guardia di finanza - Digilander

annuncio pubblicitario
GUARDIA DI FINANZA
Scuola Ispettori e Sovrintendenti
Scienza delle Finanze
Lezione:
Moduli:
Docente:
Tutor revisore:
Allievi incaricati:
N. 3 del 24/04/10
7-8-9 /60
Prof. Ottolino
Ten. Angelo Vitiello
Finn.AA.MM. Attanasio Antonio
Bacciarelli Antonio
Manganiello Alessandra
Marino Dania
Roccio Evelina
Vavuso Marco
Argomenti trattati: I fallimenti del mercato
Asimmetria informativa
Beni pubblici
Monpolio
Esternalità
RIEPILOGO
È necessario raggiungere l'efficienza paretiana e l'equità per il perseguimento dell'ottimo
sociale. In merito alle funzioni di benessere sociale queste saranno diverse a seconda
delle tre diverse visioni (benthamiana, egualitaria, rawlsiana). Secondo i neoclassici il
mercato deve essere lasciato libero di agire affinchè converga verso l'equilibrio, mentre
per i sostenitori di Keynes risulta indispensabile l'intervento dello Stato per il
raggiungimento dell'efficienza.
Le cause dell’ inefficienza e del fallimento del mercato sono:
1.
2.
3.
4.
ASIMMETRIA INFORMATIVA
MONOPOLIO
ESTERNALITA'
BENI PUBBLICI
ASIMMETRIA INFORMATIVA
I soggetti che entrano in relazione contrattuale per realizzare uno scambio di beni e servizi
non dispongono di tutte le informazioni rilevanti sulla natura e sulle caratteristiche del
rapporto contrattuale che stanno per porre in essere.
Consideriamo due soggetti all'interno di un mercato assicurativo:
P soggetto principale, delegante, che soffre di asimmetria informativa (compagnia
assicuratrice)
A soggetto agente, delegatario, che gode di informazione completa (assicurato)
Esistono due tipi di asimmetria informativa:
 ADVERSE SELECTION
 MORAL HAZARD
La differenza tra le due è legata al momento in cui le informazioni vengono rese note.
Nell' A.S. L'informazione asimmetrica è già presente alla stipula del contratto.
Nel M.H. L'informazione asimmetrica si manifesta dopo la stipula del contratto.
ADVERSE SELECTION
P Ignora alcune caratteristiche di A preesistenti alla stipula del contratto che sarebbero
rilevanti per la stipula dello stesso. In caso diverso A andrebbe a modificare le condizioni
contrattuali rendendole più alte.
Es. stipula di un contratto di assicurazione sanitaria:
C = 100 (costo polizza)
S = soggetti sani
M = soggetti malati
P.s.= 0.2 (probabilità di ammalarsi dei soggetti sani)
P.m.=0.8 (probabilità di ammalarsi dei soggetti malati)
L'assicuratore alla stipula del contratto chiede una serie di documentazioni, ma soffre di
asimmetria informativa in quanto non è pienamente informato sull'effettiva salute del
soggetto. Se l'informazione fosse perfetta, l'assicurato pagherebbe un premio equo:
Per i sani pari a 100 x 0,2 = 20
Per i malati pari a 100 x 0.8= 80
Con questo tipo di informazione il mercato sarebbe perfetto e pareto-efficiente, ma
l'informazione è asimmetrica e ciò determina due tipi di contratti che l'assicuratore
potrebbe offrire:
1. POOLING EQUILIBRIUM: un unico premio per tutti gli agenti in quanto gradito;
2. SEPARATING EQUILIBRIUM: molteplicità di contratti sottoscritti separatamente
con autoselezione da parte delle diverse tipologie di agenti.
POOLING EQUILIBRIUM
Si potrebbero verificare tre ipotesi:
1. Supponendo che l’unico contratto venga stabilito sulla base del premio più basso
(come se tutti i soggetti fossero sani) avremmo una clientela con alta percentuale di
malati perchè questi si affretterebbero a stipulare l’assicurazione, data la
convenienza del premio, mentre i soggetti sani si assicurerebbero comunque. Ciò
comporterebbe una situazione non equa per la compagnia assicurativa la quale
andrebbe incontro a fallimento dato i notevoli esborsi.
2. Supponendo, invece, di stabilire un premio più alto, la clientela sarebbe costituita
da soli soggetti malati in quanto i soggetti sani non avrebbero convenienza a
stipulare un contratto più oneroso. In questo caso la compagnia assicuratrice
andrebbe comunque incontro a fallimento poiché la sua clientela sarebbe composta
esclusivamente da soggetti malati.
3. Supponendo, infine, che venga stabilito un premio intermedio (ad esempio 0,5), la
clientela della compagnia assicuratrice sarebbe costituita in prevalenza da soggetti
malati (i quali avrebbero sempre più convenienza a stipulare l’assicurazione, dato il
premio più basso di quello equo) e da un'esigua minoranza di soggetti sani. Anche
in quest'ultimo caso la compagnia assicurativa andrebbe incontro a fallimento.
Sulla base di questi tre casi, essendoci comunque una perdita per la compagnia
assicurativa, non risulta conveniente l’offerta di alcun tipo di contratto.
Per far sì che si possa raggiungere un equilibrio paretiano sarebbe necessario garantire ai
soggetti una copertura integrale. Non ci sarà equilibrio paretiano se la copertura è solo
parziale in quanto lo Stato dovrà intervenire obbligatoriamente per supportare
economicamente i privati.
SEPARATING EQUILIBRIUM
Un secondo caso di Adverse Selection si avrebbe supponendo che la compagnia
assicuratrice stipuli due tipologie di contratti:
 con premio alto a copertura integrale pari a Hm = Pm x C
 con premio basso a copertura parziale pari a Hs = α x Ps x C con α<1
α moltiplica la possibilità di ammalarsi per il costo dell'assicurazione e rappresenta il grado
di copertura parziale; indica, in particolare che la copertura è solo su una parte del danno.
Se α sarà pari ad un valore sufficientemente basso, il malato, sapendo che in caso di
malattia dovrà contribuire, pagando di tasca propria per la quota residua di copertura, si
autoselezionerà optando per la stipula del primo contratto.
In questo caso si avrà equilibrio di mercato ma una soluzione non ancora pareto ottimale
per i soggetti a basso rischio i quali non hanno ancora la possibilità di ottenere una
copertura completa. Una situazione ottimale sarebbe sempre quella dell'informazione
perfettamente simmetrica ma irrealizzabile.
Ponendo un α minore di 1 (sufficientemente basso) il soggetto malato si autoseleziona,
quindi il grado di alfa è importantissimo nella valutazione delle logiche di mercato.
Nessuna di queste situazioni risulta pareto-efficiente e ciò determina il fallimento del
mercato.
MORAL HAZARD
L'informazione asimmetrica si verifica dopo la stipula del contratto.
Se la compagnia assicuratrice fosse in grado di controllare il soggetto dopo la stipula del
contratto accorderebbe due differenti tipologie di contratto:
 Premio basso per il comportamento leale (es. assicurazione furto auto, antifurto);
 Premio alto per il comportamento sleale (es. lasciare l'auto aperta/senza antifurto).
Poiché la società assicuratrice non riesce a prevedere quale sarà il comportamento del
soggetto, farà pagare un premio alto a tutti i clienti, con la conseguenza che il soggetto
leale tenderà a non assicurarsi, al contrario di quello sleale. Ciò potrebbe generare
facilmente il fallimento della compagnia assicuratrice.
Con l'offerta di contratti a copertura parziale, invece, il “soggetto sleale”, sapendo di dover
partecipare in proprio, è indotto a tenere un comportamento leale. Se tenesse un
comportamento sleale aumenterebbe la probabilità del danno e quindi anche il suo costo
di partecipazione. Anche in questo caso vi è un meccanismo di autoselezione.
In ogni caso in presenza di MORAL HAZARD il mercato può fallire sia perché non è in
grado di realizzare un contratto di assicurazione accettabile per entrambe le parti, sia
perché i contratti non sono pareto ottimali (attuando un grado di copertura solo parziale).
Quindi, poichè alla società assicuratrice converrebbe garantire una copertura parziale si
verrà in ogni caso a determinare un fallimento nel mercato a causa del necessario
intervento dello Stato per il sovvenzionamento dei soggetti interessati.
BENI PUBBLICI
Prima di analizzare le ulteriori cause di fallimento del mercato (il monopolio e l’esternalità)
risulta utile effettuare una premessa sul concetto di BENI PUBBLICI, in quanto il sistema
economico finora considerato ha fatto riferimento essenzialmente ad un solo tipo di beni,
quelli privati, prodotti e scambiati nel mercato.
I Beni Pubblici sono beni il cui consumo è non rivale e non escludibile.
La non rivalità si ha quando il consumo di un bene da parte di un individuo non impedisce
a qualsiasi altro di usufruirne (es. la mela è un bene il cui consumo da parte di Tizio
prevede che Caio non possa fruirne, è quindi un bene privato; esempio opposto è
rappresentato dall’aria, bene pubblico, poiché sia Tizio che Caio ne usufruiscono
contemporaneamente senza che l’uno escluda l’altro).
La non escludibilità si ha quando non c’è l’esclusione di uno o più individui dal consumo in
quanto troppo costoso o tecnicamente impossibile (Un esempio di bene escludibile è
l’autostrada, in cui il transito è escluso a coloro i quali non pagano il pedaggio, mentre una
strada statale è un bene non escludibile, in quanto il transito è concesso a tutti gli individui
gratuitamente).
Altro concetto importante per definire i successivi fallimenti di mercato è quello di free
rider, cioè colui che dispone di un’informazione senza renderla nota (comportamento
elusivo).
MONOPOLIO
Tale concetto risulta opposto a quello della concorrenza perfetta, situazione “perfetta” ma
al contempo utopistica per la difficoltà di trovare un accordo potenzialmente vantaggioso.
Nel monopolio il monopolista sceglie il livello del prezzo in modo da eguagliare ricavi
marginali e costi marginali.
Nel seguente grafico possiamo individuare tre funzioni:
 la prima funzione inclinata negativamente più esterna: è la funzione di domanda nel
monopolio;
 la seconda funzione inclinata negativamente, ma più interna: descrive l’andamento
dei ricavi marginali;
 infine la funzione parallela all’asse delle ascisse: definisce l’andamento dei costi
marginali;
ed individueremo i seguenti punti :
 P = prezzo del bene;
 Pm = prezzo di equilibrio del bene nel monopolio;
 P* = prezzo di equilibrio del bene in concorrenza perfetta;
 Qm = quantità richiesta del bene nel Monopolio;
 Q* = quantità richiesta del bene in concorrenza perfetta;
 Punto C = equilibrio in concorrenza perfetta (P = Rm = Cm);
 Punto B = equilibrio in monopolio (Rm = Cm).
È bene precisare che mentre nella concorrenza perfetta il produttore è price-taker (ovvero
subisce il prezzo di mercato senza poterlo influenzare), nel monopolio è price-maker (è lui
che fa il prezzo avendo potere di mercato).
Il monopolista essendo price-maker produrrà una quantità minore del bene ad un prezzo
più alto rispetto a quello in concorrenza perfetta (naturale conseguenza della legge della
domanda), rappresentato graficamente dall’inclinazione negativa della funzione di
domanda.
Se fossimo in concorrenza perfetta P = Cm = Rm → L’equilibrio sarebbe nel punto C.
In monopolio Rm = Cm , ma Rm < P → L’ottimo sarà nel punto B con il prezzo Pm letto
sulla funzione di domanda del monopolista (Pm chiaramente non coincide con P*). In altre
parole passando dalla concorrenza perfetta al monopolio i consumatori andrebbero a
pagare un prezzo più alto per una minore quantità di beni a disposizione.
In formule: P* < Pm e Q* > Qm.
Il surplus del consumatore è l’area compresa tra la funzione di domanda e il prezzo di
equilibrio al di sopra del prezzo di equilibrio. Esso è rappresentato in concorrenza perfetta
dall’area PP*C, mentre nel monopolio dall’area PPmA; si andrà, dunque, a determinare
una perdita per i consumatori: l’area PmAP*C che rappresenta il benessere mancato nel
mercato in monopolio.
Il surplus del produttore è l’area compresa tra la funzione di offerta e il prezzo di equilibrio,
al di sotto del prezzo di equilibrio. In concorrenza perfetta esso sarà pari a zero, mentre
nel monopolio coinciderà con l’area del rettangolo PmABP*. Da ciò si evince che parte
della perdita di benessere del consumatore (trapezio) viene assorbita dal monopolista,
generando, però, una perdita sociale pari all’area ABC (differenza tra l’area PmAP*C e Pm
ABP*).
Quindi le posizioni monopolistiche portano ad una sottoproduzione e ad un minore
benessere sociale (inefficienza paretiana). Per rendere Pareto-efficiente il monopolio
sarebbe necessario un accordo tra monopolista e consumatori per reintegrare la perdita
dell’area ABC. Il monopolista dovrebbe produrre Q* al prezzo più basso P* ed i
consumatori dovrebbero ripartire tra loro la perdita del monopolista influendo, così, in
minima parte sul prezzo del bene. Ciò è irrealizzabile per gli altissimi costi di transazione e
l’impossibilità di mettere in comunicazione il monopolista con la pluralità dei consumatori.
Per rimediare al fallimento in corso è necessario l’intervento dello Stato attraverso la
produzione pubblica: lo Stato dovrebbe sostituirsi al monopolista producendo Q*. Questa
soluzione non è Pareto-efficiente in quanto porterebbe ad un’economia totalmente
pianificata.
Altro rimedio al problema potrebbe essere la regolarizzazione del mercato, ossia politiche
di liberalizzazione tese a favorire la massima estensione delle possibilità di entrata delle
imprese (tendendo alla concorrenza perfetta).
ESTERNALITA’
L’esternalità si genera se alcune delle variabili che influenzano ii costo di un produttore o
l’utilità di un consumatore sono direttamente influenzate dalla decisione di produzione o di
consumo di un altro soggetto, e tale effetto non è valutato o compensato dal soggetto che
influenza.
Caratteristiche dell’esternalità sono:
 L’interdipendenza tra i soggetti che si verifica al di fuori delle relazioni del normale
mercato e che non è internalizzata dagli operatori quando questi definiscono i
prezzi;
 La mancata valutazione di costi o benefici esterni, i quali non risultano compensati
(il soggetto che provoca esternalità non considera gli effetti esterni causati dalle sue
decisioni di consumo o di produzione).
Le esternalità possono essere sia positive che negative; un esempio di esternalità positiva
è il giardino fiorito del vicino che allieta la vista dei vicini, mentre un esempio di esternalità
negativa è la società che inquina un’attività agricola nelle vicinanze, senza tener conto del
danno che arreca. Supponiamo che l’impresa A inquini e che quella B subisca
l’inquinamento; i costi di produzione di B non dipenderanno solo dalla sua funzione di
produzione ma anche dal danno arrecatogli da quella dell’impresa A (più A produce, più
inquina). Il costo di B aumenterà diminuendo la resa della produzione agricola.
Tradotto in formule :
CB = CB ( xA, xB )
CB = funzione di costo di B
xA = produzione di A
xB = produzione di B
Nel grafico possiamo individuare quattro funzioni:
 CMa + CMae = costo marginale sociale;
 CMa = Costo marginale di A
 CMae = Costo marginale esterno, è il danno ambientale, ossia quel costo che
l’impresa arreca all’agricoltura per ogni unità marginale in più di produzione (per
semplificare viene supposto costante);
 PA = funzione del prezzo in concorrenza perfetta;
ed i seguenti punti:
 B è il punto in cui PA = CMa, in concorrenza perfetta;
 K = produzione ottimale in cui i costi marginali sociali eguagliano il prezzo del bene
in concorrenza perfetta;
Dall’analisi effettuata sul grafico possiamo notare che A, inquinando, produrrà meno perciò
Q*<QA , di conseguenza i prezzi aumentano e non vi sarà interesse ad interiorizzare il
danno. Concretamente, dunque, l’esternalità può essere definita come la differenza tra
costi sociali e costi privati.
Possibili rimedi a quest’ultima causa di fallimento del mercato sono:
•
La produzione pubblica: lo Stato si potrebbe sostituire al privato nella produzione
dell’attività che genera esternalità producendo la quantità Pareto ottimale Q*. Si
tratta naturalmente di una soluzione estrema che se applicata su larga scala
condurrebbe a forti ridimensionamenti di un’economia decentrata;
•
La fusione tra le imprese: lo Stato potrebbe offrire incentivi economici perché le
attività dell’ agricoltore e dell’inquinatore si fondano, poiché se la produzione di due
beni facesse capo alla stessa impresa, questa nelle decisioni produttive sarebbe
indotta a tenere conto dei costi esterni, che risulterebbero così internalizzati.
•
La regolamentazione: lo Stato potrebbe imporre alle imprese di limitare l’emissione
di sostanze inquinanti. Le imprese allora sarebbero costrette a ridurre la produzione
o ad investire in impianti di depurazione.
•
Le imposte pigouviane (da Pigou - Economia del benessere-1920): lo Stato
potrebbe imporre un’imposta pari al CMAE, inducendo a raggiungere la produzione
Pareto ottimale Q* (es. carbon tax); ciononostante questo rimedio, anche se molto
accreditato, presenta dei limiti quali la difficoltà nello stabilire l’effettivo livello di
inquinamento di ciascuna impresa.
Scarica