Inaugurazione della Stagione d’Opera 2014-2015
OTELLO
Gianandrea Noseda inaugura la Stagione con l’Otello di Verdi
Walter Sutcliffe, per la prima volta in Italia, firma il nuovo allestimento
Teatro Regio, martedì 14 ottobre 2014, ore 20
Martedì 14 ottobre il Regio inaugura la Stagione d’Opera 2014-2015 con un nuovo
allestimento dell’Otello di Giuseppe Verdi. L’opera ritorna al Regio dopo 17 anni, con la regia di
Walter Sutcliffe, al suo debutto in Italia, e la direzione di Gianandrea Noseda.
Otello sarà il tenore americano Gregory Kunde, l’unico che ha in repertorio i due “Otelli”,
quello di Rossini e quello di Verdi. Kunde, per il suo registro possente e rotondo, si cimenta
nell’impervia tessitura del protagonista dando al personaggio quel timbro brunito ma squillante
che ha conquistato il pubblico e la critica internazionale. Proprio al Regio, Kunde – esperto tenore
rossiniano – iniziò quell’esplorazione del repertorio più romantico, con I Vespri siciliani e Un ballo
in maschera, che lo ha portato a essere riconosciuto come uno dei migliori tenori verdiani al mondo.
Jago sarà Ambrogio Maestri, artista profondamente legato al Teatro Regio, già protagonista
della passata inaugurazione con Simon Boccanegra. Nato a Pavia nel 1970, Maestri ha lavorato con i
più importanti direttori d’orchestra, da Muti a Oren, passando per Mehta e Gatti, ed è oggi il
baritono più richiesto in tutti i teatri del mondo. In questa occasione, grazie alla sua possente
presenza fisica e al suo timbro duttile, Maestri – che conosce a fondo il repertorio verdiano – sarà
uno Jago scuro e diabolico.
Desdemona avrà la voce di Erika Grimaldi, giovane soprano dalle spiccate doti liriche, dal
timbro morbido e dalla delicata presenza scenica, che al Regio ha già preso parte a numerose
produzioni tra le quali ricordiamo Parsifal, Così fan tutte, Carmen, La bohème, Don Carlo, Simon
Boccanegra, Turandot e Guglielmo Tell. Il cast è completato dal tenore Salvatore Cordella nel ruolo di
Cassio, dal tenore Luca Casalin in quello di Roderigo, dal basso Seung Pil Choi come Ludovico,
dal baritono Emilio Marcucci come Montano e dalla nuova vincitrice della borsa di studio di Opera
Foundation: il mezzosoprano Samantha Korbey che interpreterà dieci personaggi nelle opere della
Stagione, a partire dall’Emilia di questa produzione. Nel corso delle nove recite, dal 14 al 28
ottobre, si alterneranno nei ruoli dei protagonisti: Francesco Anile (Otello), Roberto Frontali
(Jago), María José Siri (Desdemona) e Francesco Marsiglia (Cassio).
Le scene del nuovo allestimento firmato da Walter Sutcliffe sono di Saverio Santoliquido, i
costumi di Elena Cicorella, le coreografie di Hervé Chaussard e le luci di Rainer Casper.
L’Orchestra del Teatro Regio è diretta da Gianandrea Noseda, il Coro del Teatro Regio e il Coro
di voci bianche del Regio e del Conservatorio “G. Verdi” sono istruiti da Claudio Fenoglio.
Anche per la Stagione 2014-2015 Intesa Sanpaolo – Socio Fondatore del Teatro – conferma il
proprio impegno con il Regio assicurando la partnership alla produzione inaugurale,
l’appuntamento più atteso. Il sostegno di Intesa Sanpaolo al Teatro Regio rientra in un più ampio
rapporto di collaborazione che vede la Banca al fianco della Città di Torino nella realizzazione
delle maggiori iniziative culturali e ribadisce l’importanza del suo legame con Torino di cui
riconosce vitalità, capacità progettuale e spirito di aggregazione.
Passione, gelosia, amore e morte saranno al centro della proposta registica di Walter Sutcliffe,
al suo doppio debutto: si confronta per la prima volta con l’Otello verdiano e per la prima volta in
Italia si potrà vedere un suo spettacolo. Sutcliffe, inglese, classe 1976, regista e musicista, immagina
un Otello nel mezzo di un forte processo di trasformazione: «Otello diviene via via più umano, ma
infine non riesce a sfuggire alla sua natura essenzialmente distruttiva. Jago preme sulla sua
insicurezza che in effetti è legata a questo processo, poiché proprio in questo farsi più umano e
meno soldato, più uomo a tutto tondo, Otello diviene anche più vulnerabile. Jago si insinua in
quella vulnerabilità e Otello si difende diventando sempre più distruttivo; in questo è
propriamente un personaggio da tragedia classica, perché ha la capacità di evolvere, di
trasformarsi e tuttavia viene costantemente tirato indietro, non può sfuggire al suo destino, al suo
essere fatto essenzialmente per uccidere».
Già assistente di David McVicar, Sutcliffe ha parecchia confidenza con il teatro d’opera, e con
la produzione di Verdi in particolare. Nel pensiero del regista «non c’è un altro compositore che
più di Verdi sappia scrivere personaggi così ben disegnati e situazioni altrettanto dinamiche. Per
ogni personaggio che entra in scena c’è un elemento motore chiaro, una necessità; non c’è mai
un’aria che sia cantata solo perché suona bene: ogni brano, come ogni recitativo, si genera da una
spinta drammatica, da una ragione psicologica. Per un regista questo è semplicemente il miglior
materiale su cui lavorare. Nulla è mai dozzinale, facile, artificioso; tutto si genera da qualcosa di
importante che non è solo un’esigenza emozionale, ma una necessità chiara di ottenere un preciso
effetto».
La concezione registica dello spettacolo riflette queste idee. Sutcliffe non sovraccarica la scena
di elementi superflui. «In un dramma shakespeariano – commenta – sono le parole che raccontano
la storia e in effetti quanto più si riempie la scena, tanto meno efficace diventa il dramma, come se
ciò che sta sul palcoscenico intralciasse le parole e dunque l’azione». Questo fondamentale
pensiero sta alla base dello spazio scenico concepito come una sorta di labirinto. Dice Sutcliffe:
«questa è stata per noi la chiave, un ambiente che è propriamente in sé una macchina militare, con
la domanda se sia possibile sfuggire a questa macchina. Non si trattava di ricreare il castello di
Otello a Cipro, ma neppure di essere moderni a ogni costo e spostare l’ambientazione in
Afghanistan; semmai di trovare una collocazione al di fuori del corso storico».
L’orchestra e il coro del Regio saranno diretti da Gianandrea Noseda. Il direttore d’orchestra
condivide la stessa concezione drammaturgica di Sutcliffe, con il quale ha lavorato al MET di New
York in una produzione del Trovatore. «Verdi con Otello – dichiara Noseda – supera anche la parola
scenica: la musica stessa diventa scena, la parola e i suoni quasi sembrano nascere assieme. In
alcuni momenti si sente la parola che guida l’ispirazione musicale: penso al “Credo” di Jago; in
altri, come ad esempio nella “Canzone del salce”, sembra che su quelle parole non possa esistere
altra musica». In una prospettiva storica, per Noseda «Otello non è come il monolite di “2001:
Odissea nello spazio”, che compare da un giorno all’altro; è il risultato della naturale evoluzione di
un compositore che non ha mai smesso di svilupparsi; segnali di un’evoluzione erano già ben
evidenti nell’Aida, nel Requiem, e anche in opere come Simon Boccanegra e Don Carlo». Per il
direttore, infine, Otello è anche l’opera dal crudo realismo: «non c’è la paura di dire le cose così
come sono. Otello è l’opera di un uomo maturo, che ha ancora un potere creativo immenso e non
ha più quella necessità di stupire, che è tipica dei giovani. Arrivato a questo punto, Verdi può dire
le cose con una verità e una profondità che sono tipiche di chi non ha più nulla da dimostrare, né
da perdere. È il più grande compositore di quegli anni, e lo si vede anche dalla libertà di scrittura
alla quale approda. Basti pensare all’inizio dell’opera: è uno schiaffo, una sventagliata, una folata
di vento. È come se la tempesta ci fosse già da prima. E anche la conclusione: quella lenta marcia
funebre che chiude l’opera – e un’intera epoca – potrebbe durare un’altra mezz’ora. È come se
Verdi avesse preso il segmento centrale di una vicenda che esiste da prima e continua dopo
l’opera. Questo è un gesto di grande realismo».
Verdi termina Otello nel 1886: la prima alla Scala, l’anno successivo, è un trionfo. Il torbido
dramma della gelosia del moro di Venezia aveva conquistato il pubblico e la critica. Otello,
generale dell’Armata veneta, appena sposato con Desdemona, subisce il mellifluo influsso di Jago
che, per rancore personale, instilla in lui il sospetto dell’infedeltà di Desdemona. Dal sospetto si
passerà alla gelosia, alla “mostruosa colpa”, infine alla tragedia: sul talamo nuziale Otello
soffocherà Desdemona, rea solo di un sospetto di tradimento. Dopo un lunghissimo silenzio
durato un decennio, Verdi tornava a far sentire la sua voce, lasciando un capolavoro che avrebbe
scosso la storia della musica.
Anche per l’intera Stagione 2014-2015 è stato confermato l’accordo tra il Teatro Regio e RaiRadio3 per la trasmissione in diretta di tutte le prime: Otello si potrà dunque ascoltare anche via
radio il 14 ottobre alle 20, serata inserita anche all’interno del circuito Euroradio.
Riprendono al Piccolo Regio Puccini gli Incontri con l’Opera: giornalisti e musicologi
presenteranno al pubblico le opere in cartellone, esaminando la genesi, la storia e le curiosità dei
grandi capolavori della Stagione 2014-2015. Otello sarà presentato al pubblico dal giornalista
Alberto Mattioli, mercoledì 8 ottobre alle ore 17.30.
Dopo la copertura delle tournée estive del Regio, da Wiesbaden a San Pietroburgo fino a
Edimburgo, Paola Giunti tornerà nei backstage del teatro per scoprire divertenti curiosità sugli
interpreti e sull’allestimento di tutte le opere della Stagione con le Pillole di Passione, visibili sul
sito del Regio www.teatroregio.torino.it e sul nostro canale YouTube.com/TeatroRegioTorino.
Biglietti in vendita da sabato 27 settembre presso la Biglietteria del Teatro Regio, piazza
Castello 215 - Tel. 011.8815.241/242, presso Infopiemonte-Torinocultura, alla Biglietteria del Teatro
Stabile, on line su www.vivaticket.it e telefonicamente con carta di credito al n. 011.8815.270. Info:
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Torino, 1 ottobre 2014
UFFICIO STAMPA
Teatro Regio, Direzione Comunicazione e Pubbliche Relazioni
Paola Giunti (Direttore), Sara Zago e Paolo Cascio (Relazioni con la Stampa)
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