Epatite B
È una malattia che colpisce il fegato e che penetra nel soggetto sano attraverso il sangue
e suoi derivati, lo sperma, e il muco vaginale di persone malate o portatori sani.
Dopo un incubazione di circa 120 giorni, essa si manifesta nel 65-70% in forma anitterica.
Possibile, nell’adulto, la forma fulminante.
L’evoluzione più temibile è la forma cronica e ciò è posto in relazione con l’età in cui si
contrae. L’esperienza mostra che l’evoluzione cronica avviene nell’80% dei bambini se
questi la hanno contratta dalla madre ammalata o portatrice, al momento del parto e nel
10% nei bambini più grandi e negli adulti.
L’epatite cronica espone alla cirrosi epatica e all’epatocarcinoma in età avanzata, oltre che
allo stato di portatore cronico. I bambini con infezione cronica da HBV hanno un rischio del
25% di morire prematuramente per cancro o cirrosi. I primi vaccini erano preparati
utilizzando derivati umani; ma questo poteva creare problemi, sia ai produttori per l’elevato
costo, che per chi li riceveva. Si pensò allora di trovare un altro modo per produrre questo
vaccino. Si riuscì a ricreare un pezzetto di DNA che era in grado di produrre proprio quel
pezzettino di virus necessario per il vaccino, ma non di produrre la malattia. Il problema a
questo punto era quello di trovare un organismo ospite che permettesse di fare grandi
quantità di copie di questo prodotto. Si pensò allora di utilizzare un germe “buono” che
avesse la capacità di riprodursi molto rapidamente e si scelse il lievito di birra. Il prodotto
che noi usiamo per “far crescere” la pasta è infatti un germe. Si prese quella piccola parte
di DNA che era in grado di produrre la particella del virus necessaria per il vaccino e si
inserì nel DNA del lievito di birra.