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ALL ABOUT JAZZ
http://italia.allaboutjazz.com/php/article.php?id=224
A molti sarà capitato di assaggiare un vino che viene servito come una delle più straordinarie meraviglie
dell'arte enologica, di quelli di cui “
gli intenditori”si riempiono la bocca, vezzosamente protesa verso il
piacere, lasciandolo vagare come risacca pigra per il palato. Sarà capitato di assaggiare il vino e di rimanere
piuttosto perplessi, di sentire sì che il vino in questione è buono, ma francamente di non riuscire a capire
perché debba essere per forza migliore di molti altri assaggiati e goduti in passato senza troppi cerimoniali.
Capita spesso di vivere sentimenti simili all'ascolto dei tanti progetti di Howe Gelb, storica anima dei Giant
Sand e implacabile narratore di un rock desertico e ricco di detriti sbriciolati dalle radici della tradizione
nordamericana.
In 'Sno Angel Like You la confezione delle canzoni è semplice e chiara sin dall'inizio: unico altro ingrediente è
un coro gospel canadese, il Voices of Praise Gospel Choir, che viene inserito in un gioco di call & response e
di armonizzazioni lineari delle linee melodiche. Il tutto registrato sotto il manto soffice della neve di Ottawa.
Tornando al nostro perplesso, ipotetico - ma non troppo - ascoltatore, lo troviamo di fronte a quattordici
brani [di cui tre riletti dal repertorio Giant Sand] condotti secondo la tipica “
ricetta Gelb”della ballata chitarra
e batteria come la faceva la nonna: pochi accordi, che scivolano come su una strada polverosa, la voce
arrochita dal tempo e dal vento, una poesia scarna e efficace.
Al nostro ascoltatore sta per scappare da dire che gli sembra una specie di Lou Reed del midwest, magari
che il coro sul ritornello di “
The Farm”[firmata da Rainer Ptacek] ricorda un po' i coretti di alcuni dischi di
Leonard Cohen... gli verrebbero da dire un sacco di se e di ma, ma si trattiene, siamo nell'universo indie,
luogo in cui - non ha mai capito perché - ci si pronuncia sempre con grande mistero e cautela iniziatica su
dischi e musicisti.
Si trattiene e si accorge che un po' si trattiene anche perché il disco, mannaggia a lui, ha un certo fascino!
Adesso però la dignità sta riprendendo quota, sì, lo deve dire, è suo dovere, dal momento che ascolta
musica da una vita... deve esprimere la sua perplessità, ma... rimane ancora una volta sospeso, rapito dallo
scheletrico rimbalzare della chitarra elettrica in “
The Voice Within”o dalla cantabilità di “
Paradise Here
Abouts”
, dai sussurri di “
Nail in the Sky”o dalla nuova veste di “
Robes of the Bible Black”
.
Howe Gelb è così... nel momento in cui ti sembra che la minestra sia sempre un po' quella - per quanto
genuina e sempreverde - c'è sempre un dettaglio, un bagliore, una sensazione che ti fa riporre i dubbi su
una panchina nell'ombra del patio [puoi sempre passare a riprenderteli] e sederti a ascoltare. Questa volta
c'è anche un sorridente gruppo di ottime signore nere che ti chiede di battere le mani e unirti alla loro gioia.
Difficile rifiutare.
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KALPORZ
http://www.kalporz.com/recensioni/snoangellikeyou-howegelb.htm
Cosa ci fa Howe Gelb, da sempre identificato nel sole programmatico di quel di Tucson, Arizona, in una baita
sperduta nel bel mezzo della neve dalle parti di Ottawa, Canada? Basterebbe questo per comprendere
quanto “
'Sno Angel Like You”rappresenti un Howe Gelb diverso rispetto a quello che il fan è abituato a
vivere e ascoltare: in più metteteci che tutte quelle stramberie sonore, le deviazioni freak che prende il suo
folk-rock bizzarro sono completamente bandite dalle quattordici tracce che compongono quest’
ultima fatica e
avrete materiale a sufficienza su cui discutere per un bel po’di tempo.
È un album in cui Gelb prende il suo passato nei Giant Sand e lo scarnifica fino all’
osso, rileggendo anche
alcune delle pagine più note e idolatrate (non a caso il cd si chiude sulle note celeberrime di “
Chore of
Enchantment”
), allo stesso tempo producendo originali standard blues coadiuvato dal coro Gospel delle
Voices of Praisie, per poi perdersi nella memoria dolorosa dell’
amico Rainer Ptacek, altro tucsoniano di ferro
–ma di origine chiaramente mitteleuropea –scomparso prematuramente neanche dieci anni fa, con un
tumore al cervello che si è portato via la sua inconfondibile slide guitar e lasciando nell’
amico Gelb un vuoto
incolmabile (Ptacek partecipò come ospite ad alcuni album dei Giant Sand, ma fondò soprattutto insieme al
collega cantautore la Band of Blacky Ranchette, nell’
ormai lontanissimo 1983).
Non è certo un album fondamentale “
'Sno Angel Like You”
, non aggiunge nulla a quanto Gelb abbia scritto
finora e non passerà alla storia, ma è impossibile rimanere freddi nell’
assistere a questa ricerca perpetua e
cocciuta della purezza, nella quale lo standard non viene interpretato come arto morto appartenuto al
passato ma bensì come necessità della contemporaneità per non perdere le proprie radici. E quest’
ultima
considerazione permette di comprendere ancora meglio il file rouge che lega l’
esperienza di Gelb all’
ubriaca
esibizione sudista di Bonnie ‘
Prince’Billy/Will Oldham/Palace Bros che si è cristallizzata ulteriormente nella
tournée collettiva che li ha visti approdare anche a Faenza lo scorso anno.
Howe Gelb come Bonnie ‘
Prince’Billy dunque, ma anche come il Bob Dylan post-contestazione a ben vedere,
e come tutti quei cantori delle radici che ne hanno compreso il reale senso. “
'Sno Angel Like Youӏ forse il
lavoro più accessibile che la mente genialoide di Howe Gelb ha prodotto in venti e passa anni di onoratissima
carriera, e potrebbe facilmente crocefiggere più di un cuore: io glielo auguro, nella speranza che questo
produca un desiderio di conoscenza a ritroso della sua arte. Chissà, magari l’
uomo del sole dell’
Arizona
potrebbe trovare la sua fortuna nel gelo nevoso del Canada. Paradossi...
KATHODIK
http://www.kathodik.it/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=2171
L’
uomo di Tucson emigra tra le nevi del Canada per donarci l’
ennesimo gioiellino che, se non sposterà di
molto gli orizzonti del rock, regala armonia ed emozioni a piene mani. La novità è che quel diavolaccio di
Gelb orna il suo consueto folk blues con l’
acqua santa elargita da un coro gospel, i Voices of Praie. In sintesi
è andata così: invitato all’
Ottawa blues festival per suonare in una chiesa accanto ad un cantautore locale,
Gelb resta stregato dalle melodie dei gruppi gospel tanto da desiderare ardentemente di trasferire quel
magico flusso nelle sue melodie oblique. Il direttore, cui chiede se sarebbe possibile registrare materiale non
religioso, risponde: perché no…, a patto che il messaggio resti positivo. Per l’
occasione Gelb ha trovato un
degno sostituto di John Convertino alla batteria, grazie a Jeremy Gara già degli Arcade Fire. A parte poi il
contributo di un paio di chitarristi il resto è appannaggio dello stesso autore che al solito si cimenta con più
strumenti. Quanto ai contenuti, ci sono quattro brani dei vecchi Giant Sand, tra cui la stupenda Chore of
enchantment, quattro dello scomparso amico e sodale, Rainer Ptacek, e sei composti per l’
occasione. Resta
da ricordare, casomai ce ne fosse bisogno, che ‘
Sno angel like you' (e, a proposito, letto nella sua interezza il
titolo dovrebbe significare, Howe Gelb, non c’
è un angelo come te), è il sesto progetto scaturito dalla fervida
mente di Gelb negli ultimi due anni, tra cd a suo nome, oppure Giant Sand (in realtà sempre lui con un paio
di strumentisti danesi individuati per l’
occasione), Band of Blacky Ranchette e così via. E tutto ciò senza
minimamente annoiare. Non è poco.
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MESCALINA
http://www.mescalina.it/musica/recensioni/recensioni-musica.php?id=1464
Ancora prima di essere un musicista di talento, Howe Gelb è un uomo che ha le visioni, che ha il coraggio di
seguire le sue intuizioni senza farsi troppe domande.
Solo così si spiega la bizzarria di alcuni suoi progetti, che deviano dal percorso principale attratti da
improvvise devizioni: nel corso degli anni Gelb ha tracciato una mappa non certo lineare con i Giant Sand,
con qualche disco solista e con una serie di lavori pubblicati sotto altro nome (Op8, The Band Of Blacky
Ranchette, Arizona Amp And Alternator).
Certi album reperibili sul sito www.giantsand.com ed anche dischi ufficiali come “
Long stem rant”
,“
Lull”o
“
Cover magazine”sono ascrivibili solo ad una vena personale catturata più o meno occasionalmente, ma
anche questi sono tappe necessarie ad un musicista che vive nella costante ricerca della sua arte.
Non c’
è allora da stupirsi più di tanto di fronte a questo nuovo disco, registrato con un coro gospel: in fondo,
essendo da sempre la musica di Howe Gelb impregnata di blues, questo genere non era poi tanto fuori dalla
sua portata.
“
’
Sno angel like youӏ spiazzante quanto lo sono sempre stati i dischi di Howe Gelb e scaturisce
dall’
ennesima folgorazione: la storia narra che nel 2003 l’
autore sia stato invitato in Canada a suonare in una
chiesa per l’
Ottawa Bluesfest e che abbia assistito all’
esibizione dei Voice of Praise. Da qui ad avviare una
collaborazione sul posto con il coro il passo è stato breve: suggestionato dal clima gelido e da un’
abbondante
nevicata, Gelb ha registrato ad Ottawa avvalendosi dell’
apporto di Jeremy Gara (batterista poi arruolato dagli
Arcade Fire) e di poco altro.
Le canzoni quindi scaturiscono da un luogo di confine che non è più il deserto dell’
Arizona, ma poco ci
manca: l’
impianto è scarno con chitarra e batteria a costituire l’
ossatura dei pezzi e le voci del coro da dare
un po’di polpa qua e là.
Il risultato è altalenante e gli interventi gospel non sempre vanno a beneficio delle canzoni: se in “
That’
s how
things get done”e “
Love knows”tolgono parte della profondità solitaria tipica dei pezzi di Gelb, in “
Hey man”
riescono invece ad aumentarne le venature soul.
Va detto che “
’
Sno angel like you”non è un disco gospel: i brani non sono di argomento religioso e si
appoggiano molto sul folk-blues. In scaletta ci sono sette nuove composizioni più tre pezzi dei Giant Sand e
altrettanti di Rainer Ptacek, chitarrista blues di grande spirito.
Proprio dal blues vengono i momenti più forti del disco: “
Howlin’
a gale”e “
Worried spirits”cominciano sulla
batteria di Gara e sulla chitarra sporca di Gelb, ma prendono una forza impensata grazie al contrasto tra gli
interventi del coro e le deviazioni elettriche dello stesso Gelb.
“
’
Sno angel like you”non è né un capolavoro nè un album fondamentale all’
interno della discografia di Gelb,
ma è un’
altra tappa rappresentativa di una delle personalità più forti e alternative che ci siano nel rock
americano.
REPUBBLICA BLOG (ASSANTE)
http://blog.repubblica.it/rblog/page/EAssante
Beh, se avete voglia, poi, di ascoltare dei dischi buoni, non avete altro da fare che provare "'Sno Angel...Like
You" di Howe Gelb, ex frontman dei Giant Sand, che si esercita in un bellissimo repertorio di canzoni tra folk
e blues dei nostri giorni, oppure Josh Ritter, che chi frequenta questo blog sa io apprezzo da tempo, che ha
pubblicato un bellissimo album intitolato "The animal years". Oppure, se volete recuperare una perla del
passato provate a riprendere il primo album dei Roxy Music, e lasciate che il fine settimana passi, tra nuvole
e sole.
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IL POPOLO DEL BLUES
http://www.ilpopolodelblues.com/rev/mar06/anteprima/Howie-Gelb.html
Pagan confessional songs in a gospel setting for Americana’
s Guru
Howie Gelb non ammetterà mai di aver inciso un disco di Gospel ma “
like you”lo è intimamente. Se non
fosse per The Voice of Praise, un celebre coro gospel canadese, il motivo resterebbe valido perché “
like you”
è prima di ogni altra cosa un album di canzoni confessionali, termine usato spesso oggi per descrivere la
ballata intimista che scava nei lati oscuri dell’
anima, la canzone che incontra per propria natura il gospel
senza forzature.
Howie Gelb ha fatto virtù di ciò che ha imparato nella sua carriera ed ha tramutato “
like you”in un disco ben
variegato che ha, per prima qualità, la ricerca dell’
intimo, che da sempre per il Gospel vero è caratteristica
distintiva, ed quel senso del blues che viene da lontano.
Gelb ha scritto 14 brani adatti a questo setting sonoro. Almeno due brani sono attinti dalle strutture del
Gospel laico, quello che apparve brevemente nei primi settanta nelle pieghe d’
artisti come Delaney & Bonnie
o in canzoni come “
Willin’
”di Lowell George che “
Neon filler”
, penultimo brano di “
like you”ricorda nelle
intenzioni prima di diventare altra cosa o come “
Worried Spirits”più alcolico e ciuchedelico, canzone
cresciuta alla corte di Keith Richards, mentre “
Howlin’A Gale”piacerà a Neil Young.
In “
Like you”una sola cosa lascia interdetti per l’
intera durata del cd: la similitudine vocale di Howie Gelb
con il più recente Lou Reed. Al punto tale che viene da chiedersi cosa sarebbe stato lo stesso disco, le stesse
canzoni interpretate dall’
artista di Coney Island. Un tributo trasversale a un artista di riferimento per Howie?
può darsi. Il risultato è intrigante, riferimenti vocali a parte. Gelb ha realizzato un disco spiazzante per molti
ma del tutto logico per lui e ha saputo usare una idea, l’
uovo di colombo a dire il vero!, dimostrando che c’
è
ancora vita per tutti quelli che dicono sia uno che le ha già raccontate tutte.
SENTIREASCOLTARE
http://www.sentireascoltare.com/CriticaMusicale/Monografie/GiantSand-HoweGelb-Calexico.htm#sno
(6.8/10)
Like You (Thrill Jockey / Wide, 17 marzo 2006), accreditato alla mente dei Giant Sand e agli ’Sno Angel, la
compagine di musicisti a cui si è unito, è un album “
classico”
, coeso e godibile come nessun altro nella
carriera del musicista. Un lavoro felino e gioioso, ampiamente basato su train blues e crooning reediano,
stilemi che l’
uomo incarna a tal punto da essere un tutt’
uno con essi.
Mescolando suggestioni universali, il musicista risolve dicotomie quali caldo/freddo, bianco/nero, Sud/Nord
affidandosi alla tradizione musicale stellestrisce, guardando al passato per sognare un futuro in un abbraccio
senza frontiere che racchiude Lou Reed quanto Howling Wolf, il cantautorato rock quanto quello country
blues.
Sarà per il fatto di dover lavorare con persone nuove, sarà per la presenza sedante del coro gospel, ma lo
switch è da lo-fi a hi-fi proprio come nel caso del Will Oldham di Greatest Palace Music (2004).
Grazie a un sotteso tocco eccentrico qua e là nell’
uso della chitarra, che aggiunge sfumature in profondità
alle trame, l’
album scorre senza scossoni, privo di tex-mex, marimbe, interludi lo-fi, pianismi, sipari hard rock
e siparietti cabaret; in definitiva assenti le stramberie alle quali il tucsoniano è solito; al loro posto la tracklist
comprende classic and rockish blues-gospel vibes tra inediti, adattamenti del compianto Rainer (The Farm,
That’
s How Things Get Done, Worried Spirits) e riarrangiamenti del repertorio Giant Sand (Get To Leave,
Chore Of Enchantment, Robes Of Bible Black, Neon Filler) per 44 minuti complessivi. E il coro gospel? Con
Howe al centro della scena non può che chiosare attraverso il call and response, ripetendo frasi e
interagendo (“
in risposta”
, appunto) le strofe del cantante, proprio come da tradizione afroamericana.
Like You non gronda del dolore di Hisser, né del magico profumo di rinascita di Chore Of Enchantment, ma
presenta un Gelb agile nel giocare sopra le righe e non più tra di esse, palpandosi l’
anima. Le cover di Rainer
ne sono l’
esempio più significativo: Gelb ha finalmente espiato la morte dell’
amico.
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PAG. 17
ROOTSHIGHWAY
http://www.rootshighway.it/outtakes/gelb.htm
La prolificità di Howe Gelb non ha eguali ed è confermata dai molteplici progetti paralleli e dalla sua
incessante produzione anche sotto altri pseudonimi (Arizona Amp And Alternator, ad esempio). Partendo dai
Giant Sand (band dalla carriera ventennale, che non ha bisogno di presentazioni) e passando per gli Op8 e
The Band Of Blacky Ranchette, Howe si è fatto apprezzare inoltre per diversi lavori editi a suo nome: l'ultimo
in ordine di tempo è Like You, disco prodotto dalla Thrill Jockey a nome Howe Gelb/'Sno Angel. Like You è
un nuovo tassello nel complicato puzzle di questo stravagante artista, che ha sviluppato il proprio stile
atipico attorno ad un suono elettroacustico e bizzarro, talvolta arido come la sua terra d'origine, l'Arizona. In
quest'occasione Howe prova ad arricchire i suoi ritmi più classici col calore di un coro gospel. Gli bastano
poche parole per spiegare questo tentativo, poche parole che descrivono al meglio le melodie della sua
ultima fatica: "E' stato un grande esperimento vedere se potevamo mescolare le mie melodie un po'
strampalate con l'effetto straniante prodotto dal suono di un coro". La gestazione di Like You risale al 2003,
quando Howe si trovava ad Ottawa (Canada) per partecipare ad un festival. La folgorazione gospel nacque
allorché la sua performance andò in scena fra quelle di due cori alle cui esibizioni Howe assisté attonito,
prendendo poi contatti con i Voices Of Praise e con altri partecipanti al festival (come Jim Bryson).
L'evoluzione in più stadi di Like You include anche una session con Jeremy Gara, batterista degli Arcade Fire,
in cui il materiale viene registrato in maniera quasi casuale, con l'impiego della sola chitarra di Howe e della
batteria di Jeremy. Il già citato coro gospel, diretto da Steve Johnson, viene invece inserito a tappeto sulle
tracce selezionate da Howe, pescando da composizioni proprie, dal repertorio dei Giant Sand (Robes Of Bible
Black, Neon Filler e The Chore Of Enchantment) e da quello dell'amico scomparso Rainer Ptacek (The Farm,
That's How Things Get Done e Worried Spirits). Il risultato è un lavoro eccellente che evidenzia, come se ce
ne fosse ancora bisogno, la spontanea stravaganza di questo artista, e che sgombra il campo dai dubbi
(legittimi) relativi al rapporto fra prolificità e qualità. Ottawa non è certo calda ed arida come Tucson:
tuttavia, nonostante sia un ambiente non proprio consono alla sua indole, Howe vi trova un terreno fertile
proprio facendosi scaldare il cuore dal coro gospel, che rende magnifici motivi come Paradise Here About,
Hey Man e Love Knows.
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PAG. 18
IL POPOLO DEL BLUES (interview)
http://www.ilpopolodelblues.com/intro.html
D.- Cosa c’
era all’
origine di questo album “
’
Sno Angel”
?
Howe Gelb. –sinceramente non lo so neanche io. Prima ho registrato il disco e poi mi sono posto delle
domande. Io sono un tipo fatto così; mi lancio nelle cose e poi vedo il progetto in cui mi sono lanciato in che
direzione va. Lo ho fatto comunemente e quando non mi sono comportato così ciò che ho fatto mi ha
lasciato deluso.
D.- Le canzoni del disco sono state composte proprio per questo progetto?
Howe Gelb. –Quasi tutte. C’
è molta solitudine nel disco, le tante voci di un coro Gospel non devono trarre in
inganno. Io preferisco fare la mia musica da solo o con poche persone intorno, a modo mio. Con questo coro
abbiamo provato lo stretto necessario. Tutto è stato realizzato con molta freschezza, lasciando spazio alla
spontaneità.
D.- Ascoltando “
’
Sno Angel”sembra quasi di ascoltare vecchie canzoni uscire da una vecchia radio, come se
le canzoni provenissero da un posto lontano, di confine. Mi è venuto in mente dopo aver letto un libro sulle
emittenti di confine, “
Border Radio”
, quelle che dal Messico emettevano per il territorio del Texas e ben
oltre….
Howe Gelb. –E’un bel complimento, grazie ! Credo di sapere di che libro stai parlando…anche M.Ward –
forse lo conosci –ha fatto un album con simile ispirazione…si vede che era qualcosa che era nell’
aria, che
aveva a che fare con l’
ispirazione…
D. - ..o con la musica Gospel che ascoltavi a casa da ragazzo ?…
Howe Gelb. - ..può darsi anche se non era poi così tanta. Ma il disco mi è servito per scoprire i grandi nomi
del Gospel : The Swan Silvertones, Highway CQ’
s, Sister Rosetta Tharpe, Marion Williams…
D. –Tutti nomi fondamentali nella storia del Gospel
Howe Gelb. –Beh, sì!. In fin dei conti io non penso di aver fatto un disco di Gospel in senso stretto…
D. - ..ma converrai che queste canzoni siano particolarmente “
confessionali“
!?
Howe Gelb. –Quello sicuramente. E’l’
unica cosa che so fare quando scrivo una canzone, buttarmici a
capofitto.
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KATAWEB (interview)
http://www.kwmusica.kataweb.it/kwmusica/pp_scheda.jsp?idContent=126657&idCategory=2028&pageInde
x=0
Registrato nel gelo di Ottawa, 'Sno Angel-Like You ha un alone sacro. Tra voci gospel, folk e rock.
L'intervista
Howe Gelb è esempio di costanza musicale. La sua attività artistica prosegue, dai primi anni Ottanta,
coerente e ispirata fino ai nostri giorni. Fondatore dei Giant Sand - nei quali hanno militato Joey Burns e
John Convertino (Calexico) - Gelb è un personaggio che vanta uno stuolo di ammiratori fedele e attento a
ogni sua singola proposta, l'ultima delle quali è il cd 'Sno Angel-Like You, disponibile in Italia da oggi.
Registrato insieme al coro gospel canadese Voice Of Praie, 'Sno Angel-Like You elargisce un senso del sacro
che perfettamente si fonde con le sue composizioni tinte di folk, blues e rock. Nato nell'inverno di Ottawa,
l'album è un insieme di canzoni che risentono del clima, che inseguono nuvole e ghiaccio, vento e pioggia. E
che hanno l'anima imprigionata in un momento. Come l'angelo di neve della copertina.
Che effetto ha avuto il gelo su di lei che viene da luoghi bollenti come l'Arizona?
E' stata un'esperienza elettrizzante. Stavamo in studio, poi aprivamo la porta e camminavamo su un manto
altissimo di neve con i piedi che affondavano nel terreno. Quando tornanavamo a suonare ci sentivamo
purificati.
Pensando al titolo, lei crede negli angeli?
Sì. Gli angeli sono tutte quelle persone spesso nascoste ma che pensano positivo e cercano di fare del bene
anche nel proprio piccolo.
E' stato emozionante suonare con un vero coro gospel?
Voglio sottolineare che questo non è un album religioso ma è una sorta di crossover tra il mio stile più folkrock e queste voci tanto comunicative. Mentre lavoravo, le idee e i suoni si trasformavano e questo si
rifletteva anche nell'esecuzione. E' stato un approccio diverso e i cori mi trasmettevano sempre un'energia
incredibile.
'Sno Angel-Like You esce in periodo di grandi tensioni e di guerre in nome di un dio. Cosa pensa al riguardo?
Ritengo che questa sia una situazione voluta e cercata soprattutto per nascondere diverse politiche di
potere. Credo che ci dovrebbe essere un dialogo, un confronto aperto e non quest'odio che sta causando
enormi danni. Ma non c'è nessuna volontà di creare uno spiraglio di comunicazione. Ognuno è contro l'altro.
Un vero fallimento della diplomazia.
Lei è venuto spesso in Italia. Cosa le piace della nostra terra, a parte la cucina e le ragazze?
Quello che sempre mi conquista è lo spirito, la vitalità che poi ovviamente si riflette anche sul cibo... Ogni
luogo, dopotutto, ha una sua particolarità che si riflette nei comportamenti così come a tavola. E tutto ciò è
"buono" è anche molto interessante.
Il musicista è il suo unico lavoro?
Il mio vero lavoro è fare il padre! A parte gli scherzi, sì.
Le chiedo questo perché ci sono tante persone che vorrebbero vivere di musica ma per sopravvivere devono
trovare un impiego. Lei invece suona da più di 25 anni, senza luci di ribalta ma ininterrottamente e il suo
nome è una certezza. Qual'è il segreto?
Ho sempre suonato pensando più a realizzare quello che mi piaceva fare senza puntare al successo. Credo
che per rimanere vivi a questi livelli sia fondamentale essere sinceri con sé stessi e con quello che si ama,
non pensando di porsi in un modo predeterminato per piacere e senza cercare di scalare per forza le
classifiche. Il più delle volte chi insegue le vette fallisce. E' meglio stimolare la parte più onesta e nel migliore
dei modi. Essere manager di sé stessi, circondarsi di poche persone fidate. Alla fine è solo la messa in atto
del "do it yourself" predicato dal punk alla fine dei Settanta. (…CONTINUA)
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PAG. 20
Come sono i suoi ricordi degli inizi?
Divertenti e tremendi. All'epoca poche novità arrivavano dalle nostre parti quindi eravamo un po' all'oscuro di
tutto. Ci dilettavamo a suonare nella forma più pura possibile con tutto ciò che ci capitava, senza vere e
proprie influenze. Puro istinto insomma, e con risultati alterni: da cose improponibili ad altre accettabili.
Che musica ascolta attualmente? Molto old jazz, Bob Dylan, Thelonius Monk, Neil Young. Mia figlia
diciottenne, Patsy, spesso mi propone dei nomi nuovi. Alcuni proprio non mi piacciono, altri invece li trovo
molto interessanti. Per esempio Bright Eyes. In questo mio ultimo album ha suonato alla batteria Jeremy
Gara che è poi andato negli Arcade Fire. Gruppo del quale non so niente ma che, mi dicono, stia avendo
buoni riscontri.
ONDAROCK
http://www.ondarock.it/recensioni/2006_gelb.htm
Difficile star dietro la produzione di un Howe Gelb che sforna dischi a getto continuo e spesso di qualità
quanto meno discutibile, almeno ultimamente. Il progetto ‘
Sno Angel reclama però una certa attenzione, in
virtù della collaborazione con Voices Of Praise, coro gospel canadese operante in quel di Ottawa.
Cosa passa per la testa di Mr Gelb? "…vedere se potevamo mescolare le mie melodie un po’strampalate con
l’
effetto straniante prodotto dal suono di un coro", parole sue, e il risultato, lo diciamo subito, è più che
buono.
Tutto ha inizio nel 2003, quando Howe è invitato, nell’
ambito dell’
Ottawa Bluefest Festival, a suonare in una
chiesa col cantautore Jim Bryson. Il suo set viene fissato tra le performance di due gruppi gospel, il primo
dei quali ha modo di colpirlo profondamente; ancora parole sue: "…Non avevo mai sentito nulla del genere,
mai percepito nulla del genere, e quando arrivi alla mia età e qualcosa ti afferra il cuore e la testa in quel
modo, non resta che festeggiare e crogiolarsi nella sensazione".
Il buon Howe ci si mette d’
impegno e sforna questo lavoro che profuma di spiritualità lontano un miglio, pur
non focalizzandosi su tematiche specificamente religiose. Il consueto stile di canto, come un Lou Reed
allucinato da miraggi desertici, ha modo di manifestarsi in nuove sfumature di grigio così coinvolto in
dinamiche di call & response tipiche del gospel e sovrastato da cori che trasudano passionalità.
Sette sono le canzoni inedite, tutte di ottima fattura, mentre il resto consta di materiale di repertorio che
guadagna ulteriore fascino in virtù dei nuovi arrangiamenti.
La classe non è acqua si dice in questi casi, e Howe ne ha da vendere. A dimostrarlo, ove mai ve ne fosse
bisogno, "Paradise Here Abouts", indie-folk psichedelico in pieno Giant Sand-style , in cui i fantasmi blues
vengono traghettati dal coro alle porte del paradiso.
Ma volete mettere il piacere dell’
incongruenza stilistica, quando la negritudine canora dei Voices Of Praise
flirta con le tremebonde allucinazioni desertiche di Howe in una sarabanda di distorsioni e voci angeliche?
Ciò accade in "Howlin’A Gale", con il drumming incalzante di Jeremy Gara degli Arcade Fire a completare
l’
opera, mentre "Hey Man" si presenta come uno spiritual travestito da ballatona roots; bellissima.
"Like You" è una piacevole digressione, un coniglio dal cilindro che solo i grandi possono estrarre con tanta
naturalezza. E Howe Gelb è un grande, senza alcun dubbio.
::: PROMORAMA ::: PRESS :::
BAND: ‘
SNO ANGEL / HOWE
GELB
TITLE: LIKE YOU
LABEL: THRILL JOCKEY
PAG. 21
MUSICBOOM
http://www.musicboom.it/mostra_recensioni.php?Unico=20060409194719
Chissà perché, Howe Gelb riesce sempre a farti mangiare la polvere del deserto, anche quando se ne trova
agli antipodi. Dopo Napoli ed il nord Europa, ce lo ritroviamo immerso con gli scarponi nelle nevi canadesi –
e la polaroid in copertina mostra bene il fiabesco paesaggio –eppure ti viene sempre da associarne la voce e
quei rochi scampoli di chitarra alla natia Tucson, alle strade infinite dell’
Arizona, al ranch sulla cui cigolante
staccionata puoi trovare un vecchio cappello da cowboy o un lazo abbandonato.
Una Tucson da cartolina, probabilmente, ma d’
altronde Howe è ormai un cliché, e della cartolina si pregia di
far parte perfezionando ad ogni uscita il proprio idealtipo musicale, frutto della continua revisione di (quello
che all’
occhio inesperto parrebbe) ciarpame da soffitta condotta con un carisma senza eguali.
Quindi: ancora il blues nelle mani, ancora il country nelle vene. Ma ‘
Sno Angel Like You non è il solito
divertissement à la Gelb, non è il solito puzzle multicolore in cui sono proprio i pezzi sbagliati, quelli fuori
posto a catalizzare l’
interesse. Sin dal precedente Is All Over The Map, ultima reincarnazione della sigla Giant
Sand, Howe sembra avere imboccato la via di una maggiore compostezza –e compiutezza –limando le
consuete, sfaccettate derive e concentrandosi invece su progetti definiti, che suonino come veri e propri
dischi piuttosto che come raccolte improvvisate, e che abbiano quindi il considerevole pregio di una
maggiore coesione.
Non per questo ‘
Sno Angel perde in fascino. Anzi: l’
angelico Voices Of Praise Gospel Choir - che Howe,
folgorato sulla via di Ottawa, assolda per molti dei brani qui contenuti –è l’
ideale contraltare alla disillusa e
terrena ruvidezza della sua voce. I pezzi, nuovi o vecchi che siano (ce ne sono anche del compianto Ptacek e
dei Giant Sand), riescono rinvigoriti e corroborati dall’
integrazione del coro, ed acquistano una dimensione
diversa, al contempo più intima e più completa.
Non siamo in presenza di gospel –Howe non è ancora tipo da gospel, anche se ripassando fra una decina
d’
anni potremmo dover cambiare idea –ma il pathos teso e secco di Love Knows (No Borders) e di Neon
Filler, brano migliore del disco, viene ingigantito ed ampliato dalle voci degli undici coristi di colore; voci che
rappresentano un notevole valore aggiunto anche nei pezzi più rock (Howlin’A Gale, distorta oltre
l’
umanamente consentito) ed in quelli genuinamente bluesy (Get To Leave, Hey Man).
Più focalizzato, più concreto, persino più intenso: con ‘
Sno Angel Like You Gelb dimostra di non sparare
semplicemente nel mucchio (cosa che pure sarebbe naturale pensare, visto che fa uscire dischi praticamente
a getto continuo) ma di essere invece profondamente dedito al perfezionamento dei suoi stessi stilemi, di
quel mondo musicale ampio e profondo che è ormai anche nostro.
E noi ci ritroviamo ad ammirare ancora una volta questa inconfondibile voce, e questi pochi scampoli di
chitarra che sanno di deserto, di angeli, di vita.
DRIVE MAGAZINE
http://www.drivemagazine.net/cartarece/gelb/gelb.html
Non si può proprio dire che nell'arco di una ventina d'anni Howe Gelb, geniaccio compositore e chitarrista dei
Giant Sand, abbia risparmiato energie creative, anzi, la prolificità sembra essere stata una delle sue migliori
caratteristiche... Confesso di non aver seguito sino in fondo la vita artistica di Gebb, in retrospettiva non è
una cosa semplicissima vista la quantità di materiale pubblicata infatti, oltre i dischi con i Giant Sand, Gelb
ha avuto il tempo di occuparsi di alcuni progetti paralleli, fra cui la Band Of Blacky Ranchette, e di avviare
verso i primi anni novanta una sua personale carriera solista. Sempre nell'ottica di un rock americano dalle
forti radici folk e country, il nuovo disco di Howe Gelb, 'Sno Angel Like You, ha la gradevole particolarità di
ospitare il coro gospel Voice of Praise, composto da una decina di elementi: una collaborazione nata quasi
per caso, in cui l'incontro fra il gospel ed il torrido songwriting di Gebb ha dato vita a canzoni e ballate
intense e vibranti. ll curioso contrasto fra la voce sorniona di Gelb e la vocalità gospel del Voice of Praise si
risolve in un ibrido molto grazioso, a volte quasi commovente, in bilico fra radici country-folk, una religiosità
profonda ed illuminata, blues torridi e notturni, boogie trascinanti, momenti di pura elettricità e divertimento:
in un periodo in cui gli Stati Uniti, per ovvi motivi, non possono certo godere di un'immagine particolarmente
linda e gradevole.
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