domande di esame - dipartimento di economia e diritto

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Storia dell’analisi economica
1. “L’assenza in Ricardo dell’idea di domande di “fattori produttivi” elastiche ai rispettivi saggi di
remunerazione merita d’essere sottolineata poiché può servire a porre in evidenza quanto poco la
“scuola classica”, come definita da Keynes, abbia in comune con Ricardo.” (Garegnani, Note su
consumi…)
Si illustrino brevemente i tratti distintivi delle due teorie della distribuzione.
2. Al pari di tassi d’inflazione eccessivamente elevati – e ancora ben ricordiamo la difficoltà con la
quale riuscimmo ad averne ragione oltre venti anni fa – anche una dinamica troppo contenuta dei
prezzi è dannosa per la stabilità finanziaria, specie quando i debiti pubblici e privati sono alti e la
crescita è debole. Va contrastata con altrettanta fermezza, anche per evitare che si radichi nelle
attese di medio periodo. La formazione delle aspettative non è un processo lineare: mutamenti
anche forti possono materializzarsi, in modo discontinuo, in tempi brevi (Banca d’Italia,
Considerazioni finali, 2014, p. 10)
Provate a interpretare questa frase alla luce della posizione di Keynes sull’influenza di variazioni (in
particolare riduzioni) dei prezzi sugli investimenti.
3. Provate a commentare queste due frasi.
The neo-Ricardian interpretation of Keynes is an attempt to use the classical theory of value and
distribution to provide Ricardian micro-foundations for Keynes’s theory of effective demand.
Indeed, the strong claim is made that Keynes’s ‘general theory’ fails as a general theory unless this
is done, since Keynes had failed to demonstrate any more than the presence of ‘imperfections’ in
the market system which impeded instantaneous market clearing. This made his theory a ‘special
case’ of the neoclassical theory, achieved by imposing ad hoc restrictions on wage and price
flexibility. (R. Skidelsky, The continuing relevance of Keynes, 2010)
“Keynes ammette la possibilità di ricorrere ad una riduzione del tasso di interesse, ma è molto
scettico circa la capacità di una politica solo monetaria di garantire un livello di investimento
adeguato a colmare il divario fra reddito e consumo. È vero infatti che in Keynes rimane la relazione
inversa fra volume degli investimenti e tasso di interesse, ma è anche noto che nella teoria
keynesiana l'efficacia della politica monetaria può essere influenzata da molti altri fattori, come le
condizioni sul mercato monetario e l'erraticità dell'efficienza marginale del capitale.”
4. “Una diminuita disposizione a spendere acquisterà un aspetto assai diverso se, invece di essere
considerata come un fattore che, cet. par., fa aumentare l’investimento, sarà considerata come un
fattore che, cet. par., fa diminuire l’occupazione (J.M.Keynes)
5. Variazione dei salari monetari come via per il ritorno al pieno impiego: la posizione di Keynes.
6. “La rilettura e il riassorbimento della teoria keynesiana sono senza dubbio facilitati dal fatto che
Keynes non metta in discussione la teoria tradizionale della distribuzione”. Si illustrino i tratti
distintivi delle due teorie, classica e marginalista, della distribuzione. Riassumete brevemente le
linee essenziali della critica di Garegnani alla teoria del valore e della distribuzione marginalista.
7. Legge di Say, teoria quantitativa e tendenza al pieno impiego.
Definite i concetti e cercate di spiegare come (e perché) Keynes abbia dovuto superare la teoria
quantitativa per confutare la tendenza al pieno impiego.
8. Nel cap. 11 della Teoria Generale, Keynes contrappone la sua interpretazione delle conseguenze
sull’investimento di attese di deflazione con quella di Fisher.
Provate a ricostruire il ragionamento di Keynes e a illustrare le differenti implicazioni di aspettative
di riduzione dei prezzi sulla domanda.
9. Si descriva l’impianto analitico delle teorie del sovrappiù.
10. Quali sono le critiche avanzate da Keynes alla teoria “classica” della determinazione del tasso di
interesse?
11. Una riduzione dei salari monetari può aumentare l’occupazione? (rifarsi al cap. 19 della Teoria
Generale).
12. “La rilettura e il riassorbimento della teoria keynesiana sono senza dubbio facilitati dal fatto che
Keynes non metta in discussione la teoria tradizionale della distribuzione”. Si illustri la critica di
Keynes alla teoria classica dell’interesse e la critica di Garegnani alla teoria dell’investimento di
Keynes.
13. Si spieghi come si determina la distribuzione nella teoria neoclassica e cosa garantisce il pieno
impiego dei fattori.
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