funzionamento optometro badal

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FUNZIONAMENTO OPTOMETRO BADAL
Il funzionamento degli attuali autorefrattometri è basato sul principio di SHEINER e su un
principio optometrico (optometro di Badal).
Il principio di funzionamento dell’optometro di Badal è costituito da una lente positiva e
da una mira M realizzata con un piccolo ottotipo.
La lente e la posizione dell’occhio sono in posizione fissa mentre la mira è posta alla
distanza focale della lente.
Un soggetto emmetropie vede nitidamente l’immagine dell’ottotipo (il suo punto remoto è
all’infinito) (fig.1)
fig.1
Un soggetto miope ha il punto remoto a distanza finita davanti all’occhio e per potere
osservare la mira il soggetto dovrà avvicinare la mira all’occhio. (fig.2)
fig.2
I raggi uscenti dalla mira dopo la rifrazione della lente saranno divergenti davanti all’occhio
e l’immagine della mira sarà virtuale sul prolungamento dei raggi incidenti
Per potere osservare la mira un soggetto ipermetrope dovrà allontanate la mira stessa e
l’immagine che si forma sarà oltre il secondo fuoco della lente cioè oltre la retina (fig.3)
fig.3
Dallo schema si comprende che lo spostamento della mira rappresenta la distanza x in
coordinate newtoniane, ovvero la distanza tra l’oggetto e il fuoco oggetto della lente. La
distanza x’ tra il secondo fuoco della lente e l’immagine della mira corrisponde alla
seconda coordinata newtoniana e quindi si può scrivere
x x’ = f2
dove:
X’= distanza tra l’oggetto e il fuoco oggetto della lente.
X = distanza tra il secondo fuoco della lente e l’immagine
Essendo il piano principale dell’occhio posizionato in prossimità del 2° fuoco della lente
segue che X’ rappresenta la distanza tra l’occhio e l’immagine.
Nel caso di un occhio miope X’ rappresenta la distanza del punto remoto (fig.2).
2
Dall’equazione x x’ = f si ricava
1
X
------ = -----X’
f2
Se indichiamo con φo il valore 1/X’ espresso in diottrie e con φL il valore di 1/f sempre
espresso in diottrie si avrà la relazione
φo = x φL2
che ci fa capire che la variazione del potere della miopia (φo) è legato in modo lineare allo
spostamento della mira (X).
Se il paziente è ipermetrope (fig.3) la distanza X’ rappresenta la distanza del punto remoto
e anche in questo caso si arriva alla relazione:
φo = x φL2
dove 1/X’ se espresso in diottrie diventa φo e 1/f = φL
Immaginiamo che la lente positiva abbia un potere di 6 Dt. La mira deve essere posta a
166,7 mm dalla lente e dalla parte opposta alla stessa distanza deve essere posto
l’appoggio dell’occhio.
Ogni spostamento lineare della mira di 6,9 mm equivale quindi a 0,25 Dt cioè:
0,25
0,25
-------- = ---------- = 6,9 mm
(6)2
36,0
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