modelli di attività EDA in europa Archivo - e

Come aumentare la partecipazione all’apprendimento in età adulta: tre modelli
europei.
( V.Gallina in via di pubblicazione su legambiente)
La strategia Europa 2020 prevede che nel 2020 si verificherà un aumento
di 16 milioni di lavori che richiedono competenze elevate e una riduzione
di 12 milioni di lavori che richiedono competenze molto limitate. Questo è
lo scenario in cui si colloca la promozione del lifelong learning in Europa,
ma non solo. Cambiamenti strutturali dell’economia, richiedono infatti
abilità diverse e ri-costruzione di nuove; il mercato del lavoro, l’economia
della conoscenza e la crescita del settore dei servizi richiedono
competenze e creatività, ma è soprattutto la complessità dei processi
democratici che richiede, da parte degli individui, capacità e abilità nuove
per comprendere ed esercitare diritti personali e sociali. La giusta enfasi
con cui si afferma che l’apprendimento in età adulta è fondamentale per
costruire una società inclusiva, mantenere l’occupazione, garantire
l’innovazione e la crescita pone una questione molto importante: in quale
momento del ciclo di vita adulta le persone decidono di impegnarsi in
attività di studio e formazione? I risultati delle grandi indagini comparative
internazionali dell’OCSE (IALS,ALL e da ultimo PIAAC) permettono di
stimare il fenomeno in termini quantitativi e di fare comparazioni tra paesi,
ma appare utile allargare la riflessione alle fasi della vita adulta in cui gli
individui tornano ad apprendere. Quando studiano gli adulti? Una analisi
sulle coorti degli adulti che in Europa svolgono attività di studio e
formazionei è una ricerca che presenta spunti interessanti, sulla base dello
studio dei comportamenti delle popolazioni nelle divere età. Il termine
comportamento può tuttavia apparire ambiguo, perché la partecipazione
all’apprendimento è effetto di scelta individuale, ma soprattutto di
opportunità dei sistemi di istruzione e formazione, presenti nei vari paesi;
lo studio appare quindi interessante per chi progetta e sostiene l’offerta
culturale, perché focalizza l’attenzione sui cambiamenti, che si sono
operati a partire dagli anni 2000 e che riguardano, in modi diversi, diverse
popolazioni, in diversi momenti del ciclo di vita. Il testo, partendo da dati
relativi a nove paesi europei, mette in luce che negli ultimi trenta anni si è
determinato un aumento nella partecipazione all’educazione in età adulta (
il dato si riferisce a 4 settimane prima della indagine), il quadro che ne
emerge è il seguente: in Danimarca, Svezia, Finlandia e UK più del 20%
della popolazione adulta si impegna nell’apprendimento, in Danimarca la
percentuale supera addirittura il 30%, in Italia , Spagna , Portogallo si
raggiungono quote pari al 6-10%, solo la Slovacchia regista una
regressione che la porta sotto intorno al 4%.
Fig.1 Popolazione 25-64anni(%) che ha svolto una attività di educazione e
formazione nel mese precedente la rilevazione in 9 paesi europei ( 19922009)
Una analisi qualitativa relativa alla tipologia dei corsi ed il
comportamento nei riguardi dell’apprendimento della popolazione
con più di 25 anni, età in cui si concludono i cicli di formazione
iniziale, identificano tre modelli ormai consolidati in Europa. Un
modello del Nord Europa: gli adulti hanno un alto tasso di
partecipazione all’apprendimento non formale e informale; un
modello Europa Centrale: l’educazione degli adulti avviene in
forma di impegno volto a conseguire un titolo di studio più elevato
nel sistema formale; un modello “liberal”: studio finalizzato al
conseguimento del titolo e / o attività non formali e informali,
contemporanea presenza quindi dei due modelli, questo modello è
presente in UK, dove il tasso di partecipazione raggiunge i livelli
del Nord Europa, ma anche nei paesi Mediterranei, dove la
partecipazione è molto limitata. Lo studio, confrontando poi due
gruppi di età i 25-29 enni e i 30 – 64 enni, mette in luce un dato
nuovo: fino all’inizio di questo secolo la partecipazione ad attività
di apprendimento declinava in modo netto e omogeneo con
l’avanzare dell’età, nel corso del primo decennio del secolo si nota
un incremento di partecipazione all’apprendimento dei 25-29 enni,
e contemporaneamente anche il consistente investimento in
formazione delle persone che appartengono a coorti di età più
anziane . Il declino della partecipazione sembra rallentare proprio
in età più mature ( 45-55 anni), in popolazioni, che sono state
protagoniste di processi che li hanno portati a studiare un po’ più a
lungo già da giovani, conseguendo titoli di studio più elevati, ed
oggi, reagiscono a problemi legati alla trasformazione del mercato
del lavoro ed alla necessità di “capirci” qualcosa, in un mondo
sempre più complesso.. Le dimensioni messe a confronto dalla
ricerca sono due: la partecipazione ad attività di apprendimento
della popolazione adulta e i livelli di qualificazioni ( titoli di studio
) raggiunti dalle diverse coorti di età; il confronto tra queste due
dimensioni fornisce dati utili per definire strategie efficaci, capaci di
incontrare, anche in prospettiva, target di popolazione che
esprimono necessità diverse, perché in diversi momenti della vita si
confrontano con bisogni nuovi di conoscenze e competenze in un
mondo che cambia. Appare sempre più evidente che i
comportamenti rispetto alla tipologia di attività di studio degli
adulti dipende molto dal percorso di studi seguito da giovani. Per
fare un esempio: in UK e nei paesi scandinavi c’è una forte
partecipazione all’apprendimento adulto, mentre in Germania il
tasso di partecipazione è meno elevato, perché? La risposta viene
dalla diversità dei sistemi formative dei due paesi. La Germania da
molto tempo ha un sistema di formazione tecnico professionale
specialistico ( già a livello di diploma e successivamente in percorsi
specialistici post diploma non accademici e /o accademici); questo
sistema orienta
i giovani a seguire
percorsi formali, che
garantiscono loro entro i 25 anni titoli di studio e competenze
relativamente più coerenti con le richieste del mercato del lavoro e
quindi li rende
meno bisognosi di nuovi apprendimenti
specialistici. I dati presentati da Education at a glance ( OECD
.OCDE) nel 2009 confrontano il titolo di studio pari al diploma
posseduto da due coorti di età, i 25- 64enni e i 25 - 34enni. Nei
trenta paesi analizzati i giovani hanno raggiunto questo titolo in
misura maggiore dei più anziani, ma anche alcuni dei meno giovani
hanno avuto opportunità di studio migliori e questo corrisponde,
per i meno giovani, al rallentamento del declino della
partecipazione ad attività di studio.
Fig 2 Titolo di studio più elevato conseguito dalla popolazione 25-64 messo a confronto con quello della
popolazione 25-34 anni
Tuttavia , e sono sempre dati di Education at a glance , la
partecipazione allo studio in età adulta in questi stessi paesi è
fortemente correlata al possesso di titoli di studio medio alti.
Prendiamo due paesi che hanno sistemi di educazione e di welfare
molto diversi : Italia e Svezia; in Italia solo il 7% di che ha la
massimo la licenza media partecipa ad attività di apprendimento,
contro il 50% di chi ha un titolo post diploma , in Svezia è il 45% di
chi ha solo la licenza media contro il 90% di chi ha un titolo post
diploma. Si conferma il fatto che istruzione chiama istruzione e che le
politiche di adult learning sono poco efficaci se non sono costruite nella
dimensione del life long learning. Del resto molti studi recenti
suggeriscono che
conoscenze tecniche avanzate si conseguono
prevalentemente nell’apprendimento formale, mentre nell’informale si
producono piuttosto abilità creative, sociali e innovative.ii Sono questi gli
studi che offrono nuovi approcci alla esigenza di rispondere in modo
coerente ai bisogni di apprendimento in età adulta.
Fig.3 percentuali di popolazione +25 anni partecipanti ad attività di apprendimento adulto per
titolo di studio
i i
) WHEN DO ADULTS LEARN? A COHORT ANALYSIS OF ADULT EDUCATION IN EUROPE -MIROSLAV BEBLAVÝ, ANNAELISABETH THUM AND GALINA POTJAGAILO WORKING PAPER NO. D4.3.2 MAY 2013
ii
ANTONIOLI,D.R.MANZALINI E P.PINI,INNOVATIONS,WORKERS SKILLS AND INDUSTRIAL RELATIONS: EVIDENCE FROM
FIRM-LEVEL ITALIAN DATA,JOURNAL OF SOCIOECONOMICS 30(3)
WERQUIN, P. (2007) MOVING MOUNTAINS: WILL QUALIFICATION SYSTEMS PROMOTE LIFELONG LEARNING? IN
EUROPEAN JOURNAL OF EDUCATION 42 (4)