8 IL CAFFÈ 23 giugno 2013 L’ATTUALITÀ & L’intervista L’analisi dell’oncologo Franco Cavalli ILSUICIDIO LELEGGI “E ora occorre una nuova legge meno restrittiva” Delle tre associazioni attive in Svizzera, solo Exit nel 2012 ha aiutato a morire 500 persone. Ottantaquattro in più dell’anno precedente Aumentano i casi di suicidio assistito per malati incurabili e gravi invalidità FRANCO ZANTONELLI O gni anno in Svizzera tra le 15mila e le 25mila persone tentano il suicidio. E più di mille ci riescono. “Pochi lo sanno ma nel nostro Paese il suicidio provoca tre volte più vittime degli incidenti stradali”, rivela una ricerca di Isopublic, la più antica società svizzera specializzata nelle indagini di mercato. Va detto inoltre che, nella Confederazione, il suicidio è la principale causa di morte tra le persone in età compresa tra i 15 ed i 44 anni. Le stesse percentuali che, tutto sommato, troviamo in altri Paesi europei. Ma in questi numeri non rientrano i suicidi assistiti, cioè quelli provocati da 15 gocce di un potente anestetico, il pentobarbital, fornite ai propri iscritti che ne fanno richiesta, da tre associazioni: Dignitas, Eternal Spirit ed Exit.Proprio quest’ultima, che conta ormai 70mila membri, nel 2012 ha aiutato a morire 500 persone, 84 in più rispetto al 2011. Più difficile, invece, conoscere i dati di Dignitas, aperta in prevalenza a pazienti stranieri, il cui fondatore, l’avvocato tedesco Ludwig Minnelli, disdegna i rapporti con la stampa. Quasi ininfluente, infine, almeno per il momento, risulta Eternal Spirit, nata da poco a Ba- Tra le 15mila e le 25mila persone tentano di togliersi la vita e... silea. Ma come spiegare l’indubbio aumento di casi segnalato da Exit che, essendo la più importante delle associazioni che operano in questo delicato campo, può indicare sicuramente un trend? “Direi che il tanto scrivere di noi da parte dei media ha contribuito a darci una maggiore visibilità e ad aumentare il numero dei nostri membri”, spie- ga il dottor Jérôme Sobel, otorinolaringoiatra vodese, presidente di Exit per la Svizzera Romanda. In sostanza, l’aumento dei soci ha portato ad un aumento dei casi. Oltretutto, per chi è convinto che l’aiuto al suicidio possa costituire un’opportunità, quella porta che si tiene socchiusa perché non si sa mai, l’iscrizione all’associazione, è decisamente a buon mercato. Una persona che lavora paga infatti una quota di 40 franchi all’anno, che scendono a 35 per chi è a beneficio dell’assicurazione invalidità o dell’Avs. La casistica degli interventi è molto ampia mentre “l’età media di chi, lo scorso anno, si è rivolto ad Exit è di 77 anni”, dice ancora il dottor Sobel. “Anche se - precisa -il paziente più giovane aveva 32 anni, mentre il più anziano 98. Tutte persone con malattie incurabili, oppure con invalidità irreversibili”. E, al riguardo, il presidente di Exit cita “Mare Dentro”, il film spagnolo, prota- gonista l’attore Javier Bardem, in cui un uomo, rimasto tetraplegico a causa di un incidente, riesce ad ottenere di morire, dopo anni di immobilità perché, in quelle condizioni, la sua vita non aveva più alcun senso. “Quando la vita diventa insopportabile, le faccio il caso degli anziani che soffrono di artrosi, allora riteniamo sia giusto aiutarli”, afferma convinto Sobel. Parole inaccettabili per quegli ambienti, soprattutto religiosi, strenui difensori della sacralità della vita. “Noi non uccidiamo nessuno, mica siamo in guerra, aiutiamo a morire chi ce lo chiede”, replica il dottor Sobel. Poi, per spiegarsi meglio, usa un esempio efficace: “Se un uomo e una donna compiono un atto sessuale, consenzienti, compiono un atto d’amore. Se, invece, lui la obbliga, con la forza, diventa uno stupro”. I n Ticino i numeri dei suicidi assistiti sono tutto sommato marginali, rispetto al resto della Svizzera. La polizia cantonale ha registrato sei casi nel 2012, con un’età media di 82 anni. D’altro canto, mentre rispetto agli altri tipi di suicidio è prevista una politica di prevenzione, lo stesso non vale per il suicidio assistito. “Trovo che sia positivo che in Svizzera si possa farlo, senza che coloro che aiutano una persona a morire vengano perseguiti”, spiega l’oncologo Franco Cavalli. Le cure palliative e l’accompagnamento alla morte sono suggerite da molti medici. Lei, dunque, è favorevole? “Sì. Ma secondo me bisogna poterlo fare senza l’intermediazione di associazioni come quelle presenti a livello nazionale, ovvero Exit, Dignitas o Eternal Spirit”. Perché? “Oggi siamo in questa situazione per l’opposizione dell’Associazione svizzera delle scienze mediche. Secondo me, invece, dovremmo arrivare alla situazione dell’Olanda, dove il suicidio assistito, essendo parificato all’eutanasia, può essere gestito solo da un medico . Il fatto è che in Svizzera si è MEDICO rinunciato a legiferare sul FAVOREVOLE suicidio assistito. Secondo L’oncologo lei una legge andrebbe fatFranco Cavalli ta? “Sì, certo. Una legge, a mio parere, ci vuole. Non, però, in senso restrittivo, bensì in senso liberale, arrivando ad autorizzare, in certe condizioni, anche l’eutanasia”. !'** ! % ! #% ' % %!# %!# ) %# * * # !% !! !'#% # * % %' % #%## # # ' ±ç´¤»ëÓÓ®ëèëÞÓ®èÛƴߢ±Øç´¤ ±ç´¤»ëºÖé¡é¡¡®ÜÆçÆ´¼ß·»º×¶ºæÜ ¯ªÛàÛ«æ ÛÓÞÞè¶ë¡´¶¼ºæé ×éà ß»Æé°Æ«ºÖ¯´Þ«»à¢Æé¢ç±Øç´¤ % !# & '# '** !!## *# ## ## 0(-' 2 !%* !* !4 ! . )) +!4 " '- (0 '0'- 4 +!44 (( / ! + 1 ' (( / -0-- 1 0 1 10- 133' !. + - ' 3 '- "'33 - '% ! 44%% 0(-'- #% &0"- (0""-'$ 0(-' 0'- 2 !%* !* !4 ! . )) +!4 " '- (0 '0'- 4 +!44 (( / ! + - ' 3 '- "'33 - '% /4 .)%% ((( +++ +++ $$+