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EDITORIALE
Saremo quello
che sappiamo
Renzo Angelini
Direttore editoriale
Carissimi lettori,
ad espressioni più articolate.
Non ho dubbi sul fatto che “Noi siamo quello che
mangiamo” suoni per tutte le persone di buona
volontà come un monito a mangiare meglio.
Si dimentica però che il vero significato dell’Expo 2015
è strettamente legato al come possiamo raggiungere
l’obiettivo etico-ecumenico di far mangiare tutti
(altrimenti il tema centrale diverrebbe solo un buon
head line ovvero uno specchio per le allodole dietro
al quale i mondi produttivi continuerebbero a porsi
gli obiettivi di sempre).
Come possiamo realizzare l’imperativo di Nutrire il
pianeta?
Possiamo riuscire solo mettendo insieme passione
e ragione. Quindi prima di tutto credendoci e poi
utilizzando al meglio i saperi scientifici maggiormente
coinvolti.
Dunque, in realtà, se abbiamo a cuore la dimensione
del come, l’espressione a mio avviso più vicina alla
realizzazione della rivoluzione alimentare implicita
in Nutrire il pianeta, dovrebbe proporsi all’incirca
così:Noi saremo (coerenti con Expo 2015) quello che
sappiamo (sul cibo).
Mi rendo conto che il bravo pubblicitario
probabilmente boccerebbe il mio head line. Ma
non credo sia giusto che Expo 2015 debba essere
imprigionato dalla retorica seduttiva della pubblicità.
In definitiva la manifestazione andrà oltre al grande
evento che promette di essere, solo se farà nascere un
diverso modo di pensare e parlare di cibo per tutti.
Per chi lavora nella pubblicità un buon head line è
come il Santo Graal della comunicazione. Trovare
una espressione sintetica ed efficace per definire
qualcosa di essenziale per una campagna, per un
brand o per un prodotto, significa avere buone
probabilità di diffonderne le qualità peculiari.
Questa regola ha un valore generale. Per esempio,
come sottovalutare l’efficacia del “Cogito ergo sum”
(penso quindi sono) del celebre filosofo Descartes per
diffondere il suo verbo ai non iniziati?
Ora, chiedo scusa ai lettori di Karpòs per l’apparente
digressione e vengo alla questione che mi sta a cuore.
Anche Expo 2015 non fa eccezione alla legge della
head line vertiginosa (l’espressione che sembra
donarci il massimo di significato nel minor tempo).
Ho sentito importanti personaggi pontificare sul
senso ultimo della manifestazione con frasi come:
“Noi siamo quello che mangiamo”.
Indubbiamente potremmo dire che esiste una
somiglianza di famiglia tra la frase vagamente
cartesiana che vi ho riportato e il tema generale
del grande evento (Nutrire il pianeta). Ma ho
l’impressione che quando interviene la dimensione
etica, la logica dell’head line debba lasciare il passo
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EDITORIALE
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