monografia
Il frutto
DI PAOLO POGGI
Un maestoso esemplare di Sclerocarya
birrea. Nelle foto piccole, i frutti sulla
pianta, e subito dopo la raccolta.
degli altopiani
68 ERBORISTERIA DOMANI Settembre 2004
Marula
(Sclerocarya birrea Hochst)
I
n una remota area collinare della Botswana orientale (Sud
Africa), ad un gruppo di donne indigene frulla in capo, da
tempo, un’idea: formare un gruppo per lavorare assieme.
Si riuniscono, discutono su cosa fare. Alla loro portata è la
possibilità di sfruttare piante delle locali foreste ed ecco
l’idea: raccogliere i frutti di quelle piante in modo razionale,
organizzato, in maniera da procacciarsi un lavoro sicuro, duraturo, remunerativo.
Siamo nel 1996. Fondano un gruppo, denominato Kgetsi ya
Tsie - che in gergo locale significa pressappoco ‘circolo lavorativo comunitario’ - che conta un centinaio di volenterose
ed entusiaste iscritte. Oggi è costituito da 1200 membri
appartenenti ad una trentina di villaggi, che operano come
possono operare moderni imprenditori in perfetta armonia e
capacità d’intenti, controllando la produzione, la lavorazione
ed il commercio dei prodotti naturali locali. KyT assiste i
suoi membri nella conclusione di piccoli affari fornendo suggerimenti, supporti tecnici, prestiti, ecc., che i membri ripagano coi profitti della loro impresa. Il reddito dell’associa-
zione è aumentato dal 1996 ad oggi del 500%. Significativo
il fatto che, alcuni membri, inizialmente indigenti, sono stati
sovvenzionati con mezzi comunitari (del fondo), nel quale
ora ricoprono ruoli attivi.
Si può dire che, grazie a tale iniziativa ormai ben consolidata, negli ultimi anni è radicalmente cambiata l’economia
della regione.
Una delle fondamentali iniziative del KyT è stata quella di
coordinare le operazioni di raccolta e lavorazione dei frutti
della Marula.
Oggi la KyT, quale membro della PTA (Phyto Trade Africa),
l’associazione che raccoglie tutte le compagnie che operano
con prodotti naturali africani, e quale partnership con una
società europea, è entrata nel mercato globale quale fornitrice di una preziosa varietà di olio di Marula per uso cosmetico. Quello della Marula è certamente un emblematico caso di
come si possa, grazie al buon intendimento e alla
preveggenza di pochi, arrivare a sviluppare opportunità di
commercializzazione di prodotti naturali, della foresta.
Hibiscus schizopetalus

I semi del frutto dell’albero della Marula, tipico degli altopiani delle
regioni del Sudafrica, si stanno affermando sul mercato delle materie
prime naturali per i molteplici utilizzi in campo cosmetico. Si tratta
solo della più recente forma di valorizzazione di una tradizionale
fonte di sostentamento economico per le comunità della zona. La
scorza della pianta è utilizzata in medicina, il suo legno in lavori
d’intaglio, i frutti vengono lavorati anche per la preparazione della
birra e di un apprezzato liquore. La prospettiva di sviluppo dei prodotti NTFP (Non-timber forest products), di importanza strategica
per uno sviluppo sostenibile di molte aree del continente, trova
nella marula un interessante esempio concreto.
Settembre 2004 ERBORISTERIA DOMANI 69
monografia

Il frutto degli altopiani: Marula
 Importanza dei prodotti forestali
In molte parti del mondo, milioni di individui usano una
larga varietà di prodotti della foresta: frutti, noci, fibre,
resine, legno, oli per soddisfare indispensabili esigenze quotidiane correlate ad alimentazione, medicina, energia, materiali da costruzione. Questi prodotti - definiti nel linguaggio
ufficiale come NTFP (Non-timber forest products) - formano
un’importante, anche se non sempre riconosciuta e quantificata, componente di reddito domestico.
Una varietà di fattori, in particolare la necessità di incrementare lo sviluppo d’affari, così come una recentemente
maturata consapevolezza dell’importanza di questo gruppo
di prodotti, in questi ultimi anni ha stimolato l’interesse
di agenzie e settori privati esterni che sono intervenuti in
maniera massiccia.
In questo contesto si è sviluppato il progetto MCSL (Marula
Commercialisation for Sustainable Livelihoods). Esso rappresenta uno dei presupposti ad una più ampia ricerca internazionale, indirizzata a promuovere una sempre più vasta
commercializzazione ed equi impieghi di NTFP.
Il progetto complessivo ha come scopo preminente quello di
esplorare le numerose possibilità correlate alla commercializzazione di questi prodotti, e di valutare come, attraverso
differenti e mirati approcci, si possa giungere ad un ottimale sfruttamento di questi prodotti rurali poveri ai fini del
sostentamento della popolazione locale.
Il progetto ha focalizzato la sua attenzione, in particolare,
su due specie di piante: la Carapa guaianensis in Guyana e,
appunto la Marula (Sclerocarya birrea) nel Sud-Africa.
Sono pochi gli abitanti nel Sud-Africa che non hanno familiarità con l’albero della Marula ed i suoi frutti, grazie alla
corrente disponibilità ed al vasto uso che presso le comunità
rurali si fa di una particolare birra, grazie ancora al classico
e ben noto liquore ed al sostenuto sforzo promozionale dei
produttori di queste bevande.
Ma è pur vero che l’albero della Marula presenta altre possibilità di sfruttamento, oltre che come fonte per la prepa-
razione di birra e del liquore dai suoi frutti: la scorza della
pianta è utilizzata in medicina, il suo legno in lavori d’intaglio, i semi del frutto per l’estrazione di un prezioso olio ad
uso cosmetico.
I derivati da Marula hanno per lungo tempo rappresentato
una parte integrante della dieta, della tradizione e della cultura delle comunità rurali del Paese. L’utilità ed il potenziale
di questa pianta non sono passati inosservati agli imprenditori e si stanno ora sviluppando nuove opportunità commerciali per un loro più coordinato e razionale sfruttamento
ai fini di migliorare il benessere della popolazione rurale;
prodotti a base di derivati da Marula appaiono con sempre
maggiore frequenza sul mercato: paste, liquori, marmellate,
birra, sciroppi, succhi. L’olio, soprattutto, sta prendendo
piede come interessante ed apprezzatissimo ingrediente
nell’industria cosmetica. Questo significativo sviluppo nello
sfruttamento industriale e nella diffusione della conoscenza
delle proprietà dei suoi prodotti, fa si che la Marula sia oggi
da considerarsi non solo una specie di importanza locale, ma
di interesse commerciale internazionale. Il progetto di sviluppo dei prodotti NTFP ha trovato in questa pianta un suo
primo eclatante esempio.
 La leggendaria Marula
La famiglia delle Anacardiaceae comprende oltre 60 generi e
circa 700 specie fra piante e arbusti, distribuiti in particolare nelle regioni tropicali, seppure alcuni sono presenti anche
in regioni temperate dell’Europa, dell’Asia orientale e nelle
Americhe.
Alcune specie sono coltivate in ragione della loro importanza dal punto di vista economico, quali fonti di sostanze
coloranti, per il legname, per gli oli e le cere che da esse si
ricavano e, non ultimo, per la bontà ed il valore nutrizionale
dei loro frutti e semi.
La pianta più nota e più importante delle Anacardiaceae dal
punto di vista dell’utilizzo dei suoi frutti è sicuramente il
mango (Mangifera indica L.), mentre per quanto riguarda le
nocciole è l’Anacardio (Anacardium occidentale L.). Anche la Marula fa parte di
questa famiglia.
Sui vasti caldi ed aridi altopiani dell’Africa sub-equatoriale cresce spontaneo un albero il cui nome botanico è
Sclerocarya birrea, ma che è comunemente conosciuto come Marula.
L’etimologia del nome si fa risalire ai
termini greci ‘skleros’, che vuol dire duro
e ‘karyon’, che significa noce, come a
dire noce dura. ‘Birrea’ deriva invece dal
senegalese ‘birr’, che è il nome indigeno
con cui è nota la pianta.
L’area di sviluppo è quella che comprende le regioni di Namibia, Botswana,
Zambia e Zimbabwe.
L’albero può raggiungere un’altezza di 10
ed anche 15 metri. In febbraio, vale a
dire nel pieno della stagione estiva per
quelle zone, il frutto della pianta, verde
e oblungo, simile ad una piccola prugna,
giunge a maturazione ed assume un
colore giallo intenso e promana un forte
aroma che attira gli animali che vivono
intorno, in particolare gli elefanti; per
giorni e giorni mandrie di questi animali si nutrono ingordamente dei frutti
Ricetta per preparare la birra
P
orre in un contenitore i frutti ed aggiungere acqua fredda. Lasciare
riposare per 2-3 giorni. Spremere i frutti e liberarli della pelle.
Lasciare altri 4 giorni a fermentare (l’aggiunta di zucchero accelera il
processo di fermentazione). Quando non si sviluppano più bollicine
d’aria, significa che il processo di fermentazione è completato.
A questo punto il liquido viene chiarificato per filtrazione; si ottiene
un liquore che praticamente contiene circa il 15-17% di alcool per
volume (il valore dipende dal tipo di frutto, stato di maturazione e
periodo di fermentazione del mosto). La birra della Marula è gradevole e serve a stuzzicare l’appetito, oltre che a dissetare
Bevanda non alcolica (Namibia)
Appena raccolto il frutto e rimossa la buccia dura dai semi, questi si
pongono in un contenitore (generalmente una giara in argilla).
Si aggiunge acqua, (20 litri per circa 10 kg di semi) e si lascia macerare per 10 giorni. Dopo tale periodo si spilla e si ha una gradevole
bevanda a bassa gradazione alcolica, che può essere somministrata
anche ad un bambino.
70 ERBORISTERIA DOMANI Settembre 2004
Nella sequenza qui sopra,
alcune fasi della lavorazione
dei frutti di marula
(Sclerocarya birrea Hochst.).
Da sinistra: il conferimento
al centro locale di raccolta,
la pesatura (una pianta
può fornire sino a due
tonnellate di frutti) e la
spremitura dell’olio dai semi.
A fianco, le caratteristiche
costruzioni utilizzate per
proteggere i frutti in attesa
di fermentazione.
sima importanza dal punto di vista economico-sociale per la
popolazione locale.
Oltre che per la preparazione del liquore, i frutti sono utilizzati anche per la preparazione di una particolare e gustosissima birra. (Vedere ricetta per la sua preparazione nel
riquadro a pagina 42).
Dal legno, tenero e nello stesso tempo compatto, facile
all’intaglio, le popolazioni locali ottengono utensili da cucina, tipo pestelli, ciotole, piatti e cucchiai. In Botswana,
i morokos, le tradizionali canoe, sono ricavate da legno di
Marula. Si fanno con questo legno i gioghi di animali e le
casse dei tamburi. In Namibia si usa per costruire caratteristici veicoli, simili a slitte.
La scorza della pianta trova impiego nella medicina popolare ed è utilizzata nella preparazione di pozioni a funzione
astringente in casi di diarrea, oltre che quale profilattico
per curare febbri e malaria. Con la parte più interna e tenera
della scorza, una volta pestata e resa una lunga e resistente
fibra, si fabbricano le corde. Dalla scorza tenera delle piante
si ricava un colorante rosso-bruno utilizzato per tingere tessuti, utensili di legno ed altro.
I semi sono tostati ed utilizzati per vari impieghi, non ultimo quali apprezzato surrogato del tabacco.
Un uso certamente singolare dei semi della noce di Marula
pare fosse quello di materiale per illuminazione, un surrogato delle candele: infatti, il seme ben secco, brucia producendo una fiamma chiara, luminosa.
Dai semi viene estratto un prezioso olio per cosmesi.
Quest’olio è utilizzato da secoli dalle donne delle colline di
Tswapong come elemento di cosmesi estemporanea quotidiana, previene l’insorgere di rughe, la formazione di striature
durante la gravidanza e dopo il parto, mantiene la pelle

della pianta che,
per tale ragione
è anche definita
come ‘l’albero
degli elefanti’.
Anche un bellissimo e ricercatissimo lepidottero
africano, Argema
mimosa, è assai
ghiotto delle
foglie tenere della
Marula: se ne
nutre allo stadio
larvale.
Il frutto succulento, aspro e profumato della pianta, una volta giunto a
maturazione, presenta una pelle coriacea che racchiude la
parte più tenera, fibrosa che avvolge un nocciolo durissimo.
Il nocciolo contiene due o tre semi che sono ricchi in olio
e proteine. Nella buona stagione, una sola pianta di Marula
può fornire sino a due tonnellate di frutti.
Giunto il frutto a maturazione, viene selezionato durante la
raccolta, si rimuovono il nocciolo e la pelle; la polpa residua
viene mantenuta ad una temperatura bassa (sugli 8 °C per
evitarne la fermentazione) e poi, a raccolta completata,
viene fatta fermentare ad una temperatura tra i 18 e 20 °C,
per un tempo tra i sette e i dieci giorni, in modo simile a
quanto si fa col mosto d’uva. Dopo fermentazione, si procede
alla distillazione del ‘vino’ ottenuto in distillatori di rame. Il
liquore ottenuto è posto ad invecchiare per almeno due anni
in piccole botticelle di quercia e quindi si procede al suo
arricchimento con estratto puro, cremoso, fresco di Marula,
ottenuto con uno speciale processo che consente di catturarne il caratteristico aroma.
Da quest’indovinata miscela del distillato con la crema fresca si ottiene la notissima Amarula cream, prodotto stabile,
ricco e delicato, con un contenuto alcolico di circa il 17% in
volume.
In Namibia, per la preparazione di questo liquore si procede
in modo differente. Anziché operare con la polpa fresca del
frutto, si usa il frutto ben essiccato e si fa fermentare. In
questo caso si ottiene un liquore (detto ‘Ombikè’), molto
più forte dell’Amarula, ad alta gradazione alcolica. Nel
Mozambico, si usa invece spremere i frutti freschi e ricavarne
un robusto ‘vino’ (denominato ‘Ucanhe’).
La raccolta dei frutti di Marula e la successiva lavorazione ai
fini dell’ottenimento della crema-liquore, riveste notevolis-
Settembre 2004 ERBORISTERIA DOMANI 71
monografia

Il frutto degli altopiani: Marula
liscia e morbida. Di quest’olio avremo occasione di parlare
diffusamente, più avanti, in questo nostro lavoro.
La pianta è tenuta in alta considerazione dalla cultura locale; si ritiene, ad esempio, che il sesso di un nascituro possa
essere predeterminato dietro somministrazione alla gestante
di un infuso ottenuto dalla corteccia di un albero maschile
o femminile. Per gli Zulu e gli indigeni del Tonga, la Marula
è ‘l’albero del matrimonio’: un infuso ottenuto dalla scorza
della pianta, viene fatto bere ai futuri sposi prima del rito,
in segno propiziatorio.
vente (acetone) al fine di estrarne i potenziali ingredienti
attivi. Quindi, con la soluzione ottenuta si è proceduto al
trattamento su organismi test, al fine di verificarne l’efficacia verso differenti ceppi batterici: Staphylococcus aureus,
Pseudomonas aeruginosa, Escherichia coli, Enterococcus fecalis, determinandone il valore MIC (Minima concentrazione
inibente).
L’estratto si è rivelato attivo a valori MIC tra 0,15 e 3 mg/
mL.
Basandosi su tali valori d’inibizione, si è potuto verificare
che l’estratto della parte più interna della scorza risulta più
energico rispetto a quello ottenuto dalla parte esterna della
 Il potenziale terapeutico
scorza e dalle foglie, anche se le differenze non sono poi
della Marula
risultate un gran che rilevanti.
I prodotti dell’albero della Marula, hanno rappresentato per
Non è risultato difficile estrarre sia dalla scorza, sia dalle
lungo tempo una parte integrante della dieta, della tradiziofoglie, con idonei solventi o loro miscele (carbonio tetraclone e della cultura delle comunità rurali del Sud Africa. Non
ruro, cloroformio, acetone, n-butanolo), quelli che sono da
potevano mancare testimonianze circa gli utilizzi ad uso
considerarsi i principi attivi della pianta (galattotannini,
curativo dei vari derivati (frutti, semi, scorza, ecc.) di queprocianidine, catechine, saponine, tocoferoli, ecc.)
sta straordinaria pianta.
E’ stato recentemente condotto anche uno studio di caratteCosì come particolari
re quantitativo ai fini di
tipi di alghe e come
convalidare le proprietà
l’Aloe, la Marula è uno
antiossidanti di alcuni
dei prodotti di più
costituenti fenolici
Test di tollerabilità cutanea e potenziale
largo ‘sfruttamento’ da
dell’estratto di Marula.
parte degli stregoni e
Preciseremo che, ai fini
sensibilizzante di Olio di Marula
delle mogli dei capi
sperimentali, sono state
tribù in Sud Africa,
esaminate sia specie
per medicare ferite e
selvatiche, vale a dire
est su 10 soggetti dopo una singola applicazione sotto cerotto occlusivo
curare piaghe, oltre
a crescita spontanea,
durante 48 ore e su 50 soggetti per 6 settimane (Marzulli-Maibach test)
che per trattare capelsia coltivate. Lo studio
A seguito prima determinazione il prodotto è risultato praticamente non irritante.
li ed unghie. L’olio
è stato condotto con
In base al test successivo, il prodotto è da considerarsi irritante e potenziale
poi è considerato un
tecniche strumentali
sensibilizzante se dà luogo ad una delle seguenti manifestazioni:
ingrediente di alto
(HPLC-UV/PDA e LC-MS).
- sviluppo di eritema senza o con accompagnamento di edema;
valore ‘cosmetico’. Per
L’analisi fitochimica
- sensazione di prurito;
quelle tribù ha semdell’estratto metanolico
- formazione di vesciche.
pre rappresentato un
della pianta selvatica ha
Nessuna di questa manifestazioni cliniche si è verificata durante i test per cui il
ingrediente di noteportato all’isolamento
prodotto non è da ritenersi un potenziale irritante o sensibilizzante cutaneo.
vole interesse ai fini
di un nuovo glucoside
di una locale ‘cosmesi
flavonico: quercetin3-O(Documentazione tecnica Aldivia, Paris)
fai-da-te’.
α-1-(5’’-galloil)-arabinoEsiste un’abbondanfuranoside ed a otto ben
te documentazione
noti composti fenolici.
che ha tramandato i vari usi terapeutici estemporanei della
Gli stessi derivati epicatechinici sono stati isolati anche dalMarula, che cercheremo, qui di seguito, di ricapitolare brel’estratto di specie coltivate.
vemente:
L’attività di tutti i composti isolati è risultata positiva a
- dalla scorza della pianta, pozioni per combattere disorseguito di valutazione misurando la capacità bloccante i
dini del sistema circolatorio, oppure scorza pestata contro le
radicali liberi ed utilizzando come paragone un antiossidante
emorroidi;
di normale uso (Trolox), col metodo di ossidazione di β-caro- ancora dalla scorza pozioni contro disordini del sistema
tene ed acido linoleico (saggio di autossidazione).
digestivo (contro la diarrea, contro febbri intestinali);
Si deve dare o no credito alle usanze folkloristiche circa l’uso
- la scorza contro affezioni infiammatorie o febbri malaridella droga di questa pianta presso le comunità africane nel
che;
trattamento del diabete mellito?
- impiastri di scorza idonei anche per attenuare dolori
Anche in questo caso, al fine di valutare il potenziale effetmuscolari;
to ipoglicemico di estratti da Sclerocarya birrea, sono state
- foglie per coprire ferite e bruciature e lesioni in genere,
condotte sperimentazioni su topini normali (normoglicemici)
oltre che punture di insetti;
e su topini diabetici (trattati con streptozoticina). Si sono
- decotto di scorza per rimuovere contaminazioni provocautilizzate dosi graduate (da 100 a 800 mg/Kg p.c.) d’estratte dal cibo (o da veleni).
to, paragonandone l’effetto a quello ottenuto con un noto
La scorza della pianta di Marula è utilizzata da secoli dagli
farmaco (clorpropamide).
indigeni del Sud Africa per combattere disturbi legati ad
Si è potuto verificare che, pur agendo in misura assai meno
infezioni batteriche. In tempi recenti si è cercato di valutare
energica rispetto al farmaco, l’estratto – allorchè utilizzato
se tali proprietà potevano essere validate da ricerche scientialla dose massima - riduce in maniera abbastanza significafiche (studi di laboratorio).
tiva (P 0,01<0,001) il tasso di glucosio nel sangue, sia nei
Scorze e foglie della pianta sono state trattate con solnormoglicemici, sia nei diabetici.
T
72 ERBORISTERIA DOMANI Settembre 2004
Dalla prima tavola si
vede come il seme
nutrizionale
del frutto presenti un
(I dati si riferiscono a valori medi tra oltre 30 determinazioni)
del frutto
elevato contenuto in
Contenuto
Frutto fresco Endocarpo in toto
della Marula
proteine (36,7%) che
Negli ultimi vent’anni,
risulterebbe maggiore
Acqua (g/100 g)
86,3
22,2
sono stati condotti
a quello dei semi di
Vitamina C (mg/100 g)
160,8
numerosi studi al fine
soia (ca. 33%), di
di valutare il valore
arachide (ca. 30%) e
Zuccheri totali (mg/g sostanza secca)
212
nutrizionale del frutto
di cotone (ca. 29%).
Amido (mg/g sostanza secca)
4,7
della pianta ed il suo
Si potrebbe asseripotenziale interesse
re che i semi della
Grassi (g/100 g sostanza secca)
60
commerciale.
Marula rappresentano
Il frutto fresco di
un’interessante potenProteine (g/100 g sostanza secca)
4,7
33,1
Marula è noto sopratziale fonte proteica.
(Thiong K et al, 2000)
tutto per il suo elevato
Nella frazione oleosa
contenuto in Vitamina
(la cui composizione
TAVOLA 2 - CONTENUTO IN METALLI DEL FRUTTO DI MARULA (Sclerocarya birrea)
(I dati si riferiscono a valori medi tra oltre 30 determinazioni)
C: molti dati confermaè riportata in tavola
no un contenuto di 200
5) è da rilevare in
Contenuto
Frutto fresco
Endocarpo in toto
mg/100 g. La noce in
particolare la pretoto (quello che botanisenza di acido araFosforo (g/100 g sostanza secca)
0,2
0,9
camente dovrebbe defichidonico, uno dei
Potassio (g/100 g sostanza secca)
2,4
0,6
nirsi endocarpo) conpiù importanti acidi
tiene proteine (28%) e
polinsaturi ad attività
Calcio (g/100 g sostanza secca)
0,3
0,1
grassi (57% come olio).
biochimica, precursore
Magnesio (g/100 g sostanza secca)
0,1
0,4
Arnold (1985) definidegli ecosanoidi.
sce in 2.700 kJ/100
Interessante anche la
Rame (mg/1000 g sostanza secca)
12,2
17,4
g il valore energetico.
frazione di saponine
Zinco (mg/1000 g sostanza secca)
21,1
72,7
Determinazioni circa il
presenti nell’olio, (su
contenuto in acidi grasvalori di 0,9%), anche
Manganese (mg/1000 g sost. secca)
4,9
7,0
si hanno confermato un
in questo caso supeFerro (mg/1000 g sostanza secca)
217,6
52,3
elevato livello in acido
riore a quella dell’olio
(Thiong K et al, 2000)
oleico e palmitico, con
da semi di soia.
una marcata stabilità
Nell’olio, che contiene
all’ossidazione dell’olio.
tocoferoli a funzione
La frazione proteica è particolarmente ricca in acido glutamantiossidante (di cui ci occuperemo più avanti), sono stati
mico.
identificati anche procianidine, galattotannini, flavonoidi e
L’endocarpo fornisce anche un rimarchevole contenuto in
catechine.
zinco, ferro, manganese, fosforo, magnesio e rame.
 Le proprietà dell’olio
In relazione ai valori RDA (Recommended dietary allowances),
il contenuto in Vitamina C del frutto risulterebbe di almeE’ ampiamente accertato, che nella totalità della gamma
no 10 volte superiore al richiesto, così come risulterebbe
degli oli vegetali ormai di largo impiego cosmetico, chi più,
in linea il contenuto in minerali importanti quali fosforo e
chi meno, esplica effetto benefico topico in relazione allo
magnesio.
specifico contenuto in sostanze attive.
Nelle tavole 1 e 2 riprodotte qui sopra,
Gli EFA (Essential Fatty Acids) contenuti in
riportiamo in dettaglio dati circa il contebuona parte degli oli vegetali presentano
TAVOLA 3 nuto in sostanze di interesse nutrizionale
marcate proprietà ristrutturanti cutanee
COMPOSIZIONE CHIMICA DEI SEMI
presenti nel frutto fresco e nell’endocarpo
e protettive contro la perdita di acqua
DEL FRUTTO DI MARULA
in toto della Marula.
per traspirazione (TEWL). Gli oli vegetali
(Sclerocarya birrea)
hanno proprietà emollienti e sono facil(I dati si riferiscono a valori
 L’olio di Marula
mente metabolizzati quando utilizzati quali
medi di sei determinazioni)
Da semi contenuti nel frutto si estrae l’olio
eccipienti veicolanti per principi attivi.
Contenuto
Titolo %
a mezzo di tecniche di pressione a freddo
Contengono vitamine, tocoferoli ed altre
e filtrazione, senza utilizzare solventi. Solo
sostanze a funzione antiossidante.
Frazione oleosa
11,00
in questo modo si ottiene un prodotto nel
Un discorso a parte merita l’olio di Marula
Proteine
36,70
quale risulta integrale la frazione di ingrein funzione della dimostrata sua alta stabidienti attivi. L’olio può essere ulteriormente
lità all’ossidazione.
Carboidrati
17,20
modificato organoletticamente (soprattutto
L’uso di oli vegetali in cosmesi è spesso
Saponine
0,90
nel colore) mediante raffinazione: è quelimitato proprio dalla loro scarsa resistenza
st’olio ad alto grado di raffinazione che
a fenomeni ossidativi, specie se contengoCeneri
11,70
trova impiego in cosmetica.
no acidi grassi polinsaturi i quali, se da un
Fibre
3,40
La composizione chimica dei semi di
lato ne aumentano grandemente il pregio
Sclerocarya birrea è riportata in tavola 3. In
a fini biofunzionali, dall’altro ne riducono
Umidità
a 100
tavola 4 sono riportate invece le proprietà
a volte la possibilità di impiego per una
(Ogbobe O, 1992)
chimico-fisiche dell’olio estratto dai semi.
ridotta resistenza all’ossidazione.
TAVOLA 1 - COMPOSTI NUTRIZIONALI PRESENTI NEL FRUTTO DI MARULA
(Sclerocarya birrea)

 Valore
Settembre 2004 ERBORISTERIA DOMANI 73
monografia
E’ spesso rischioso usare in
dolci (Prunus amygdalus var.
TAVOLA 4 - CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE
cosmetici - per i quali oggi
dulcis), attualmente di diffuDELL’OLIO ESTRATTO DEI SEMI DEL FRUTTO DI MARULA
si richiede un certo periodo
so uso cosmetico.
(Sclerocarya birrea)
di stoccaggio - certi oli assai
Sono stati effettuati test di:
apprezzati, la cui stabilità
- effetto idratante cutaneo;
Saggio
(40-60°C) 60-80°C
è correlata alla loro com- aumento della levigatezza
N. saponificazione (mgKOH/g)
199,3
187,7
posizione in acidi grassi.
della cute;
Gli insaturi si ossidano più
- perdita di acqua per tranN. Iodio (g/100g)
69,9
63,5
facilmente e più velocemente
spirazione (TEWL);
Perossidi (mEq/kg)
25,0
28,7
quanto più contengono doppi
- riduzione dell’infiammazione
legami, tanto che richiedono,
(rossore);
N. acidità (mgKOH/g)
0,25
0,62
per essere usati con sicurez- stabilità.
Acidi grassi liberi (come acido oleico)
0,12
0,31
za, una idonea presenza di
Vediamo i risultati dei test di
antiossidanti.
confronto:
Indice rifrazione (a 20°C)
1,462
1,465
Il rapporto di ossidazione
a) Test di idratazione cuta(Eromosele I et al, 1993)
per i vari insaturi è infatti
nea
espresso come segue:
Da osservare, in primis, che
Triinsaturi > Diinsaturi >
conformemente ai risultati
Monoinsaturi
ottenuti, si è potuto accertare che tutti gli oli testati si
La composizione dell’olio di Marula (alto titolo in monoinsasono rivelati in grado di apportare benefici effetti ai fini
turi, come oleico) ne spiega la maggiore stabilità all’ossidadell’idratazione della pelle (test eseguito dopo 6 giorni di
zione.
trattamento); l’olio di palma (sicuramente in funzione del
Determinazioni di resistenza all’ossidazione dell’olio da semi
suo profilo lipidico, ed in particolare grazie al suo alto condi Marula (metodo Rancimat) con esposizione a 20 L/h di
tenuto in frazione palmitica che crea un film protettivo sulla
aria, hanno fornito risultati di resistenza superiori a 48 ore.
pelle) è quello che fornisce i risultati migliori, seguito dalUlteriori analisi condotte sul suo insaponificabile, hanno
l’olio di Marula (vedi Tavola 6).
rivelato che l’olio è ricco in sostanze antiossidanti ed anche
b) Test di levigatezza della cute
questo spiega la sua marcata resistenza all’ossidazione e staL’olio di Marula è risultato (alla pari dell’olio di Palma e di
bilità. L’olio di Marula potrebbe pertanto usarsi anche in dosi
quello estratto dai semi di Canapa) facilmente assorbibile
maggiori di quelle generalmente adoperate per altri lipidi
dalla pelle e quindi in grado di migliorarne lo stato di levivegetali, senza rischio alcuno di fenomeni di irrancidimento.
gatezza e la gradevolezza al tocco (tavola 7).
L’olio di Marula può essere pertanto utilizzato in dosi sostec) Perdita di acqua transepidermica (TEWL)
nute in prodotti a funzione idratante cutanea, al fine di forPer quanto concerne TEWL, l’olio di mandorle è quello che
nire ripristini del tasso idrico e levigatezza alla cute.
esplica effetti più marcati, gli altri a seguire con stessi
Al fine di valutare se l’olio di Marula poteva paragonarsi
effetti, con un leggero minore effetto proprio per l’olio di
come proprietà e funzionalità cosmetica ad oli di ormai traMarula.
dizionale impiego in questo settore, è stato condotto uno
d) Riduzione stato infiammatorio (rossore)
studio di confronto.
Dopo un periodo di trattamento di sei giorni, il test ha riveTra la gamma disponibile di oli vegetali di tradizionale uso
lato per l’olio di Marula un consistente effetto ai fini della
cosmetico, ne sono stati scelti tre, per valutare alcune loro
riduzione dello stato infiammatorio della cute (rossore).
peculiari caratteristiche di funzionalità e paragonarle alle
L’olio in questo caso si comporta come quello da semi di
proprietà espresse dall’olio di Marula.
Canapa e quello di Camelina, che presentano un alto conteI tre oli presi in considerazione sono:
nuto in EFA e quindi sono in grado di accelerare processi di
- olio da semi di Canapa (Cannabis sativa) - al quale si ricoguarigione e sanitizzazione.
nosce un perfetto equilibrio funzionale nel contenuto tra
e) Stabilità all’ossidazione
polinsaturi Omega-6 e d Omega-3;
Il comportamento dell’olio di Marula è abbastanza sorpren- oleina da Palma (Elaeis guineensis) – dotata di una buona
dente: l’affinità di composizione in acidi grassi monoinsaturi
stabilità grazie al suo contenuto in acidi grassi saturi (pal(alto contenuto in acido oleico) dovrebbe suggerirne una
mitico) e monoinsaturi (oleico);
stabilità simile a quella dell’olio di mandorle dolci ma i risul- olio di Camelina (Camelina satitati dei test hanno dimostrato che è
va) - riconosciuto quale eccellente
ancora più stabile di questo.
sorgente di EFA (linoleico e linoleniUlteriori analisi condotte sul suo
TAVOLA 5 - DISTRIBUZIONE ACIDI GRASSI NELL’OLIO
ESTRATTO DEI SEMI DEL FRUTTO DI MARULA
co).
insaponificabile, hanno rivelato che
(Sclerocarya birrea)
Si è determinato il miglioramento
l’olio è ricco in sostanze antiossiche ognuno dei tre oli presi in condanti ed è pertanto questo fatto
Acido grasso
Titolo % (peso)
siderazione - assieme a quello di
che spiega la sua marcata resistenza
marula - è in grado di apportare alle
all’ossidazione e stabilità (Tavola 8).
Acido oleico (C18:1)
50,76
condizioni della pelle, conformemenAcido palmitico (C16:0)
22,60
te ai risultati di un certo numero di
 Impieghi cosmetici
test accettati.
Acido arachidonico (C20:4)
8,45
dell’olio di Marula
Al fine di ben valutare i relativi
Acido
behenico
(C22:0)
5,14
benefici apportati da ciascuno degli
In funzione della sua componente
oli selezionati, come olio standard di
lipidica costituita da una buona
Acido miristico (C14:0)
2,12
riferimento è stato preso in considefrazione in insaturi, per il suo conte(()gbobe O, 1992)
razione quello estratto da mandorle
nuto in sostanze a funzione antiossi-
74 ERBORISTERIA DOMANI Settembre 2004


Il frutto degli altopiani: Marula
Le risorse di Phytotrade Africa
Un particolare ringraziamento, per la documentazione sia bibliografica
che fotografica fornita, va a PhytoTrade Africa, l’associazione che raccoglie produttori e raccoglitori di risorse naturali del Sud Africa, e ne
sostiene la distribuzione sui mercati internazionali. PhytoTrade Africa ha
anche un ufficio europeo, a cui è possibile rivolgersi per ulteriori informazioni sia su marula, che sull’intera gamma dei prodotti naturali disponibili: Per informazioni: Cyril Lombard, Unit W215, HolyWell Centre, 1
Phipp Street, London EC2A 4PS, Regno Unito. Tel. +44 207 7398822.
Fax +44 207 7397648. [email protected]
Settembre 2004 ERBORISTERIA DOMANI 75
monografia

Il frutto degli altopiani: Marula
dante (tocoferoli, flavonoidi, procianidine, ecc.),
per la sua marcata penetrabilità cutanea e la sua
elevata stabilità, l’olio di Marula è da considerarsi un ingrediente di prima qualità per preparati
topici di uso cosmetico e dermofarmacautico a
funzione:
- emolliente cutanea;
- antiossidante, antiradicalica;
- idratante;
- riparativa cutanea, sanitizzante.
Il suo impiego è pertanto ipotizzabile in prodotti
sia per il trattamento della cute, quali creme,
oleoliti e lozioni idratanti, restitutive, protettive,
sia per capelli (specie in prodotti non da risciacquo quali condizionanti per capelli con funzione
ammorbidente, lucidante, rinforzante, ammorbidenti dello scalpo, ecc.).
Sono stata valutate con successo anche sue utilizzazioni in prodotti per make up, quali ombretti, lipstick colora-labbra o lucida-labbra.
Che dire di quest’olio per concludere?
Alla già lunga collana di oli vegetali che il chimico cosmetologo formulatore, indirizzato alla
realizzazione di ‘cosmetici verdi’, apprezza e preferisce inserire nelle sue formulazioni, si aggiunge una perla preziosa: l’olio di Marula.
n
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Si ringrazia per la documentazione fornita la
dr.ssa Valperti di AVG, distributore per l’Italia
degli oli vegetali di Aldivia S.A.