La teoria dell`informazione

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22/02/2012
Lez. 2
La base dei modelli comunicativi
La teoria dell‟informazione
• Alla base di tutti i modelli della
comunicazione ci sono 2 differenti
impianti:
• Shannon e Weaver
• Roman Jakobson
• Ma cosa voglio comunicare?
La culla dell‟informatica
21/02/12
La comunicazione
“I ragazzi oggi
comunicano con 160
caratteri”
[T. Ferro]
• Questo termine ha avuto significati
differenti lungo il corso dei secoli:
– Contatto o trasferimento materiale (M.E.)
• Mura comunicanti, vasi comunicanti
– Trasporto (era moderna)
• Vie di comunicazione
– Trasferimento di informazione („900)
• Comunicazioni telefoniche
• Come comunichiamo noi oggi?
Claude Shannon
• Shannon pubblicò nel 1949, assieme a Weaver, La
teoria matematica della comunicazione sul Bell
System Technical Journal
• Un testo sorprendentemente leggibile pur essendo
una relazione tecnica che ora è alla base della teoria
dell'informazione (information theory)
• Questo campo ha reso possibili tutte le moderne
comunicazioni elettroniche
• Quando cominciò a lavorare in questa direzione,
l'obiettivo di Shannon era solo quello di eliminare i
disturbi dai collegamenti telefonici
Claude Shannon e Warren Weaver
• Claude Elwood Shannon (1916 – 2001),
statunitense, fu ingegnere elettronico,
matematico e inventore; lavorò nei laboratori
Bell dal „41 al „72
• Warren Weaver (1894 – 1978), statunitense,
fu scienziato e matematico;
• Con i loro studi intendevano migliorare
l'efficienza della trasmissione di segnali
attraverso apparati tecnici di trasmissione
Lo schema della comunicazione
• Shannon si chiede quali
aspetti distinguere all'interno di un
processo comunicativo
• Una distinzione fra la sfera 'tecnica'
della comunicazione e quella relativa ai
suoi contenuti semantici può portare a
una migliore comprensione delle
caratteristiche del processo
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Quantità vs. qualità
• il contenuto di informazione (quantità) è
indipendente dal contenuto del messaggio
(qualità)
• è in relazione al numero di unità
elementari (bit) necessarie per codificarlo
• In tale prospettiva, la natura del
messaggio - testi, suoni, immagini - è
irrilevante dal momento che tutto può
essere ridotto in appropriate sequenze di 1
e di 0
Un approccio sintattico
“Di frequente i messaggi hanno significato; cioè si
riferiscono a certe entità fisiche o concettuali, o
sono correlati ad esse mediante qualche sistema.
Questi aspetti semantici della comunicazione
sono irrilevanti dal punto di vista ingegneristico.”
“L’aspetto significativo è che il messaggio
effettivamente trasmesso è selezionato da un
insieme di possibili messaggi.”
• “Il problema fondamentale della
comunicazione consiste nel riprodurre in
un punto, esattamente o
approssimativamente, un messaggio
selezionato in un altro punto.”
[C. Shannon, A Mathematical Theory of
Communication, 1948]
Lo schema della comunicazione /2
• Per trasmette una informazione devo
codificarla in modo tale che sia comprensibile
al mio interlocutore;
• L‟operazione, apparentemente banale, si
complica se devo trasmettere un‟idea, un
suono, un odore, ecc…
• Lo schema di Shannon Weaver può essere
applicato alla comunicazione linguistica
Chi ha un cane?
• Descrivetecelo!
• Che cosa elencherete?
– Razza
– Pelo
– Coda
– Età
FONTE
CONCETTO FINALE
messaggio
messaggio
codice
decodifica
trasmettitore
Il messaggio viene
codificato in modo da
poter ottenere un
segnale da inviare al
ricevente attraverso un
trasmettitore. Una volta
ricevuto, il segnale sarà
decodificato e
riconvertito nel
messaggio originale.
ricevitore
rumore
canale
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Il processo di formalizzazione
• E se vi chiedessi di riassumere un film?
Rumore
Schema secondo Shannon e Weaver
O un libro?
• Quali elementi scegliereste?
• Su che principi impostereste la vostra
organizzazione del racconto?
• In base alla finalità? Al ricevente?
contesto
messaggio
mittente - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - destinatario
contatto
codice
Il modello di Jakobson centra l’attenzione sul codice e sul
contesto [“Saggi di linguistica generale”, Feltrinelli, 1966]
Roman Jakobson
• Roman Jakobson (1896 – 1982) è stato
un linguista russo
• Nel 1915 prese parte e acquistò sempre
maggiore rilievo nel "Circolo linguistico
di Mosca“
• Aderì al movimento poetico e artistico
dell'avanguardia russa
Roman Jakobson /2
• Jakobson sviluppa la “teoria della
comunicazione verbale”
• Individua 6 elementi: mittente, messaggio,
destinatario, contesto (le circostanze in cui
ogni evento comunicativo è inserito nel
messaggio), codice e un contatto (o canale)
• A questi 6 elementi corrispondono altrettante
funzioni della lingua
Lo schema di Jakobson
• Nella comunicazione umana
l‟interpretazione dei significati varia in
relazione al variare del contesto
• Il contesto comunicativo, pertanto, non
può essere considerato elemento
oggettivo o indipendente dall‟effettiva
comunicazione
• Trasmettere o Comunicare?
Roman Jakobson /3
* la funzione referenziale (contesto)
* la funzione emotiva (mittente)
* la funzione conativa (destinatario)
* la funzione fàtica (contatto)
* la funzione poetica (messaggio)
* la funzione metalinguistica (codice).
Queste funzioni in genere sono sempre presenti, ma con delle
prevalenze di una o più di esse
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Le differenze tra i due schemi
• Fonte e trasmittente si unificano sotto una
unica voce
• Il segnale e il rumore spariscono
• Compaiono il contesto e il codice
• Riassumendo Jakobson ha costruito un
modello della comunicazione umana che ci
permetta di capire come e perché siamo in
grado di parlare di qualcosa e di comprendere
ciò che ci viene detto
Riflessioni sul contesto
• Spesso si finisce in fraintendimenti se non si
condivide il contesto
• Dal contesto all‟interpretazione
• La comprensione di un messaggio è un
processo molto complesso
• Ogni processo di comunicazione mediato da
un codice non presenta mai una perfetta
simmetria tra codifica e decodifica
Tecnologie della comunicazione
• L‟uomo è dotato per natura di apparati
di trasmissione e di ricezione
Dall‟informazione alla comunicazione
• Gli apparati di comunicazione
permettono l‟estensione di queste
facoltà
• Lo studio della comunicazione umana
non deve prescindere dallo studio delle
sue tecnologie
Formalismimi, codici e storia
dell‟informatica teorica
Una riflessione
"Questo cosiddetto 'telefono' ha troppi
difetti per poterlo considerare
seriamente come mezzo di
comunicazione. Il dispositivo è
intrinsecamente privo di valore, per
quel che ci riguarda.“
• Difficilmente si riesce a prevedere
l‟impatto sociale di una nuova
tecnologia
• Altrettanto difficilmente si riesce a
prevedere se una tecnologia durerà o
meno nel tempo
• Crossing-over con altre discipline?
Effetto domino?
[1876, comunicazione interna della Western Union]
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Ma cos‟è una “informazione”?
• Shannon, in un articolo del 1948 ha
proposto di utilizzare il concetto di
scelta (o decisione) per misurare la
quantità di informazione contenuta in
un messaggio
• Partiamo da una situazione di incertezza
• L‟incertezza nasce perché abbiamo delle
possibilità di scelta tra diverse opzioni
La scelta binaria
• Shannon suggerisce di ridurre ogni
scelta a una successione di scelte
binarie
• Infatti una scelta fra più alternative può
sempre essere ridotta a più scelte fra
due alternative
• Si applicherà un progressivo
dimezzamento delle alternative
Il codice secondo Louis Hjelmslev
L‟informazione
• Lo studente (diligente) si domanda:
“dov‟è lo studio del professore?”
• Dopo aver avuto le indicazioni può
recarvisi
• L‟informazione ha diminuito (o
annullato) l‟incertezza
Il codice
• un «codice» è un insieme strutturato di
segni (simboli) e di regole che il
mittente ed il destinatario devono
condividere affinché il primo sia in
grado di formulare messaggi ed il
secondo di comprenderli
• Nomina sunt consequentia rerum?
Rappresentazione del codice
• Un codice semiotico è sistema di correlazioni tra due
sottosistemi: uno costituisce il sistema delle unità
significanti (piano dell'espressione); l'altro il sistema delle
unità significate (piano del contenuto)
• A loro volta i due piani si dividono in forma e sostanza.
– La forma dell'espressione, che chiamiamo sintassi, è la
struttura che organizza e da forma alle unità
significanti, fornendo un repertorio di tipi espressivi del
codice, nonché le regole per la loro combinazione (se il
codice è composto da segni discreti).
– La forma del contenuto invece definisce le unità
semantiche e i loro rapporti, organizzando la
conoscenza/rappresentazione del mondo in un sistema.
• La correlazione che è alla base di un codice è arbitraria: il
rapporto tra significante e significato non è un rapporto di
causa ed effetto.
• Un codice è composto da un insieme di
simboli (i geroglifici, le lettere
dell‟alfabeto, i numeri, ecc)
• Già Leibniz affermava che pensare
equivale a manipolare simboli
• Egli stesso è il primo che introduce il
calcolo binario, nel 1679
[F. Ciotti, Educazione al multimediale, Mediamente, RAI]
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Rappresentazione dell‟informazione
• Il continuo e il discreto
• Devo esprimermi in un linguaggio
formale, che significa?
• Analogico e digitale
– corrisponde alla differenza fra una
rappresentazione continua e una
rappresentazione discreta di determinate
grandezze
Il computer
• È un manipolatore di simboli
• Se anche la mente umana compie la
stessa operazione sono dunque simili?
• una rappresentazione continua o
analogica è ad esempio quella fornita
da una lancetta che si sposta sul
quadrante di uno strumento, una
rappresentazione digitale avviene
tipicamente attraverso numeri.
Bibliografia
• Shannon-Weaver, La teoria matematica
della comunicazione, Etas Libri, 1971;
• Roman Jakobson, Saggi di linguistica
generale, Milano, Feltrinelli, 1966.
• Joseph Weizanbaum, Il potere del
computer e la ragione umana. I limiti
dell'intelligenza artificiale, Torino:
Edizioni Gruppo Abele, 1987
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