uno sguardo d`insieme al sistema intelligence francese

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PRIMO PIANO
UNO SGUARDO D’INSIEME
AL SISTEMA INTELLIGENCE FRANCESE
I signori illuminati e i saggi generali vincono dovunque muovono, perché
conoscono la situazione nemica ottenuta attraverso gli uomini
(Sun Tzu, L’Arte della Guerra, l’uso delle spie)
RENATO GIOCONDO
Nel periodo giugno 2008-luglio 2009,
il Presidente Sarkozy ha apportato rilevanti cambiamenti al Sistema di Intelligence Nazionale. Tra i motivi posti a
base dell’esigenza di questi cambiamenti sono stati evidenziati, accanto ai mutamenti dello scenario internazionale e
al conseguente mutamento degli equilibri politico-istituzionali interni, i limiti
di un modello informativo costruito per
fronteggiare le nuove minacce, divenuto
meno adeguato per operare in uno scenario profondamente mutato e imprevedibile. A cio’ si é aggiunta la necessità
di garantire l’indispensabile supporto
informativo alle Forze francesi impegnate, con crescente frequenza e ampiezza, in numerosi Teatri Operativi
«fuori area».
L’intelligence francese nasce con Napoleone e il suo Ministro dell’Interno
Fouché. Ma é agli inizi del XX secolo
che viene dato un impulso allo sviluppo
Rivista Marittima-Maggio 2010
di un moderno servizio di intelligence
strategica con l’isitituzione del Servizio
Informazioni, il Controspionaggio e il
Servizio trasmissioni. Compiti e funzioni di questi Servizi hanno nel corso del
tempo subito importanti evoluzioni confermando l’impostazione binaria del
modello dei Servizi, fondato su tre soggetti : uno per l’estero, la Direction
Générale de la Sécurité Extérieure (DGSE), nata dalle ceneri dello SDECE con
Decreto 2 aprile 1982, n° 82306, e due
per l’interno : i Renseignements Généraux (RG) creati nel 1907 per la minaccia interna e la Direction de la Surveillance du Territoire (DST), istituita nel
1944, con compiti di contrasto alla minaccia estera, sostituiti sulla base della
recente normativa dalla DCRI (Direction Centrale du Renseignement Intérieur). Con la presidenza Sarkozy, vari
studi hanno esaminato a vario titolo
l’efficienza dell’intelligence francese,
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Uno sguardo d’insieme al sistema Intelligence francese
producendo raccomandazioni e individuando cinque fondamentali problemi:
1) la necessità di rafforzare l’architettura dei poteri di alta direzione politica e
delle relative responsablità in un’unica
figura politica di vertice, quale necessario presupposto, nella prospettiva unitaria, dell’effettività e tempestività del
momento decisionale; 2) la mancanza di
coordinamento tra i Servizi e tra questi
e le Amministrazioni governative; 3) l’inefficace individuazione delle priorità
in materia di raccolta e analisi per la minaccia interna; 4) le ridotte capacità di
human intelligence; 5) gli inefficienti
sistemi di reclutamento, addestramento
e selezione dei candidati. Il Presidente
ha recepito queste raccomandazioni
adottando innovazioni in un’ottica fortemente innovativa nell’ordinamento
politico del Sistema d’Intelligence e in
quello amministrativo e operativo e nel
Sistema dei Controlli.
Attraverso la lettura delle note che seguono, al lettore italiano si disvelerà uno
spaccato dell’Intelligence francese sulla
quale troppi, forse, sanno troppo poco.
Innovazioni nell’Ordinamento Politico
del Sistema d’Intelligence
— Sono attribuite, in via esclusiva, al
Presidente della Repubblica (PR) l’alta
direzione e la responsabilità della politica d’informazione per la sicurezza, ufficializzando cosi’ una funzione che il PR
esercitava di fatto nell’ordinamento previgente (con il suo Direttore di Gabinetto quale punto di contatto tra lui e i Servizi). Questa ufficializzazione marginalizza il ruolo sia del Primo Ministro (in
quanto nel pregresso ordinamento era il
resposabile politico dei Servizi per il
tramite del disciolto Comité Interministèriel du Renseignement (CIR), avva48
lendosi, per l’esercizio delle attribuzioni in argomento, del Segretario Generale della Difesa Nazionale, interfaccia tra
il Governo e i Servizi. Nel nuovo sistema il Capo del Governo é uno dei componenti del neo-istituito Conseil National du Renseignement (CNR), conserva
le funzioni di Autorità Nazionale per la
Sicurezza, determina i criteri per l’apposizione e l’opposizione del Segreto di
Stato, sia quello dei Ministri «referenti»
dei Servizi (Difesa per la DGSE e Interno per la DCRI) la cui competenza si
riassume nel concetto di dipendenza;
— È istituito il Conseil National du
Renseignement (CNR), subentrato al
CIR quale organo politico con funzioni
di proposta e deliberazione sugli indirizzi strategici e le priorità in materia di
politica dell’informazione per la sicurezza. È presieduto dal PR ed é composto dal Primo Ministro e dai Ministri
dell’Interno, degli Esteri, della Difesa,
dell’Economia e del Bilancio. Le funzioni di segreteria sono svolte dal Segretario Generale della Difesa e Sicurezza Nazionale (organo con funzioni di
coordinamento a livello di difesa generale e di sicurezza nazionale, alle dipendenze del Primo Ministro). Il PR ha facoltà di chiamare a partecipare alle sedute del CNR il neo-istituito Coordinatore Nazionale per l’Intelligence e i Direttori dei due Servizi.
Le funzioni del CNR sono sostanzialmente analoghe a quelle del Comitato
Interministeriale italiano per la Sicurezza della Repubblica (CISR), anche se
solo parzialmene sovrapponibli.
Innovazioni nell’Ordinamento
del Sistema Amministrativo
e Operativo dell’Intelligence
— É creata, nell’ambito della Presiden-
Rivista Marittima-Maggio 2010
Uno sguardo d’insieme al sistema Intelligence francese
za della Repubblica, la figura di Coordinateur National du Renseignement, divenuto anche l’interlocutore del Presidente. Da un lato, la nuova struttura, anche e soprattutto per la sua collocazione
in seno alla Presidenza della Repubblica, si configura come uno snodo essenziale nell’ambito dell’indirizzo volto a
rafforzare l’unitarietà del Sistema, attraverso una più pregnante canalizzazione
verso il decisore politico. Dall’altro, il
Coordinatore stesso si delinea quale
soggetto nuovo, articolato in una vera e
propria struttura permanente tecnicoamministrativa, connotata da snellezza
(una ventina di addetti), compiti nuovi,
peculiari e di alto profilo, finalizzata a
soddisfare la necessità di un supporto
adeguato al decisore politico. In altri
termini, i cambiamenti fanno del Coordinatore l’architrave del sistema d’intelligence e, di fatto, il coordinatore dell’intera attività di informazione per la
sicurezza. Forte della legittimità che gli
deriva dal PR, il Coordinatore é titolare
di una potestà di coordinamento che lo
abilita a svolgere tutti quegli interventi
diretti a mantenere omogeneità all’azione dei Servizi per la realizzazione della
politica d’intelligence che emerge dalle
deliberazioni del CNR, che egli prepara
e ne segue l’attuazione. Una lettura in
chiave concettuale delle diverse attribuzioni del Coordinatore consente di individuare cinque principali direttrici destinate a coagulare altrettanti campi di
attività. In particolare: coordinamento
dell’intera attività di informazione per
la sicurezza; promozione e garanzia dello scambio informativo tra la DGSE e la
DCRI; controllo sui due Servizi (attività, conformità e controllo di legalità,
ecc.); determinazione, su direttive del
PR, dell’ammontare annuo delle risorse
Rivista Marittima-Maggio 2010
finanziarie per i Servizi; elaborazione
del procurement di materiali;
— é istituita, con Decreto 27 giugno
2008, n° 2008-609, la DCRI, che riunisce i due preesistenti Servizi per l’interno: i Renseignements Généraux (RG) e
la Direction de la Surveillance du Territoire (DST). La DCRI dispone della Polizia Giudiziaria per il tramite della Sottodirezione Antiterrorismo (SDAT);
— restano immutati l’assetto e la fisionomia della DGSE;
— é previsto che la DGSE possa svolgere operazioni all’interno del territorio
nazionale soltanto in collaborazione con
la DCRI e quando esse siano strettamente connesse ad attività svolte all’estero,
e viceversa per la DCRI. In questi casi il
Coordinatore assicura il coordinamento
operativo. Più in generale, sono consentite ai Servizi forme di integrazione e
interscambio con gli attori istituzionali.
Sono in corso di attuazione moduli operativi più rispondenti alla riforma. La
DGSE dovrà accentuare ulteriormente
la propria proiezione esterna, in particolare nell’arco di crisi che va dalla Mauritania all’Asia centrale, potenziando i
dispositivi di ricerca umana e tecnologica e migliorando il reclutamento. La
DCRI, dal canto suo, sta strutturando
nuove articolazioni in ragione delle accresciute competenze in materia di controspionaggio, terrorismo, sorveglianza
dei movimenti sociali e polizia giudiziaria. Inoltre, sono stati promossi interventi specifici tesi a privilegiare la massima sinergia tra le Amministrazioni
dello Stato. In questa prospettiva é stato
intensificato l’interscambio con i dicasteri degli Esteri e dell’Economia, in
una logica integrata mirante a massimizzare l’azione di tutela degli interessi
nazionali. Sono state altresì intraprese
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iniziative volte a rafforzare i rapporti di
collaborazione con i Servizi di Paesi
esteri (secondo fonti di stampa, la DGSE avrebbe costituito con i Servizi americano, australiano, canadese, britannico
e tedesco, un centro denominato Alliance Base , ambito privilegiato per lo
scambio di informazioni sulle attività
del fronte jihadista, sia di tipo prettamente operativo che di carattere analitico/valutativo). In un contesto che assegna indubbia centralità alla sicurezza
interna e quindi al raccordo tra Intelligence e Forze di polizia non sono mancati, poi, strumenti di condivisione già
consolidati, come «l’Unité de coordination de lutte contre le terrorisme (UNCLAT)» alle dipendenze del Capo della
Polizia, ambito privilegiato di esame e
valutazione della minaccia terroristica.
L’interscambio con le Forze Armate si é
ulteriormente sviluppato, anche in ragione dello stretto collegamento con il
Commandement des Opérations Spéciales (COS);
— sono attribuite all’esclusiva competenza del PR la nomina e la revoca del
Coordinatore Nazionale e dei Direttori
dei due Serivizi;
— sono confermate le altre componenti
della Comunità di Intelligence nazionale. Si tratta di:
Tre specifici Servizi con compiti di
carattere tecnico militare, di sicurezza e
di politica militare, alle dipendenze del
Ministro della Difesa: la Direction du
Renseignement Militaire (DRM), istituita con Decreto 16 giugno ‘92; la Direction de la Protection et de la Sécurité
(DPSD), erede della Sicurezza Militare,
istituita nel 1981; la Délégation aux Affaires Stratégiques (DAS), istituita nel
1992 quale organo di riflessione e prospettive strategiche del Ministro per
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portare avanti degli studi, ma non é votato a produrne;
Due specifici Servizi con compiti di
carattere economico finanziario istituiti
nel 1990: la Direction Nationale du Renseignement et des Enquêtes Douanières
(DNRED) e il Service traitement du
Renseignement et Action contre les Circuits Financiers clandestins (TRACFIN)
che, alle dipendenze del Ministro dell’Economia-Finanze-Industria, svolgono attività informativa in direzione delle minacce alla sicurezza economica nazionale (illeciti economici e finanziari, riciclaggio di capitali illeciti, Fondi Sovrani
di Investimento, money transfer, narcotraffico, contraffazione di marchi, ecc.).
Una novità istituzionale introdotta in
questo settore nell’ottobre 2009 é il Delegato Interministeriale per l’ Intelligence Economica (DIIE), alle dipendenze organiche del Ministro dell’Economia, con il compito di coordinare la politica d’ Intelligence Economica e di
contribuire con le sue proposte ad attuarla in qualità di mandatario del neoistituito Comitato Direttivo per l’Intelligence economica collocato nell’ambito
della Presidenza della Repubblica. Quale DIIE é stato nominato Olivier BUQUEN (nato nel 1945, proveniente dal
settore privato, Banca BNP Paribas e
Gruppo Bolloré; amico dell’attuale Ministro dell’Interno Hortefeux a sua volta
intimo del Presidente Sarkozy).
Innovazioni nel Sistema dei Controlli,
con particolare riferimento al Controllo
Parlamentare
— É introdotta, per la prima volta nell’esperienza francese, una struttura assimilabile al COPASIR, composta dai
Presidenti delle Commissioni permanenti Difesa e Giustizia della Camera e
Rivista Marittima-Maggio 2010
Uno sguardo d’insieme al sistema Intelligence francese
del Senato, quali componenti di diritto,
nonché da un deputato e un senatore nominati dai Presidenti dei due rami del
Parlamento.
Se si volesse individuare un indirizzo
unificante delle grandi innovazioni condotte in porto, si potrebbe rilevare che i
cambiamenti apportati rivelano la tendenza a vedere le inadeguatezze organizzative come problemi strutturali, rivolgendosi alla centralizzazione/unificazione di uffici e funzioni. Va da sé che
una volta preferita la soluzione dell’unitarietà d’azione, la responsabilità di vertice non poteva che trovare nel PR il naturale referente considerato che, costituzionalmente, il PR francese é il naturale titolare della suprema attività politica, dunque responsabile delle attività
che attengono all’integrità dell’ordinamento repubblicano, nonché la propensione di Sarkozy a non condividere il
potere con chicchessia: le pouvoir ne se
partage pas.
In sintesi, il PR é il soggetto primario
del Sistema di Informazione per la Sicurezza. La disposizione si pone come architrave e passaggio qualificante dell’azione del Sistema, in formale coerenza
con la duplice e concorrente finalità
perseguita sul punto dal disegno riformatore: confermare l’impostazione binaria dei Servizi, rafforzando al contempo l’unitarietà del Sistema attraverso la canalizzazione dei poteri di direzione e delle relative responsabilità in
un’unica figura politica di vertice. L’indirizzo unitario é volto a superare i limiti del modello previgente ricercando
nuove forme di efficienza e di efficacia
del sistema informativo per la sicurezza.
L’unitarietà della sfera decisionale
presenta molte luci e qualche ombra. Sul
versante positivo, va senz’altro annoveRivista Marittima-Maggio 2010
rata la coerenza del disegno riformatore,
nell’individuare con precisione luoghi
delle decisioni, controlli e responsabilità, definendo la sede dell’alta direzione
politica come momento di direzione unitaria e strategica, sostenuta da una struttura dedicata permanente (il Coordinatore Nazionale per l’Intelligence) dotata di
poteri ampi e incisivi, immaginata come
possible efficace risposta alle difficoltà
verificatesi nel passato. Meno convincente é che il PR, contrariamente al Primo Ministro, assume la politica dell’Informazione per la Sicurezza senza
esserne costituzionalmente responsabile
di fronte al Parlamento.
Meritano menzione, inoltre, i vincoli
d’amicizia che il Presidente Sarkozy risulta avere con il Coordinatore Nazionale (Bernard Bajolet, 59 anni, diplomatico, già Ambasciatore in Iraq, fine conoscitore della lingua e cultura arabe,
del Vicino Oriente e del Maghreb), il
DGSE (Erard Corbin de Mangoux, 55
anni, prefetto, già consigliere del Presidente per gli affari interni) e il DCRI
(Bernard Squarcini, 55 anni, prefetto,
già direttore della DST nella cui veste
si dice abbia «protetto» Sarkozy da
«complotti durante la campagna presidenziale»). È chiara la volontà del Presidente di circondarsi di fedeli. I militari ambivano alla direzione della DGSE.
Volendo concludere, si può affermare
che quella del Sistema francese di Informazione per la Sicurezza é una «rivoluzione» ambiziosa che sposta assetti e
strutture e rimette in gioco praticamente
tutto. Il Presidente Sarkozy ha voluto
rompere con lo status quo mantenuto dai
suoi predecessori. Si é quindi mosso
nella prospettiva di garantire la trasparenza, la legittimità e l’efficacia dell’azione informativa, rilanciando una com51
Uno sguardo d’insieme al sistema Intelligence francese
ponente dello Stato in cui, secondo fini
conoscitori della Comunità di Intelligence francese, non mancavano inefficienze, stratificazioni di rendite di posizione e aree fin troppo autoreferenziali.
I nomi prescelti — Bernard Bajolet,
Erard Corbin de Mangoux e Bernard
Squarcini — sono senza dubbio di alto
profilo. Resta però da vedere se la loro
attività — che nasce su iniziativa del
Presidente della Repubblica — sarà
davvero esercitata con efficacia. In questo caso, soprattutto il Coordinatore dovrà sfidare resistenze e ambienti «ostili», agire con tatto per imporre ai Servizi una tutela alla quale non erano abituati. Dovrà inoltre smussare i motivi di
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contrasto con l’Ufficio del Primo Ministro, praticamente tagliato fuori dal controllo del Sistema informativo. Si tratta
in ogni caso di un percorso tutto da inventare: il sistema di intelligence francese non é proprio abituato a un sistema
di controlli. E anche quelli in vigore da
sempre, cioé i controlli della Commission de vérification des fonds spéciaux
(organo di controllo dei fondi per spese
riservate), non hanno certo brillato per
risultati particolari. L’intesa tra i tre
protagonisti operativi dell’Intelligence
sarà determinante nella fase di transizione tra l’impianto consolidato in circa
100 anni di vigenza e il nuovo assetto,
più strutturato e moderno.
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