violenta, e in modo da pervenire a raggiungere un assetto mesomorfo definitivo ; ma occorre anche che, almeno nelle prime fasi dell'essiccamento, la lentezza non sia tale da lasciare alla cellula tanta acqua, che il plasma possa reagire alla disidratazione provocando attivamente una mucofanerosi di difesa dei suoi mucoproteidi, o comunque sufficiente a permettere che se ne manifestino gli effetti. £ quanto del resto anche ILJJN ha constatato per altra via (1935) quando, studiando la vitalità delle cellule vegetali allo stato secco, trovò che una velocità media dell'essiccamento all'aria è più favorevole al mantenimento della vita di una velocità molto grande o molto piccola. 3. C A M P I O N E DI CONTROLLO ESSICCATO PER ORE I E 40 M I N . IN E S S I C - CATOIO A 50 0 C . E LASCIATO POI ALL'ARIA PER 23 ORE. — L'azione della temperatura a gradi diversi di elevazione è stata studiata. da un così gran numero di Autori, che, sopratutto per risparmio di spazio, non tento nemmeno di riassumerne i lavori ; una ricca bibliografia accompagnata dalle principali conchiusioni alle quali i singoli studiosi sono arrivati, si può del resto trovare ad es. nel lavoro di F A M I N (1933) o nella più recente monografia di LEPESCHKiN (1937). Sono state accuratamente seguite le variazioni d'aspetto (forma, grandezza, omogeneità, etc.) dei singoli organiti cellulari ; sono stati distinti stadi diversi della sofferenza della cellula ad elevate temperature, ed è stato determinato come varii la permeabilità del plasma, il suo contenuto d'acqua, la sua fluidità (sempre con ricerche citologiche), etc. Tuttavia le mie ricerche citologiche diversificano in quanto io non ho studiata l'azione della temperatura di un tessuto vegetale mantenuto in grado di umidità più o meno costante, ma il suo comportamento di fronte alla disidratazione eseguita a temperature abbastanza elevate. ì ì per ciò comprensibile come talvolta le mie osservazioni non coincidano perfettamente con quelle dei precedenti Autori, specie per quanto riguarda l'eventuale aumento del contenuto d'acqua della cellula, attestato per es. da una maggior fluidità del plasma, visto che in ogni caso i tessuti da me studiati avevano sempre subita una perdita più o meno notevole d'acqua. Durante la permanenza, in essiccatoio, il campione del quale ora riferisco aveva perduto il 33,87% del peso fresco iniziale; un'ulteriore perdita di peso si è poi verificata durante l'esposizione all'aria, per cui, a] momento della fissazione, la perdita totale di peso equivaleva al 40,94% di quello fresco. I costituenti cellulari che accusano una maggior perdita d'acqua sono per ora le membrane, sopratutto quelle più vecchie come quelle della parte interna del legno, le quali hanno già raggiunta una strut-