ARCHIVIO MARCELLO VITTORINI
OMAGGIO A MARCELLO VITTORINI
UN ARCHIVIO PER LA CITTÀ
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL’AQUILA
Questo volume è pubblicato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio
della Provincia dell’Aquila e con i fondi del MIUR assegnati al prof. Francesco Tironi
©
Proprietà letteraria riservata
Gangemi Editore spa
Piazza San Pantaleo 4, Roma
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ISBN 978-88-492-7476-9
L
Archivio Marcello Vittorini
OMAGGIO A MARCELLO VITTORINI
UN ARCHIVIO PER LA CITTÀ
a cura di
Angela Marino
e
Valeria Lupo
Indice
PREMESSA
Roberto Marotta
Renato Morganti
Ferruccio Ferruzzi
Tiziana Di Zio
Walter Capezzali
INTRODUZIONE AI LAVORI
Un Archivio per la città
Angela Marino
Vittorini e l’urbanistica italiana del dopoguerra
Giulio Tamburini
TESTIMONIANZE
Ingegnere e urbanista “repubblicano”
Piero Properzi
Una attualizzazione del tema progettuale della città nuova
Mario Centofanti
Il direttore d’orchestra
Francesco Tironi
Dialoghi della funivia
Bernardino Romano
9
10
11
12
15
17
25
29
33
35
39
REGESTO DELLE OPERE di Marcello Vittorini (1927-2011)
41
Un archivio per il territorio
Marcello Vittorini
47
Città, territori, comunità. Tracce costanti nell’urbanistica di Marcello Vittorini
Alessandra Vittorini
51
Marcello Vittorini e l’esperienza del terremoto a Napoli
Giulio Pane
55
Quando l’urbanistica si distinse dall’architettura
Patrizia Gabellini
59
La questione della casa dalla “ricostruzione” ai PEEP. Il borgo, il quartiere, l’unità residenziale 65
Alessandra Muntoni
Tradizione e industrializzazione nel Novecento italiano
Sergio Poretti
83
Le scuole abruzzesi di Marcello Vittorini (ovvero: piccola storia dell’architettura
delle scuole moderne)
Gaia Remiddi
91
Gli archivi di architettura nel Sistema Archivistico Nazionale: sviluppo e finalità
del progetto della Direzione Generale per gli Archivi
Elisabetta Reale
93
Progetti e documenti per l’architettura contemporanea negli archivi
del Politecnico di Torino
Guido Montanari
105
La lezione dell’archivio Piero Bottoni
Graziella Tonon
119
L’archivio Luigi Piccinato: storia recente e valorizzazione di un archivio universitario
Sergio Zevi
123
I disegni di Luigi Piccinato: dal riordinamento ad una prima interpretazione
Giuseppe Occhipinti
131
VISIONI D’ABRUZZO – DALL’ARCHIVIO
Gli spazi di relazione nell’architettura di Marcello Vittorini. Un esempio aquilano
Sergio Rotondi
143
Marcello Vittorini, piani e progetti per l’Abruzzo. La formazione di un'identità
Valeria Lupo
153
I Piani per Avezzano. 1957-1961. Il piano di ricostruzione, il progetto di piano
regolatore generale, il programma di fabbricazione
Mauro Mariani
161
Il Prosciugamento della piana del Fucino
Daniela Franchi
172
1952-55. I borghi del Fucino: 1952. Borgo Caruscino, villaggio del bracciante;
1954. Trasacco, borgo residenziale; 1955. Via Nuova, borgo residenziale;
1955. Borgo 8000, completamento borgo di servizio esistente
Valeria Lupo
176
1955-56. Le scuole del Fucino: 1956. San Benedetto dei Marsi, asilo infantile;
1956. San Rocco, Avezzano, asilo infantile;
Strada 11, scuola elementare; 1956. Cerchio, asilo infantile;
1956. Collarmele, asilo infantile
Valeria Lupo
194
1955. Studio territoriale sulla regione marsicana
Filippo Lucchese
211
1955. L’Aquila. Casa di abitazione “Domus Nova” in via XX Settembre
Valeria Lupo
218
1957-58.Ortona a mare. Ricostruzione casa De Lectis, con Federico Gorio
Valeria Lupo
222
1956-58. Indagine preliminare al Piano territoriale di coordinamento
della Regione abruzzese
Filippo Lucchese
231
1957-61. Piani Particolareggiati di Roio Poggio e della base della funivia
del Gran Sasso, Assergi, con Federico Gorio (non realizzati)
Valeria Lupo
238
1960-63. L’Aquila. Complesso residenziale Barattelli in via XX Settembre,
con Federico Gorio
Valeria Lupo
251
1962-63. L’Aquila. Edificio a otto appartamenti proprietà Barattelli
su largo Belvedere, con Federico Gorio
Valeria Lupo
265
1962-65. L’Aquila. Progetto per la scuola media “Giuseppe Mazzini” (non realizzato)
Valeria Lupo
269
1963-64. Pescara. Progetto planivolumetrico per la lottizzazione di un’area
edificatoria di proprietà Barbuscia tra via Tiburtina e via Salaria (non realizzato)
Valeria Lupo
273
1963-64. L’Aquila. Proposta di sistemazione planivolumetrica del lato orientale
di via Strinella
Valeria Lupo
275
1962-63. L’Aquila. Edificio a trenta appartamenti proprietà Barattelli, via Strinella
1963-64. L’Aquila. Edificio ad uso commerciale e abitazioni proprietà Orsini via Strinella
Valeria Lupo
277
1964. Piano-Pilota per lo sviluppo turistico territoriale. Tre zone dell’Abruzzo:
Gran Sasso, Maiella e Maielletta, Litorale
Filippo Lucchese
281
L’Aquila. Due interventi residenziali progettati da Vittorini. Complesso Barattelli nella zona di Via XX Settembre.
Casa a quattro appartamenti su largo Belvedere. L’attacco dell’edificio con quelli limitrofi gravemente danneggiati dal sisma del
2009. Foto eseguite nell’aprile 2012
62
OMAGGIO A MARCELLO VITTORINI
tramezza sempre con altri tipi di lavori. A
differenza di Giovanni Astengo (con il quale
collaborerà negli anni in cui Astengo è assessore in Piemonte) e di Giuseppe Campos Venuti, suo coetaneo, non lascerà mai la progettazione architettonica alle diverse scale,
dell’edificio e dell’aggregato, del nuovo e del
recupero. Nemmeno svolta come, in direzione opposta, ha fatto in quegli stessi anni Ludovico Quaroni, abbandonando l’urbanistica
per ritornare all’architettura. Spicca invece il
mantenimento dell’ampio spettro dei lavori,
la loro interscalarità e intersettorialità, una
pratica nello stesso tempo intensa e multi-direzionata. Non c’è dunque una scelta radicale, come per altri versi non ci è stata per Giancarlo De Carlo6.
Tra le mosse ineludibili della ricerca biografica vi sono i modi e i luoghi della pratica
progettuale (come lavorava, dove, quali sedi
privilegiava per fissare l’esperienza e le idee:
anche il libro, l’articolo, la conferenza, la carica istituzionale sono luoghi nei quali si costruisce un profilo); i ruoli giocati nei tanti
gruppi di lavoro e nelle cariche istituzionali ricoperte; la tipologia dei lavori e le loro interconnessioni; i rapporti privilegiati e i dialoghi
intessuti (anche con i committenti, oltre che
con altri urbanisti, studiosi ed esperti di altre
discipline). Ciò perché la vicenda biografica
è pienamente comprensibile solo “all’interno delle coordinate contestuali che la includono e variamente la travalicano”7. Il professor Pane si è soffermato su quei dettagli che
sappiamo fare la differenza ed è certo fondamentale la storia di vita, come ci ha insegna-
to Franco Ferrarotti, però ognuno è segnato
dal momento dell’ingresso nella storia, ha la
propria fortuna. La biografia si costruisce in
questo incrocio tra l’essere e la parabola nascita/raggiungimento della maturità/uscita
dalla scena.
L’esperienza di Marcello Vittorini, visitata alla luce di questi indicatori, da un lato
appare sempre a largo spettro, senza attribuire (e teorizzare) preminenza ai singoli campi
di attività, ubiqua nel tempo, dall’altro sembra trovare il suo filo conduttore nei territori. Detto altrimenti, l’approfondimento della sua opera può forse utilmente partire dai
“luoghi”, che sono spesso occasioni raccolte,
ma anche opportunità cercate (lavori acquisiti tramite la partecipazione a concorsi). Da
questo punto di vista emerge che Vittorini ha
prevalentemente lavorato su progetti e piani
dove ha incontrato questioni legate all’intermedio, alla prossimità e alla rete, in particolare permane l’attenzione per i nuclei inseriti in reti dove si pone il tema della “riconquista del potere decisionale delle comunità
insediate” (così si è espresso Pane).
La misura della polis greca, che torna
nella storia dell’urbanistica, è attorno ai
30.000 abitanti e costituisce una specie di
soglia per esercitare la democrazia diretta;
10.000 abitanti è l’ottimo per coltivare la dimensione della prossimità. Quindi nuclei,
nuclei di una rete, misura, prossimità, e ambiente. Quando si lavora su un territorio
non fortemente antropizzato, urbanizzato a
macchia di leopardo, per punti e per linee,
ci si confronta inevitabilmente con il “sup-
6. Su Giancarlo De Carlo rinvio alla biografia di
Monica Perin nel libro Urbanisti italiani, op. cit., e a un mio
recente testo dal titolo: Giancarlo De Carlo: architettura e urbanistica una cosa sola, in F. Evangelisti, P. Orlandi, M. Pic-
cinini (a cura di), Disegnare la città. Urbanistica e architettura in Italia nel Novecento: appunti da un ciclo di conferenze, Urban Center Bologna, Edisai, 2011.
7. F. Ferrarotti, Il ricordo e la temporalità, Laterza,
Roma-Bari 1987, p.95.
QUANDO L’URBANISTICA SI DISTINSE DALL’ARCHITETTURA
porto” naturale e quindi con i temi legati alla forza della natura e alla sua delicatezza.
L’ultima, debole, ipotesi che avanzo, è
connessa alla individuazione di questi temi
che mi sembrano caratterizzare l’opera e la
riflessione di Marcello Vittorini. A me sembra che abbia trovato qualche difficoltà a
rapportarsi con la città, che questa dimensione non sia entrata di diritto nella sua
forma mentis, che i suoi lavori più significativi non siano dunque i piani regolatori di
Faenza (anni Settanta) e Ravenna (anni Ottanta e Novanta) per esempio. L’idea di ri-
63
costruire dei confini, di segnare i limiti dell’urbano per distinguerlo dal rurale, mi appaiono un tentativo, non del tutto convincente, di ricondurre alla dimensione della
prossimità la città esplosa, di rendere controllabile lo spazio riportandolo alle forme
del passato, riproponendo un discorso sul
sociale e sulla comunità che non fa fino in
fondo i conti con un cambiamento irreversibile della città contemporanea. A questo
punto, però, confesso di aver maturato la
necessità di approfondire il suo lavoro sulla/e città.
64
OMAGGIO A MARCELLO VITTORINI
Pietro Barucci, Lucio Passarelli,
Marcello Vittorini, Quartiere
PEEP Torrevecchia, immagine di
uno dei percorsi verdi e
planimetria generale, Roma 1978
94
Scuola di Collarmele
Lo stesso sistema distributivo di
Cerchio con una scalinata
all’arrivo dalla strada, in comune
tra la scuola (a destra) e gli uffici
della Canonica di fronte
costruisce questa scuola.
Ma le similitudini si fermano qui
perché l’edificio scolastico si
organizza in aule ruotate, così da
generare un prospetto scalettato e
dare spazio così ai terrazzamenti
pavimentati che (secondo i
canoni della scuola all’aperto)
sono le aule per la didattica
all’esterno.
I prospetti (ma sarebbe più giusto
chiamarli volumi) si articolano
con una continuità di superfici
spezzate in cui hanno spazio
grandi porte-finestre e in cui è
studiata la posizione dei mattoni
a girare l’angolo quando questo
non è di 90 gradi.
Dentro, lo scalettamento delle
aule genera uno spazio dinamico
alto e luminoso nonostante sia
stato ridotto per inserire altre
funzioni che si affacciano sul
retro.
OMAGGIO A MARCELLO VITTORINI
116
Mario Lange, Casa Lange,
Torino, 1910, modello in gesso,
Fondo Lange, Laboratorio di
Beni Culturali, Dist, Politecnico
di Torino
Eugenio Mollino, Ospedale delle
Molinette, 1927, Archivio
Mollino, BCA, Politecnico di
Torino
OMAGGIO A MARCELLO VITTORINI
I DISEGNI DI LUIGI PICCINATO
147
215
1955. STUDIO TERRITORIALE SULLA REGIONE MARSICANA
1955. Studio territoriale sulla regione marsicana
(In alto) Confini storici e antiche
vie di comunicazione. Nella tavola
è riportato il comprensorio preso in
esame (tratteggio); l’alveo del lago
del Fucino (tratteggio incrociato);
l’antico confine del Regno delle
due Sicilie (pallini grandi); l’antico
confine fra l’Abruzzo ulteriore
e l’Abruzzo Citeriore (pallini
piccoli);le antiche vie commerciali
(linea continua)
Le scuole elementari. La tavola
rappresenta le aule esistenti, quelle
necessarie rispetto alla popolazione
scolastica, secondo i dati
dell’anagrafe scolastica per l’anno
1953-54. Nella tavola sono
riportate le aule esistenti in edifici
scolastici (pallino vuoto); le aule di
fortuna da sostituire (pallino metà
pieno metà vuoto); le aule
necessarie per raggiungere il
rapporto 1aula/25 alunni
(da L. Benevolo, M. Coppa,
F. Gorio, G.P. Rotondi, M. Valori,
M. Vittorini, Ministero dei Lavori
Pubblici Provveditorato alle OO.PP.
per l’Abruzzo, Studio territoriale sulla
Regione marsicana, Roma, 1955)
…all’indomani del sisma ho voluto richiamare l’attenzione
sull’importanza di assicurare priorità assoluta ai luoghi centrali e agli
spazi pubblici nella definizione dei principi per la ricostruzione. E di
non trascurare lo straordinario, plurisecolare, insegnamento
condensato nella città e nella sua storia. Un insegnamento
indispensabile e prezioso, utile ad indirizzare la faticosa, lunga e
impegnativa ricostruzione. Del centro storico, delle periferie, delle
frazioni, del territorio e, soprattutto, del senso di comunità che questa
città sta smarrendo. Se è stato un insopprimibile “bisogno di città” la
molla che ha determinato la prima fondazione dell’Aquila da parte
dei suoi futuri abitanti, anche oggi un nuovo, drammatico, “bisogno
di città” può – e deve – guidare e ispirare i tempi e i modi della
ricostruzione. Della città, oltre che delle singole case.
Marcello Vittorini intervento al Convegno
Gli archivi per l’urbanistica e la ricostruzione
(L’Aquila Novembre 2010)
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VERSIONE DIGITALE EBOOK / APP:
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