzi al
consumo (Consumers’ Price Index - CPI)
Il CPI misura il costo di un paniere tipico di beni e servizi
L’indice serve per monitorare l’andamento nel tempo dei prezzi, cioè del costo della vita
Quindi una misura l’Inflazione
Inflazione è l’incremento nel tempo dell’indice generale dei prezzi
Se il CPI aumenta, una famiglia media deve spendere di più per acquistare il paniere tipico, cioè per
mantenere lo stesso standard di consumi
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Calcolo del CPI
Si fissa il paniere, ovvero si stabilisce quali beni e servizi sono acquistati dal consumatore medio
Si trovano i prezzi dei beni e servizi contenuti nel paniere per ciascun istante di tempo
Si calcola il costo del paniere ai diversi istanti di tempo
Si sceglie un anno come anno base da utilizzare come punto di riferimento
Si calcola l’indice dividendo il costo del paniere nell’anno desiderato per il costo nell’anno base e
moltiplicando per 100
Il tasso di inflazione è la variazione percentuale del CPI da un anno all’altro
Anno Base: 2010
Costo Paniere nel 2010: € 1.200
Costo Paniere nel 2011: € 1.236
CPI2011 = (€ 1.236 / € 1.200)  100 = 103
Inflazione: il CPI del 2010 è pari a 100, quindi nel 2011 i prezzi sono cresciuti del 3% (= 103 – 100)
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Costo della Vita e sua Misura
Il CPI misura accuratamente l’evoluzione del costo del paniere selezionato, ma non è una misura
perfetta del costo della vita
In particolare soffre di alcuni problemi
1. La distorsione della sostituzione: il paniere non tiene conto delle reazioni dei consumatori al
variare dei prezzi relativi (sostituzione dei beni divenuti relativamente più costosi)
2. L’introduzione di nuovi beni: il paniere non tiene conto delle novità sul piano della varietà dei
beni.
3. Il miglioramento qualitativo: se la qualità di un bene migliora, il potere d’acquisto del denaro
aumenta anche se il prezzo del bene è invariato
4.
Tutti questi problemi si ritiene portino il CPI a sovrastimare l’effettivo costo della vita di una misura pari
a circa l’1%
In ogni caso il CPI può comunque, nel complesso, sottostimare l’effettiva inflazione a causa di errori
nella scelta del paniere e nel calcolo del suo costo
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CPI vs il Deflattore del PIL
Normalmente si usa sia il Deflatore del PIL che il CPI per stabilire l’evoluzione dei prezzi nel tempo
Le differenze tra i due concetti
CPI
include solo i beni e servizi acquistati dai consumatori
include anche le importazioni
è misurato rispetto ad un paniere fisso di beni e servizi
Deflatore del PIL
include tutti i beni e servizi prodotti da una nazione
esclude le importazioni
è misurato rispetto alla produzione corrente di beni e servizi
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Indicizzazione
Gli indici di prezzo sono utilizzati anche per correggere i valori monetari delle variabili economiche in
maniera da poter stabilire un confronto nel tempo tra tali variabili senza che il confronto stesso sia
influenzato dall’inflazione
Quando una somma (p.e. un credito o un salario) è aggiustata per tenere conto dell’inflazione si parla
di indicizzazione
Indicizzare significa trasformare un euro di oggi nell’equivalente, in termini di potere d’acquisto, ad una
certa data futura
Rivalutare significa trasformare un euro del passato nell’equivalente, in termini di potere d’acquisto, di
oggi
Guadagnava di più Giuseppe Meazza nel 1931 oppure Francesco Totti nel 2005?
Ingaggio di Meazza degli anni Trenta di €120 in potere d’acquisto del 2005?
Occorre utilizzare il CPI
CPI
Ingaggio 2005 =Ingaggio1931 
=€120 
2005
CPI1931
127.1
0.076
=€200.684
N.B.: il CPI del 1930 è calcolato utilizzando i coefficienti di rivalutazione
il paniere che nel 2005 costava 127,1 nel 1931 costava circa 0,076 (= 127,1/1675,25)
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Tasso di Interesse Reale e Nominale
L’interesse è il pagamento a cui ha diritto nel futuro chi rinuncia a godere di una certa somma di
denaro nel presente
Il Tasso Nominale di Interesse (= i) è il tasso di interesse non corretto per l’inflazione
Il Tasso Reale di Interesse (= r) è pari al tasso nominale corretto per l’inflazione
Equazione di Fisher
r=i-
dove  è il tasso di inflazione
Un prestito di € 10.000 per un anno comporta un tasso di interesse nominale del 5%
alla fine dell’anno, oltre a restituire la somma ricevuta, si deve pagare anche €500 di interessi.
L’inflazione durante l’anno è il 2%, quindi il tasso di interesse reale è:
r = 5% – 2% = 3%
in termini di potere d’acquisto i € 10.500 euro restituiti valgono come € 10.300 al momento del prestito
L’inflazione quindi avvantaggia i debitori e danneggia i creditori
Se però l’interesse nominale è indicizzato, esso aumenta via via per tenere conto dell’inflazione, tutelando così il
diritto del creditore ad ottenere una certa remunerazione in termini reali
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Il Consumo
L’analisi delle scelte del consumatore serve a capire il comportamento alla base della curva di domanda
individuale
Invece di partire dalla scheda di domanda (approccio comportamentistico), ricaviamo la curva di
domanda risolvendo il problema di scelta del consumatore
Tale problema si presenta nella tipica forma di un problema di massimizzazione vincolata ovvero…
quale insieme di beni, tra tutti quelli potenzialmente acquistabili dal consumatore
rende massimo il suo benessere (o utilità)
dati i suoi Gusti, il suo Reddito ed il Prezzo dei beni?
I due «ingredienti» fondamentali del problema sono il Vincolo di Bilancio e le Curve di Indifferenza
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Il Vincolo di Bilancio
Il Vincolo di Bilancio (BC) rappresenta i panieri di consumo (cioè le varie combinazioni dei beni) che il
consumatore può permettersi, dato il suo reddito e dati i prezzi dei beni
Non è possibile consumare quanto si desidera, dato che la spesa è sempre limitata dalle risorse
(Reddito) a disposizione.
In un sistema di assi cartesiani, ogni punto sulla linea di bilancio indica una possibile combinazione,
detta paniere, di due beni che il consumatore può acquistare
N.B.: uno dei due beni potrebbe essere un Bene Composito
La pendenza della linea di bilancio è pari al rapporto tra i prezzi dei due beni e misura il trade-off
oggettivo tra i due beni imposto dalle condizioni di mercato
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Linea di Bilancio
Equazione del BC:
Y = P1X1 + P2X2
Quantità
Birra, X2
500
ovvero: X2 =(– P1/P2) X1 + Y/P2
B
E
Pendenza: – P1/P2
Intercetta B con asse ordinate: Y/P2
Intercetta A con asse ascisse: Y/P1
C
250
D
0
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50
A
100
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Quantità
Pizza, X1
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Le Preferenze di Consumo
Il Consumatore Ordina le preferenze classificando i diversi panieri in base alla loro desiderabilità
Non si discute tale ordinamento (de gustibus non est disputandum), ma si impongono su di esso delle
proprietà
Proprietà (assiomi) delle preferenze
 Completezza: il consumatore sa sempre scegliere tra panieri diversi
 Transitività: se il consumatore preferisce A a B e B a C, allora preferisce anche A a C
 Non Sazietà: il consumatore preferisce sempre avere di più di tutti i beni
Il Vincolo di Bilancio indica cosa il consumatore può Permettersi di comprare mentre le preferenze
indicano invece cosa il consumatore Vorrebbe comprare
Per rappresentare le preferenze usiamo la mappa delle curve di indifferenza (CdI)
Una CdI è l’insieme di tutti i panieri di beni che lasciano il consumatore ugualmente soddisfatto, ovvero
tra cui il consumatore è indifferente
Nel piano cartesiano esistono infinite CdI, una per ogni livello di soddisfazione che il consumatore può
raggiungere consumando i due beni; ciascuna CdI comprende un numero infinito di panieri che danno
al consumatore un dato livello di soddisfazione
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Curva di Indifferenza
Birra
Il consumatore è indifferente tra i panieri A, B, C
perché appartengono tutti alla stessa CdI.
Lo stesso vale per i panieri E ed F, posti su
un’altra CdI: anch’essi sono tra loro indifferenti.
Curva di
Indifferenza 1
C
E
F
B
CdI 2
D
A
0
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Pizza
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Effetto della Variazione del Reddito
Studiando l’effetto di una variazione in uno dei dati (il reddito o uno dei prezzi) sulla scelta ottima del
consumatore otteniamo che un aumento del reddito del consumatore sposta verso l’esterno il vincolo
di bilancio
Quindi il consumatore può scegliere un paniere posto su una CdI più alta
Non è detto però che nel nuovo ottimo scelga di più di entrambi i beni: occorre infatti distinguere tra
beni normali e beni inferiori
Siamo certi però che comprerà di più di almeno un bene ( i beni non possono essere tutti inferiori)
Birra
Viaggi in
autobus
E’
Uno dei due
Beni è Inferiore
Beni
Normali
E
E
E’
CdI2
CdI1
0
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Pizza 0
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CdI1
CdI2
Benzina
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Costruire la Curva di Domanda
La curva di domanda di un consumatore indica le diverse quantità domandate di un certo bene al
variare del prezzo e quindi può essere considerata il riassunto delle scelte ottimali che derivano dalla
combinazione delle preferenze con il vincolo di bilancio
La curva di domanda del bene 2 (birra) si ottiene individuando i diversi punti di ottimo, e quindi le
diverse quantità scelte del bene 2, al variare del prezzo del bene 2 che possono essere riassunte in una
scheda di domanda
1. Le scelte ottime al diminuire
del prezzo della birra
Prezzo
Birra
Birra
3. La curva di domanda di birra
2. Scheda di
Domanda
150 E’
CdI2
50
0
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E
CdI1
Il BC ruota perché
il prezzo della birra
passa da €2 a €1
Pb
Qb*
€2
50
€1
150
Pizza
€2
E
E’
1
0
Domanda
50
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150 Quantità
di birra
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Effetto Reddito, Sostituzione e Totale
Effetto Reddito
la variazione del consumo di un bene che si ha quando la variazione del prezzo di uno dei beni sposta il
consumatore su una CdI più alta o più bassa
Tale variazione è indotta dal mutamento nel potere di acquisto del reddito con il consumatore che è…
…più «povero» se il prezzo aumenta.
…più «ricco» se il prezzo diminuisce.
Effetto Sostituzione
la variazione del consumo di un bene che si ha quando una variazione del prezzo di uno dei beni sposta
il consumatore ad un punto diverso lungo la medesima CdI
Al crescere del prezzo del bene 1, la quantità del bene 2 che si deve dare in cambio per averne una unità
aumenta
L’effetto Prezzo Totale
la somma (algebrica) dei due effetti sul consumo di un bene
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Consumo, Reddito e Risparmio
Tra Consumo e Reddito (attuale e futuro) come tra Consumo, Risparmio e Tasso di Interesse
Il Modello di Scelta del Consumatore definisce molto bene le due relazioni; si tratta infatti della Scelta
tra Consumo Oggi (da giovane, C0) e Consumo Domani (da vecchio, C1)
La parte di Reddito Y non consumata oggi si chiama Risparmio (per Hp il reddito domani è zero)
Maggiore è il Risparmio Oggi (cioè minore è il Consumo Oggi) e Maggiore sarà il Consumo Domani
Il «prezzo» (costo opportunità) del Consumo Oggi è l’Interesse r a cui si rinuncia non risparmiando
Invece Risparmiando Oggi, domani potrò Consumare di Più (Capitale Risparmiato + Interesse)
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Reddito Assoluto, Relativo e Permanente
La Relazione tra Consumo e Reddito è molto complessa
Esistono varie ipotesi sul Tipo di Reddito da considerare
Reddito Assoluto (Keynes): il Consumo è una Frazione del Livello Assoluto del Reddito Presente
Funzione del Consumo: C = a Y + C0
a < 1 è la propensione marginale al consumo (=incremento di consumo indotto da un euro in più di reddito)
C0 è il consumo necessario (=livello minimo di consumo indipendente dal reddito).
Reddito Relativo (Duesenberry): il consumo dipende dalla posizione relativa del consumatore nella
gerarchia dei redditi; i consumatori si influenzano reciprocamente (p.e. imitazione)
Reddito Permanente (Friedman): il consumo pianificato nel tempo è una frazione della componente del
reddito che il consumatore considera permanente (cioè stabile nel tempo); il consumo può essere
temporaneamente accresciuto utilizzando le componenti transitorie del reddito (guadagni occasionali),
ma il livello di lungo periodo dipende dalle sole componenti permanenti
Ciclo di Vita (Modigliani): il consumo dipende dalla distribuzione nel tempo, in base ai bisogni previsti,
delle risorse di cui si prevede di poter disporre nel corso degli anni; tali risorse includono anche le
componenti patrimoniali presenti e future
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Effetto Tasso d’Interesse
Al crescere del Tasso di Interesse, si generano un effetto sostituzione (il consumo oggi “costa” di più,
quindi risparmio di più) ed un effetto reddito (a parità di risparmio, domani sarò più ricco, quindi posso
consumare di più oggi)
Se prevale l’effetto sostituzione, risparmio di più, viceversa se prevale l’effetto reddito
Quindi un aumento del tasso di interesse può favorire o scoraggiare il risparmio
Il problema può essere complicato ipotizzando che si percepisca il reddito non solo oggi, ma anche
domani.
Questo fa sì che oggi io possa consumare più del mio reddito indebitandomi (=risparmio negativo),
sfruttando il reddito di domani per saldare i debiti contratti oggi (p.e. prestiti d’onore agli studenti
universitari)
Altre complicazioni sono date dall’esistenza di componenti patrimoniali iniziali e di oscillazioni
temporanee nel reddito futuro, dalle variazioni nel tempo del tasso d’interesse e dalla volontà di
lasciare parte del proprio patrimonio agli eredi
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Un Aumento del Tasso di Interesse…
(a) … fa aumentare il risparmio
(C0 cala)
(b) … oppure lo fa diminuire
(C0 cresce)
C1
C1
CdI2
CdI2
CdI1
CdI1
0
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C0
0
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C0
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