STUDIO DEGLI EFFETTI 3D DELLE STRUTTURE CONDUTTRICI SULL’EVOLUZIONE DEI RWM NEI PLASMI FUSIONISTICI R. Albanese1, Y. Q. Liu2, A. Portone3, G. Rubinacci1, F. Villone4 1 2 Ass. EURATOM/ENEA/CREATE, DIEL, Università “Federico II” di Napoli Ass. EURATOM/VR, Chalmers University of Technology, Gothenburg, Svezia 3 EFDA-CSU Barcelona, Spain 4 Ass. EURATOM/ENEA/CREATE, DAEIMI, Università di Cassino La dinamica macroscopica dei plasmi fusionistici è descritta dalle equazioni della magnetoidro-dinamica (MHD), le quali predicono, in determinate situazioni, l’esistenza di diversi modi di evoluzione instabili. Il tempo caratteristico di evoluzione di queste instabilità (growth time) può essere dell’ordine dei microsecondi, per i tipici dispositivi per la fusione, il che rende inefficace qualsiasi tentativo di controllo attivo tramite opportuni avvolgimenti. Se però si circonda il plasma con una struttura conduttrice sufficientemente vicina (ad esempio, il cosiddetto vessel), è possibile rallentare significativamente il growth time. Infatti, una qualsiasi perturbazione di plasma induce delle correnti parassite nel vessel, le quali tendono a controbattere la perturbazione stessa. Questo effetto stabilizzante dura finché le correnti indotte non decadono; ciò spiega intuitivamente il motivo per cui il growth time può essere rallentato fino ad essere dello stesso ordine di grandezza della costante di tempo elettromagnetica del vessel [1], che può essere dell’ordine dei millisecondi o più lento. In questa situazione, un controllo attivo è senz’altro possibile ed anzi necessario, per garantire una corretta operazione di questi dispositivi.; per poter progettare un controllore, è però necessario un modello accurato dell’interazione tra plasma e strutture conduttrici circostanti. Un primo esempio in questo senso è quello del modo instabile di evoluzione verticale assialsimmetrico per plasmi elongati, per il quale sono stati raggiunti ragguardevoli risultati dal punto di vista sia modellistica [2], sia di controllo [3]. Nel caso non assialsimmetrico, allo stato attuale una considerevole attenzione viene rivolta al problema dei cosiddetti Resistive Wall Modes (RWM), sia per i dispositivi attualmente esistenti sia per quelli in fase di costruzione come ITER. Questi modi deformano elicoidalmente il plasma e possono diventare instabili quando la pressione del plasma supera una certa soglia. Per modellare questa situazione, anche ai fini del progetto di un controllore, occorre da un lato dare una descrizione accurata delle strutture conduttrici circostanti, tenendo conto anche delle loro caratteristiche ridimensionali, dall’altro risolvere accuratamente le equazioni MHD. Molto recentemente [4], è stata proposta dagli autori una procedura autoconsistente di accoppiamento tra il codice CARIDDI, che implementa una formulazione integrale del problema delle correnti parassite [5], ed il codice MARS-F [6] che risolve le equazioni MHD linearizzate tramite le differenze finite. L’assunzione principale fatta per la procedura di accoppiamento è quella di trascurare la massa del plasma, la cui conseguenza immediata è quella che la risposta di plasma è istantanea, in quanto si trascurano le dinamiche legate alla sua inerzia. La strategia è basata sulla scelta di una superficie S, tra il plasma e le strutture conduttrici, attraverso le quali l’interazione tra plasma e strutture può essere disaccoppiata come segue: - si calcola la risposta (istantanea) del plasma ad un assegnata perturbazione di campo magnetico su S, in termini di una opportuna matrice di risposta di plasma; - - con questa matrice di risposta, l’effetto delle strutture conduttrici tridimensionali è valutato tramite il calcolo della perturbazione di campo magnetico su S dovuta alle correnti sulle strutture 3D. le correnti indotte sulle strutture 3D dal plasma sono calcolate tramite una corrente superficiale equivalente su S, che fornisca lo stesso campo magnetico del plasma al di fuori di S. Figura 1. Mesh 3D usata e dettaglio del modo instabile La procedura qui illustrata è stata applicata con successo alla geometria di ITER. Per prima cosa, essa è stata verificata su casi assialsimmetrici, trattati fittiziamente con una mesh tridimensionale. L’accordo con i risultati puramente bidimensionali sul growth time e sui vari modi di evoluzione è stato molto buono (entro qualche percento). In Fig. 1 viene riportata la mesh ad elementi finiti usata per la descrizione delle strutture conduttrici tridimensionali, dove le porte usate a fini diagnostici e di operazione sono rappresentati da dei semplici buchi. Sempre in Figura 1 è invece riportato uno dei modi di evoluzione instabili. Si è visto che l’effetto 3D può causare un aumento di un fattore 2 sul growth time. Questo lavoro è stato supportato in parte dal Consorzio CREATE e dal MiUR con il progetto PRIN n. 2006094025. [1] E.A. Lazarus et al., Nuclear Fusion, Vol. 30, p. 111 (1990) [2] R. Albanese, F. Villone, Nuclear Fusion, Vol. 38, p. 723-738 (1998) [3] G. Ambrosino, R. Albanese, IEEE Control Systems Magazine, Vol. 5, pp. 76-92 (2005) [4] R. Albanese, Y.Q. Liu, A. Portone, G. Rubinacci, F. Villone, “Coupling Between a 3D Integral Eddy Current Formulation and a Linearized MHD Model for the Analysis of Resistive Wall Modes”, accettato per la presentazione a COMPUMAG 2007 [5] R. Albanese, G. Rubinacci, Adv. Imaging and Electron Physics, Vol. 102, pp. 1-86 (1998) [6] Y.Q. Liu, A. Bondeson, Phys. Rev. Lett., Vol. 84, p. 907 (2000)